Info Conseil
Communiqué n° 542 de 4 novembre 2011
Concluso l'esame della petizione per la salvaguardia dell'aera naturale dell'Alpe Cortlys-Sikken-Salzen
Riunione congiunta della terza e quarta Commissione
L'iniziativa popolare, sottoscritta da 304 cittadini, evidenziava la preoccupazione per la realizzazione delle opere per la costruzione di un impianto di captazione di acque dal torrente Lys per la produzione di energia elettrica e per l'apertura di una pista di cantiere nel bosco di Sikken, sottolineando al contempo il pregio paesaggistico e naturalistico della zona.
"La petizione è stata oggetto di un ampio confronto - spiega il Presidente della quarta Commissione, Diego Empereur (UV) - e proprio oggi, alla luce della sentenza del TAR della Valle d'Aosta che ha annullato l'autorizzazione per la costruzione della pista di cantiere, abbiamo voluto sentire i Coordinatori regionali del legislativo e della difesa del suolo per poter produrre delle conclusioni coerenti con i fatti. La vicenda indica come vi sia una complessità del procedimento amministrativo che porta ad autorizzare non solo la possibilità di derivare acqua pubblica per la produzione idroelettrica, ma anche per costruire poi materialmente le opere necessarie a rendere effettiva la concessione di derivazione. Il piano regionale di tutela delle acque approvato nel 2006 ha introdotto elementi innovativi importanti in tale senso, venendo incontro alle esigenze di tutela ambientale che la direttiva europea 2000/60/CE in materia di acque ha chiaramente stabilito. La successiva deliberazione della Giunta regionale n. 976/2008 ha ulteriormente disciplinato la materia ponendo elementi maggiormente restrittivi nella valutazione delle domande di derivazione di acqua ad uso idroelettrico, tutelando al contempo il ruolo degli enti locali e dei singoli cittadini con apposite procedure di pubblicità, poi rafforzato dall'introduzione del procedimento di autorizzazione unica per la realizzazione degli impianti energetici."
"Il caso in esame dimostra però - aggiunge il Presidente della terza Commissione, Dario Comé (SA) - che tutte queste procedure in realtà sono poco fruibili e fruite dai cittadini, o dagli stessi enti locali, che intervengono spesso a procedimento concluso e con iniziative pubbliche, quali le petizioni. Questa vicenda è, poi, resa ulteriormente più complicata dal fatto che la concessione di derivazione non può essere oggetto di discussione, dal momento che il procedimento relativo è già concluso da tempo e che la richiesta, presentata in data 21 agosto 2009 da parte della società The Power Company, per l'incremento delle portate di subconcessione di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico non è stata accolta dalla struttura regionale competente in data 2 ottobre 2009. Sarebbe quindi possibile intervenire solo sul procedimento finalizzato a consentire la realizzazione delle opere che possono rendere effettivo il diritto di concessione. Il TAR Valle d'Aosta con la sentenza n. 69/2011 ha evidenziato questo aspetto, imponendo di rivedere la parte di procedimento edilizio per la realizzazione della pista di servizio."
"Le Commissioni - commentano i Presidenti Empereur e Comé - non possono quindi che rilevare che l'unica risposta alla petizione non può che essere in rinvio alle conclusioni della sentenza del TAR e quindi alla revisione del procedimento di autorizzazione edilizia secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. I tecnici hanno spiegato infatti che il procedimento edilizio va reimpostato come autorizzazione unica, con la possibilità di applicazione della normativa sul VIA se richiesta dal Comune, relativamente alle opere da realizzare per rendere concreto il diritto di derivazione acquisito con la concessione, che non è sicuramente posta in discussione."
"Non abbiamo condiviso le conclusioni cui sono giunte le Commissioni - spiegano i Consiglieri dell'Alpe, Albert Chatrian e Giuseppe Cerise - perché riteniamo necessario fare un ragionamento politico più complessivo riguardo al delicato settore dello sfruttamento delle acque nella nostra regione. Il dossier va affrontato alla radice: oggi, è sempre più urgente effettuare una ricognizione delle domande presentate e correggere le procedure che stanno alla base del rilascio delle subconcessioni. Infatti, vi sono vallate e torrenti che vanno salvaguardati totalmente dal punto di vista ambientale e bisogna avere la forza di dire che non si possono fare centrali dappertutto. La petizione presentata è un esempio emblematico: non basta trincerarsi dietro una decisione del TAR, invocando solo il rispetto formale delle procedure che regolano il settore e limitandosi a chiedere un nuovo iter più motivato. Resta il problema di fondo che è quello di mantenere un equilibrio forte sul territorio, che non deve essere valutato solamente dal punto di vista economico. Presenteremo quindi una nostra risoluzione in aula per impegnare Giunta e Consiglio a fare il punto della situazione in un settore che va costantemente monitorato in vista di una pianificazione attenta e coerente con il nostro territorio."
SC