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Communiqué n° 456 de 21 septembre 2011

RESPINTA RISOLUZIONE SUGLI EFFETTI DELLA MANOVRA FINANZIARIA SULLA FINANZA PUBBLICA REGIONALE

Adunanza del Consiglio regionale

Gli effetti della manovra finanziaria sulla finanza pubblica regionale hanno rappresentato l'argomento della risoluzione depositata in Aula dai gruppi di minoranza, Alpe e PD. Dopo il dibattito, il provvedimento è stato respinto, con 8 voti favorevoli (Alpe e PD), 21 astensioni (SA, UV e l'Assessore Lavoyer), e 5 voti contrari (PdL e il Consigliere di FA, La Torre).

La risoluzione è stata illustrata dal Consigliere Alberto Bertin (Alpe), che ha evidenziato "l'impatto particolarmente pesante sulla finanza pubblica regionale, a pochi mesi di distanza dagli importanti tagli imposti al bilancio regionale dall'accordo con il Governo Berlusconi sul federalismo fiscale. L'impostazione della manovra statale è palesemente anti-autonomista e anti-federalista, andando poi a colpire principalmente famiglie, lavoratori dipendenti, ceto medio ed enti locali. Constatiamo l'incapacità del Governo nazionale a far fronte alla situazione, è urgente un riassetto della spesa pubblica attraverso riforme strutturali importanti. Con questa risoluzione tendiamo a far esprimere al Consiglio il proprio dissenso dalle scelte operate, che invece di chiedere un comprensibile e sostenibile contributo alle fasce più agiate grava ulteriormente e in misura prevalente su parte della popolazione che è già duramente colpita dalla crisi, producendo effetti ulteriormente depressivi rispetto alla ripresa economica. L'intento è anche quello di esprimere il proprio sconcerto per il carattere elusivo e per la debole incidenza delle misure di contenimento dei costi della politica. La risoluzione impegna inoltre la Giunta a ricorrere alla Corte costituzionale per tutelare le proprie prerogative."

E' quindi intervenuto il Consigliere Raimondo Donzel (PD), per puntualizzare che "siamo tutti italiani, dobbiamo fare il tifo per la barca su cui stiamo, e non per le onde che la minacciano. Il problema è la totale mancanza di credibilità del Governo, e questa è una percezione diffusa, non riguarda solo una corrente politica. Più della metà della manovra consiste in aumento delle tasse, solo un terzo riduce la spesa, e queste cifre si riferiscono a misure di carattere congiunturale per il 90% e strutturale per il restante: è lo stesso effetto dei vecchi salassi, che acceleravano la dipartita del malato. I tagli per la nostra Regione si aggirano tra i 70 e i 100 milioni di euro, che si aggiungono ai 48 milioni dello scorso anno: è un grave danno all'autonomia e al federalismo. Quale valdostano può difendere la manovra?"

Per il Capogruppo de Il Popolo della Libertà, Massimo Lattanzi, "una manovra da 54 miliardi di euro non è da sostenere o difendere, ma da comprendere: in quattro giorni il Governo ha dovuto dare una risposta ai mercati internazionali. Nessuna persona assennata può sostenere un taglio del genere, ma il Governo ha avuto un senso di responsabilità enorme. E' una manovra che da autonomisti non ci piace, tanto che non abbiamo avuto remore per schierarci dalla parte dei cittadini valdostani. Siamo consapevoli che è una battaglia molto difficile, il senso di responsabilità deve uscire dai cardini delle convenienze elettorali e individuali, perché come classe politica dobbiamo dare una risposta di squadra. Auspichiamo che il dialogo con il Governo sia proficuo per far sì che la Valle d'Aosta contribuisca al risanamento del paese pur senza perdere le proprie peculiarità."

Il Capogruppo della Fédération Autonomiste Leonardo La Torre ha annunciato che "voterò contro questa risoluzione perché è di taglio politico demagogico, non è costruttiva e tende a dividere, e in momenti come questi è proprio quello che occorre evitare. In momenti difficili, le manovre sono difficili, e la vera accusa da fare al Governo è che questa manovra è insufficiente perché troppo condizionata dalle problematiche del nostro Paese. Noi dobbiamo mettere in primo piano i cittadini e la difesa dei loro risparmi, della qualità della vita, perché è a rischio quello fatto dalle famiglie fino a oggi. Ci deve essere responsabilità della classe politica per ricostruire un percorso di serietà su questi temi. Molto c'è da fare anche in Valle d'Aosta, è necessario un confronto approfondito. Sarebbe perciò un segno positivo ritirare questa risoluzione."

Il voto di astensione della Stella Alpina è stato comunicato dal Capogruppo Francesco Salzone: "abbiamo già dato un segno tangibile del nostro impegno per la riduzione dei costi della politica e dell'amministrazione. Bisogna tenere conto che è in atto una discussione importante portata avanti dai vertici della nostra Regione. Vorremmo ragionare in modo responsabile, evitando strumentalizzazioni e cercando un'unicità che farebbe bene alla Valle d'Aosta. Questa manovra mi pare troppo morbida visti i rischi che corre il paese."

Il Consigliere dell'Union Valdôtaine Luciano Caveri ha sottolineato che "non bisognava aspettare l'estate per renderci conto della gravità del debito pubblico italiano. Il dato di fondo è che malgrado l'importante clausola di tutela delle autonomie speciali, la batosta per le Regioni a Statuto speciale resta pesante e immotivata. L'aspetto ancora più negativo consiste nel fatto che avevamo dimostrato massima serietà - nel quadro del federalismo fiscale -,stipulando un accordo che si è riversato in una norma di attuazione statutaria, ma che non ci è stata corrisposta la collaborazione auspicata. Abbiamo bisogno di discutere sul modello valdostano e sulla nostra specificità in politica. Non bisogna assolutamente sottovalutare che la discussione che ha riguardato i costi della politica ha fatto emergere ancora una volta i pareri negativi sulla persistenza delle Regioni a Statuto speciale."

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, nell'annunciare il voto di astensione, ha spiegato: "i contenuti della manovra sono già stati affrontati nelle discussioni sulla manovra e riportate al Governo. Avevamo ad esempio presentato emendamenti specifici che volevano far tenere conto dell'accordo sul federalismo fiscale stipulato non senza sacrifici dalle Regioni a Statuto speciale, ma non sono stati accolti. Più che esprimere rammarico, crediamo sia opportuno ribadire di aver sottolineato l'esigenza di diversificare i costi della politica, a seconda della situazione di base nelle varie Regioni, e di non aver quindi agito con indifferenza. In occasione dei tavoli di lavoro e nei momenti di raccordo tra Giunte e Consigli, si cerca sempre di capire i meccanismi per individuare come e dove effettuare i tagli alla politica."
"Condividiamo che la manovra
- ha proseguito Rollandin - incida pesantemente sulle Regioni a Statuto speciale, ma occorre sempre specificare le reali ricadute sulle persone. La nostra astensione è poi motivata dalla considerazione che sia giusto aspettare la fine del ciclo di consultazioni a livello nazionale."

Infine, il Consigliere di Alpe Roberto Louvin ha affermato: "Era possibile un'altra manovra? La risposta è sì. Il Consiglio Valle deve dire chiaramente che le scelte effettuate non sono condivisibili. Si sarebbe potuto tranquillamente colpire quella parte di popolazione che in Italia è iperprotetta dal Capo del Governo che ha evitato sia la patrimoniale che un vero e sostanziale contributo di solidarietà. L'attacco alle Speciali è diretto alle loro finanze: l'equilibrio raggiunto con l'accordo a fine 2010, tradotto in norma di attuazione, era positivo, ma oggi è stato smentito dal Governo. La manovra sconvolge tutto il cosiddetto federalismo fiscale. Anche in una situazione emergenziale come questa si poteva giungere a decisioni condivise. Al di là delle astensioni di circostanza, la nostra Regione è schierata di fatto a rimorchio al Governo Berlusconi, e oggi non è in grado esprimere pubblicamente il proprio dissenso. Ci rammarichiamo di questa mancanza di sostegno a una risoluzione che avrebbe significato una voce franca e chiara da parte della comunità valdostana."

SC