Info Conseil
Communiqué n° 425 de 11 août 2011
XIV EDIZIONE CERVINO CINEMOUNTAIN FILM FESTIVAL
"Questo è un festival che parla espressamente della montagna e di tutto ciò che è montagna, ha detto il Consigliere regionale e Presidente della Fondation Grand Paradis, Mauro Bieler. Il film naturalistico è apprezzato da un certo target di persone che sono le stesse che poi frequentano le nostre località. Siamo convinti che con questa sinergia tra i due festival si possano creare delle soluzioni nuove che rendano i festival sempre più interessanti".
La giuria, composta da documentaristi, antropologi ed esperti del settore, ha assegnato il Grand Prix Conseil de la Vallée al film portoghese "Pare, escute, olhe" di Jorge Pelicano, già vincitore di vari premi nazionali e internazionali. Al centro dell'opera, la marginalità di un'area depressa del Portogallo, tagliata fuori dallo sviluppo economico dalla chiusura di una secolare linea ferroviaria. A ritirare il premio è stata la giornalista Rosa Teixeira da Silva, assistente alla regia.
"Il film è stato scelto perché parla di gente di montagna che ha come solo mezzo di trasporto il treno, il cui utilizzo è minacciato dalla costruzione di una diga, ha affermato la giornalista. Senza il treno la gente locale avrà molte difficoltà a fare una vita normale e il film difende un punto di vista che è quello della gente, la cui voce qualche volta non è ascoltata".
Una delle pellicole in gara ha ricevuto ben tre riconoscimenti. Sherpas, the true heropes of Mount Everest, di Otto Honnegger, Frank Senn e Hari Thapa, ha ricevuto il premio del pubblico di Valtournenche, il Premio Fondation Grand Paradis e il Premio come miglior film d'alpinismo dal Club Alpino Italiano. Il documentario, girato in condizioni estreme, racconta il lavoro degli sherpa che permettono agli alpinisti occidentali di raggiungere la cima dell'Everest. Sono uomini dalla resistenza incredibile, che si sobbarcano in silenzio il trasporto dei materiali, facendo la spola tra il campo base e i campi intermedi prima della vetta, preparando l'accoglienza in quota, occupandosi dei clienti, rischiando la vita ad ogni passo, sottopagati e senza garanzie.
In assenza dei registi, il premio è stato assegnato a una leggenda dell'alpinismo internazionale, nonché guida del Cervino, Rinaldo Carrel, che nei primi anni '70 fu il primo italiano al Circolo Polare artico e in vetta all'Everest.
"L'Everest è una montagna un po' simbolo - ha sottolineato Rinaldo Carrel - e il fatto che i tibetani la chiamano dea madre della Terra, vuol dire che ha un suo significato profondo. Noi abbiamo avuto la possibilità di conoscere molto bene le popolazioni che abitano ai piedi di quella montagna, soprattutto nella parte nepalese. In particolare, questo film ha descritto molto bene il ruolo dello Sherpa, che adesso è una guida, ma una volta era un portatore, quindi era colui che portava il carico, i materiali. Tutta la logistica della spedizione non apparteneva al mondo degli Sherpa, adesso, invece, gradualmente e fortunatamente gli Sherpa hanno preso in mano la gestione del loro lavoro e si possono chiamare guide."