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Communiqué n° 272 de 18 mai 2011
RESPINTA UNA RISOLUZIONE SUL REFERENDUM SULLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA
Adunanza del Consiglio regionale
Lo svolgimento dei quesiti referendari sulla privatizzazione dell'acqua è stato oggetto di una risoluzione iscritta in Aula dai Consiglieri dei gruppi Alpe e Partito Democratico.
Il testo è stato respinto con 25 voti contrari e 7 a favore (Alpe e PD).
"Intorno all'acqua pubblica c'è un interesse fondamentale per tutti noi e obiettivi irrinunciabili, tra cui la tutela di una risorsa scarsa e insostituibile per la vita; la garanzia a tutti, in ogni angolo del paese, di un servizio della massima qualità a tariffe eque - ha detto il Consigliere Raimondo Donzel nell'illustrare l'iniziativa -.Occorre una visione d'insieme, di un quadro di regole certe che ridia stabilità a un settore così rilevante, manomesso dai tanti frammentati interventi della legislazione vigente. Su di una questione così importante è necessario che le forze politiche diano la loro opinione e che i cittadini abbiano il diritto di esprimersi. Con questa risoluzione, intendiamo invitare i Parlamentari valdostani e la Giunta regionale a operare in tutte le sedi di loro competenza, a livello nazionale e regionale, affinché siano contrastati in ogni modo i tentativi di impedire che i quesiti referendari sulla privatizzazione dell'acqua vengano sottoposti al giudizio dei cittadini. Spetta ai cittadini un diritto intangibile ad esprimersi liberamente su questa fondamentale materia."
Il Presidente della terza Commissione, Dario Comé (SA) "questo è un invito che possiamo estendere ai Parlamentari, un po' più difficile farlo nei confronti del Governo regionale. Sappiamo che è stata inserita una norma per la riforma della vecchia Autorità per l'acqua, la quale regolerà le funzioni del nuovo sistema di gestione dell'acqua pubblica. Le conseguenze di questa norma non sono sufficienti per permettere la soppressione dei due referendum sull'acqua."
Il Capogruppo del Popolo della Libertà, Massimo Lattanzi, vi sono due questioni: una formale e una sostanziale. "La prima: perché vi siete limitati al referendum sull'acqua? Ci sarebbero stati i presupposti per parlare anche degli altri quesiti referendari. Nella sostanza, la demagogia che sta nelle premesse dell'iniziativa è di fatto una caccia alle streghe. Nessuno sta impedendo la legittima tenuta dei referendum. Sarà il popolo ad esprimersi nel merito della questione in tale occasione."
Il Consigliere Roberto Louvin (Alpe): "Su questi referendum sull'acqua c'è stato un tentativo di 'boicottaggio' e quindi crediamo doveroso che anche il Consiglio regionale indichi con forza la necessità di salvaguardare il diritto di esprimersi liberamente da parte dei cittadini su questa fondamentale materia. E' in questione la privatizzazione del servizio idrico. Riteniamo che ci siano dei beni comuni e dei servizi essenziali che devono essere salvaguardati e non affidati solo alle logiche del puro mercato. Ricordo che l'aver rifiutato l'election day, per tenere lontani i referendum dalla data delle elezioni amministrative, ha fatto lievitare la spesa di 300 milioni di euro, che corrisponde a quanto costato a tutte le province italiane dalla manovra Tremonti. Un milione 400 mila cittadini hanno firmato la richiesta, è giusto che ci si pronunci e che le istituzioni non diano l'idea di essere ostili al referendum."
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha detto che si tratta di una "risoluzione senza senso, perché non si capisce con quali strumenti si possano contrastare i tentativi per impedire i referendum. Non saprei come agire, in quanto capo dell'Esecutivo regionale, per rimuovere detti ostacoli. Io credo che se si voleva far esprimere l'Assemblea nel merito del quesito, si poteva farlo altrimenti, anche se questo è proprio del ruolo delle forze politiche che decideranno come meglio impostare la campagna. Io vi chiedo di ritirarla, altrimenti non la voteremo, perché non capiamo quale sia la vostra richiesta."
Ha quindi preso la parola il Consigliere Raimondo Donzel (PD), per il quale "il contenuto della risoluzione è chiarissimo: esistono tre diversi Comitati, uno per il nucleare, uno per l'acqua pubblica e uno per il legittimo impedimento. Volutamente non abbiamo aperto un dibattito sull'acqua pubblica, perché lo faremo nelle piazze e tra la gente. Nel merito c'era una richiesta di un impegno istituzionale per far sì che i cittadini non venissero gabbati per l'ennesima volta dal Governo Berlusconi, come nel caso del referendum sul nucleare per cui ora si deve aspettare la sentenza della Corte di Cassazione sulla possibilità di votare il 12 e 13 giugno."
SC