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Communiqué n° 237 de 4 mai 2011

APPROVATA LA DISCIPLINA IN MATERIA DI MEDICINA E SANITÀ PENITENZIARIA

Adunanza del Consiglio regionale


Il Consiglio ha approvato all'unanimità il disegno di legge, presentato dalla Giunta regionale ed esaminato dalla quinta Commissione "Servizi sociali", che disciplina l'esercizio delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria trasferite alla Regione tramite apposita norma di attuazione (decreto legislativo n. 192 del 26 ottobre 2010).

L'Assemblea ha inoltre approvato, sempre all'unanimità, un ordine del giorno, presentato dai membri della quinta Commissione.

L'iniziativa legislativa, illustrata in aula dalla Consigliera Emily Rini (UV), si compone di sei articoli, che individuano le funzioni che spettano alla Regione, da esercitarsi per il tramite dell'Azienda USL, alla quale saranno trasferiti le attrezzature, gli arredi e i beni strumentali di proprietà dell'Amministrazione penitenziaria. Per quanto riguarda il personale, i medici che già prestano servizio nella casa circondariale di Brissogne saranno trasferiti all'Azienda USL, che potrà conferire anche incarichi a tempo determinato utilizzando apposite graduatorie.

La Consigliera ha evidenziato che "l'essenza di questo disegno di legge è fondato sul principio dell'equivalenza; ovvero sul fatto che l'assistenza sanitaria è un diritto uguale per tutti e quindi, in questo caso, sia per le persone libere che per i detenuti. Sanità intesa in tutte le sue fasi, dalla prevenzione alla diagnosi, alla cura fino alla riabilitazione. Questa legge va a fungere da cornice all'atto successivo che deriverà dalla approvazione di questa legge. Un atto che assume una grande importanza, poiché si tratta della convenzione tra la Regione e l'USL che disciplinerà il modello organizzativo."
La Consigliera ha quindi illustrato un ordine del giorno, a firma dei componenti la quinta Commissione consiliare "Servizi sociali", correlato al provvedimento. "Durante la discussione in Commissione, e soprattutto durante le audizioni dei rappresentanti di tutte le sigle sindacali degli operatori di polizia penitenziaria operanti all'interno della casa circondariale, sono emerse alcune problematicità che non investono la legge in discussione ma piuttosto concernono il modello organizzativo che verrà attuato. Le perplessità degli operatori si riferivano in particolare alla presenza del medico all'interno della struttura carceraria.
Tale presenza ha una duplice ripercussione: la prima si ha all'interno della struttura, ove bisogna garantire le adeguate cure ai detenuti; la seconda si ha sull'intera società valdostana poiché garantire la presenza continuativa di un medico all'interno del carcere permetterà di ridurre in maniera significativa il trasporto dei detenuti al di fuori della casa circondariale per recarsi al pronto soccorso piuttosto che in altri ambulatori dell'ospedale valdostano. Per queste ragioni siamo qui oggi a chiedere a l'Assessore di farsi carico di garantire, in sede di stesura del modello organizzativo tra Regione e USL, la presenza all'interno della casa circondariale di Brissogne di un medico 24 ore su 24 così da garantire il miglior servizio e per i detenuti all'interno del carcere e per tutta la collettività locale. Chiediamo inoltre all'Assessore di fare un ulteriore passaggio in quinta Commissione al fine di presentare e illustrare la proposta di suddetta convenzione contenente il modello organizzativo, naturalmente prima della sua definitiva approvazione.
"

Nella discussione generale hanno preso la parola i Consiglieri Lattanzi, Caveri, Rigo e Morelli.

Per il Consigliere Capogruppo del PdL Massimo Lattanzi, "non si può che condividere in toto la relazione. Voglio citare anche il Consigliere Caveri, che ha materialmente redatto questo disegno di legge. Il nostro voto sarà positivo, visto che si risolve una questione etica, oltre che economica, mettendo fine ad un percorso che si è fin troppo protratto."

Il Consigliere Luciano Caveri (UV) ha evidenziato che "è importante riflettere su alcune questioni che concernono la nostra autonomia. Nel 1999, nel passaggio parlamentare ci fu la sottolineatura che non si poteva immaginare un trasferimento tout court in capo alle Autonomie differenziate in assenza di una norma di attuazione dello Statuto. Questa stessa norma per noi è stata sofferta, data la miopia delle istituzioni penitenziarie. La Regione, in Commissione Paritetica, si è trovata nella situazione grottesca di volersi assumere i costi di una tipologia di sanità, che oggi risulta quanto mai complessa. Si tratta  di un'assunzione di responsabilità notevole. E' interessante fare uno spaccato di una realtà giuridica che si riflette nella nostra realtà locale, rendendosi conto che nel rapporto con lo Stato non c'è mai nulla di semplice."

Ripercorrendo il lungo percorso, di cui questo disegno di legge rappresenta l'atto conclusivo, il Consigliere segretario Gianni Rigo (PD), ha sottolineato che "il diritto alla salute nelle carceri viene tutelato in quanto diritto inviolabile della persona. All'interno degli istituti penitenziari vigono regole minime dettate dall'ONU e ribadite dal Consiglio d'Europa. Esprimo perplessità in merito al disavanzo pari a 190.000 euro, più i successivi derivanti dall'ordine del giorno presentato in Aula. Le risposte ai bisogni di questo particolare settore devono venire dal Consiglio regionale, attraverso i suoi strumenti normativi. E' compito delle politica verificare che questi atti che incidono sulla vita dei valdostani siano caratterizzati da equità e salvaguardia dei diritti fondamentali. La quinta Commissione ha lavorato in maniera quanto mai trasversale per il tramite delle varie audizioni. La salute dei detenuti riguarda anche quella della collettività."

La Consigliera Capogruppo di Alpe Patrizia Morelli ha puntualizzato che "le statistche in Italia degli ultimi 10 anni parlano di 1740 decessi nelle carceri, in cui i detenuti muoiono con una frequenza venti volte maggiore rispetto ai coetanei liberi. A Brissogne sono detenute 280 persone in una struttura che ne conteneva in origine 190. Un nuovo modello organizzativo su base regionale è in via di definizione, e dovrà tenere conto di tutte le problematiche sollevate in Commissione, oltre al fatto che le risorse finanziarie non saranno sufficienti a dare piena attuazione. Il trasferimento delle competenze ha fatto emergere due criticità: l'esigenza di assistenza medica nell'arco delle 24 ore e le ingenti misure di sicurezza necessarie in caso di accertamenti diagnostici da effettuarsi presso le strutture pubbliche, oltre al disagio causato dall'interno della casa circondariale. Chiediamo che l'impegno della Giunta vada nella direzione della presa in carico delle spese eccedenti e nella ricerca di soluzioni adeguate delle problematiche evidenziate."

L'Assessore alla sanità, Albert Lanièce ha precisato che "esistono già settori a totale carico della sanità valdostana: oltre alla gestione del Sert, mettiamo a disposizione della Casa circondariale 50.000 euro. L'impegno assunto oggi va a favore di una migliore situazione della Casa circondariale, comportando la possibilità di stanziare somme eccedenti rispetto a quelle attribuite dallo Stato. Questo modello ci costerà sicuramente di più, ma già solo la presenza 24 ore su 24 di un medico rappresenterà una maggiore tranquillità per i detenuti, che potranno effettuare alcuni tipi di visite direttamente nella struttura. Si tratta di una nuova sfida per la sanità valdostana, e sapremo portarla avanti nel modo più concreto possibile."



SC