Info Conseil
Communiqué n° 233 de 4 mai 2011
INTERPELLANZA SU ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
Adunanza del Consiglio regionale
Le modalità di applicazione della norma introdotta dalla legge regionale n. 6 del 2010 sulla vendita di alloggi di edilizia residenziale pubblica sono state al centro di un'interpellanza presentata dalla Consigliera Carmela Fontana, capogruppo del Partito Democratico.
Nell'illustrare l'iniziativa, la Consigliera ha detto che "alcuni residenti del quartiere Cogne di Aosta, proprietari di ex alloggi di edilizia residenziale pubblica, hanno denunciato che, a seguito delle modifiche introdotte con la legge regionale in questione, il periodo di prelazione da parte dell'ente pubblico sull'eventuale vendita degli alloggi stessi è passato da dieci a trenta anni. Tale modifica, seppur introdotta allo scopo di evitare speculazioni sul patrimonio edilizio costruito dall'ente pubblico, si configura nella realtà dei fatti come una pesante limitazione della proprietà privata e, qualora venisse applicata retroattivamente ai contratti di vendita stipulati prima di tale data, anche come una violazione delle condizioni originarie di acquisto, che fissavano il diritto di prelazione dell'ente pubblico a dieci anni. Sottolineo che l'età e lo stato degli ex alloggi di edilizia residenziale pubblica oggetto del piano vendite al quartiere Cogne, nonché la composizione sociale dei proprietari, per la maggior parte pensionati, famiglie di operai e anziani, escludono con ragionevole certezza il rischio di speculazioni."
Ha, quindi, voluto sapere se la Giunta intende "chiarire l'ambito di applicazione della legge, in particolare sull'eventuale retroattività della norma rispetto ai contratti di vendita stipulati prima dell'entrata in vigore della legge 6/2010 e chiediamo di aprire una riflessione in merito alla revisione del periodo di prelazione previsto dalla legge nell'ottica di un maggior equilibrio tra le esigenze di tutela del patrimonio dalle speculazioni e i diritti dei proprietari a poter godere pienamente del proprio bene in un arco di tempo ragionevole."
Nella risposta, l'Assessore alle opere pubbliche ed edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin, ha ricordato come le modifiche alla norma per la rivendita del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, riguardante il diritto di prelazione per gli alloggi ERP, siano state votate all'unanimità da tutto il Consiglio regionale. Ha quindi riferito che l'ambito di applicazione della legge del 2010 persegue tre obiettivi: evitare che, tenuto conto dei prezzi di vendita calmierati degli alloggi ERP, possano essere compiute operazioni speculative con conseguenti danni al patrimonio della collettività; far rientrare all'ERP alloggi da assegnare alle famiglie che aspettano da tempo di risolvere il loro problema abitativo; tutelare i proprietari di ex alloggi ERP, nonché di eventuali successivi acquirenti degli stessi alloggi, da eventuali dichiarazioni di nullità di atti di vendita stipulati in violazione di norme imperative statali. "La modifica - ha detto l'Assessore Viérin - è entrata in vigore il 17 marzo 2010 e si applica da tale data. A giudizio degli uffici dell'Amministrazione regionale, tutti coloro che vogliono vendere gli alloggi ERP a suo tempo acquistati devono seguire le regole previste dalla normativa vigente, che non può essere che quella in vigore al momento del manifestarsi della volontà del proprietario di vendere."
Riguardo al periodo di prelazione, l'Assessore ha affermato che "non è vero che questo è passato da 10 a 30 anni, così come non è vero che i proprietari di alloggi ERP non possono più vendere il loro immobile. Il diritto di prelazione, a far data dalla legge statale n. 560 del 1993, non ha mai avuto un termine di scadenza, quindi nella modifica abbiamo definito un percorso per la sua estinzione, che avrà effetti favorevoli anche per chi ha acquistato ex alloggi ERP. In particolare, questi effetti riguardano, da una parte, l'Ente cedente che, qualora eserciti il diritto di prelazione, deve riconoscere oltre alla rivalutazione del prezzo di cessione secondo l'Istat anche tutte le migliorie eventualmente apportate dal privato all'alloggio (sia dirette che indirette in millesimi sullo stabile), garantendo così al cittadino un congruo prezzo di vendita rispetto all'agevolato prezzo d'acquisto; dall'altra, il proprietario che, qualora l'Ente cedente - Arer o Comune - non eserciti il diritto di prelazione, non è più tenuto (dai 10 ai 30 anni dall'acquisto) al versamento delle somme previste per l'estinzione del diritto stesso. Ribadisco la mia consueta disponibilità a discutere sempre di argomenti così importanti per la vita dei cittadini, in questo caso per tutelare il patrimonio pubblico da speculazioni private e garantire comunque ai proprietari di alloggi ex ERP di disporre pienamente della propria casa."
Nella replica, la Consigliera Fontana ha evidenziato che "se emergono dei problemi sulle leggi che approviamo, noi abbiamo il dovere di sollevarli, senza per questo rimangiarci la parola rispetto a quanto approvato. Crediamo sia importante riportare in Commissione la questione al fine di chiarire le difficoltà emerse in sede di applicazione."
SC