Info Conseil

Communiqué n° 157 de 6 avril 2011

DISCUSSA LA NUOVA SITUAZIONE POLITICA REGIONALE

Adunanza del Consiglio regionale


Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha illustrato la nuova situazione politica regionale e la composizione della maggioranza in seno al Consiglio Valle. L'Assemblea, dopo ampia discussione, ha preso atto della relazione del Presidente della Regione e ha respinto (con 11 voti a favore e 24 contrari espressi con voto segreto) una risoluzione proposta dai gruppi Alpe e Partito Democratico che chiedeva di non esprimere una valutazione positiva in ordine al nuovo assetto politico.


La maggioranza regionale risulta oggi composta dalle seguenti forze: Union Valdôtaine (17 Consiglieri), Stella Alpina (4), Fédération Autonomiste (2) e Il Popolo della Libertà (4). All'opposizione vi sono i gruppi di Alpe (5 Consiglieri) e del Partito Democratico (3).



La presentazione del Presidente Rollandin: "A conclusione di un percorso fortemente politico voluto dalle forze politiche della maggioranza, vorrei presentare alcune osservazioni alla base della proposta di allargamento. Nell'annunciare il programma di Legislatura, era stato sottolineato il metodo di lavoro che si sarebbe voluto tenere: e cioè un atteggiamento costruttivo e trasparente sulle varie tematiche, l'apertura e la disponibilità al dialogo costante con tutte le forze politiche e tutti i soggetti pubblici e privati. Vorrei, poi, precisare che sin dall'insediamento del nuovo Consiglio, ci furono delle aperture importanti e mi riferisco alle presidenze di due Commissioni, date ai gruppi di minoranza.In questi anni, molti eventi hanno influito sul lavoro di Legislatura: la crisi economica mondiale, che ha avuto riflessi molto negativi anche sulla nostra regione; la manovra finanziaria, che ci ha obbligati a ridurre la spesa pubblica; il patto di stabilità, che ha creato le premesse per ridurre gli investimenti e in ultimo il discorso sul federalismo fiscale. Il programma di Legislatura aveva una serie di propositi e su questi abbiamo legiferato."
Ha ricordato, quindi, una serie di leggi approvate all'unanimità e i provvedimenti adottati e riferiti al programma di Governo.
Ha proseguito, dicendo che "per una serie di motivazioni abbiamo bisogno di avere rapporti con lo Stato e questi costituiscono una parte importante del lavoro che svolge l'Amministrazione regionale."
Ha, infine, sottolineato gli accordi raggiunti con lo Stato italiano nel corso di questi ultimi anni, in particolare per quanto riguarda la questione della Deval e  dell'energia elettrica in Valle d'Aosta.
Successivamente, ha elencato alcune materie che saranno oggetto di approfondimento e intervento per il restante periodo di Legislatura.

Nella discussione generale hanno preso la parola i Consiglieri Louvin, Bertin, Salzone, Fontana, La Torre, Tibaldi, Lattanzi, Zucchi, Empereur, Donzel, Caveri e, per la replica, il Presidente Rollandin.

Il Capogruppo di Alpe, Roberto Louvin: "Tanto tuonò che piovve. Abbiamo sollecitato per mesi di mettere la parola fine a questo percorso, individuando i vari passaggi che hanno portato a questa nuova maggioranza. Adesso abbiamo la fine del tormentone. Sarebbe stato corretto presentare un documento sottoscritto dalle forze politiche della nuova maggioranza che dicesse che cosa cambia nel programma. L'accordo politico è stato liquidato in due frasi e non abbiamo visto l'integrazione del programma. Quando ci siamo presentati davanti agli elettori nel 2008 sui temi di fondo c'era una totale divergenza di vedute e le proposte del PdL di allora sono lì a testimoniarlo. Come si concilia il programma elettorale del PdL con quello del centro autonomista? La scelta di sposarsi con il PdL per avere dei vantaggi non sta in piedi perché le altre realtà autonomiste - come Trento e Bolzano - hanno ottenuto le stesse cose senza compiere questo passo politico. Su questa situazione c'è il sentore di un 'baratto' che vede la Valle d'Aosta subalterna a una logica romana. Uno scambio di favori. Qui, oltretutto, c'è una frattura storica del nostro autonomismo regionale con un accordo non unanime e che arriva nel periodo più decadente e disastroso del berlusconismo ". Al termine ha annunciato la presentazione di una risoluzione.

Il Consigliere Alberto Bertin (Alpe) ha sottolineato che "questo allargamento è la logica conclusione di un percorso politico nato tempo fa e che ha avuto una decisa accelerazione quando sono stati affidati i pieni poteri ad Augusto Rollandin, conoscendo le logiche  e gli interessi che guidano l'azione del Presidente. Tra l'altro abbiamo scoperto oggi che non esiste neppure un nuovo programma e non
sappiamo quindi su cosa si basa l'alleanza. Ventitré consiglieri erano sufficienti per poter governare. Politicamente poi, se crediamo che la politica abbia ancora a che fare con i valori e le idee, ci chiediamo cosa centri l'autonomismo valdostano nato dall'antifascismo e dalla Resistenza con personaggi come La Russa, coordinatore nazionale del PdL, o ancora la nipote del duce e con l'idea di Stato e Nazione che hanno queste persone. Oggi c'è una rottura storica dell'autonomismo valdostano. Inoltre, questa Giunta è lontanissima da una qualunque idea liberale che svincoli la società e l'economia valdostana dal controllo della Regione. Oggi, semplicemente, Rollandin, come un piccolo Berlusconi locale, sdogana la destra in Valle d'Aosta formalizzando, anche a livello regionale, quanto ha fatto al Comune di Aosta 'la grande coalizione per le grandi opere', detta altrimenti, degli affari. Esprimiamo la nostra inquietudine per questa situazione politica."


Il Capogruppo di Stella Alpina, Francesco Salzone: "Stella Alpina, nel momento delle riforme in senso federalista e nell'ottica di rilanciare un modello unico di autogoverno per la Valle, rivendica l'importanza di mantenere ben salda la barra al centro dell'unità delle forze autonomiste, ma, al contempo, prendiamo atto con soddisfazione che, nel corso della Legislatura il PdL, ha modificato il suo atteggiamento politico, condividendo il programma delle forze autonomiste, appoggiando le nostre scelte in materia di aiuti anti-crisi e approvando il bilancio triennale 2011-2013 della Regione. Oggi, auspichiamo che l'allargamento della maggioranza regionale porti il Governo nazionale ad una maggiore attenzione verso la Valle d'Aosta, sia sotto l'aspetto economico che istituzionale: penso in particolare alla definizione del principio dell'intesa per le riforme statutarie, alle politiche per la montagna, al riconoscimento del diritto ad una rappresentanza nel Parlamento europeo, alle problematiche legate all'energia, ai trasporti e all'ordinamento finanziario. È difficile comprendere come sia possibile considerare così complicato condividere un nuovo percorso con una forza politica che vuole mettersi al servizio della Valle e aprendoci una corsia preferenziale con Roma. In un momento di grande difficoltà sarebbe irresponsabile non accettare la collaborazione di chi vuole contribuire al benessere della Valle d'Aosta. In questa nuova maggioranza, continueremo a lavorare con uguale impegno e responsabilità, ponendo sempre come orizzonte del nostro agire il bene delle famiglie valdostane."

Per la Capogruppo del Partito Democratico, Carmela Fontana, "da oggi la Valle d'Aosta è governata dal centro destra e poco importa la formula tecnica o i numeri. Tre sono i fatti evidenti che emergono da questa nuova pagina politica: lo svilimento delle prerogative della nostra autonomia; l'ammissione del fallimento di tre anni di governo autonomista; il disprezzo dimostrato dalla dirigenza dell'Union Valdôtaine nei confronti degli elettori valdostani e dei propri che nel 2008 avevano indicato una maggioranza e un programma di governo. Sottolineo, poi, il grave fallimento politico della maggioranza autonomista e della Giunta Rollandin perché incapace di gestire la difficile situazione che si è creata in Valle a seguito della crisi economica. Si tratta di un ribaltone politico che non ha il coraggio di restituire agli elettori il diritto di decidere chi li governa. L'allargamento si configura, inoltre, come una grave anomalia rispetto alla legge elettorale in vigore perché sono cambiati i presupposti che hanno determinato quel voto. Il nostro partito chiede di sancire con un nuovo voto il cambiamento degli equilibri politici e delle alleanze in Regione."

Il Capogruppo di Fédération Autonomiste, Leonardo La Torre: "Oggi molti parlano, ma non si riesce più a capire che il coraggio di fare politica è l'elemento portante del fare politica. Il coraggio di mettersi in discussione, di aprirsi al confronto. Una maggioranza con 23 seggi non ha sicuramente bisogno di un allargamento, ma la nostra è una maggioranza che crede nel cambiamento e nell'evoluzione al positivo. Solo affrontando questi cambiamenti avremo la possibilità di andare avanti e di dare risposte alla comunità valdostana, con l'obiettivo di garantire crescita e benessere. La politica è energia e partecipazione, è pensiero positivo: la nostra scelta odierna, condivisa con il PdL, non nasce casualmente, ma è il frutto di una serie di azioni politiche, dalle elezioni europee al Comune di Aosta, che ci hanno portato alla presentazione della nuova maggioranza, e non solo per una strada pragmatica, ma anche politica. Il programma delle forze autonomiste, ora anche del PdL, è un programma aperto e oggi raccogliamo l'energia di un'altra importante forza che vuole fare un percorso insieme a noi per migliorare e garantire la qualità della vita della nostra regione nell'interesse dei nostri cittadini."

Il Consigliere segretario del Consiglio Valle, Enrico Tibaldi (PdL), nel suo intervento ha precisato che "lo scenario politico regionale non ha registrato nulla di epocale. Ha invece registrato che molti elettori del centrodestra hanno constatato con preoccupazione l'esistenza di un minimalismo che rasenta lo zero assoluto. Il PdL si è presentato nel 2008 con un programma elettorale ben chiaro e inequivocabile. Il contenuto dei programmi delle due coalizioni di allora è ben diverso. La forzatura dello spirito della legge regionale non è sanzionabile sotto il profilo giuridico, ma avrà inevitabili conseguenze sotto l'aspetto politico perché è un atto di infedeltà nei confronti del corpo elettorale. È un assenso ottenuto che oggi viene consacrato con una chiacchierata sulla questione, mancando di un vero e proprio documento politico tra le parti. L'area di centrodestra assiste oggi attonita a una clamorosa rinuncia alla propria identità, nel nome di un'operazione della quale non si ritrovano contenuti politici. In questi tre anni di legislatura non ci sono stati segni tangibili di discontinuità con il passato. Quale sarà il punto d'approdo del PdL? Non si nota alcuna strategia di tipo politico. Sono costretto a prendere atto della situazione politica che si è creata in Consiglio regionale. È una maggioranza geneticamente contro natura nei confronti della quale mi comporterò osservando scrupolosamente due principi: il mandato elettorale e i principi del programma del PdL."
 
Il Capogruppo del Popolo della Libertà, Massimo Lattanzi: "Per il PdL questo è un giorno importante: vi rappresento quindi la nostra soddisfazione, ma anche la nostra piena consapevolezza rispetto al momento politico che stiamo vivendo. Oggi istituzionalizziamo un percorso che non nasce oggi e per il quale abbiamo lavorato con coscienza. Non entriamo in maggioranza per annacquare i nostri valori e la nostra volontà politica: entriamo perché riteniamo che vi sia l'opportunità di farlo, raccogliendo la sfida di un cambiamento. Lo facciamo nell'interesse del nostro patrimonio di pensiero liberale e nell'interesse della comunità tutta. Abbiamo la coscienza pulita, di chi non ha barattato nulla, che non ha svenduto nulla perché non avevamo nulla da svendere. Oggi, noi non stiamo smontando una maggioranza, bensì la stiamo allargando, per essere al suo fianco per portare avanti alcune tematiche fondamentali per la Valle d'Aosta. E le forze autonomiste hanno ritenuto che noi siamo una forza credibile e leale per poter finire questa Legislatura insieme. Con orgoglio, forti delle nostre convinzioni, diamo la nostra fiducia per dire al Presidente che ci siamo e che lavoreremo lealmente per portare avanti i nostri capisaldi programmatici: la ristrutturazione della macchina pubblica, la liberazione di risorse creando posti di lavoro vero nei settori dell'industria, dell'artigianato, del commercio e del turismo, in un contesto di economia liberale. Oggi accendiamo una luce nel programma di maggioranza e su questo ci impegniamo. Chiedo a tutto il gruppo di essere uniti in questo lavoro."

Il Consigliere Alberto Zucchi (PdL) ha, quindi, detto che "il mio intervento è soltanto la conseguenza dell'intervento di Tibaldi. Il nostro gruppo ha lavorato per due anni e mezzo con il solo intento di mettersi a servizio della Valle d'Aosta. Le esternazioni di Tibaldi hanno evidenziato una non condivisione di una linea politica manifestata dal partito a più livelli. Per questo motivo mi sento di dover dire al Consigliere che se è legittima la sua posizione che è difforme da quella del suo partito, è altrettanto legittima la posizione del partito. Ci sentiamo di aver dato un grande contributo in questi anni di lavoro con spirito di costruzione e collaborazione che è stato riconosciuto anche dalle altre forze politiche. Il comportamento del Consigliere Tibaldi non può essere accettato dal partito. Oggi è il coronamento di un lavoro ed è un momento storico per il nostro gruppo che sin da domani dovrà continuare a lavorare duramente nell'interesse dei valdostani."

Le Chef de groupe de l'Union Valdôtaine, Diego Empereur: « Nous traversons depuis un certain temps un moment très difficile sur le plan économique, politique et institutionnel : il est ainsi extrêmement important d'entretenir des rapports politiques et des collaborations. En automne 2010, le PdL nous a fait une proposition de dialogue politique que nous avons considérée comme une opportunité politique pour renforcer les initiatives en cours et les actions prévues dans le programme de Législature. Après avoir partagé avec notre base et ensuite avec les organes de notre Mouvement cette opportunité, nous avons décidé d'accueillir l'offre d'un partage de responsabilités sur les questions stratégiques indiquées dans le programme de Législature.  Nous l'avons fait avec conscience et sens de responsabilité pour l'intérêt de notre communauté, parce que nous considérons fort important ce passage dans l'optique d'une consolidation de la position de la Vallée d'Aoste et de l'action des élus valdôtains auprès des institutions de l'Etat, dans le seul but de faciliter les solutions aux questions qui se posent dans les rapports entre le niveau régional et celui national. Et tout cela nous le faisons sans renoncer à nos valeurs et sans trahir notre électorat : nous voulons ainsi continuer à travailler pour le bien de notre communauté, pour résoudre les problèmes de la Vallée, sans oublier notre histoire, nos principes, nos valeurs et notre vision politique. »

Il Consigliere Raimondo Donzel (PD) ha affermato che "questa operazione è una farsa per gabbare gli elettori. In questa regione tutto va bene, la crisi economica non c'è più. Se tutto funziona perché allora cambiare? Si tratta di premiare tutto il lavoro oscuro fatto dal PdL in questi anni. Non si vede l'orgogliosa avanzata di un nuovo governo che si poteva tentare, ma un rimaneggiamento, un programma che accoglie dentro di sé altri. Questa coalizione degli impavidi e dei responsabili non ha un programma perché il programma è una 'poubelle' in cui può entrare ancora di tutto. Non si possono adesso svelare i segreti. La parola d'ordine è quella dei 'toni bassi' per minimizzare il travisamento del voto degli elettori. Bisogna però rispettare la legge. Oggi non c'è la svolta epocale come mi sarei aspettato: è molto più triste quello che sta succedendo. Oggi cambia la Valle d'Aosta come dimensione politica, come credibilità di quelli che stanno qui dentro. Non bisogna dimenticare, in questa giornata, la svolta a 'destra' che porterà un cambiamento profondo nel concepire la nostra comunità. In democrazia c'è il tempo per il governo e per la momentanea opposizione. E noi faremo un'opposizione costruttiva così come in passato."

Il Consigliere Luciano Caveri (UV) ha detto che "rappresento un 'distinguo' (una posizione difforme) all'interno dell'Union Valdôtaine rispetto a questa scelta, avendo cercato, nei vari momenti di confronto, di spiegare le ragioni dell'inopportunità del matrimonio che oggi celebriamo. Uso le cinque vocali per spiegarle. La prima è la A come attenzione: salvaguardiamo la credibilità del Consiglio Valle, che si è espresso chiaramente con una legge elettorale sulla questione delle alleanze preventive. La seconda è la E come equidistanza: mai come in questo momento di confusione politica a Roma il principio del 'ni droite ni gauche' deve essere salvaguardato e la nostra posizione di autonomia e di indipendenza deve essere coltivata. La terza questione è rappresentata dalla I come ideali: stiamo attenti a non sacrificare gli ideali nel nome della realpolitik e, venendo alla O di ostaggi, ricordiamo che l'Union Valdôtaine ha sempre fatto delle alleanze evitando però di cadere ostaggio di qualcuno, proprio per evitare la politica del rubinetto. L'ultima vocale è la U di Union: ritengo che il nostro movimento abbia tutte le caratteristiche per non avere bisogno di lubrificanti per interloquire con Roma. Oggi, la centralità dell'Union deriva dal fatto di aver stipulato un patto importante con gli elettori e io non vorrei che, invece, tutto quel che sta capitando finisse per essere una specie di boomerang che una volta lanciato ti torna indietro."

Nella replica, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha specificato che "il programma di legislatura è stato rispettato con i fatti e non con le parole. La crisi ha influito pesantemente su quello che si voleva fare e cento milioni di euro all'anno sono stati spesi per la crisi e non bisogna fare finta di nulla. Noi abbiamo creduto importante valorizzare quest'ultimo periodo con questa nuova forza politica che ha ideali in cui ci riconosciamo. Non bisogna confondere gli ideali con una persona.
È un accordo che è passato attraverso una giusta valutazione delle varie situazioni.
Lo slogan 'ni droite ni gauche' non è mai stato rispettato se guardiamo al passato e alle diverse esperienze. Contiamo su chi può portare nuove idee, che può così rappresentare un valore aggiunto. Nessuno ha rinunciato a degli ideali per questo e non lo abbiamo mai fatto neppure in passato. Oggi c'è da prendere atto che esiste la volontà di collaborare con una forza che può dare un apporto importante e non siamo ostaggio di nulla e nessuno deve diventarlo. La dignità di ogni forza deve essere rispettata. Gli esempi di collaborazione che abbiamo avuto sono stati positivi. Abbiamo cercato di far sì che ci fossero delle risposte vere per la popolazione."

SC