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Communiqué n° 593 de 2 décembre 2010

DISCUSSIONE SULLE LEGGI DI BILANCIO

Adunanza del Consiglio regionale


Il Presidente del Consiglio regionale Alberto Cerise ha aperto oggi, giovedì 2 dicembre 2010, la seconda giornata di lavori con l'avvio della discussione generale sui disegni di legge in materia di finanziaria regionale e di bilancio di previsione per il triennio 2011-2013.

Alla finanziaria regionale sono stati presentati 26 emendamenti, di cui 8 dalla II Commissione, 1 dall'Assessore alla sanità, 3 dall'Assessore alle opere pubbliche, 7 dal gruppo Partito Democratico, 4 dal gruppo Alpe e 3 congiuntamente da Alpe e PD. Sono stati inoltre iscritti due ordini del giorno sul ruolo della città di Aosta, proposti uno dai gruppi Union Valdôtaine, Fédération Autonomiste, Stella Alpina e Popolo della Libertà, e l'altro dal gruppo del Partito Demcoratico.

Per la Capogruppo del Partito Democratico, Carmela Fontana, "con questo bilancio derivante dagli accordi sul riparto fiscale, abbiamo rinunciato a giocare qualunque ruolo nella costruzione del federalismo e siamo tornati alla politica del cappello in mano, con buona pace dell'autonomia speciale. Non ci sembra la strada più valida: noi crediamo invece di dover recuperare risorse dagli sprechi, dal parassitismo e dal clientelismo e investirli nel sostegno alle attività produttive e alla creazione di posti di lavori certi perché fondati sulla produzione di ricchezza e non sul consumo di questa. Se non c'è sviluppo vero non c'è benessere. Se apprezziamo il proseguimento delle misure anticrisi, evidenziamo come i metodi di ripartizione dei fondi per gli enti locali pongano sempre la città di Aosta in situazione di difficoltà e della necessità di dover chiedere finanziamenti speciali. Non concordiamo, inoltre, di indebitare la finanziaria regionale per 180 milioni di euro per far fronte ai diversi investimenti: state prendendo la strada di indebolire la nostra credibilità finanziaria e di regalare ai nostri figli un altro fardello di debiti oltre quello che hanno avuto in dono dallo Stato italiano. Questo bilancio è stato costruito per garantire meno cambiamenti possibili rispetto alla situazione precedente, tenuto conto dei tagli statali. Troppa è stata la paura di metter mano ai nodi fondamentali della nostra Regione, che sono un sistema assitenzialistico e un sistema redistributivo, non supportati da un sufficiente apparato produttivo."

Nel prendere la parola, il Consigliere Luciano Caveri (UV) ha affermato che "le ragioni di costruzione di questo documento finanziario dipendono dal federalismo fiscale e dall'accordo con il Governo. Bisogna essere lieti della conclusione dell'accordo che tiene conto di uno scenario significativo a livello nazionale ed europeo. Nel valutare l'impatto del federalismo fiscale occorre dire che il federalismo è un'altra cosa, perché in realtà in questa situazione si può parlare di una nuova ripartizione fiscale, ma non di vero federalismo."
Ha poi aggiunto che "l'elemento nuovo di cui bisognerà tenere conto è il fatto che oggi la reale interdipendenza non è più bilaterale, Regione-Stato, ma a tre soggetti per il ruolo che ricopre ormai l'Unione europea. Funzioni e poteri sono ormai quotidianamente influenzati dall'UE, senza dimenticare la crisi economica mondiale che peserà nelle scelte future. Il nuovo patto di stabilità condizionerà, poi, l'economia italiana e anche la nostra Regione, proprio per la crescita dell'interdipendenza. Il problema principale sul quale il Welfare è in crisi deriva dall'invecchiamento della popolazione. Questo e altri temi hanno un impatto fortissimo sulla finanza pubblica e per questo bisognerà ancora spingere per razionalizzare la spesa. È molto difficile scrivere oggi dei documenti previsionali per l'incertezza che regna nella politica nazionale: in questo clima bisognerà avere una visione anche del ruolo del Consiglio regionale attraverso il dialogo e il confronto per arrivare a una risoluzione dei problemi."

Per il Consigliere Roberto Louvin (Alpe), "questo è il bilancio più delicato degli ultimi vent'anni. Siamo d'accordo nei contenuti di base, ma ci vorrebbe maggiore selettività in tutte le sue parti, dato che non tutti soffrono della crisi allo stesso modo. L'ottimismo dell'Assessore pare decisamente eccessivo: siamo di fronte a una 'non ripresa', e la Regione inizia una fase di rallentamento che durerà almeno sette anni, il biblico periodo di vacche magre. Ci preoccupa l'esistenza di due bilanci: uno è quello che abbiamo davanti, l'altro è quello invisibile, fatto dei cospicui proventi delle gestioni speciali della Finaosta e delle sue operazioni di indebitamento. Sul primo si può discutere, sul secondo no: è domaine réservé della Giunta e del suo Presidente. Nel bilancio ufficiale riscontriamo limiti e contraddizioni, in primis uno stritolamento della finanza locale. Vediamo poi i segni di una rassegnazione per il trasporto ferroviario, nonché calare la scure sul settore agricolo. Non riscontriamo una politica ambientale e siamo perplessi sulle strategie in campo turistico. Sulla macchina regionale si sta perdendo un'occasione epocale. Noi avremmo immaginato il bilancio con una nuova strategia di crescita: la Regione deve fare un passo indietro, puntando su un assetto capace di sviluppare le potenzialità della comunità. La manovra dovrebbe aumentare e consolidare la competitività del sistema produttivo, ma in coerenza con le caratteristiche e i limiti del territorio, favorendo il rafforzamento patrimoniale delle imprese. Ci si deve poi muovere per un rafforzamento dei livelli di occupazione, oltre che per la tutela del benessere della collettività e il rafforzamento della sua coesione sociale. Il giudizio d'insieme sul bilancio è di delusione, di marcata insufficienza e inadeguatezza rispetto alle necessità del momento. La sferzata dei tempi non ha risvegliato dal suo torpore il pachiderma."

Il Consigliere Alberto Crétaz (UV) ha evidenziato che "anche quest'anno, con il bilancio è stata assicurata la certezza delle risorse economiche ai nostri Comuni così come vi è la volontà di affrontare lo stato di difficoltà di tutto il tessuto economico e sociale. Vi è infatti il mantenimento di un livello di investimenti di tutto rilievo nonostante la contrazione delle risorse disponibili a garanzia della sua solidità complessiva. Particolare attenzione è stata posta alle iniziative per lo sviluppo economico nel settore industriale, per il quale si prevedono interventi in aumento del 25% portando il totale complessivo a 10,8 milioni di euro. Così come si trova l'impegno a mantenere gli interventi sociali e nel settore della sanità. Questo bilancio fornisce risposte importanti, induce tutti noi a riflessioni serie di ulteriore attenzione e responsabilità in scelte, metodi e fini, e propone alla Valle d'Aosta risposte serie e concrete."

Per il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe), "questo bilancio è stato redatto tenendo conto di due fattori esterni: la manovra della Stato e il federalismo fiscale. Un bilancio che contiene due sole, vere grandi verità: una riguarda i milioni di euro in meno rispetto al 2010 e l'altra novità è all'articolo 39 e cioè l'autorizzazione alla Finaosta ad indebitarsi. È una scelta, discutibile e impattante che non condividiamo perché andrà a pesare sulle generazioni future. Si abbia almeno il coraggio di esplicitare queste scelte ai cittadini, a tutte le associazioni, ai sindacati e a tutti gli altri attori economici." Ha poi proseguito: "il sacrificio della manovra viene scaricato sui 74 comuni: il 'saldo disponibile vero' per le autonomie locali è negativo. Ci saranno meno risorse per gli investimenti e tante spese che dalla Regione passeranno a carico degli Enti locali. Dov'è dunque finita l'autonomia delle scelte per i Comuni: il Presidente Rollandin sta, giorno dopo giorno, smantellando l'autonomia comunale, tenendo le chiavi della cassa da utilizzare a piacimento. Siamo di fronte a un'autonomia fittizia, verticistica e a totale discrezione di una sola persona che è il Presidente della Regione.
Il cambio di marcia che era necessario non c'è stato. Si assiste sempre di più a una centralizzazione della macchina organizzativa che è sempre più lenta e ingessata, dove l'interlocutore è uno solo, non di più: così non c'è concorrenza, condivisione, non ci sono discussioni inutili o perdite di tempo. Ma come può andare avanti nel 2011 un modello così? Siamo preoccupati perché il centro di tutto è il bene della Valle d'Aosta e dei valdostani."

La discussione generale sta proseguendo con gli interventi dei rappresentanti dei vari gruppi consiliari.

SC