Info Conseil
Communiqué n° 485 de 6 octobre 2010
INTERPELLANZA SU MATERIALE INQUINANTE ALLA COGNE ACCIAI SPECIALI
Adunanza del Consiglio regionale
Il tema dello smaltimento di materiale inquinante è stato l'oggetto di un'interpellanza del capogruppo di Alpe, Roberto Louvin, che ha chiesto notizie circa le operazioni di bonifica e di smaltimento di scorie inquinanti rinvenute presso la Cogne Acciai Speciali (CAS).
"La Giunta regionale, con propria deliberazione del 20 gennaio 2006, ha preso atto che, durante la realizzazione degli interventi di bonifica dell'area, sono state rinvenute scorie di acciaieria contaminate da americio che sono state rimosse e confinate in 78 fusti, di cui è stata ritenuta necessaria ed urgente la messa in sicurezza. La stima provvisoria dello smaltimento definitivo ammontava a euro 1.263.600 e Vallée d'Aoste Structure Srl aveva richiesto a Cogne acciai speciali Spa il rimborso dei costi causati dal rinvenimento delle scorie contaminate da americio, ricevendo, tuttavia, un netto rifiuto."
Il Consigliere ha, quindi, voluto sapere "se la presenza delle scorie sia relativa a lavorazioni precedenti o successive rispetto all'insediamento della gestione attuale della Cogne Acciai Speciali; se sono state completate le operazioni e se le aree interessate possano considerarsi definitivamente bonificate, con definitivo smaltimento delle scorie inquinanti; a quanto sono ammontate le spese sostenute per risanare le superfici interessate dall'inquinamento e per vagliare e smaltire le scorie in questione; come valuta la Giunta le intese raggiunte fra Cogne Acciai Speciali e Vallé d'Aoste Structure, atteso l'iniziale rifiuto dell'azienda di partecipare alla spesa in questione per il riparto definitivo degli oneri di bonifica."
Nella risposta, l'Assessore alle attività produttive, Ennio Pastoret, ha affermato che "la presenza di americio è stata riscontrata dall'Arpa negli anni 2000-2001 in un'area della Cogne, riconsegnata a Vallée d'Aoste Structure nel 1998. Negli anni precedenti, la Cogne Acciai Speciali era stata autorizzata a depositare temporaneamente scorte di acciaieria. La CAS sempre ribadito la propria estraneità alla presenza di americio nelle scorie di acciaieria. Le scorie sono state completamente asportate e conferite in un deposito autorizzato; attualmente la zona risulta priva di contaminazione. La spesa sostenuta per il conferimento dei fusti è stata ad oggi di 371 mila euro, di cui 172 mila per l'operazione di separazione e infustamento delle scorie, mentre il restante per il deposito. Nell'agosto 2010, la CAS ha stipulato con un'impresa specializzata un contratto per lo smaltimento definitivo dei 78 fusti contenenti il materiale contaminato, al costo complessivo compreso tra un minimo di 320 mila e un massimo di 886 mila euro. La variabile è determinata dalla quantità di materiale radioattivo che risulterà a valle del trattamento.
Alla luce dell'incertezza sulle responsabilità della Cogne, solo nell'agosto 2010 è stato siglato un accordo tra Vallée d'Aoste Structure e CAS, in cui si pattuisce che i costi che saranno sostenuti saranno coperti per il 55% da CAS e il 45% da Vallée d'Aoste Structure. Ritengo positivo l'essere arrivati a trovare un'impresa specializzata, così come il significativo concorso finanziario della CAS. Al di là dell'epilogo della vicenda, è fondamentale che sia garantita la salute dei cittadini. Ad oggi tutta la zona è monitorata."
Nella replica, il Capogruppo Louvin ha precisato che"rimangono aperti molti quesiti. Ad esempio, non è strano che appaiano 78 fusti di materiale radioattivo e non si sia potuto capire chi li ha prodotti? Inoltre, i costi di smaltimento avrebbero dovuto essere interamente attribuiti alla Cogne e non a Vallée d'Aoste Structure, azienda pubblica che non sembra avere alcuna responsabilità. Si sarebbe potuto definire la vicenda affidando questa decisione a un soggetto terzo con un maggiore approfondimento. L'impressione è che si sia steso un velo, ma non è una vicenda a lieto fine, visto oltretutto che abbiamo dovuto mettere mano al portafoglio."
SC
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"La Giunta regionale, con propria deliberazione del 20 gennaio 2006, ha preso atto che, durante la realizzazione degli interventi di bonifica dell'area, sono state rinvenute scorie di acciaieria contaminate da americio che sono state rimosse e confinate in 78 fusti, di cui è stata ritenuta necessaria ed urgente la messa in sicurezza. La stima provvisoria dello smaltimento definitivo ammontava a euro 1.263.600 e Vallée d'Aoste Structure Srl aveva richiesto a Cogne acciai speciali Spa il rimborso dei costi causati dal rinvenimento delle scorie contaminate da americio, ricevendo, tuttavia, un netto rifiuto."
Il Consigliere ha, quindi, voluto sapere "se la presenza delle scorie sia relativa a lavorazioni precedenti o successive rispetto all'insediamento della gestione attuale della Cogne Acciai Speciali; se sono state completate le operazioni e se le aree interessate possano considerarsi definitivamente bonificate, con definitivo smaltimento delle scorie inquinanti; a quanto sono ammontate le spese sostenute per risanare le superfici interessate dall'inquinamento e per vagliare e smaltire le scorie in questione; come valuta la Giunta le intese raggiunte fra Cogne Acciai Speciali e Vallé d'Aoste Structure, atteso l'iniziale rifiuto dell'azienda di partecipare alla spesa in questione per il riparto definitivo degli oneri di bonifica."
Nella risposta, l'Assessore alle attività produttive, Ennio Pastoret, ha affermato che "la presenza di americio è stata riscontrata dall'Arpa negli anni 2000-2001 in un'area della Cogne, riconsegnata a Vallée d'Aoste Structure nel 1998. Negli anni precedenti, la Cogne Acciai Speciali era stata autorizzata a depositare temporaneamente scorte di acciaieria. La CAS sempre ribadito la propria estraneità alla presenza di americio nelle scorie di acciaieria. Le scorie sono state completamente asportate e conferite in un deposito autorizzato; attualmente la zona risulta priva di contaminazione. La spesa sostenuta per il conferimento dei fusti è stata ad oggi di 371 mila euro, di cui 172 mila per l'operazione di separazione e infustamento delle scorie, mentre il restante per il deposito. Nell'agosto 2010, la CAS ha stipulato con un'impresa specializzata un contratto per lo smaltimento definitivo dei 78 fusti contenenti il materiale contaminato, al costo complessivo compreso tra un minimo di 320 mila e un massimo di 886 mila euro. La variabile è determinata dalla quantità di materiale radioattivo che risulterà a valle del trattamento.
Alla luce dell'incertezza sulle responsabilità della Cogne, solo nell'agosto 2010 è stato siglato un accordo tra Vallée d'Aoste Structure e CAS, in cui si pattuisce che i costi che saranno sostenuti saranno coperti per il 55% da CAS e il 45% da Vallée d'Aoste Structure. Ritengo positivo l'essere arrivati a trovare un'impresa specializzata, così come il significativo concorso finanziario della CAS. Al di là dell'epilogo della vicenda, è fondamentale che sia garantita la salute dei cittadini. Ad oggi tutta la zona è monitorata."
Nella replica, il Capogruppo Louvin ha precisato che"rimangono aperti molti quesiti. Ad esempio, non è strano che appaiano 78 fusti di materiale radioattivo e non si sia potuto capire chi li ha prodotti? Inoltre, i costi di smaltimento avrebbero dovuto essere interamente attribuiti alla Cogne e non a Vallée d'Aoste Structure, azienda pubblica che non sembra avere alcuna responsabilità. Si sarebbe potuto definire la vicenda affidando questa decisione a un soggetto terzo con un maggiore approfondimento. L'impressione è che si sia steso un velo, ma non è una vicenda a lieto fine, visto oltretutto che abbiamo dovuto mettere mano al portafoglio."
SC