Info Conseil

Communiqué n° 372 de 14 juillet 2010

APPROVATA LA NUOVA DISCIPLINA DELL'ORGANIZZAZIONE DELLA REGIONE

Adunanza del Consiglio regionale

L'Assemblea ha esaminato la nuova disciplina dell'organizzazione dell'Amministrazione regionale e degli enti del comparto unico della Valle d'Aosta, che abroga la legge regionale n. 45/1995 e altre norme in materia di personale.

Il disegno di legge, che si compone di 77 articoli, suddivisi in cinque titoli, è stato approvato con 23 voti favorevoli, 7 contrari (Alpe e PD) e 4 astenuti (PdL).

"La nuova disciplina - ha detto il Consigliere Alberto Crétaz (UV), che ha relazionato sul provvedimento - costituisce attuazione di uno dei punti maggiormente qualificanti del programma di governo per la XIII Legislatura. Gli obiettivi si possono così sintetizzare: migliorare l'organizzazione del lavoro assicurando contestualmente il progressivo aumento della qualità delle prestazioni erogate al pubblico, ponendo al centro dell'azione amministrativa il cittadino; ottenere adeguati livelli di produttività favorendo il riconoscimento del merito del personale dipendente degli enti pubblici regionali attraverso nuovi strumenti di premialità; adeguare la normativa agli indirizzi derivanti dalla normativa nazionale; definire un quadro normativo da applicarsi a tutto il comparto degli enti pubblici regionali. Il provvedimento chiarisce, inoltre, che, nella gestione dei rapporti di lavoro e nelle determinazioni inerenti all'organizzazione degli uffici, i dirigenti, cui compete la gestione delle risorse umane assegnate, si avvalgono dei poteri propri del datore di lavoro privato. Inoltre, si definiscono le funzioni della direzione politico-amministrativa e quelle della direzione amministrativa, nel rispetto del principio ormai consolidato della separazione dei rispettivi ambiti di attività."

Tra le novità di rilievo, l'individuazione di due soli livelli dirigenziali, uno apicale (primo livello) e uno sottordinato (secondo livello); la previsione per i dipendenti di categoria D di essere titolari di incarichi di particolare responsabilità e professionalità, con delega parziale e temporanea di funzioni dirigenziali; il
riconoscimento a livello legislativo delle figure di Capo e Vice Capo di Gabinetto, quali strutture necessarie dell'organizzazione della presidenza della Regione per il supporto delle funzioni presidenziali, cui si affianca la figura già introdotta del Segretario generale; la possibilità di costituire Uffici stampa cui assegnare addetti e responsabili anche esterni all'Amministrazione, iscritti all'elenco dei giornalisti professionisti o pubblicisti.

"L'intervento legislativo odierno - ha concluso Crétaz -, frutto di tanti anni di lavoro complesso, è quindi finalizzato alla valorizzazione e riaffermazione del ruolo da sempre esercitato dalla Regione nella disciplina dell'organizzazione degli uffici e nella regolamentazione del lavoro alle dipendenze degli enti del comparto unico regionale. Attraverso più efficaci criteri di organizzazione, gestione e valutazione, l'attuale legislatura si pone quale obiettivo primario l'eliminazione delle inefficienze e delle improduttività, anche mediante l'incentivazione e la valorizzazione del merito dei singoli, in un'ottica di considerazione della pubblica amministrazione sempre più al servizio della collettività e dei bisogni che essa esprime."

Nella discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Lattanzi, Chatrian, Donzel, Rigo, Bertin e il Presidente della Regione.

Per il Capogruppo del Popolo della Libertà, Massimo Lattanzi, "si tratta di una riforma molto attesa, da noi più volte sollecitata, perché c'è la necessità di aumentare la qualità del servizio nei confronti del cittadino e di migliorare l'efficacia e la trasparenza oltre che di ridurre i costi dell'Amministrazione. Tuttavia ci permettiamo di far rilevare che non si intravede nella proposta una reale volontà di innovazione, che vada nella direzione di lavorare secondo processi di tipo privatistico. Non siamo contrari alla legge, ma è con un po' di delusione che abbiamo visto arrivare il testo, perché ci aspettavamo un impianto che introducesse effettivamente criteri di organizzazione, gestione e valutazione propri del lavoro privato, garantendo una vera semplificazione delle procedure oltre che un reale sistema premiale. Non vediamo quindi nessuna novità, se non quella di recepire normative statali, quali la cosiddetta Brunetta, e riteniamo che i processi di riforma in questa regione siano ancora troppo lenti e non capaci di scalfire la casta dei privilegi. Oggi più che mai, abbiamo il dovere politico e morale di erogare servizi di qualità e di metterci al servizio del cittadino, perché è il vero datore di lavoro dell'Amministrazione pubblica."

Il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian (Alpe), ha affermato che "questo disegno di legge è un'occasione persa per una reale semplificazione nei confronti del cittadino. Con questo provvedimento si crea una maggiore parcellizzazione dell'Amministrazione, con l'introduzione di dieci nuove figure fiduciarie totalmente discrezionali e con l'aumento delle strutture e della percentuale di figure esterne, in sintesi una delega in bianco nelle mani del Presidente della Regione. E ciò malgrado una manovra finanziaria a livello nazionale che dovrebbe imporre un maggiore rigore, soprattutto nell'utilizzo delle risorse interne. Una legge che si pone come una riforma, ma che sostanzialmente non cambia nulla, e questo malgrado le dichiarazioni di inizio Legislatura del Presidente Rollandin, che prevedeva una cura dimagrante delle figure dirigenziali con un risparmio per le casse regionali di poco inferiore a 300.000 euro. In realtà, la Giunta Rollandin è quella che ha prodotto la più alta parcellizzazione degli ultimi quindici anni."

Secondo il Consigliere Raimondo Donzel (PD) "per una riforma, occorre avere un modello di riferimento, così come è essenziale fissare criteri rigidi di professionalità e qualità per ricoprire certi ruoli: questo disegno di legge invece sembra dire 'facciamo le cose, ma cuciniamole alla valdostana'. Ci discostiamo però dal livello nazionale in maniera peggiorativa: quale sarebbe il modello valdostano che le altre Regioni che si affacciano al federalismo dovrebbero seguire? Non si può chiamare riforma questo confermare lo status quo. Un tema rilevante è poi l'aumento sostanziale della discrezionalità che avrà la Giunta nell'ambito della dirigenza: non giudichiamo positivamente la solo apparente semplificazione gerarchica o la composizione fiduciaria degli uffici stampa. Il concetto di prossimità implica l'avvicinamento del dirigente al cittadino, non al potere: questa riforma è invece concepita in favore del potere, non risponde alle finalità che la norma avrebbe dovuto perseguire."

Per il Consigliere Gianni Rigo (PD) "nessuna politica pubblica può essere realizzata se mancano amministrazioni capaci di farlo. La razionalizzazione dell'amministrazione era uno dei punti di questa Legislatura. Dal testo legislativo mi aspettavo un chiaro segnale per un miglioramento dei servizi, la creazione di un ambiente più favorevole agli investimenti e una riduzione dei costi della macchina amministrativa. Mettere al centro la qualità dei servizi e delle prestazioni. Per il futuro, bisognerà affrontare il tema della conciliazione lavoro-famiglia. Il disegno di legge non risponde alle indicazioni del programma di legislatura e non dà una visione dei mutamenti della società e risposte adeguate."

Per il Consigliere Alberto Bertin (Alpe), "la legge 45 del 1995 che oggi andiamo ad abrogare non ha sortito i risultati attesi, non producendo l'efficacia e l'efficienza attese a quei tempi. Oggi, siamo quindi a doverla riformare, ma si tratta di una falsa riforma che non produrrà cambiamenti significativi, che conferma, aumentando ulteriormente il numero di fiduciari, il condizionamento della politica e non snellendo l'Amministrazione."

Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, in chiusura di discussione generale, ha detto che "questa riforma darà la possibilità di operare nel modo sollecitato da tutti. E' infatti uno strumento valido per valorizzare il lavoro all'interno dell'Amministrazione regionale, prevedendo la possibilità di far crescere le competenze già esistenti all'interno dell'apparato e basandosi su obiettivi fondamentali come il riordino e la semplificazione della macchina amministrativa, affinché sia sempre più duttile e flessibile al servizio dei cittadini. Il tentativo di questa legge è stato proprio quello di creare un sistema di obiettivi con premialità legato al lavoro dei dirigenti. Obiettivi questi che vanno nella direzione di puntare ad un'organizzazione politico-amministrativa della macchina, con riduzione dei costi e migliore verifica dei risultati."
Il Presidente ha quindi sottolineato che sull'iniziativa c'è stato "il parere positivo e non l'adesione asettica di Sindacati e dirigenti." Ha poi ricordato che "al progetto di riforma si è lavorato sin dal primo giorno, con riunioni a cadenza quasi settimanale, al fine di arrivare ad una proposta il più possibile condivisa da tutti i soggetti interessati."