Info Conseil
Communiqué n° 76 de 10 février 2010
RELAZIONE SULLO STATO DI SALUTE E BENESSERE SOCIALE
Adunanza del Consiglio regionale
L'Assessore alla sanità, salute politiche sociali, Albert Lanièce, ha illustrato al Consiglio la relazione sullo stato di salute e di benessere sociale della popolazione valdostana, predisposta dall'Osservatorio regionale epidemiologico e per le politiche sociali, sulla base dei dati regionali dell'indagine Istat 2005.
L'Assemblea ha preso atto.
"La pubblicazione, dedicata allo stato di salute e al ricorso ai servizi da parte dei cittadini valdostani - ha detto l'Assessore - offre una prospettiva territoriale, che ci permette di confrontare i dati valdostani con quelli delle altre realtà a livello nazionale, e una prospettiva sociale, che ci consente di vedere quali sono le differenze tra classi sociali e l'accesso ai servizi. Le interviste sono state condotte con una metodologia standardizzata su di un campione composto di 1600 famiglie in 25 comuni. In buona sostanza, c'è un buon giudizio percepito sul nostro sistema sanitario, e ritengo che il nostro sia un sistema in grado di far fronte alle esigenze della nostra popolazione e dove non vi sono disuguaglianze sociali nell'accesso ai servizi sanitari. Prenderemo con dovuta attenzione questi dati per elaborare il prossimo Piano socio-sanitario."
La relazione evidenzia che "in generale, la Valle d'Aosta presenta una situazione migliore del resto d'Italia per quanto riguarda la presenza di patologie acute e di limitazioni dovute a condizioni di salute, ma non mostra differenze per quanto riguarda la presenza di patologie croniche. Anziani, donne, soprattutto in condizione di solitudine, sono i gruppi di popolazione che richiedono maggiore attenzione e assistenza."
Sulla prevenzione, "nel complesso, la popolazione valdostana si caratterizza per un maggiore ricorso, rispetto al resto dell'Italia, agli accertamenti e agli esami di laboratorio, soprattutto per quanto riguarda il monitoraggio della glicemia e della colesterolemia e per i controlli per l'individuazione precoce dei tumori femminili, ai quali si ricorre con una frequenza spesso superiore a quella raccomandata dalle linee guida attuali. Solo nel caso della vaccinazione antinfluenzale, nonostante un incremento registrato negli ultimi anni, non ci sono differenze rispetto alle altre regioni italiane."
Sul ricorso ai servizi, lo studio rileva che "in generale, sono le donne e le persone più anziane ad utilizzare con maggiore frequenza il sistema sanitario. Tuttavia, i valdostani sembrano ricorrere meno della media nazionale alle visite mediche, in particolare nel caso degli uomini. Le donne, invece, sembrano avere un minore ricorso, rispetto alla media italiana, alle visite specialistiche. Nettamente superiore rispetto al resto dell'Italia, invece, è il ricorso in Valle d'Aosta alle medicine non convenzionali, soprattutto l'omeopatia, che è maggiormente utilizzata soprattutto dai gruppi sociali maggiormente istruiti."
Infine sul percorso di nascita, la relazione segnala che "il ricorso al parto cesareo è elevato, ma si tratta di una condizione diffusa in tutta Italia, mentre la presenza di un famigliare al momento del parto, così come l'attenzione all'allattamento al seno, sembrano essere ben radicate, sia tra le donne, sia tra gli operatori."
Sono intervenuti nel dibattito i Consiglieri Gianni Rigo, Hélène Impérial, Patrizia Morelli e André Lanièce.
Il Presidente della V Commissione "Servizi sociali", Gianni Rigo (PD), ha sottolineato "che - secondo quanto si legge nella relazione - permane, anche tra gli operatori e i dirigenti della sanità, una certa sfiducia verso i dati delle indagini campionarie. Ecco allora che la spendibilità dell'indagine diventa limitata e questo è un primo aspetto a cui la politica deve dare una risposta. Vi è poi la preoccupazione relativa ad una tendenza che io considero pericolosa: la deriva finanziaria. Io credo occorra prestare particolare attenzione ad un andamento crescente sia della spesa farmaceutica sia degli accertamenti diagnostici. Nessun sistema sanitario pubblico al mondo è più in grado di soddisfare tutta la domanda di assistenza sanitaria e sociale della popolazione: appare quindi non procrastinabile una chiara e condivisa esplicitazione di quali siano gli ambiti della risposta pubblica per garantire e mantenere i livelli di assistenza, con le relative risorse finanziarie disponibili e, conseguentemente, quale debba essere la risposta privata. Infine, per una società che vuole pensare al futuro, che vuole guardare al domani la politica, il piano della salute e del benessere che l'Assessorato sta preparando, deve puntare al sostegno forte, in risorse finanziarie ed in atti amministrativi, al valore della maternità e della paternità. Questa deve essere una priorità nell'agenda della politica: investire oggi per affrontare serenamente il domani."
La Consigliera Hélène Impérial (UV) ha evidenziato che "considerando che la struttura della popolazione sta fortemente invecchiando e sono in aumento 'fragilità', 'non autosufficienza', mentre sul piano economico stanno tornado problemi come la povertà soprattutto nei confronti di minori, famiglie numerose, immigrati, anziani, a questo punto sappiamo bene come i fenomeni di deprivazione si incrocino con quelli della salute ed è quindi necessario trovare sistemi concertati di carattere sociosanitario che rispondano agli interrogativi del nostro tempo. La stessa spesa sanitaria ha dimostrato come la risposta fornita, prevalentemente basata sull'offerta ospedaliera o strettamente di cura, ha disatteso bisogni e falsato risposte anche in termini di appropriatezza, quindi costruire osservatori sulle fragilità sociosanitarie migliora nel contempo spesa e offerta assistenziale.
E' quindi indispensabile leggere i dati in maniera integrata in modo da costruire il fabbisogno sociosanitario e le azioni che possono farvi fronte. Lavorare per un obiettivo anche su più sistemi informativi deve diventare l'obiettivo per costruire una conoscenza sociosanitaria. Cogliere queste informazioni come utili consentirà di individuare delle linee di azione sempre più mirate che contrastano le criticità del nostro sistema socio-sanitario e che saranno sicuramente recepite nel prossimo Piano socio-sanitario."
Pour la Conseillère Patrizia Morelli (VdAV/Renouveau) « ce rapport devrait fournir les données nécessaires pour l'élaboration du plan socio-sanitaire régional triennal. Et bien, laissez-moi dire qu'il s'agit d'une base intéressante mais un peu maigre sur laquelle bâtir les politiques sanitaires futures de la Vallée d'Aoste. Il s'agit de données partielles bien confectionnées, bien présentées, mais déjà dépassée et donc de quelle utilité ?
Est-ce qu'on pense renforcer la structure sanitaire publique ou bien, comme dernièrement nous sommes portés à croire, on est en train de déléguer de plus en plus aux privés ?
Nous croyons que les politiques sanitaires publiques doivent être exercées avec transparence et clarté, avec à la base la nécessité de garantir et protéger le citoyen, à plus forte raison lorsqu'il est malade, en évitant les interférences politico-électorales et les intérêts purement économiques.
Je ne doute pas de votre bonne volonté, Assesseur, mais ce rapport me fait douter de la réelle volonté de ce Gouvernement de se donner une méthodologie linéaire et rationnelle pour affronter les politiques sanitaires, c'est à dire que sur la base d'instruments comme celui que nous examinons aujourd'hui. Le Gouvernement doit tracer des lignes d'action prioritaires sur lesquelles travailler, à vérifier ponctuellement par la suite, de manière objective et possiblement tierce, extérieure. Pour le moment cela ne se passe pas ainsi. »
Il Vicepresidente del Consiglio, André Lanièce (SA) ha detto che "non si tratta di uno studio episodico e autoreferenziale, bensì di una documentazione attenta, precisa e puntuale che dà una rappresentazione concreta di ciò che si sta facendo in Valle d'Aosta per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini e per la diffusione di nuovi stili di vita che migliorino le condizioni di salute dei cittadini valdostani. Promuovere nuovi stili di vita è una politica, da noi pienamente condivisa, i cui risultati però saranno visibili solo a medio-lungo termine. La relazione evidenzia poi l'offerta di interventi di prevenzione sanitaria messi n campo in questi anni con risultati più che apprezzabili: è importante diffondere in modo capillare la cultura della prevenzione come corretto modo di vita, perché prevenire è vivere. E nell'ambito della prevenzione non si può non tener conto del ruolo fondamentale portato avanti da diversi enti e associazioni di volontariato sociale che da sempre con grande merito lavorano e si adoperano per sensibilizzare l'opinione pubblica valdostana. Sarebbe infine opportuno che questo studio, che trovo rassicurante, fosse restituito ai cittadini, magari attraverso le strutture sanitarie, con l'obiettivo di creare un clima di fiducia e di entusiasmo."
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L'Assemblea ha preso atto.
"La pubblicazione, dedicata allo stato di salute e al ricorso ai servizi da parte dei cittadini valdostani - ha detto l'Assessore - offre una prospettiva territoriale, che ci permette di confrontare i dati valdostani con quelli delle altre realtà a livello nazionale, e una prospettiva sociale, che ci consente di vedere quali sono le differenze tra classi sociali e l'accesso ai servizi. Le interviste sono state condotte con una metodologia standardizzata su di un campione composto di 1600 famiglie in 25 comuni. In buona sostanza, c'è un buon giudizio percepito sul nostro sistema sanitario, e ritengo che il nostro sia un sistema in grado di far fronte alle esigenze della nostra popolazione e dove non vi sono disuguaglianze sociali nell'accesso ai servizi sanitari. Prenderemo con dovuta attenzione questi dati per elaborare il prossimo Piano socio-sanitario."
La relazione evidenzia che "in generale, la Valle d'Aosta presenta una situazione migliore del resto d'Italia per quanto riguarda la presenza di patologie acute e di limitazioni dovute a condizioni di salute, ma non mostra differenze per quanto riguarda la presenza di patologie croniche. Anziani, donne, soprattutto in condizione di solitudine, sono i gruppi di popolazione che richiedono maggiore attenzione e assistenza."
Sulla prevenzione, "nel complesso, la popolazione valdostana si caratterizza per un maggiore ricorso, rispetto al resto dell'Italia, agli accertamenti e agli esami di laboratorio, soprattutto per quanto riguarda il monitoraggio della glicemia e della colesterolemia e per i controlli per l'individuazione precoce dei tumori femminili, ai quali si ricorre con una frequenza spesso superiore a quella raccomandata dalle linee guida attuali. Solo nel caso della vaccinazione antinfluenzale, nonostante un incremento registrato negli ultimi anni, non ci sono differenze rispetto alle altre regioni italiane."
Sul ricorso ai servizi, lo studio rileva che "in generale, sono le donne e le persone più anziane ad utilizzare con maggiore frequenza il sistema sanitario. Tuttavia, i valdostani sembrano ricorrere meno della media nazionale alle visite mediche, in particolare nel caso degli uomini. Le donne, invece, sembrano avere un minore ricorso, rispetto alla media italiana, alle visite specialistiche. Nettamente superiore rispetto al resto dell'Italia, invece, è il ricorso in Valle d'Aosta alle medicine non convenzionali, soprattutto l'omeopatia, che è maggiormente utilizzata soprattutto dai gruppi sociali maggiormente istruiti."
Infine sul percorso di nascita, la relazione segnala che "il ricorso al parto cesareo è elevato, ma si tratta di una condizione diffusa in tutta Italia, mentre la presenza di un famigliare al momento del parto, così come l'attenzione all'allattamento al seno, sembrano essere ben radicate, sia tra le donne, sia tra gli operatori."
Sono intervenuti nel dibattito i Consiglieri Gianni Rigo, Hélène Impérial, Patrizia Morelli e André Lanièce.
Il Presidente della V Commissione "Servizi sociali", Gianni Rigo (PD), ha sottolineato "che - secondo quanto si legge nella relazione - permane, anche tra gli operatori e i dirigenti della sanità, una certa sfiducia verso i dati delle indagini campionarie. Ecco allora che la spendibilità dell'indagine diventa limitata e questo è un primo aspetto a cui la politica deve dare una risposta. Vi è poi la preoccupazione relativa ad una tendenza che io considero pericolosa: la deriva finanziaria. Io credo occorra prestare particolare attenzione ad un andamento crescente sia della spesa farmaceutica sia degli accertamenti diagnostici. Nessun sistema sanitario pubblico al mondo è più in grado di soddisfare tutta la domanda di assistenza sanitaria e sociale della popolazione: appare quindi non procrastinabile una chiara e condivisa esplicitazione di quali siano gli ambiti della risposta pubblica per garantire e mantenere i livelli di assistenza, con le relative risorse finanziarie disponibili e, conseguentemente, quale debba essere la risposta privata. Infine, per una società che vuole pensare al futuro, che vuole guardare al domani la politica, il piano della salute e del benessere che l'Assessorato sta preparando, deve puntare al sostegno forte, in risorse finanziarie ed in atti amministrativi, al valore della maternità e della paternità. Questa deve essere una priorità nell'agenda della politica: investire oggi per affrontare serenamente il domani."
La Consigliera Hélène Impérial (UV) ha evidenziato che "considerando che la struttura della popolazione sta fortemente invecchiando e sono in aumento 'fragilità', 'non autosufficienza', mentre sul piano economico stanno tornado problemi come la povertà soprattutto nei confronti di minori, famiglie numerose, immigrati, anziani, a questo punto sappiamo bene come i fenomeni di deprivazione si incrocino con quelli della salute ed è quindi necessario trovare sistemi concertati di carattere sociosanitario che rispondano agli interrogativi del nostro tempo. La stessa spesa sanitaria ha dimostrato come la risposta fornita, prevalentemente basata sull'offerta ospedaliera o strettamente di cura, ha disatteso bisogni e falsato risposte anche in termini di appropriatezza, quindi costruire osservatori sulle fragilità sociosanitarie migliora nel contempo spesa e offerta assistenziale.
E' quindi indispensabile leggere i dati in maniera integrata in modo da costruire il fabbisogno sociosanitario e le azioni che possono farvi fronte. Lavorare per un obiettivo anche su più sistemi informativi deve diventare l'obiettivo per costruire una conoscenza sociosanitaria. Cogliere queste informazioni come utili consentirà di individuare delle linee di azione sempre più mirate che contrastano le criticità del nostro sistema socio-sanitario e che saranno sicuramente recepite nel prossimo Piano socio-sanitario."
Pour la Conseillère Patrizia Morelli (VdAV/Renouveau) « ce rapport devrait fournir les données nécessaires pour l'élaboration du plan socio-sanitaire régional triennal. Et bien, laissez-moi dire qu'il s'agit d'une base intéressante mais un peu maigre sur laquelle bâtir les politiques sanitaires futures de la Vallée d'Aoste. Il s'agit de données partielles bien confectionnées, bien présentées, mais déjà dépassée et donc de quelle utilité ?
Est-ce qu'on pense renforcer la structure sanitaire publique ou bien, comme dernièrement nous sommes portés à croire, on est en train de déléguer de plus en plus aux privés ?
Nous croyons que les politiques sanitaires publiques doivent être exercées avec transparence et clarté, avec à la base la nécessité de garantir et protéger le citoyen, à plus forte raison lorsqu'il est malade, en évitant les interférences politico-électorales et les intérêts purement économiques.
Je ne doute pas de votre bonne volonté, Assesseur, mais ce rapport me fait douter de la réelle volonté de ce Gouvernement de se donner une méthodologie linéaire et rationnelle pour affronter les politiques sanitaires, c'est à dire que sur la base d'instruments comme celui que nous examinons aujourd'hui. Le Gouvernement doit tracer des lignes d'action prioritaires sur lesquelles travailler, à vérifier ponctuellement par la suite, de manière objective et possiblement tierce, extérieure. Pour le moment cela ne se passe pas ainsi. »
Il Vicepresidente del Consiglio, André Lanièce (SA) ha detto che "non si tratta di uno studio episodico e autoreferenziale, bensì di una documentazione attenta, precisa e puntuale che dà una rappresentazione concreta di ciò che si sta facendo in Valle d'Aosta per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini e per la diffusione di nuovi stili di vita che migliorino le condizioni di salute dei cittadini valdostani. Promuovere nuovi stili di vita è una politica, da noi pienamente condivisa, i cui risultati però saranno visibili solo a medio-lungo termine. La relazione evidenzia poi l'offerta di interventi di prevenzione sanitaria messi n campo in questi anni con risultati più che apprezzabili: è importante diffondere in modo capillare la cultura della prevenzione come corretto modo di vita, perché prevenire è vivere. E nell'ambito della prevenzione non si può non tener conto del ruolo fondamentale portato avanti da diversi enti e associazioni di volontariato sociale che da sempre con grande merito lavorano e si adoperano per sensibilizzare l'opinione pubblica valdostana. Sarebbe infine opportuno che questo studio, che trovo rassicurante, fosse restituito ai cittadini, magari attraverso le strutture sanitarie, con l'obiettivo di creare un clima di fiducia e di entusiasmo."