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Communiqué n° 68 de 11 février 2009

PRESENTATO IL RAPPORTO PER LE POLITICHE SOCIALI

Adunanza del Consiglio regionale


Esaurita l'attività ispettiva, il Consiglio regionale ha preso in esame il Quarto rapporto dell'Osservatorio per le politiche sociali.

Il testo è stato illustrato dall'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

"Da uno sguardo d'insieme - ha detto l'Assessore - emerge che il confronto tra dati provenienti da fonti internazionali e nazionali conferma come la Valle d'Aosta, rispetto ad altre aree geografiche, presenti ancora molte eccellenze quali l'elevata sostenibilità ambientale, il benessere, la ricchezza, la personalizzazione dei servizi e la qualità di vita in generale. Valutando poi i parametri posti dalla Strategia di Lisbona  (che mira a garantire per il 2010 livelli di occupazione elevati e un modello sociale il più possibile inclusivo), nonostante nessuna regione italiana abbia ancora raggiunto tutti gli obiettivi prefissati, la Valle d'Aosta è, tra quelle più vicine al traguardo, insieme al Piemonte e alla Lombardia.
Gli ambiti di eccellenza sono quelli  dell'assistenza ai bambini sotto i 3 anni, mentre un altro indicatore analogo, che estende l'assistenza dai 3 anni fino alla scuola dell'obbligo attribuisce alla Valle d'Aosta  valori persino superiori a quelli da perseguire entro il 2010.
In materia di povertà la Strategia di Lisbona ci pone a metà classifica nella graduatoria regionale della popolazione a rischio di povertà (10% circa della popolazione - secondo questa fonte -  a fronte del 13% medio nazionale), nonostante la Valle d'Aosta e la Lombardia siano le due regioni che tra il 1999 e il 2007 primeggiano per incremento del reddito medio annuo pro capite (18.487 euro) pari all'11% in otto anni. Mentre a livello nazionale la spesa pro capite per l'offerta di servizi sociali è di 98 euro, la Valle d'Aosta, con i suoi 320 euro pro capite, si pone al primo posto, con uno scarto di oltre 200 euro anche rispetto al Nord Ovest
."
In particolare, il rapporto evidenzia come nel 2007, la Valle d'Aosta abbia investito per la prima infanzia poco più di 7 milioni di euro (pari all'8,7% della spesa per le politiche sociali), per la famiglia e i minori poco più di 13 milioni di euro (pari al 15,8% del totale).
"Il Quarto rapporto - ha proseguito l'Assessore - pone l'attenzione verso temi che costituiscono precisi impegni di governo nell'attuale Legislatura e che sono il contrasto al rischio di nuove povertà e l'ampliamento del concetto di politiche sociali. Per il futuro si prevede un sensibile aumento del numero degli anziani, un costante aumento del numero degli stranieri, una crescita del numero delle famiglie fragili. La Valle d'Aosta ha le potenzialità e le competenze necessarie per intraprendere il cammino verso un welfare regionale efficiente, avendo un sistema fortemente impegnato sotto il profilo finanziario, garante della disponibilità futura di risorse e dotato degli strumenti istituzionali per l'osservazione e il monitoraggio della realtà. Elementi di debolezza sono ancora presenti, in particolare nella distribuzione territoriale dei servizi e nei criteri di accesso da parte dei singoli e delle famiglie. Per questo, nell'ultimo anno è stata dedicata particolare attenzione all'obiettivo di avere una più equa contribuzione delle famiglie nella spesa per i servizi e una più equa distribuzione dell'offerta rispetto ai bisogni territoriali. La sfida per il prossimo futuro sarà quella di coniugare solidarietà, sussidiarietà e sviluppo con sempre maggiore efficacia ed efficienza, per portare ogni cittadino in condizioni di svantaggio sociale ad avere pari opportunità di crescita e potersi costituire come risorsa principale della sua stessa vita."

Sono intervenuti nel dibattito i Capigruppo del Partito Democratico, Carmela Fontana, di Stella Alpina, Francesco Salzone, Patrizia Morelli (VdA Vive/Renouveau), la Consigliera Hélène Impérial (UV), il Presidente della V Commissione, Gianni Rigo (PD), la Consigliera Emily Rini (UV), il Capogruppo di Fédération Autonomiste, Leonardo La Torre, l'Assessore all'istruzione e cultura, Laurent Viérin, e il Presidente della Regione, Augusto Rollandin.

La Consigliera Fontana (PD) "ha evidenziato come il tema trattato in modo monografico quest'anno sia in sintonia con le preoccupazioni di tutti. Il sistema sociale valdostano impegna grandi risorse, tuttavia è opportuno evidenziare alcune criticità, in particolare quella relativa alle nuove povertà. Occorre quindi che le finanze regionali destinino maggiori risorse verso gli investimenti produttivi, per il miglioramento delle infrastrutture, per lo snellimento dell'amministrazione pubblica e delle procedure burocratiche, per tutto ciò insomma che può aumentare lo sviluppo economico e l'occupazione, che sono l'unica garanzia per una riduzione duratura della povertà. L'Osservatorio evidenzia che la Valle destina alla ricerca e allo sviluppo lo 0,31% del prodotto interno lordo, contro l'1,10% della media italiana e ben il 3% dell'obiettivo di Lisbona per l'anno prossimo. Si sa che la ricerca e lo sviluppo sono uno dei più importanti elementi per la crescita di un'economia."

Il Consigliere Salzone (SA): "possiamo senza dubbio rilevare che l'individuazione delle nuove priorità sono all'insegna della continuità ma anche del miglioramento dei servizi. Alla base l'azione riguarda l'adesione al principio della centralità della persona, quindi della famiglia e della sussidiarietà. Quest'anno il tema prevalente è quello delle nuove povertà e su questo tema noi siamo stati tra coloro che hanno acceso il dibattito. Oggi i dati ufficiali ci confermano che siamo una regione con una percentuale troppo alta di cittadini che rischiano di entrare nella spirale della povertà. Ben vengano quindi molte delle proposte che sono fatte all'interno dell'Osservatorio, con la costituzione di una nuova commissione che raccolga dati e approfondisca le cause-effetto che hanno portato troppe famiglie in stato di sofferenza. Sarà comunque importante migliorare alcuni settori, come quello delle assistenti sociali. Siamo convinti che lo strumento dell'Osservatorio delle politiche sociali è essenziale per la programmazione sociale della nostra regione."

La Conseillère Patrizia Morelli (VdAV/R) a fait remarquer que « le rapport, en raison de sa complexité, aurait pu d'abord être illustré à la Vème Commission afin de favoriser une profitable confrontation. Il s'agit d'un instrument de connaissance et d'évaluation des besoins de la population, mais nous estimons que l'excellence dont parle l'Assesseur devrait être vérifiée et reconnue par un organisme tiers, externe à l'administration, plutôt que par un bureau de l'Assessorat de la santé comme l'Observatoire régional des politiques sociales. »
"Un'eccellenza che salta subito agli occhi è costituita dalla spesa regionale pro capite che pone la Valle d'Aosta al primo posto con 320 euro. Questa maggioranza tende a mettere spesso l'accento sulla quantità di risorse destinate alle politiche sociali, come se il fatto di mettere a disposizione tanti soldi fosse una garanzia assoluta di qualità. Certo gli investimenti economici sono fondamentali, ma non sono tutto. Servono anche programmazione, lungimiranza, strategie. L'organismo terzo di cui ho parlato dovrebbe monitorare la qualità e la rispondenza dei servizi, al fine di indicare fino a che punto è corretto spingersi con gli investimenti, ottimizzando il rapporto costo benefici."

Hélène Impérial (UV) : "riguardo al concetto di nuove povertà occorre tenere conto dei processi di impoverimento e non solo della povertà come esito (precarizzazione del lavoro, fragilità familiare, rischio di contrazione del welfare). Ecco perché oggi più che mai una coesione sociale necessita di una imprenditorialità sociale che sbarazzi la pura logica assistenzialistica: uno degli aspetti fondamentali delle linee emergenti di lotta alla povertà consiste nell'orientamento verso politiche attivizzanti in grado di mobilitare capacità e risorse dei beneficiari, emancipandoli dal bisogno e dalla dipendenza assistenziale, per uscire da una logica di protezione passiva per diventare protagonisti attivi delle politiche sociali e l'arena della partecipazione al lavoro è campo privilegiato di questa linea d'azione.
Le politiche formative sono un tassello essenziale di questo rinnovato modello di welfare, capace di promuovere attivamente l'inclusione nella società
."

Gianni Rigo (PD): "Il dibattito di oggi dovrà essere l'inizio di un percorso di discussione, di confronto e di ascolto per trovare insieme la strada di una via nuova. Attorno ai temi del lavoro, del sostegno alla famiglia e alla persona, dell'assistenza sociale e sanitaria occorre sviluppare, rilanciandolo, il dibattito sul Piano di zona. Leggere il rapporto ci porta a guardare le realtà di oggi con l'obiettivo di attrezzare la nostra regione per il futuro, non con l'ottica di come conservare l'esistente e senza accontentarci di continuare a garantire solo chi già è garantito. Una delle criticità evidenziate dal rapporto è quella del disagio generazionale, ecco perché diventa strategica una maggiore collaborazione tra servizi socio-sanitari territoriali, società civile e scuola nell'ottica di una maggiore efficacia."

Emily Rini (UV) ha rilevato che "l'offerta del sistema socio-assistenziale regionale presenta nel suo complesso un buon livello di qualità sia dal punto di vista della rispondenza ai bisogni e alla domanda, sia da quello della presenza di servizi di eccellenza. Gli ambiti di eccellenza sono quelli dell'assistenza ai bambini sotto i tre anni, il cui indicatore per la Valle è secondo solo all'Emilia Romagna. Certo ci sono degli elementi di debolezza ai quali nell'ultimo anno è stata dedicata particolare attenzione con l'obiettivo di organizzare la rete dell'offerta in modo sinergico."

Leonardo La Torre (FA): "è chiaro che la questione sociale sarà nei prossimi decenni il tema sul quale dovranno confrontarsi le amministrazioni. E' un rapporto importante perché evidenzia la necessità di creare un connubio tra la parte tecnica e quella politica. In questo rapporto vi sono alcuni dati che stridono: si parla di nuove povertà, ma di fatto i dati statistici dicono che siamo la regione con il più alto reddito, con un ottimo livelli di servizi. Un discorso in cui deve avere priorità il concetto di famiglia: si pensi agli asili nido, con pochi posti e costi elevati, che limitano l'accesso a tanti nuclei. E' quindi importante che la politica si confronti su questi temi, perché dobbiamo darci degli obiettivi all'interno di una strategia prospettica, andando ad esaminare le varie situazioni nei vari settori.  Un rapporto quindi utile che permetterà alla politica di fare delle scelte, per influenzare le azioni future. Dovremo quindi tornare a parlare di questi argomenti e lo faremo puntualmente quando dibatteremo delle singole questioni."

Ha quindi preso la parola l'Assessore all'istruzione e cultura, Laurent Viérin, che ha fornito alcune precisazioni sui dati contenuti nel rapporto e relativi all'abbandono scolastico, che non corrispondono alla situazione reale. In particolare, l'Assessore ha fatto presente che "il tasso di abbandono degli alunni in obbligo scolastico (fino a 16 anni) è pari allo 0 per cento. Per quello che riguarda l'obbligo formativo, cioè fino a 18 anni, la percentuale è del 7,4%, ricordando però che tale obbligo è espletabile dai 16 ai 18 anni anche nell'apprendistato. Il tasso di scolarità dell'intera scuola superiore, cioè dai 15 ai 19 anni, è dell'88,2%."
L'Assessore ha quindi concluso ponendo l'accento sulla filosofia di creare non soltanto "une culture du savoir mais aussi une culture du savoir-faire".

Il Presidente della Regione Rollandin ha detto che "questo rapporto evidenzia come questa Regione non dimentichi nessuno. C'è da sottolineare che c'è stata la volontà di cambiare sistema di analisi e non bisogna dimenticare che gli investimenti fatti hanno avuto ritorni interessanti e produttivi, come per esempio quelli sulle politiche giovanili. Dalle osservazioni sul testo possiamo trovare il punto dal quale partire per arrivare a regole, linee guide e proposte politiche."