Info Conseil
Communiqué n° 45 de 28 janvier 2009
APPROVATO IL DL SUL PUBBLICO IMPIEGO REGIONALE
Adunanza del Consiglio regionale
Esaurita l'attività ispettiva, il Consiglio regionale ha discusso il disegno di legge in materia di pubblico impiego regionale.
Il testo è stato approvato con 23 voti a favore, 4 contrari (PdL) e 8 astenuti (PD e VdA Vive/Renouveau).
Contestualmente è stato adottato (con l'astensione del PdL) un ordine del giorno, sottoscritto dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin, dall'Assessore all'istruzione, Laurent Viérin, dai Consiglieri Luciano Caveri, Andrea Rosset, Hélène Impérial, Leonardo La Torre, Francesco Salzone, Carmela Fontana, Roberto Louvin, che "impegna la Giunta regionale a proporre e concertare con le parti sociali soluzioni che facciano superare l'attuale situazione dei comparti Sanità e Scuola, per giungere alla realizzazione piena del principio di regionalizzazione degli stessi, in particolare attraverso norme di attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta; a definire appositi indirizzi agli enti partecipati o finanziati dalla Regione affinché le relative discipline contrattuali tengano conto dei principi fissati dalla legge regionale; a stabilire forme di collaborazione con l'Ordine dei medici per segnalare anomalie nella certificazione delle assenze per malattia."
L'Assemblea ha inoltre recepito un emendamento presentato dai Gruppi del PD e di VdA Vive/Renouveau e due emendamenti proposti dal Consigliere relatore Luciano Caveri (UV).
Il provvedimento legislativo detta nuove disposizioni in materia di impiego pubblico regionale con riguardo alla disciplina delle assenze per malattie, del collocamento a riposo e del trattenimento in servizio.
Nel presentare il disegno di legge, il relatore Luciano Caveri (UV) ha detto che "a dispetto dei pochi articoli del disegno di legge, siamo di fronte a materie assai sensibili per l'opinione pubblica - quali quella dell'assenteismo e del collocamento a riposo nel comparto pubblico - e estremamente complesse. Per questo la Commissione competente ha dedicato molto tempo al provvedimento e effettuato i necessari approfondimenti, fra l'altro con apposite audizioni con il Presidente della Regione e con le Organizzazione sindacali.
Il punto di partenza era verificare come la Regione dovesse reagire al contenuto di alcune disposizioni presenti nel noto 'decreto Brunetta', convertito poi con modificazioni attraverso la legge 6 agosto, 2008, n. 133.
Di fronte ad alcuni aspetti (disposizioni in materia di assenza per malattia e per il collocamento a riposo dei dipendenti, compresa la possibilità di differirlo nel tempo), la Giunta regionale ha ritenuto di esercitare le competenze statutarie della nostra Regione autonoma in materia di ordinamento degli uffici e di stato giuridico ed economico del personale, pur in assenza di una linea unanime delle autonomie differenziate.
La Commissione consiliare, a maggioranza, ha condiviso l'impostazione del Governo regionale, ritenendo legittima e opportuna la normazione regionale che, nell'iter consiliare, ha avuto qualche modifica o integrazione migliorativa del testo presentato. Il provvedimento disciplina le assenze per malattia, evitando - a differenza della legge nazionale - che vi sia l'obbligatorietà della visita fiscale sin dal primo giorno (che rimane facoltativa per l'ente), mentre il controllo è sempre disposto quando l'assenza sia continuativa per almeno dieci giorni. Vengono inoltre modificate le fasce orarie in cui il dipendente deve restare a casa, meno stringenti del 'decreto Brunetta', così come i tagli del trattamento economico, che a livello nazionale investono i primi dieci giorni, si limitano ai primi cinque (dai dati risulta essere questo il periodo dove si concentrano maggiormente le assenze per malattia), con poche eccezioni per situazioni particolari. In Commissione è stato poi inserito un articolo, riguardante la Regione ma che verrà esteso in aula agli enti locali con apposito emendamento, che prevede meccanismi e modalità di esonero dal servizio nel triennio precedente il raggiungimento dei 40 anni di contributi: una sorta di prepensionamento concordato fra dipendente e ente pubblico.
Viene poi disciplinato il collocamento a riposo d'ufficio - o al compimento del sessantacinquesimo anno di età o al raggiungimento dell'anzianità contributiva massima dei quaranta anni. Va ricordato infine che l'ordine del giorno che abbiamo presentato coglie anche una problematica assente nel Brunetta e che riguarda le anomalie nella certificazione delle assenze per malattie da parte dei medici. Ritenendo che questa materia spetti all'Ordine dei medici abbiamo proposto di stabilire forme di collaborazione con questo Ordine. Ciò non implica generalizzazioni nei confronti dei medici o intenti intimidatori o punitivi, ma la necessità complessiva di buon funzionamento del sistema."
Sono intervenuti nel dibattito il Capogruppo del Popolo della Libertà, Massimo Lattanzi, il Consigliere Raimondo Donzel (Partito Democratico), i Capigruppo di Stella Alpina, Francesco Salzone, Vallée d'Aoste Vive/Renouveau, Roberto Louvin, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin.
Per il Consigliere Lattanzi "il provvedimento arriva troppo tardi: avremmo potuto già intervenire a luglio per dimostrare che non eravamo contrari allo spirito della misura nazionale. Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha comunque detto che impugnerà le leggi regionali che andranno a legiferare in questa materia, perché non è di competenza di nessuna Regione a Statuto speciale. Ci infiliamo in un contenzioso costituzionale dal quale usciremo difficilmente vincenti: da valdostani ci chiediamo oggi chi ce lo fa fare e perché dobbiamo farlo se non siamo contrari allo spirito che anima la legge nazionale. Il messaggio che oggi diamo con questa leggina è devastante sull'opinione pubblica, perché creiamo in Valle d'Aosta categorie di serie A e di serie B: il personale del comparto unico regionale regolato da una serie di misure, quello della sanità e della scuola da altre."
Il Consigliere Donzel ha evidenziato che "l'atteggiamento del Ministro quando scrive le leggi è quello di livellare tutte le regioni, autonomie differenziate comprese. Credo quindi che le Regioni a Statuto speciale avrebbero dovuto combattere questa battaglia tutti insieme e non in modo disordinato come è stato fatto. Condivido che si voglia fare una norma regionale, ma sul merito ho delle perplessità. Non è infatti la legge che la maggioranza presenta oggi, che servirà a cambiare gli atteggiamenti dei dipendenti. Peraltro, il testo avrebbe potuto evitare di normare tutta una serie di questioni, quali le fasce orarie, e demandarle alla contrattazione successiva, che viene fatta a livello locale."
Per il Consigliere Salzone "non tutti i dipendenti del comparto unico sono dei fannulloni e noi con questo provvedimento difendiamo la loro posizione. Dichiarando il nostro voto favorevole, riteniamo che il provvedimento in esame abbia caratteristiche di equilibrio ed efficacia, con modifiche migliorative, volte alla salvaguardia di principi incontrovertibili. Condividiamo le finalità del decreto Brunetta contro un assenteismo giustamente definito insopportabile, e auspichiamo che l'Amministrazione si adoperi ad inserire i dipendenti dei settori scuola e sanità nel comparto unico."
Il Consigliere Louvin ha detto che "la tutela dei diritti del lavoratore ci sta a cuore così come ci sta a cuore che la Regione garantisca una gestione efficiente, giusta e rigorosa. Ma l'Amministrazione regionale doveva porsi già prima di Brunetta la questione della propria efficienza e del contrasto agli abusi di alcuni dipendenti. Il tema è caldo e andava affrontato in tempi più rapidi di quanto ha fatto la Giunta; abbiamo avvertito uno sbandamento, soprattutto negli enti locali e in particolare nel Comune di Aosta. C'è stato un pericoloso scollamento tra il livello amministrativo e quello politico.
Spiace anche che su un tema come questo non si sia raggiunta un'intesa trasversale tra le Regioni speciali, per una difesa di due principi: uno di competenza e l'altro di condivisione con le rappresentanze sociali. Riteniamo che in questa vicenda si dovesse partire proprio dalla contrattazione collettiva. Abbiamo ritenuto doveroso che approdassero in aula una serie di questioni, che abbiamo espresso in alcuni emendamenti e che sono il nostro contributo al miglioramento del provvedimento."
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha evidenziato che il dibattito di oggi " è interessante per la lettura data su di un tema che è alla nostra attenzione da mesi. Noi stiamo ragionando su di un decreto presentato a giugno, convertito in legge il 6 agosto e pubblicato sulla Gazzetta il 21 agosto: nel caso di specie c'è stata una valutazione attenta del percorso da seguire tenendo conto dell'esercizio della competenza legislativa e del principio della contrattualizzazione. C'è poi da sottolineare, per questioni di questo genere, la difficoltà di trovare un coordinamento tra le varie autonomie differenziate e questo per sensibilità diverse. Noi abbiamo voluto ribadire la nostra competenza nella materia, con disposizioni che tengano ovviamente conto del prioritario obiettivo del contenimento della spesa pubblica, ma anche del particolare contesto territoriale di riferimento e di quanto disciplinato in materia di rapporto di impiego regionale."
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Il testo è stato approvato con 23 voti a favore, 4 contrari (PdL) e 8 astenuti (PD e VdA Vive/Renouveau).
Contestualmente è stato adottato (con l'astensione del PdL) un ordine del giorno, sottoscritto dal Presidente della Regione, Augusto Rollandin, dall'Assessore all'istruzione, Laurent Viérin, dai Consiglieri Luciano Caveri, Andrea Rosset, Hélène Impérial, Leonardo La Torre, Francesco Salzone, Carmela Fontana, Roberto Louvin, che "impegna la Giunta regionale a proporre e concertare con le parti sociali soluzioni che facciano superare l'attuale situazione dei comparti Sanità e Scuola, per giungere alla realizzazione piena del principio di regionalizzazione degli stessi, in particolare attraverso norme di attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta; a definire appositi indirizzi agli enti partecipati o finanziati dalla Regione affinché le relative discipline contrattuali tengano conto dei principi fissati dalla legge regionale; a stabilire forme di collaborazione con l'Ordine dei medici per segnalare anomalie nella certificazione delle assenze per malattia."
L'Assemblea ha inoltre recepito un emendamento presentato dai Gruppi del PD e di VdA Vive/Renouveau e due emendamenti proposti dal Consigliere relatore Luciano Caveri (UV).
Il provvedimento legislativo detta nuove disposizioni in materia di impiego pubblico regionale con riguardo alla disciplina delle assenze per malattie, del collocamento a riposo e del trattenimento in servizio.
Nel presentare il disegno di legge, il relatore Luciano Caveri (UV) ha detto che "a dispetto dei pochi articoli del disegno di legge, siamo di fronte a materie assai sensibili per l'opinione pubblica - quali quella dell'assenteismo e del collocamento a riposo nel comparto pubblico - e estremamente complesse. Per questo la Commissione competente ha dedicato molto tempo al provvedimento e effettuato i necessari approfondimenti, fra l'altro con apposite audizioni con il Presidente della Regione e con le Organizzazione sindacali.
Il punto di partenza era verificare come la Regione dovesse reagire al contenuto di alcune disposizioni presenti nel noto 'decreto Brunetta', convertito poi con modificazioni attraverso la legge 6 agosto, 2008, n. 133.
Di fronte ad alcuni aspetti (disposizioni in materia di assenza per malattia e per il collocamento a riposo dei dipendenti, compresa la possibilità di differirlo nel tempo), la Giunta regionale ha ritenuto di esercitare le competenze statutarie della nostra Regione autonoma in materia di ordinamento degli uffici e di stato giuridico ed economico del personale, pur in assenza di una linea unanime delle autonomie differenziate.
La Commissione consiliare, a maggioranza, ha condiviso l'impostazione del Governo regionale, ritenendo legittima e opportuna la normazione regionale che, nell'iter consiliare, ha avuto qualche modifica o integrazione migliorativa del testo presentato. Il provvedimento disciplina le assenze per malattia, evitando - a differenza della legge nazionale - che vi sia l'obbligatorietà della visita fiscale sin dal primo giorno (che rimane facoltativa per l'ente), mentre il controllo è sempre disposto quando l'assenza sia continuativa per almeno dieci giorni. Vengono inoltre modificate le fasce orarie in cui il dipendente deve restare a casa, meno stringenti del 'decreto Brunetta', così come i tagli del trattamento economico, che a livello nazionale investono i primi dieci giorni, si limitano ai primi cinque (dai dati risulta essere questo il periodo dove si concentrano maggiormente le assenze per malattia), con poche eccezioni per situazioni particolari. In Commissione è stato poi inserito un articolo, riguardante la Regione ma che verrà esteso in aula agli enti locali con apposito emendamento, che prevede meccanismi e modalità di esonero dal servizio nel triennio precedente il raggiungimento dei 40 anni di contributi: una sorta di prepensionamento concordato fra dipendente e ente pubblico.
Viene poi disciplinato il collocamento a riposo d'ufficio - o al compimento del sessantacinquesimo anno di età o al raggiungimento dell'anzianità contributiva massima dei quaranta anni. Va ricordato infine che l'ordine del giorno che abbiamo presentato coglie anche una problematica assente nel Brunetta e che riguarda le anomalie nella certificazione delle assenze per malattie da parte dei medici. Ritenendo che questa materia spetti all'Ordine dei medici abbiamo proposto di stabilire forme di collaborazione con questo Ordine. Ciò non implica generalizzazioni nei confronti dei medici o intenti intimidatori o punitivi, ma la necessità complessiva di buon funzionamento del sistema."
Sono intervenuti nel dibattito il Capogruppo del Popolo della Libertà, Massimo Lattanzi, il Consigliere Raimondo Donzel (Partito Democratico), i Capigruppo di Stella Alpina, Francesco Salzone, Vallée d'Aoste Vive/Renouveau, Roberto Louvin, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin.
Per il Consigliere Lattanzi "il provvedimento arriva troppo tardi: avremmo potuto già intervenire a luglio per dimostrare che non eravamo contrari allo spirito della misura nazionale. Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha comunque detto che impugnerà le leggi regionali che andranno a legiferare in questa materia, perché non è di competenza di nessuna Regione a Statuto speciale. Ci infiliamo in un contenzioso costituzionale dal quale usciremo difficilmente vincenti: da valdostani ci chiediamo oggi chi ce lo fa fare e perché dobbiamo farlo se non siamo contrari allo spirito che anima la legge nazionale. Il messaggio che oggi diamo con questa leggina è devastante sull'opinione pubblica, perché creiamo in Valle d'Aosta categorie di serie A e di serie B: il personale del comparto unico regionale regolato da una serie di misure, quello della sanità e della scuola da altre."
Il Consigliere Donzel ha evidenziato che "l'atteggiamento del Ministro quando scrive le leggi è quello di livellare tutte le regioni, autonomie differenziate comprese. Credo quindi che le Regioni a Statuto speciale avrebbero dovuto combattere questa battaglia tutti insieme e non in modo disordinato come è stato fatto. Condivido che si voglia fare una norma regionale, ma sul merito ho delle perplessità. Non è infatti la legge che la maggioranza presenta oggi, che servirà a cambiare gli atteggiamenti dei dipendenti. Peraltro, il testo avrebbe potuto evitare di normare tutta una serie di questioni, quali le fasce orarie, e demandarle alla contrattazione successiva, che viene fatta a livello locale."
Per il Consigliere Salzone "non tutti i dipendenti del comparto unico sono dei fannulloni e noi con questo provvedimento difendiamo la loro posizione. Dichiarando il nostro voto favorevole, riteniamo che il provvedimento in esame abbia caratteristiche di equilibrio ed efficacia, con modifiche migliorative, volte alla salvaguardia di principi incontrovertibili. Condividiamo le finalità del decreto Brunetta contro un assenteismo giustamente definito insopportabile, e auspichiamo che l'Amministrazione si adoperi ad inserire i dipendenti dei settori scuola e sanità nel comparto unico."
Il Consigliere Louvin ha detto che "la tutela dei diritti del lavoratore ci sta a cuore così come ci sta a cuore che la Regione garantisca una gestione efficiente, giusta e rigorosa. Ma l'Amministrazione regionale doveva porsi già prima di Brunetta la questione della propria efficienza e del contrasto agli abusi di alcuni dipendenti. Il tema è caldo e andava affrontato in tempi più rapidi di quanto ha fatto la Giunta; abbiamo avvertito uno sbandamento, soprattutto negli enti locali e in particolare nel Comune di Aosta. C'è stato un pericoloso scollamento tra il livello amministrativo e quello politico.
Spiace anche che su un tema come questo non si sia raggiunta un'intesa trasversale tra le Regioni speciali, per una difesa di due principi: uno di competenza e l'altro di condivisione con le rappresentanze sociali. Riteniamo che in questa vicenda si dovesse partire proprio dalla contrattazione collettiva. Abbiamo ritenuto doveroso che approdassero in aula una serie di questioni, che abbiamo espresso in alcuni emendamenti e che sono il nostro contributo al miglioramento del provvedimento."
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha evidenziato che il dibattito di oggi " è interessante per la lettura data su di un tema che è alla nostra attenzione da mesi. Noi stiamo ragionando su di un decreto presentato a giugno, convertito in legge il 6 agosto e pubblicato sulla Gazzetta il 21 agosto: nel caso di specie c'è stata una valutazione attenta del percorso da seguire tenendo conto dell'esercizio della competenza legislativa e del principio della contrattualizzazione. C'è poi da sottolineare, per questioni di questo genere, la difficoltà di trovare un coordinamento tra le varie autonomie differenziate e questo per sensibilità diverse. Noi abbiamo voluto ribadire la nostra competenza nella materia, con disposizioni che tengano ovviamente conto del prioritario obiettivo del contenimento della spesa pubblica, ma anche del particolare contesto territoriale di riferimento e di quanto disciplinato in materia di rapporto di impiego regionale."