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Communiqué n° 297 de 4 octobre 2007

APPROVATA RISOLUZIONE SULL'ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO NELLE ZONE RESIDENZIALI

Adunanza del Consiglio regionale

Il Consiglio regionale ha preso in esame la mozione sulla tutela dello svolgimento di attività agricole in conglomerati residenziali, presentata dai Consiglieri Bortot, Squarzino, Venturella e Sandri.

Nel presentare l'iniziativa, il Consigliere Bortot, dopo aver ripercorso le tappe del "caso Cimberio", ha affermato che "bisogna evitare che passi il concetto che gli animali inquinano e sono pericolosi. Gli insediamenti agricoli devono rimanere dove sono, rispettando ovviamente le norme. Se a qualcuno dà fastidio, non è obbligato ad andare ad abitare in questi luoghi di campagna o montagna. Grazie al lavoro svolto con la III Commissione, ritiriamo la mozione perché è stata presentata una Risoluzione a firma di diversi Consiglieri."

Il Presidente della III Commissione "Assetto del Territorio", Fedele Borre, ha detto che "il lavoro della Commissione non finisce con la Risoluzione perché proseguiremo ad affrontare la tematica nelle prossime riunioni. Con la Risoluzione intendiamo dare mandato al Governo regionale di intensificare il suo ruolo di controllo, specie sui piani regolatori comunali, sull'applicazione dei principi del PTP vigilando che non vi sia contraddizione con gli obiettivi del Piano di Sviluppo Rurale; di provvedere ad incentivare tutte quelle pratiche che possono ridurre l'impatto della gestione delle deiezioni animali incentivando forme di gestione comuni a più aziende con possibile sviluppo energetico delle stesse; di prevedere un monitoraggio, d'intesa con i comuni, che verifichi la situazione e le soluzioni riguardanti le singole situazioni locali; di assumere, in collaborazione con i Parlamentari, un percorso di modifica della normativa nazionale in merito alla classificazione dell'attività di allevamento che sancisca che il territorio montano, come quello valdostano, rappresenta una realtà caratterizzata da una parte da una alta commistione tra aree abitative e aziende agricole e dall'altra dalla presenza di aziende zootecniche costituite generalmente da un numero ridotto di capi, di cui è bene tenerne conto."

Per Gabriele Maquignaz "dobbiamo difendere i nostri valori e le nostre tradizioni, ha detto il Consigliere mostrando e agitando un campanaccio in aula. Le stalle sono sempre esistite e gli allevatori devono avere la possibilità di poter ancora operare nella loro terra e nei loro villaggi. Il binomio vincente per una comunità è l'unità della nostra gente. Siamo onorati di aver difeso negli anni il mondo agricolo. La battaglia del futuro si giocherà sull'integrazione tra mondo agricolo e turismo."

Successivamente, il Consigliere Giovanni Sandri ha chiesto una sospensione dei lavori per un incontro della Conferenza dei capigruppo.

Al rientro in aula il Presidente del Consiglio ha richiamato il Consigliere Maquignaz a un comportamento più misurato e rispettoso delle istituzioni.

Per Elio Stacchetti (Stella Alpina) "occorre rispettare gli usi e i costumi dei nostri villaggi. Le nostre tradizioni sono la nostra vita. Bisogna, quindi, coinvolgere le istituzioni scolastiche a tutti i livelli per una campagna di sensibilizzazione verso le nostre tradizioni."

Il Consigliere Dario Frassy (La Casa delle Libertà) ha voluto sottolineare che "Questa risoluzione è solo un'acrobazia dialettica. Il tema è piombato in Consiglio regionale in virtù della sovraesposizione mediatica. La vicenda non pesa nulla nella scena politica e amministrativa della regione. I problemi di questa regione sono altri, come i nuovi cassaintegrati della Cogne Acciai Speciali. Si è voluto, in questo caso, creare un evento mediatico che non aveva bisogno della risoluzione per essere risolto. Basta applicare le leggi esistenti, il Piano regolatore, le competenze dei comuni."

Per la Consigliera Adriana Viérin ha voluto sottolineare l'intolleranza di molta gente, soprattutto verso la vita di campagna. "È un problema culturale che si richiama all'intolleranza. Gli allevatori hanno le loro esigenze e così gli animali domestici. Senza radici culturali non ci sarà Valle d'Aosta e non ci saranno i Valdostani. L'identità non è una parola vuota: necessita di concretizzarsi negli avvenimenti di tutti i giorni e di essere condivisa e vissuta."

Il capogruppo della Gauche Valdôtaine-DS, Giovanni Sandri, ha affermato che "La mozione ha avuto il merito di aprire il dibattito serio sulla questione. E il testo e gli impegni della Risoluzione sono un passaggio importante perché è l'inizio di un grande lavoro. Gli allevatori da anni hanno dei problemi a cui i governanti non hanno dato risposta. Bisognava capire che erano necessarie norme, regolamenti e iniziative per far convivere mondo agricolo, cittadini e turismo."

Per il Consigliere Alessandro Bortot (Arcobaleno Vallée d'Aoste) "Dobbiamo dirci quale Valle d'Aosta vogliamo. Il nodo della questione è che occorre essere più coraggiosi."

Al termine della discussione generale, il Presidente della Regione, Luciano Caveri, ha affermato che "va di moda il detto che "tutto si può fare, ma non nel mio cortile". Se oggi si applicasse il codice penale quante stalle verrebbero chiuse? Questa è la maggiore preoccupazione. Dobbiamo calare le norme nella realtà. Gli impegni che ci assumiamo nella Risoluzione sono legittimi."

L'Assessore all'Agricoltura, Giuseppe Isabellon, ha evidenziato che "la Risoluzione è il frutto del lavoro della III Commissione e dei confronti che ci sono stati tra i soggetti interessati. Dobbiamo ricondurci a un'analisi in grado di portare a dei risultati. Ribadisco la centralità dell'azienda agricola. Il problema della convivenza tra situazioni e attività diverse è reale."   

La Risoluzione è stata approvata con 29 voti favorevoli e 3 astenuti (La Casa delle Libertà).

I lavori del Consiglio si sono conclusi con l'approvazione di un Risoluzione in favore del popolo birmano.

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