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Communiqué n° 160 de 10 mai 2007

DIBATTITO SULL'UNIONE EUROPEA

Nel dibattito sulla relazione in materia di attività e relazioni europee e internazionali, il Consigliere Alessandro Bortot (Arcobaleno Vallée d'Aoste) ha detto: "Non vogliamo un'Europa colonialista, ma un Europa dei cittadini. Dal punto di vista del sociale e dei diritti del lavoro, il bilancio dell'Europa è fallimentare."
"All'interno del sistema Europa, occorre introdurre elementi di democrazia diretta così come informare i cittadini europei sulle direttive, le leggi e le decisioni dell'Union Europea. Al centro del Trattato europeo ci deve essere l'uomo con i suoi diritti."
"Bisogna contribuire alla costruzione di un'Europa dei cittadini, dei popoli, delle Regioni e delle culture che dia segnali di discontinuità dall'Europa dei mercati."

Il Consigliere Francesco Salzone (Stella Alpina) ha precisato che "La sfida  dei prossimi anni è proprio quella di governare la globalizzazione che da un lato è un problema economico e dall'altro riguarda la sicurezza e la pace. Occorrerà parlare la stessa lingua in politica estera e in politica della difesa e della sicurezza. È importante valorizzare le minoranze linguistiche e le piccole realtà regionali di montagna, come la nostra, nel contesto europeo, minoranze che svolgono un ruolo di eccellenza nei settori come, ad esempio, la tutela dell'ambiente e lo sviluppo degli spazi rurali, l'inclusione sociale, la solidarietà. L'adesione al progetto europeo, nonostante delle difficoltà, costituisce una tappa decisiva nel cammino verso il progresso economico e sociale della nostra Regione e del nostro Paese."

Il Consigliere Enrico Tibaldi (La Casa delle Libertà) ha esordito affermando che "Oggi l'Europa è esclusivamente finanziaria. C'è differenza tra gli euro-politici e burocrati dagli euro-cittadini. Questo Consiglio può farsi propulsore di un'opera che permetta di avvicinare le distanze tra amministratori e cittadini. La sfida sarà quella di colmare questa differenza. Dobbiamo costruire un'Europa dei cittadini."
"Non possiamo disconoscere i valori cristiani dell'Europa."
La Valle d'Aosta in questo contesto europeo rappresenta una parte microscopica che però è riuscita negli anni a trarre dei benefici
."

Per il Consigliere Eddy Ottoz "Je me bornerai à faire trois souhaits à l'Europe. D'abord, que la ratification du Traité ne puisse passer sans l'accord des Régions, sans l'accord des peuples, sans l'accord des citoyens. Le deuxième souhait est que l'abandon du critère de l'unanimité re-déplace, rééquilibre la balance du pouvoir entre l'Europe des fonctionnaires et l'Europe de la politique. Le troisième est que le nouvel axe France -Allemagne porte à une différente politique monétaire de la Banque Centrale Européenne. »

Per il capogruppo della Casa delle Libertà, Dario Frassy, "Sarebbe stato più azzeccato fare coincidere la sessione europea con il 9 maggio, che è la giornata scelta per la Festa dell'Europa. Rischia di diventare una palestra di principi, senza cogliere l'obiettivo più importante e cioè creare una maggiore percezione di quello che è il ruolo dell'Europa all'interno della nostra specificità."
"Deve essere un'opportunità di sviluppo e benessere per la nostra regione. Dopo il 2013 sarà difficile garantire per la Valle d'Aosta i fondi europei che fino adesso ci sono stati assegnati. E allora bisognerà studiare qualcosa per trovare alternative."
"Nonostante le Regioni e il Comitato delle Regioni, questa è un'Europa degli Stati e allora s'innesca una riflessione: com'è il rapporto tra la Regione e lo Stato. Qualche difficoltà l'abbiamo e quindi sarà su questo che dovremo intervenire. Oggi è una giornata celebrativa, ma da adesso in avanti lo sforzo sarà quello di essere più attenti alle cose europee, tenendo ben presente che oggi contano i governi nazionali."

Il Consigliere Giulio Fiou ha quindi sottolineato che "Oggi bisogna prendere atto che la visione di un'Europa federale in grado di superare le sovranità nazionali si è dimostrata in parte utopistica. L'esperienza fa orientare il percorso del futuro verso una sovranità condivisa e di una governance a più livelli. L'Europa è ancora più necessaria in questa era di globalizzazione, di opportunità economiche e sociali, ma anche di rischi e di minacce. La nostra vita amministrativa è intrisa di regole europee. L'Europa è stata ed è fonte di risorse per la realizzazione dei nostri importanti progetti."

Per il capogruppo dell'Arcobaleno Vallée d'Aoste, Dina Squarzino, "Bisogna chiederci non cosa l'Europa può fare per noi, ma cosa noi possiamo fare per l'Europa. Bisogna concentrarsi su alcuni grandi progetti."
"Confrontarsi con l'Europa vuol dire come poter crescere aprendoci agli obiettivi europei. Dobbiamo essere in grado di accettare le sfide europee nei diversi ambiti, ripensando alle nostre specificità. L'Europa deve diventare il momento del nostro vivere quotidiano e non soltanto un giorno celebrativo."

Per il capogruppo della Fédération Autonomiste, Claudio Lavoyer,
"L'economia rischia di soppiantare la politica. Piccole realtà come la nostra rischiano di essere schiacciate dalla globalizzazione. Il problema nostro è che dobbiamo sapere dove andare, considerando l'Europa come un'opportunità."

Il Vicepresidente del Consiglio, André Lanièce (Stella Alpina), ha affermato che "Non possiamo non dirci europei. All'Europa i valdostani hanno creduto molto prima di altri. Dobbiamo spingere affinché le autonomie locali abbiamo spazio e dignità. È un problema di democrazia. Nessuno in Europa si deve sentire escluso. Dobbiamo affermare alcuni principi come quelli della diversità e della specificità

Il capogruppo della Gauche Valdôtaine-DS, Giovanni Sandri, ha detto che "Bisogna considerare le luci e le ombre sull'uso politico-amministrativo dell'Europa in Valle d'Aosta. Occorre vedere l'Europa come un grande baluardo contro la guerra e per la pace. Occorre un'Europa che vada avanti nel campo della coesione sociale così da ridurre i rischi di conflittualità. In pratica bisogna arrivare a un'Europa sociale."