Info Conseil
Communiqué n° 141 de 19 avril 2007
DIBATTITO SULLE LEGGI RELATIVE ALL'ELEZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE
Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori affrontando il dibattito sulle proposte di legge inerenti le norme per le elezioni del Consiglio regionale.
Sono state discusse congiuntamente le proposte formulate dai Consiglieri Ferraris, Cesal, Lavoyer, Marco Viérin, Vicquéry, Ottoz e Frassy (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta e Funzionamento dei Gruppi consiliari), quelle di iniziativa popolare (PL n. 138, n. 140 e n. 141) e quella presentata dalla Gauche Valdôtaine-DS (Modificazioni alle legge sulle norme per l'elezione del Consiglio regionale).
Il capogruppo della Gauche Valdôtaine-DS, Giovanni Sandri, nel presentare l'iniziativa del proprio gruppo, ha affermato che "La nostra proposta di legge racchiude in sé la necessità di fare un passo avanti per lo sviluppo della democrazia nella nostra regione. In Valle si è rotto un equilibrio democratico e bisogna instaurarne un altro. Occorre prevedere soluzioni vere. Non c'è da parte dell'Union Valdôtaine la voglia di mettersi in gioco, ma solo essere l'ago della bilancia. In Valle la necessità è che le regole elettorali possano portare all'alternanza, che è fondamento della democrazia. Occorre dare un sistema elettorale in grado di permettere ai cittadini di scegliere o una soluzione o l'altra."
Il Consigliere Piero Ferraris ha poi illustrato la relazione alla proposta di legge n. 168, frutto dell'accordo di quasi tutte le forze politiche consiliari.
"Questo testo è il punto di incontro di varie forze politiche di maggioranza e di minoranza."
Ha quindi fatto riferimento alla situazione emersa all'interno del gruppo consiliare della Gauche Valdôtaine-DS, precisando la propria posizione e quella del Vicepresidente Fiou.
"Sui referendum, non capisco l'irritazione per quello che sta facendo il Consiglio regionale. I cittadini avranno modo di esprimersi democraticamente, senza impedimenti."
"Una riforma elettorale deve partire da una ricognizione delle condizioni esistenti e fornire soluzione ai problemi emersi, sapendo che riformare un sistema elettorale non significa agire su una tabula rasa, come disse Pasquino nel 1997. La proposta di legge in esame propone un sistema di tipo proporzionale che per le sue caratteristiche meglio si adatta alla nostra regione, con possibile premio di maggioranza e una soglia di sbarramento per l'elezione del Consiglio regionale. Inoltre, tra le varie novità, figurano: le condizioni di parità tra i generi; il programma elettorale che può essere comune a più liste; l'abolizione del meccanismo di apparentamento tra liste di candidati espressi dalla minoranza Walzer e altre liste."
Ha quindi proseguito, affermando che "si tratta di un compromesso sostenibile frutto di un lavoro approfondito svolto dalla I Commissione. Non condivido, però, posizioni politiche esasperate secondo le quali se il Consiglio non legifera in tale materia è inadempiente, se invece legifera vuole evitare il voto popolare."
Il Consigliere Bortot ha invece relazionato sulle proposte di legge di iniziativa popolare.
Si è soffermato sulla necessità di prevedere una sola preferenza nelle schede, evitando le cosiddette "cordate", sulla dichiarazione preventiva delle alleanza politiche e sull'equilibrio della rappresentanza tra i generi nelle liste elettorali.
"La sovranità è nel popolo e non nei Consigli astratti. La crisi di questo Consiglio è che le cose non si decidono qui. Esiste qualcuno che ha coraggio di dire basta? Le scelte strategiche vengono fatte al di fuori di quest'aula."
Per Massimo Lattanzi (La Casa delle Libertà) "la riforma della legge elettorale è una delle scelte più importanti di questa legislatura. I referendari hanno avuto il merito, solo questo, di stimolare il dibattito sulla riforma. Gli strumenti dei referendum, invece, sono sbagliati. Non si può affrontarli da populisti."
Ha quindi fatto una disamina sulle varie proposte referendarie.
"Questa riforma era necessaria. Ed è condivisa dalla grande maggioranza trasversale del Consiglio che permette una prospettiva di scelta per i cittadini."
Per il capogruppo della Fédération Autonomiste, Claudio Lavoyer, "le motivazioni alla base dei referendari non sono di tipo economico, sociale, politico o altro. Niente di tutto questo. C'è solo una volontà di propaganda elettorale. La gente non è preoccupata dalla legge elettorale che approveremo. Ben vengano le riforme elettorali, i referendum, ma non risolveranno i problemi socio-economici che esistono e sono da affrontare. Il nostro gruppo ritiene che la cosa più importante sia che la classe politica abbia la consapevolezza dei veri problemi da risolvere. La politica ha bisogno sì di fantasia, ma anche e soprattutto di concretezza."
Il capogruppo dell'Union Valdôtaine, Roberto Vicquéry, ha affermato che "si è lavorato per il bene della Valle d'Aosta. Spero che la stessa metodologia usata in questa occasione sia utilizzata per i lavori della Convenzione per lo Statuto speciale. Ci sono delle responsabilità del partito di maggioranza relativa, è vero, ma non solo. Le responsabilità sono a 360 gradi. È vero che l'iniziativa referendaria ha accelerato i tempi, ma la riforma elettorale era stata inserita nel programma elettorale. Oltre a questo ci impegneremo per lo Statuto, l'Ospedale e il Casinò, e ci vorrà il dialogo tra le varie forze politiche riscontrato per la riforma elettorale."
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Sono state discusse congiuntamente le proposte formulate dai Consiglieri Ferraris, Cesal, Lavoyer, Marco Viérin, Vicquéry, Ottoz e Frassy (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta e Funzionamento dei Gruppi consiliari), quelle di iniziativa popolare (PL n. 138, n. 140 e n. 141) e quella presentata dalla Gauche Valdôtaine-DS (Modificazioni alle legge sulle norme per l'elezione del Consiglio regionale).
Il capogruppo della Gauche Valdôtaine-DS, Giovanni Sandri, nel presentare l'iniziativa del proprio gruppo, ha affermato che "La nostra proposta di legge racchiude in sé la necessità di fare un passo avanti per lo sviluppo della democrazia nella nostra regione. In Valle si è rotto un equilibrio democratico e bisogna instaurarne un altro. Occorre prevedere soluzioni vere. Non c'è da parte dell'Union Valdôtaine la voglia di mettersi in gioco, ma solo essere l'ago della bilancia. In Valle la necessità è che le regole elettorali possano portare all'alternanza, che è fondamento della democrazia. Occorre dare un sistema elettorale in grado di permettere ai cittadini di scegliere o una soluzione o l'altra."
Il Consigliere Piero Ferraris ha poi illustrato la relazione alla proposta di legge n. 168, frutto dell'accordo di quasi tutte le forze politiche consiliari.
"Questo testo è il punto di incontro di varie forze politiche di maggioranza e di minoranza."
Ha quindi fatto riferimento alla situazione emersa all'interno del gruppo consiliare della Gauche Valdôtaine-DS, precisando la propria posizione e quella del Vicepresidente Fiou.
"Sui referendum, non capisco l'irritazione per quello che sta facendo il Consiglio regionale. I cittadini avranno modo di esprimersi democraticamente, senza impedimenti."
"Una riforma elettorale deve partire da una ricognizione delle condizioni esistenti e fornire soluzione ai problemi emersi, sapendo che riformare un sistema elettorale non significa agire su una tabula rasa, come disse Pasquino nel 1997. La proposta di legge in esame propone un sistema di tipo proporzionale che per le sue caratteristiche meglio si adatta alla nostra regione, con possibile premio di maggioranza e una soglia di sbarramento per l'elezione del Consiglio regionale. Inoltre, tra le varie novità, figurano: le condizioni di parità tra i generi; il programma elettorale che può essere comune a più liste; l'abolizione del meccanismo di apparentamento tra liste di candidati espressi dalla minoranza Walzer e altre liste."
Ha quindi proseguito, affermando che "si tratta di un compromesso sostenibile frutto di un lavoro approfondito svolto dalla I Commissione. Non condivido, però, posizioni politiche esasperate secondo le quali se il Consiglio non legifera in tale materia è inadempiente, se invece legifera vuole evitare il voto popolare."
Il Consigliere Bortot ha invece relazionato sulle proposte di legge di iniziativa popolare.
Si è soffermato sulla necessità di prevedere una sola preferenza nelle schede, evitando le cosiddette "cordate", sulla dichiarazione preventiva delle alleanza politiche e sull'equilibrio della rappresentanza tra i generi nelle liste elettorali.
"La sovranità è nel popolo e non nei Consigli astratti. La crisi di questo Consiglio è che le cose non si decidono qui. Esiste qualcuno che ha coraggio di dire basta? Le scelte strategiche vengono fatte al di fuori di quest'aula."
Per Massimo Lattanzi (La Casa delle Libertà) "la riforma della legge elettorale è una delle scelte più importanti di questa legislatura. I referendari hanno avuto il merito, solo questo, di stimolare il dibattito sulla riforma. Gli strumenti dei referendum, invece, sono sbagliati. Non si può affrontarli da populisti."
Ha quindi fatto una disamina sulle varie proposte referendarie.
"Questa riforma era necessaria. Ed è condivisa dalla grande maggioranza trasversale del Consiglio che permette una prospettiva di scelta per i cittadini."
Per il capogruppo della Fédération Autonomiste, Claudio Lavoyer, "le motivazioni alla base dei referendari non sono di tipo economico, sociale, politico o altro. Niente di tutto questo. C'è solo una volontà di propaganda elettorale. La gente non è preoccupata dalla legge elettorale che approveremo. Ben vengano le riforme elettorali, i referendum, ma non risolveranno i problemi socio-economici che esistono e sono da affrontare. Il nostro gruppo ritiene che la cosa più importante sia che la classe politica abbia la consapevolezza dei veri problemi da risolvere. La politica ha bisogno sì di fantasia, ma anche e soprattutto di concretezza."
Il capogruppo dell'Union Valdôtaine, Roberto Vicquéry, ha affermato che "si è lavorato per il bene della Valle d'Aosta. Spero che la stessa metodologia usata in questa occasione sia utilizzata per i lavori della Convenzione per lo Statuto speciale. Ci sono delle responsabilità del partito di maggioranza relativa, è vero, ma non solo. Le responsabilità sono a 360 gradi. È vero che l'iniziativa referendaria ha accelerato i tempi, ma la riforma elettorale era stata inserita nel programma elettorale. Oltre a questo ci impegneremo per lo Statuto, l'Ospedale e il Casinò, e ci vorrà il dialogo tra le varie forze politiche riscontrato per la riforma elettorale."