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Communiqué n° 303 de 22 mai 2025

Interrogazione sui lavori alla piscina di Pré-Saint-Didier

 

I lavori di riqualificazione e la riapertura della piscina di Pré-Saint-Didier sono stati portati all'attenzione dell'Aula con un'interrogazione trattata nella seduta consiliare del 22 maggio 2025 dal gruppo Forza Italia.

«La struttura è chiusa dal 2018 e l'ultima previsione di apertura è slittata all'autunno 2025 creando notevole disagio per gli abitanti della zona che sono costretti a utilizzare strutture lontane - ha affermato il Consigliere Christian Ganis -. Vorremmo sapere quali siano le ragioni dei ritardi accumulati nei lavori che hanno visto aumentare il costo totale, arrivato oggi a 6,3 milioni di euro e a cui aggiungeranno 1,4 milioni di euro per l'idroscivolo; cosa resta ancora da fare e quando è prevista la data di riapertura.»

L'Assessore alle opere pubbliche, Davide Sapinet, ha ricordato che «l'intenzione di intervenire sull’impianto risale al 2017, con l’intento di migliorarne l’efficienza energetica senza interrompere il servizio al pubblico fino al 2020, e con una chiusura prevista tra il 2021 e il 2022. Nel 2018, sono emerse problematiche strutturali non risolvibili con interventi sommari, che hanno costretto alla chiusura anticipata per motivi di sicurezza. A quel punto l’Amministrazione ha deciso di unire i lavori già progettati per l’efficientamento energetico con quelli necessari al consolidamento strutturale. Contestualmente è emersa la possibilità di ampliare le potenzialità del centro natatorio ad aspetti più ludici in coerenza con quelli sportivi. Tuttavia, a partire dal 2020, diverse circostanze hanno contribuito a ritardare ulteriormente l’avvio dei lavori: l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, il lancio del Bonus 110 che ha provocato carenza di materiali, l’aumento dei costi energetici e, infine, l’obbligo di rivalutare i prezzi dei materiali imposto da un decreto del 2022. Tutto ciò ha causato uno slittamento complessivo di oltre un anno. Nel corso delle lavorazioni è emersa anche la necessità di sostituire completamente tutti gli impianti esistenti, a causa di nuove normative e per ottenere le certificazioni necessarie. Va inoltre ricordato che la piscina è un’opera firmata dall’architetto Gio Ponti e, in quanto considerata bene “documento”, ha richiesto ulteriori accortezze progettuali e autorizzative. Più di recente, nei primi mesi del 2025, sopralluoghi con i Vigili del fuoco e con Deval hanno evidenziato la necessità di ulteriori interventi sull’impiantistica, come l’adeguamento antincendio e la messa a norma di locali tecnici. Anche questi lavori, pur se affidati separatamente, hanno avuto effetti sul cantiere principale.»

L'Assessore ha quindi riferito che «la fine dei lavori è attualmente prevista per luglio 2025, termine che non potrà essere superato senza l’applicazione delle penali contrattuali. La riapertura al pubblico avverrà subito dopo il completamento dei collaudi, che sono già in fase di organizzazione per evitare ulteriori ritardi. Nel dettaglio, sono in fase di completamento la posa dei rivestimenti e delle piastrellature interne al piano vasca, agli spogliatoi e agli spazi comuni. Seguiranno le tinteggiature, l'installazione dell’illuminazione, degli arredi, dei sistemi di controllo accessi e dei lavori esterni. Il risultato finale sarà un'opera completamente rivista, sia dal punto di vista estetico che funzionale. A garanzia del rispetto delle tempistiche, ho provveduto con le Strutture, direttamente e a più riprese, ad effettuare specifici sopralluoghi, anche con la partecipazione dell’Amministrazione comunale, nei mesi di gennaio, febbraio, aprile e maggio 2025.»

«Oggi, finalmente, abbiamo una data presunta di apertura - ha replicato il Consigliere Ganis -, ma non possiamo non rilevare come ci sia stata una mancanza di attenzione nella gestione degli interventi: quando un cantiere si prolunga per anni, è lecito chiedersi se vi sia stata un'adeguata pianificazione iniziale, un monitoraggio costante dei lavori e la capacità di risolvere gli imprevisti. Questi ritardi hanno causato un grave danno economico per le strutture ricettive e commerciali e danno la percezione di uno spreco di denaro pubblico.»

SC