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Communiqué n° 252 de 7 mai 2025
Sessione europea: ampio dibattito in Aula, respinta una risoluzione
Dopo l’intervento dell’Assessore Luciano Caveri, la sessione europea e internazionale del Consiglio è proseguita con un ampio dibattito su temi di attualità europea.
L'Assemblea ha anche respinto, con 27 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA, RV, FI, PCP), 1 voto contrario (Consigliere Padovani) e 7 a favore (Lega VdA, GM), una risoluzione sul Green Deal, Patto di stabilità e Piano ReArm Europe, depositata in Aula dai gruppi Lega Vallée d'Aoste e Misto. Il testo, illustrato dal Capogruppo Andrea Manfrin, voleva impegnare il Governo regionale a sostenere le iniziative del Governo centrale e degli enti locali per un loro intervento urgente presso le istituzioni europee finalizzato a ridefinire gli obblighi imposti dal Green Deal, proponendo obiettivi più sostenibili per l'Italia, in grado di contemperare la tutela ambientale con la salvaguardia del tessuto produttivo. La risoluzione chiedeva anche di promuovere in seno al Consiglio dell'Ue e nelle altre sedi competenti una revisione del Patto di stabilità introducendo maggiore flessibilità nei parametri di bilancio e consentendo così investimenti pubblici strategici, sgravi fiscali e politiche di crescita economica; di rappresentare in ogni sede opportuna la propria ferma opposizione all'attuazione del Piano ReArm Europe/Readiness 2030, indirizzando le risorse verso altre priorità di interesse pubblico; di riferire periodicamente al Consiglio regionale e alla Conferenza Stato-Regioni gli sviluppi delle azioni intraprese per tutelare gli interessi dell'Italia.
Il dibattito in Aula
Per il Capogruppo della Lega Valle d'Aoste, Andrea Manfrin, «la parola chiave per parlare del progetto dell'Ue è diventata "sovranità": non è una brutta parola, è addirittura inserita nell'articolo 1 della nostra Costituzione. Se dovessimo piazzarci in un ipotetico scacchiere, direi che le forze autonomiste sono fameliche di sovranità e di certo non rinuncerebbero mai a dire la propria su molti temi. La Lega, che si colloca nel campo autonomista, crede fermamente in questo principio e da sempre porta avanti questa battaglia: tanto nei territori, come evidenziato dalla riforma Calderoli, tanto in Europa, per salvaguardare la sovranità del nostro Paese minacciato da un'Ue, un gigante burocratico e oppressivo, che ha soppiantato il progetto originario, ovvero una comunità con accordi di libero scambio e di rapporti di buon vicinato tra Paesi, un'Europa dei popoli e delle nazioni. La libertà è l'elemento fondamentale della sovranità: un principio che è difficile da applicare perché l'Europa ha un interesse, per non dire un eccesso, regolatorio che mina la nostra sovranità. Noi non possiamo accettare il principio della difesa comune europea: dobbiamo armarci proprio ora che l'unico conflitto europeo sta volgendo al termine, facendo debito comune e chiudendo gli ospedali? È una follia quella del riarmo, così come sono una follia il diritto à la carte e il progressivo svuotamento della sovranità che un tirannosauro burocratico sta operando alle nostre spalle.»
«La Vallée d’Aoste s’est investie dans la promotion de nombreux projets transfrontaliers et dans la participation à la coordination technique des politiques pour la montagne, ce qui est absolument louable mais, en réalité, nous continuons à voguer d’un canal de financement à l’autre qui, trop souvent, peinent à traiter les enjeux de fond de manière structurelle - a estimé le Chef du groupe Rassemblement Valdôtain, Stefano Aggravi -. Nous devons faire un pas en avant! Nous revendiquons le droit à une justice fiscale territoriale à fin que l’Europe reconnaisse les zones de montagne comme des zones économiquement défavorisées de manière structurelle, en prévoyant des formes stables et durables de défiscalisation, pour les citoyens et les entreprises, permettant un réel rééquilibrage compétitif avec les zones de plaine. Il ne suffit pas d’attribuer des fonds sur une base projet. Il est nécessaire de restituer aux territoires la liberté de décider, d’investir et de croître. Sur le plan international, la Région participe aussi à d’importantes initiatives, dont le Sommet du Grand Continent, dédié à des thèmes de grande envergure, mais quelles sont les retombées effectives? La construction de politiques incisives pour nos communautés, ou elles ne sont que des vitrines où le poids des mots dépasse celui des décisions? La montagne n’est pas une périphérie: elle est un laboratoire, une frontière, une identité.»
Il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, ha osservato: «Ci sono delle grandi sfide di interesse comune da portare avanti e bisogna avere la capacità di avere una visione d’insieme, perché l'Europa è la nostra casa comune: non condividiamo solo un simbolo, ma condividiamo un'identità e dei valori, uno stare insieme per migliorare le condizioni socio-economiche e di sicurezza delle nostre realtà. È evidente che non tutto funziona: anche l'istituzione europea ha una grande necessità di riforme per essere adeguata ai tempi che viviamo. I grandi soggetti sono tre: Ue, Stato, Regioni ed è un problema complesso disciplinare istituzioni che sono su livelli diversi, dove ognuno ha le proprie responsabilità sul risultato complessivo. Questa fase storica, di grande disordine, è sfidante: occorre più che mai accrescere il ruolo dell'Ue per dare sicurezza ai nostri cittadini e offrire occasioni di crescita per tutti. Noi di Forza Italia crediamo fortemente nel processo di aggregazione europeo e riteniamo importante potenziare il discorso della difesa comune, per garantire risultati che siano sostenibili e che da soli i Paesi non potrebbero affrontare. Siamo una forza che cerca di dare stabilità all'istituzione comune europea e cercheremo di portare avanti le istanze di difesa della montagna, del nostro territorio e delle nostre prerogative nell’ambito delle istituzioni europee in cui siamo presenti e parte del Partito popolare europeo.»
«Nel Manifesto di Ventotene era chiaro l'obbiettivo di liberare l'Europa dalle guerre e, per farlo, ci sono voluti i movimenti di Resistenza che in tutto il continente hanno combattuto il nazifascismo e liberato i Paesi europei - ha dichiarato la Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz -. Mai come in questo particolare momento storico o si fa veramente l'Europa o si muore. È importante che emerga la voglia di riconoscersi come cittadini europei, appartenenti a un'entità più grande dei rispettivi Stati nazionali. Da autonomista, sono lontanissima dai sovranismi che promuovono la centralità dello stato-nazione e l'Ue rappresenta invece il desiderio di ritrovarsi insieme per costruire un progetto di comunità, unita da valori comuni. Serve però un'Europa più forte e mai subalterna a nessuno, un'Europa di pace e di dialogo che sia libera, unita, capace di agire e di parlare con una voce comune sul piano internazionale. La guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, il riarmo, l'aumento delle disuguaglianze economiche e di genere, il respingimento dei migranti sono mali da superare. In quest'ottica l'Ue deve diventare una vera federazione proprio come avevano pensato i realizzatori del Manifesto di Ventotene per costruire un mondo che superi le divisioni e l'Unione è l'esempio, seppure incompiuto, di come si possono superare gli egoismi nazionali.»
Il Consigliere Luca Distort (Lega VdA) ha chiesto: «Quanto sono stati utilizzati i fondi europei rispetto a tutte le opportunità disponibili? All'Assessore Caveri riconosco l'onestà intellettuale nell’aver ammesso le profonde difficoltà di accesso ai fondi europei, ma questo non giustifica l’incapacità di utilizzarli. Qui non si tratta di essere pro o contro l’Europa: nessuno, dopo il secondo conflitto mondiale, ne mette in dubbio il valore. Tuttavia, è innegabile che la base fondativa dell'Europa sia stata il cristianesimo, che ne ha costruito l’anima. Esiste infatti un comune patrimonio di valori culturali e storici di matrice cristiana. Cosa accomuna un italiano a un danese? Non la lingua, né l’ordinamento statale, né la storia economica. Sono i valori cristiani, che però l’Europa ha trascurato. Ignorare questi valori significa privare l’Europa della sua anima. È una riflessione che dobbiamo affrontare in questo Consiglio, che è il luogo delle scelte e delle idee. Questo modello di Europa non è un dogma ma potrebbe migliorare: un modello che oggi ipotizza un esercito europeo, ma che non ha saputo essere all'altezza diplomatica per gestire la tensione del Dombass.»
«Le aree montane, parte essenziale del nostro patrimonio naturale, culturale ed economico, sono territori vulnerabili, dove la marginalità geografica si somma a criticità socio-economiche e richiedono risposte mirate e lungimiranti che, sovente, non arrivano - ha sottolineato il Consigliere Corrado Jordan (UV) -. Il sostegno a queste aree deve inserirsi in un disegno di ampio respiro, quello dell’Europa delle Regioni, un'istituzione che riconosce e valorizza le diversità territoriali, ascolta le istanze locali e le traduce in politiche efficaci. Siamo convinti che le regioni di montagna debbano essere considerate come interlocutori strategici nella definizione delle politiche europee. Perché una montagna viva non riguarda solo chi la abita: è una risorsa per l'intera comunità europea, è un baluardo contro il dissesto, è un serbatoio di biodiversità, è un'opportunità di crescita sostenibile. Inoltre, rafforzare il ruolo di rappresentanza delle Regioni contribuirà a ad avvicinare i cittadini delle istituzioni europee e a rafforzare la fiducia in un Europa che, troppo spesso, è percepita come distante e complicata.»
L'Assesseur au territoire et environnement, Davide Sapinet, a fait le point sur les activités de l'Espace Mont-Blanc qui «dans le cadre des accords de coopération représente un cas particulier. En 2024, la Conférence transfrontalière Mont-Blanc a principalement consacré son action au projet de constitution de l’Espace en Groupement européen de coopération territoriale. Le Gect, outil de droit européen, vise à permettre aux collectivités publiques de se réunir en une nouvelle entité, dotée de la personnalité juridique, avec l’objectif de faciliter la collaboration au-delà des frontières et de surmonter les obstacles qui entravent la coopération territoriale. En outre, on a poursuivi les autres projets de l’Espace Mont-Blanc, à savoir: la gestion Casermetta au Col de la Seigne, l’organisation des séjours transfrontaliers et la feuille de route "Adaptation aux changements climatiques dans l’Espace Mont-Blanc" pour le développement durable adapté aux nouvelles conditions climatiques de l’arc alpin et à l'intérieur de laquelle figure le projet PrévRisk-Changements climatiques.»
L'Assessore all'agricoltura, Marco Carrel, ha parlato della difficoltà di attuazione delle politiche Ue che «scritte a livello europeo, quando applicate a livello locale, determinano l'insorgere di problematiche concrete. Dal mio insediamento, ho dato centralità alla realizzazione di un percorso partecipato confrontandomi, anche all'interno di un tavolo, che ho voluto appositamente costituire, con i portatori di interessi del settore agricolo per poi interfacciarmi direttamente con Agea e il Ministero dell'agricoltura, fino ad arrivare alla Commissione europea. L'Assessorato ha così potuto intervenire in maniera puntuale cercando di adattare, nei limiti del possibile, le disposizioni europee alla realtà e alle esigenze di agricoltori e allevatori valdostani. Rendendo sempre più attuale e vicino alle aziende, anche grazie al confronto con le altre Regioni, abbiamo potuto regionalizzare gli interventi del Piano nazionale sull'agricoltura applicandolo al nostro territorio in modo da rispettarne le peculiarità e portare i reali vantaggi alla realtà locale. Il futuro dell’agricoltura europea è fortemente legato alla valorizzazione dei territori e la Valle d’Aosta può svolgere un ruolo proattivo nella nuova stagione strategica europea, trasformando le sfide della montagna in opportunità per l’Europa intera. Auspico che nella prossima programmazione 2028-2034 si possa tornare ad avere un Piano da discutere direttamente con la Commissione europea, senza la mediazione con degli uffici nazionali.»
«In questo dibattito sono emerse due visioni - ha commentato il Consigliere Diego Lucianaz (gruppo Misto) -: quella amministrativa degli Assessori, che hanno elencato una serie di attività sul territorio, scaturite dai programmi euro-unitari; più politico-amministrativo l'intervento dell'Assessore Caveri. Politicamente, mi sento distante dalle posizioni di Conte e Draghi e da quanto è stato attuato durante la gestione del Covid, che considero come gravi atti coercitivi, così come da Macron e coloro che sostengono i leader europei. Ciò che manca oggi è la fiducia dei cittadini verso l’Europa. Le risorse finanziarie sembrano infinite, eppure il cittadino percepisce un'Europa lontana: quella della Presidente Von Der Leyen che è stata processata ma non condannata per l'acquisto dei vaccini, un’Unione che preclude le candidature della Le Pen o di Georgescu dalla corsa elettorale. Ora tocca a Afd in Germania. Prendo le distanze anche dalle lobby economiche, che influenzano pesantemente l’operato dei parlamentari europei. Mi auguro che questo modo di fare politica venga superato, perché le lobby sono un modo vergognoso di minare i processi democratici. Quella che portate avanti è un’attività puramente amministrativa dettata dall'Agenda globalista, ma i valdostani, attraverso il voto, sapranno considerare quanto le vostre scelte dipendano dai fondi europei o da scelte autonome. I costi delle bollette energetiche dipendono ancora oggi dal prezzo del petrolio.»
Il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, ha parlato di «un'Europa schiacciata tra i colossi economici, con una guerra interna al continente, in una crisi energetica pressante che si deve anche confrontare con le scelte scellerate degli Usa e i dazi di Trump. Noi vogliamo proseguire in un cammino di integrazione e solidarietà in un modello di democrazia sovranazionale, il più avanzato del mondo, con un protagonismo condiviso e paritario fra gli Stati e i cittadini. C'è bisogno di riforme per adeguarsi al nuovo assetto e ci aspettano sfide globali che non sono certo quelle belligeranti che devastano intere nazioni e popolazioni. Dobbiamo mettere al centro la pace e le persone e farlo tutti insieme perché da soli non si va da nessuna parte. Per questo serve rilanciare la cooperazione in una unità europea consolidata che non ceda di fronte a certe forze reazionarie. Bisogna guardare a un'Europa solidale e federale, basata sulla crescita economica, sulle imprese e sull'innovazione che garantisca competitività, prosperità ed equità dando il giusto valore ai cittadini. L'Europa è e rimane un riferimento importante: lo era con il Manifesto di Ventotene e oggi conferma la sua centralità.»
Per il Consigliere Christian Ganis (FI), «dalla gestione delle risorse europee in Valle d'Aosta emergono aspetti positivi ma anche delle criticità: apprezziamo l'impegno nel promuovere il ruolo della nostra regione, l'attenzione alla cooperazione transfrontaliera, la valorizzazione del nostro territorio montano, ma dobbiamo fare di più nel gestire i programmi europei, utilizzando efficacemente queste risorse per sostenere la crescita economica e sociale della nostra comunità. La relazione, pur descrivendo un'ampia gamma di attività, manca di una chiara visione strategica: non emergono le priorità a lungo termine per la Valle d'Aosta nel contesto europeo e come le singole azioni contribuiscano a raggiungerle. Notiamo una certa enfasi nella rivendicazione delle Regioni nei confronti dell'Ue, ma riteniamo importante un dialogo costruttivo con il Governo italiano e un'azione coordinata a livello nazionale per massimizzare i benefici derivanti dalla nostra appartenenza all'Ue. Il nostro è un europeismo critico e costruttivo che vuole cogliere le opportunità senza subirne passivamente le decisioni: in quest'ottica ci impegniamo a vigliare sull'operato del Governo regionale e a presentare proposte concrete per il bene dei nostri cittadini.»
Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha rilevato che «il tema Europa è stato oggi affrontato con prospettive e approcci talvolta molto diversi tra loro, ma il dibattito è fondamentale per individuare convergenze e comprendere le divergenze. Per alcuni, l'Europa può rappresentare un limite, ma per noi è un'opportunità da cogliere a tutti i livelli. La normativa eurounitaria incide sempre più sulle politiche nazionali e locali, ed è essenziale un confronto diretto con le istituzioni Ue per riportare l'attenzione sul nostro territorio, consentendoci, nel rispetto dei valori comunitari, di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti. L'Europa delle Regioni deve essere un motore di crescita condivisa, nel pieno rispetto dell'identità e dell'autonomia delle comunità che la compongono. Ogni rapporto richiede equilibrio, e questo passa necessariamente attraverso il dialogo con gli organi legislativi e le istituzioni europee - un'occasione per ampliare le nostre possibilità e rafforzare la collaborazione. Certo, il sistema europeo ha meccanismi spesso criticati per la loro lentezza, ma sostenere il cammino verso un'Europa delle Regioni è cruciale per tutelare gli interessi del nostro territorio.»
SC-LT