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Communiqué n° 230 de 16 avril 2025

Interrogazione sulla competenza legislativa della Regione in materia pensionistica

 

La potestà legislativa della Regione in materia pensionistica è stata al centro di un'interrogazione del gruppo Progetto Civico Progressista discussa nella seduta consiliare del 16 aprile 2025.

«Il disegno di legge approvato dal Consiglio il 26 marzo scorso contenente disposizioni urgenti per lo sviluppo organizzativo degli enti del comparto unico della Valle d'Aosta, che ha modificato la legge regionale n. 22/2010, presenta delle criticità legate a tre emendamenti, recepiti dall'Aula, in materia di collocamento a riposo e di trattenimento in servizio - ha affermato la Capogruppo Erika Guichardaz -. Gli emendamenti, trasmessi dal Presidente della Regione il 25 marzo, senza adeguato approfondimento in Commissione, sono stati discussi in Aula prima che i Consiglieri di minoranza ricevessero la nota dell’Inps, che afferma che gli stessi trattano temi giuslavoristici fuori dalla competenza dell’Istituto. Inoltre il disegno di legge contiene modifiche allineate al d.lgs. 165/2001 (norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), come il comando d’ufficio fino a 50 km senza consenso e il nullaosta per la mobilità solo in enti con meno di 100 dipendenti. Vorremmo avere chiarimenti sul confronto avuto con i sindacati riguardo a questi tre emendamenti, inclusi eventuali pareri e documentazione condivisa nonché sulla legittimità, prima del 26 marzo, di legiferare su materie previdenziali contenute negli articoli 64 e 65 della legge regionale n. 22/2010. Inoltre ci preme sapere se il comando d’ufficio e le norme recepite sulla mobilità sono materia statale o frutto di scelte dell’Amministrazione regionale

Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, rispondendo alla questione degli emendamenti e al confronto avuto con i sindacati, ha riferito che «il contenuto relativo al riallineamento alle disposizioni statali è stato presentato alle organizzazioni sindacali il 18 febbraio 2025 a margine di un altro incontro. Il Savt ha manifestato sin da subito la propria contrarietà, mentre le altre organizzazioni non si sono espresse. È stato concordato l’invio di una richiesta di parere all’Inps ed è stato organizzato un incontro tecnico in data 27 febbraio, nel corso del quale sono state illustrate le ragioni della proposta di emendamento, ritenuta necessaria e ineludibile. All’esito dell'incontro con il Savt, l’emendamento era rimasto in sospeso in attesa del parere dell’Inps, che è arrivato solo venerdì 21 marzo quando il disegno di legge era già stato iscritto all'ordine del giorno del Consiglio del 26 marzo. Visto il tenore della risposta dell'Inps, considerato come la materia sia di competenza esclusiva dello Stato e ravvisata l’urgenza e la necessità di trasparenza normativa per tutti gli enti del comparto unico regionale, l’emendamento è stato presentato in Aula

Il Presidente ha poi ricordato che «le disposizioni contenute negli articoli 64 e 65 della legge regionale 22/2010, riguardavano la materia della previdenza sociale, ambito che ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, rientra nella competenza esclusiva dello Stato, alla quale la normativa regionale è sempre stata allineata. Evidenzio come la legge 22 riportasse 40 anni di anzianità lavorativa, ma in realtà gli uffici dell’Amministrazione regionale, dopo la modifica normativa apportata dal decreto-legge 201/2011, con decorrenza a partire dal 2019, procedessero al pensionamento d’ufficio solo al compimento del 42° anno di lavoro più 10 mesi per gli uomini e al 41° anno lavorativo più 10 mesi per le donne, allineandosi di fatto alla normativa nazionale. Questo ha implicato che il collocamento a riposo dei dipendenti del comparto unico della Valle d’Aosta avvenisse sempre alle stesse condizioni previste per il restante personale del pubblico impiego in Italia. Eliminata, dalla normativa nazionale, la facoltà del pensionamento d’ufficio al raggiungimento dell’età contributiva utile alla maturazione della pensione, gli articoli della legge regionale così come concepiti non potevano più essere applicati in quanto, come già detto, la previdenza sociale è materia di competenza esclusiva dello Stato. Continuare ad applicare la normativa regionale avrebbe, dunque, comportato oneri non previsti per l’Inps, esponendo l’Amministrazione al rischio di contenziosi e a potenziali responsabilità erariali, derivanti da collocamenti a riposo effettuati in assenza di una normativa legittima. La disciplina della mobilità, invece, rientra nell'organizzazione degli uffici ed è la Regione ad avere potestà legislativa in merito: il comando d’ufficio e, più in generale, tutta la disciplina della mobilità è frutto di una scelta voluta e condivisa con gli enti locali

La Capogruppo Guichardaz si è detta contrariata per il fatto che «rispetto alla tematica del collocamento a riposo che impatta, oltre che sulla vita dei singoli lavoratori, anche sul sistema nel suo complesso, la Regione abbia chiesto il solo parere dell'Inps che, per altro, non ha dichiarato che la materia fosse relativa alla previdenza sociale, ma ha rimandato alla competenza giuslavoristica. Su una materia così complessa, quindi, il Governo doveva approfondire e dare la possibilità a tutti di poterlo fare, mentre la decisione è stata basata su un unico parere. Non è poi coretto parlare di allineamento della normativa regionale con quella nazionale. Nel 2015, la legge Madia (n. 124/2015) stabiliva che l'Amministrazione poteva procedere al pensionamento d'ufficio del lavoratore al compimento del 65° anno di età e non mi sembra ci fosse allineamento. È importante evidenziare che la misura introdotta dal Governo regionale produce anche degli effetti retroattivi andando a discriminare ulteriormente molti lavoratori che sono ancora attualmente in servizio i quali, oltre a dover posticipare la data del loro pensionamento avranno anche dei ritardi rispetto al pagamento della buonuscita con tagli importanti che possono raggiungere il 20%. Importante ribadire quanto affermato dal Presidente: il comando d'ufficio e le mobilità del personale sono frutto di scelte politiche locali che in questa materia avevano le competenze per poter prendere decisioni diverse. Tutta la legge e i tre emendamenti avrebbero dovuto essere affrontati con maggiore prudenza e scrupolo

LT