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Communiqué n° 120 de 27 février 2025
Iniziato l'esame delle proposte di legge per l'elezione del Consiglio Valle
Nella seduta mattutina del 27 febbraio 2025, l'Assemblea ha iniziato l'esame di quattro proposte di legge in materia di elezione del Consiglio Valle.
Di queste, una - presentata dal gruppo Union Valdôtaine il 14 luglio 2023 - ha ottenuto, in un nuovo testo, il parere favorevole della prima Commissione. Le altre tre proposte di legge, sulle quali è stato espresso parere contrario in Commissione, sono: una del gruppo Progetto Civico Progressista, presentata il 26 aprile 2022; una congiunta dei gruppi Lega Vallée d'Aoste e Forza Italia del 3 agosto 2023; una del gruppo Rassemblement Valdôtain, del 7 ottobre 2024.
I gruppi Rassemblement Valdôtain, Lega VdA e Forza Italia hanno annunciato in Aula il ritiro dei loro testi di legge.
Relazione d'Aula gruppo UV
Il Consigliere Erik Lavevaz ha illustrato il testo proposto dall'Union Valdôtaine, evidenziando che «la visione di riforma elettorale prevedeva inizialmente diversi interventi normativi volti a trovare delle risposte al persistente problema dell'instabilità dei governi e delle maggioranze della nostra Regione. In particolare: la somma delle cifre elettorali di tutte le liste con programma elettorale comune, anche quelle che non hanno raggiunto il quoziente naturale, per evitare la perdita di voti; il vincolo tra liste e coalizione per legare il programma elettorale alla responsabilità politica dei sottoscrittori; l'obbligo di indicare i criteri per la scelta del Presidente della Regione; l'introduzione del "doppio premio" di maggioranza per garantire stabilità all'esecutivo regionale, senza però frustrare le prerogative delle opposizioni visto che la misura dei seggi garantiti (22) è comunque inferiore ai due terzi del totale).»
«Purtroppo su questi aspetti, fondamentali per poter considerare questa proposta una riforma di legge elettorale, non si sono trovate convergenze e quindi sono state emendate già in Commissione consiliare - ha aggiunto Lavevaz -. Già nella proposta iniziale, tuttavia, era evidenziata l'esigenza, altrettanto stringente, di favorire una più ampia presenza del genere meno rappresentato all'interno del Consiglio Valle, aspetto che ha trovato una convergenza all'interno della maggioranza attuale. La nostra proposta di legge introduce quindi la possibilità di esprimere fino a 3 preferenze con l'aggiunta che, nel caso di espressione di tre preferenze, almeno una deve riguardare candidati di genere diverso, pena l'annullamento dell'ultima preferenza. Questa formulazione riprende quanto già previsto per l'elezione dei consigli comunali, garantendo uniformità nelle procedure e chiarezza per l'elettore: un aspetto non secondario, in particolare nel caso di concomitanza fra elezioni regionali e comunali, come sarà in autunno. La sua applicazione nelle ultime elezioni comunali ha permesso un deciso miglioramento dell'equilibrio di genere nei Consigli. Un primo passo, non la soluzione definitiva di un problema che nel nostro paese in particolare, richiede probabilmente un cambiamento culturale di fondo.»
Relazione d'Aula gruppo PCP
La Consigliera Chiara Minelli, nell'illustrare la proposta di legge del gruppo Progetto Civico Progressista, ha ricordato che «è stata presentata nella prima parte della Legislatura, in linea con il programma PCP e con tempi adeguati per una riforma incisiva del sistema elettorale regionale. Questo obiettivo era centrale anche nel Programma di Legislatura del Governo Lavevaz e nei programmi elettorali del 2020. L'impianto mira a rispondere alla necessità - per noi imprescindibile - di garantire stabilità di governo, evitando le crisi e le incertezze che hanno compromesso l’Amministrazione regionale negli ultimi anni. Troppo spesso non è stata rispettata la volontà degli elettori, con orientamenti e alleanze che sono stati stravolti nel corso delle Legislature. Anche in quella attuale, abbiamo assistito ad un cambio di rotta oltre che di nocchiero. Un'altra esigenza fondamentale è l’equilibrio di genere, come previsto dalla Costituzione e dallo Statuto speciale: il sistema attuale non garantisce parità tra uomini e donne né prevede la presenza di entrambi i generi in Giunta. La doppia preferenza di genere, già adottata in tutte le Regioni italiane tranne Sicilia, Friuli Venezia Giulia e chez nous, è quindi indispensabile. Infine, l'attuale sistema elettorale è poco democratico: con una soglia di sbarramento del 5,7% e l’obbligo di raccogliere 900 firme per le liste non rappresentate in Consiglio, si ostacola la partecipazione di nuove forze politiche. La nostra è quindi una proposta di riforma organica, su cui è stata presentata una richiesta di referendum consultivo da parte di 3363 elettori (che è stata respinta dal Consiglio), a dimostrazione dell'interesse della comunità valdostana per la tematica, ma che non ha ricevuto, e non riceverà, risposte adeguate.»
«I punti essenziali della proposta sono - ha proseguito -: elezione diretta del Presidente della Regione e della maggioranza collegata con vittoria al primo turno con almeno il 40% dei voti; in caso contrario, ballottaggio tra i due candidati più votati; la lista o coalizione vincente ottiene almeno 21 seggi e al massimo 24 seggi; 11 seggi riservati alle minoranze per garantirne la rappresentanza; la mozione di sfiducia al Presidente della Regione comporta decadenza, scioglimento del Consiglio e nuove elezioni; limite di due mandati per il Presidente, che non può ricandidarsi nemmeno come Consigliere; Giunta limitata a un massimo di sette componenti (Presidente + sei Assessori); soglia di sbarramento ridotta al 4% (attualmente 5,7%); numero minimo di firme per presentare una lista ridotto a 300 (attualmente 900); doppia preferenza di genere introdotta senza ambiguità; per i candidati in lista, ogni genere deve rappresentare almeno il 40% (attualmente 35%); obbligo di presenza di entrambi i generi in Giunta (attualmente non previsto); età minima per l’elettorato passivo abbassata a 18 anni (attualmente 21); spoglio delle schede centralizzato.»
Gruppi Lega VdA e FI
Il Consigliere Paolo Sammaritani (Lega VdA) ha dettagliato i contenuti della proposta di legge depositata dai gruppi Lega Vallée d'Aoste e Forza Italia: «L'attuale legislazione elettorale regionale è ridondante, a tratti contraddittoria e priva di un disegno unitario: scopo della nostra proposta è proprio quello di riportare a coerenza il sistema elettorale valdostano e la forma di governo. Per rendere più trasparente il procedimento di elezione del Presidente della Regione da parte del Consiglio Valle, il testo prevede che il gruppo consiliare con il maggior numero di seggi dovrà designare il proprio capolista come candidato alla Presidenza, con la possibilità di nominare un altro candidato se il capolista non è eletto. In tal modo, si bilancia la necessità di tenere in maggiore considerazione la volontà degli elettori con il potere statutario del Consiglio, in primis del gruppo consiliare di maggioranza relativa, di scegliere un candidato alla Presidenza. Per dare maggiore stabilità al governo regionale, la mozione di sfiducia costruttiva viene eliminata: se il Presidente viene sfiduciato, il Consiglio si scioglie e si va a nuove elezioni.»
«Per l'elezione del Consiglio Valle - ha aggiunto -, sono individuati alcuni dispositivi idonei a contrastare la frammentazione elettorale e favorire la semplificazione. La soglia di sbarramento viene abbassata al 4% e allo stesso tempo si introducono delle disposizioni di favore per i gruppi di liste. Questi devono ottenere almeno il 9% dei voti per partecipare al riparto dei seggi e al loro interno partecipano al riparto anche le liste che abbiano ottenuto almeno il 3% dei voti. In questo modo, si enfatizza la necessità di non disperdere tutti gli sforzi elettorali compiuti da liste minori che abbiano scelto di entrare a far parte di una coalizione. Inoltre, vengono introdotti premi di maggioranza per i gruppi che ottengono il 35% (19 seggi) e il 40% (21 seggi) dei voti. Per garantire il pluralismo politico, si riduce a 500 il numero minimo di firme per la presentazione di una lista nuova e si prevede che le liste corrispondenti a gruppi parlamentari siano esentate dalla raccolta firme. Gli elettori possono esprimere fino a cinque preferenze, anziché una sola, ampliando così il diritto del cittadino di scegliere i propri rappresentanti.»
Il Consigliere Sammaritani ha quindi annunciato il ritiro della proposta e che il gruppo Lega VdA non parteciperà alla discussione: «La tanto annunciata riforma elettorale della maggioranza si è risolta in un cambio sul numero delle preferenze. Non c'è mai stato un vero confronto tra maggioranza e opposizione su una materia così delicata. La maggioranza, ha presentato una legge organica per poi ripulirla completamente dai contenuti essenziali, partorendo il proverbiale "ridicolo topolino". Oggi, fuori tempo massimo, mette indietro l'orologio di sette anni ritornando alle tre preferenze per accontentare la sinistra che, a suo tempo, le volle cancellare per evitare i problemi di cordate e di accordi sotterranei. Il testo in discussione oggi non dice niente sulla governabilità di una Regione che ha le Giunte più ballerine d'Italia. Siamo di fronte all'ennesima riforma mancata. Tra pochi mesi gli elettori valdostani potranno dire se si accontentano di questa situazione o se sono stanchi delle vuote promesse elettorali. Annuncio quindi il ritiro della nostra firma dalla proposta presentata insieme a Forza Italia. Il nostro gruppo si riserva di contrastare l'azione della maggioranza con l'eventuale richiesta di referendum.»
«Per Forza Italia la riforma elettorale è stata sempre al centro delle sue priorità: la prima - ha esordito il Capogruppo Pierluigi Marquis -. L'elezione diretta del Presidente della Regione per noi è la chiave di volta della riforma. Non avendo i numeri in Aula per perseguire l’obiettivo, a seguito di mediazione con le forze del centro destra, abbiamo presentato la proposta di legge n. 118 quale sintesi tra le varie sensibilità politiche. All'interno della prima Commissione il lavoro è stato arduo e poco proficuo: il dossier elettorale è stato quindi spostato all'attenzione del tavolo politico. Chi governa la Regione dovrebbe avere una maggiore responsabilità e aprire al confronto, al dibattito, alla mediazione e invece il tema è stato lasciato, di fatto, dormiente per essere tirato fuori dal cilindro in fretta e furia all'ultimo minuto, stravolgendo alcuni principi cardine su cui si sarebbe dovuta basare la tanto annunciata riforma elettorale. La proposta della maggioranza è rinunciataria e confusa rispetto alle condivisioni politiche originarie sulle finalità da perseguire. Nel 2020 la preferenza unica è stata imposta dalla sinistra come soluzione a tutti i mali e oggi, invece, quella stessa sinistra ha cambiato idea appoggiando le tre preferenze. È evidente il fallimento politico del Governo che dopo pochi anni dalla predisposizione del progetto di legge ne abroga i suoi contenuti fondamentali. Non essendoci la possibilità di discutere con successo la proposta di legge n. 118 che, invece, è articolata e organica, ci sentiamo costretti a ritirare la firma dalla stessa. E, non intendiamo neanche continuare prendere parte al proseguo della discussione su una proposta di legge che ha abdicato sulla governabilità.»
Il Vicecapogruppo di FI, Mauro Baccega, ha ricordato che «dal 2021 ho sollecitato la maggioranza ad avviare l'iter di modifica legislativa per rendere più democratico il percorso elettorale a cui è seguito un silenzio totale. Nel 2022, il gruppo Forza Italia ha deciso di presentare una legge finalizzata a portare stabilità di governo visto anche il momento storico contraddistinto da vari cambi di maggioranza. Successivamente, abbiamo deciso di ampliare il nostro percorso e abbiamo condiviso un nuovo progetto con il gruppo Lega Valle d'Aosta che è una sintesi delle varie visioni politiche.»
Gruppo Rassemblement Valdôtain
Il Capogruppo Stefano Aggravi ha riferito che «l'obiettivo della nostra proposta non era certo quello di avere l'ambizione di costituire "La" riforma della vigente legge elettorale, bensì tentare di sbloccare una impasse alla quale sembra ormai condannata questa Legislatura. Alcuni elementi non sono di novità rispetto agli altri testi di legge in discussione, mentre altri si pongono nel mezzo di altre proposte.»
Il Consigliere ha poi annunciato il ritiro della proposta di legge rappresentando che «ad agosto 2024, in un incontro al quale parteciparono i segretari e presidenti delle forze di maggioranza, si era trovato un accordo di massima sulle preferenze di cui una di genere e sull'ottimizzazione delle soglie di sbarramento, che poi venne meno da un confronto tutto interno all'UV. Le interlocuzioni sono poi riprese in una nuova fase, al termine della quale come RV abbiamo consegnato un documento politico alle forze di maggioranza, sul quale non abbiamo mai ricevuto risposta. Vi sono poi stati incontri successivi estemporanei, che non hanno portato nulla di nuovo. Oggi, le proposte in discussione non possono essere rappresentate come "riforme" elettorali, le regole del gioco vanno sempre scritte a più ampia maggioranza possibile e per tempo. Il tempo è davvero scaduto, poco altro da dire. In conseguenza, abbiamo nostro malgrado dovuto prendere atto del fatto che non si sia voluto fare un discorso di insieme tra proposte di legge elettorali e disegno di legge sull’election day - intervento che di fatto completa quelle che saranno le regole del gioco del 2025 - e sempre nostro malgrado abbiamo dovuto prendere atto che la nostra proposta non fosse di interesse. Prendiamo dunque atto, senza la presunzione di essere stati esaustivi in questo nostro ragionamento - chiamiamolo così - di quanto avvenuto sino ad oggi ed in tal senso quale ultimo atto di questa nostra proposta di legge ne annunciamo il ritiro proprio perché il suo obiettivo è venuto meno. Spiace essere arrivati a questo punto, ma così è.»
La proposta prevedeva: introduzione della facoltà di esprimere fino a quattro preferenze, di cui almeno una deve riguardare candidati di genere diverso, pena l'annullamento della terza preferenza; abbassamento dell'età minima per diventare consigliere a 18 anni; obbligo di indicare nel programma elettorale i criteri per la scelta del Presidente della Regione; soglia di sbarramento al 4,5% per le liste e al 9% per i gruppi di liste, purché almeno una lista del gruppo raggiunga il 4,5%: le liste sotto questa soglia non accedono ai seggi ma contribuiscono al totale del gruppo, evitando così la dispersione dei voti delle formazioni minori che si coalizzano; elezione del Presidente della Regione e degli Assessori per appello nominale a maggioranza assoluta, eliminando il voto segreto.
I lavori sono sospesi e riprendono alle ore 15.
SC-LT