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Communiqué n° 85 de 12 février 2025

Interpellanza sul traforo del Monte Bianco

 

La percorribilità continuativa del traforo del Monte Bianco è stata nuovamente oggetto di dibattito con un'interpellanza presentata dal gruppo Rassemblement Valdôtain nella seduta consiliare del 12 febbraio 2025.

Premettendo di aver appreso «da notizie stampa che le autorità francesi non parteciperanno alla consultazione transfrontaliera avviata dalla Regione per il Piano regionale dei trasporti 2035 che prevede anche la realizzazione di una seconda canna del Traforo», il Capogruppo Stefano Aggravi ha chiesto di sapere «quali sono gli effetti in termini politici e di attuazione dei contenuti del Prt; se vi sono state interlocuzioni sul raddoppio del Traforo con le autorità francesi e con i ministeri italiani, in quali termini e con quali risvolti; quali azioni sta portando avanti in questi ultimi mesi di Legislatura il Governo regionale per favorire il raggiungimento di una soluzione definitiva per la percorribilità continuativa del Tmb.»

«La decisione delle autorità francesi era immaginabile e non ha alcun effetto particolare sul Prt, che precisa che l’intervento sul traforo del Monte Bianco (così come su quello del Gran San Bernardo) non fa parte dello scenario del Piano ma di quello evolutivo - ha commentato il Presidente della Regione, Renzo Testolin -. Non ci sono quindi effetti dal punto di vista amministrativo che vede la prosecuzione dell’iter del Piano regionale dei trasporti, né dal punto di vista politico. Le interlocuzioni con le autorità francesi non sono prettamente di competenza della Regione che, nel tempo, ha sempre manifestato la propria posizione finalizzata alla sicurezza della circolazione nel tunnel; alla fluidità del traffico, anche considerando che è stato ormai “smontato” l’assioma ideologico che identifica i mezzi pesanti come principale causa dell’inquinamento ambientale a Courmayeur e a Chamonix; all’esigenza di assicurare i collegamenti strategici tra Italia e Francia. Il Prt inserisce la questione del Monte Bianco nel contesto internazionale, come pungolo alle autorità competenti ad assumere delle decisioni. Questo primo passo da parte dell'Amministrazione regionale ha sicuramente sollecitato la presa in carico della situazione da parte delle autorità interessate, in maniera anche amministrativamente tangibile. La dichiarazione di intenti sottoscritta con il Conseil général de la Haute-Savoie non parla espressamente del Tmb dato che la questione esula anche dalle competenze del Conseil général. Riteniamo comunque che una condivisione di intenti tra le due popolazioni potrà essere utile, portando una visione del territorio nel contesto decisionale tra i due Stati. Siamo in sintonia con il Ministro degli esteri, Antonio Tajani, e ho già dato notizia della prossima istituzione di un Comitato tecnico binazionale per studiare fattibilità e i costi, utile a valutare il possibile raddoppio del Traforo. È l'inizio di un percorso pragmatico per capire se dal punto di vista politico ci sia l'intenzione e la possibilità di assumere delle decisioni sulla base di dati concreti e non solo di ipotesi

«Proseguiremo nelle azioni di stimolo per dare una soluzione definitiva alla situazione del Tmb che, oltre ad essere fondamentale per l’economia franco-italiana ed europea, rappresenta per la Valle d’Aosta la condizione essenziale per sviluppare rapporti di collaborazione con Savoia e Alta Savoia in un territorio che il Trattato del Quirinale ha finalmente definito come un ambito di vita comune - ha affermato Testolin -. L’incontro di Nizza del 7 febbraio scorso del Comitato di cooperazione transfrontaliera ci ha permesso di prendere anche dei contatti con "l'incaricato di missione", recentemente identificato dal Ministero italiano delle infrastrutture, per curare le analisi sul traforo e sui valichi alpini. Abbiamo manifestato la nostra disponibilità per le interlocuzioni necessarie a condividere la visione del nostro territorio e a favorire i rapporti con le realtà locali transfrontaliere. Analoga figura era già stata individuata dall’omologo Ministero francese con un envoyé de mission incaricato di raccogliere le impressioni sui territori interessati: un aspetto interessante che apre prospettive di collaborazione da non sottovalutare.»

«La creazione del Comitato di cooperazione e dell'incaricato di missione possono essere più che utili per trovare una soluzione che, non necessariamente, deve passare soltanto dalla Valle d'Aosta - ha osservato il Capogruppo Aggravi -. Infatti, i valichi alpini possono essere considerati come un sistema vascolare essendo tra loro interconnessi. In passato abbiamo visto come i problemi di circolazione al Frejus si siano ripercossi su tutti gli altri trafori compresi quelli valdostani. È necessario però che la nostra Regione sia presente quando saranno messe a terra le decisioni, perché non bisogna concentrarsi solo sull'infrastruttura ma è fondamentale dare centralità anche al contesto di riferimento, per evitare che le ricadute negative si ripercuotano sui territori coinvolti

LT