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Communiqué n° 526 de 2 octobre 2024

Interpellanza sulla tutela dalle emissioni prodotte dai campi magnetici

 

Nella seduta consiliare del 2 ottobre 2024, si è parlato di tutela dei cittadini dalle emissioni prodotte dai campi magnetici, con un'interpellanza del gruppo Rassemblement Valdôtain.

«L'ampia letteratura scientifica accreditata evidenzia i rischi del G5 che produrrà un aumento notevole dell'esposizione a radiazioni a radiofrequenza oltre a quelle del wi-fi e del 2, 3 e 4G - ha affermato il Consigliere Diego Lucianaz -. Chiediamo quali siano le tempistiche, la logistica e la metodologia impiegate per misurare le emissioni dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici percepite dal tessuto biologico (non quelle emesse alla fonte) rio; se questa misurazione è effettivamente registrata spalmando la media delle emissioni sulle 24 ore giornaliere o, se invece, vengono registrati i 6 minuti canonici previsti dalla letteratura scientifica. Sono già registrati picchi massimi superiori ai 61 Volt per metro?» Riferendosi alla recente legge approvata dal Consiglio (16/2024) in materia di radiotelecomunicazioni che ha trasferito le competenze in capo alla Regione, il Consigliere ha voluto sapere: «La struttura regionale competente ha già recepito gli interventi di pianificazione territoriale dei Comuni, sviluppati con i Regolamenti/Piani Antenne, o subiranno delle modifiche? Vorremmo anche capire con quale criterio e quali modalità le competenze regionali troveranno attuazione nei Piani d'intesa - affinché le stazioni radioelettriche non incidano negativamente sul territorio - e come tengono ora conto dei rischi degli effetti delle emissioni tossiche prodotte dai campi magnetici a lungo termine sulle forme di vita (esseri umani e non) in applicazione del principio di precauzione (sancito dall'articolo 191 del Trattato sull'Unione europea); quale azione preventiva si intende mettere in campo a beneficio dei cittadini elettrosensibili, portatori di patologie, pacemaker o che si trovano in situazione di particolare fragilità.»

Riguardo alla misurazione delle emissioni dei campi elettrici, l'Assessore all'innovazione, Luciano Caveri, ha detto che «i rilievi sono svolti da Arpa su richiesta degli enti locali o di propria iniziativa per verificare il rispetto dei valori di riferimento - che sono quelli definiti dalla normativa statale - o ancora attraverso campagne di monitoraggio ripetute nel tempo come quella che si ripete da 20 anni lungo le strade di Aosta. Le misure vengono svolte in luoghi accessibili da persone (abitazioni, scuole, parchi giochi, strade). I valori devono essere rilevati ad un'altezza di 1.50 metri sul piano di calpestio e sono da intendersi come media dei valori nell'arco delle 24 ore. Non sono mai stati in Valle d'Aosta misurati valori superiori a 61 Volt per metro.»

«In previsione delle attività previste nell'ambito del Piano Italia 5G, gestito dal Ministero delle imprese per tramite della società Infratel Italia - ha proseguito -, la Regione ha già avviato un tavolo di lavoro con la società FiberCop, aggiudicataria per la realizzazione del Piano in Valle d'Aosta. Trattandosi di piani nazionali, la Regione non ricopre un ruolo attivo nel Piano, ma sono state avviate delle azioni di sensibilizzazione nei confronti dei portatori di interesse, con lo scopo di limitare gli impatti ambientali e paesaggistici sul territorio, tenuto conto che le limitazioni per la tutela della salute pubblica devono essere sempre soddisfatte e vengono puntualmente monitorate da Arpa e dalla Divisione controllo emissioni radioelettriche del Ministero. La tutela della salute pubblica viene garantita da specifiche normative e prescinde dalle competenze che sono in capo alla legge regionale n. 25/2005.»

L'Assessore ha poi riferito che «l'elettrosensibilità attualmente non è ritenuta una vera e propria malattia dall'Organizzazione mondiale della sanità e da gran parte della comunità scientifica: non si rilevano ad oggi evidenze scientifiche che forniscano parametri definiti in grado di dimostrare la relazione causa-effetto tra sintomatologia sofferta ed esposizione al campo. Per quanto riguarda i soggetti portatori di pacemaker, i pazienti vengono informati dai cardiologi sui potenziali rischi; si segnala comunque che i dispositivi più recenti sono a prova di campi magnetici intensi.»

«In Valle d'Aosta c'è una particolare sensibilità su questo argomento - ha replicato il Consigliere Lucianaz -, che preoccupa molto la popolazione, vista la diffusione capillare di questi dispositivi. La Regione, anche se non ha competenze specifiche in materia di limiti di emissione, dovrebbe fare di più per garantire la tutela della salute dei suoi cittadini e non pensare solo alla sola diffusione delle infrastrutture. Ricordo che i Sindaci sono ancora sempre autorità sanitarie sul proprio territorio.»

SC