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Communiqué n° 263 de 25 mai 2023

Interrogazione sui volumi irrigui dei Consorzi di miglioramento fondiario

 

Quale è stata la riduzione dei volumi irrigui imposta ai Consorzi di miglioramento fondiario che sono stati oggetto di rinnovo delle loro storiche concessioni? Quanti di questi e per quali motivi non hanno ancora sottoscritto il disciplinare contenente le condizioni cui dovrà essere vincolato il rinnovo? Quali le conseguenze? È quanto ha chiesto il gruppo Lega Vallée d'Aoste con un'interrogazione discussa nella seduta consiliare del 25 maggio 2023.

È anche stato richiesto se il Governo condivide la gravità della situazione in cui si trovano ad operare tanti Consorzi che, oltre alla crescente carenza di volontari per la gestione del sistema irriguo, devono anche sottostare a limitazioni dei quantitativi idrici non sempre comprensibili, soprattutto quando alcuni di essi hanno già raggiunto accordi con imprese private per il co-utilizzo irriguo/idroelettrico della risorsa o hanno da tempo un’istruttoria aperta con l’Amministrazione regionale.

L'Assessore al territorio, Davide Sapinet, ha riferito che «118 Consorzi di miglioramento fondiario risultano già in possesso di almeno una concessione di derivazione d'acqua rilasciata dall'Amministrazione regionale; 34 istanze di rinnovo degli antichi diritti di derivazione sono in istruttoria e soltanto una decina tra quelle ad oggi presentate sono in attesa di iniziare l'iter istruttorio, diverse possiedono un comprensorio irriguo in quota e, a causa della presenza di neve, non è ancora stato possibile effettuare i sopralluoghi di verifica. In altri casi l'istruttoria è stata sospesa in quanto in attesa di integrazione dei documenti.»

«Per quanto riguarda la riduzione dei volumi - ha sottolineato Sapinet - è trascorso ormai un secolo dalla presentazione delle domande di riconoscimento del prelievo idrico afferenti agli Antichi diritti di derivazione e la fotografia della situazione attuale della realtà agricola della Regione Autonoma Valle d'Aosta si presenta ben diversa da quella degli anni ’20 dello scorso secolo, oltre al fatto che la normativa è stata ampiamente rimodulata dalle nuove disposizioni regionali, nazionali ed eurounitarie. Per altro, molti quantitativi stabiliti negli Antichi diritti di derivazione erano puramente indicativi, in quanto riportati su domande di riconoscimento del diritto di derivazione non istruite dagli uffici del Genio Civile e afferenti la massima capacità di trasporto del canale irriguo utilizzato, ma non avevano collegamenti diretti con la superficie irrigua servita. I Consorzi che non hanno ancora sottoscritto il disciplinare sono due: Baise Pierre/Lo Lair /Plan Rafort e Ru de Ponton. L’inosservanza della sottoscrizione del disciplinare di concessione può comportare due distinte conseguenze. La più drastica, ma fondamentalmente solo teorica, è la formale revoca del diritto di derivazione e di utilizzazione dell’acqua. In conseguenza dovrebbero essere adottate tutte le misure per ricondurre la situazione nell’alveo della legittimità amministrativa impedendo l’esercizio del prelievo fintantoché il medesimo non sia sorretto da apposito decreto concessorio. La seconda, invece, prevede l’adozione del decreto di concessione anche in assenza della sottoscrizione del disciplinare da parte del Consorzio beneficiario, essendo la concessione un provvedimento amministrativo altamente discrezionale, mediante il quale viene conferita da una superiore Autorità la facoltà ad un soggetto beneficiario di utilizzare un bene demaniale altrimenti indisponibile

Sull'attività dei Consorzi, l'Assessore ha considerato «fondamentale il loro ruolo in quanto primi attori per la gestione capillare del territorio rurale della Regione Autonoma Valle d'Aosta. Siamo consapevoli delle difficoltà che attraversano questi organismi nella gestione del sistema irriguo, tant’è che gli uffici di questo Assessorato sono impegnati in diversi tavoli di lavoro con altri Assessorati ed Enti competenti in materia per cercare di trovare delle soluzioni alle difficoltà finanziarie, giuridiche, gestionali, tuttavia, nel rispetto delle vigenti normative e degli atti pianificatori in materia, in particolare quelle contenute nel PTA per un utilizzo razionale delle risorse al fine di non generare sprechi, tema di scottante attualità in connessione ai fenomeni legati al cambiamento climatico in atto ed alla riduzione della disponibilità idrica i cui effetti si sono manifestati drammaticamente nel corso della scorsa stagione irrigua (anno 2022).»

Il Consigliere Diego Lucianaz, nella replica, si è detto confortato dalla risposta «per la considerazione dimostrata nei confronti di questi istituti secolari, nati ben prima della Regione Valle d'Aosta. Prima di fare foto dall'alto con un drone per le valutazioni del caso, cercherei un confronto diretto e approfondito con i vertici di questi Consorzi che gestiscono la più importante risorsa del nostro territorio. I Consorzi conoscono l'acqua, la sanno sfruttare e il troppo-pieno viene restituito ai fiumi e ai torrenti. Bisogna affrontare la questione delle derivazioni in un'ottica diversa che va oltre i calcoli e i numeri e valorizza il prezioso lavoro fatto a tutela del nostro territorio. Inoltre le strutture regionali devono valutare con maggiore sensibilità anche le richieste di co-utilizzo che permetterebbero un utilizzo industriale del flusso dell'acqua divenendo preziosa risorsa economica utile a compensare le inevitabili spese di manutenzione dell'impianto.»

LT