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Communiqué n° 254 de 24 mai 2023

Sessione europea: presentata la relazione sulle attività della Regione, approvata una risoluzione

 

I lavori del Consiglio regionale, convocato oggi mercoledì 24 e domani giovedì 25 maggio 2023 in sessione europea e in via ordinaria, si sono aperti con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell'alluvione dell'Emilia-Romagna.

L'Assemblea ha quindi affrontato le attività svolte dalla Regione autonoma Valle d'Aosta nel 2022 per l'attuazione delle politiche promosse dall'Unione europea e in materia di rapporti internazionali, che sono contenute in una corposa relazione di 147 pagine suddivisa in otto capitoli. Il Consiglio ne ha preso atto e contestualmente ha approvato all'unanimità una risoluzione depositata in Aula dal gruppo Lega Vallée d'Aoste che impegna l'Assessore con delega agli affari europei a farsi promotore nelle deputate sedi comunitarie e al contempo a promuovere iniziative volte a riaffermare e consolidare la posizione della Valle d'Aosta nell'ambito dell'Unione europea quale regione di montagna sempre più caratterizzata da svantaggi naturali, demografici e competitivi (come il "costo della vita") rispetto ad altre regioni con maggior densità demografica.

L'Assessore agli affari europei, Luciano Caveri, ha illustrato la relazione: «L'Unione europea è una delle caratteristiche della storia della Valle d'Aosta, che ha sempre avuto una visione aperta, forte del nostro particolarismo linguistico e geografico frontaliero. La relazione si occupa molto della Politica di coesione, con la Politica regionale di sviluppo che impatta sulla nostra regione in maniera significativa e che passa per il tramite di vari Programmi che dispongono di cofinanziamenti a finalità strutturale, di fonte europea, statale e regionale, e che interessano, nella loro eterogeneità, una larga parte del tessuto economico e sociale. Riguardo al PNRR, saranno 600 gli interventi finanziati per una cifra di 410 milioni di euro cui si somma l'intervento di elettrificazione di RFI. Il PNRR è un tema politico rilevante: non nascondo qualche preoccupazione e mi auguro che l'accordo tra Stato e Regioni che definirà le linee di un comune impegno per la politica di coesione non suoni come un'invasione di campo nelle competenze regionali, con una centralizzazione dei fondi del PNRR in capo allo Stato. Nella relazione, si affronta anche il tema delicato degli aiuti di Stato, che sono stati ammorbiditi nel post-pandemia, così come sono approfondite le tematiche della ricerca e dello sviluppo - che è uno dei filoni attorno ai quali si possono ottenere finanziamenti cospicui -, della digitalizzazione - con il progetto bandiera di 14 milioni nell'ambito del PNRR -, la mobilità sostenibile, l'ambiente, l'energia, le politiche giovanili e gli scambi, le pari opportunità e l'immigrazione. Infine, c'è un capitolo sulla francofonia, quale elemento politico di respiro in una sorta di politica estera regionale: la scelta di aderire nuovamente all'Association internationale des régions francophones è importante così come c'è la necessità di tornare a partecipare, come invitati, ai Sommet de la francophonie.»

Pour l'Assesseur Caveri, «la question montagne reste à la une dans la politique européenne: les zones de montagne sont des zones privilégiées dans la politique de cohésion en raison des coûts qui pèsent plus qu'ailleurs et qui ne peuvent pas rentrer dans la définition de cots standards. Cette année nous allons célébrer le 80e anniversaire de la Déclaration de Chivasso et nous sommes en train d'envisager un événement pour réfléchir autour de la double lecture que l'on peut faire autour de cette Charte visionnaire: d'un côté, les peuples alpins avec la spécificité de la montagne et, de l'autre, le fédéralisme, qui a été le grand perdant depuis l'unité nationale. La coopération transfrontalière dans le cadre de Alcotra et le rapport Suisse-Italie sont fondamentaux pour dépasser les limites des Etats dans le but de résoudre les problèmes régionaux, tout comme nous espérons beaucoup du Traité du Quirinale pour focaliser l'importance de notre Vallée et, à ce sujet, nous espérons accueillir à la fin de l'année un grand sommet politique, journalistique et culturel. Il s'agit d'une collaboration que nous ne pouvons pas laisser passer. Notre particularisme linguistique et notre position géographique sont le ciment de notre vision pour l'Europe de demain.»

Il dibattito in Aula ha occupato l'intera seduta mattutina.

La valorisation de l'Espace Mont-Blanc a fait l'objet de l'intervention de l'Assesseur du territoire et de l'environnement, Davide Sapinet: «Il s'agit d'une importante initiative de coopération transfrontalière qui réunit la Vallée d'Aoste, Savoie, Haute-Savoie et Valais, avec la finalité de protéger ce territoire dont l'exceptionnel patrimoine naturel et environnemental cohabite avec des activités économiques et touristiques d'envergure internationale. En 2022 la conférence transfrontalière a rédigé une feuille de route qui a été coordonnée par notre Région et qui prend en compte une série de thèmes très importants avec une attention particulière sur la question climatique et du réchauffement global. L'Espace Mont-Blac vise à être reconnu comme un point de référence sur le changement climatique dans les Alpes et ce sujet est à l'agenda depuis plusieures années. Pour ce qui est de l'engagement au projet de candidature du Mont-Blanc au Patrimoine mondial de l'Unesco, en tant que lieu aux valeurs uniques du point de vue naturel, paysager et culturel, le partenariat de l'Espace a examiné les différents avis au sujet de cette candidature. Les parties suisses et françaises ont exprimés des réserves voulant poursuivre les réflexions sur la protection de l'Espace en tenant compte d'autres formes de mise en valeur comme le Géopark global ou la Réserve de la biosphère. La Conférence de l'Espace a recommandé que la candidature au patrimoine mondial soit soumise à une phase de consultation des communautés locales intéressées qui est aujourd'hui en cours.»

L'Assessore all'agricoltura, Marco Carrel, si è focalizzato sul Programma di sviluppo rurale: «Nel 2022 si chiude la programmazione del PSR 2014-2022 - con le liquidazioni che andranno fino al 2025 - e si apre il nuovo ciclo 2023-2027. Nel 2014-2022, all'agricoltura valdostana sono stati destinati 176 milioni di euro, cui si aggiungono 5,4 milioni dalla quota del Next Generation dell'UE. Queste risorse sono state divise in diverse misure: le misure a superficie con 117 milioni di euro messe a disposizione e di cui già liquidati 110 milioni; alle misure strutturali erano destinati 42,8 milioni di euro, ne sono stati impegnati 36 milioni e 26,8 milioni già liquidati; alla misura Leader erano destinati 10,3 milioni di cui 10 milioni già impegnati. È importante guardare a quanto fatto per riflettere su come intervenire nella prossima programmazione: per esempio, ai bandi  "bio" hanno partecipato 30 aziende per un importo di 208mila euro, il che ci dà l'indicazione di come sia necessario lavorare su questo settore viste le indicazioni della nuova programmazione; per le misure forestali sono stati impegnati 968mila e sono stati liquidati 644mila euro, un dato importante che ci dice come nella nuova programmazione occorrerà investire sullo sviluppo della filiera del legno di cui il nostro territorio gode in abbondanza. Infine, la Valle d'Aosta ha un ottimo stato di avanzamento finanziario e fisico del PSR: gli impegni sono al 93,81% delle risorse destinate e i pagamenti al 78,27%, siamo quindi al primo posto tra le Regioni che attingono ad AGEA come ente pagatore. È un segnale buono da cui ripartire per la prossima programmazione e su cui stiamo ancora lavorando per renderla sempre più attuale e più vicina alle aziende.»

«Nel 1990 eravamo in ritardo rispetto alle altre Regioni per sfruttare le opportunità legate agli aiuti europei - ha affermato il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier -. Oggi invece abbiamo dei programmi con una capacità di spesa che è tra le migliori a livello italiano, ad esempio nel settore agricolo e dell'allevamento. È solo l'inizio di un percorso che ci consentirà di rafforzare questi settori produttivi anche attraverso altri interventi sempre a livello europeo che passano attraverso il sistema Valle d'Aosta, oculato, puntuale e programmato. Mi riferisco, ad esempio, al Programma di investimenti per la crescita e l'occupazione, ma sono importanti anche le azioni per la formazione professionale nei vari settori della produzione. Recentemente abbiamo ricevuto delle sollecitazioni per la formazione di tecnici su grandi impianti di generazione di energia, guardando non solo al nostro presente ma anche all'evoluzione futura del sistema: un ragionamento complessivo che dovrà essere fatto non solo a livello regionali ma anche su scala nazionale ed europea.»

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha annunciato il deposito di una risoluzione sulla relazione per riaffermare la posizione della Valle d'Aosta nell'ambito dell'UE quale regione di montagna: «L'Unione europea dovrebbe essere un'area valutaria ottimale con caposaldo la moneta unica ma anche con l'omogeneizzazione dell'IVA dalla quale siamo ancora lontani, con una politica di coesione che dovrebbe cercare di contemperare le distorsioni che ci sono tra i vari territori, con una omogeneizzazione degli indirizzi che risultano ancora un ginepraio. Noi tutti vorremmo un'Europa più federale, ma oggi dobbiamo prendere atto che l'Unione europea ha come interlocutori privilegiati gli Stati nazionali, i quali non vogliono perdere potere dando spazio ai livelli superiori - l'UE - e ai livelli inferiori - le Regioni. L'UE continua a muoversi - e lo vediamo sul confine ucraino e nel Mediterraneo - come medie e piccole potenze che agiscono con moto proprio senza una strategia complessiva: oggi, di fatto, il futuro dell'UE rimane nell'incontro tra Ministri delle finanze, perché è lì che si può giocare concretamente. Riguardo alla Dichiarazione di Chivasso, di cui quest'anno celebreremo l'80° anniversario, sono tre i pilastri che la caratterizzano: le autonomie politico-amministrative, quelle culturali e scolastiche, quelle economiche. È da questi tre elementi che bisogna ripartire per portare più Valle d'Aosta e più federalismo in Europa. Non ho grandi speranze sul futuro dell'Europa, ma mi auguro che, o dall'alto o dal basso, le cose possano andare nel verso giusto.»

«Nous considérons l'Union européenne comme une valeur d'importance fondamentale pour notre Pays, pour la volonté de dépasser les logiques nationalistes néfastes, mais elle a une valeur encore plus importante pour la Vallée d'Aoste, qui se situe aux frontières de l'Etat italien et qui a toujours eu un échange important avec la Savoie française et le Valais suisse», ha esordito la Consigliera Chiara Minelli (PCP), per proseguire: «L'Europa ci fa bene anche rispetto al modo di amministrare. Siamo una Regione autonoma che legifera, gestisce risorse, ha il compito di governare una comunità di 120 mila abitanti e dall'Unione europea stiamo imparando alcuni aspetti importanti di metodo come la programmazione, la tempistica, la resocontazione e la verifica; ma abbiamo ancora della strada da fare perché la nostra "resilienza" alla programmazione e al rispetto delle tempistiche sono ancora elevati. Un altro aspetto del "valore Europa" sono i finanziamenti che riceviamo: c'è un flusso di denaro consistente - ulteriormente incrementato con il PNRR e il Recovery Fund - che non sarebbe automaticamente dovuto, visto che la Valle d'Aosta non finanzia direttamente l'Unione europea. La legge regionale di vent'anni fa (n. 8/2006) poneva una particolare enfasi sulla sessione europea e internazionale che, però, nel tempo si è ridimensionata tanto da diventare uno dei cento punti inserito nell'ordine del giorno del Consiglio regionale, rischiando di essere un semplice adempimento, vuoto di significato. Il documento presentato in Aula è diventato un testo molto tecnico ma manca la visione politica su come si sta posizionando la Valle d'Aosta rispetto ai parametri europei su linee fondamentali come il contrasto ai cambiamenti climatici, la transizione energetica, la mobilità sostenibile non inquinante, l'agricoltura di montagna, la sanità e l'educazione scolastica. Mi pare un documento dovuto per legge piuttosto che un'occasione per capire se stiamo andando nella giusta direzione e se stiamo usando bene le risorse comunitarie. Ci sono poi aspetti paradossali nel testo: fra questi lo spazio riservato dalla relazione all'elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta, finanziata con 110 milioni del PNRR, 8 righe: lo stesso spazio dedicato ad una iniziativa della Fondation Chanoux, un incontro con un professore di storia che ha attraversato le Alpi con una armatura, allo scopo di studiare gli spostamenti degli eserciti medievali!»

Il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, ha dichiarato: «Siamo europeisti convinti e aderiamo al Partito popolare europeo; crediamo nell'Europa delle nazioni ma anche in quella delle regioni. In questi ultimi anni l'importanza dell'Europa si è manifestata in modo molto evidente: durante la pandemia l'UE si è presa in carico il problema, così come lo ha fatto nella guerra in Ucraina. Oggi, stiamo vivendo una situazione di oggettiva difficoltà, ma l'Unione ha cercato di dare una mano per cercare di uscirne, perché da soli gli Stati membri non ci sarebbero riusciti. Il tema principale è quello della sussidiarietà: noi crediamo sia un valore importante così come riteniamo fondamentale ottimizzare i vari livelli istituzionali, partendo dal basso verso l'alto. È questo l'approccio che bisogna avere per arrivare allo sviluppo sostenibile di una comunità. L'appartenenza all'UE è un'opportunità per la Valle d'Aosta, anche se vi sono ancora molte resistenze nell'ammodernamento dell'Amministrazione. Due dati significativi della relazione mettono in luce alcune criticità nel condurre le attività: le difficoltà a impegnare tutte le risorse messe a disposizione e la grande polverizzazione delle iniziative che vengono prodotte. Il tema delle popolazioni di montagna deve essere affrontato con serietà, perché le Alpi sono il punto di passaggio e di collegamento tra il Nord e il Sud dell'Europa e meritano una politica di grande attenzione da parte dell'UE. C'è ancora molto da fare per migliorare e semplificare, ma noi crediamo che l'UE sia fondamentale per stimolare la crescita della nostra comunità.»

«L'Assessore Caveri dice che vuole più democrazia e più partecipazione nell'UE - ha commentato il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin - esaltando però il progetto europeo e prendendosela con i Ministri della Repubblica se, secondo lui invadono la competenza regionale. Bisognerebbe sentirsi altrettanto disturbati quando l'UE invade il campo delle Regioni, condizionando pesantemente e in maniera diretta l'attività dei territori locali. L'Unione critica e definisce dannosi per la salute i nostri prodotti vinicoli e alimentari e poi assolve e sostiene la distribuzione di cibi come la carne sintetica. La direttiva "green" sulle case impatterà in maniera significativa sull'economia dei territori, così come le auto elettriche ci consegneranno in mano alla Cina che detiene le terre rare. L'UE nasce dalla Comunità europea del carbone e dell'acciaio, basata sulla libera circolazione delle merci. Siamo partiti, dunque, da un principio libertario, per arrivare oggi a una pianificazione rigorosa e assoluta che riempie ogni aspetto della nostra vita e ci lascia poco spazio di manovra. All'interno di questa Unione ci sono poi paesi che contano di più e altri che contano di meno: una sorta di élite che sicuramente non fa onore al pensiero dei Padri fondatori. Anche la definizione di una "Europa che ci ha regalato 70 anni di pace" è fuorviante, visti il precedente conflitto nei Balcani e l'attuale questione dell'Ucraina. La trasparenza dell'azione amministrativa, tanto decantata e spinta dall'UE, ha dimostrato tutti i suoi limiti con la contrattazione per l'acquisto dei vaccini Pfizer e ancora oggi non siamo in grado di sapere come sia stata condotta. Per quanto riguarda la relazione presentata in Aula, notiamo che non è stata affrontata la questione dei confini con la Francia: l'UE avrebbe potuto fare da arbitro e invece, pilatescamente, ha deciso di non decidere.»

«Ho ascoltato analisi politiche molto importanti, ma provenendo dalle terre alte vi evidenzio un problema pratico - ha sostenuto il Consigliere del gruppo Misto Claudio Restano -. Ci avviciniamo alle elezioni europee e l'attuale sistema elettorale ci penalizza: il raggiungimento delle 50 mila preferenze è per noi un sogno, ma si dovrebbe arrivare a proporre una circoscrizione che ci tuteli maggiormente come minoranza linguistica francofona oppure ridurre il numero preferenze da raggiungere a 25mila. Questa è oggi la nostra priorità: dobbiamo impegnarci tutti insieme perché il risultato è dare voce ai valdostani al Parlamento europeo. Esorto tutti ad attivarsi per arrivare a questo obiettivo.»

Per il Consigliere Luca Distort (Lega VdA), «a fronte del progetto dei suoi veri padri fondatori - Adenauer, De Gasperi e Schuman - l'Europa dell'euro e delle burocrazie non è mai stata credibile: aver bandito le nostre radici cristiane ne ha fatto un organismo sterile e senza una coscienza collettiva. Questo è un dato di fatto. I vari Paesi non dovevano essere livellati secondo una forzatura omologatrice: ogni Paese, nel progetto vero, doveva conservare la sua energia sovrana per essere linfa efficace per una Unione europea che altrimenti rimane un gigantesco strumento di imposizione conformativa. Sopprimere la sovranità degli Stati in nome del protagonismo europeo è la stessa dinamica con la quale si sopprime l'autonomia delle Regioni nei confronti del livello più alto. Solo gli irriducibili sostenitori di una internazionale non più solo socialista ma finanziaria e burocratica cercano di nascondere questo fatto al grido di "più Europa". Questo non era il progetto di Unione europea, ma oggi dobbiamo farcelo andare bene. In questa fase, dobbiamo quindi adattarci sopportando le imposizioni, ma dobbiamo farlo in maniera attiva, cogliendo le opportunità dove ci sono e attingendo alle risorse economiche a disposizione. Occorre avere la capacità di ideare progetti mirati al nostro territorio, declinandoli in chiave di valorizzazione: quindi non solo un impiego quantitativo dei fondi ma una visione qualitativa dei progetti, creando una filiera corta per promuovere il nostro territorio, la nostra storia, la nostra identità, il nostro tessuto imprenditoriale, in inversione di tendenza rispetto all'imperativo del globalismo livellatore. È questo che il Governo regionale deve fare, consapevole che l'albero si riconosce dai frutti.»

«Malgré les défauts évidents come la technocratie e la relation avec le lobbies, le rôle de l'Union européenne est de plus en plus central dans le politiques de tous les États membres influencées positivement par la perspective fédéraliste - a dit le Conseiller Corrado Jordan (AV-VdAU) -. L'UE a porté de grandes révolutions comme le marché unique, la libérté de circulation des personnes, des marchandises, du capital, des services, l'union monetaire et bancaire avec l'euro qui a protégé les épargnes des citoyens européens pendant les crises et toute une série d'innovations qui ont profondément amélioré notre vie. Le strategie declinate in ambito europeo ci consentono di coordinare i nostri interventi anche in casi di estrema gravità, come ad esempio durante la pandemia da Covid-19 a cui l'UE ha risposto con il Piano per la ripresa europea con l'intento di guidare gli Stati membri fuori dalla crisi. È stata subito attivata la clausola di salvaguardia che ha consentito ai Paesi e anche alla Valle d'Aosta di intervenire a sostegno dell'economia. Con il Green deal sono state poste le basi per la strategia sulla mobilità sostenibile e intelligente; sono stati affrontati in maniera significativa i temi del lavoro e dell'uguaglianza nel lavoro, i diritti delle persone con disabilità. La trasformazione digitale, la politica industriale delle imprese e quella agricola sono state sono e saranno opportunità interessanti nella nostra realtà. La Valle d'Aosta intende svolgere un ruolo importante nel contesto nazionale ed europeo, confermando gli obiettivi politico-strategici regionali, delineati e condivisi anche nei documenti strategici che gli Assessori hanno presentato, per una ricostruzione che punti sui saperi e sulle competenze, che dia valore alla ricerca e all’innovazione, che punti sulla transizione ecologica, sul contrasto ai divari sociali, di genere e territoriali. Lo facciamo, lo abbiamo fatto con una programmazione dei fondi comunitari che ci vede protagonisti, che ci vede attenti a cogliere ogni opportunità, che ha visto l'Amministrazione regionale, gli enti locali ed enti strumentali crescere in termini di capacità di intercettare i fondi e programmare azioni e interventi di qualità che diventano sempre più strutturali e qualificanti per lo sviluppo nei nostri territori. Fondi comunitari che diventano strumento di programmazione strategico e che permettono di affrontare temi qualificanti per tutta la realtà regionale.»

Le Conseiller de l'UV Erik Lavevaz a dit: «En ce particulier moment historique l'UE fait face à différentes complexités qui sont difficiles à gérer: il faut donc un nouvel élan, du point de vue institutionnel aussi, pour aborder les nouveaux défis. Le rôle fondamental de l'Europe ne doit pas être seulement celui de réaliser des politiques économiques: elle doit se pencher sur le niveau socio-économique, si nous voulons que l'Europe reste centrale au niveau mondial, car l'axe est en train de se déplacer de plus en plus vers l'Asie. Il faut donc une nouvelle période de réforme pour relancer la centralité politique, la représentation démocratique et la perception de l'Europe de la part de la population. Une forte politique européenne avec un rôle de subsidiarité plutôt que de redistribution de ressources est tout à fait nécessaire. Il faut un engagement plus convaincu, il faut conclure l'union monétaire, il faut des politiques sur les transports et sur les voies de communication européenne, il faut faire face aux défis des changements climatiques en mettant à point des politiques énergétiques, qui sont à mont de toute question environnementale. L'environnement est véritablement le défi présent et futur. La Vallée d'Aoste, qui a dans son histoire une vocation naturelle pour l'Europe, peut être encore aujourd'hui une pépinière, un laboratoire et un territoire d'inspiration pour réaliser cette nouvelle Europe.»

«Le dossier de l'Union européenne est très important pour notre Région - a souligné le Chef du groupe AV-VdAU, Albert Chatrian -. Dans ce rapport, nous avons ciblé des points de force qui nous permettront de progresser pour favoriser le développement de la Vallée d'Aoste. Il est très important en ce moment que la politique agisse pour faire entendre la voix de la montagne en Europe de façon forte et unie.» Il Consigliere ha poi giudicato «interessante il sondaggio fatto qualche mese fa dal quale emerge che il 79% dei giovani si dichiarano europeisti convinti e si mettono in evidenza i numerosi punti di forza senza abdicare ai punti di debolezza. Non dobbiamo aver paura di far arrivare le esigenze della nostra regione e della montagna all'interno di questa Unione in cui noi crediamo. A dispetto del territorio ridotto e dei nostri piccoli numeri dobbiamo mettere in campo tutta la forza politica autonomista che può fare la differenza in Europa, rappresentando le esigenze delle popolazioni di montagna che hanno deciso di costruire il loro e il nostro futuro in questi territori.»

Il Consigliere Diego Lucianaz (Lega VdA) ha ricordato che «nella Dichiarazione di Chivasso - anche se i suoi ispiratori avevano una visione europea - si parla di Europa esclusivamente nel passaggio dove si afferma la volontà di garantire nel futuro assetto europeo l'avvento di una pace stabile e duratura. Non travisiamo quindi il senso dei promotori della Carta. Il loro obiettivo era quello di riformare lo Stato in senso federale. Non facciamo un'altra Dichiarazione dei rappresentanti dei popoli alpini: la Carta di Chivasso è una pietra miliare per il percorso autonomista e questo deve rimanere.» Venendo alla relazione sulle attività di rilievo europeo, il Consigliere ha sostenuto che «non esce un quadro confortante se non in termini di distribuzione delle risorse. Abbiamo capito quali sono i poteri e gli interessi che ci sono all'interno dell'Europa e la questione dei vaccini Pzifer ne è un esempio: 71 miliardi di euro per acquistare vaccini che rimarranno in larga parte inutilizzati è uno scandalo e le istituzioni europee così come quelle statali dovrebbero dare delle risposte al più grande contratto mai firmato dalla Commissione europea nella segretezza più assoluta.»

Le Conseiller Augusto Rollandin (PlA) a parlé de «thème délicat et difficile: il y a des positions différentes, mais il faut comprendre quelle est l'attitude par rapport aux secteurs qui touchent à l'école, l'agriculture, l'environnement. Aujourd'hui, les considérations avancées pourront être importantes en vue de travailler dans les années à venir. Il faudrait que dans les écoles il y ait un passage pour trouver le système de parler davantage d'Europe et de son importance.»

Le Président de la Région, Renzo Testolin, a souligné les «opportunités offertes par l'UE avec les projets qui nous permettent de valoriser notre langue, notre culture et notre patrimoine environnemental. Il est aussi important de faire connaître les caractéristiques de la montagne qui doit être représentée avec force à l'intérieur de l'Europe. J'estime que le défi gagnant est celui de viser à une "Europe des régions" plutôt que à une "Europe des États", en changeant complétement le point de vue vers une organisation locale et non plus étatiste, comme par exemple dans le domaine de l'agriculture. Notre particularisme dans ce secteur nous a porté à organiser des activités centrées sur notre réalité spécifique et nous avons bien travaillé avec une dépense qui est en pourcentage la troisième en Italie. Questa relazione ci permette di far capire lo stato dell'arte del lavoro svolto dalla Regione con le risorse arrivate dall'UE e del valore aggiunto che ci mette a disposizione. Abbiamo attivato programmi e progetti che consentono di porre le basi anche per percorsi futuri, accompagnati da una visione strategica interna che, tuttavia necessita di un coordinamento generale con il livello europeo. Non neghiamo la difficoltà ad approcciarsi alle regole europee, e questo deve stimolare sempre di più professionisti e uffici ed essere sempre più attrezzati per raccogliere le sfide generate da percorsi amministrativi non sempre semplici. Il futuro percorso europeo dovrà poi dare nuovi impulsi anche per far tornare l'UE al centro di discussioni più ampie e performanti nel contesto mondiale.»

Il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, richiamando la risoluzione approvata lo scorso anno nell'ambito del dibattito sulla Conferenza sul futuro dell'Europa, ha osservato: «L'Unione europea multilivello rappresenta una visione europeista moderna in cui le Regioni devono avere un ruolo. Nell'ottica di garantire una rappresentanza effettiva a tutti i territori regionali, in questo anno, tutti abbiamo cercato di fare la nostra parte per sensibilizzare la revisione della legge 18/1979 riguardante l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia: io ho sottoposto a più riprese la tematica all'interno della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali. I cambi di governo a livello nazionale hanno rallentato i tempi, che da qui in avanti sono oggettivamente stretti: la partita è quindi ora determinante.»

I lavori sono sospesi e riprendono alle ore 15.

SC-LT