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Communiqué n° 178 de 20 avril 2023

Interpellanza sul reclutamento di docenti ed educatori di sostegno

 

Nella seduta consiliare del 20 aprile 2023 il gruppo Progetto Civico Progressista ha nuovamente portato all'attenzione dell'Aula la questione del reclutamento del personale docente e degli educatori di sostegno.

«Apprendiamo da notizie stampa che per l'anno accademico 2022-2023 l'Università della Valle d'Aosta non attiverà i corsi di specializzazione per il sostegno didattico nonostante il fabbisogno sia piuttosto importante: 20 insegnanti nella scuola primaria, 35 nella scuola secondaria di primo grado e 20 in quella di secondo grado - ha sottolineato la Capogruppo Erika Guichardaz -. Anche il numero degli operatori di sostegno è decisamente carente. Lo scorso mese di gennaio, il Governo regionale ha approvato la costituzione di un tavolo tecnico e politico relativo alla gestione del personale della Società di servizi che fornisce anche gli educatori di sostegno. Chiediamo le motivazioni della mancata attivazione del corso di specializzazione universitario per il sostegno didattico; come si è intervenuti per risolvere la problematica; se è stato attivato il gruppo di lavoro e quali sono gli intendimenti per la stabilizzazione degli operatori di sostegno

L'Assessore al sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz, ha riferito che «a gennaio 2023, l'Università della Valle d'Aosta ha acquisito i dati sul fabbisogno di personale docente di sostegno e ha stabilito di non attivare i percorsi per l'anno accademico 2022-2023, tenendo in considerazione, in particolare, i dati relativi alle domande di ammissione e agli iscritti ai precedenti cicli dei percorsi e l'assenza di un professore di ruolo nel settore scientifico-disciplinare con competenze specifiche dell'integrazione scolastica degli alunni con disabilità, a cui affidare il ruolo di direttore dei corsi. A giugno 2023 si concluderanno i percorsi dell'anno 2021-2022 e dovrebbero acquisire il titolo di specializzazione 27 studenti iscritti presso l'UniVdA, oltre a 4 studenti residenti in Valle, iscritti all'Università di Torino. Per quanto riguarda i precedenti cicli dei percorsi, le criticità emerse riguardano essenzialmente: il tasso di superamento delle prove di accesso; il numero complessivo delle domande presentate dai candidati valdostani (spesso inferiore ai posti disponibili per i diversi gradi di istruzione) e lo scostamento numerico tra gli studenti immatricolati, studenti iscritti e frequentanti i percorsi e studenti specializzati ad esito degli esami finali

Sull'ammissione ai percorsi, l'Assessore ha specificato che «la prova di accesso è articolata in un test preliminare stabilita dal Ministero e l'Università della Valle d'Aosta, in forza di una intesa sottoscritta tra Regione e Ministero nel 2016, è autorizzata ad adattare i contenuti alle specificità linguistiche locali formulando alcuni quesiti in francese. Per quanto riguarda l'affidamento del ruolo di direttore, non avendo la figura professionale richiesta, in alcuni anni l'Università ha affidato l'incarico a un professore di ruolo di un altro ateneo sulla base di appositi accordi non sempre di agevole conclusione. Evidenzio che anche per la nostra Università assumono estrema rilevanza, oltre alle valutazioni sulla sostenibilità economica delle iniziative didattiche, anche quelle sulla sostenibilità organizzativa, visto il numero ridotto di personale. Pur non avendo attivato i percorsi di specializzazione in occasione di tutti i cicli attivati dal Ministero, l'UniVdA ha comunque garantito l'organizzazione dei corsi a cicli alterni. Nell'ottica di garantire comunque il servizio l'Università ha chiesto la disponibilità all'ateneo torinese di riservare ai candidati della Valle 36 posti, con possibilità di svolgere il tirocinio nelle scuole del territorio.»

«Il Tavolo tecnico per la gestione del personale della Società Servizi Spa è stato attivato e si sono tenute due riunioni - ha confermato Guichardaz -. Lo scorso mese di aprile si è avuto un incontro tecnico con la Sovrintendente agli studi per affrontare la tematica legata agli operatori di sostegno e sono stati affrontati i punti inerenti la durata e la tipologia di contratto, le attività di programmazione, la formazione e valutazione, compresi gli esami di stato. Si è poi valutata la possibilità, anche con i sindacati, di estendere il contratto dal 1° settembre al 30 giugno (prima dell'avvio delle lezioni e fino al termine delle attività educative) per favorire una migliore accoglienza e presa in carico degli alunni. Si è concordato con le organizzazioni sindacali di categoria di organizzare un ulteriore incontro che avverrà a breve per condividere le riflessioni emerse nel tavolo tecnico-politico

«Non mi sembra che si facciano grandi passi avanti - ha osservato la Consigliera Erika Guichardaz -. I bambini e ragazzi in difficoltà hanno bisogno di figure con competenze specifiche che rimangano stabili durante l'anno scolastico e anche durante il periodo estivo. Questa è un'esigenza forte, sentita dalle scuole e dalle famiglie valdostane. La stabilizzazione è uno dei punti centrali su cui insistere perché ci sono operatori di sostegno che, vista la precarietà del loro lavoro, si stanno orientando verso altre occupazioni. Per quanto riguarda la Società di Servizi rileviamo con disappunto che ha realizzato un bando di gara esterno proprio per l'appalto del servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato degli operatori di sostegno e delle altre figure. Troviamo grave che questo ente, che dovrebbe occuparsi in prima persona della gestione del personale di sostegno, decida invece di esternalizzarla. Sulle esigenze dell'Università della Valle d'Aosta, credo che almeno per il prossimo anno ci si debba impegnare da subito per attivare nuovamente il percorso di abilitazione dei docenti di sostegno vista l'importante esigenza di avere personale qualificato. Rispetto agli operatori inoltre, non basta prolungare il contratto dal 1° settembre al 30 giugno, ma bisogna rivedere anche i loro contratti: la scuola è organizzata a 27 ore e questo implica una serie di disagi agli operatori che hanno il contratto di 36 ore e, oltre a dover coprire 2 o 3 casi, devono sbalzare da una scuola all'altra senza che venga riconosciuto loro il tempo della trasferta.»

 

LT