Info Conseil

Communiqué n° 163 de 19 avril 2023

Approvata la disciplina del canone per le grandi derivazioni di acqua ad uso idroelettrico

 

Nella seduta del 19 aprile 2023, il Consiglio Valle ha approvato, con voti a 19 voti favore (UV, AV-VdAU, FP-PD, PlA, SA) e 16 astenuti (Lega VdA, PCP, FI, GM), il disegno di legge che disciplina il canone annuale e il canone aggiuntivo per le concessioni di grandi derivazioni di acqua per uso idroelettrico.

Presentato dalla Giunta regionale il 17 novembre 2022, il disegno di legge si compone di tredici articoli volti a determinare i canoni demaniali relativi alle grandi concessioni di derivazione d’acqua per uso idroelettrico, ossia quelle afferenti a impianti idroelettrici aventi una potenza nominale media superiore a 3.000 chilowatt (kW), in coerenza con il decreto legislativo n. 79/1999 sul mercato interno dell'energia elettrica in attuazione della normativa europea.

Le relazioni d'Aula

Il Consigliere Antonino Malacrinò (FP-PD), anche a nome del Consigliere Roberto Rosaire (UV), ha relazionato in Aula sul provvedimento, evidenziando che «i concessionari devono corrispondere un canone demaniale costituito da una componente fissa e una variabile. Per le concessioni scadute, la norma prevede invece un canone aggiuntivo per l'esercizio dell'impianto, nelle more della riassegnazione della concessione. L'importo unitario della componente fissa del canone annuo è pari a 40,09 euro per ogni kW di potenza nominale media di concessione, mentre la determinazione della percentuale dei ricavi normalizzati, necessaria per la quantificazione della componente variabile, è determinata annualmente con la legge di stabilità regionale e non può eccedere la misura del 2,5%. La definizione delle modalità di aggiornamento, versamento, introito, controllo e riscossione dei canoni è demandata alla Giunta regionale. In sede di esame in Commissione, sono stati approvati due emendamenti, uno dei quali posticipa, per il primo anno di applicazione della legge, al 30 novembre il pagamento della rata semestrale della componente fissa e il versamento del canone aggiuntivo.»

Il Consigliere Stefano Aggravi (Lega VdA), relatore di minoranza, ha sostenuto che «questa legge è funzionale a drenare il gettito di entrata necessario a coprire i 4 milioni di euro di fabbisogno annuo che mancavano al BIM, in qualità di ente di governo d'ambito del servizio idrico integrato, per interventi sulla rete potabile a livello regionale. Ma ci chiediamo: delle altre risorse che cosa ne sarà? Il percorso di definizione di questo provvedimento ha permesso di considerare nuovamente il fatto che nel suo complesso il sistema idrico regionale necessiterà nei prossimi anni di ingenti interventi di manutenzione e potenziamento. Tutto questo in un momento di incertezza sia dal punto di vista dell'evoluzione climatica che della stessa titolarità delle concessioni di grande derivazione, in assenza di una norma di attuazione dello Statuto speciale che disciplini il rinnovo di tali concessioni. Sul tavolo resta tra l'altro aperto il dossier del Piano di tutela delle acque: più passa il tempo e più rischia di essere datato nella concezione e nei contenuti. Il tutto poi in un momento in cui il futuro delle bollette dei valdostani non è ancora chiaro e su cui incombono possibili aumenti di tariffa per la gestione del servizio idrico. Discutere e votare questo disegno di legge senza tenere conto anche di questi fattori risulta parziale e incompleto: sinceramente non si sa se c'è oggi una reale visione d'insieme delle prospettive del nostro sistema idrico, sia per usi civili che a scopo idroelettrico. Un sistema che non può essere trattato "a compartimenti stagni" rispetto a tutte le altre contingenti criticità.»

Il dibattito in Aula

La Consigliera Chiara Minelli (PCP), annunciando il voto di astensione del gruppo, ha osservato che «per quanto riguarda il canone per le grandi derivazioni sarebbe meglio abbassare l'applicazione del canone alle derivazioni con una potenza nominale media superiore a 2mila kw e non a 3mila, come proposto in legge. Sul canone variabile aggiuntivo, abbiamo già osservato che questa è la percentuale minima che si poteva adottare ma, per la nostra Regione, essa va a coincidere con il massimo. Altre Regioni stabiliscono il 2,5% come il minimo e le quote massime variano. Il Veneto arriva al 5%. La Valle d'Aosta, invece, si accontenta di avere il minimo indispensabile, senza tenere in conto i profitti eccezionali che ha accumulato l'idroelettrico in questi ultimi anni. Ci sono delle Regioni che chiedono ristori particolari in opere o in denaro ma per noi sarebbe più giusto prevedere una sorta di ristoro a tutti i consumatori che stanno pagando bollette esorbitanti, ma su questo quasi tutta l'Aula non ha la stessa visione. Riteniamo poi che la materia di questo disegno di legge dovrebbe essere inserita in una riflessione più ampia sul futuro del sistema idrico regionale che comprende anche il Piano di tutela delle acque, il Servizio idrico integrato oltre che la norma di attuazione in materia di concessioni di derivazione di acqua.»

Il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, nell'annunciare il voto di astensione, ha ricordato che «durante il percorso in Commissione sono state sollevate alcune criticità da parte dei soggetti auditi. Al di là degli aspetti economici, il lamento ha riguardato l'introduzione di nuove situazioni che dovranno essere interpretate e aumenteranno il carico di gestione, anche amministrativo, delle aziende. È difficile per chi deve fare budget annuali, sapere solo a consuntivo quali saranno i costi aggiuntivi. Critiche sono emerse anche sul pagamento del canone di concessione, a fronte di un inizio della produzione che arriva tempo dopo la concessione, e sul canone aggiuntivo, che viene applicato in scadenza di concessione, con un incremento del 50% rispetto a quello ordinario, e che viene mantenuto qualora l'Amministrazione allungasse i termini. Noi crediamo che si dovrebbe semplificare la vita a chi lavora e produce, senza creare difficoltà ulteriori.»

Per il Consigliere Erik Lavevaz (UV), «questo disegno di legge è un tassello che completa il quadro complesso della gestione del servizio idrico integrato ancora oggi ancorato a normative datate - come il Regio Decreto del 1933 o la legge del 1953 - che spesso aspettano ancora i decreti attuativi. La norma del 1953 e anche quella che ha istituito il BIM con lo scopo di gestire i sovracanoni che, in origine, avevano la funzione di indennizzare i territori rimediando al disagio che arrecava al territorio la presenza delle opere. Negli anni poi, la natura giuridica è un po' cambiata e il sovracanone è stato assimilato a una fiscalità generale. La vera novità di questo disegno di legge sta nell'introduzione della parte variabile del canone commisurata ai ricavi normalizzati. Il BIM è nato proprio per gestire questi sovracanoni e pochi mesi fa ha ottenuto il ruolo di gestore del servizio idrico, divenendo l'ente di governo di questo ambito. Dobbiamo ottemperare agli obblighi che ci siamo assunti verso il BIM, dandogli gli strumenti per gestire e dare alla comunità un servizio importantissimo come quello della gestione delle acque e in particolare di quelle ad uso umano e la certezza delle coperture che mette al riparo dall'aumento delle tariffe.»

L'Assessore alle opere pubbliche e territorio, Davide Sapinet, nella replica, ha ringraziato «i colleghi Lavevaz e Marzi che hanno lavorato nel 2022 a questo testo: abbiamo ripreso il testimone apportando un emendamento visto che la legge entra in vigore solo a metà 2023. I canoni sono importanti per il sostentamento del servizio idrico integrato, rivisto con la legge regionale n. 7/2022, che necessita di un adeguato sostegno anche in funzione di un contesto anomalo dovuto alla carenza idrica e all'aumento del prezzo dell'energia. Nel corso d'anno avremo a disposizione i dati e potremo fare le valutazioni in vista della legge di stabilità. Nei prossimi mesi saremo chiamati a decidere sull'assetto futuro della gestione della risorsa idrica: il Piano tutela acque, che gli uffici stanno completando, ci consentirà di delineare gli interventi strategici in materia, tenendo conto di tutto il contesto. Riguardo alla percentuale massima, in qualche regione è sopra il 2.5% mentre in altre al di sotto: quindi non siamo in un punto di equilibrio. Questo settore è strategico per l'economia valdostana e vogliamo disporre degli strumenti più adatti per fare fronte alle sfide future.»

Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha osservato che «questo disegno di legge dà risposte puntuali ad esigenze manifestate durante l'approvazione della legge 7/2022. La norma rappresenta un punto di giusto equilibrio che si posiziona tra chi ritiene che il provvedimento sia troppo oneroso e chi pensa che non lo sia abbastanza. Questa legge ci darà l'opportunità di fare delle riflessioni sulle future esigenze del BIM che saranno oggetto di valutazione in fase di bilancio di assestamento, così come le leggi di bilancio successive vedranno ancora l'assegnazione di importanti risorse all'ambito dell'efficientamento idrico.  La filosofia che anima questo percorso è sicuramente virtuosa. Mi spiace che non ci sia un'attenzione più importante al voto positivo perché senza questa legge non vi sarebbe nessun introito nelle casse dell'amministrazione e nessun sostegno al BIM.»

Il Consigliere Claudio Restano (GM), annunciando il voto di astensione, ha detto: «È vero che questa legge dà una risposta, ma si poteva fare di più e meglio: nessuna riflessione è stata condotta sul futuro della risorsa acqua potabile a tutela della salute pubblica né sul ruolo delle acque superficiali da destinare ad uso potabile. Non si sono fornite indicazioni circa le risorse da investire sul monitoraggio e miglioramento della qualità delle acque in base alla valutazione del rischio. Riflessione che, in un contesto di crisi idrica e di cambiamenti climatici, è più che necessaria. Non si tratta solo di soldi, ma di idee e di preparazione.»

«Questo tipo di sovracanoni erano in attesa di essere legiferati, poiché era previsto che la Regione si prendesse in carico questa situazione - ha commentato l'Assessore Carlo Marzi (SA) -. Ma questo disegno di legge è politicamente molto di più perché interviene su due aspetti fondamentali: occuparsi e dare dignità alle proprie entrate destinando queste risorse a un tema fondamentale come quello dell'acqua potabile e alle necessità dei nostri Comuni per il tramite del BIM. Queste risorse consentiranno infatti di attuare interventi per quasi 445 milioni per il nostro territorio. Collaborando col BIM e grazie a queste risorse si dà gambe ad un piano concreto come non mai a favore dell'acqua potabile per la nostra Valle.»

 

SC-LT