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Communiqué n° 11 de 11 janvier 2023

Approvata la Strategia regionale di sviluppo sostenibile 2030 integrata con il Quadro strategico

 

Con voti 18 voti a favore (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, GM,) e 17 astensioni (Lega VdA, PlA, PCP, FI) espressi nella seduta consiliare dell'11 gennaio 2023, il Consiglio Valle ha approvato la Strategia regionale di sviluppo sostenibile della Valle d'Aosta integrata con il Quadro strategico regionale.

Il documento si apre con una fotografia del contesto che permette di posizionare la Valle d’Aosta sia all’interno del quadro italiano sia rispetto ai singoli obiettivi dell’Agenda 2030, individuando cinque obiettivi prioritari tematici: una Valle d’Aosta più intelligente, più verde, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini.

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha illustrato il documento che rappresenta «il punto di arrivo di un percorso molto articolato, che ha visto un primo atto formale nel 2019 e che ha come prospettiva il 2030: muove dalla necessità, ormai condivisa, di pensare un futuro che tenga conto della limitatezza delle risorse, che non possono essere sfruttate incoscientemente. Non è un discorso solo ambientale: è un percorso che tocca, trasversalmente, gran parte degli ambiti dell’amministrazione e della vita quotidiana. Per questo il documento è il punto di incontro tra tante pianificazioni e programmazioni che devono dialogare fra loro e arricchirsi a vicenda. Si tratta di una sintesi volta ad armonizzare i piani che mirano a utilizzare tanto le risorse regionali quanto quelle europee in un quadro definito dagli obiettivi dell’Agenda 2030. La Strategia declina quindi su scala locale le linee individuate a livello europeo e nazionale, con il contributo di attori diversi. La sua complessità è legata alla complessità delle tematiche che affronta, che sempre più si dimostrano come trasversali, sia tra settori sia tra i diversi livelli territoriali.»

«Un lavoro come questo permette di evidenziare ulteriormente l’interconnessione tra i territori - ha concluso il Presidente -, in una presa di coscienza che passa dal confronto tra specificità differenti ma confrontate con sfide comuni. In questo scenario, l’autonomia regionale acquista un nuovo valore: quello di potersi porre come strumento per attuare risposte più rapide, più puntuali e magari originali. Ancora una volta la Valle d’Aosta è chiamata a essere laboratorio per esperienze che possono essere utili altrove, dopo aver verificato risultati e dinamiche.»

Il dibattito in Aula

Il Consigliere della Lega VdA Simone Perron ha sostenuto che «l'obiettivo 2030 è un grande sogno di un mondo globale e globalizzato, digitale e pacifico, governato da organismi sovranazionali che possono passare sopra i popoli. L'enormità dell'apparato burocratico che viene messo in piedi per mettere a terra questi obiettivi è il frutto di una visione progressista, con annessa ingegneria sociale, con cui si vuole occupare a 360 gradi di ogni aspetto della vita umana. Un processo molto grande, un castello gigantesco di carte burocratiche, ma mancano le strutture per gestirlo. Certo, si dovranno prevedere delle task force pro tempore, ma nei prossimi anni avremo il problema di avere il personale amministrativo adatto a gestire la situazione perché i processi di new economy vanno verso nuove competenze che, temo, non riusciremo a formare. L'Agenda, poi, è un procedimento calato dall'alto verso il basso: dall'ONU, all'Unione europea per arrivare alle Regioni e ai Comuni e ci obbliga ad applicare agende sovranazionali, legandoci ad una serie di condizionalità. Ricordiamoci che non c'è nulla di regalato e stiamo facendo altri debiti che ricadranno sulle giovani generazioni. La sostenibilità più oltranzista del "tutto e subito" avrà dei costi sociali ed economici da non sottovalutare.»

«Questa strategia regionale è un atto dovuto che deriva dalla strategia nazionale per lo sviluppo, emanazione dell'Agenda 2030 approvata dall'ONU nel 2015 - ha evidenziato la Consigliera Chiara Minelli (PCP) -. La Giunta ha avviato i lavori nel 2019, i tempi di elaborazione si sono poi dilatati, dovendosi dotare anche di una cornice entro cui indirizzare i fondi europei. Questo nuovo documento segue l'impostazione del quadro strategico approvato nel 2021 aggiornato a novembre2022. L'obiettivo di una "Valle d'Aosta più verde" parla di efficientamento energetico e di abbattimento dei consumi da fonte fossile ma non è assolutamente convincente e presenta dati errati e fuorvianti. Il capitolo dell'energia è fondamentale per uno sviluppo sostenibile ma il documento non è all'altezza della sfida che abbiamo di fronte. Per quanto riguarda la biodiversità, il dato sulle aree naturali protette ci dice che occupano solo il 13%, del territorio, una percentuale complessivamente bassa che migliora solo se includiamo le zone inserite in area "Natura 2000". Ma allora, bisogna considerare queste aree davvero come zone di protezione e, ricordo, che anche l'area del Vallone delle Cime Bianche, su cui si insiste per la realizzazione di impianti, è inserita nell'elenco. Per quanto riguarda i rifiuti, si prevede di arrivare all'80% di raccolta differenziata e al 60% di riciclo di materia, ma si parte già con un grave handicap dal momento che gli obiettivi precedenti non erano stati raggiunti, e gli obiettivi della tariffa puntuale e dell'ATO unico sono stati spostati alla data di scadenza del Piano rifiuti. Le considerazioni sui rifiuti speciali sono poi molto generiche e permangono forti preoccupazioni su Chalamy e Pompiod. Anche per quanto riguarda l'obiettivo di una "Valle d'Aosta più connessa" si parla di mobilità e trasporti evidenziando solo che bisogna incrementare il trasporto pubblico locale e migliorare l'intermodalità, senza nulla dire, ad esempio, sulla ferrovia. In una strategia con un orizzonte decennale si sarebbe potuto dire e fare di più. Infine, a proposito dell'obiettivo VdA più vicina ai cittadini, non si può ignorare il tema della partecipazione popolare alle principali scelte politiche e amministrative, che non è certo valorizzata: oggi con la bocciatura del referendum ne abbiamo avuto un ben triste esempio. Nei Cantoni svizzeri l'iniziativa legislativa popolare e i referendum sono il pane quotidiano, qui si fa di tutto per mortificare la partecipazione popolare! Manca anche la chiarezza e la coerenza degli obiettivi dal momento che il Quadro strategico regionale ha contenuti differenziati rispetto a quelli della Strategia, con conseguenti ricadute operative sulle azioni da porre in essere. Insomma, a fronte di un grosso lavoro degli uffici, è mancata la parte politica di indirizzo e di scelta e per questo non possiamo esprimere una valutazione e un voto positivo.»

«I 17 obiettivi dell’Agenda 2030 - ha detto il Consigliere di FP-PD Andrea Padovani - tengono insieme sfide inscindibili e profondamente intrecciate sulla giustizia sociale e sulla giustizia climatica, attraverso un approccio che tiene insieme gli obiettivi di lotta alla fame, alla povertà, alle malattie, quelli che riguardano la riduzione delle diseguaglianze e la parità di genere, con quelli che riguardano la tutela della biodiversità, la lotta ai cambiamenti climatici e la capacità di preservare le risorse naturali e la capacità degli ecosistemi di potersi rigenerare. L'Agenda è quindi uno strumento innovativo perché non solo realizza questo approccio trasversale di interconnessione, ma anche perché è uno strumento universale. Questi obiettivi sono universali, poiché tutti i governi e tutti i livelli di governo sono tenuti ad adoperarsi per il loro raggiungimento e, quindi, se la guardiamo da questo punto di vista, è un formidabile strumento nelle mani delle persone che vivono le nostre comunità per pretendere di più anzitutto da noi. Se fondere questi obiettivi con quelli di accompagnamento della nostra regione sulle trasformazioni, cioè su una conversione ecologica è ormai opera irrimandabile e se quello che abbiamo detto fin qui vale per tutti, Valle d’Aosta compresa, la parte forte è certamente il partenariato. E vediamo lì che ci sono molti obiettivi su cui la nostra regione può vantare di essere avanti, ma ce ne sono altri su cui siamo più indietro e sui quali dobbiamo concentrare i nostri sforzi per migliorare, attuando politiche più efficaci.»

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, ha sottolineato che «il Quadro strategico regionale di Sviluppo sostenibile 2030 è una cornice programmatica unitaria che parla dello sviluppo sostenibile, inteso nelle sue diverse accezioni - ambientale, sociale ed economica - e, dopo un'analisi di contesto, si punta molto sui meccanismi di governance che dovranno accompagnare l’attuazione degli indirizzi emersi al fine di migliorare l’utilizzo e il coordinamento delle politiche. Per questo assume grande rilievo il potenziamento delle capacità amministrative della Regione, come pure delle amministrazioni locali, per dare continuità, costituendo presìdi stabili di professionalità e competenze ed evitando le eccessive esternalizzazioni che non aiutano a qualificare le strutture dell’Ente. Ecco, i buoni propositi del documento appaiono in aperto contrasto con le politiche portate avanti dall'Amministrazione e purtroppo i dati evidenziati nelle tabelle in cui sono presentati gli indicatori specifici e i valori aggiornati a livello regionale non ci consegnano una bella fotografia della nostra regione. Rispetto al dato nazionale risulta che: la speranza di vita alla nascita risulta essere minore, abbiamo uno dei più bassi tassi di copertura vaccinale antinfluenzale sugli over 65, un tasso molto elevato di ospedalizzazioni e di accessi al Pronto soccorso, una elevata emigrazione ospedaliera, una percentuale più alta di abbandono scolastico, una minore competenza alfabetica, una quota più elevata di persone con al massimo la licenza media, una consistente riduzione della rappresentanza politica delle donne e un divario occupazionale di genere più elevato. Il documento che ci viene presentato oggi racchiude quindi un grosso lavoro di analisi che ci consegna un quadro dettagliato della Valle d'Aosta ma è del tutto privo delle strategie per dare delle risposte. Manca la visione.»

Il Consigliere della Lega VdA Diego Lucianaz ha osservato: «Nel documento, evidentemente calato dall'alto e proveniente da istituzioni internazionali e sovranazionali, si leggono gli obiettivi da perseguire quali porre fine a povertà e alla fame nel mondo; assicurare salute e benessere a tutte le età; combattere l'ineguaglianza all'interno delle nazioni; rendere l'inclusività più sostenibile, ecc. Le nostre strutture regionali, già fortemente sollecitate, hanno dovuto concentrarsi su queste indicazioni di carattere assolutamente generale. Questo approccio, decisamente di sinistra, sostiene un'organizzazione del lavoro a cascata, calato dall'alto verso il basso che va dal grande al piccolo. Si ribaltano così i principi della nostra cultura autonomista che, invece vuole che si compia il percorso esattamente inverso partendo dal basso per arrivare verso l'alto, dando la giusta centralità al "piccolo" rispetto al "grande". Siamo passati dal pensiero federalista a un concetto che ci considera meri esecutori degli obiettivi fissati da altri.  Non sosterremo questo piano che non ci piace e non tiene conto di tutta una serie di problematiche locali. Non abbiamo bisogno di indirizzi ONU o europei. Per trovare la soluzione basterebbe ascoltare un po' di più le realtà locali.»

L'Assemblea ha anche approvato, con 18 voti a favore (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, GM) e 17 astensioni (Lega VdA, PlA, PCP, FI), il programma di dismissione di beni di immobili di Vallée d'Aoste Structure che comprende tre terreni edificabili di una superficie di 1684 metri quadrati siti nel comune di Aosta.

La proposta di complemento regionale per lo sviluppo rurale del piano strategico della Politica agricola comune 2023-2027 della Regione è stata rinviata in Commissione su proposta dell'Assessore all'agricoltura.

I lavori sono sospesi e riprendono domani alle ore 9.

 

SC-LT