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Communiqué n° 553 de 20 octobre 2022

Interpellanza sulla valorizzazione della fontina

Con un'interpellanza discussa nella seduta consiliare del 19 ottobre 2022, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha parlato della valorizzazione del prodotto fontina.

«Nel periodo estivo 2022 - ha evidenziato il Consigliere Dino Planaz -, c'è stata una riduzione della superficie prato-pascolativa regionale del 33% a luglio e del 43% ad agosto rispetto agli anni 2018-2021: il Consorzio produttori e tutela della fontina ha così chiesto una modifica temporanea del disciplinare di produzione, con particolare riguardo alla percentuale di fieno ed erba prodotti in Valle d'Aosta che, allo stato attuale, non può essere mantenuta a causa della grave criticità idrica. Ci chiediamo quindi se, in merito alle variazioni del disciplinare, siano state fatte le giuste valutazioni per mantenere la qualità della nostra fontina, per non compromettere l'immagine della nostra regione e per non creare danni al territorio e alla filiera interessata. Chiediamo anche quali siano gli intendimenti per il futuro rispetto al prezzo della fontina, considerato che al momento questo formaggio è il più economico sul mercato e di conseguenza anche il meno valorizzato, e quali le azioni per riconoscere agli allevatori il giusto prezzo del latte, indispensabile per la produzione della fontina e che con la crisi energetica e la carenza idrica ha dei costi insostenibili.»

L'Assessore all'agricoltura, Davide Sapinet, ha evidenziato che «la modifica temporanea è stata richiesta con l’intenzione di salvaguardare la filiera della DOP fontina, la continuità imprenditoriale delle aziende, l’immagine del prodotto e la credibilità della DOP stessa. Tale possibilità è prevista dai regolamenti UE in materia di prodotti IG (Indicazioni geografiche), nel caso di situazioni estreme come le temperature elevate e la siccità della scorsa estate e a intervenire sono i Governi centrali dei vari Paesi UE. La decisione del Consorzio DOP fontina di richiedere al Ministero delle politiche agricole di valutare la possibilità di prevedere una modifica temporanea ha ottenuto il parere favorevole dell’Assessorato prima di essere presentata al Ministero. L’immediatezza di questa decisione, in prossimità delle demonticazioni dagli alpeggi ha permesso agli allevatori di organizzare con maggior tranquillità e chiarezza la propria attività imprenditoriale senza l’incognita legata alla conformità o meno del latte da loro prodotto. Se questa è una modifica temporanea, intanto, è iniziato il confronto presso i produttori, attraverso un rigoroso percorso presso il Consorzio produttori e tutela della fontina DOP, in merito agli adeguamenti necessari al disciplinare che permetta al prodotto di essere prodotto e valorizzato al meglio, nel rispetto delle tradizioni. Seguiremo certamente e condivideremo, nel rispetto dei ruoli di ciascun Ente, questo percorso.»

L'Assessore ha anche ricordato che «la filiera della fontina DOP nel corso del 2021 ha trasformato oltre 40 milioni di kg di latte, dei quali circa 29 milioni di kg nel solo periodo invernale: un quantitativo che sarebbe difficilmente assorbibile da altre filiere o altre realtà imprenditoriali locali, con rischio di ripercussioni negative su tutta la filiera costituita da oltre 650 allevamenti, 89 caseifici, 45 stagionatori e 8 porzionatori, generando un giro d’affari di circa 40 milioni di euro.»    

«Il prezzo della fontina e il giusto prezzo del latte - ha proseguito Sapinet - sono temi direttamente collegati fra loro, soprattutto per tutta quella parte della produzione primaria che viene conferita alle Cooperative, dove il prezzo del latte deriva direttamente dalla remunerazione ottenuta dalla vendita della fontina DOP. La problematica dell’aumento dei costi di produzione e della giusta remunerazione delle materie prime sta assumendo caratteri di vera e propria emergenza in special modo per la zootecnica da latte in montagna ed è da tempo all’attenzione anche dell’Unione europea, al punto che la Commissione ha ritenuto opportuno legiferare in merito e potrebbe averci offerto uno strumento importante per la tutela dei nostri allevatori. Il punto cruciale è quello di individuare i costi di produzione delle materie prime e dei prodotti trasformati da utilizzare quali prezzi di riferimento nei contratti di cessione; per la definizione di tali costi è stato individuato l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) al quale abbiamo rappresentato la particolarità della zootecnia valdostana e abbiamo chiesto di procedere alla determinazione del prezzo di riferimento per il latte destinato alla produzione di fontina DOP, che potrebbe essere realizzata tra fine anno e inizio primavera. Una maggiore remunerazione del prezzo del latte porterebbe inevitabilmente ad un aumento del prezzo di vendita della fontina, che troverebbe probabilmente una collocazione più consona sul mercato.»

Il Consigliere Planaz ha quindi replicato: «Da quello che emerge, non sarà questo documento a salvare aziende e animali, cui si aggiungono tutte le difficoltà causate dagli aumenti delle materie prime e dell'energia. L'Assessore parla sempre del futuro mentre qui bisogna intervenire sul presente. Evidenzio poi che per pensare al futuro bisogna avere delle visioni. Il problema è che è passato un anno in cui si è aggravata la situazione, i costi sono raddoppiati e la siccità metterà ancora di più in difficoltà l'intero settore. È difficile che le aziende riescano a superare questo momento se non si trovano soluzioni concrete alle criticità. Io mi auguro che lo si possa fare, per il bene della nostra economia.»

SC