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Communiqué n° 551 de 19 octobre 2022

Interpellanza sull'istituzione di una zona franca in Valle d'Aosta

La zona franca in Valle d'Aosta è tornata di attualità con un'interpellanza del gruppo Lega Vallée d'Aoste illustrata nella seduta consiliare del 20 ottobre 2022.

In particolare, il Consigliere Erik Lavy ha chiesto quali siano le effettive possibilità di istituire una zona franca e quali passi in questa direzione siano eventualmente già stati compiuti dal Governo regionale. Nel richiamare un'intervista del Segretario del Partito Democratico Enrico Letta in cui dichiarava che «la zona franca, se pensata fuori da retoriche e populismi, può essere realtà», il Consigliere ha voluto sapere dal Presidente della Regione se sapesse nello specifico cosa intendesse l'onorevole Letta con l'espressione "zona franca". «Al di là degli slogan - ha osservato Lavy - bisogna costruire qualcosa di efficace che non faccia danni ulteriori alla Valle d'Aosta: a monte ci devono essere degli studi per capire cosa sia possibile fare e quali potrebbero essere gli effetti, per evitare l'aggravarsi di certe problematiche come lo spopolamento delle terre alte verso il fondovalle. Io mi auguro che si faccia chiarezza su questo tema e la zona franca della ricerca, che potrebbe essere centrata su Arvier - Comune vincitore del Bando Borghi - avrebbe sicuramente ripercussioni positive.»

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha concordato «sulla necessità di fare ordine e di abbassare i toni: si usa troppo spesso la zona franca come slogan senza avere le idee chiare di cosa sia. Il concetto di zona franca non può più essere quello dell'articolo 14 dello Statuto Speciale né la limitata compensazione alla sua mancata attuazione che, dal 1949, ha comportato l'esenzione fiscale sui beni contingentati. Vista la natura molto complessa di norme europee, che impongono limitazioni difficilmente valicabili, occorre fare un'analisi ad elevato livello di tecnicità. Bisogna adattare il senso profondo iniziale di chi ha scritto l'articolo 14, ossia compensare gli svantaggi di chi vive in montagna. Credo che la prima Commissione sia la sede in cui avviare questo lavoro di interesse comune, mettendo a disposizioni gli uffici della Presidenza per gli approfondimenti su di un tema che è centrale della nostra autonomia speciale. Riguardo alle dichiarazioni del Segretario del PD non mi permette di fare un'analisi.»

Il Consigliere Lavy ha apprezzato «in parte la risposta del Presidente. In un momento di difficoltà come questo certe parole se decontestualizzate pongono dei problemi: è quindi importante che si smonti un certo tipo di narrativa che è negativa per tutti. Mi auguro che si conduca l'approfondimento in Commissione, coinvolgendo anche il gruppo Autonomie Speciali Alpine che, con il Consiglio regionale, ha organizzato un interessante convegno sulla zona franca, al fine di capire cosa sia attuabile e cosa invece si può inventare. Sono però ora necessari i fatti.»

SC