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Communiqué n° 550 de 19 octobre 2022

Interpellanza sull'adeguamento al Codice del Terzo settore

Con un'interpellanza presentata dal gruppo Lega Vallée d'Aoste nella seduta consiliare del 19 ottobre 2022 sono stati trattati i temi dell'equo compenso e della tutela delle libere professioni.

Il Vicecapogruppo Stefano Aggravi ha richiamato il cosiddetto Codice del Terzo settore introdotto con la riforma del 2017: «Il Codice è uno dei pilastri della riforma e rappresenta una raccolta organica di norme: da una parte definisce a livello generale gli enti e l'attività del Terzo settore, dall'altro regola temi specifici come il volontariato, l'associazionismo, le fondazioni. Chiediamo quindi quali siano gli enti/associazioni ad emanazione o partecipazione regionale interessati dagli effetti del Codice, quali le azioni per portarne avanti l'adeguamento e quali gli intendimenti del Governo regionale riguardo alle realtà che ancora oggi non hanno completato la trasformazione ai sensi della riforma del Terzo settore.»

Il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha specificato: «La riforma del Terzo settore prevede che gli enti sottoposti a direzione e coordinamento delle pubbliche amministrazioni non sono enti del Terzo settore. Inoltre, la normativa contiene anche l'abrogazione delle ONLUS che saranno soppresse e diventeranno "Enti del terzo settore".  La teoria, però, non tiene conto della pratica e, nel caso specifico, riguarda la Fondazione Fillietroz, la Fondazione Sapegno e la Fondazione Ollignan, istituite con leggi regionali che, nel corso del tempo, hanno acquisito la qualifica di Onlus. Lo scorso mese di luglio abbiamo scritto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulle conseguenze dell'abrogazione della normativa Onlus, dato che queste tre fondazioni, istituite finanziate e controllate dalla Regione o da enti pubblici, non possono essere Enti del terzo settore. Nella sua risposta, il Ministero ritiene che l'abrogazione della normativa comporterà per gli enti non iscritti al Registro del Terzo settore la perdita della qualifica di Onlus e che tale perdita secondo la prassi del Ministero delle Finanze, equivale allo scioglimento dell'ente con obbligo di devoluzione del relativo patrimonio. L'alternativa è la modifica degli assetti dei tre enti, facendo venir meno il controllo pubblico e quindi consentendo l'iscrizione nel Registro del Terzo settore.»

«Al momento, la Regione non ha intenzione di modificare il suo ruolo nelle tre Fondazioni e non ritiene che debbano diventare enti del Terzo settore - ha concluso il Presidente Lavevaz -. A nostro avviso, la norma nazionale esclude a priori le tre Fondazioni dalla riforma che, quindi, perderanno la qualifica di Onlus non per il venir meno dei requisiti statutari, che ne comporterebbe lo scioglimento, ma perché cesserà l'esistenza delle Onlus. Vogliamo interfacciarci con il Ministero delle finanze per condividere questa interpretazione e trovare una soluzione definitiva.»

Il Consigliere Aggravi, nella replica, ha concordato «sull'importanza di queste tre eccellenze: bisogna fare qualsiasi cosa per evitare che un simile patrimonio vada perso. Mi auguro che anche a Roma ci sia del buon senso e ci sia chiarezza sul regime fiscale da attuare. Al momento della discussione del DEFR, potremo fare un approfondimento sul futuro di queste realtà, al di là dell'adeguamento normativo. Marzo 2023 è dietro l'angolo e il peso della burocrazia costa tempo.»

SC