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Communiqué n° 341 de 8 juin 2022

Approvate le modifiche alla legge istitutiva dell'Osservatorio sulla legalità

 

Con 29 voti a favore (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, GM, Lega VdA) e 6 astensioni (FI, PlA e PCP), il Consiglio Valle ha approvato la proposta di legge di modifica della norma regionale istitutiva dell'Osservatorio permanente sulla legalità e criminalità organizzata e di tipo mafioso (n. 1/2022).

Il testo, sul quale ha relazionato in Aula il Presidente dell'Assemblea, Alberto Bertin, si compone di cinque articoli finalizzati a recepire le osservazioni formulate dal Ministero dell'interno riguardo alle funzioni dell'Osservatorio, con particolare riguardo a quelle che accennano alla "prevenzione e al contrasto" dei fenomeni mafiosi, che il Ministero ritiene siano riservate alle forze di polizia dello Stato e che vengono, pertanto, eliminate dal testo della legge 1/2022.

Per il Presidente del Consiglio, tuttavia, i presunti profili di illegittimità costituzionale appaiono infondati, in quanto le finalità della legge sono ben esplicitate fin dal primo articolo: con l'istituzione dell'Osservatorio, il Consiglio Valle ha infatti inteso mettere a disposizione delle istituzioni politiche regionali e dei rappresentanti del mondo produttivo, sindacale, del lavoro e dell'associazionismo una sede stabile di confronto e approfondimento della criminalità organizzata, allo scopo di favorire la conoscenza del fenomeno. L'Osservatorio si configura come un organo ausiliario della Regione che svolge funzioni di ricerca, studio, documentazione, informazione e sensibilizzazione e i suoi compiti, ha aggiunto Bertin, non sono minimamente sovrapponibili o interferenti con quelli attribuiti, dalla legislazione statale, alle forze di pubblica sicurezza.

Il Presidente del Consiglio ha poi evidenziato che il nuovo testo di legge, che non cambia il contenuto sostanziale della legge originaria, nasce nello spirito di una leale collaborazione istituzionale e in un'ottica di deflazione del contenzioso, tenuto conto che, al di là dell'esito del giudizio, un eventuale ricorso avrebbe ritardato di parecchi mesi l'operatività dell'Osservatorio, il quale non avrebbe potuto riunirsi nelle more della definizione della controversia da parte della Corte costituzionale.

La Capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, annunciando l'astensione al voto, ha rilevato che, a distanza di quattro mesi dall'approvazione, la legge deve già essere modificata e ha sottolineato che già in sede di audizioni in Commissione e approvazione della precedente legge, il gruppo PCP si era astenuto, facendo notare che l'impianto della proposta di legge mancava di completezza e di organicità. Vista la natura di promozione e di sensibilizzazione in capo all'Osservatorio si sarebbero potuti recepire alcuni emendamenti presentati da PCP in passato. La Consigliera Guichardaz ha poi evidenziato che, analizzando il carteggio tra Ministero e Regione, la "leale collaborazione" si riduce in una posizione dura del Ministero che chiede una riformulazione della norma, mentre i campioni dell'autonomismo abbassano la testa e cedono a variazioni normative che snaturano completamente la mission dell'Osservatorio. La fretta improvvisa e improvvida rispetto all'esame di questo testo è stata una cattiva consigliera. E lo è stata su un testo come questo che, in una Regione dove mafia e 'ndrangheta sono ben presenti, ricopriva un'importanza notevole.

Il Capogruppo Marco Carrel, ha dichiarato l'astensione al voto del gruppo Pour l'Autonomie, dicendosi stupito che il Consiglio abbia dovuto procedere alle modifiche al testo di legge nonostante il Presidente del Consiglio si sia detto convinto dell'infondatezza delle osservazioni formulate dal Viminale.

Il Consigliere Mauro Baccega (FI) è intervenuto per annunciare l'astensione del gruppo alla votazione. Ha evidenziato l'importanza per la politica di proporre buone pratiche per contrastare i fenomeni di criminalità organizzata e che ci sono già istituzioni preposte che stanno facendo un ottimo lavoro. Ha ritenuto invece discutibile l'azione del Consiglio regionale che, pur considerando infondati i rilievi formulati dal Viminale ha accettato di inserirli nel testo di legge.

 

LT-SC