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Communiqué n° 176 de 23 mars 2022

Approvata una risoluzione sul futuro dell'Europa

Riforma del Comitato delle Regioni, rappresentanza nel PE, valorizzazione delle Regioni speciali

 

Nell'ambito del dibattito sulla relazione del Presidente Alberto Bertin riguardante le prospettive per le autonomie regionali nell'Unione europea, il Consiglio Valle ha approvato all'unanimità una risoluzione sottoscritta dal Presidente Bertin, dai componenti della prima Commissione "Istituzioni e Autonomia" - Claudio Restano (GM), Giulio Grosjacques (UV), Albert Chatrian (AV-VdAU), Paolo Cretier (FP-PD), Erika Guichardaz (PCP), Pierluigi Marquis (SA), Erik Lavy, Simone Perron e Paolo Sammaritani (Lega VdA) - oltre che dal Consigliere Marco Carrel (PlA).

La risoluzione ribadisce l'urgenza di rivedere la legge 18/1979 riguardante l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, nell'ottica garantire una rappresentanza effettiva a tutti i territori regionali, ed eventualmente a procedere con la formulazione di una proposta di legge di iniziativa regionale, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione.

Il testo contiene anche un appello che i Presidenti della Regione e del Consiglio sono impegnati a condividere in seno alla Conferenza delle Regioni e alla Conferenza delle Assemblee legislative regionali oltre che alle istituzioni europee promotrici della Conferenza sul futuro dell'Europa. L'appello indica una serie di priorità: riformare il Comitato delle Regioni, nell’ottica di renderlo non più un mero organo consultivo, ma un’autentica Camera di rappresentanza dei territori federati e regionali, compresi quelli speciali, dotato di potere di indirizzo, di iniziativa legislativa e di controllo; promuovere, nell'ottica di una sempre maggiore democraticità e prossimità delle istituzioni europee ai cittadini, la riforma delle legislazioni nazionali per l'elezione dei membri del Parlamento europeo; guardare al fenomeno regionale con accresciuta maturità politica, nella consapevolezza che le autorità federate e regionali e, in particolare, quelle "speciali", devono essere valorizzate quali soggetti espressione di capacità istituzionale propria e, in quanto tali, interlocutori diretti e necessari delle istituzioni europee e non essere ridotte a mero stakeholder partenariale, pena la compromissione delle rispettive competenze costituzionalmente o statutariamente previste e garantite.

Il dibattito in Aula

Le Chef de groupe de Alliance Valdôtaine - VdA Unie, Albert Chatrian, a affirmé que «la résolution va dans la direction de commencer à donner application aux principes fondants du fédéralisme: la participation des collectivités de base à la formation des décisions qui les concernent et le principe de subsidiarité. Nous sommes loin de l’idée d’une Europe des Régions ou d’une Europe des Peuples, à laquelle nous faisons souvent référence en tant que autonomistes, mais c’est bien pour cela que nous partageons la nécessité de faire un pas de l’avant en proposant nos instances, en marquant politiquement notre présence, en exprimant la volonté du Conseil de la Vallée d’être plus protagoniste, plus informé au sujet des politiques européennes. L'aspiration à une plus grande reconnaissance de notre Région sur le plan européen fait le pair, inévitablement, avec une majeure assomption de responsabilité. Nous avons la responsabilité de gouverner un territoire fragile, à sauvegarder, et nous devons le faire en garantissant des services appropriés et de bonnes conditions de vie à nos concitoyens: c'est un défi pas facile, avec nos petits numéros et une tendance constante à la dénatalisation (les naissances ont chuté de 40% en dix ans). Nous avons donc l’obligation morale et administrative d’être toujours plus capables, plus performants, plus lucides à long terme. Tout comme nous devrons être toujours plus européens et moins repliés sur nous-mêmes, parce que même ce qui se passe à des milliers de kilomètres de chez nous, nous concerne. Voilà pourquoi nous soutenons de manière active et convaincue cette résolution.»

Per il Consigliere di Stella Alpina Pierluigi Marquis, «mai come oggi c'è la consapevolezza dell'importanza dell'Europa e di una visione sovranazionale. Gli anni della pandemia ci hanno portati ad affrontare delle sfide cui non eravamo abituati, cui si è aggiunta la guerra. Nelle sfide future bisognerà applicare il principio della solidarietà europea per affrontare le conseguenze sociali ed economiche di questo periodo: senza una coesione sociale nuova non si potrà affermare una piena democrazia europea. Ci vuole un salto di qualità, applicando con una nuova visione il concetto di sussidiarietà, che va visto nel favorire gli interventi dal basso ma accettando anche gli indirizzi sovralocali per gestire le sfide più ampie. L'Europa va rivista sotto il profilo istituzionale: sono maturi i tempi per cui la leadership della Commissione sia più democratica, il ruolo del Parlamento europeo rafforzato, le articolazioni subnazionali valorizzate. Ci deve essere uno spazio per le Regioni a Statuto speciale: noi viviamo una situazione di oggettiva difficoltà perché non abbiamo un rappresentante al Parlamento europeo visti i nostri numeri. C'è quindi la necessità di lanciare questo appello: occorre rafforzare l'identità europea dando la possibilità ai piccoli numeri di essere rappresentati per offrire il nostro contributo a disegnare un'Europa più sostenibile, che possa dare soddisfazioni alla democrazia e per una sua piena affermazione nel prossimo futuro.»

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha osservato che «pur condividendo i principi della risoluzione, è necessario essere realisti rispetto allo stato dell'Unione Europea: un Leviatano che vive in un dedalo burocratico fatto di contraddizioni. A livello europeo si attaccano i sovranisti ma poi vediamo che ogni Stato ragiona e agisce sulla base del proprio interesse. L'azione della comunità europea e lenta e inefficace: lo abbiamo visto bene con la pandemia. Abbiamo una guerra alle porte e il vero esercito dell'Europa è quello statunitense, la NATO. L'Unione Europea sta sottovalutando i due pericoli che arrivano dal Sud e dall'Est del mondo: l'Africa è stata lasciata nelle mani della Cina che controlla le materie prime e le componenti essenziali necessarie alla tanto declamata transizione ecologica. Anche il PNRR, così come è stato strutturato rischia di mettere in crisi tutto il settore della cantieristica e mi auguro che la scadenza del 2026 venga posticipata. In tutto questo le Regioni sono schiacciate tra le istituzioni europee e quelle nazionali. Bisogna cercare di "fare cartello" con le altre Regioni per modificare i rapporti sia con gli Stati che con l'UE. Mi auguro che si arrivi a uno snellimento dei processi e delle procedure ma temo che il galoppante dirigismo europeo resterà tale. Le piccole realtà di montagna come la nostra rischiano di esser schiacciate dall'ipocrisia delle false speranze.»

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha chiarito che «bisogna evitare eccessive letture entusiaste nei confronti dell'Unione europea ma guardare cosa non funziona per cercare di migliorare. La tanto proclamata fratellanza europea non si è mai realizzata. Abbiamo visto come nei momenti di crisi, come ad esempio la pandemia, ogni Stato si è chiuso su sé stesso, con buona pace di chi propugna l'ideale europeo di mutuo soccorso tra Stati. Mai come in questo momento la sinistra ha scoperto l’amore per i confini ed ha cominciato a parlare di sovranismo alimentare ed energetico. Il mondo globale e interconnesso, così come è stato magnificato fino ad ora, è crollato di fronte ad un conflitto bellico. L'Europa si è impegnata a parlare di pace dimenticando però la questione della Catalogna e quella della Corsica che in questo momento è particolarmente esplosiva. Se si prosegue di questo passo non sarà lo spirito dell'Europa dell'aiuto tra Stati a prevalere ma la prevaricazione dei Paesi più forti a danno di quelli più deboli.»

Per il Capogruppo di Federalisti Progressisti - Partito Democratico, Paolo Cretier, «le nostre caratteristiche di zona di montagna, sia sotto l'aspetto orografico sia per la forte pendenza sia per i piccoli numeri, penalizzano l'economia locale: proprio questi fattori devono avere maggiore peso in Europa oltre che un riconoscimento. Lo scarso peso numerico deve essere compensato, mettendo in piedi azioni sostenute da tutto l'Arco alpino. Importante poi garantire una rappresentanza effettiva a tutti i territori regionali, che conti realmente e che possa incidere. Apprezziamo che questa risoluzione sia stata condivisa da tutti, pur con accenti diversi sul tema, ma con un obiettivo comune nel processo propositivo e decisionale.»

Le Conseiller Renzo Testolin (UV) a déclaré: «L'argument de la résolution nous concerne à fond. En ce sens on a apprécié les initiatives abordées par la Présidence du Conseil: d'un côté, un approfondissement technique intéressant et de l'autre, la participation des jeunes à cette initiative qui se sont démontrés très actifs, cherchant de lancer de nouvelles idées pour aborder les défis européens. Nous sommes une petite réalité mais nous sommes aussi très particuliers et c'est bien sur ça qu'il faut travailler afin d'acquérir une majeure efficacité dans l'Union européenne. C'è la volontà da parte dell'UE di mettere in condizione le Regioni di valorizzare i loro particolarismi all'interno del contesto europeo e dobbiamo in questo senso lavorare per conquistarci questa opportunità. Le situazioni "macro" che portano a decisioni unitarie dell'UE possono vedere coinvolte anche le piccole regioni come la nostra. In questo senso è auspicabile una rappresentanza delle autonomie speciali, anche se non diretta, nelle sedi amministrative deputate. La realtà valdostana può essere invece assolutamente di stimolo e di esempio nell'attuazione di regole meno pesanti e più flessibili per i territori particolari come i nostri. In questo senso la Macro regione Alpina, a cui partecipiamo attivamente, può svolgere un ruolo centrale e di raccordo per le nostre istanze. Bisogna dare il giusto peso e la giusta dignità a Regioni come la nostra. Per questo serve un maggior coinvolgimento della nostra Assemblea su questa tematica: è giusto rivendicare ruoli e funzioni ma dobbiamo anche assumerci i rischi e i sovraccarichi di responsabilità che ne derivano e dimostrare di voler essere parte attiva dei processi decisionali europei.»

Pour le Conseiller Corrado Jordan (AV-VdAU), «l'UE ne sera renforcée que si elle change, si elle parvient à accroître sa capacité d'écoute et d'interprétation de la volonté des territoires. Et cela peut aussi se faire en mettant enfin les collectivités territoriales au centre du renouveau démocratique européen.  On doit nous donner plus de moyens et plus de pouvoirs afin que nous puissions porter les demandes de nos citoyens vers les niveaux institutionnels supérieurs avec toujours plus d'efficacité. Les Régions sont en effet responsables de la mise en œuvre de la majeure partie de la législation de l'Union dans le cadre européen, mais leur influence dans le processus décisionnel est presque nul et le poids des instances régionales de l'Union est pratiquement minime. Seulement si les institutions de Bruxelles accorderont plus d'attention aux Régions, aux collectivités locales et à leurs propositions, il sera possible de concrétiser ce principe de subsidiarité, souvent évoqué de manière abstraite, sur lequel se fonde l'Europe.»

Il Consigliere Nicoletta Spelgatti (Lega VdA) si è chiesta: «Cosa abbiamo fatto fino ad oggi per contare in Europa? Abbiamo un ufficio a Bruxelles che è completamente vuoto in cui, all'epoca della mia visita, lavorava una persona affiancata da uno stagista. Le altre Regioni hanno figure molto importanti come i portatori di interesse: dirigenti di alto profilo che gestiscono i rapporti con gli organi europei raccordandosi con le proprie amministrazioni regionali. La Valle d'Aosta non ha mai operato in questo senso. Dovremmo cercare di avere più potere in Europa utilizzando gli strumenti che abbiamo già a disposizione e che purtroppo non stiamo valorizzando. Nel periodo della mia Presidenza avevamo previsto un potenziamento della sede di Bruxelles e un rafforzamento degli organismi che si occupano di progetti europei perché le risoluzioni sono importanti ma bisogna intervenire concretamente lavorando su quanto è già a nostra disposizione.»

L'Assessore agli affari europei, Luciano Caveri, a nome del Governo regionale, ha sostenuto che «se nel 2021, agli esordi della Conferenza sul futuro dell'Europa, il lungo processo di integrazione si era interrotto, oggi l'aggressione violenta di Putin nei confronti dell'Ucraina ha cambiato la situazione. L'UE ha saputo fare fronte comune: c'è stata una vera e propria riaggregazione, che rende l'Europa più consapevole e matura. Ma c'è stato anche un altro aspetto: la situazione ha smascherato europeisti e anti-europeisti e nel caso italiano è servito anche a vedere chi tra le forze politiche aveva giocato con il fuoco con simpatie nei confronti di Putin. Con il lavoro presentato oggi, che scaturisce nella risoluzione, noi poniamo con estrema serietà il tema della specialità all'interno delle Regioni europee. La rete fissa di democrazia locale funziona e afferma una presenza viva di territori, anche se il percorso del regionalismo europeo non si è compiuto come volevamo. Il Comitato delle Regioni ha oggi un ruolo consultivo, sarebbe quindi importante se diventasse realmente una seconda Camera europea. Ma bisogna anche fare in modo che nel processo discendente di formazione della legge europea regionale i nostri uffici si facciano sempre portavoce della necessità di poter portare quei correttivi rispetto alla particolarità dell'elenco di materie che ci sono proprie e che sono fissate nell'articolo 2 dello Statuto speciale. Bisogna superare una certa pigrizia. Oggi, la cartina di tornasole è la questione dell'idroelettrico: mai come ora le società idroelettriche hanno sfidato il Governo Draghi invitandolo a guardare cos'ha fatto l'Europa, la Francia ha allungato di 40 anni le concessioni. Oggi non si possono chiedere degli interventi rapidi ad aziende che hanno un valore strategico nell'energia rinnovabile del futuro: questo è un tema rispetto al quale le Regioni autonome possano incidere perché sono risorse essenziali per le popolazioni alpine.»

Il Consigliere Simone Perron (Lega VdA) ha dichiarato: «Voteremo la risoluzione ma ribadiamo la nostra visione come partito: riformare il nostro Stato nazionale in senso federale per difendere le politiche nazionali in ambito europeo come fanno tutte le altre nazioni. Non abbiamo intenzione di spostare il baricentro delle politiche nazionali a Bruxelles, oggetto di importanti influenze lobbistiche, posizioni ideologiche e spesso staccata dai cittadini. Crediamo che una visione utopistica che bypassa gli stati nazionali per dar spazio all'autonomia regionale, per quanto bella si sia già rivelata irrealizzabile, come dimostrato dal caso della Catalogna nel 2017.»

Il Vicepresidente del Consiglio, Paolo Sammaritani (Lega VdA), si è augurato che «l'Europa delle Regioni si concretizzi almeno "con" le Regioni e non "sopra" le Regioni: il ruolo sovranazionale che ha l'Ue è incoerente con il ruolo delle Regioni con competenze legislative di un certo rilievo, con competenze amministrative significative, ma che non riescono ad accedere a livelli di autonomia importanti. Fondamentale quindi guardarci in casa, ossia in Italia: il tema cui dobbiamo riferirci è quello della legislazione nazionale, è nel rapporto Regione-Stato che si possono capire e far capire le criticità che vivono i territori per poi essere portati a livello europeo.»

Il Consigliere Augusto Rollandin (PlA) ha evidenziato che «la discussione sul ruolo e le competenze delle Regioni, in particolare quelle a Statuto speciale, è oggetto di dibattito quasi in ogni seduta di questo Consiglio. Dobbiamo guardare alle Regioni che sono più avanti nel percorso di condivisione per la creazione delle norme sia in campo nazionale che europeo. La questione della gestione delle acque, per la quale abbiamo continue notizie negative, nella nostra Regione è un esempio emblematico delle nostre difficoltà di intervenire in ambito legislativo. Che senso ha essere una Regione a Statuto speciale se poi bisogna andare a pietire interventi a Roma o a Bruxelles?»

La Capogruppo di Progetto Civico Progressista, Erika Guichardaz, ha evidenziato come «la Conferenza sul futuro dell'Europa abbia contribuito al rilancio di alcuni temi con particolare riguardo alla valorizzazione delle autorità regionali o federali, sapendo che bisogna riformare il Comitato delle Regioni. La Valle d'Aosta ha natura transfrontaliera che può essere valorizzata lavorando con più forza e progettualità comune con le Regioni confinanti e le altre Regioni alpine. I giovani che abbiamo incontrato hanno una visione dell'Europa molto diversa dalla nostra, perché sono già nati in un'Europa diversa, più unita e solidale. Occorre rafforzare, diventando protagonisti della gestione, ad esempio alla rete per l'interazione tra aree montane e zone di pianura. Sarebbe indispensabile riportare questo tema all'interno del Consiglio con maggiore forza perché sappiamo l'importanza che ha l’Europa nella vita della nostra regione.»

Il Consigliere Mauro Baccega (GM) ha infine evidenziato: «Dobbiamo ripartire dalla fitta rete di democrazia locale già esistente. In questa fase, influenzata dalla guerra in Ucraina, bisogna intervenire per salvaguardare il futuro delle famiglie e delle imprese e una migliore organizzazione delle nostre strutture interne in ambito europeo è fondamentale per avere risposte certe e immediate. La nostra Regione, che non ha un rappresentante in Europa può contare sulla solidarietà che altre forze possono dare ma dobbiamo spingere sulla creazione dell'Europa delle Regioni e fare in modo che la Valle d'Aosta possa avere un suo rappresentante.»

 

SC-LT