Oggetto del Consiglio n. 4378 del 29 gennaio 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4378/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno ad attivare, di concerto con l'Università della Valle d'Aosta, ogni azione utile per l'organizzazione dei corsi per l'abilitazione degli insegnanti valdostani".
Bertin (Presidente) - Abbiamo finito le interpellanze, possiamo ora alle mozioni. Punto n. 55. Si è prenotato il consigliere Perron per illustrare la mozione, ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Premesso che la riforma della scuola ha introdotto nuove disposizioni in vigore dal 30 giugno 2022 per l'arruolamento dei docenti, la loro formazione obbligatoria e un nuovo sistema per l'abilitazione alla docenza; evidenziato che il percorso formativo per l'abilitazione è regolato dal DPCM 4 agosto 2023 sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 224 e che il testo del decreto regola i contenuti della formazione universitaria necessaria per diventare insegnante (questa è la cornice a livello nazionale); appreso che tali percorsi docenti sono organizzati ed erogati attraverso centri universitari e accademici di formazione iniziale degli insegnanti, che comprende un periodo di tirocinio presso le scuole e poi la prova finale, con una lezione simulata per esaminare la capacità di insegnamento; considerato che ad oggi la formazione degli insegnanti valdostani viene erogata da strutture collocate al di fuori della regione, con corsi a numero chiuso, che costringono i docenti che necessitano dell'abilitazione a consumare ferie e permessi per seguire i corsi, oltre a sobbarcarsi il costo dei trasferimenti (ricordo che già si pagano i docenti anche tutto il percorso dei corsi di abilitazione e sono costi anche decisamente ingenti); venuti a conoscenza del fatto che anche le organizzazioni sindacali - perché, come ben sa, Assessore, questa è di nuovo l'ennesima iniziativa sul tema, infatti non le ho letto neanche tutta la parte di premesse perché l'abbiamo presa dalle vecchie, ho tagliato chiaramente e andiamo subito alla parte qui, perché ovviamente ora c'è l'azione anche di tutti i sindacati - FLC-CGIL, CISL-SCUOLA, SNALS e SAVT-ÉCOLE hanno avviato una petizione per l'attivazione dei percorsi abilitanti chiedendo all'Amministrazione regionale di "Esperire ogni tentativo affinché l'Università della Valle d'Aosta si impegni a svolgere sul nostro territorio una parte significativa delle attività didattiche, dei corsi abilitanti e DPCM 4/8/2023", che abbiamo menzionato anche noi nelle nostre vecchie iniziative; preso atto che la petizione, a quanto ci risulta, ha già raccolto un numero cospicuo di firme, chiediamo che il Governo regionale predisponga, di concerto con l'Università della Valle d'Aosta, ogni azione utile a organizzare i corsi necessari all'abilitazione degli insegnanti valdostani.
Al di là dell'impegnativa, sorgono parecchie domande e apriamo il tema in maniera un più larga e anche al di là dei tecnicismi. Sorgono, dicevo, parecchie domande, sappiamo che in passato già l'Amministrazione e l'UNIVdA non ha ottenuto una riserva di posti per gli insegnanti valdostani (già precedenti iniziative su questo, e lei Assessore confermerà se dico il vero oppure no...), cause non lo sappiamo, mancanza di programmazione, a volte mancanza, da parte della politica, di interesse su questo tema, problemi burocratici, procedure troppo complesse all'interno dell'Università della Valle d'Aosta? Sono domande, quindi in questo caso non solo i corsi non sono stati erogati in Valle d'Aosta, ma non si è riusciti neanche a ottenere la riserva e lo mettiamo da parte, quindi o l'Amministrazione regionale non ha poi la forza di dire le cose, oppure mancano idee, oppure manca il contatto, in questo caso con il mondo dell'insegnamento e la sua realtà...
Abbiamo circa 2.500 posti, e anche su questo mi confermi il numero, di lavoro sulla scuola in Valle, e non sono un'enormità, non sono 25 mila, ora noi ci chiediamo: ma è possibile che non si chieda al mondo della scuola quali sono le reali esigenze per queste formazioni? Perché almeno le materie più generiche - questo è quello che ci viene da dire da alcuni confronti che abbiamo fatto -: italiano, inglese, matematica, pedagogia, non lo so, è da valutare, ma è possibile che non si garantisca l'erogazione qua, sul territorio valdostano, con l'Università valdostana? Mancano i fondi? Domanda. Possibile che non si possano prevedere accantonamenti e muoversi in anticipo sui tempi? Sui siti, sulla tecnica della scuola viene pubblicato tutto con ampio anticipo. Esiste, ad esempio, una procedura all'interno dell'UNIVDA per attivarsi appena escono le notizie sui nuovi percorsi formativi? Ci chiediamo, perché poi, se non si arriva con i tempi, uno dice: "Forse dovevamo muoverci prima". Esistono protocolli di questo tipo? Sì oppure no?
Detto onestamente, Assessore, noi sentiamo le stesse risposte alle nostre iniziative da parecchio tempo, ma adesso non siamo più solo noi a chiederlo perché tutti i sindacati uniti insieme hanno fatto una richiesta ben precisa e stanno raccogliendo firme e la richiesta è la stessa che abbiamo fatto noi più volte. Ora la parte politica - perché io vorrei smarcare un attimo le parti più tecniche -, al di là dei tecnicismi, al di là delle sue risposte, Assessore, che spesso sono molto tecniche e precise, e per la carità va bene, ma qua vogliamo capire a livello politico, la parte politica, lei, Assessore, e l'intera Giunta, che visione avete su questo? Tra l'altro, ci saranno insegnanti che devono abilitarsi entro il 31 agosto, se questi prendono tutti aspettativa a giugno per riuscire ad abilitarsi, avete già previsto cosa potrà succedere, cosa succederà? Lo faranno? Chiaramente, avranno anche il diritto di farlo. Ci saranno problemi all'orizzonte lì? Sì oppure no? Poi se l'UNIVDA è un mondo autoreferenziale, ce lo dovete dire, se quel mondo è staccato, che vive a parte e fa le sue legittime iniziative ma non si riesce politicamente a dare una direzione su questa direzione, sull'interfacciare quel mondo con il mondo lavorativo degli insegnanti voi lo dovete dire. È una scelta politica, ce lo dite. "Non si può fare, non si può per Statuto", spiegatelo in mille parole, ma ci interessa poco la spiegazione, ci interessa il dato. Se quello è un mondo autoreferenziale, che va per la sua strada, che non riesce a interfacciarsi con il mondo della scuola quando abbiamo bisogno di formazione di insegnanti e agevolare gli insegnanti per fare delle cose sul nostro territorio, ce lo dite, lo dite a tutti e anche la gente si mette l'animo in pace. O questa visione politica voi non ce l'avete e dite: "Va beh, gli insegnanti vadano fuori, si pagano le loro cose e l'Università fa altro", oppure se ce l'avete, non siete in grado di direzionare l'Università. Delle due l'una, noi non riusciamo a capire e onestamente, se un'Università di questo tipo non si riesce a direzionare, a questo punto, dal nostro punto di vista, non ci siamo. Dal vostro non lo so, attendiamo che ce lo dite.
Presidente - La mozione è stata presentata, possiamo aprire la discussione generale. La discussione generale è aperta. Chi volesse intervenire è pregato di prenotarsi. Non vedo richieste, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, replica l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Lei sa, collega Perron, che con lei io ho sempre avuto un rapporto anche di interlocuzione franco e rispettoso, quindi apprezzo le sue modalità. L'unica cosa è che alle volte capita che, se uno entra troppo nel politico o cerca di motivare e argomentare, viene redarguito perché parla di fuffa e magari approfitta delle iniziative per circoscrivere il tema sul livello politico, altre volte succede il contrario. Tutto è lecito. Oggi le posso dire che farò sia delle considerazioni di tipo politico, sia delle considerazioni di tipo tecnico. Poi è evidente che sia le une che le altre possono essere accolte o possono essere oggetto anche di critica, confutate in maniera integrale; io cerco di fornire degli elementi che possano servire a lei, nel suo ruolo di Consigliere di minoranza, e che possano servire, spero, anche agli insegnanti e alle persone interessate. Ho fatto una sintesi, perché l'argomento è molto complesso, è un argomento che discutiamo oramai da quando ho questa delega, da subito mi sono trovato immerso nel tema dei corsi abilitanti, lei lo sa, il TFA e il CFU successivamente, ho cercato di capire, mi sono interfacciato e sono arrivato ad alcune conclusioni.
Posso dirle che, per quanto riguarda l'Università, non è un organismo autoreferenziale, è un organismo che, come le istituzioni scolastiche, ha una propria autonomia operativa, a differenza delle istituzioni scolastiche l'Università ha degli organismi interni che decidono e che poi alla fine trovano una sostanziale sintesi anche all'interno del Consiglio dell'Università, del quale facciamo parte sia il Presidente del Governo sia io. Io le espongo un po', rispetto al tema, un punto di vista, poi ovviamente possiamo aprire la discussione.
Il tema della formazione degli insegnanti è cruciale per il nostro sistema educativo regionale, quindi è opportuno che io le illustri dettagliatamente le azioni intraprese dall'Amministrazione regionale, dall'Università della Valle d'Aosta in questo ambito, non in questi ultimi mesi, ma negli ultimi anni e negli ultimi decenni, evidenziando sia gli aspetti tecnici, sia l'impegno politico profuso e spiegando le ragioni per cui la mozione in discussione, pur apprezzabile nelle sue finalità, non può essere accolta; glielo dico subito ma poi le motivo il perché.
L'Università della Valle d'Aosta ha una lunga tradizione nella formazione degli insegnanti, in passato con le Scuole di specializzazione per l'Insegnamento Secondario, le SIS, sono stati attivati dei percorsi formativi per le discipline di italiano, francese e matematica e in un'occasione anche per l'inglese. Questi percorsi io li ricordo bene, ero comunque attento a questi temi nella mia precedente vita essendo stato io, tra l'altro, nel Consiglio scolastico regionale credo nel 1999-2000 e questi percorsi hanno rappresentato un pilastro nella preparazione dei docenti della nostra Regione. Con la chiusura delle SIS, il panorama formativo nazionale ha attraversato una fase di transizione caratterizzata da incertezze e frammentazione. Si sono susseguiti diversi modelli formativi, inizialmente i 24 CFU, me li ricordo benissimo perché mia figlia si avventurò in quest'impresa, che poi diventarono 30 CFU, fino ad arrivare all'attuale sistema dei 60 CFU, che è stato introdotto dal DPCM 4 agosto del 2023. Questa continua evoluzione normativa - ce lo siamo già detti varie volte - ha reso complessa e rende complessa - e questo noi lo diciamo tutte le volte che ci incontriamo con gli altri stakeholder, che siano docenti, dirigenti o sindacati - la programmazione, l'organizzazione dei percorsi abilitanti. È fondamentale comprendere che i corsi abilitanti non sono assimilabili ai corsi di laurea, si tratta di percorsi la cui struttura e attivazione dipendono strettamente dalle direttive ministeriali, spesso soggette a cambiamenti repentini, come abbiamo detto, e questa variabilità rende difficile una pianificazione a lungo termine e richiede un elevato grado di flessibilità da parte degli Atenei.
Le faccio un esempio dell'iter: un aspetto fondamentale da sottolineare è che i corsi abilitanti, per la loro attivazione, dipendono da due Ministeri: quello dell'istruzione e quello dell'Università e della ricerca, da normative che cambiano ogni anno, se non addirittura con cadenza di qualche mese, che rendono impossibile una programmazione stabile. Adesso, tra l'altro, siamo di nuovo da capo perché non si sa se queste ultime, sui 60 CFU, sono mantenute o meno, pare di no, requisiti di accreditamento stabiliti a livello ministeriale che spesso sono comunicati con poco preavviso, perché va bene la legge, ma poi dopo ci sono i decreti attuativi, le circolari, eccetera. A titolo ad esempio, le faccio un esempio, fino a dicembre del 2024 il Ministero non aveva ancora fornito indicazioni precise sui criteri di accreditamento per i corsi da 60 CFU (parliamo di un mese fa), rendendo impossibile qualsiasi pianificazione autonoma da parte del nostro Ateneo, infatti abbiamo da pochissimo... e con i sindacati ci siamo riuniti perché finalmente sono arrivati i chiarimenti, parlo della scorsa settimana.
Se volessimo aprire un corso di laurea, questo è bene che la gente lo sappia, in un anno e mezzo noi potremmo avere l'autorizzazione. Con i corsi abilitanti, invece, i parametri cambiano continuamente, quindi costringono le università a operare con un grado di incertezza enorme. Questo per dire che, se tu vuoi aprire un corso di ingegneria in Valle d'Aosta, se hai le risorse e ti si consente di farlo, lo puoi fare in un anno e mezzo. I corsi abilitanti sono un casino mondiale. Per questa ragione quasi nessuna università italiana - questo è bene che lo sappiano anche i sindacati che ci ascoltano, e glielo abbiamo detto - ha attivato questi percorsi in autonomia, preferendo adottare soluzioni consorziate per garantire qualità e sostenibilità e ne abbiamo già parlato, tant'è che, nonostante queste sfide, l'Università della Valle d'Aosta ha dimostrato, e questo credo che vada riconosciuto, una notevole capacità di adattamento. Un esempio significativo è rappresentato dall'attivazione del tirocinio formativo attivo: i famosi TFA per il sostegno, che per la prima volta viene interamente svolto nella nostra Regione. Quest'anno il numero di iscritti è stato totalmente accolto dalla Regione Piemonte, Regione Piemonte che avrebbe dovuto distribuire le sue necessità con le nostre alla fine ci ha concesso esattamente i numeri che gli abbiamo richiesto. Questo è stato oggetto di una grande concertazione e dimostra anche il rapporto che abbiamo con l'Università di Torino e con la Regione Piemonte. Hanno raggiunto le 40 unità quest'anno i TFA, un incremento notevole rispetto agli anni precedenti in cui la partecipazione dei docenti che andavano a Torino era esigua, non so se erano quattro o cinque addirittura e questo risultato è il frutto, come le dicevo prima, di una pianificazione accurata e di una collaborazione efficace tra l'Università, l'Amministrazione regionale e le altre entità, in questo caso l'Università di Torino.
Per supportare ulteriormente, questo è un altro elemento che metto sul campo per far capire come stiamo lavorando, i docenti in formazione, la Sovraintendenza agli studi ha stipulato un contratto integrativo regionale, la prima volta nella storia che si fa un contratto integrativo regionale nella scuola, che assegna priorità nell'ottenimento dei permessi per 150 ore per coloro che partecipano ai corsi abilitanti e ai TFA. Questo monte ore corrisponde esattamente alle attività formative che i docenti devono svolgere fuori regione, riducendo così al minimo i disagi legati agli spostamenti.
Per venire incontro alle esigenze dei docenti, è stato firmato questo contratto integrativo regionale della Valle d'Aosta, che prevede: priorità nell'assegnazione delle 150 ore di permesso studio ai docenti iscritti ai corsi abilitanti, quindi questa parte, che non era prevista, l'abbiamo fatta con un contratto integrativo regionale. La possibilità di frequentare la formazione senza richiedere aspettative non retribuite, come avveniva prima, un equilibrio tra le esigenze formative e lavorative, garantendo così stabilità e continuità agli insegnanti, perché prima, per poter fare 480 ore, o si mettevano in aspettativa non retribuita o altrimenti non prendevano neanche servizio. Questo risultato è cruciale perché la normativa impone, come lei sa, la frequenza minima del 70% delle 480 ore complessive, che è pari a 336 ore. Con le 150 ore obbligatorie fuori Valle, perché sono rimaste 150 rispetto alle 480, i docenti valdostani rientrerebbero già pienamente nei criteri richiesti senza difficoltà, se poi in più si tolgono altre 45 ore, ne rimangono 105, quindi con 105 di frequenza i docenti, con i permessi per studio che noi gli attribuiamo con priorità, riescono tranquillamente a definire questo percorso. Quest'accordo, tornando alla questione delle università che, per poter fare questi corsi, si devono consorziare, è stato possibile grazie all'adesione al CIFIS, che è questo Consorzio interuniversitario per la formazione degli insegnanti secondari, di cui abbiamo già parlato, in collaborazione con l'Università di Torino. Tale partnership ha permesso di ottimizzare le risorse e di garantire una formazione di qualità, mantenendo al contempo una forte connessione con il territorio.
L'Università, tra l'altro, ha dimostrato già, con il suo piano triennale di sviluppo, una buona lungimiranza. Già nel 2019 è stata deliberata l'assunzione di un professore associato al settore della didattica speciale e adesso, con il piano triennale di sviluppo che è stato deliberato, è stata deliberata l'assunzione dell'unico professore associato che sarà assunto come professore di pedagogia speciale, quindi questo con l'obiettivo di rafforzare proprio la formazione per i corsi di abilitazione al sostegno. Tra l'altro, a partire dal 1° marzo del 2025, l'Università accoglierà la professoressa Nicole Bianquin, che è un'esperta in didattica di pedagogia speciale, ne abbiamo già parlato, che assumerà un ruolo nel coordinamento dei corsi abilitanti. Attualmente la professoressa Bianquin ci è stata concessa dall'Università di Torino e questa ha contribuito proprio a fare totale erogazione dei crediti TFA nella nostra regione, questa è un'informazione che probabilmente non è nota a tutti.
Per quanto riguarda i percorsi abilitanti di 60 CFU, l'Università li ha strutturati così: 24 CFU, 144 ore sono dedicati ad attività didattiche on-line, 180 ore sono svolte nelle scuole in forma di tirocinio diretto, abbiamo fatto l'accordo nelle scuole della Valle d'Aosta, 60 ore, quindi 5 CFU, sono tirocinio diretto da effettuarsi presso istituzioni piemontesi, questo è un obbligo che hanno e poi sono 16 CFU di 96 ore che sono riservate ad attività didattiche disciplinari da svolgersi in presenza fuori regione. Quest'organizzazione che prevede che di 480 ore 150 siano fuori viene in qualche modo ammortizzata attraverso la concessione delle 150 ore, come gli ho detto.
Un ulteriore aspetto da considerare, e questo è importante saperlo, è che, quando tu organizzi... anche li volessimo organizzare qui in Valle d'Aosta per le classi di cui parlavamo prima, oltre a essere un casino mondiale, come le dicevo prima, bisognerebbe avere cognizione di quante persone decidono di fare i corsi abilitanti, perché tu non puoi organizzare un corso per la classe... quelli trasversali li organizziamo tutti online, ma per la classe di italiano, di matematica, eccetera, senza aver cognizione dei numeri, non li puoi organizzare per una, per due o per tre persone perché sarebbe insostenibile da un punto di vista sia finanziario che organizzativo. Questo per dire che il lavoro che è stato fatto all'interno dell'Università, tra l'altro, con le organizzazioni sindacali, adesso aspettiamo la petizione, io non ho ancora letto il testo ufficialmente, poi mi è stato mandato ufficiosamente... credo che dimostri che si sia fatto tutto il possibile, se non addirittura l'impossibile, e qua chiudo, per venire incontro alle esigenze degli insegnanti, degli studenti e dei sindacati.
Presidente - Per il Governo è stata sviluppata. Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Lei ha dato un sacco di dati giustamente, poi si entra nel tecnico veramente ed è questa l'occasione anche perché all'esterno, agli insegnanti, ai sindacati, eccetera, si riesca a collettare queste informazioni, poi anche noi riascolteremo l'intervento e lo tireremo giù per alcuni aspetti di dettaglio che lei ci ha fornito. Io cerco però di estrarre dal suo discorso i punti che mi paiono quelli della sua risposta e della difesa chiaramente dell'operato e dell'Università e della vostra azione politica, poi quello che ha fatto giustamente lei è stato difendere i punti.
Io mi sono appuntato e lei dice: "Risultati ne abbiamo ottenuti", questa è un po' la sua risposta, "Abbiamo già fatto tutto il possibile per", quindi desumo che la volontà di fare ci sia, cioè la volontà di essere sempre più vicini agli insegnanti valdostani, come è stato il modello della SIS, chiaramente erano anni fa, erano modalità diverse, però vede che anche quello che noi le abbiamo portato sul tavolo, l'esempio di quelle materie che noi abbiamo fatto non ce le siamo inventate così, siamo andati a vedere il passato e chiaramente quelle erano le materie più generiche che possono funzionare.
Lei dice: "Abbiamo fatto tutto il possibile, abbiamo fatto anche di più. Le condizioni ci sono avverse", avversi i numi direbbe la poesia di Foscolo, "Abbiamo avversi numi, gli avversi numi sono a Roma, abbiamo a che fare con due Ministeri, ci cambiano in continuazione le cose", quindi torno a desumere: l'interesse ce l'abbiamo? La volontà ce la mettiamo? La direzione politica ce l'abbiamo messa? (Mi corregga se sbaglio), la direzione politica la mettiamo? Nei limiti di quanto si può fare la mettiamo perché vogliamo fornire un maggior servizio alla scuola valdostana sul tema della formazione, desumo questo.
Allo stesso tempo, dall'altra parte, io prendo la palla e dico: va bene, avete la volontà, il Ministero cambia, si muove, eccetera, si mettano più risorse se c'è quella volontà, si mettano più risorse a seguire queste cose se la volontà mi confermate che c'è, perché lei dice: "I risultati li abbiamo già ottenuti", però qua abbiamo anche tutti i sindacati che firmano e fanno una petizione. Poi i sindacati fanno legittimamente il loro mestiere, politica e sindacati, anche la politica all'opposizione è diversa, non è che ricalca la politica dei sindacati alla lettera, tanto più noi della Lega che non abbiamo sindacati di riferimento politico, quanto meno qua in Valle e quanto meno in questo caso.
Assessore, lei ci dice: "Sì, abbiamo fatto tutto il possibile, siamo stati già bravi nel contesto", noi le diciamo che concordiamo sul fatto che ci vada la volontà di andare in quella direzione e ci fa piacere sentirvelo dire, perché quello che volevamo era sentirvelo dire, "Sì, per noi l'Università deve essere anche capace di fornire qualsiasi possibilità di abilitazione per gli insegnanti valdostani", volevamo sentirvelo dire. Poi sulle modalità chiaramente noi diciamo: dovete fare di più, perché, se avete quella volontà, e i sindacati firmano, e noi abbiamo tante, ognuno di noi, ma penso che le segnalazioni siano arrivavate ad altri, che legittimamente chiedono da Valdostani, da abitanti della Val d'Aosta, di una Regione autonoma: "Ma noi ce ne facciamo ben poco delle risposte delle altre Regioni, noi siamo in Valle d'Aosta e vorremmo, visto anche lo stato dei nostri trasporti, non doverci spostare a Torino, perché è un problema spostarsi a Torino, anche solo a Torino". Magari in altre Regioni muoversi all'interno è diverso, per la Valle d'Aosta già solo andare a Torino è un problema, sono costi aggiuntivi, abbiamo tanta gente che ce lo segnala.
Volevamo quindi sentire la vostra volontà, la volontà dite che c'è, noi diciamo si deve fare di più, perché questo è il nostro ruolo politico, si deve fare di più, quindi metteremo comunque al voto questa mozione, poi tutte le informazioni che lei ci ha dato e quello che succederà nei prossimi mesi lo valuteremo, di sicuro noi vi spingiamo, ripeto, nella direzione che voi stessi confermate essere la vostra ma fare di più perché legittimamente ci sono tante persone che lavorano nel settore scuola Valle d'Aosta. La scuola chiaramente non è un settore sui generis, ma è uno dei più importanti e fondamentali della società, che si trovano in gravi difficoltà e legittimamente chiedono, da un Governo autonomista, da una Regione autonoma, il più possibile di poter fare e sviluppare la propria professionalità in Valle con l'Università della Valle d'Aosta che è il luogo preposto a questo.
Noi quindi porteremo in voto la mozione e poi vedremo quali saranno gli sviluppi successivi.
Presidente - La parola all'assessore Jean-Pierre Guichardaz per dichiarazione di voto.
Guichardaz J. (FP-PD) - Solo una precisazione che mi sembra corretto fare, non è tanto una questione di risorse economiche, le dico, intanto io non voglio scaricare sull'attuale Ministro e sugli attuali organi ministeriali, anche perché, come le ho detto, le riforme qua... Ogni Ministro che arriva vuole intitolare la propria riforma, nell'ambito dell'istruzione poi sono dei fenomeni e il fatto che si sia fatta la SIS, 24 crediti, poi 30, poi 60 e adesso non si capisce che cosa si vuole fare, non è un problema del vostro Ministero o del vostro Governo. Io questo lo voglio dire perché non ho l'abitudine poi di addentrarmi in polemiche politiche, le evito, ma anche le università grandi, anche i grandi atenei, sono in grandissima difficoltà nell'organizzazione di questi corsi, tant'è che i corsi per materia non è che vengono fatti tutti nella stessa università. L'Università di Torino non è in grado di garantire tutti i corsi per tutte le classi, tant'è che i docenti devono andare magari a Pavia, devono andare a Parma, devono andare a seconda del tipo di corso che devono fare. Questo per dire che il fatto che ci si sia consorziati, quindi che l'Università della Valle d'Aosta sia entrata insieme all'Accademia Albertina, all'Università della Valle d'Aosta e adesso non mi ricordo quali sono le altre università, è perché si è cercato di mettersi insieme con università enormemente più grandi delle nostre per cercare di coprire delle necessità, che peraltro non riusciamo a coprire con il solo Piemonte, abbiamo comunque una situazione del genere.
Quando si farà chiarezza e tutti i Governi che si succederanno cercheranno di cambiare quello che ha fatto il precedente, probabilmente questi poveri docenti e il sistema scolastico potrà respirare, avrà un po' di pace e potrà respirare. Per dire la questione del Direttore del corso, noi abbiamo il Direttore del corso che aveva l'abilitazione per poter fare quel corso che è attualmente in distacco politico, che è il sindaco Nuti, abbiamo dovuto cercare in questi anni di supplire prima, sempre con questa professoressa Bianquin abbiamo dovuto cercare di attingere all'Università mi sembra di Pavia prima, poi adesso Torino, adesso la incorporeremo all'interno del nostro organico, perché occorre avere un'organizzazione che abbia tutti i tasselli a posto. Un tempo c'era, per esempio, il corso di scienze dell'educazione che adesso intendiamo ripristinarlo, è chiaro che quello sarebbe molto più semplice avere se noi avessimo, per esempio, quel corso già attivo e poter attingere per i corsi trasversali, eccetera, a risorse nostre. È proprio una questione di organizzazione da un punto di vista amministrativo, logistico, di risorse umane e anche di spazi, peraltro, perché qualcuno dice: "Ma perché non mettete la facoltà tal dei tali? Perché non facciamo medicina, ingegneria, glaciologia, eccetera", tutto è possibile ma devi avere poi la capienza, devi avere gli spazi, devi avere l'organizzazione e ogni corso ...
Io mi sono stupito e glielo ho detto apposta, quando mi è stato detto che è molto più facile organizzare un corso di laurea intero, addirittura una laurea magistrale, perché almeno quella ha delle certezze, fintanto che anche lì poi non vengono modificati magari gli indirizzi e le materie, addirittura il codice, se non è più L19, magari viene modificato, però organizzare quello è molto più semplice paradossalmente che non organizzare questa roba.
Il messaggio di oggi anche attraverso la vostra iniziativa - e io la ringrazio perché almeno credo che abbia messo un po' più di chiarezza - è che si è fatto non il possibile, l'impossibile e che i numeri, tra l'altro, sono stati numeri che incredibilmente ci sono stati concessi interamente rispetto al nostro fabbisogno. Questo credo sia anche utile dirlo, ma questo perché con l'Università di Torino e con il Piemonte si è trovato un accordo tale per cui loro non ci hanno dato una quota residuale, ma ci hanno concesso le nostre necessità. Non avremmo 40 docenti che oggi stanno facendo il corso ma probabilmente noi pensavamo che ne avremmo avuti nove o dieci rispetto alla possibilità di quota nostra.
Presidente - Altri interventi per dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Solo una dichiarazione di voto che ripercorre brevemente l'intervento in replica anche in dichiarazione di voto dell'Assessore, perché anche da parte mia corre l'obbligo di un ringraziamento per aver portato il tema, perché qualche volta la semplificazione esasperata non rende l'idea di quello che invece la quotidianità ti mette di fronte. Ringrazio l'Assessore perché è stato molto puntuale in quelli che sono stati i passaggi anche molto complessi e non semplici anche da recepire, perché poi bisogna anche metabolizzarli e giustamente capisco la necessità poi di andare... Due concetti fondamentali: il primo è che la volontà politica, quella espressa poi nel Consiglio e negli altri contesti accademici che vanno a definire una serie di interventi, è stata fin da subito quella di mettere e di agevolare gli insegnanti valdostani per l'accesso a questi corsi, quindi di limitare al massimo gli spostamenti. Si sono enfatizzate le situazioni di corso online, delle possibilità di fare in loco tutta una serie di attività e di limitare al minimo sindacale lo spostamento verso Torino, con tutte le difficoltà che tutti conosciamo.
L'altro aspetto è quello di andare incontro con dei permessi ad hoc... di poter fruire di questi permessi per partecipare a questi corsi, che penso che non sia assolutamente né banale, né facile da costruire. L'altro è quello che la politica qualche volta deve anche fare i conti con la sostenibilità delle cose, deve trovare un equilibrio tra le risorse che possono essere spese e non è questione di risorse, perché chiaramente, se io devo mettere in piedi, come ha detto giustamente l'Assessore, un corso per la matematica, uno per le lingue e su ogni corso ho un partecipante, è chiaro che non può essere sostenibile, allora va da sé che l'Amministrazione regionale, l'Università, che fa parte comunque delle istituzioni dove l'Amministrazione regionale può andare a confrontarsi per creare i presupposti per dare un servizio all'altezza delle aspettative, deve tener conto anche di questo, allora mettersi insieme a qualcun altro è, non dico obbligatorio, ma diventa assolutamente indispensabile. Vogliamo rassicurarla che, dal punto di vista dell'attenzione e delle iniziative che possono essere messe in piedi per dare delle risposte, che sono quelle che nel quotidiano vanno dirette ai diretti interessati, non solo c'è stato il lavoro, ma ci continuerà a essere per cercare, laddove possibile, di migliorare queste situazioni.
Presidente - Altri interventi, altre dichiarazioni di voto? Non ne vedo, metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.