Oggetto del Consiglio n. 4212 del 18 dicembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4212/XVI - Reiezione di mozione: "Confronti per adottare linee guida per tutto il sistema di istruzione regionale sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale".
Bertin (Presidente) - Passiamo al punto seguente: il punto n. 4.06. Per illustrare la mozione, ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Visto che più volte oggi si sono illustrate alcune cose e alcuni temi, credo sia opportuno fare un invito preliminarmente per i colleghi, ovvero leggere con attenzione il testo della mozione in discussione e soprattutto l'impegnativa, ci tengo particolarmente a evidenziarlo, che prevede espressamente la promozione di un dibattito con tutti i soggetti interessati proprio sui temi dell'educazione affettiva e sessuale, ne abbiamo parlato anche recentemente sempre su un ordine del giorno delle colleghe di PCP. Proprio su questo tema è evidente che ci troviamo ad affrontare un terreno molto scivoloso e spero anche su questo ne convenga l'Aula, esistono forti perplessità sul fatto che temi di questo tipo possano essere affrontati anche nella scuola primaria, come, ad esempio, quelli relativi al binarismo sessuale. Chi lo sostiene, infatti, sostiene, nel medesimo tempo, che le famiglie non siano in grado di svolgere appieno il loro ruolo educativo e che i genitori non siano giudicati all'altezza di aiutare i bambini a distinguere fra realtà e finzione, soprattutto con riferimento all'educazione sessuale, nonché al grave fenomeno della pornografia in rete e della sessualizzazione precoce che i nostri ragazzi affrontano purtroppo quotidianamente. Il rischio oggi proprio su questo terreno è particolarmente grande, soprattutto quando a Sinistra si continua a dire che l'ideologia gender non esiste, che è una nostra invenzione, ma non è così e i cosiddetti "Agenti arcobaleno", li chiamerei così, sono al lavoro ogni giorno, l'ideologia gender esiste, eccome se esiste! Lo dimostrano i numerosi tentativi, come, ad esempio, l'iniziativa nazionale di Arcigay sponsorizzata da Sephora, quelli dei cosmetici, ai quali, per ovvie ragioni commerciali, piace molto la fluidità. Arcigay vuole entrare nelle scuole, lo dichiara apertamente, e qualche scuola nella nostra regione l'ha già fatto, ricorderete le iniziative ispettive che abbiamo presentato proprio da questi banchi.
Nel vademecum dal titolo: "Chi sono io?" io ho un piccolo estratto, prodotto proprio dall'associazione in questione che vi ho richiamato, si occupa di politica, come avevo detto più volte - l'assessore Guichardaz lo sa - su questo ci siamo confrontati spesso, noi riteniamo che Arcigay sia un'associazione che fa politica e non fa volontariato o cultura, ma fa evidentemente politica, lo dichiarano fin dai propri impegni già statutari. Quest'associazione, con questo vademecum sottolinea l'importanza di far entrare quanti più attivisti possibile nelle scuole e che gli studenti possano incontrare persone con un vissuto identitario in cui riconoscerci, quindi far entrare più persone possibili, attivisti dell'associazione, appunto Arcigay, per far in modo che queste persone si possano riconoscere, ma, a meno che non si tratti di docenti militanti dell'Arcigay, in che modo pensano di entrare nelle classi dei nostri figli? Lo abbiamo visto in maniera molto chiara, l'arma è quella dei progetti scolastici ovviamente, quelli in cui si invitano i famosi esperti esterni. Questo - e su questo è intervenuto anche più volte il collega Perron evidenziando quest'aspetto - perché si intende sfruttare la frequenza scolastica dei ragazzi, perché altrimenti difficilmente organizzando questi seminari di ideologia Lgbt nelle proprie sedi godrebbero di una partecipazione numerosa, invece è evidente che introdurre direttamente questi temi nelle scuole permette di avere una platea che li ascolta: ecco perché questa mozione acquista un valore, dal momento in cui prevede l'avvio di un dibattito sui sistemi dell'educazione affettiva e sessuale, sui quali gli insegnanti, in quanto educatori, sono perfettamente in grado di svolgere il ruolo per cui sono stati chiamati senza pregiudizio o strumentalizzazioni e senza diventare strumenti di battaglie ideologiche.
Più in generale ritengo che in nessun caso il singolo docente o dirigente scolastico possa trovarsi a chiedere a ogni singolo studente quale sia l'identità di genere cui egli ritiene di appartenere e questo è uno dei classici casi in cui i tifosi della scienza di colpo si dimenticano della stessa. La scienza ci dice che esistono gli uomini e le donne, qualcuno su questo tema invece comincia a mettere in dubbio la questione: ecco perché con questa mozione chiediamo alla Giunta regionale di promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale, anche al fine di adottare linee guida valevoli per tutto il sistema di istruzione regionale, che ribadiscano necessità che lo spazio scolastico sia caratterizzato da un'adeguata neutralità, in qualsiasi forma di insegnamento scolastico, e quindi assicurano che tutte le attività proposte dalle scuole rispondano a criteri di rispetto e di libertà, che favoriscono la costruzione di un sapere critico per gli studenti, escludendo che l'insegnamento scolastico venga utilizzato per propagandare tra i giovani in modo unilaterale e acritico, modelli comportamentali ispirati alla cosiddetta "teoria gender".
Presidente - La discussione generale è aperta. Ci sono interventi in discussione generale? Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (FP-PD) - Intervengo per esprimere una profonda preoccupazione nei confronti di una narrativa che sta emergendo ormai da molto tempo con insistenza a Destra in relazione ai temi dell'educazione sessuale affettiva e alla fantomatica teoria gender. Quest'ossessione, a mio avviso, non solo è infondata, ma farebbe anche ridere se solo non rischiasse di generare danni significativi alla crescita culturale e sociale delle nostre comunità. Come fa sorridere che, per richiedere neutralità, venga citato un convegno tenuto dal Papa dal titolo: "Uomo, donna, immagine di Dio", però è vero ciò che riporta il virgolettato all'interno della mozione: "Cancellare la differenza è cancellare l'umanità" ed è proprio questo il punto. Parlare delle differenze senza che queste siano scogli e soprattutto riconoscere a ciascuna persona la libertà di essere e di amare senza pregiudizi, discriminazioni o mozioni come questa, perché parlare di educazione sessuale affettiva non significa promuovere un'agenda ideologica, come si vorrebbe far credere, ma semplicemente fornire ai giovani e alle giovani strumenti fondamentali per affrontare la complessità delle relazioni umane, della propria identità e del rispetto reciproco. È un'educazione che punta alla prevenzione della violenza, al contrasto della discriminazione e alla costruzione di relazioni sane e consapevoli, eppure assistiamo costantemente a campagne di disinformazione che evocano il fantasma della teoria gender, un concetto che, tocca ripeterlo ancora una volta, non esiste. È un termine inventato, utilizzato strategicamente per seminare paure infondate e bloccare qualsiasi progresso in ambito educativo e sociale. Mi chiedo, colleghe e colleghi, il perché di tanto timore verso un'educazione che mira a formare cittadine e cittadini consapevoli del valore del consenso, del rispetto verso le donne e delle differenze e capaci di riconoscere il valore della pluralità. Perché, invece di confrontarsi sui contenuti educativi, si preferisce alimentare una retorica divisiva e spesso basata su concetti che neanche esistono, arrivando persino a richiedere una neutralità che altro non sarebbe che parlare solo delle cose che vogliono le Destre nel modo in cui vogliono le Destre? Perché poi quest'ossessione della Destra nel voler censurare l'educazione sessuale e affettiva non può che tradursi in un vero e proprio boicottaggio del futuro delle nostre generazioni, perché? È un atteggiamento miope, che nega loro l'opportunità di crescere in un contesto educativo moderno e inclusivo, indispensabile per affrontare le sfide di una società in continua evoluzione. Noi dobbiamo garantire che le scuole siano luoghi dove si apprendono non solo la grammatica o la matematica, ma anche il rispetto reciproco delle emozioni e la comprensione di ogni diversità, differenza o unicità e noi nel nostro ruolo di amministratori pubblici abbiamo il dovere di guardare avanti, non di creare paure infondate, costruendo una società in cui i diritti e le opportunità siano per tutte e tutti, senza pregiudizi e censure e senza ossessioni ideologiche.
Presidente - Altri in discussione generale? Non vedo altre richieste, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, replica l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Francamente, collega Manfrin, continuo a non capire questa sua passione e ossessione per tutto ciò che sfiora il tema della sessualità, oggi nella scuola, l'altro giorno tra i giovani adulti, mi riferisco al suo entusiasmo per le frasi di chiaro stampo sessuale, oltre che sessista, scritte sulla famosa auto rosa fucsia di alcuni coscritti in passato nei luoghi di incontro per giovani e meno giovani, mi vengono in mente le varie cittadelle, ma anche le manifestazioni pubbliche, tipo il Pride, e sicuramente me ne dimentico altre.
Nel leggere attentamente le premesse della mozione, ascoltando gli interventi, il suo intervento e anche l' intervento del collega Padovani, immagino che lei e gli altri firmatari siate preoccupati del fatto che parlare di affettività e di sessualità all'interno delle istituzioni scolastiche sia prodromico, sia rivelatore rispetto a un'azione di condizionamento delle menti, secondo lei, ovviamente immature dei nostri giovani, quindi a una loro possibile transizione verso altri lidi, per essere più chiari, verso deviazioni dalla retta via, che per lei, con tutta evidenza, è quella etero.
Ormai la conosco un po', collega, e mi posso permettere, senza temere di fare l'esegesi al contrario del suo pensiero e delle sue intenzioni, di pensare che la sua paura è che la scuola possa veicolare ideologie contrarie a ciò che lei e voi ritenete normali. Il concetto di normalità, per quanto la riguarda, collega Manfrin, mi pare di aver capito è quello binario, anche nelle premesse citato il cosiddetto "binarismo sessuale", contrapposto al concetto di spettro di genere, che lei cita sempre con un certo orrore.
Non voglio entrare nella competizione con lei, collega Manfrin, che potrebbe scrivere delle enciclopedie sul tema vista appunto - e glielo dico simpaticamente - la sua ossessione per le fantomatiche ideologie gender e per le pericolosissime pratiche estranee al mondo educativo, ma mi lasci dire che lei e voi sopravvalutate un po' il ruolo della scuola nella trasformazione delle tendenze sessuali dei nostri giovani. Glielo dico questo dall'alto della mia esperienza di ex giovane che annualmente veniva educato in tema di sessualità dal mitico professor Tecco e di genitore più che di Assessore ai sistemi educativi. La scuola sul tema specifico della sessualità è in grado di condizionare molto poco le menti dei nostri ragazzi e questo non lo dico io, ma valenti psicologi, psichiatri, pedagogisti, sessuologi. Purtroppo ciò che oggi li addestra al delicato tema della sessualità, sono per lo più - e lei li ha citati - i siti porno che le statistiche dicono essere approcciati ben prima dei 18 anni, in alcuni casi addirittura a partire dagli 11 anni.
Ascoltavo l'altro giorno un dibattito su France Info in cui si parlava del fatto che il desiderio sessuale tra i giovani - in Francia è così ma è uguale ovunque, mi sono anche un po' documentato -, sia quello binario, per usare un termine a lei caro, sia quello riferito ad altre forme più fluide, diciamo così, cioè praticato comunque tra due persone, è piuttosto compromesso. Si parla addirittura di drastico calo diffuso del desiderio sessuale tra i giovani a causa sa di cosa? Di queste abbuffate di sesso online, in cui i modelli sono i più vari, modelli spesso conditi da violenza, esplicita e implicita, da un linguaggio che definire triviale è un complimento e dà un senso di dominanza, di sopraffazione e di prevaricazione abbastanza a senso unico. Guarda caso in questi siti la donna non è quasi mai una donna alfa, al contrario del maschio che lo è praticamente di default. L'educazione all'affettività purtroppo, collega Manfrin, così come l'educazione sessuale, è spesso prerogativa di siti che dovrebbero essere ad accesso esclusivo dei maggiorenni, ma che sappiamo possono essere aperti con una semplice dichiarazione di maggiore età, basta avere un telefonino.
La scuola per sua informazione acquisisce un ruolo sempre più marginale rispetto a questo tema che le sta tanto a cuore, anche a causa della mancata obbligatorietà di percorsi di educazione sessuale all'affettività, questo lei lo sa e, pur sforzandosi la scuola di veicolare l'idea di un'affettività fatta anche e soprattutto, come diceva il collega Padovani, di rispetto per l'altra persona - e, quando parlo di persona, intendo il caleidoscopio di sensibilità e di tipologie che caratterizzano il genere umano, a prescindere dal sesso e dalle preferenze di ciascuno -, viene sistematicamente "surclassata" da altri insegnanti - lo dico tra virgolette - ben più ascoltati ed efficaci purtroppo. Mi permetto anche di dire che la scuola viene altresì ridotta nella sua capacità di educare un'affettività consapevole e rispettosa dell'altro o dell'altra, oltre che dalla pornografia pure dagli interventi di alcuni politici che nel loro ruolo istituzionale contribuiscono alle volte ad alimentare dibattiti che scatenano polemiche anche per la loro inopportunità, diciamo così. Mi riferisco in particolare all'uscita del ministro all'istruzione e merito, Giuseppe Valditara, che, in occasione della presentazione della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin, una ragazza di 22 anni uccisa un anno fa dal suo ex fidanzato, ha liquidato come ideologica la lotta al patriarcato, dicendo, tra l'altro, che non esiste più giuridicamente dal 1975, aggiungendo che la causa della violenza sulle donne - questa è l'educazione sessuale del nostro ministro all'istruzione - sono gli immigrati clandestini, mentre si stava parlando di un femminicidio commesso da un giovane cittadino italiano bianco e benestante.
Non voglio entrare nel dibattito sul Patriarcato per evitare che si apra una diatriba sul termine, che so che vi fa venire l'orticaria, ma fatemi dire che parlare di quel termine significa molto semplicemente parlare della disparità tra uomini e donne e di ruoli di poteri diversi in base al genere e non della temutissima ideologia gender. Solo per una doverosa precisazione, visto che nelle premesse scomodate, oltre al Papa, a sostegno delle vostre tesi, una nota del MIUR, che poi, vi correggo, non è del Ministero dell'istruzione e del merito, è del MIUR la nota che citate del settembre 2015, vi informo che il Collegio nazionale dell'Ordine degli psicologi, ribadendo: "L'inconsistenza scientifica del concetto di ideologia di gender", ha chiarito - questo è l'Ordine nazionale degli psicologi - che "favorire l'educazione sessuale nelle scuole e inserire nei progetti didattico-formativi contenuti riguardanti il genere e l'orientamento sessuale non significa promuovere un'inesistente ideologia del gender - questo non lo dico io, lo dice l'Ordine degli psicologi - ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e dell'affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in tutte le sue dimensioni, mettendo in atto strategie preventive adeguate ed efficaci, capaci di contrastare fenomeni come il bullismo omofobico, la discriminazione dei generi e il cyberbullismo. Tra l'altro, abbiamo attivato da poco progetti proprio sul cyberbullismo in Valle d'Aosta con altri colleghi Assessori per dire che ci impegniamo anche su questo tema, che, purtroppo, sta diventando sempre più dannoso e pericoloso per i nostri ragazzi.
Peraltro è bene ricordare che la nota che voi citate nelle vostre premesse - e di cui riportate uno stralcio di una riga e mezzo su ben 5 pagine, se letta correttamente, di fatto non certifica l'esistenza della cosiddetta "ideologia gender" - dice semplicemente che: "Tra i diritti-doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né le ideologie gender, né l'insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo", ma correttamente individua questa nota di cui voi riportate tre parole, tra i modelli educativi - e nella vostra premessa tale rinvio l'avete sapientemente occultato - alla Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, che, per informazione di chi ci ascolta, alla votazione in cui è stato dato il via libero alle risoluzioni che chiedono all'Unione europea di aderirvi, Lega e Fratelli d'Italia si sono in maggioranza astenute; due Deputate della Lega hanno addirittura votato contro, questo per dire quale sia l'atteggiamento dell'Estrema Destra nei confronti del tema della prevenzione, lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. A tale proposito rinvio alla discussione che abbiamo fatto in quest'aula sul piano triennale degli interventi contro la violenza di genere per il periodo 2023-2025 in cui proprio voi della Lega avevate presentato degli emendamenti che avrebbero voluto estromettere la scuola dal processo di prevenzione contro la violenza di genere previsto appunto dal piano citato, non so se vi ricordate.
Con il decreto ministeriale n. 183 del 7 settembre 2024, che aggiorna le linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole, sono stati rivisti e ampliati i nuclei tematici attorno a cui si organizzeranno le attività dell'educazione civica. Le linee guida, ispirate agli insegnamenti della Costituzione italiana, promuovono l'educazione e il rispetto dei diritti fondamentali di cui ogni individuo gode, valorizzando solidarietà, responsabilità individuale, uguaglianza, libertà. Durante le 33 ore annuali dedicate all'insegnamento dell'educazione civica gli insegnanti hanno la possibilità di proporre attività didattiche orientate allo sviluppo delle abilità e delle conoscenze inerenti all'educazione e alla cittadinanza, alla salute, all'educazione ambientale, al benessere psicofisico personale, al contrasto delle dipendenze, all'educazione finanziaria, assicurativa statale, stradale e digitale. È evidente il respiro ampio e interdisciplinare della disciplina, ogni nozione, infatti, è orientata al benessere comune, allo sviluppo ulteriore di determinate conoscenze, al rispetto e alla salvaguardia del patrimonio materiale e immateriale di cui le varie comunità locali godono. L'educazione civica diventa quindi uno strumento flessibile e interdisciplinare che le scuole possono nella loro autonomia, perché le scuole sono autonome, lo sapete, da un punto di vista amministrativo, organizzativo e didattico, utilizzare per contribuire alla crescita dei nostri giovani attraverso un approccio critico e consapevole, come voi sottolineate nella vostra mozione. Nello specifico l'educazione all'affettività e il contrasto alla violenza di genere sono strettamente legati a uno dei compiti che sono affidati alle scuole, cioè formare cittadini consapevoli e responsabili, non si tratta però di un compito, come ho avuto modo di dire spesso, in capo solo alla scuola, ma a tutta la comunità educante che deve avere come fine la costruzione di un futuro di uguaglianza, rispetto e inclusione per tutte e tutti, come ho avuto modo di dire anche in occasione della discussione sulla ormai famosa mozione coscritti. Nella comunità educante rientra anche la comunità politica.
Il tema è molto complesso e ci tengo a sottolineare lo sforzo continuo da parte delle istituzioni scolastiche nel promuovere un confronto aperto e corretto con gli studenti e con le loro famiglie, quindi la vostra preoccupazione che non siano coinvolte un po' viene in questo modo confutata. In merito ai diversi aspetti della vita umana, compreso ciò che riguarda i problemi attinenti alla natura della sessualità, delle relazioni affettive, alla questione della violenza dell'uomo contro la donna all'interno della coppia, che non possiamo negare, in tale contesto è prevalente, non dico che sia assoluta, ma prevalente rispetto a quello della donna sull'uomo, anche solo per motivi culturali o di forza fisica.
Aggiungo che in Valle d'Aosta l'USL offre ai ragazzi delle scuole degli interessantissimi percorsi di educazione alla sessualità che sono intitolati: "Corpo, mente e cuore" nella sessualità e nelle relazioni che - la conforto, collega Manfrin - non hanno nulla di ideologico, né stimolano alla transizione di genere (ho potuto visionarli).
Vorrei a ogni buon conto ricordare che già in occasione del rapporto annuale del 2006 la Commissione europea ha definito intervento prioritario l'eliminazione degli stereotipi di genere poiché i ruoli maschili e femminili continuano a influenzare importanti decisioni individuali riguardanti l'istruzione, le scelte professionali, i contratti di lavoro e la famiglia. Oggi, sebbene sia stato compiuto un grande sforzo rispetto alla parità di genere, ci sono ancora molte sfide da affrontare. Inoltre è ormai condivisa la consapevolezza che la violenza e la discriminazione verso gli uomini e le donne siano generate anche da un atteggiamento culturale basato su stereotipi legati al genere.
I bambini - ci dicono autorevoli studiosi, non lo dico io - crescono con una conoscenza già consolidata di ciò che è maschile e di ciò che è femminile, collega Manfrin, acquisita attraverso un'educazione più o meno consapevole e quotidiana, fatta di sollecitazione, esempi all'interno della famiglia e dei contesti sociali con cui hanno interagito sin dall'infanzia per costruire una relazione più equilibrata tra i sessi, che non vuol dire trasformare o impartire fantomatiche ideologie gender, ma una relazione basata sul reciproco rispetto della differenza, non sul loro annullamento, collega, su questo la voglio confortare. È necessario quindi informare le persone sul forte condizionamento culturale legato alla diffusione degli stereotipi e attuare azioni preventive a partire dalla scuola. È quindi quasi superfluo dire che non voteremo questa mozione per il suo contenuto marcatamente ideologico e per la sua sostanziale inutilità.
Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio ovviamente gli intervenuti per aver sottolineato una volta in più come toccare alcune corde fa saltare un po' sulla sedia alcune persone che preferiscono che di questo tema non si parli e ogni volta che se ne parla cercano in tutte le maniere di nasconderlo, perché forse le persone ideologicamente portate verso, appunto, la necessità di imporre una visione senza dirlo preferiscono che tutto rimanga sotto silenzio. Non so chi è stato così pazzo, però qualcuno me lo ha riportato, ha visto una lunga intervista, un'ora-un'ora e mezza di video ve lo risparmio ovviamente, ma tanto per dirvi che ho fatto qualche mese fa con uno youtuber che lavora qui ad Aosta dove sostanzialmente si è parlato di questi temi, del Gay Pride e di tutta una serie di cose. Durante quel lungo confronto fra due persone che non la pensavano alla stessa maniera su questo tema, ho fatto un paragone che mi sembra assolutamente calzante, cioè, quando si è parlato della teoria gender, la prima domanda è stata proprio: "Che cos'è questa teoria gender?", questa fantomatica, esattamente le stesse parole. Quando si dice fantomatica e quando si interviene dicendo che non esiste, mi sembra un po' come quando si dice che la mafia non esiste, perché dire che non esiste qualcosa contribuisce a evitare che questo venga scoperto e contribuisce a fare in modo che questa cosa rimanga nascosta e si possa continuare a propagandare se non esiste o continuare a lavorare sottobanco. Lo abbiamo evidenziato più volte in quest'aula, fuori da quest'aula, a livello nazionale, a livello regionale, a livello comunale, sono dappertutto le prove, sono riscontrabili anche, per esempio, nell'Agenda 2030 dell'ONU (questo chi ha avuto la briga di leggerla ne può prendere atto). È una teoria di livello internazionale, non è solo nazionale, ma è un modo per cominciare a orientare il pensiero.
Io, collega Padovani, mi rendo conto che sia meglio sostenere che una cosa non esista piuttosto che ammettere che c'è e rivendicare la paternità o la maternità o qualsiasi altra cosa voi vogliate, non si capisce bene. Lei, Assessore, invece ci dice che noi vogliamo censurare l'educazione sessuale affettiva... au contraire, su questa mozione, visto che ho fatto prima un richiamo a leggerla bene, e lei purtroppo non l'ha fatto, fa i compiti a casa cercando di sottolineare alcune manchevolezze del testo - ma adesso lo spiegherò perché ha completamente (incomprensibile) l'obiettivo - l'impegnativa esordisce con questa frase: "Impegna la Giunta regionale a promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale". E come censuriamo? Come la censura? Promuoviamo un adeguato confronto e questa sarebbe censura? Caspita, se promuovere un confronto è una censura, allora io sinceramente non so proprio dove posso trovare un qualcosa che dica invece: "Parliamo di questo tema", perché lei ha cercato di fare il maestrino dalla penna rossa - e la ringraziamo -, dicendo: "Non è il Ministero dell'istruzione e merito, è il MIUR". Grazie Assessore, ovviamente oggi si chiama Ministero dell'istruzione e del merito, quindi abbiamo aggiornato la questione, perché è vero che è stato trasmesso scritto quando si chiamava Ministero dell'istruzione università e ricerca, ma è altrettanto vero che oggi non chiamiamo quello che è stato scritto negli anni Trenta dal Ministero della difesa... "ah quanto scrive dal Ministero della guerra", perché si chiamava ai tempi... allora, un po' di aggiornamento c'è. Io quindi la ringrazio per la lezione, ma la lezione non era necessaria.
Vedo invece che lei stimola anche la questione e le è rimasta - e sono contento - perché vuol dire che abbiamo colpito nel segno - un po' la questione dell'ossessione lei dice sui temi sessuali, no, forse è il contrario; ogni volta che noi sottolineiamo qualcosa è per evitare che il dibattito, come sempre, con in mezzo i bambini... siete ossessionati dai bambini, siete ossessionati dai bambini e dai ragazzi, sui temi della sessualità, soprattutto questa vostra ossessione anche da una parte per il fatto di volerne continuamente parlare nelle scuole, dall'altra però censurare alcune cose al di fuori ha prodotto il fatto che - non so se lo ha visto - ma c'è una bellissima - la posterò, non l'ho fatto prima, ma quella penso di poterla postare tranquillamente senza ricevere le critiche di quest'Aula, né di chicchessia, ovviamente si sentirà colpito... - frase che i coscritti, dopo l'ennesimo dibattito che abbiamo fatto, hanno postato, cioè su una portiera hanno scritto: "No Comunisti". Io credo che quella sia la migliore testimonianza di come questo dibattito abbia sortito e abbia fatto capire gli effetti di quello che è stato discusso qua dentro. C'è qualcuno che si è schierato in maniera netta contro i coscritti e contro la loro goliardia, qualcuno che invece ritiene che ci sia anche una libertà di espressione. È evidente che i Comunisti forse non lo hanno fatto se si è arrivati a questa definizione, dopodiché lei fa un'esegesi invece, lei non vuole farlo ma lo fa, leggendo questa mozione, dice che io, o noi siamo a favore della promozione etero. Io la sfido a trovare qualcosa di simile scritto in questo testo. Noi promuoviamo l'eterosessualità con questo testo, con questa mozione... si vede, traspare dalle righe? No, non c'è scritto, quindi lei vuole fare delle elucubrazioni, ma purtroppo non è così.
Ci ha parlato anche - e mi ha un po' richiamato alla memoria il dibattito con l'analisi delle frasi che erano scritte sulle portiere dei coscritti e quant'altro - dei pericoli del calo del desiderio sessuale e del facile accesso al mondo della pornografia da parte dei ragazzi, tra l'altro, sollevando il grosso problema che la pornografia purtroppo nella maggioranza dei casi presenta delle immagini senza la presenza della donna alfa. Io le do atto di questo grosso studio che lei ha condotto sulla pornografia in rete e la invito a proseguire questo approfondimento per darci ulteriori statistiche, ovviamente per motivi puramente scientifici, come immagino avrà fatto, ma io non so sinceramente dove vado a parare. Certo è, come abbiamo sollevato durante la discussione, che parlare di temi di questo tipo, soprattutto ragazzi che hanno un'età molto bassa, quindi nelle scuole d'infanzia, nelle scuole primarie, come alcuni vorrebbero tentare di fare, questo sì introduce una precoce sessualizzazione nei ragazzi, questo sì introduce una precoce sessualizzazione nei bambini ed effettivamente vanno incontro a quella criticità che ha detto lei, ma è perché viene posto quel tema in maniera precoce, perché io che non sono più giovane neanch'io, ma non ho neanche la sua età, alla mia età, alla scuola dell'infanzia e alla scuola primaria non mi è mai stato parlato di sesso, mai, mai, ho avuto le prime cognizioni alle scuole medie - ai tempi si chiamava scuola media -, ma mai mi è stato posto il tema ed è sempre stata lasciata la libertà alle persone di poter educare i propri figli, alle famiglie dare un'educazione ai propri figli da quel punto di vista come si preferiva.
Sono lieto che lei abbia citato la questione della violenza delle donne, non c'entra nulla con tutto questo, non c'entra nulla, ma lei ha fatto delle insinuazioni sul ministro dell'istruzione Valditara e a questo punto è giusto aprire un capitolo piccolo, per dire che ovviamente c'è una questione ideologica dietro. Soltanto alcuni dati, perché lei giustamente ha detto: "Ma come si è permesso di dire che gli stupri sono da parte degli stranieri? ". Ho fatto qualche compito a casa anch'io: gli Italiani che nell'ultimo anno sono stati denunciati per violenza sessuale sono 3.340; gli stranieri, che sono stati denunciati per violenza sessuale sono 2.453, sono 1.000 in meno. Qual è la questione? È che in realtà gli stranieri sono 5 milioni, gli Italiani sono 55 milioni, quindi significa che 2.453 violenze sessuali su 5 milioni sono lo 0,05, 3.340 violenze sessuali su 55 milioni sono 0,006%. In media su 165 Italiani una è stata denunciata per reati di violenza sessuale, su 20 stranieri uno ai medesimi reati.
Per non parlare di quello che ha scritto peraltro recentemente Luca Ricolfi, che non credo sia ascrivibile alla nostra parte politica, che ha evidenziato come il 28% di questo tipo di violenze sia ascrivibile agli immigrati irregolari, che sono però l'1% della popolazione.
Torniamo quindi al tema di questa mattina, le immigrazioni irregolari purtroppo squalificano anche quella regolare. In tutto questo è evidente che soltanto chi vuole dare una lettura politica cerca di non vedere i dati e di dire che no, non esiste, però è così, il fenomeno esiste.
Prendo atto, Assessore, che lei non vuole accettare questa mozione, così come giustamente anche la sua maggioranza e imminenti membri della sua maggioranza, noi però riteniamo che questo sia un tema da trattare con la dovuta delicatezza, perché quello che noi abbiamo messo come impegnativa non metteva divieti, non metteva barriere, non metteva chissà quali steccati ideologici; chiedeva un confronto. Se non c'è nemmeno la disponibilità a un confronto, è evidente che qualcuno ha la coda di paglia.
Presidente - La parola al consigliere Perron.
Perron (LEGA VDA) - Intervengo piuttosto brevemente su quanto ho sentito. Innanzitutto la questione della teoria gender: esiste, non esiste... Innanzitutto cosa si intende per teoria gender? È l'idea che una parte del mondo accademico ha - e non è una verità assoluta che il sesso biologico sia distinguibile dal genere -, è stata creata questa doppia categoria e non entrerò in dettagli più complessi perché capisco che non è la sede, lo farò in altre sedi. Comunque sia, questa teoria non è un dato di fatto naturale, è stata creata più o meno negli anni Settanta circa... anni Sessanta e ha tutto un mondo ideologico sotto. Io non ritengo che sia completamente sbagliata, io non sono uno che dice: sesso e genere... per me si può anche usare quella distinzione, ma questa teoria è stata portata all'estremo da alcuni pensatori e pensatrici che oggi l'hanno portata a un livello per cui il fatto biologico, cioè avere un corpo maschile o femminile, sia totalmente ininfluente sul genere: questo è il problema, il che è una falsità gigantesca, perché crea giustamente un mondo fluido. Ad esempio, Assessore, si vada a cercare - perché è Assessore giustamente alla cultura - il libro di Judith Butler del Novanta che ha influenzato tantissimo questo movimento, per cui il genere è una performance, quindi, se io comincio a fare una performance perché mi sento di genere femminile, posso tranquillamente essere una donna, ecco l'idea del mondo fluido da dove esce. Questa teoria è stata portata all'estremo, ma non è un dato, non è una teoria scientifica, non stiamo parlando di matematica fisica, è una teoria, quindi c'è chi invece non la riconosce. Voi la portate nelle scuole, la fate diventare un dato di fatto, ma non è così!
Andiamo avanti, il tema del patriarcato: lei ha fatto di nuovo una macedonia, Assessore, che è un qualcosa di eccezionale, è già la seconda volta oggi, l'ha già fatto in altri interventi, su questi temi, porti pazienza, ma mi pare un modo di affrontare le cose... Capisco benissimo che lei riporti ma ha fatto una macedonia... tutti i luoghi comuni messi insieme. Tirar dentro il patriarcato, tirar dentro la pornografia su queste cose non è ciò che abbiamo detto.
Sul tema patriarcato si guardi il video di Luca Ricolfi, di nuovo, l'ha già citato il collega Manfrin, si guardi dei video Youtube, se vuole, guardi, glieli mando io, se li ascolta, Ricolfi è uno di Sinistra che dice che il termine "patriarcato" in sociologia è inutilizzabile, quindi non siamo noi cattivoni della Lega del maschio alfa, tra l'altro, femmina Alfa invece quella va bene, l'ha detto lei: femmine alfa va bene, quando è stato detto: maschio alfa... "Oh mio Dio", però femmine alfa va bene, ma cosa vuole lei? Un matriarcato? Volete un matriarcato? Donne che vi danno ordini dalla mattina alla sera? È questo che volete? Le donne alfa di questo tipo? Non lo so, siete fuori completamente, ma aderite a una narrativa perché questa avete. Se qualcuno non aderisce... però, portate pazienza, non siamo dei cavernicoli, forse abbiamo altri presupposti legittimi, che non fa di noi dei violentatori di donne, non fa di noi dei discriminatori, siamo gente che la vede diversamente sulla base di presupposti teorici, quindi l'abbiamo sentito dire tutto.
L'altro tema che a noi infastidisce è: chi è che doveva fare questi interventi educativi nelle scuole? Ma guarda caso chi sarà? Chi sarà che si occupa di fare questi interventi? Noi abbiamo il dubbio - ma perché siamo complottisti - che qui si presenteranno le associazioni, delle vere e proprie lobby che si occupano di questo e che busseranno e che cercheranno di diventare enti formatori delle scuole e vorranno andare a fare le loro cose nelle scuole. Noi diciamo che deve rimanere neutra, anche perché, assessore Guichardaz, si ponga questa domanda: ma, secondo lei, gli insegnanti che ci sono adesso, gli insegnanti che abbiamo avuto fino adesso sono così scarsi che non sono capaci di spiegare quelle questioni ai ragazzi? Ma, secondo lei, quelli che insegnano biologia sono così scemi che non sanno spiegare le questioni del genere del sesso nella loro materia? Mi pare che voi li vediate così, quindi c'è bisogno di qualcuno da fuori a fare la rivoluzione di questo tipo? Allora quelli che ci sono stati fino adesso sono scarsi, sono incapaci, ma lo dica, abbiamo bisogno delle associazioni del mondo Lgbtq, del mondo delle femministe radicali, che vadano a scuola a spiegare ai ragazzi cosa devono fare, compresi gli stereotipi di genere. Assessore Guichardaz, stereotipi di genere, vediamo un attimo, me la fa la battaglia? Mi fa contento? Mi fa la battaglia per gli incidenti sul lavoro, che in Italia sono quasi sempre attorno al migliaio, purtroppo, e la gran parte, oltre il 95%, sono uomini?
Secondo lei, da cosa è dovuta quella cosa? Forse che gli uomini per fattori biologici fanno lavori legati alla forza fisica e quindi più pericolosi e muoiono di più o gli uomini sono più scemi e cadono dai tralicci perché le donne hanno i tacchi e camminano da un'altra parte? Me lo spiegate? Quegli stereotipi di genere li volete togliere sì o no? Perché di questa retorica femminista da quattro soldi noi veramente siamo stufi! Voi ripetete le formulette a memoria, lei ha ripetuto quattro robe a memoria, sicuramente sono anche bravi quelli che gliele hanno scritte, ma noi chiediamo un passo anche in più su questa roba, su un Assessore alla cultura, glielo dico, si può smontare tutta la macedonia che lei ci ha fatto, tutta smontabile, quindi veda lei.
Mi faccia questo piacere, faccia una bella lotta nelle scuole, me lo dimostri, in cui va da tutte le ragazzine delle scuole e fa una promozione per lavorare in cantiere. Non me lo distragga però, per cortesia, consigliere Malacrinò, non me lo distragga che era al momento topico della cosa e mi ero scaldato anch'io, non me lo distragga per favore, fatemi questo. Quando vedrò pareggiate sui lavori pericolosi le donne, vi dirò: "Bravi", nella scuola faccia una cosa: 90%, arriva addirittura al 95-97% le donne nelle scuole materne, cos'è? Discriminate gli uomini? Semplicemente ci sono delle basi biologiche che portano le donne da una certa parte e gli uomini dall'altra. Poi si fa di tutto per aprire la società, ma benissimo, ma non si deve inculcare l'idea che le donne sono sempre discriminate, anche dove non è vero, perché è falso, quindi faccia così, Assessore, ci faccia contenti, mi faccia contento, tolga gli stereotipi di genere sul fatto che io, quando vado in autostrada, vedo i lavoratori che sono tutti uomini. Sbaglio? Lei vede le donne? Giardinieri, quasi tutti uomini, tutti i lavori più pericolosi, e infatti si vede negli incidenti, purtroppo sono tutti uomini e questo la Sinistra dei lavoratori se l'è dimenticato. I lavoratori non sapete più manco cosa sono, le femministe però che vi intortano dalla mattina alla sera quelle sono tutte vostre - per carità, ve le lasciamo, su questo nessun dubbio -, però è così. Allora mi sorprenda, Assessore, mi sorprenda, faccia una bella campagna, voglio vedere le ragazze che lavorano nei cantieri, le voglio vedere e si dica loro che, se non vanno nei cantieri, è perché sono discriminate in quanto donne. Me lo faccia, mi faccia contento e le assicuro che al prossimo giro magari mi candido ma voto comunque il PD.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Sono sempre abbastanza colpita dal fatto che, quando si parla di questi temi, a un certo punto il consigliere Perron parte per la tangente e così dall'ideologia gender, siamo arrivati ai lavoratori sui cantieri, ai lavori pericolosi e, ciliegina sulla torta, alla retorica femminista da quattro soldi che sarebbe quella che l'assessore Guichardaz ha utilizzato nella sua risposta. Mi sembra un po' curioso e l'immagine delle femministe che vadano a dire all'assessore Guichardaz che cosa deve rispondere in aula la trovo anche un pochino comica, però quello che emerge da questo dibattito e anche da alcuni che ci sono stati in precedenza in questa giornata, se qualcuno ci sta ascoltando, è che siamo sotto attacco, qui siamo in grave, gravissimo pericolo! I confini sono minacciati dall'arrivo di frotte di migranti che mettono in pericolo la sicurezza del nostro Paese; le giovani generazioni, i bambini, sono minacciati perché pericolosi ideologi attentano alla loro identità sessuale, o cercano di condizionarla attraverso un percorso strutturato, perché qui stiamo dicendo che ci sono delle lobby che entrano nelle scuole. Abbiamo poi anche sentito che il ministro Salvini è minacciato, ovviamente da giudici, magistrati che sono fortemente ideologizzati e politicizzati... insomma, c'è una minaccia che riguarda questo Paese, che riguarda vari aspetti e soprattutto adesso c'è una minaccia che riguarda tutto ciò che è legato alla sessualità intesa come eterosessualità. E poi non soltanto: la cultura occidentale è fortemente minacciata, siamo in una situazione di pericolo e la triade Dio-patria-famiglia è messa in discussione, messa sotto attacco. È un quadro quello che avete delineato estremamente preoccupante e quindi dovremmo tutti ergerci a difensori dei confini, dei bambini, del ministro Salvini, perché altrimenti è la fine! Noi crediamo che la situazione non sia questa, crediamo soprattutto che non ci sia una situazione grave, per quello che riguarda la scuola, la fantomatica ideologia gender, che non ci sia questo problema che voi evidenziate con grande foga.
Sulla questione delle donne, perché poi torniamo sempre lì, avete citato dei dati, non so quale sia la fonte, però io rilevo che i dati che sono pubblicati, che vengono diffusi sono ben altri... nei primi sei mesi del 2024, e parlo solo dei primi sei mesi, ormai siamo alla fine dell'anno, ma aspetteremo il 31 dicembre per fare un bilancio completo... ho visto adesso l'ultima delle statistiche de "Il Sole 24Ore" - che non penso sia un giornale dove ci sono pericolose femministe che scrivono o fanno scrivere quello che vogliono -: si parla di sedici vittime di violenza mediamente al giorno e di queste sedici vittime di violenza medie al giorno il 91% è rappresentato da donne. Ora, si può dire tutto quello che si vuole, ma venirci a dire che non esiste una violenza nei confronti delle donne... perché poi voi tirate sempre fuori la questione delle denunce e abbiamo già discusso tante volte su questo. Poi viene anche fuori la questione della falsa discriminazione riguardo alle donne sui luoghi di lavoro, ma io non lo so...!! Cioè, alle volte mi sembra che si sia su Marte quando si parla di queste cose!
Mi è scaduto il tempo, ovviamente noi a questa mozione voteremo contro e convintamente contro.
Presidente - Altri? Ha chiesto la parola l'assessore Jean-Pierre Guichardaz per dichiarazione di voto.
Guichardaz J. (FP-PD) - Solo per riscontrare il dibattito, perché, a prescindere dalle idee, è sempre interessante confrontarsi con i colleghi.
Io leggo fino in fondo, perché voi avete accennato all'inizio della vostra impegnativa, voi all'inizio l'avevate letta fino in fondo, ma, quando l'avete ripresa, vi siete limitati a dire: "La Giunta regionale è impegnata a promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale, anche al fine di adottare linee guida valevoli per tutto il sistema di istruzione regionale che ribadiscano la necessità che lo spazio scolastico sia caratterizzato da un'adeguata neutralità in qualsiasi forma di insegnamento scolastico...", mi sembra che vi siate più o meno fermati qua o un po' prima e poi dite: "...e quindi assicurino che tutte le attività proposte nelle scuole, rispondano a criteri di rispetto e di libertà - e fin qua bellissimo - che favoriscano la costruzione di un sapere critico per gli studenti...
(applausi in aula)
...escludendo che l'insegnamento scolastico venga utilizzato per propagandare tra i giovani in modo unilaterale e acritico modelli comportamentali ispirati alla cosiddetta "ideologia gender"". Questa cosa qua vi è rimasta in bocca mentre recitavate le prime tre righe, che, peraltro, se non ci fosse stata la chiosa, che, come al solito, poi sfocia nell'ossessione dell'ideologia gender, sarebbe stato assolutamente ammissibile e concepibile, fermo restando - e io continuo a ripeterlo - che esiste l'autonomia didattica, che non esiste un percorso obbligatorio come in altri Stati più civili del nostro e questo non è di Destra o di Sinistra, voi siete lì da tre anni, poi complessivamente probabilmente negli anni tutte le forze politiche si sono trovate a non voler affrontare questo tema, perché è un tema politicamente sensibile, quindi, appena si tocca la questione, si esce fuori con la questione del gender. Ogni volta che si tocca il tema dell'affettività è un innalzare la bandiera dei diritti dei bambini, ma, guarda caso, non sono i diritti dei bambini che devono conoscere e devono fare un'educazione all'affettività; all'affettività non vuol dire che trasformiamo i bambini in bambine e le bambine in bambini, ma significa che i bambini imparano a rispettarsi tra di loro, anche in una discussione sulle prerogative, sulle sensibilità che può avere un sesso o che può avere l'altro, io non penso che nessuno neghi il fatto che esista l'uomo e la donna e che esistano delle sensibilità diverse, che sono sostanziate anche dalla differenza e dalla fisiologia diversa dell'uomo e della donna, nessuno ha mai detto questo, ma da lì a teorizzare una teoria per cui si vuole far diventare il bambino con una pressione da parte degli adulti una bambina... io ho cercato di spiegare... tra l'altro, me le scrivo io, quindi come se le scrive lei, lei sarà già la trentesima volta che mi dice: "Quelli che le hanno scritto", generalmente me li scrivo io, così come se li scrive lei, quindi io faccio da solo per quanto riguarda questa cosa. Dopodiché non accedo a siti porno, quindi la questione che è stata messa lì... lei continui nel suo approfondimento, collega Manfrin, la posso confortare, non ho tempo, non ho voglia e non ho bisogno di accedere a siti porno per imparare chissà che cosa, ho letto degli studi e leggo gli studi, come li legge anche lei, che è generalmente molto ben documentato, e purtroppo oggi la scuola in qualche modo fa il possibile, attraverso le proprie strutture, attraverso gli sportelli d'ascolto, come succede in Valle d'Aosta, attraverso i servizi dell'USL per fornire ai ragazzi e ai bambini, compatibilmente con la loro età... perché sarebbe anche un modo forse per minimizzare i colleghi del professor Perron o per minimizzare i miei colleghi dell'USL se si dicesse che vanno lì e, quando hanno quattro anni, si insegna loro che cos'è un preservativo o che cos'è il sesso di gruppo, questo non viene fatto.
Gli insegnanti, probabilmente quelli che non hanno le competenze per poterlo fare non lo fanno, anche perché non esiste l'obbligo di educazione sessuale in Italia, dopodiché le scuole si prendono carico dell'educazione civica, io ho cercato di dirlo nell'ambito delle famose 33 ore, nel rispetto anche e nella consapevolezza dell'essere rispettosi...
Presidente - Assessore, concluda.
Guichardaz J. (FP-PD) - ...ah, ho già finito? Non ho sentito il "beep", va bene.
Presidente - Posso mettere in votazione? Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Io voglio richiamare - e la ringrazio, Assessore, anche per questo suo chiarimento - il tutto proprio all'oggetto che stiamo discutendo. L'oggetto dell'iniziativa ha un'impegnativa, poi lei giustamente ha discusso, osservato alcune eccezioni che sono state fatte rispetto alle parti delle premesse.
Ricorre l'obbligo di ricordare... lei ha fatto un'osservazione rispetto a come continuava quella circolare, ma non ha ricordato che questa circolare ministeriale era stata fatta sotto il Governo di Centro-Sinistra e nello specifico con premier Matteo Renzi, ai tempi segretario del PD, con una frase importante, che contrasta con quello che è stato detto, cioè non esiste la teoria gender. Se non fosse esistita la teoria gender, non ci sarebbe stata neanche l'esigenza, al netto di quello che ha letto dopo, di scrivere che il Ministero dell'istruzione scrive una circolare per dire: "Tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né le ideologie gender, né l'insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo". È la stessa Sinistra che ha sentito l'esigenza di doverlo scrivere, lo so che lei l'ha letto, ma io evidenziavo il fatto che la stessa Sinistra ai tempi - e con il passare del tempo si è visto che quella Sinistra era un po' più moderata rispetto a quella della Schlein - ha sentito l'esigenza di mettere nero su bianco il fatto che le ideologie gender esistessero; lo dice la Sinistra stessa, premier Renzi con una circolare: "Ci sono le ideologie gender" e non è obbligatorio, non è tra i diritti e i doveri delle conoscenze da trasmettere la parte dell'ideologia gender. Se lo scrive direttamente lo stesso Ministero e la stessa parte di cui lei fa parte da tempo, mi pare che qualcosa di esistente ci sia.
Detto questo, richiamo la parte impegnativa: lei ha fatto notare quello che c'è scritto dopo, anche sulla parte dell'ideologia gender, però, Assessore, io non so come spiegarglielo, e non voglio fare il professore, però è quello che c'è scritto prima che conta, nel senso: se io scrivo che dobbiamo impegnarci a fare un dibattito per riaffermare il fatto che la guerra è una cosa brutta, lei non è che può dire: "Ah no, voi volete parlare di guerra? È gravissimo, voi siete dei guerrafondai". Non è questo, lei deve valutare tutto nel suo insieme e l'impegnativa dice esattamente questo: "Impegna la Giunta regionale a promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale, anche al fine di adottare linee guida" e poi si parla di ideologia gender, ma è un adeguato confronto. Se fosse un adeguato confronto su qualsiasi cosa, io penso che avere una chiusura su questo sia assurdo, quindi si può dire quello che si vuole nel merito, sulla questione, sul tema, la si può pensare nella maniera più disparata, noi siamo per la libertà, quindi è giusto che ognuno rivendichi i propri valori, chi sta dalla parte di quelli che ci dicono che è tutto un patriarcato, è tutta una roba bruttissima, il cat-calling, il mansplaining e altre bellissime teorie che ci arrivano dall'America, ma il tema rimane la promozione di un confronto su questi temi.
Lei quindi non votando, non condividendo quest'iniziativa, ritiene che un confronto non sia utile. Nessuno qui ha scritto che bisogna mettere al bando le ideologie gender e mi stupirebbe il fatto che lei votasse contro perché vorrebbe dire che l'abbiamo sgamata, però qui c'è scritto: "La impegniamo a promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati alle tematiche delle educazioni affettive e sessuali, anche al fine di adottare...", c'è tutto il resto fino a "...modelli comportamentali ispirati alla cosiddetta "ideologia gender", ma è un confronto, dove ci si mette intorno a un tavolo, anche con i rappresentanti dei genitori, e si dice che cosa vuole uno, che cosa vuole l'altro. Lei ritiene che un confronto non sia condivisibile? Beh, sarà un ottimo ed equanimo Assessore all'istruzione e cultura che ovviamente rifiuta i confronti, forse perché ha paura di quello che in quei confronti potrebbe emergere.
Voteremo con convinzione questa mozione.
Presidente - Se non ci sono altri interventi, metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 27
Favorevoli: 14
Contrari: 13
Astenuti: 8 (Bertschy, Carrel, Caveri, Grosjacques, Marguerettaz, Marzi, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.