Oggetto del Consiglio n. 4213 del 18 dicembre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4213/XVI - Ritiro di mozione: "Impegno del Governo regionale ad avviare la revisione delle normative riguardanti gli eventi culturali e gli spettacoli dal vivo in Valle d'Aosta".
Bertin (Presidente) - Passiamo al punto successivo 4.07. Ha chiesto la parola il consigliere Perron, ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Lo so che è tardi, ma avrò un po' di cose da dire, cercherò di tenere elevata l'attenzione, sarà difficile, ma ci proverò, come dicevano nel Gladiatore: "Conquista la folla", ci proviamo, sarà dura.
Partiamo da un primo assunto, cioè che il mondo della cultura e delle prestazioni artistiche, quanto meno in Italia, è strettamente legato all'intervento pubblico - e qui, assessore Guichardaz, toccherà di nuovo a lei la questione -, vediamo se mi dà qualche soddisfazione in più rispetto a prima, che alla fine non ho avuto grandi risposte, ma vediamo, questa volta magari andrà meglio.
Scatenando il panico di qualche collega - l'avevo già personalmente detto una volta -, bisognerebbe chiudere certi rubinetti, perché chiaramente la cultura in Italia quanto meno si è prestata molte volte a elargizioni fin troppo ampie.
Tra parentesi ho l'impressione che anche quanto è successo al ministro Sangiuliano possa avere avuto dei retroscena - e qui sono di nuovo complottista, assolutamente lo dico - dei retroscena sulla questione dei tagli dei fondi al cinema, eccetera. Sono lobby che, quando le si va a toccare, probabilmente saltano su e testimonio io per primo che saltano su, come le colleghe Minelli e Guichardaz sanno, e sarà un piacere per me farle saltare ancora. Il mondo della cultura quindi è tradizionalmente ad appannaggio della Sinistra, questione dell'egemonia culturale che molti di noi conoscono, ma anche a livello locale, e veniamo a noi, perché oggi abbiamo parlato dell'universo mondo e abbiamo dimenticato un po' la nostra parte, anche a livello locale vi è l'ombra, a nostro avviso, di cartelli e anche probabilmente lobby favorite da chi invece ha governato la Regione finora, che in questo caso non è propriamente la Sinistra... scusi Presidente... non fatevi riprendere per favore... ci sta, sono le sette passate. Vado avanti, dicevamo che sono stati favoriti anche qua nella nostra Regione, a nostro avviso, veri e propri monopoli nel mondo culturale.
Veniamo al tema della mozione che si basa su un assunto riconosciuto dallo stesso Governo, e qua dovremmo andare tutti d'accordo; il corpus normativo, che abbiamo oggi riguardo a spettacoli dal vivo ed eventi culturali, è datato di oltre vent'anni, e penso che qua, Assessore, conveniamo. Quali sono le leggi di cui si parla? Leggi regionali 79/1981, 69/1993, 89/1993, 45/1997 e 18/1998, ma anche se queste norme sono datate e quindi, a nostro avviso, urge un intervento sul tema, che è il tema di questa mozione, noi avanziamo l'ipotesi che vi siano stati elementi di inopportunità delle assegnazioni, che dall'analisi pensiamo sarà evidente un po' a tutti. Porteremo quindi avanti una tripla linea interpretativa, addirittura tripla:
1) che le leggi siano datate, e non si è fatto nulla per cambiarle, nonostante gli annunci e nonostante il fatto che qualcuno presente in quest'aula, quando era all'opposizione, si scagliò, stiamo parlando di un po' di anni fa, contro le spese ipertrofiche, gonfiate, al testosterone, riguardo alla cultura;
2) che anche se le leggi hanno di per sé maglie troppo larghe riguardo alla discrezionalità e l'intervento senza freni del pubblico, nel passato si sia trovato il modo di bypassare i vincoli già larghi che le stesse leggi prevedono;
3) quando si sono fatte delle modifiche, o almeno quanto abbiamo potuto trovare, si sono addirittura alzate le percentuali di sovvenzione pubblica negli eventi ed è stato fatto in una omnibus di questa legislatura.
Il nostro gruppo è tornato più volte su quest'argomento, non solo con attività ispettive, lei sa, assessore Guichardaz, perché tutti i 116 comunque passano da voi, ordini del giorno bocciati e con la presentazione al 31 luglio 2023 della legge nostra innovativa, pionieristica, - stiamo facendo pubblicità, per la carità, però così è -: la PL 117, la quale prevede tra le sue finalità l'incentivazione, il riconoscimento e la valorizzazione degli artisti valdostani. Su questo sono finalmente partite le audizioni in Commissione e devo dire una volta tanto che non ho nulla da ridire al collega Padovani per la gestione, perché ha mantenuto imparzialità, però invece posso dire che dalla parte politica avremmo voluto audizioni, ad esempio, del sindaco Nuti e la maggioranza si è espressa contrariamente, però per una volta il collega Padovani non c'è.
Veniamo ora ai dati, il cuore di questa mozione, un lavoro che è stato fatto di ricostruzione sui dati e devo dire che questo l'ho fatto io personalmente, ormai sono quasi tre anni che ci lavoro, perché nel settore culturale un po' tutti sanno che ci sono stati periodi, spese, festival molto, molto grossi, ripetuti nel tempo e molte volte ci si chiede: "Ma quanto ha speso l'Ente pubblico per questi festival, per queste attività culturali negli anni?". Veniamo un po' a questi eventi e cominciamo con il Festival "Ététrad". Il Festival "Ététrad" è uno sicuramente dei più longevi della Regione, conta dalle nostre ricostruzioni - tra l'altro, colleghi, tenete conto che qualcosa potrebbe essermi scappato - 25 anni di edizioni: dal 1997 al 2024. Le prime edizioni 1997 erano ancora in lire, si parla, ad esempio, nel 1997 di 124 mila euro, nel 1998 di 152 mila euro e andiamo avanti più o meno con queste cifre. Poi siamo attorno ai primi anni Duemila, siamo sui 90 mila euro, 99 mila euro, 99 mila euro, 99 mila euro, nel 1985 88 mila euro. Poi arriviamo a quello che potremmo definire il periodo aureo della cultura in Valle, che è quello 2009-2012, in cui il Festival gode delle sovvenzioni per 110 mila, 120 mila, 120 mila, 110 mila; tra l'altro, il picco massimo statisticamente è stato raggiunto nel 2002 con 184 mila euro. In questi anni 2009-2012 c'è una parte di fondi CRT per 30 mila all'anno, che sono da togliere. Poi, dall'analisi dei dati, perché anche noi siamo scientifici, vediamo che, a partire dal 2014, c'è un crollo netto di queste sovvenzioni, ma non solo a questo Festival, un po' a tutto. Nel 2015 passiamo a 45 mila euro, nel 2016 solo il service, 23 mila, 23 mila, 30 mila, 9 mila, gli ultimi anni sono 10 mila, 25 mila, 25 mila, cifre decisamente più contenute.
Veniamo a un altro appuntamento che c'è stato, famoso di quel periodo: il "Festival des peuples minoritaires 2009-2012". Nel 2009 il Festival ha visto una spesa sostenuta di 96 mila euro, nel 2010 di 95 mila euro, nel 2011 di 161 mila euro, nel 2012 di euro 173 mila euro, per un totale di 528 mila euro in quattro anni. Tra parentesi mi sono dimenticato per il Festival di "Ététrad", da nostra ricostruzione fallibile di qualche buco, eccetera, in totale siamo a 1.983.825 euro, quindi siamo vicini ai 2 milioni di euro spesi certamente in tanti anni e in tante edizioni dall'Ente pubblico per sostenere questi festival.
Veniamo a "Celtica", anche "Celtica" ha il periodo d'oro, nel 2009 euro 100 mila, nel 2010 euro 98 mila, nel 2011 euro 93 mila, nel 2012 euro 90 mila, nel 2015 non abbiamo sorprese perché anche lì c'è un crollo verticale. Cosa sarà successo in quegli anni e dopo? Ci saranno state dinamiche politiche di qualche tipo? Certamente sì, non sto a ricostruire, continueremo a indagare. Sono 382 mila euro in questi anni che ho elencato, poi dopo c'è il calo, nel 2018 euro 20 mila, 30 mila, 20 mila, 25 mila, totale anche di "Celtica" siamo a 487 mila euro.
Veniamo a un Festival un po' più piccolo: "Aosta Sound Festival", qui onestamente nel 2014 euro 13 mila, nel 2015 euro 30 mila, nel 2016 euro 54 mila, totale 98 mila euro.
Veniamo all'organizzazione di "Patoué eun mezeucca", da quanto abbiamo ricostruito per un po' di anni, 2014-2015, il 2016 invece l'ha fatto l'Orage, per questi anni siamo a circa 50.814 euro per arrivare al 2022. Del gruppo Orage abbiamo detto anche qua, quando ha partecipato a "Patoué eun mezeucca", in totale siamo a circa 36 mila euro fino al 2020, poi c'è la pandemia, veniamo alla ciliegina sulla torta, come dicono gli Inglesi: last but not least, che è la ciliegina sulla torta famosa da dibattiti di lungo corso che sono i soldi per il CET di Mogol.
Qui si apre una parentesi già aperta anni fa da chi era all'opposizione all'epoca, allora CET di Mogol abbiamo nell'anno 2007 contributi per 17 mila euro, nel 2008 euro 34 mila per due, quindi una progressione doppia lì, poi nel 2009 euro 36 mila. 2009 incidentalmente, ricordatevi il periodo d'oro, appuntatevelo statisticamente, si comincia nel 2009 con euro 36 mila più quelli che sono ricevuti dalla Fondazione Maria Ida Viglino che sono 117 mila euro. Nel 2010 euro 169 mila euro dalla parte Assessorato, 100 mila euro dalla Regione e in ultimo nel 2011 euro 105 mila ed euro 30 mila che sono dalla Fondazione Maria Ida Viglino, siamo in totale anche qua di circa 600 mila euro. Questo per avere un po' di contezza dei dati. Tanto per capire di cosa stiamo parlando e perché, come Lega, abbiamo presentato una legge, che, tra l'altro, prevedrebbe 200 mila euro annui per tutti gli artisti valdostani nella loro attività e ci si dice che non ci sono le coperture finanziarie. È chiaro, va benissimo, risposta che ce la facciamo andar bene, perché sappiamo benissimo che dall'opposizione non ci passate nulla ma, viste queste cifre del passato, chiaramente vi serve a titolo di paragone. Sul CET di Mogol aggiungo un ultimo pezzo perché c'era anche il "Premio Mogol", dalla stampa dell'epoca ho visto gente un po' più giovane rispetto ad oggi, gli anni sono passati e, ad esempio, il presidente Bertin sosteneva: "Per fortuna, è sparito dal programma degli eventi, l'Assessorato spenda meglio i soldi destinati alle iniziative". Sempre il presidente Bertin a mezzo stampa parlava dell'exploit del 2011 con i suoi 234.960 euro, siccome a noi ne risultavano 135, potrebbero esserci altri 100 mila che ballano per il premio, ma queste sono robe ormai un po' vecchie, ma che non fa male rinverdire...
Presidente - Per il contratto TV.
Perron (LEGA VDA) - ...ah, era quello? Ma poi, se volete raccontarci qualcosa, la mozione è aperta e sarebbe bello, facciamo un po' di amarcord. Chiusa la parte dei dati che abbiamo tirato fuori scavando negli archivi, parliamo invece delle leggi, qual è il tema della mozione? Le leggi vanno cambiate? Secondo noi, sì, l'avete detto anche voi, finora non l'avete fatto, adesso abbiamo presentato la mozione, ci dite: "Lo stiamo facendo", so già dove andate a finire, non perché io sia un grande indovino, ma ormai dopo quattro anni qualcosina la colgo.
Veniamo alle leggi e partiamo dalla legge 18/1998, che è la più generica, darò qualche aspetto tecnico - sarò noioso - comunque riguardo ai principi generali degli incarichi, all'articolo 7, comma 3 e 6, si parla di valutazione comparativa e rotazione nel conferimento degli incarichi, ro-ta-zio-ne.
L'articolo 7bis, punto d), esclude la procedura comparativa per la peculiarità del prestatore d'opera, ma restano i criteri di rotazione, che qui, a nostro giudizio, non sono stati presi in considerazione. Chiaramente se vediamo incentivata ogni anno la stessa attività, sarà legittimo, per la carità, però la rotazione qua io sfido chiunque a vederla. Chiunque studia il diritto amministrativo conosce i principi di imparzialità, di trasparenza e di rotazione degli incarichi, sono principi basilari, ci chiediamo se siano stati rispettati. È possibile che non vi siano altri soggetti in Valle che possano proporre attività culturali legate, ad esempio, al mondo della musica di tradizione? Si è creato un cartello, una distorsione di ogni meccanismo competitivo determinato dall'intervento pubblico?
Veniamo alla seconda legge: la legge 69/1993. All'articolo 3, comma 1, si parla di contributi per le manifestazioni culturali concessi per la misura massima del 50% della spesa ritenuta ammissibile, quindi c'è una limitazione legata a questa legge, cioè si dice che l'Ente pubblico può pagare la metà, oppure il 70% se in questo caso è particolarmente rilevante il contenuto culturale scientifico, chiaramente lo decide chi? Lo decide l'Assessore cosa è rilevante, c'è arbitrato. Questa legge è stata modificata, è stata portata su invece dal contributo fino al 70% e al 90%, quindi quasi piena appunto da una omnibus di questa legislatura.
Ora ci chiediamo: sono stati rispettati i parametri in questo caso quando si parla della legge 69? Da quanto abbiamo analizzato, molte di queste attività sono state finanziate completamente con veri e propri contratti con la Pubblica Amministrazione. Abbiamo le delibere, è tutto pubblico, i contratti anche sono allegati. Qui abbiamo trovato un escamotage per poter finanziare tutto nel passato senza vincoli, praticamente la Regione acquista un format, come è avvenuto in un Festival citato poc'anzi, nei primi anni del suo svolgimento, 1997-2001, c'era proprio una S.r.l. che proponeva l'attività e poi fatturava. Il pagamento veniva fatto 20% con acconto, 20 e 30% successivi fino a 30% a manifestazione conclusa, così funzionava nei tempi passati. La Regione poi inseriva la clausola: "L'Assessorato potrà in ogni caso richiedere alla ditta in questione l'esibizione della documentazione relativa alle spese effettivamente sostenute per l'organizzazione dei festival". Chissà se questi controlli sono stati effettuati in passato? Bel punto di domanda, sono passati tanti anni e probabilmente non lo sapremo mai, chi lo sa, ma oggi ci piace mettere un bel po' di punti di domanda. Possiamo invece chiederci se saranno stati contratti vantaggiosi per la Pubblica Amministrazione? In alcuni casi, parlo di festival, oltre a essere finanziati totalmente dal pubblico, c'erano biglietti a pagamento; chi prendeva i soldi dei biglietti a pagamento? Non lo so. Punto interrogativo, faremo ulteriori approfondimenti, ma ci chiediamo: ma è possibile? A nessuno è mai venuto in mente che ci fosse qualcosa di discutibile in festival magari nei quali qualcuno prendeva i fondi e poi esprimeva il direttore artistico? All'interno del festival suonavano le stesse persone, magari i parenti, magari tutti quanti legati allo stesso giro. A nessuno è mai venuto in mente che era un qualcosa di un po' particolare? Altri casi in Italia ce li abbiamo di questo tipo? Ennesimo punto di domanda. La legge poi resta altamente discrezionale, decide l'Assessore alla pubblica istruzione, in realtà i primi casi erano l'Assessorato del turismo, sentito il parere dei servizi culturali. Vogliamo parlare in questo caso, ad esempio, di indotto, cioè, quando la Regione fa degli investimenti così grossi, perché stiamo parlando di cifre grosse, non di bruscolini... quando fa delle manifestazioni di questo tipo, la Regione valuta qual è l'indotto, quale indotto è stato prodotto da tali festival? Io mi dico che un'Amministrazione se la dovrà chiedere questa cosa. Si è chiesto in passato? Ce lo siamo chiesti? Erano numeri che giustificavano gli investimenti? Sì, no.
Terzo, in ultimo: la legge 45/1997, all'articolo 9 parla di rendicontazione, ci chiediamo se si saranno prestate a gonfiaggi, altra domanda, rendicontazioni, ci saranno dei parametri per determinare la congruità finanziaria oppure no? La formulazione, come abbiamo visto dalle leggi attuali, è a maglie molto larghe. Facciamo un esempio dei cachets, che chi viene dal mondo dello spettacolo un po' conosce: ma possibile che non ci si sia mai chiesti perché spesso si aggiudicano spazi coloro che presentano tra i preventivi e i cachets più alti? Bisognerebbe guardare i cachets indicati in alcune delibere, perché ci sono quelli di tanti gruppi. Ci sono artisti di livello nazionale, questo ve lo posso garantire, che vengono in Valle per cifre più basse rispetto a quelli di artisti locali, oppure c'è chi viene qui e sa che qui in Valle possono essere un po' gonfiati i cachets perché questa è una regione ricca. Ora, gli effetti sono paradossali, e posso dire che li ho vissuti direttamente, perché il sistema è talmente distorto, che, quando qualcuno propone artisti nazionali da fuori, con dei cachets "più bassi", si sente rispondere: "Ma questi non sono nessuno, costano troppo poco". Forse abbiamo un habitat economico che ha avuto delle distorsioni, non sono gli altri che costano troppo poco, è qua che ogni tanto si sono un po' prestati a... puntini puntini... cachets alti ci sono stati. Siamo comunque molto chiari su questo, per noi è giusto tutelare la musica in generale, la musica tradizionale senza dubbio, noi siamo identitari nella Lega, quindi non neghiamo assolutamente che alcuni settori musicali o di cultura tradizionale debbano essere sostenuti in maniera particolare perché sono soltanto qua. Nessun dubbio, ma noi ci chiediamo se tutte le risorse debbano essere allocate lì, mentre altri... e posso testimoniarlo e possono testimoniarlo anche quelli che vengono nelle audizioni riguardo alla nostra legge che non è che uno va, propone un qualcosa e il giorno dopo viene fatto... non lo so, sarà per uno su tot che queste cose vanno in porto. Come mai? Come mai? Noi abbiamo presentato una legge equa di cui abbiamo già detto, ma ci sarà modo.
Ripeto: per trarre un po' di conclusioni, ci sono stati periodi di vere e proprie vacche grasse, spero di poter dire: "grasse" senza incorrere nel politicamente corretto, grasse le vacche si può ancora dire, spero, per alcuni settori in Valle, abbiamo già visto qual è il periodo, erano altri tempi sicuramente, ci chiediamo buoni o cattivi? Maggiori investimenti della cultura? Sì, sulla carta uno dice: "Noi abbiamo investito tantissimo su...". Bene, c'è stata rotazione di queste cose oppure i principi di rotazione languono un po' dai dati che abbiamo messo sul tavolo, probabilmente per la prima volta.
Alcuni colleghi erano presenti quando questi fondi ingenti venivano erogati, ho già ricordato il caso del presidente Bertin che si ritrova a mezzo stampa, c'è il collega Chatrian, c'è il caso del consigliere Marguerettaz, che all'epoca era vicepresidente, parlo del 2008-2013, c'era anche l'assessore Caveri, 2008-2013, prima Union, poi UVP. Poi, come dicevamo, dal 2014-2015 le cifre di questi investimenti calano nettamente, le cose rientrano ma ci chiediamo se i monopoli siano comunque restati. Sono persone che legittimamente diventano estremamente esperte nel procacciarsi investimenti pubblici, si muovono, chiedono, fanno, ci sono, sappiamo che ci sono, legittimo per la carità, ma certamente noi lo mettiamo sul tavolo, perché il problema è che le leggi consentono questo tipo di cose. Dov'è in tutto questo, come dicevamo, non solo la rotazione, ma l'equità di accesso alle risorse con le leggi attuali? Ecco perché chiediamo che ci sia un movimento per cambiarle - e mi pare che su questo anche l'Assessore sia d'accordo -, però sul tavolo, ad ora, non abbiamo visto nulla, perché abbiamo tirato fuori questi elementi e queste cifre per farvi capire che i settori culturali non sono un qualcosa che può essere lasciato lì e che rappresenta poca cosa: oltre al valore simbolico della cultura, che ovviamente è fondamentale, ci sono veri e propri aspetti economici dietro.
Per venire quindi all'impegnativa della mozione, chiediamo che il Governo regionale possa avviare la revisione dell'attuale obsoleto quadro normativo che riguarda gli eventi culturali e gli spettacoli dal vivo in Valle d'Aosta.
Presidente - Apriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta. Chi vuole intervenire si prenoti. Nessuno si prenota, chiudo la discussione generale. Discussione generale chiusa. Per la replica, si è prenotato l'assessore Jean-Pierre Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz J. (FP-PD) - Visto il suo elenco, le chiederei magari se può ringraziare i nostri uffici perché lavorano a part time oramai - visto che lei ha svelato le fonti, ha parlato di attività ispettiva, di 116, eccetera, l'ha detto lei - per tirarle fuori tutti questi dati e queste fatture che lei puntualmente richiede che poi oggi ha evidenziato, sennò ne approfitto io per ringraziarli perché è una fatica, glielo posso assicurare, perché, siccome lei li chiede credo dall'origine dell'uomo, sono dovuti andare in magazzino, tirare fuori i dati cartacei, perché, come lei sa, non sono fatture che si possono trovare online. Questo glielo dico solo per farle capire che comunque i dati che lei ha evidenziato oggi corrispondono a un grande lavoro dei nostri uffici per il reperimento delle fatture, quindi è solo per ringraziarli...
(intervento di un Consigliere fuori microfono)
...delibere, fatture, adesso io non lo so... lì ci sono delle fatture, perché i dati che lei ha ritirato fuori corrispondono comunque a delle fatture...
(intervento di un Consigliere fuori microfono)
...in ogni caso, siccome si può citare che si chiedono i 116 così, ci sentiamo tutti liberi di dire... visto che non viola la privacy, ognuno si sente libero di poter evidenziare il fatto che attinge a dati che si ricavano attraverso questo tipo di attività ispettive, non interpellanze o interrogazioni. Le ripeto: per me non è un problema, le ha citate lei, le chiederei solo di ringraziare gli uffici perché è stato un grosso lavoro di reperimento.
L'altra questione: io le ricordo che sono Assessore dal 2020, perché lei ha fatto su tutto una spiegazione relativamente a una serie di impegni di spese, eccetera, eccetera, a beneficio dei dodici che ci stanno ascoltando in questo momento, vorrei dire che tutto quel po' di informazioni che lei ha dato relativamente ai peuples minoritaires o altri tipi di dati sono per la stragrande maggioranza relativi al passato. Dal 2020 in poi noi abbiamo applicato, anche se in alcuni casi poi dopo alle nostre écoles e ai nostri bandi hanno partecipato, hanno vinto o comunque sono stati selezionati attraverso procedure tramite Commissione... perché io ho cercato di spiegarlo più di una volta che, da quando ci siamo insediati noi, abbiamo sempre cercato di selezionare gli artisti attraverso delle call e non le ha mai selezionate l'Assessore, io proprio non ci metto becco nella maniera più assoluta. Questo lo dico a beneficio dei dodici che ci stanno ascoltando adesso, perché dalla sua spiegazione ogni tanto viene fuori, tra le righe, che siano delle scelte di carattere politico o di altro. Le posso assicurare che, per quanto mi riguarda, visto che rispondo io, le scelte sono fatte attraverso delle valutazioni di tipo artistico.
Le dico anche che, rispetto alle prestazioni artistiche, il criterio della rotazione - me lo ricordava l'assessore Caveri - non è applicabile, sono attività infungibili, nel senso che, diversamente da quello che voi avete indicato nella vostra legge, che ho studiato molto bene, per cui le riconosco comunque il fatto di aver fatto un gran lavoro comunque di scrittura di una norma che io posso anche non condividere, poi la volta che arriverò in Commissione per dire il mio parere rispetto al testo di legge dirò che cosa su questo testo di legge condivido e cosa non condivido... è un testo di legge abbastanza articolato che fissa, tra le altre cose, proprio il principio della rotazione rispetto agli artisti fisici, perché qua si parla di persone fisiche che devono essere sottoposte a un principio che può andar bene per i fornitori di viti o di prestazioni, va un po' meno bene - e io mi ricordo di averglielo detto forse tre o quattro anni fa quando lei mi aveva evidenziato questa cosa - per il prodotto artistico, perché il prodotto artistico richiede altre qualificazioni che non la somministrazione, sulla base di un albo in cui si iscrivono artisti, sia artisti di spettacoli dal vivo, sia scrittori, sia artisti della pittura, eccetera, che possano essere scelti con criteri di rotazione. Gli artisti che vengono scelti, per quanto riguarda, per esempio, le attività espositive, non vengono scelti perché sono amici dell'Assessore o perché sono iscritti a un albo, vengono scelti sulla base di valutazioni fatte da una Commissione di dirigenti e di esperti su una presunta qualità dell'offerta, quindi devono essere delle mostre di un certo prestigio, devono poter attirare un pubblico, si fanno delle valutazioni che possono essere opinabili, perché alle volte ci sono delle mostre che poi magari alla fine il risultato in termini numerici di accesso non è come ci si aspettava, ma sono valutazioni comunque fatte con criteri di trasparenza. Questo per rispondere un po' alle sue considerazioni relativamente ai vari dati che lei ha giustamente evidenziato, poi, secondo me, se mi faceva un'interpellanza, io quei dati li potevo raccogliere e si evitava lei di farsi tutta la ricerca attraverso le delibere o non so che cosa abbia richiesto, io so che ho firmato tantissime sue richieste.
Lei mi dice che ha messo nella premessa che più volte abbiamo annunciato questa legge, eccetera, eccetera, e lei mi dice: "Sicuramente non l'avrà fatta", l'abbiamo depositata lunedì in Giunta, quindi la legge è fatta. A beneficio di chi ci ascolta, quella legge è una legge di riordino rispetto al fatto che quella sommatoria di leggi che lei ha citato più altre sono delle leggi che presentano degli elementi di discrezionalità, nel senso che qualcuna rimanda all'Assessore, lei citava all'Assessore al turismo, eccetera, la valutazione, altra decideva... Giovanni, altre non avevano proprio i requisiti per cui gli uffici dovevano continuamente inventarsi relativamente magari al contributo delle prassi, che poi diventavano prassi consolidate. Oggi con quella legge di riordino, che è una legge che non introduce nulla dal punto di vista ideologico o di indirizzo politico... quella è una legge di riordino che prende tutte queste norme, quelle sulle compagnie teatrali, le leggi sulla cultura, tutte le leggi che attengono a contributi, le riordina e dà una disciplina coerente e uniforme.
La legge è stata depositata, credo sia stata scaricata oggi in Consiglio, sarà oggetto di discussione, ma le posso assicurare che non è tecnica, è di più che tecnica, nel senso che è proprio qualcosa che finalmente mette in fila le norme in modo tale da dargli poi una coerenza. Questo perché, da quando ci siamo insediati, il nostro obiettivo è di cercare di fare le cose nella più ampia trasparenza, poi qualcuno potrà sbagliare, a qualcuno potrà non piacere il fatto che al concerto, che ne so io... di Natale o Pinco pallo è stato scelto qualcuno che può essere inodore di conoscenza da parte di Assessori, eccetera, io le posso assicurare che per quanto mi riguarda... tra l'altro, io ho un po' una medaglia anche quando mi fecero questo famoso SS Culture lei non so se se lo ricorda, che venni accusato di essere uno di quelli...
(interruzione del consigliere Perron fuori microfono)
...non da lei, devo dire che in quell'occasione fu molto corretto, dopodiché tutti quelli che quella sera andarono ad ascoltare questa filippica contro di me si sono ricreduti e mi hanno detto: "Meno male che avete fissato delle regole, delle prassi e dei bandi" perché finalmente il mondo della cultura in Valle d'Aosta ha la possibilità di accedere alle call per quanto riguarda, per esempio, l'attività... lei parla, oltre che di artisti individuali, anche di band, nella sua legge, per esempio, possono partecipare a queste call, possono essere giudicati tutti con gli stessi parametri e vengono scelti sulla base del progetto. Poi alle volte i progetti possono non piacere, devo dire che quest'anno stiamo facendo il sold out su qualunque tipo di proposta e le proposte che arriveranno e che sono inserite all'interno della saison sono cinque o sei proposte, se non erro, di artisti valdostani, di band valdostane che hanno riscosso - forse una è già stata fatta - un buon successo di pubblico, se non addirittura un ottimo successo di pubblico. È chiaro che, per quanto riguarda il patois, per esempio, visto e considerato che rientra nella normalità di poter fare almeno uno spettacolo o una proposta in lingua francoprovenzale, poi alla fine gli artisti che si occupano di quel tipo e di quel target non è che siano una moltitudine. C'è il sodalizio, lo sappiamo che riunisce gli artisti del patois, della musica in patois, così come c'è nelle compagnie teatrali lo "Charaban", il teatro populaire, ci sono cioè una serie di istituzioni che oramai sono diventate tali e non per diritto acquisito, ma perché propongono dei prodotti che oramai sono diventati dei prodotti... Lo "Charaban" ha fatto mi sembra sei serate e tutte e sei le serate hanno avuto il sold out, quindi comunque sono prodotti quelli, come lo sono, per esempio, i festival cinematografici... Uno dice: i festival cinematografici non dipendono da me, quindi lo posso dire anche liberamente, sono il "Gran Paradiso Finfestival", il "Cinema Mountain Festival", eccetera, eccetera, quelli hanno ovviamente una riproposizione periodica perché sono diventati degli appuntamenti conclamati, così come lo è diventato "Celtica", così come sono diventati altri, ma la valutazione che viene fatta viene fatta sulla base di una tabella, che è una tabella molto rigorosa, che parla della storicità, che parla dell'appiglio che questi tipi di prodotti hanno sul territorio, che parla di una certa garanzia anche da un punto di vista di capacità economica, perché poi, come voi sapete, noi diamo degli acconti, quindi loro devono avere comunque negli anni un certo budget da poter investire, che poi a saldo, nel momento in cui vengono presentate le spese a rendiconto finale, devono essere saldate. Questi meccanismi però sono tutti meccanismi, collega Perron, che, per quanto possano alle volte sembrare un po' complessi e che possano nascondere chissà che cosa, sono meccanismi che cercano di essere... e io penso che lo siano perché mi fido ciecamente degli uffici visto che io, rispetto agli indirizzi artistici e alla scelta degli artisti e altro, non ci metto il becco, come ho avuto modo di dire da quattro anni a questa parte, nessuno potrà dire di aver visto gli artisti campeggiare fuori dal mio ufficio il martedì mattina o il mercoledì o chissà che cosa, sono valutati sulla base della qualità della loro proposta artistica.
Ovviamente quando si chiede e quando si fa una call per il patois, o lo si fa per il blues, o lo si fa per la danza o lo si fa per altro, è ovvio che in Valle d'Aosta non è che ci siano... non c'è né un teatro stabile, non ci sono 500 compagnie di teatro o chissà che cosa, tant'è che il teatro, come lei sa, ha dei contributi che sono stabiliti proprio dalla legge e che sono dei contributi di sostegno alla loro attività, perché, come lei ha giustamente detto e come, tra l'altro, evidenzia molto bene nella sua legge - questo io lo condivido in pieno -, l'arte, la cultura, così come la sanità, così come la scuola, sono sempre dei servizi a perdere e sono dei servizi per la collettività sui quali si investono dei soldi allo scopo di accrescere anche la sensibilità artistica di una comunità culturale, la crescita civica di una comunità, eccetera.
Io penso che, rispetto alla sua mozione, alla mozione superata intanto dal fatto che ci siamo in ogni caso impegnati a fare quello che avevamo messo nel DEFR, perché nel DEFR abbiamo detto che avremmo fatto una legge di riordino e l'abbiamo fatta, l'abbiamo depositata, verrà discussa, io penso che su questa non ci sia assolutamente nulla da dire, sulla sua legge, visto che lei l'ha citata in premessa, a me piacerebbe anche poter dire quello che penso, nel senso che ci sono degli elementi di positività, perché io apprezzo la sua sensibilità rispetto alla cultura, ce ne sono altri che, a mio parere, sono non proprio in linea con quella valutazione del merito che lei evidenzia spessissimo quando parla, per esempio, del sistema educativo e della scuola, però io lo rinvierei a quello.
Presidente - Ci sono altri interventi? La parola al consigliere Perron.
Perron (LEGA VDA) - Rispondo telegraficamente, così direi che abbiamo rispettato anche l'orario, non capisco molto il suo incipit onestamente.
Io li ringrazio gli uffici, ma ci mancherebbe, gli mando anche il panettone e il pandoro, non ho nessun problema a farlo, però è chiaro che i 116 e le varie attività rientrano nella mia attività ispettiva. Me lo sono fatto io il lavoro, non è che ho chiesto agli altri, quindi non capisco molto questo, ma, se è un ringraziamento, lo faccio molto volentieri ai suoi uffici, ci mancherebbe, ripeto, anche con il panettone e vedrà che sarò di parola.
Detto ciò, noi abbiamo seguito una linea interpretativa, adesso giustamente la mozione l'abbiamo presentata più di un mese fa, l'avete depositata adesso la legge, mentre sui DEFR sono due o tre che viene scritto. Bene quindi se vi abbiamo in qualche modo stimolato, però, quando io l'ho presentata, la sua legge sapevo benissimo che c'era, perché lo sappiamo che c'era, ma non era ancora stata presentata, quindi aveva una sua ratio la mozione. Adesso lei dice: "Io l'ho presentata", io dico bene così, allora ritireremo la mozione, a questo punto aspettiamo di vedere il riordino.
Sugli altri punti però che noi abbiamo sollevato ci viene detto che non ci sono criteri in questo caso su queste assegnazioni, ci possono non essere criteri di rotazione. Noi esprimiamo qualche dubbio su ciò perché è chiaro, dall'analisi dei dati, che siamo su un crinale, secondo noi, di interpretazioni, infatti abbiamo parlato di inopportunità, un termine che parla di inopportunità di tipo politico, questa è una critica di tipo politico su questo crinale un po' scosceso sia da una parte e dall'altra. Chiaramente, se vediamo che ci sono stati ingenti investimenti fino a un certo periodo e poi a un certo periodo crollano, portate pazienza, ma chiunque analizza un po' di dati e vede che a un certo punto c'è un crollo, è chiaro che uno si fa due domande e dice: "Ma come mai prima costavano così tanto? ", si facevano le cose in maniera elefantiaca prima? Erano altri tempi? Lei dice: "Io parlo per me...", eccetera, ecco, se lei dice così, mi viene subito da pensare: bene, allora prima si è fatto diversamente, è chiaro.
Io infatti non l'ho citata su nulla e le do atto anche di cose positive che ha fatto, infatti le ultime cose positive, la call sulla saison, eccetera, gliene do atto assolutamente, questa mozione non era mirata su di lei: era mirata nel fatto che lei doveva tirarci fuori questa legge che adesso non l'aveva tirata fuori. Noi portiamo degli elementi per cui diciamo le leggi fino adesso come sono state utilizzate? Secondo noi e dai dati che abbiamo portato, qualche elemento di inopportunità noi lo vediamo. Con questo ritiriamo la mozione.
Presidente - La mozione è ritirata.
Il Consiglio prende atto del ritiro.
Aggiungo, soltanto per fatto personale, che il periodo 2008-2013 è stato un periodo golden age del settore, sul quale ho espresso tutte le mie perplessità e uso la parola "perplessità" come un eufemismo.
Chiudiamo la seduta, che si aggiorna domani alle ore 09:00.
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La seduta termina alle ore 19:57.