Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4208 del 18 dicembre 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 4208/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno affinché venga esaminata e approvata dal Parlamento una riforma di legge sulla cittadinanza che includa il principio dello "Ius Scholae"".

Bertin (Presidente) - Con 28 Consiglieri presenti possiamo riprendere con il punto n. 4.02. Siamo in discussione generale, ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà. La parola per il secondo intervento, se non mi sbaglio.

Distort (LEGA VDA) - Confermo che si tratta del secondo intervento, anche se riassume un po' i termini anche del fatto personale. In riferimento a quanto mi è stato riferito in replica, devo dire che è interessante osservare il tentativo di contrastare le argomentazioni espresse con i modi adottati. Osservo quindi con interesse quanto si siano sentiti colpiti nel vivo sia l'assessore Guichardaz, sia il collega Di Marco, che hanno adottato il criterio della genericità per replicare un mio intervento.

Assessore Guichardaz, lei ha perfettamente ragione a dire che voi di Sinistra non costruite il mainstream. Ha fatto bene a precisare questo aspetto e non era questa la mia intenzione, ma penso che tutta l'esposizione abbia dimostrato che non fosse questa... che vi metta in condizione di essere i costruttori, i fabbri, i demiurghi del mainstream, voi il mainstream semplicemente lo subite, come lo subiscono in tanti. Il fatto è che subire mainstream significa entrare nella corrente di una narrazione e i contenuti del suo intervento, porti pazienza, ne sono la prova perché in sintesi non vorrei in questo modo invocare il suo fatto personale, ma mi permetta di dire che quello che ho percepito è che ha proposto una ricetta: regalare cittadinanza come ricetta per garantire l'integrazione. Questo sicuramente, almeno dal punto di vista dello scambio di opinioni, non mi convince per niente.

Per quanto riguarda il collega Di Marco, se lei è riuscito a capire dal mio intervento di 20 minuti che la mia sintesi è che la difesa dei diritti sia una battaglia di Sinistra, allora il problema sarebbe suo: dico "sarebbe" usando volutamente il condizionale perché so perfettamente che lei ha capito perbene le mie argomentazioni, ma non ha saputo resistere alla tentazione di improvvisare una risposta per tacconare il suo posizionamento narrativo a Sinistra, rivestito da senso civico. Lei può posizionare legittimamente dove crede, però non può impedire a noi, che assistiamo a un dibattito politico e che partecipiamo a un dibattito politico, di avere le nostre percezioni.

L'osservazione più interessante è il richiamo della collega Minelli all'autoritas di alcuni membri, seppur apicali, della Conferenza episcopale italiana. Questo posizionamento clericalista di PCP è davvero notevole. Nel dibattito tra laicità e laicismo voi avete superato i più integralisti, ma fortunatamente il mondo cattolico dispone di un bagaglio di verità che supera il parere singolo o di maggioranza collegiale della Conferenza episcopale italiana. Esiste un rango superiore: è il magistero, che è formato dalla tradizione dottrinale e dai documenti ufficiali della Chiesa, tra i quali spiccano le encicliche papali, è proprio con l'Enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI che si sono chiariti perfettamente i confini esatti di una corretta visione di tutela dei valori e dei diritti umani, questo la CEI lo sa benissimo, ora lo sa anche lei.

Presidente - Non posso prenotarmi, ma vorrei fare un brevissimo intervento che, se posso, farei da qui. Come giustamente diceva stamattina qualche collega, la legge di riferimento della cittadinanza è una legge che ha più di trent'anni, ormai vecchia, già all'epoca non era particolarmente lungimirante, guardava più al passato che al futuro, una legge ispirata soprattutto dall'azione, all'epoca piuttosto incisiva, dell'allora ministro Mirko Tremaglia, ministro degli Italiani all'estero, con la sua visione dall'Italia un po' tanto nazionalista e che aveva in parte condizionato anche la legge sulla cittadinanza. Lo dico perché questo condiziona anche poi alcuni fatti successivi. Stamattina, giustamente, credo il collega Sammaritani ha detto che l'Italia è il Paese europeo che concede più cittadinanze ed è assolutamente corretto come dato numerico. Proprio in relazione a quanto dicevo prima, bisogna tener presente che la stragrande maggioranza di queste cittadinanze sono concesse a cittadini - tra virgolette - "sudamericani" e per diritto di sangue, non per acquisizione dovuta alla residenza in Italia. Dati de "Il Sole 24Ore", il 50% delle cittadinanze acquisite nel 2023 sono riferite a ragioni di diritto di sangue, nel senso che ci si riferisce al bisnonno, uno dei quattro bisnonni, che è di origine italiana, pertanto si acquisisce la cittadinanza. Pertanto, lo dico, per il primato che giustamente veniva evidenziato dal collega Sammaritani, alla luce di questi dati, non so quanto sia un primato, potrebbe non esserlo. Poi, ripeto, secondo i dati de "Il Sole 24Ore" di poco tempo fa, il 50% di queste nuove cittadinanze sono collegate a una... quello che un tempo nel calcio si chiamavano oriundi, i famosi giocatori sudamericani che venivano naturalizzati con la cittadinanza e poi chiamati oriundi, pertanto, che ci sia bisogno di rivedere la legge sulla cittadinanza è un dato oggettivo. È assolutamente anacronistica l'attuale legge che necessita di una revisione, che, a mio avviso, deve andare nella direzione esposta da questa mozione.

Consigliere Aggravi, a lei la parola.

Aggravi (RV) - Non volevo intervenire nel dibattito per lasciare altre forze e altri colleghi più esperti di me sul tema. Intervenire o aggiungere ulteriori elementi... ho anche ascoltato quanto da lei rappresentato. Questa mattina, ringrazio anche i colleghi di maggioranza, in particolare il collega Cretier, per aver rappresentato l'emendamento o comunque la proposta di modifica che oggettivamente dell'impegnativa non avevo letto con attenzione. L'attenzione invece è stata un po' più dedicata a vedere quello che poi è stato trasmesso e mi pongo soltanto alcuni dubbi riguardo alla nuova impostazione della mozione, non tanto sui contenuti e sui termini, ma sulle modalità poi della sua applicazione. Mi spiego: la nuova versione elimina le parti che riguardano il ruolo del Governo regionale e vabbè "affinché venga esaminata e approvata" diventa "per sostenere". Abbiamo quindi una mozione che diventa un impegno che il Consiglio regionale dà a sé medesimo ad attivarsi, anche attraverso i Parlamentari valdostani, presso il Governo nazionale e il Parlamento. Il Consiglio regionale si impegna ad attivarsi. Ora io pongo alcune domande e penso che i banchi della Presidenza del Consiglio ci debbano dare delle spiegazioni, nel senso che... ma i colleghi che non voteranno questa mozione saranno comunque impegnati perché il Consiglio a maggioranza li ha impegnati? Soprattutto perché il Governo regionale, perché è un emendamento proposto dalla maggioranza, non è impegnato o non si impegna? Ma soprattutto i membri del Governo regionale, che sono anch'essi i Consiglieri, sono così impegnati? Come può il Consiglio regionale attivarsi anche attraverso i Parlamentari valdostani? Perché anche qua dobbiamo un attimo capire... Il Consiglio e i Parlamentari valdostani hanno dei canali o delle possibilità di interlocuzione? Perché sennò a questo punto, io chiederei già nella Commissione competente un'audizione per poter capire i due Parlamentari come possono attivarsi... Come possiamo noi attivarci attraverso loro o comunque voi che la votate. Ne ho di dubbi perché oggettivamente e mi limito... ma lo dico anche perché mi sembra una sorta... una questione abbastanza assurda che il Consiglio vota per impegnarsi, il Consiglio si dovrebbe già impegnare. Allora mi verrebbe da dire: se qualcuno ha una posizione sullo ius scholae perché non presenta una proposta di legge di iniziativa consiliare, come abbiamo fatto noi sulla zona franca, con la sua valutazione politica e proposta politica? Quella sarebbe effettivamente un'attivazione del Consiglio, magari a maggioranza, magari anche con una larga maggioranza, ma che il Consiglio voti per impegnare sé medesimo mi sembra ridicolo, perdonatemi. Soprattutto io non ho capito - e spero che qualcuno del Governo ce lo dica - perché il Governo non si può impegnare a fare questo. Guardo anche l'assessore Guichardaz che ho ascoltato prima con suo... si è sentito molto preso da questo impegnativo. Faccio la domanda a lei per tutti: lei si impegnerà come Consigliere o come Assessore? Oggettivamente io capisco che qualcuno si è molto preso dalla tematica, però, se poi noi stiamo a discutere qua più di un'ora su un tema o su un'impegnativa che poi non si può attuare o dovete spiegarmi come si attua, siamo nel senso del ridicolo e non dico altro.

Presidente - La parola al consigliere Di Marco per secondo intervento.

Di Marco (PA) - Solo 20 secondi, grazie. La mia risposta al collega Distort era alla sua affermazione, apro il virgolettato: "l'unica cosa che mi stupisce è lo schieramento a Sinistra dei rappresentanti delle cosiddette forze autonomiste" e io gli ho risposto che non è così. E gli ripeto che i diritti sono patrimonio anche degli autonomisti, non solo della Sinistra e dovrebbero anche appartenere a voi.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin per il secondo intervento, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Credo siano state dette una serie di cose a cui va dato un ordine anche rispetto alla scelta che deve essere fatta. Nel merito io voto quello che vedo e quello che vedo è che la mozione è rimasta sostanzialmente identica, ma si sono cambiate, come ha giustamente osservato il collega Aggravi, alcune cose, lo dico un po' demerito della capacità di trattative della collega Minelli. Vede, collega Minelli, questo è evidentemente un cedimento di tutto il fronte sinistro di schianto a quelle che erano le sue richieste, se lei avesse tenuto duro un pochino, avrebbero approvato la mozione così come l'ha proposta, invece ha dovuto fare una minima concessione. Per quello che leggo qui, è il fatto che qualcuno ha voluto a tutti i costi fare un emendamento che venisse recepito solo per dire: "siamo riusciti a fare un emendamento", quindi non era quello che era stato presentato, è ben diverso. Cos'è ben diverso? Che non è più il Governo che si impegna, ma tutti noi. Tra l'altro, non ho neanche capito le modalità di questo impegno, cioè io ero abituato in alcuni momenti in cui si è trasmesso e si è discusso all'interno di questo Consiglio di impegni che riguardassero i Parlamentari, che il Presidente del Consiglio, Presidente della Regione, il Governo o la Presidente del Consiglio si facessero portatori di alcune azioni nei confronti parlamentari, anche soltanto della scrittura di una lettera che dicesse: "guardate che il Consiglio ha deciso questo". Siccome si impegna il Consiglio di agire verso i Parlamentari, significa che ognuno di voi - noi voteremo contro, per cui noi non lo faremo - scriverà ai Parlamentari chiedendo di fare quello che è stato scritto dalla mozione. Non ho ben capito esattamente questa cosa, anche perché più volte siamo stati ripresi sulla questione del "ma chi viene impegnato" perché non si può impegnare il Presidente del Consiglio, non si può impegnare... bisogna mettere qualcuno, il soggetto, l'oggetto, predicato e cose... più volte è stato sollevato questo, qui non c'è. Qui è una mediazione che è stata... come dire? raggiunta non so da chi, immagino dal collega Cretier, che forse ha annunciato un emendamento e poi ne è stato fatto un altro perché dagli annunci alla realizzazione mi pare che sia passato del tempo, quindi credo sia un nodo importante questo da risolvere, sennò faremo sempre delle iniziative a questo punto dove ognuno di noi si impegna nel suo piccolo a fare la raccolta differenziata e andare in giro in bicicletta per la città.

Nel merito di quello che è stato detto, ho parlato - andando su quello che è stato scritto - della questione delle borse di studio che sono state riportate e qualcuno ha osservato che le borse di studio della Valle d'Aosta non sono un termine di paragone. In realtà sì perché, se è possibile fare delle borse di studio che sono aperte a tutti e quindi non esclusivamente agli Italiani, è evidente che tutto il Paese lo possa fare. Qualsiasi Regione o entità lo può fare, quindi non c'è nessun impedimento in questo senso e quindi viene a cadere la parte del rilevato perché l'accesso alle borse di studio è garantito; perché le limitazioni a partecipare ai concorsi pubblici... qui registro e lo scriverò ovviamente sul mio diario, che oggi la collega Minelli mi ha dato ragione su una cosa, quindi credo sia una data da celebrare e cioè sul fatto che effettivamente c'è scritto che i minori che hanno la cittadinanza italiana affrontano numerose complicazioni tra cui - nell'elenco - c'è anche la limitazione di partecipare ai concorsi pubblici, essendo minori, non possono partecipare ai concorsi pubblici. Votando questa iniziativa si condivide il fatto che i minori effettivamente hanno difficoltà ad accedere ai concorsi pubblici, la votate voi, non la votiamo noi, la votate voi, in bocca al lupo!

Poi incertezza per quanto riguarda il loro status legale, una volta raggiunta la maggiore età lo status legale è semplice, se sono straniero, sono uno straniero, se chiedo la cittadinanza italiana, viene rilasciata, sono un cittadino italiano, non è che c'è incertezza sullo status, è così, o uno o l'altro.

Il Presidente del Consiglio ci ha detto che la legge sulla cittadinanza è vecchia di trent'anni ed è vero. Mi chiedo - e guardo anche i colleghi di fronte -: ma in questi trent'anni di governo ininterrotto del Centro-Destra la Sinistra ha mai fatto delle proposte di modifica? Oppure la Sinistra in questi trent'anni un paio di anni può aver governato? Se in questi trent'anni la Sinistra ha governato e oggi che è all'opposizione ritiene che questa legge sia assolutamente discriminatoria, perché non vi ha posto rimedio prima? Per quale motivo? Aveva da fare? Aveva judo? Non lo so, aveva delle cose da fare? Si è dimenticato? È andata a fare la spesa? La lista delle cose era un po' troppo lunga e si è dimenticato la legge sulla cittadinanza? Non credo, forse questo bisogno impellente non c'era.

Il collega Cretier ci dice che bisogna dare più cittadinanze, così si risolve il problema della manodopera. C'era un'altra persona che faceva questi ragionamenti, si chiamava Soumahoro, non so se lo ricorda, quello che fa le battaglie per la cittadinanza, eccetera. È venuto fuori che i rapporti che aveva con i lavoratori, lavoratori a manodopera, non erano proprio così cristallini, perlomeno quelli della sua famiglia. C'è un processo, poi stabilirà la verità. A me sentir parlare delle persone come forza lavoro e nuovi schiavi da importare, così almeno possiamo impiegarli, invece che dire: "ci sono sacche di illegalità forse vanno affrontate", perché il problema del caporalato è un problema grosso e non si affronta regalando la cittadinanza a qualcuno, assolutamente no, perché si andrà sempre a cercare la manodopera a più basso costo.

Ha parlato anche, collega Cretier, del ponte sullo stretto. Io mi rendo conto che il vostro desiderio sarebbe quello di non fare il ponte sullo stretto e invece farlo fra la Sicilia e il Nord Africa in maniera che così ci sia un flusso diretto e più immediato per poter avere nuovo flusso di immigrazione ancora più rapida rispetto ai barconi che ce li portano, la scelta purtroppo l'abbiamo fatta. Io immagino che poi, se facessimo un ponte di quel tipo, qualcuno potrebbe dire che ci sono le folaghe migratrici che verrebbero spodestate dalle loro rotte migratorie, per cui su quel progetto dovremmo un po' abortire.

Rispetto invece a quanto ha detto l'assessore Guichardaz, sono rimasto colpito che si lamenti che chi è un clandestino non possa gareggiare in competizioni nazionali... sì, Assessore, funziona così. Io entro regolarmente in un Paese con tutti i crismi e poi, a seconda della nazionalità che ho, potrò gareggiare per un Paese mio di appartenenza o quello che mi accoglierà se prenderò la cittadinanza. Se lei pensa che un clandestino a un certo punto, siccome è bravo, possa essere fatto gareggiare da una parte all'altra, forse probabilmente non ha ben chiaro come funzionano le gare sportive, anche perché un atleta deve essere identificabile, una persona che non ha neanche i documenti e che non ha neanche titolo di stare qui probabilmente... non è che deve essere regolarizzata perché non ha titolo. Io, come ho detto prima, siccome l'ho citato, credo sia giusto ricordarlo, sono stato sei mesi a lavorare in Egitto e la sorprenderà sapere che una settimana prima che mi scadesse il visto di lavoro dei cortesi armigeri egiziani si sono recati nel mio posto di lavoro dicendo: "guarda che tra una settimana ti scade e vedi di fare il rinnovo, sennò ti impacchettiamo e ti mandiamo via", lì problemi grossi non se ne sono fatti. Sulla cittadinanza, esatto, non si sono fatti grossi problemi, sul permesso di soggiorno, non permesso di soggiorno.

Rispetto invece ai viaggi che sono stati ipotizzati e queste difficoltà delle gite, delle scuole, eccetera, io sono andato a vedere sul sito del Ministero degli interni. Sapete che cosa bisogna fare in più? Gli Italiani hanno 3 adempimenti da fare per le gite all'estero, gli stranieri 5. Sapete quali sono quei 2 adempimenti in più? La fotocopia del permesso di soggiorno. Sapete chi l'ha deciso? L'ha deciso l'area Schengen che, per circolare al suo interno, chiede che ci sia il motivo valido, un visto o un qualcosa che giustifichi la presenza in quel Paese. Sono quindi baggianate e per di più, se andate a vedere, lo scoprirete da soli, c'è un ufficio apposito che fa saltare la fila senza prenotazione della Questura per poter prenotare quei documenti, quindi super rapidi. Neanche discriminazione, "non si può fare la gita", quindi sono sciocchezze, sono soltanto dei modi che voi avete per portare avanti le vostre battaglie, ma che si scontrano nel nulla. Se il nostro Paese è quello che ovviamente concede più cittadinanze, un motivo c'è.

Poi si è parlato di maggiore età per fare una scelta consapevole, perché la scelta è proprio quella: a diciott'anni quando posso decidere della mia vita, decido che cittadinanza prendere, perché - non so se lo sapete - tanti decidono di avere la doppia cittadinanza e, per farlo, lo sapete cosa fanno? Avete mai visto una persona del Nord Africa che si chiama Mario o Giovanni o Antonio? Sapete perché non ce n'è neanche uno? Perché, per conservare la doppia cittadinanza, il Ministero degli esteri ha un elenco di nomi e, se tu non ti chiami con quel nome lì, la doppia cittadinanza la puoi chiedere. Per cui non troverai mai un nordafricano che si chiama Antonio, Marco o Giovanni, perché mantengo i loro nomi per avere la doppia cittadinanza. Bisognerebbe chiedere a queste persone invece di optare di scegliere una sola. Questa dovrebbe essere l'unica riforma da fare oggi e si vedrebbe davvero quale sarebbe la fedeltà di questa persona verso lo Stato che lo ospita oppure verso quello nel quale vuole rimanere, quindi ovviamente non cambiamo la nostra idea e rimarremo contrari su questa mozione.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (RV) - L'iniziativa tende a chiedere il riconoscimento del diritto di cittadinanza ai minori stranieri nati o arrivati in Italia in giovane età che abbiano completato un ciclo scolastico di 5 anni nel nostro Paese. Abbiamo preso nota e il dibattito si è essenzialmente sviluppato su argomenti che riguardano prevalentemente la politica nazionale, che sono notoriamente influenzati anche dalla collocazione politica e da scelte ideologiche, in questo caso hanno avuto un riflesso all'interno del dibattito di quel che si è svolto in quest'aula. Bene, come avrete potuto notare, noi non siamo entrati nel merito della questione come Rassemblement Valdôtain perché riteniamo che un argomento di questo genere debba essere molto più approfondito e sviluppato proprio all'interno delle nostre Commissioni e un'impegnativa piuttosto generica come questa non ci permette di approfondirlo nelle dovute maniere. Al di là di tutto questo, non abbiamo potuto non prendere nota dell'intervento dell'Assessore alla pubblica istruzione nel cui intervento ha rilevato le pari opportunità. Io non vorrei deviare la discussione in corso, però mi preme sottolineare che queste pari opportunità a volte vengono meno e vi sono proprio dei recenti casi in questi giorni, di cui l'Assessore probabilmente è già stato portato a conoscenza ed evidenziano come un allievo con visioni educative speciali è stato umiliato in classe, questo non è un rispetto delle pari opportunità. Vi sono delle scelte politiche che sono state fatte circa investimenti e iniziative sull'istruzione che portano obbligatoriamente a violare le pari opportunità che porteranno degli allievi a spostarsi da una sede scolastica all'altra, depredando di opportunità i Comuni di montagna. Direi quindi che va bene questo dialogo, siamo interessati con i dovuti approfondimenti, va anche bene approfondire la questione degli atleti, delle opportunità di partecipare alle gite scolastiche, ma la riflessione è questa: a cosa serve tutto questo? E poi umiliamo i nostri allievi e non li mettiamo tutti nelle stesse condizioni sia logistiche, sia formative, perché io ho la favoletta che c'è stata raccontata negli scorsi Consigli, dove a seguito di alcune scelte sullo 06 migliorerà la formazione, non ci credo mica, ho dei ritorni diversi. Vediamo quindi di agire correttamente e con attenzione soprattutto e anche sui nostri allievi prima di affrontare dei dibattiti di questo tipo, che sono sicuramente importanti, degni di approfondimento, come abbiamo detto, ma non dobbiamo trascurare i nostri giovani, cosa che mi sembra che stiamo facendo.

Presidente - La parola per dichiarazione di voto alla consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Per dichiarazione di voto e per aggiungere due elementi: il primo riguarda il presunto cedimento rispetto all'emendamento che è stato proposto e la necessità, secondo quanto rappresentato dal collega Manfrin, di insistere sulla formulazione originaria perché così si portava a casa quella. Forse non è stato ben compreso il senso della mozione, che non era, malgrado quello che pensiate o che diciate spesso, la volontà di piantare una bandierina. Era la volontà di fare un discorso che ci interessava e che è stato fatto, anche perché la bandierina, dal nostro punto di vista, sarebbe un'altra questione, sarebbe un'altra modalità di avere una cittadinanza per queste persone. Sappiamo che non è possibile, abbiamo presentato una proposta che è un po' minoritaria rispetto al nostro modo di vedere e di sentire, ma perché concretamente questa è la situazione attuale. Non riteniamo che sia un cedimento, va bene così. È un impegno che, secondo me, ha un senso, che in qualche maniera esplicita una situazione che mi sembra sia emersa dalle parole di molte delle persone che sono intervenute.

Sulla questione sollevata dal collega Distort, cioè sul fatto che PCP ha un atteggiamento clericalista, la rassicuro, collega Distort, non è così. Ho abbastanza capacità di discernimento della tradizione dottrinale delle encicliche papali, come ha detto lei; conosco anche il Magistero di Benedetto XVI. So benissimo che Papa Benedetto è intervenuto in tutte le giornate dedicate ai migranti con dei testi precisi. C'è una grande produzione in questo senso con tutta una serie di osservazioni anche molto interessanti.

Per quello che mi riguarda, ovviamente parlo per la mia persona e per la formazione che ho, credo che più che un atteggiamento che lei definisce clericale, dal mio punto di vista, c'è invece un atteggiamento che in qualche maniera rispetta un mandato per i Cristiani, un mandato della Chiesa, che notoriamente - lei lo sa molto meglio di me - non si può identificare soltanto con le figure apicali e con i vertici. La Chiesa è fatta di tante persone, la Chiesa è fatta di persone e uno dei mandati è quello di cercare comunità fraterne nella diversità. Io credo che questo sia uno dei principi che in qualche maniera ispirano il mio modo di sentire e che si traduce poi anche in alcuni atti, come può essere questo.

Tornando a Papa Benedetto XV: nel 2011 ebbe a scrivere una cosa interessante rispetto al mondo globalizzato e alla presenza sempre più massiccia nel nostro Paese di persone che provengono da realtà molto distanti dalla nostra e che poi qui vivono e si stabiliscono. Cosa diceva il Papa proprio riguardo al mandato dei Cristiani, al creare comunità fraterne nella diversità? "Una sola famiglia umana, una sola famiglia di fratelli e sorelle in società che si fanno sempre più multietniche, interculturali, dove anche le persone di varie religioni sono spinte al dialogo affinché si possa trovare una serena e fruttuosa convivenza nel rispetto delle legittime differenze". "In tema di integrazione delle famiglie degli immigrati - e qui parliamo di integrazione quando parliamo di cittadinanza, ovviamente - sento il dovere di richiamare l'attenzione su tutte queste famiglie, anche per quanto riguarda la vita oggi in Italia". La vita oggi in Italia passa anche attraverso un riconoscimento di quella che è, a mio avviso, la necessità di concedere in questa forma, che, come dicevo, non è quella ottimale dal mio punto di vista, la cittadinanza, quindi voteremo questa mozione così emendata. Se poi c'è necessità da parte di qualcuno di essere sicuri di non aver sbagliato nulla e quindi anche la frase incriminata dove non c'è un punto e virgola, visto che non era ancora chiuso tutto, se si vuole, si può anche correggere, ma io credo che tutti siano in grado di capire benissimo così.

Presidente - Ha chiesto la parola al consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.

Lucianaz (RV) - Bondzor a tcheutte, tchica de valdotén [traduzione letterale dal patois: buongiorno a tutti, un po' di valdostano (un po' di patois)]. Inizierei questa dichiarazione di voto con una storiella breve, breve. L'anno scorso mia moglie, che ha dei tratti somatici sicuramente non subtropicali, è entrata in un ufficio pubblico con la bimba parlando in patois, naturalmente, che è la nostra lingua: Atèn eun momàn, que s'eun momàn passèn no [traduzione letterale dal patois: aspetta un momento che tra un po' passiamo noi (è il nostro turno, tocca a noi)]. A un certo punto la Signorina le ha detto: "Signora, ma lei capisce l'italiano?", lei fa: "sì, capisco l'italiano perché?", "ah, pensavo non fosse Italiana". Questo è quello che succede a chi ha cittadinanza italiana ed è Valdostano da generazioni e parla la lingua tutelata dal Governo regionale, solo apparentemente, nel 2023 in Valle d'Aosta. Questa è la condizione di chi...

(interruzione di un Consigliere fuori microfono)

...e succede più spesso di quanto si immagini. Naturalmente se vivi la Valle d'Aosta da Italiano, vivi in un'altra realtà. Noi Valdostani siamo e chi è Italiano? Chi si sente Italiano. Non è questione di carte, chi è Valdostano non è Italiano, chi è Valdostano è Valdostano, poi ognuno faccia le sue scelte.

Detto questo, la nostra dichiarazione di voto è che, visto che nessuno si è espresso sulle richieste ben chiare del collega capogruppo Aggravi e cioè che cosa si vota, che cosa si impegna, chi si impegna con questa mozione, naturalmente per logica il nostro gruppo si asterrà dal voto perché votare una cosa di cui non si capisce qual è la ratio - e nessuno dalla Presidenza del Consiglio al Governo - ha avuto modo di esprimersi rende la situazione abbastanza paradossale.

L'ultima annotazione che vorrei fare è la discriminazione, all'ultima riga dell'impegnativa, che giustamente riconosce il diritto di cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato il ciclo scolastico. Chi non l'ha completato, poverino? Che cosa facciamo? Non gli diamo la cittadinanza? Comunque noi ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Solo per chiederle il voto segreto a nome del gruppo Lega.

Presidente - Metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 30

Votanti: 27

Favorevoli: 21

Contrari: 6

Astenuti: 3

La mozione è approvata.