Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 4209 del 18 dicembre 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 4209/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno del Presidente della Regione ad affermare e sostenere la legittima adozione da parte del Governo nazionale di politiche di difesa dei confini nazionali.".

Bertin (Presidente) - Punto n. 4.03. Consigliere Manfrin, a lei la parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Con questa iniziativa ci riferiamo - è inutile nasconderci - con tutta evidenza alla vicenda della richiesta di condanna a 6 anni nei confronti dell'allora ministro dell'interno Matteo Salvini, con l'accusa di sequestro di persona per aver fatto attendere in mare sei giorni la nave Open Arms prima di farla attraccare e far sbarcare gli immigrati. Non è nostra intenzione attaccare nessuno, anzi noi abbiamo pieno rispetto sia dell'indipendenza della Magistratura che anche del suo operato. Partiamo, credo sia d'obbligo, da questo presupposto. Consideriamo però - ed è questo quello che vogliamo portare oggi all'attenzione dell'Aula - un po' surreale questa richiesta nei confronti di Matteo Salvini. Preciso che ovviamente la sentenza arriverà dopodomani, quindi il 20 di dicembre, quanto meno riteniamo sia surreale che Matteo Salvini sia sotto processo con l'accusa di sequestro di persona per aver fatto attendere in mare sei giorni la nave ONG Open Arms prima di farla attraccare quando la prassi in questi casi che l'Italia ha adottato nel corso degli anni addirittura prevede tempi decisamente maggiori. In particolare ci sono stati dei Ministri, non Matteo Salvini, che nella stessa identica situazione in cui si trovò l'allora Ministro dell'interno, hanno fatto attendere anche 15 giorni gli immigrati sulla nave prima di farli sbarcare, naturalmente dalla prima richiesta di porto sicuro. Nell'ottobre 2019 a riguardo ci sono delle testimonianze di articoli di giornali quando era ministro dell'interno Luciana Lamorgese con il Governo Conte bis, la nave Ocean Viking ha atteso al largo della Sicilia 12 giorni, che sono un po' più di 6, come i più acuti osservatori potranno notare, prima di far sbarcare gli immigrati, tanto che nelle ricostruzioni, leggendo gli articoli, addirittura vi fu un tweet dei rappresentanti dell'Ocean Viking, che diceva: "Dopo più di 12 giorni di incertezza in mare 104 sopravvissuti possono finalmente sbarcare in un luogo sicuro, è la fine di un'odissea". Quello era il governo Conte bis. Questo è quello che è accaduto. Andiamo, visto che questo magari può essere soltanto un caso, a un altro Governo: Governo Draghi 29 marzo 2022, ministro sempre Luciana Lamorgese, la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, con a bordo 113 naufraghi, attese ben 11 giorni prima che venisse fatta attraccare. Io ho citato, penso quelli che siano i due casi più emblematici, ma sono diversi i casi che dal 2019 al 2022, quando Salvini non era più Ministro dell'interno, hanno riguardato varie navi. Ho citato l'Ocean Viking, la Geo Barents, la stessa Open Arms, la Sea-Watch e la Humanity 1 con un numero di giorni trascorsi dalla prima richiesta di porto sicuro allo sbarco dei migranti che va da 4 a 16 giorni. Per ciascuno di questi casi, che sono 13 in tutto, non ci risulta siano stati aperti dei procedimenti penali per reati ministeriali. Dunque la domanda è: per quale motivo per 6 giorni di attesa in mare un Ministro viene messo sotto processo e c'è una richiesta di condanna, mentre per tanti altri Ministri che hanno fatto attendere anche molti più giorni nessuno dice niente e c'è silenzio? Questo bisogna far notare all'Assemblea perché noi sentiamo nei dibattiti televisivi accuse, comportamenti vergognosi di disumanità, quando questi sono comportamenti che, lo ripeto, hanno tenuto anche altri Ministri con una matrice politica chiaramente differente dalla nostra. Bisogna anche tenere presente che in tutti i casi in cui queste persone sono state lasciate in mare, c'erano le navi della capitaneria di porto, veniva data assistenza alle persone malate, venivano fatte scendere. È accaduto con Matteo Salvini e anche con tutti gli altri.

La domanda allora è questa: la legge non dovrebbe valere per tutti? Ecco perché, secondo noi, questa è un'evidente sconfitta della politica. In primo luogo lo è perché mandare sotto processo - così lo diciamo una volta per tutte - un Ministro per decisioni politiche assunte nell'esercizio delle sue funzioni e nell'interesse nazionale è stata una parte politica. Da quella parte politica spesso e volentieri arrivano lezioni, addirittura qualcuno si erge a paladino del garantismo, quando poi, alla conta dei fatti, si tratta della solita storia italiana, del solito garantismo italiano, garantisti con gli amici e giustizialisti con gli avversari. Questa è una sconfitta della politica che, tra l'altro, ha creato anche un precedente, anzi ve ne sono due perché c'è anche il caso Gregoretti nel quale Salvini è stato assolto, casi perfettamente sovrapponibili e identici. In secondo luogo lo è perché si afferma chiaramente questo cattivo costume, che, quando non si riesce a sconfiggere un avversario con le idee o con una linea politica, si tenta di farlo attraverso le aule giudiziarie. È quello che fu fatto, né più né meno, nei confronti di Silvio Berlusconi, quindi questo cattivo costume continua ad andare avanti in questa direzione. In terzo luogo si tenta di criminalizzare dal punto di vista penale una condotta di Governo, una linea politica legittima sul tema dell'immigrazione, prima la redistribuzione e poi lo sbarco, seguita dall'allora Ministro dell'interno, ma anche dal ministro Luciana Lamorgese dei Governi di Centro-Sinistra e di unità nazionale che si sono susseguiti. Riteniamo che sia una limitazione della libertà di espressione politica, e quindi anche democratica, criminalizzare una condotta di governo. In quarto luogo quale segnale positivo si può dare alla popolazione quando ci si trova di fronte a un Ministro che, di fatto, rispetta la volontà popolare e il programma per cui è stato eletto, ma, anziché vedersi riconosciuto il merito di questo rispetto, si trova sotto processo? Sono domande che noi poniamo all'Assemblea, perché oggi capita a una parte politica, ma domani potrebbe riguardare qualsiasi altro Ministro: ecco perché con questa mozione impegniamo il Presidente della Regione a porre in essere un'iniziativa volta ad affermare e sostenere la legittima adozione da parte del Governo di politiche volte alla difesa dei confini nazionali, appoggiandolo nell'assunzione delle misure più opportune ed efficaci sia di rilievo interno che internazionale al fine di preservare i confini terrestri e marittimi dall'ingresso in Italia di persone che vi giungono in violazione di legge.

Presidente - La discussione generale è aperta. Se qualcuno vuole intervenire in discussione generale, si prenoti. Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (FP-PD) - L'approccio che la Destra ha sui migranti parte da un presupposto pericoloso: vedere nell'immigrazione non una risorsa, non una conseguenza di dinamiche globali, ma una minaccia. Le loro politiche sono fondate sulla paura, su una propaganda che criminalizza chi cerca una vita migliore e dimentica l'umanità e la storia stessa del nostro Paese. Ricordiamoci infatti che l'Italia è stata per decenni un Paese di emigranti, milioni di Italiani e di Italiane hanno lasciato la propria terra per costruirsi una vita altrove, eppure la Destra oggi chiude le porte, o almeno vorrebbe farlo, a chi fugge da guerre, povertà, violazione dei diritti umani, negando a queste persone quello che i nostri antenati hanno trovato in altre terre.

La Destra da anni ci dice che dobbiamo difendere i confini. Come se chi arriva lo fa armi in pugno su navi da guerra, usando un linguaggio divisivo e intollerante che, a furia di parlare di invasione e pericolo, alimenta un clima di paura tra le persone. Odiare lo straniero e farlo diventare causa di ogni problema del nostro Paese è certamente più semplice che provare a comprendere e a gestire i flussi migratori e le loro cause e, come dicevo prima, a vedere questi flussi sia come una risorsa che come una conseguenza di dinamiche globali e, di conseguenza, quali saranno mai le loro soluzioni Semplice, politiche repressive, come bloccare le navi di salvataggio delle ONG, chiudere i porti o almeno provarci, intensificare i controlli e gli accordi con Paesi in cui i diritti umani sono violati o magari spendere un miliardo di euro dei contribuenti per costruire lager nei quali il Governo italiano pensava di deportare i migranti in Albania che si stanno dimostrando inutilizzabili e che sono stati trasformati in canili. Queste sono misure che non fermano le migrazioni, semplicemente aumentano la sofferenza di chi prova a trovare un futuro migliore. Chi è disperato continuerà a cercare vie sempre più pericolose a scapito della propria vita. Punto. Le vere soluzioni vanno ben oltre il chiudere le porte. Bisogna affrontare le cause alla radice, investire in cooperazioni internazionali, in politiche che promuovano lo sviluppo economico e la stabilità nei Paesi d'origine dei migranti, costruire percorsi legali e sicuri di ingresso. La Destra invece fa il contrario, criminalizza chi salva vite in mare e chi cerca di costruire un futuro migliore. Questa è una politica disumana, eticamente sbagliata e incredibilmente miope. Al posto di vedere le persone che emigrano come un peso andrebbero considerate per quello che sono: esseri umani da accogliere e integrare, perché un Paese con una società sempre più anziana ha anche bisogno di persone che lavorino e contribuiscano.

La vicenda, che vede coinvolto il ministro Salvini in un processo che si concluderà tra un paio di giorni, porta poi con sé un ulteriore fatto grave: l'ennesimo scontro istituzionale tra poteri che mina a delle fondamenta la separazione dei poteri stessi. È vergognoso, almeno io penso che sia vergognoso, vedere Ministri del Governo manifestare in piazza contro la Magistratura, come è vergognoso che la PM di questo processo sia stata messa sotto scorta perché vittima di minacce e insulti da parte di persone che evidentemente si sono sentite in diritto di poter minacciare e insultare questa PM dal clima messo in piedi dalla Destra.

Voglio ancora aggiungere una cosa: la paura è un'arma facile da usare in politica, ma noi dobbiamo ricordarci che costruire muri ci isola e ci impoverisce. Dobbiamo ripensare alla nostra politica migratoria non come a una questione di difesa, ma come a un'opportunità di costruire una società più giusta, inclusiva e solidale. Ovviamente voteremo contro questa iniziativa.

Presidente - Altri? Chiudo la discussione generale. Per il Governo, ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Due riflessioni per motivare la nostra astensione o comunque il nostro voto non positivo a questa mozione.

Una mozione che, così come è stata presentata, ha una visione di parte delle situazioni che si sono verificate sul nostro territorio e che non incontra una visione più complessiva nella quale ci ritroviamo nel rispetto delle esigenze di attenzionare gli ingressi non autorizzati, non corretti, fuori legge sul nostro territorio. In questo contesto credo che le normative, quelle che ci interessano più da vicino, incontrino il nostro favore nel momento in cui bisogna mettere a disposizione del nostro territorio risorse umane principalmente a controllo dei nostri territori. Noi siamo un territorio di confine e siamo molto vicini alle indicazioni, anche macro-indicazioni, che arrivano dal Ministero degli interni e che sono puntuali nel rendere delle misure presenti sul territorio, ad esempio, come la presenza ai nostri confini degli agenti Strade Sicure a presidio delle frontiere che costituiscono un punto di interlocuzione importante tra la periferia e il centro e che garantiscono le attenzioni che il territorio stesso deve porre in questi meccanismi migratori che devono assolutamente essere osservati e controllati. Allo stesso modo è di recente istituzione un'attività transfrontaliera con pattuglie nazionali e internazionali che possono presidiare i territori più vicini ai luoghi di confine e che va in questa direzione.

Delle osservazioni che invece esulano da un contesto generale non possiamo prenderle in considerazione nella maniera presentata per cui il nostro sarà un voto non positivo.

Presidente - Se non ci sono altri interventi, metto in votazione... ha chiesto la parola la consigliera Minelli per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Brevissimamente per manifestare la nostra intenzione di voto, che sarà contrario sia per quello che prevede espressamente l'impegno, ma anche per alcune cose che sono esplicitate nelle premesse. Non abbiamo nessuna intenzione di esprimere il "più forte sostegno" a Matteo Salvini per aver difeso i confini del nostro Paese. Nell'episodio che è all'origine di tutto questo, a nostro avviso, non si ravvisa quel pericolo in quel momento di violazione dei confini del nostro Paese e ricordiamo bene quel momento, quella vicenda, quei 19 giorni che hanno tenuto in giro per il mare 147 persone, tra cui tantissimi minori, persone che sono poi sbarcate, quando la Procura di Agrigento lo ha imposto in qualche maniera, in uno stato di grande prostrazione. Quindi, la Magistratura farà il suo il suo lavoro.

Di sicuro all'interno di questo Consesso noi non votiamo questa mozione, come dicevo, sia per le premesse sia anche per l'impegno, perché non stiamo discutendo in questo momento di confini, stiamo discutendo di ben altro che riguarda il comportamento di un Ministro che la Magistratura ha rinviato a giudizio per sequestro di persone e per rifiuto di atti d'ufficio.

Presidente - Altri interventi? Possiamo mettere in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 29

Favorevoli: 9

Contrari: 20

Astenuti: 5 (Aggravi, Brunod, Lucianaz, Planaz, Restano)

La mozione non è approvata.