Oggetto del Consiglio n. 4028 del 17 ottobre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4028/XVI - Continuazione della trattazione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) per il triennio 2025-2027. (Reiezione di diciotto ordini del giorno. Ritiro di otto ordini del giorno).
Bertin (Presidente) - 31 Consiglieri presenti. Possiamo riprendere l'ordine del giorno. Siamo sempre in discussione degli ordini del giorno del Documento economico e finanziario regionale. Ordine del giorno n. 3 della Lega, si è prenotato il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (Lega VDA) - L'ordine del giorno che vado a presentare - che presento in realtà dal 2018 e che dal 2018 mi viene respinto, con le motivazioni più disparate e sono ansioso di sentire quella di quest'anno - è quello relativo alla riproposizione del Bon Chauffage.
Come ho avuto modo di dire in discussione generale rispetto al DEFR, abbiamo anche qui, nella nostra regione, una dinamica che ha riguardato i prezzi; e proprio nel Documento regionale di economia e finanza abbiamo osservato che le crescite di prezzi più importanti si sono osservate per abitazioni, acqua, elettricità, gas e altri combustibili: +7% nel 2023. È evidente quindi immaginare che, con l'approssimarsi dell'inverno, chiaramente le famiglie cominciano a pensare alla necessità di potersi riscaldare con dei costi accessibili. La dinamica dei prezzi evidenzia come, ovviamente, i prezzi fossero già cresciuti negli scorsi anni, come questi evidentemente non potranno essere accessibili, ma quest'anno abbiamo qualche dato in più perché, come sapete, abbiamo una bella fotografia che ci arriva spesso dagli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Ovviamente il Bon Chauffage è inteso per tutta la popolazione valdostana, non soltanto dedicato ad alcune categorie, ma credo che sia particolarmente interessante la comunicazione agli utenti che l'ARER ha inviato alle famiglie in questi giorni.
Ricordo, per chi si fosse messo in collegamento solo ora, che l'ARER, con un piano scientifico di molestie personalizzate, ha imposto l'allacciamento al teleriscaldamento per la stragrande maggioranza dei suoi utenti - teleriscaldamento che ha portato, come abbiamo denunciato più volte, a un aumento vertiginoso dei costi di riscaldamento - ma la cosa più divertente di tutto questo, però, è che sostanzialmente l'ARER abbia dichiarato, quando lo faceva, che lo faceva da una parte perché voleva abbattere i costi del riscaldamento, e non ci è riuscita, e dall'altra perché il teleriscaldamento è green, visto che questo è un po' il leitmotiv di DEFR.
A fronte di questo riscaldamento green, la comunicazione agli utenti che ARER ha trasmesso è questa: "Visti i considerevoli aumenti del costo del combustibile nelle passate stagioni e considerato il probabile perdurare di tali costi, almeno per la stagione corrente 2024-2025, unitamente alla possibile limitazione del combustibile disponibile...", questa è una frase che sinceramente non ho capito: limitazione del combustibile disponibile? Siamo al razionamento? Siamo all'economia di guerra? Non so se si preveda una situazione di questo tipo, ma l'ARER preconizza una limitazione del combustibile disponibile. Non lo sapevo.
"...e si raccomanda un utilizzo attento e scrupoloso del riscaldamento e dell'acqua calda sanitaria, sia per evitare un aumento eccessivo delle spese individuali, sia per ridurre i consumi di combustibile...", che appunto, come già avvisato, dovrebbe essere una materia scarsa, quindi siamo al razionamento.
L'ARER stessa quindi riconosce, in una modalità di riscaldamento che dovrebbe essere più conveniente, così ci ha sempre decantato, anzi, c'è stato un abbattimento dei costi, delle bollette, è sempre stato detto... invece ci troviamo di fronte alla prova provata che non è così.
Se volessimo andare ancora un po' più in là e se volessimo guardare oltre questo - anche qui prova provata di quello che accade, l'ho detto sempre nella scorsa giornata, nella giornata di ieri, durante l'intervento sulla discussione generale sul DEFR - la cosa interessante da notare è il volume di aumento del costo del riscaldamento.
Banalmente, per questo nuovo impianto tecnologicissimo, di ultima generazione, green, ecocompatibile e con tutti gli optional, si passa da un costo, che nella scorsa stagione, pre-allacciamento, si aggirava intorno ai 450 euro annui, al preventivo 2024-2525, quindi neanche ancora acceso il riscaldamento, di 1.750 euro. Questo soltanto per le famiglie che appunto sono nell'edilizia residenziale pubblica.
Immaginiamoci, se l'edilizia residenziale pubblica è in queste condizioni, in quali condizioni verta il resto della regione: chi abita nelle abitazioni private e, soprattutto, chi abita nelle località di montagna, che sicuramente patisce molto di più il freddo e quindi deve utilizzare ancora di più il riscaldamento a temperature sicuramente superiori rispetto al vallone centrale. Tutto questo concorre evidentemente nel far aumentare in maniera vertiginosa i costi.
Mi permetto di aprire un'ulteriore parentesi. Scusate, ma devo, perché la comunicazione di ARER è particolarmente divertente. Apro questa piccola parentesi, sempre sulla materia del riscaldamento, perché, in questa piccola nota a margine, si dice: "Solo per gli inquilini che utilizzano impianti di riscaldamenti autonomi, caldaiette o forme alternative e stufe, si ricorda che, prima dell'avvio della stagione invernale, gli inquilini sono tenuti a effettuare una revisione periodica degli impianti utilizzati e la pulizia delle canne da parte di personale specializzato - abbiamo parlato stamattina di canne, queste sono le canne fumarie.
Vede, assessore Marzi - lo so che purtroppo sono noioso - ma in occasione di molteplici iniziative che io ho formulato in quest'aula - adesso comprenderà - le ho fatto notare che la necessità era quella di avere le caldaiette autonome e lei mi ha fatto notare che era un problema di sicurezza, che non si potevano lasciare le caldaiette autonome, perché erano un grosso pericolo.
Eppure ARER oggi dice semplicemente che chi ha la caldaietta autonoma deve far fare un controllo e, ovviamente, deve farlo fare da un professionista specializzato.
Mi rendo conto che le interessi poco, assessore Marzi, perché ovviamente dimostra che lei ha torto rispetto alla questione delle caldaiette, però è evidente che un'altra via era possibile e che questo magnifico riscaldamento green, ecocompatibile, ecosostenibile, con tutti gli optional, e soprattutto che doveva abbattere i costi, in realtà i costi non li ha abbattuti.
Dimostrato questo e dimostrato, con tutta evidenza, che la necessità è quella di andare a sostenere le famiglie valdostane con quella che è stata per molti anni una vera manna dal cielo, cioè un aiuto che consentisse concretamente di poter sostenere le spese di riscaldamento in maniera meno gravosa per la propria famiglia, con questo ordine del giorno impegniamo il governo regionale ad adottare ogni azione utile a ripristinare il funzionamento della legge regionale del 7 dicembre 2009, n. 43, ovvero a riattivare il Bon Chauffage.
Presidente - Assessore Bertschy, per il governo.
Bertschy (UV) - Come tutti gli anni, le rispondo io, anche se la misura, per come la presenta lei, ha carattere sociale e non energetico.
...No, nel senso che, per quello che riguarda il contenimento dei consumi energetici, non è questa la misura giusta. Infatti la sua collega si tiene la testa e sa che non è questa la direzione per ridurre i consumi.
Al di là di questo, siamo alla solita questione: noi non diciamo che quello che voi proponete sia sbagliato in assoluto, ma visto che il bilancio pubblico non è il pozzo di San Patrizio e non ci sono risorse per tutto, abbiamo fatto delle scelte, in questi anni, che vanno nella direzione di sostenere le famiglie, per esempio con una fortissima riduzione sul costo del trasporto pubblico, con misure di tipo sociale gestite dall'assessore Marzi e con iniziative che riguardano gli incentivi per ritrovare la dignità del proprio percorso di vita attraverso il lavoro - quindi l'incentivo forte a dare la possibilità alle persone più fragili di trovare un'occupazione - e altre misure a sostegno della famiglia nel campo dell'istruzione, della formazione e tutto il resto.
Al momento, l'indicazione è che si lavora su queste misure. Come al solito, gli ordini del giorno non si portano dietro quello che è necessario avere nella gestione del bilancio, cioè dove prendere tutte queste risorse per dare una risposta, quindi immagino che quest'ordine del giorno troverà una sua discussione nell'ambito del confronto sul bilancio del 2025-2027.
Per ora noi ci asteniamo, ripeto, avendo utilizzato le risorse per fare interventi importanti a favore delle famiglie e a favore della riduzione dei costi che gravano sulla famiglia in tutta un'altra serie di settori.
Presidente - Qualcun altro vuole intervenire? Consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Come dal 2021 in avanti, noi sosterremo quanto porta il collega Manfrin. Proponiamo anche noi un ordine del giorno simile, nel senso che non è la riattivazione tout court del Bon Chauffage, ma prevede anche altri sostegni, perché riteniamo che sotto questo punto di vista si debba in qualche modo cercare di avere le risorse. Speriamo quindi che nel prossimo bilancio queste vi siano, per dare una risposta a quelle persone fragili di cui ben ha parlato il consigliere Manfrin, che non sono solo quelle che stanno in edilizia residenziale: vi sono anche ormai famiglie, anche con due stipendi, che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.
Sotto questo punto di vista non possiamo che essere concordi con quanto depositato dalla Lega.
Presidente - Consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Anche Forza Italia sosterrà quest'ordine del giorno. Negli anni ci siamo fortemente spesi soprattutto per coloro che abitano negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che normalmente hanno dei redditi - dico "normalmente" perché c'è qualcuno che sfora, come Isee - e dei canoni di locazione molto bassi, ma delle spese di condominio che vanno a quintuplicare, molto probabilmente, in alcuni casi anche di più, il costo dell'energia, del riscaldamento e del teleriscaldamento; poi sono anche stati obbligati a collegarsi al teleriscaldamento, pena sanzioni che in qualche modo l'ARER aveva minacciato di fare. Sanzioni quali esclusione della graduatoria, eccetera.
Credo quindi che questo sia uno dei più grandi insuccessi di questa vostra legislatura e credo che, se non ci mettete mano, davvero la bolla sociale va a esplodere. Perché adesso, con i canoni di locazione che si sono incrementati per effetto dei valori OMI che sono cresciuti e con le spese di riscaldamento che sono arrivate - come diceva il collega - da 450 a 1800 euro, c'è qualcosa che non funziona. Inevitabilmente, quei nuclei familiari non riusciranno a pagare le spese di condominio. Bisognerà in qualche modo provvedere.
Presidente - Consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Il collega Manfrin sa che non sono un particolare simpatizzante del meccanismo del Bon de Chauffage, ne abbiamo spesso parlato, anche quando queste iniziative, o sotto forma di ordine del giorno, o anche sotto forma di emendamenti, sono state presentate. Di fondo però in quello che hanno detto anche i colleghi, non voglio ripetermi, c'è una motivazione, o meglio una problematica, che dovrebbe avere risposta.
Non voglio parlare del teleriscaldamento, dove di fatto si costruiscono dei monopoli spacciandoli per libero mercato: sarebbe molto meglio che ci fosse un monopolista, perché non è che io posso domani sganciare, però questo è il sistema complessivo; dall'altro lato sul costo dell'energia pesano dei valori economici che non sono solo frutto di tassazione, ma anche per gli oneri di sistema, più di una volta li abbiamo portati all'attenzione del Consiglio, è una questione che va molto al di là delle competenze di questo Consiglio. Quando si parla di costo dell'energia, però, dobbiamo mettere tutto insieme.
È ovvio che, anche a livello nazionale, a volte si sono fatte delle roboanti dichiarazioni sull'utilizzo degli extra-profitti, che poi però non finiscono per cercare una sorta di giustizia sociale, non voglio chiamarla così, ma equità o calmierazione, cioè andando ad alleggerire il peso del costo degli utenti anche più deboli, in termini di costi energetici.
C'è una soluzione che giustamente deve essere in qualche modo ideata o valutata, la si può chiamare in "N" modi. C'era anche stata una proposta sul modello francese dello chèque énergie.
Da parte di Rassemblement Valdôtain il sostegno all'ordine del giorno c'è, magari non tanto, ripeto, nell'individuazione di uno strumento, che forse ha fatto il suo tempo, ma di una necessità.
L'assessore Bertschy mi consenta una battuta: meno male che il collega Marquis era un po' distratto, perché sennò dalla sua risposta mi sarei aspettato una replica del tipo "ma i soldi ci sono, perché poi vanno in avanzo".
In realtà, collega Bertschy, lei giustamente ha dovuto fare la sua parte, però ricordiamoci che - come diceva e come dice ancora un ex Presidente della Giunta - i soldi in qualche modo si trovano. Giustamente ognuno fa le sue scelte, giustamente forse può essere l'occasione di valutare, nell'ambito delle misure o delle iniziative del piano energetico, magari anche un'iniziativa che può in qualche modo toccare una problematica che comunque è nelle tasche e nei portafogli degli utenti.
Da parte nostra il sostegno va in particolare sulla filosofia di questo ordine del giorno.
Presidente - Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (Lega VDA) - Innanzitutto ringrazio ovviamente i colleghi che sono intervenuti e che hanno dichiarato il proprio sostegno a quest'ordine del giorno.
Quando è intervenuto, Assessore, ho pensato esattamente le stesse parole che ha pronunciato il collega Aggravi, cioè: se le scelte si vogliono fare, se gli obiettivi che ci si pone sono condivisi, è evidente che le risorse si trovano. Abbiamo visto più di una volta utilizzare o prenotare delle somme che poi sono andate in avanzo; abbiamo visto più di una volta utilizzare delle somme che in realtà sarebbero state più produttive se utilizzate in maniera differente; abbiamo provato anche più volte, ad esempio in sede di bilancio, a presentare degli emendamenti che spostavano, secondo le nostre sensibilità, i fondi necessari per riattivare una serie di misure, ma ovviamente questa maggioranza ha pervicacemente bocciato tutto.
Rispetto alle coperture, io comprendo, ovviamente questo non è un documento che stabilisce delle coperture, è un documento politico di programmazione, con il quale ci si pongono degli obiettivi, e proprio in questa direzione abbiamo posto un obiettivo che secondo noi è importante e che deve essere trattato.
Abbiamo portato delle prove concrete. Lei, Assessore, ci ha detto che è stata fatta tutta una serie di misure. Non se la prenda se glielo dico: si è ben guardato dall'elencarle, ha detto: "Abbiamo fatto tutta una serie di cose in quest'ambito, in quest'altro, in quest'altro ancora". Se lei dovesse passare alla fase analitica, si renderebbe conto che purtroppo, al netto dello studio e dei trasporti, che sono interessantissimi, ma se io pago di meno un biglietto di un pullman, va benissimo... comprenderà però che il riscaldamento è un'altra cosa, è un'altra cifra, è un'altra incidenza. Chiaramente questa è una cosa che ha un'incidenza diversa.
La questione qual è? La questione è semplicemente che, se ci si trova nella condizione di avere degli aumenti importanti per quanto riguarda il riscaldamento domestico, sia in una condizione di povertà, in una condizione di edilizia residenziale pubblica, in una condizione, per esempio, di collocazione geografica che purtroppo impone uno sforzo importante per le famiglie, è chiaro che immaginare di dire: "Per noi non è una cosa così importante, non è una cosa così urgente, non è una cosa così prioritaria" per noi non è condivisibile.
Ho visto che anche sul tema delle caldaiette, del resto, l'assessore Marzi ha mostrato scarsissimo interesse. Sono certo che sapremo farlo appassionare al tema nelle prossime settimane, o perlomeno lo potremo svegliare dal suo torpore.
Ovviamente noi voteremo con convinzione quest'ordine del giorno e ci auguriamo che possa trovare migliore fortuna di quelli che lo hanno preceduto e di quelli che lo seguiranno.
Presidente - Assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UV) - Sembra che si voglia sfuggire all'elenco delle misure, cosa che non farò neanche adesso, ma ne elenco solo una: lo Special 20 per famiglie che avevano abbonamenti scolastici fino all'anno scorso per uno, due o tre figli, vale, in termini d'intervento, alla fine di un anno, in maniera considerevole rispetto al valore medio del voucher del Bon Chauffage di un tempo. Direi che già questa misura è sufficiente per fare un intervento sulla famiglia, ma possiamo produrre un elenco, da parte di tutti gli Assessorati, per dire come sulla spesa corrente - il consigliere Aggravi sa che si sta parlando di spesa corrente e non di spesa d'investimento - non è così facile trovare le risorse.
Gli avanzi di amministrazione poi si producono anche perché, se si arriva a fine anno e non si riescono ad approvare tutte le misure, gli avanzi arrivano.
Adesso abbiamo tre leggi in ordine di discussione dopo il DEFR: speriamo di poterle discutere in questo Consiglio, altrimenti passeranno altri quindici o venti giorni.
Presidente - Se non ci sono altri interventi mettiamo in votazione l'ordine del giorno.
La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 17 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Jordan, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 3, del PCP. Consigliera Minelli, a lei la parola.
Minelli (PCP) - A pagina 99 del DEFR, nella sezione III, viene indicato l'aggiornamento dell'obiettivo "Valutazioni e interlocuzioni riguardo alla modernizzazione del tunnel del Monte Bianco".
È già stato detto dal collega Manfrin che perlomeno la prima parte di questa perifrasi è scritta in modo tale che sembra rilevarsi l'opportunità di mantenere un certo riserbo nella formulazione, proprio perché forse per qualcuno diventa difficile votare questo obiettivo.
Mi concentro però sulla seconda parte del punto, dove c'è scritto che "Bisogna necessariamente proseguire in modo continuativo nel corso della legislatura, come proseguirà il continuo monitoraggio, nelle annualità 2024 e 2025, degli effetti della chiusura del tunnel sul contesto socioeconomico e ambientale, in collaborazione con Arpa e l'università della Valle d'Aosta".
A proposito delle ricadute economiche dei periodi di chiusura del traforo, nel settembre del 2023, quindi più di un anno fa, il Presidente aveva comunicato che l'Università della Valle d'Aosta aveva avviato uno studio sulle ricadute economiche ed era stata annunciata una restituzione di tale studio entro sei mesi dall'avvio. Per quello che riguarda, invece, le ricadute ambientali, sapevamo che i dati sono stati raccolti in due stazioni di rilevamento, una sul versante italiano e una sul versante francese, e proprio per questo a maggio io avevo depositato un'interrogazione per chiedere conto delle risultanze, soprattutto di quello studio ad opera dell'Università della Valle d'Aosta.
Nella risposta a quell'interrogazione, il Presidente aveva ricordato che c'era stato da poco un incontro a palazzo, il 16 aprile, proprio sugli interventi che erano previsti e sulla sospensione della circolazione del Monte Bianco per l'autunno, cioè il periodo che stiamo vivendo, perché sappiamo che fino a circa metà di dicembre il tunnel sarà chiuso.
In quell'occasione, lo aveva ricordato il Presidente, il professor Alderighi aveva detto, peraltro molto sommariamente, che la prima parte dello studio era stata effettuata, però i dati erano in fase di valutazione, quindi non sembrava corretto dare in quel momento le risultanze, proprio perché non erano state validate.
Per quanto riguarda, invece, la parte ambientale, ci era stato detto che Arpa aveva consegnato la prima relazione relativa al 2023 e la conclusione - era stata l'intenzione di trasmettere contestualmente al Consiglio i due documenti - nel più breve tempo possibile.
Sono passati cinque mesi, non abbiamo ricevuto alcun documento, il Consiglio non mi risulta abbia avuto niente e, nella mia percezione del tempo, cinque mesi non sono un lasso di tempo così breve.
Questi documenti dunque non sono stati visti, non sono stati analizzati, ma sarebbe necessario averli, perché, al di là delle posizioni di ognuno di noi, che sono ovviamente diverse, come è stato già più volte ricordato, io poi ho anche letto sui media - così come lo ha già detto anche qualcuno oggi - che è stato dichiarato che il Consiglio si è espresso a favore del raddoppio della seconda canna e via di questo passo.
Credo che il Consiglio potrebbe esprimersi a favore, visto quello che ho sentito, noi ovviamente no, però sta di fatto che un'espressione formale non c'è stata e non abbiamo mai nemmeno ricevuto questi studi, su cui ognuno di noi può fare delle valutazioni, degli approfondimenti, delle analisi.
Molto semplicemente, quindi, l'ordine del giorno chiede al governo di trasmettere entro quindici giorni - avrei potuto scrivere anche entro domani, perché, se queste cose sono già arrivate da tempo e sono validate, si tratta di fare una semplice trasmissione via mail - delle risultanze di questi studi, di questi monitoraggi dell'Università e di Arpa sulle ricadute economiche e sulle ricadute ambientali.
Presidente - Per il governo, il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Molto semplicemente vorrei rispondere alla collega: ho sollecitato l'Università per avere i dati definitivi dello studio. Contiamo di poterlo avere a brevissimo giro di posta, per poi poterlo fornire, assieme allo studio che invece è già arrivato - lo confermo - rispetto alle risposte già date la volta scorsa.
Appena avremo entrambi gli studi li forniremo.
Presidente - Ci sono interventi? Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - A me sembra quasi una barzelletta, devo essere sincera. Era stato detto che quello studio, iniziato a settembre 2023, doveva essere redatto entro marzo 2024. Abbiamo chiesto notizia a maggio, due mesi dopo, abbiamo aspettato perché sappiamo che comunque se si devono approfondire delle cose, validare, i tempi possono essere più lunghi, a maggio ci è stato detto che a brevissimo, a breve, nel più breve tempo possibile, sarebbero stati inoltrati i due studi, quello di Arpa e l'altro.
Non abbiamo avuto neanche quello di Arpa, che invece sembra essere pronto da tempo.
Presidente, in attesa che dall'Università le arrivino questi benedetti risultati dello studio che deve essere stato effettuato a partire da un anno fa e concluso otto mesi fa, ci mandi almeno gli altri. Non credo che sia così complicato, perché sono comunque due studi fatti da due enti diversi.
Possiamo ricevere almeno una parte? Perché se andiamo avanti così magari poi alla fine riceveremo insieme gli studi del 2023 e quelli del 2024.
Se permette, è qualche cosa che vorremmo avere prima e mi pare ormai che questa sia la terza occasione in cui li chiediamo. Per piacere, se possiamo avere almeno lo studio Arpa, e poi giustamente solleciti l'Università.
Mi sembra anche che ultimamente all'Università abbiamo affidato tanti studi, tanti monitoraggi: se per ognuno i tempi saranno questi, metteremo le radici, o ci stuferemo prima e non riusciremo ad avere nessuna comunicazione.
Sinceramente credo davvero che questa cosa si sarebbe potuta fare prima. Lei a maggio ci ha detto che a breve ci avreste dato lo studio, forse poteva sollecitare già allora.
Presidente - Ci sono altri interventi? Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 10
Favorevoli: 10
Astenuti: 25 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Grosjacques, Guichardaz, Jordan, Lavevaz, Lavy, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Perron, Rosaire, Sammaritani, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 3 di Rassemblement Valdôtain. Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (RV) - Quest'ordine del giorno ha come titolo: "Area sportiva e area commerciale di Aosta, dei Valdostani e dei turisti: progettiamone il futuro".
Perché questo titolo? Perché i componenti dell'area territoriale di Aosta-Aoste del nostro movimento Rassemblement Valdôtain, considerato l'impegno che da sempre dimostriamo al riguardo della tematica dello sport e del turismo, ci hanno sollecitati a proporre quest'ordine del giorno.
In effetti, per il prossimo futuro l'amministrazione regionale collabora con l'amministrazione del Comune di Aosta nella realizzazione d'importanti strutture. Tra queste, possiamo parlare del rifacimento del Campo scuola Tesolin, della costruzione del nuovo Palaghiaccio, però possiamo anche inserirci, per quanto riguarda la zona F8, la Maison de la Montagne.
Questa zona, peraltro, potrebbe essere interessata in futuro anche da altri interventi, che riguardano probabilmente il maneggio e altri ancora. Sono tutte opere classificate d'interesse regionale, pertanto da inserire di buon grado tra le opere che interessano tutta la popolazione valdostana, non solo quella residente nel Comune di Aosta, e che possono essere importanti strutture per attrarre anche un turismo sportivo, in questo senso.
In effetti, come ho già avuto modo di dire ieri, Aosta ha avuto il riconoscimento di Capitale dello sport europeo, così come la nostra regione.
È fuori di dubbio ed è sotto gli occhi di tutta la popolazione, di tutti i Valdostani e anche dei turisti che frequentano la Valle d'Aosta e quella zona, che vi è una reale necessità di mettere in ordine le strutture, di rendere più accogliente questa zona, di renderla di facile raggiungimento e fruizione, in maniera che possa trasmettere all'utente e all'utilizzatore un messaggio d'inclusione; e, perché no, che diventi anche un modello da seguire per la gestione economica, per l'efficacia e l'efficienza.
È per questo che chiediamo al governo regionale di mettere a disposizione i fondi necessari per realizzare, in collaborazione con il Comune di Aosta, uno studio di fattibilità per lo sviluppo di quest'area commerciale e sportiva.
Premetto ancora che non ci accontentiamo della solita risposta che è una competenza comunale, perché così non è, nel momento in cui chiedono alla Regione di partecipare alle spese e agli investimenti; ma soprattutto dal momento in cui quest'area non è di pertinenza esclusiva dei residenti nel Comune di Aosta.
Presidente - Assessore Grosjacques, a lei la parola.
Grosjacques (UV) - Mi spiace deluderla, collega Restano, ma le darò la risposta che non avrebbe voluto sentire: come lei ben sa, la pianificazione urbanistica del territorio comunale e quindi anche lo sviluppo dell'area sportiva e commerciale, oggetto dell'impegnativa, sono di competenza esclusiva dell'amministrazione comunale, come lei stesso ha evidenziato, ma ovviamente le iniziative devono essere pianificate dall'amministrazione stessa.
Per questa ragione, le modalità di collaborazione della Regione dovranno essere concordate preliminarmente tra le due amministrazioni e, in particolare, l'eventuale partecipazione della Regione alla realizzazione di uno studio di fattibilità può essere prevista soltanto a seguito di un'iniziativa dell'amministrazione comunale che, a oggi, dalla Città di Aosta non è stata programmata, o quantomeno non ha avuto il coinvolgimento dell'amministrazione regionale.
Con riferimento alle opere che sono finanziate dalla legge 16/2007, anche per i suoi trascorsi all'interno dell' Assessorato, lei sa perfettamente che le domande vengono fatte dagli enti locali sulla base di una loro pianificazione e di una loro progettazione, dopodiché la Commissione decide se possano essere inserite nell'elenco delle opere di interesse regionale e, quindi, disporre il finanziamento, che comunque parte sempre dall'iniziativa dei singoli comuni, in questo caso dalla Città di Aosta.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (RV) - Presidente Testolin, chiedo la sua attenzione. L'assessore al Turismo, Grosjacques, non ha fatto quel famoso passo avanti che lei ha richiesto oggi, per me ne ha fatti tre indietro.
Al di là della battuta, quanto lei ci ha risposto non ci ha stupito e, come ho già avuto modo di dire ad altri colleghi della Giunta, è il classico "laviamocene le mani", ma sappiamo bene che, quando la politica ne ha la volontà, ha la capacità di interagire, al di là della competenza e di chi ha le idee. Evidentemente in questo caso non se ne ha la volontà, non si vuole guardare avanti come si dovrebbe fare nel caso del DEFR, non si vuole dare a questa iniziativa un'envergure pluriennale.
Noi ce ne rammarichiamo. Come ho avuto modo di dire in questi giorni, non è una risposta negativa a noi, è una risposta negativa nei confronti della collettività. Ne prendiamo atto e vigileremo, se vi saranno o vi sono state delle iniziative come questa che sono partite dai vostri uffici.
Presidente - Ci sono altri interventi? Non vedo altre richieste. Mettiamo in votazione.
La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 4 di Forza Italia. Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - Questo ordine del giorno sostanzialmente richiede, come impegnativa, di entrare nel merito delle politiche fiscali e, in particolare, un intervento sui tributi locali, prevedendo l'azzeramento dell'addizionale Irpef e una riduzione significativa dell'Irap.
Questo per tener conto di quanto si è parlato in questi mesi, di una fiscalità di vantaggio, di determinare condizioni che possano rendere più competitivo e attrattivo il nostro territorio e anche di mettere la popolazione di montagna, la popolazione valdostana, nella condizione di avere qualche risorsa in più a disposizione per far fronte alle difficoltà di vita di tutti i giorni.
Abbiamo avuto anche modo di leggere le relazioni che sono state predisposte dagli uffici in relazione al dossier della zona franca, dove è stato evidenziato che si può già tranquillamente intervenire su questa materia dei tributi locali, in funzione del decreto legislativo 184/2017, che avevamo approvato come norma di attuazione, che consente la più ampia manovrabilità in materia di tributi.
Riteniamo inoltre che, anche alla luce delle disponibilità finanziarie di bilancio, questo sia un tema che è stato sottovalutato, di cui non si è parlato, quando si fanno le politiche delle entrate. Riteniamo che le politiche delle entrate debbano essere proporzionali alla capacità di spesa di un ente e non il contrario, andando alla fine dell'anno a registrare dei grossi avanzi di amministrazione.
Pertanto, in una fase non facile per l'economia valdostana, riteniamo che, a fronte di questi grossi avanzi di amministrazione, sia intelligente, sia responsabile, sia opportuno un intervento sotto il profilo fiscale di riduzione delle entrate che vada a vantaggio di tutta la comunità valdostana.
Presidente - Risponde il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - La presentazione, così come è stata fatta da parte del collega Marquis, mi sembra approssimativa. Avrei apprezzato qualche particolare in più rispetto al percorso che è stato fatto, sia sull'addizionale Irpef sia sulle esenzioni Irap, perché avrebbe dato un segnale di conoscenza del meccanismo.
L'addizionale Irpef oggi è azzerata fino allo scaglione di 15.000 euro e, grazie a un'interlocuzione che stiamo avendo con lo Stato, probabilmente riusciremo a mantenere quella cifra anche per quest'anno, con il cambiamento degli scaglioni previsto, e consolidato probabilmente in questa nuova Finanziaria.
Quello dell'Irap, invece, è stato un percorso che abbiamo già condiviso in quest'aula e che ha portato sostanzialmente all'azzeramento dell'applicazione dell'Irap su tutta una serie di situazioni e all'abbattimento (senza andare a creare un conflitto di interessi con gli aiuti di Stato) per le categorie che non potevano essere esentate completamente.
Per cui, dire banalmente che bisogna azzerare tutti i proventi dell'amministrazione pubblica diverge dalle richieste che dall'altra parte, dal suo stesso movimento, da parte del collega Baccega e altri, andavano a favore d'iniziative di sostegno alle famiglie, che fanno parte evidentemente di un percorso virtuoso che bisogna mettere in atto e affinare. Qui ci vuole anche un equilibrio, sia comportamentale che di visione, perché pensare di poter aumentare le spese correnti e di azzerare le entrate credo non sia un meccanismo che quando ci si trova a governare sia applicabile al 100%.
Oltre all'astensione che è stata annunciata, questa è veramente una di quelle che non sarebbero state prese in considerazione, perché tutto quello che si poteva fare in merito all'Irpef si è fatto e mantenere un azzeramento dello scaglione fino a 15.000 euro è un segnale decisamente importante.
Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - Grazie, Presidente, per la spiegazione che ha cercato di darmi. Le assicuro che conosco bene il meccanismo e quali sono i proventi da questi tributi locali, perché l'addizionale Irpef - nonostante quello che lei ha tentato di spiegare, con gli sgravi fino a 15.000 euro - ammonta a circa 23-24 milioni di incasso nel bilancio regionale.
Sotto questo profilo sappiamo a quali risorse si verrebbe a rinunciare, perché abbiamo un avanzo di amministrazione di 300 milioni che consente di ridurre per 20 milioni di addizionale Irpef e d'intervenire sull'Arer, che consente di aumentare la spesa per abbassare i costi dell'energia elettrica e possiamo anche introdurre tante altre iniziative.
È banale rappresentare una situazione come è stata rappresentata.
C'è una grossa disponibilità finanziaria perché non vengono spese le risorse e, purtroppo, capiamo gli equilibri che voi dovete rispettare, perché la sinistra, che condiziona queste politiche di governo fondate sulla distribuzione delle risorse, ha una visione completamente distante dalla nostra. Per quanto ci riguarda, la nostra è una visione liberale e crediamo innanzitutto che ci sia la necessità di lasciare i soldi in tasca ai cittadini, prima di fare delle richieste di prelievo che vanno oltre misura.
Lei ha parlato di scaglione a 15.000 euro, è uno scaglione molto basso, che non prende in mezzo la classe media, e noi riteniamo che per tutta questa classe media, che si è impoverita in questi anni, perché abbiamo avuto modo ieri di vedere, nella discussione del DEFR, che il Pil è rimasto costante, è aumentata la spesa, quindi si sta erodendo il risparmio che è stato accumulato negli anni... pertanto riteniamo corretto che si vada in questa direzione.
Capiamo la vostra posizione, è una questione di legittima scelta politica, ma ci sia consentito di criticarla anche attraverso la presentazione di ordini del giorno che, dipendesse da noi, porterebbero l'amministrazione regionale a procedere in tutta un'altra direzione rispetto a quella che è stata rappresentata.
Presidente - Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (RV) - Noi voteremo questo ordine del giorno un po' per le stesse motivazioni del Bon de Chauffage, cioè dal punto di vista filosofico, più che del contenuto.
No, anche di sostanza, collega Chatrian.
Sono anche contento, questo lo devo dire, della posizione del collega Marquis, che finalmente è entrato nel club della detassazione. Dico questo perché io ricordo che, quando il sottoscritto e altri colleghi si sforzavano, giustamente, di presentare tutta una serie di emendamenti, anche molto complessi, per cercare di azzerare quanto più possibile, in termini di scaglioni, l'addizionale Irpef, una volta, lo ricordo benissimo, lei giustamente mi spiegò che l'utilità marginale di quel beneficio fiscale era minima, perché si arrivava intorno ai 100 o 80 euro, una cosa del genere. Io le spiegai che l'utilità marginale, nel complesso dell'abbassamento delle imposte, è cosa buona e giusta.
Si vede che il mio disperato tentativo ogni volta, presentando questi emendamenti, che venivano poi bocciati dal governo e poi piano piano sono stati inseriti... è ovvio che si parlava principalmente del primo scaglione perché, al netto di tutto, è vero, nel complesso sono 23 milioni, però con 23 milioni qualcuno fa anche delle manovre, quindi oggettivamente sono tanti soldi.
Qual è il problema? Il problema è fare delle scelte e, giustamente, trovare anche delle risorse dal punto di vista strutturale, perché poi - lo sappiamo e lo ha detto anche precedentemente l'assessore Bertschy - un conto sono le spese correnti, un conto gli investimenti. Laddove si debba andare poi in corso d'anno ad abbattere il peso fiscale nei confronti dei contribuenti, non possiamo dire banalmente che utilizziamo quello che non abbiamo speso in avanzo, non è così. Noi dobbiamo togliere della spesa, per poter stanziare dei soldi per abbattere il carico fiscale.
Non possiamo generare dei benefici fiscali usando l'avanzo. L'avanzo è la conseguenza, è la maledizione. Noi in programmazione, nel bilancio di previsione, giustamente dobbiamo identificare i risparmi di spesa per non aumentare il carico fiscale.
Ricordo altrettanto bene alcuni emendamenti, se non erro della collega Minelli, con la quale non ci eravamo parlati, ma diametralmente facevamo la cosa inversa. Lei aveva un po' più di facilità, perché aumentava gli scaglioni superiori, generava del gettito e ovviamente andava a parità di bilancio. Faceva sicuramente meno fatica, dal punto di vista della compatibilità finanziaria.
Sono delle impostazioni di scuola bilancistica ben diverse. Noi siamo per la detassazione su tutti gli scaglioni, laddove possibile.
È ovvio che il tema dell'Irap è ulteriormente complesso, perché c'è già tutta una serie di possibilità. Forse è necessario fare qualcosa di più, forse addirittura sull'Irap il problema è molto più grande. Per carità, io ho dedicato la mia tesi triennale proprio a quest'imposta e oggettivamente ne porto ancora le conseguenze, perché è qualcosa che solo in Italia si può creare, perché è sostanzialmente una tassa su dei costi, per banalizzarla, ma il primo vero problema è proprio quello della programmazione di un bilancio di previsione. Se non riduciamo le spese, purtroppo potremo anche dover rinunciare a degli investimenti per fare dei tagli fiscali.
Chiudo con una considerazione, visto che in questo stesso momento si sta anche discutendo la manovra a livello nazionale, che non è di poco conto. Se i tagli fiscali si fanno, è bene però che abbiano un orizzonte temporale un po' più lungo dell'anno. Fare dei tagli che durano su un'annualità, o che generano dei bonus, come hanno fatto altri governi, fa più male che bene, perché prima o poi quelle scelte qualcuno le paga e le pagano sempre gli stessi, ovvero i contribuenti.
Presidente - Ci sono altri interventi? Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 4 della Lega. Consigliere Distort, a lei la parola.
Distort (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno ha titolo: "Dotazioni antincendio per locazioni turistiche"; si incrociano gli sguardi mio e dell'assessore Grosjacques, che sarà chiamato a rispondere con l'ingrato compito di dire che praticamente questo ordine del giorno non sarebbe d'interesse del governo, quindi anticipo già che sarà piacevole osservare in che modo lei esprimerà la sua nobiltà d'animo, dovendo comunque seguire gli ordini di scuderia.
Con quest'ordine del giorno intendiamo suggerire al governo una nostra proposta per migliorare gli obiettivi di attuazione del Documento di economia e finanza regionale, in riferimento al capitolo 1.8 di competenza dell'Assessorato al Turismo, Sport e Commercio, dove si riferisce, a pagina 178, che nel breve termine sarà necessario recepire nel nostro ordinamento i principi stabiliti dallo Stato centrale con l'articolo 13-ter del decreto legge 145/2023.
Si tratta quindi, come dichiarato nel DEFR, di operare un'attività di recepimento a livello regionale di una disposizione statale. Il recepimento potrà essere svolto chiaramente nei limiti della nostra competenza statutaria, ma spero, immagino, nell'ottica della contestualizzazione alle esigenze del nostro territorio.
Sappiamo che le locazioni a uso turistico hanno espresso, attraverso i numeri di attività registrate, una tendenza di significativo aumento, ancora in crescita, un ottimo segnale. Questo va a favore dell'economia del territorio regionale e contribuisce a rispondere alla domanda turistica che è rivolta al territorio valdostano.
Sappiamo anche quanto sia importante la regolamentazione per mantenere alto il livello di standard delle attività imprenditoriali, quindi chiaramente non ci schieriamo di fronte a un'attività non regolamentata, ma riteniamo che una sana, intelligente, logica regolamentazione serva anche a migliorare il prodotto qualitativo delle attività imprenditoriali.
Sappiamo che il nostro Statuto di autonomia ci consente una libertà di normare le attività presenti nel territorio, ovviamente nei limiti di competenza regionale rispetto a quella statale, ma amministrare - è qui il cuore di questa iniziativa rivolta al governo regionale, perché so benissimo di parlare nell'ambito delle competenze e del campo d'azione di un'attività regionale- significa saper osservare le necessità, le difficoltà, le incertezze dei propri cittadini e saper dialogare con i livelli superiori di competenza; in questo caso con lo Stato, laddove l'esercizio della nostra autonomia non ci permettesse di entrare nel merito di certe competenze.
Voi siete in maggioranza, voi siete il governo della Regione e a voi, volenti o nolenti, e soltanto a voi spetta questo compito, facile o difficile che sia, però l'importante è che ci crediate.
Mi riferisco al fatto che al comma 7 dell'articolo 13-ter si legge: "Le unità immobiliari a uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistica ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge ecc., gestite in forme imprenditoriali di cui al comma 8, sono munite dei requisiti di sicurezza degli impianti, come prescritti dalla normativa statale e regionale vigente. In ogni caso, tutte le unità immobiliari sono dotate di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio funzionanti, nonché di estintori portatili, a norma di legge".
Questo è quanto cita il decreto legge, quindi la signora Maria, che mette in locazione la propria unità immobiliare nell'albo della locazione turistica, deve dotare la propria abitazione di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio funzionanti e di estintori.
Siamo alla lettura del decreto-legge. Ad impossibilia nemo tenetur, quindi è chiaro che bisogna adeguarsi a questa normativa, ma siccome è previsto - tra l'altro scritto nero su bianco nel Documento di economia e finanza - che si tratterà di recepire i contenuti del decreto-legge, in questa operazione di recepimento io vorrei condividere con lei, Assessore, questa riflessione.
È evidente che la rilevazione di gas combustibili del monossido di carbonio, così come la necessità della presenza di un estintore, ha senso se esiste il rischio d'incendio, quindi ha senso laddove siano presenti dispositivi a fiamma all'interno di un appartamento o che possano generare fiamma, mi riferisco per esempio a un corto circuito.
È noto che la tecnologia applicata alla realizzazione e all'accessoriamento delle unità in locazione permette soluzioni in assenza di fiamma. Cosa vuol dire? Vuol dire, per esempio, che il riscaldamento è affidato a radiatori di un circuito o a serpentina radiante, dove il gruppo termico è a monte dell'appartamento. Il gruppo termico - che sia a biomassa, che sia gas - è a monte dell'appartamento, quindi all'interno dell'appartamento l'impianto di riscaldamento non genera nessun tipo di rischio d'incendio; così come potrebbe essere il fornello di cucina all'interno di un appartamento: sappiamo benissimo che esiste la tecnologia del piano a induzione: pura attività in assenza di fiamma.
Sappiamo anche che dal 1990 esiste, in base alla legge 46/1990, poi ripresa col decreto ministeriale 37/2008, la dichiarazione di conformità, dove tecnici, professionisti competenti, o eseguono gli impianti o delle modifiche sugli impianti e poi certificano, (quindi mi rimetto alla professionalità di queste figure) oppure, se non eseguono modifiche o nuovi impianti, eseguono comunque operazioni di collaudo, quindi sanno loro, con la loro professionalità, quando ci sono le condizioni di sicurezza, che garantiscono attraverso una dichiarazione di conformità. Anche il rischio relativo a corti circuiti viene estremamente contenuto, io direi che viene annullato, perché la tecnologia, senza entrare nei dettagli tecnici, consente una sicurezza assolutamente infallibile.
Allora viene da dire: in caso la signora Maria abbia un piano cottura a induzione, un sistema di riscaldamento centralizzato con il gruppo a monte, quindi fuori dall'appartamento, e non abbia stufe catalitiche, caminetti, nulla, se non esistono fiamme all'interno dell'appartamento, cosa deve fare?
Lei mi dirà sicuramente: "Ne parli al Ministro Santanché". Se io avessi il contatto telefonico, lo farei volentieri, ma soprattutto io ricorderò che è lei l'Assessore e quindi compete a lei questo compito, soprattutto perché ci sarà una fase di recepimento in cui sarebbe opportuno che utilizzassimo tutte le nostre risorse di competenza per poter veicolare il recepimento in una logica più contestualizzata.
Un altro caso si verifica laddove invece gli appartamenti hanno delle dotazioni di fiamma, anche lì è un altro punto interrogativo. Giustamente il decreto-legge, che tra l'altro è estremamente lungo, non entra, probabilmente non è nella sua natura, nei dettagli degli aspetti puramente tecnici, però anche qui, se abbiamo soluzioni a fiamma, dobbiamo dotarci di un rilevatore.
Ma questo rilevatore che cosa dovrà fare? Dovrà semplicemente attivare un allarme, per dire che c'è la presenza di monossido di carbonio o di fumo, oppure dovrà essere collegato a un'elettrovalvola oppure ancora a un sistema di spegnimento?
Per queste ragioni, noi chiediamo che nella fase di recepimento possano essere sviscerati e approfonditi questi temi. Ci sembra una richiesta di buon senso, ci sembra addirittura che non sia neanche necessario proporre un ordine del giorno, però ho curiosità di sapere la sua risposta.
Presidente - Assessore Grosjacques, per la risposta.
Grosjacques (UV) - Mi consenta una battuta per la simpatia che nutro nei suoi confronti: posso risponderle positivamente solo sul cellulare del Ministro Santanchè, sul resto purtroppo non c'è necessità di un ordine di scuderia, perché anche in una condizione normale questo ordine del giorno non avrebbe potuto essere accettato. Anche perché, come lei ben sa, al di là della descrizione circostanziata che ci ha fatto, la signora Maria, se applica questa normativa, è perché gestisce le locazioni turistiche in forma imprenditoriale, quindi non è certamente l'ultima arrivata.
In ogni caso siamo anche noi del parere che questo tipo di normativa sia in molti casi sproporzionata rispetto al settore delle locazioni turistiche, ma è una competenza che è in capo in modo esclusivo alla disciplina statale, quindi purtroppo anche in fase di recepimento noi non potremmo modificare questo tipo di normativa.
Oltretutto, la problematica è stata posta con forza nella Commissione Politiche turistiche, dove gli Assessori sono in prevalenza di riferimento del centrodestra, ma purtroppo c'è stata molta rigidità da parte del Ministero su questa normativa.
Da questo punto di vista, dunque, siamo assolutamente nell'impossibilità di poter modificare la norma, pur anche noi ritenendola troppo pesante per molte situazioni nel settore delle locazioni turistiche.
Presidente - Consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Siccome dall'Aula mi è venuta una richiesta di chiarimento, come posso esimermi da questo compito, che mi fa piacere? Approfondisco, soltanto per opportuna chiarezza.
Il discorso è questo: sono richiesti dei dispositivi rilevatori di situazioni di incendio e ciò è previsto per le locazioni brevi e le locazioni in forma imprenditoriale. Che sia l'una o l'altra sinceramente poco importa, non è per difendere la signora Maria, ma è per difendere la logica e, soprattutto, per difendere una logica di attività di recepimento per la quale giustamente prendo atto di quello che mi ha appena detto l'assessore Grosjacques: prendo atto del fatto che lui, immagino, si sia già adoperato perché, riferendo quanto è emerso dall'incontro dei vari Assessori di riferimento nell'ambito del territorio nazionale, c'è appunto questa difficoltà di trovare un accordo, la disponibilità del Ministro.
Ciò non toglie che, come diceva Don Bosco, "Quando credi che qualcosa sia giusto, costi quel che costi fallo" e direi anche ritenta, anche se non hai vinto riprova.
Con questo adesso non voglio banalizzare assolutamente la discussione, però è chiaro che il recepimento prevede anche affinamento dal punto di vista dei dettagli normativi. Io ritengo - senza volermi improvvisare Assessore, perché lascio a lei il suo compito, o neanche dirigente, né personale competente degli uffici - che comunque avere maggior chiarezza e un approfondimento relativo a dettagli puramente tecnici sia assolutamente opportuno.
A me, sinceramente, che venga approvato o non approvato quest'ordine del giorno... io la mia attività politica l'ho già svolta, con l'intervento precedente e con questa replica, ma è una questione di logica, da un lato, e di impegno morale nei confronti dei cittadini, nei confronti di una classe di cittadini, privati o sotto forma di impresa, che si impegnano, che lavorano, che offrono un certo servizio con il quale noi ci rapportiamo con i turisti.
Pensare che si debba entrare in una sorta di ginepraio, dove veramente ci si chiede "Questo rilevatore..."; io le dico che ho avuto questa indicazione da un tecnico installatore che mi dice: "Tu che sei architetto e che sei Consigliere regionale, spiegami: ma questo rilevatore di fumo, di presenza di monossido, a cosa deve essere collegato? A un impianto d'allarme acustico e basta?". Potrebbe essere una soluzione, con cui, con 250-300 euro, chiunque, che sia la signora Maria o l'impresa Maria Snc, ha risolto il problema.
"Oppure collegato a un'elettrovalvola? E che cosa fa l'elettrovalvola? Chiude l'ingresso del gas? Dove? A monte, nell'appartamento, oppure anche fino al gruppo termico di produzione di acqua sanitaria o altro? Oppure attiva anche un sistema di spegnimento?". Questi sono dettagli, sono risposte che, a mio parere, a livello territoriale semplicemente bisogna pensare di dare alle nostre imprese o ai privati che realizzano questo tipo di servizi.
Questo è quanto. Noi porteremo in votazione l'ordine del giorno per chiudere il cerchio, il percorso di questa nostra iniziativa in cui crediamo, Speriamo che, indipendentemente dagli ordini di scuderia - che comunque, porti pazienza, so che determinano una presa di posizione a cui lei nobilmente si attiene - veramente la fase di recepimento possa declinare e approfondire questi dettagli, perché sono estremamente importanti; o addirittura questi dettagli potrebbero essere di nuovo impiegati con quell'insistenza che spinge addirittura ad avere poi anche una risposta positiva, di nuovo nell'ambito delle Conferenze Stato-Regioni, o comunque nelle attività deputate, di dialogo tra la Regione Valle d'Aosta e lo Stato, per avere semplicemente un chiarimento. Potrebbe essere anche posto sotto il profilo della richiesta di un chiarimento presso il Ministero.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Ringrazio il collega Distort, perché mi aveva quasi convinta a votarlo. Dopodiché, invece, dalla sua replica capisco che naturalmente noi abbiamo una visione un po' diversa, nel senso che nel momento in cui l'attività è gestita in forma imprenditoriale, quindi con determinati crismi e via dicendo, molto probabilmente è anche corretto, sotto certi punti di vista, chiedere questi requisiti, che peraltro abitualmente hanno gli altri, quando chiediamo un certificato.
Dopodiché, come ha ben rappresentato lei, ma come più volte abbiamo potuto confrontarci con l'assessore Grosjacques, questa normativa sta creando molta confusione. Se oggi guardiamo le FAQ del Ministero, ad esempio, sul CIN si parla di gennaio, guardando oggi rispetto a due giorni fa.
Ho seguito passo passo la richiesta del CIN e a quel punto, quando c'è il pezzo della dichiarazione - si parla dell'articolo 13-ter, di cui abbiamo spesso parlato - e poi si chiede di dichiarare, da parte dei locatori, se l'unità immobiliare oggetto di locazione è munita di requisiti di sicurezza degli impianti e se è dotata di estintori, eccetera. Poi si deve barrare o "Sì" o "Non applicabile".
Sotto, nella legenda, c'è scritto: "Selezionare "Sì" nel caso di locazioni brevi o per finalità turistiche condotte in forma imprenditoriale. Selezionare "Non applicabile" negli altri casi. Qui sembrerebbe che non sia applicabile neanche la questione degli estintori, che invece lei l'altro giorno ci ha detto essere applicabile anche a chi non lo fa in forma imprenditoriale.
Nel passaggio successivo, quando si parla dei dispositivi per la rilevazione di monossido, anche qui si dice: "Selezionare 'Sì' nel caso sia un'attività imprenditoriale e invece 'Non applicabile' negli altri casi", quando anche su questo l'altro giorno l'Assessore, da rassicurazioni con gli uffici del Ministero, ci diceva che anche in questo caso sono necessari.
Io credo che qui ci sia un problema grosso d'interpretazione anche di questa norma, anche alla luce dei campi che vengono compilati, perché sinceramente, nel caso io non sia in forma imprenditoriale, dovrei mettere "Non applicabile" sia nel primo caso, sia nel secondo caso, e quindi non avere né l'estintore, né i dispositivi di rilevazione, quando invece l'altro giorno, Assessore, lei ci ha detto che sono necessari.
Sinceramente forse sarebbe utile un po' di chiarezza e sarebbe utile anche una comunicazione che possa arrivare veramente ai locatori per capire cosa debbano fare e i tempi in cui lo debbano fare, perché purtroppo ci siamo un po' incasinati la vita e anche le FAQ del Ministero spesso si contraddicono fra di loro. Sotto questo punto di vista sono certa che ci sia un ginepraio e la ringrazio comunque di aver portato questo ordine del giorno, che in qualche modo ci permette di discuterne e magari di avere anche dall'Assessore ulteriori aggiornamenti, nel caso ve ne siano.
Poi le lascio la compilazione, se vuole, ma quando uno compila i campi per il CIN effettivamente non chiedono né gli estintori, né i rilevatori. Inizio a non capirci veramente più nulla.
Presidente - Consigliere Distort, per mozione d'ordine?
Distort (LEGA VDA) - No, l'intervento dedicato al gruppo lo utilizzerei...
Presidente - L'ha già fatto.
Distort (LEGA VDA) - Ma era la replica.
Presidente - No...
Distort (LEGA VDA) - Volevo chiarire per la collega Guichardaz, ma lo farò in privato.
Presidente - Votiamo, giusto? Non è stato ritirato. Pensavo fosse diventato un fatto privato. Lo mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 9
Favorevoli: 9
Astenuti: 26 (Aggravi, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lucianaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Planaz, Restano, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo ora al seguente ordine del giorno: n. 4 del PCP. Consigliera Erika Guichardaz, a lei la parola.
Guichardaz E. (PCP) - L'ordine del giorno n. 4 tratta il tema della discarica di Pompiod. Nel DEFR 2025-2027 ritroviamo che, per quanto concerne l'ambito dell'economia circolare dei rifiuti, l'obiettivo del prossimo triennio è dare attuazione alle azioni previste nel Piano regionale per la gestione dei rifiuti, recentemente approvato, molte delle quali da sviluppare in concerto con gli enti locali, ai quali sono demandate numerose azioni indispensabili per il raggiungimento dei target previsti, tra i quali la riorganizzazione delle discariche dei rifiuti per inerti a gestione comunale e l'avvio dei nuovi flussi di raccolta dei rifiuti urbani.
Non direi che è stato recentemente approvato il piano, perché ormai sono passati due anni, anzi un po' più di due anni, perché parliamo di maggio 2022.
Perché parliamo della discarica di Pompiod, quando qui parliamo di discariche per rifiuti inerti a gestione comunale? Perché nelle audizioni che abbiamo avuto a seguito di una proposta di modifica con delibera, abbiamo appreso, proprio dai rappresentanti degli enti locali in merito allo studio di Arpa (che loro hanno e noi non abbiamo ancora) che la discarica di Pompiod verrebbe considerata come strategica ai fini di un utilizzo per la gestione dei materiali inerti del territorio regionale e ritenuta quindi, immaginiamo, a oggi adeguata e fruibile.
Durante la discussione in audizione ci è parso di comprendere che anche alcuni colleghi forse non conoscessero tutta la storia della discarica, i vari procedimenti che ci sono su quella discarica, il fatto che vi siano due messe in sicurezza e, soprattutto, che cosa sia previsto anche dalla procura rispetto alla post-gestione e quanto sia stato rilevato.
Proprio perché si ha bisogno di avere lo studio di Arpa - ma abbiamo anche in discussione quella delibera che va in qualche modo a cambiare alcuni parametri all'interno del piano, che si riferiscono a quelle discariche - chiederemmo quindi al governo di predisporre e di presentare in Commissione un elenco completo delle irregolarità o non conformità relative alle autorizzazioni alla gestione e alla post-gestione, come prevista dal decreto-legge 121/2020 della discarica, evidenziando le relative azioni messe in atto a superamento delle stesse, perché sappiamo bene che in quella relazione vi erano anche dei passaggi successivi da fare; e poi a illustrare gli studi volti ad accertare l'idoneità dell'impianto, con particolare riferimento all'elenco dei fattori di attenzione ed escludenti evidenziati nella bozza di variazione del Piano regionale rifiuti in via di approvazione.
Presidente - Assessore Sapinet, ne ha facoltà.
Sapinet (UV) - Due considerazioni, prima di tutto sul riferimento che ha fatto alla delibera, che è oggetto oggi della Commissione, e alla necessità della modifica al volume 4: nasce da esigenze che i territori e gli enti locali hanno portato al tavolo. Questo l'abbiamo detto in Commissione, ma la ringrazio perché mi dà l'occasione di dirlo qui.
Poi c'è stato un confronto con gli enti locali, che poi si è esplicitato anche nell'ultima assemblea, con un parere e con delle osservazioni che il confronto all'interno degli enti locali ha reso opportune e che sicuramente accoglieremo, come abbiamo già annunciato, ponendo degli emendamenti e quindi delle migliorie a un documento che nasce per risolvere dei problemi che alcuni enti locali hanno portato al tavolo.
Riguardo all'iniziativa, le ipotizzate irregolarità e le non conformità evidenziate relative all'autorizzazione in essere, riferite quindi alla gestione operativa del sito, sono state in ogni caso esaminate nel procedimento giudiziario che si è concluso con l'udienza del 24 gennaio 2022, nella quale si è dichiarato estinto il reato a seguito della realizzazione del piano d'intervento di mitigazione ambientale, che è stato autorizzato dall'autorità giudiziaria e verificato dal consulente del pubblico ministero, con un verbale del 23 novembre 2021.
Dopo il dissequestro della discarica, avvenuto nel 2022, l'impresa non ha mai ripreso la coltivazione effettiva con nuovi conferimenti di rifiuti, limitandosi a svolgere le previste attività di monitoraggio e di controllo del sito.
In merito alla post-gestione, si ricorda che tale fase non è ancora iniziata.
Si ricorda che l'autorizzazione della discarica è attualmente in fase di rinnovo, con una richiesta che è precedente, ma questo l'abbiamo già detto anche in Commissione, all'approvazione del Piano regionale della gestione dei rifiuti.
Evidenziato poi nelle numerose interpellanze sull'argomento, in sede di discussione del Piano regionale gestione rifiuti 2022-2026, che per tale istanza non si applicano le disposizioni del volume 4, resta fermo che l'istanza di rinnovo sarà oggetto di una nuova verifica di assoggettabilità al Via e che, una volta esaurita la fase di valutazione ambientale, potranno riprendere i lavori della Conferenza dei servizi in merito al rinnovo dell'autorizzazione, come previsto dall'articolo 208 del decreto legislativo 152/2006, che esaminerà l'istanza applicando la normativa vigente.
Riguardo poi allo studio Arpa - che, lei dice: "I sindaci l'hanno e noi non l'abbiamo" - è chiaro che noi non l'abbiamo ancora, perché questo è un documento che fa seguito alla fase 1, commissionata dal collega Lavevaz, che mi ha preceduto nelle deleghe, e che ha comportato un numero importante di momenti di confronto con tutti i 74 Comuni e con le Unités. Questo per cercare, l'abbiamo già detto ma è corretto ripeterlo, una condivisione su questi 36 siti di discariche, più i due di proprietà privata.
In questi giorni abbiamo dato un termine un po' perentorio per chiudere il cerchio, abbiamo avuto ancora un'osservazione che è stata oggetto di confronto, che è stata ovviamente accolta, e io credo che all'inizio della prossima settimana vi verrà trasmesso lo studio Arpa, che è un documento che ha visto la condivisione con gli enti locali e la presentazione anche dei gestori e delle proprietà dei due siti di privati che, per posizione strategica e proprio per andare incontro alle esigenze del territorio, c'è la necessità di coinvolgere all'interno di questa riorganizzazione.
Dobbiamo dircelo: oggi in Valle d'Aosta si producono circa 90.000 m³ di inerti e, di questi 90.000, 60.000 m³ vanno fuori regione. Così come abbiamo avuto delle posizioni critiche sui conferimenti fuori regione, dobbiamo quindi sicuramente cercare di essere autonomi e di risolvere questa problematica che voi stessi conoscete bene, avendo ricoperto, come gruppo, deleghe che oggi sono in capo al sottoscritto.
Per quanto detto, invito quindi al ritiro dell'iniziativa o, in alternativa, ci asterremo.
Presidente - Ci sono altri interventi? Consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Grazie, Assessore, per la sua risposta, che è abbastanza in linea con quanto già ci ha detto in Commissione, ma che naturalmente non ci vede concordi, perché ribadiamo che, rispetto a quella discarica, vi sono due messe in sicurezza e ricordiamo che la si continua a definire discarica per inerti, ma di inerti lì ce n'erano ben pochi.
Sicuramente conosciamo l'esigenza di discariche per inerti in Valle d'Aosta, dobbiamo però essere piuttosto chiari e nel fascicolo della procura emerge in maniera chiara che in quella discarica di inerti ce n'erano ben pochi e c'era tutt'altro, lì dentro.
Rispetto alla questione della posizione strategica, io invito chi non è mai andato a fare una visita alla discarica di Pompiod di arrivarci. Passate in una bellissima stradina delle vigne, che è quella collinetta che divide Jovençan da Aymavilles, in una stradina non certo agevole, tant'è che qualche camion nel tempo si è anche infilato nei prati, perché proprio questa posizione strategica e questa grande viabilità che possa far sì che la discarica di Pompiod sia così attrattiva, anche su questo noi non la vediamo.
Aspettiamo naturalmente con attenzione e interesse lo studio di Arpa, che chiediamo da tempo, sperando che vi siano anche le migliorie a cui lei ha accennato quest'oggi, in modo da analizzare poi anche quanto lei ha detto rispetto alla delibera e agli emendamenti che porterete in fase di Commissione.
Presidente - Si è prenotato l'assessore Sapinet, che interviene come gruppo.
Sapinet (UV) - Intervengo solo per due precisazioni. Lo strategico ovviamente è riferito anche all'altro sito in bassa valle, oggi siamo privi di discariche sul fondovalle.
Inoltre, va ricordato che noi ci troviamo a gestire una situazione che ha certe condizioni, quindi è chiaro che sarebbe bello poter fare tutto quello che lei ci dice, però partiamo da una situazione, e la visione - che c'è, che è condivisa con i territori, con i Comuni e che lo studio Arpa di fatto sdogana - è proprio quella di avere una destinazione come discarica inerti per quel sito, proprio perché è migliorativa sicuramente rispetto alla situazione che ci troviamo.
Nella prossima settimana avrete poi occasione di vedere lo studio, che non è qualcosa che la Regione impone, ma è qualcosa che la Regione propone, con dei siti di proprietà comunale, di proprietà privata, con un servizio che viene erogato a un livello superiore e sul quale sicuramente ci confronteremo.
È importante però fare questi passaggi.
Presidente - Se non ci sono altri interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Il seguente è l'ordine del giorno n. 4 di Rassemblement Valdôtain. Consigliere Aggravi, per illustrare l'ordine del giorno.
Aggravi (RV) - Abbiamo intitolato questo ordine del giorno "Ulteriori approfondimenti in merito al futuro della casa da gioco di Saint-Vincent, a fronte della presentazione dello studio promosso dalla Finaosta S.pA".
Nell'agosto scorso abbiamo avuto modo, in IV Commissione, di avere la presentazione dello studio che era stato promosso dalla Finaosta sul futuro della casa da gioco di Saint-Vincent. In quella sede c'è stata la possibilità di fare una serie di considerazioni e una serie di domande anche agli estensori dello studio.
Va detto che quanto riportato poi sul DEFR ha permesso di comprendere anche una serie di lanci stampa, uscite che erano state anche oggetto di nostre iniziative per capire effettivamente che cosa si volesse fare a fronte di questo studio.
Va detto anche che nel corso dell'audizione, oltre a una serie di domande e di approfondimenti relativamente alle considerazioni presenti all'interno di quello studio, su cui non voglio tornare perché è già stato oggetto se non erro di due iniziative a cui ha risposto il Presidente negli scorsi Consigli. Erano approfondimenti legati principalmente a due filoni: i contenuti propri dello studio e delle considerazioni fatte, ad esempio, in termini di tipologie di gioco, clientela e organizzazione interna e uno invece di natura meno gestionale e più tecnico-giuridica, perché comunque tra le soluzioni prospettate vi sono degli spazi normativi e giuridici di cui comprendere soprattutto la perseguibilità e le modalità per poter addivenire a una scelta o a un'altra.
All'interno delle schede obiettivo della Presidenza della Regione vi è quella intitolata "Valutazioni in ordine alla governance della società Casino de la Vallée successivamente alla chiusura della procedura di concordato in continuità". All'interno del commento della scheda vi è il passaggio che abbiamo riportato in premessa: "È ritenuta preferibile l'alternativa che prevede un gestore terzo mediante selezione competitiva. Gli aspetti di dettaglio sono da normare puntualmente nell'ambito di un nuovo disciplinare e, finalizzato a ciò, si inizierà il lavoro per l'analisi di dettaglio delle modifiche normative del nuovo disciplinare di concessione e delle modalità più appropriate per l'attuazione della selezione competitiva e per le procedure che possano portare alla piena attuazione del percorso".
Al termine della Commissione avevo fatto la proposta - non essendo Commissario e non avendo il gruppo Rassemblement Valdôtain dei Commissari - di poter proseguire l'attività di analisi non tanto sullo studio, ma su quello che poteva essere il combinato disposto dello studio, cioè capire i termini amministrativi, soprattutto per future decisioni, oppure futuri provvedimenti normativi e legislativi che si sarebbero poi potuti concretizzare nella Commissione stessa e poi in Consiglio, per comprendere appunto come eventualmente poter perseguire determinate strade, o meglio, oggi diciamo, dopo aver letto il DEFR, per seguire questa strada, visto che - vado a memoria ma dovrei non sbagliarmi - il Presidente disse a suo tempo, in risposta a una interpellanza, che prenderà poi le decisioni chi è deputato a farle.
Noi chiediamo un impegno al Presidente della IV Commissione e comunque, in senso lato, a questa maggioranza e a questo governo, a organizzare, entro 30 giorni dall'approvazione della presente iniziativa, un'audizione delle strutture regionali competenti che si stanno occupando o che si occuperanno, se qualcuno se ne sta occupando, di elaborare le modifiche al disciplinare della casa da gioco, così come indicato all'interno del già citato obiettivo del DEFR, al fine di poter meglio comprendere la perseguibilità, dal punto di vista amministrativo e legislativo, dell'obiettivo prospettato dal governo.
Io continuo a dire che, forse più che lo studio in sé sulla parte gestionale - che, per carità, può essere criticato, valutato positivamente, smontato, studiato in varie forme - si parla di gestione aziendale, il parere legale che è stato chiesto dalla finanziaria regionale presenta degli elementi di attenzione e d'interesse che forse dovrebbero essere sondati un po' di più.
È inutile nasconderlo: noi abbiamo una serie di questioni, prima ancora di parlare della selezione competitiva, che riguardano il controllo, la vigilanza e la sorveglianza di gioco, tre elementi che sono stati messi giustamente in risalto da questo parere legale. Questo per evitare di fare dei passi falsi perché, lo sappiamo, non è un tema semplice e, soprattutto, non è neanche un tema che possa essere trattato secondo le norme ordinarie, perché comunque il gioco d'azzardo in Italia ha una gestione particolare e, di conseguenza, la proprietà di società esercenti il gioco d'azzardo ha un quadro normativo particolare, come sappiamo.
Sappiamo, inoltre, che il famigerato TUSP, Testo unico delle società partecipate, soprattutto sulle case da gioco ha un articoletto storico - più volte è capitato di parlarne anche con l'assessore Caveri per altre iniziative, quando seguiva la parte delle partecipate - che può avere dei risvolti.
L'obiettivo non è di criticare una scelta, ma è un obiettivo per cercare di comprendere e di approfondire meglio quali possono essere le prospettive e, soprattutto, quali possono essere eventualmente le problematiche di una scelta, o comunque di una strada, per cui comunque non si possono trovare delle repliche molto semplici. Sappiamo che c'è una procedura che è stata avviata e poi non conclusa da Venezia, ma comunque è una strada che può essere intrapresa soltanto da quattro realtà in Italia, quindi sarà costruita su misura per la realtà di Saint-Vincent.
Sappiamo qual è la risposta, tanto ormai il mood l'abbiamo capito, però questo è un tema che - al di là della curiosità o dell'interesse che può avere un gruppo di minoranza che non ha tutte le informazioni che magari ha la maggioranza - dovrebbe servire prima di tutto ai fini della Commissione e dei colleghi Consiglieri che magari un domani si troveranno ad analizzare dei documenti non limitandosi soltanto alle modifiche del disciplinare.
Presidente - Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Faccio due valutazioni, non nel merito di quello che è stato detto, che è anche condivisibile per certi versi, per il fatto di avere un quadro complessivo, che peraltro coincide con la volontà del governo di fare degli approfondimenti, ma vedrei questa necessità di confronto non tanto con i tecnici dell'Assessorato, in quanto sicuramente anche le strutture dell'Assessorato dovranno confrontarsi e appoggiarsi a degli specialisti esterni, tramite Finaosta o chi Finaosta deciderà d'incaricare per questo percorso.
Come idea generale, vedrei questo confronto un po' più avanti, con qualcosa di già tangibile, sulla quale potersi confrontare e fare delle valutazioni che esulino da una mera programmazione delle attività da farsi.
Capisco poi l'impossibilità di procedere all'attività di approfondimento richiedendo un confronto di qualsiasi tipo all'interno della Commissione, non essendoci, ma credo che, come si è fatto nello scorso percorso, quando siamo arrivati con l'analisi sviluppata tramite Finaosta, c'è stato un confronto, che era doveroso, con l'assemblea e con i Commissari (anche quelli non della Commissione specifica), che ha portato, da parte del governo e della maggioranza, a indicare un percorso definitivo, sul quale a sua volta ci sarà un ulteriore confronto, anche per verificare gli aspetti del disciplinare e quant'altro, che saranno ancor più fondamentali nel momento in cui ci sarà un'ipotesi di esternalizzazione, detto impropriamente.
Da quel punto di vista non la vedo nell'immediato, ma successivamente farà parte del percorso studiato.
Presidente - Si è prenotato il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Mi consenta una battuta più tecnica o stilistica, Presidente: se noi avessimo anche specificato che avremmo voluto fare degli approfondimenti con delle realtà terze, non dell'amministrazione, qualcuno avrebbe potuto dire: "Eh, però bisogna prevedere la giusta quantificazione del compenso finanziario, perché oggi non c'è un rapporto con quella realtà".
A parte la battuta, concordo, nel senso che noi abbiamo citato le strutture regionali, o comunque chi della Regione o della casa da gioco avrà quella responsabilità, poi giustamente ci saranno sicuramente, come è avvenuto nell'esecuzione dello studio, consulenti o comunque controparti tecniche terze che potranno supportare questa procedura.
Ovviamente io l'ordine del giorno non lo ritiro, ma lo tengo a futura memoria, glielo dico solo per completezza d'informazione.
Sicuramente adesso prendo nota di una risposta indiretta, nel senso che comunque c'è ancora del tempo per lavorarci e ci si sta lavorando, da quello che lei mi diceva, l'importante è che non ci siano dei blitz, perché abbiamo visto nel tempo arrivare dei disegni di legge un po' particolari, anche e soprattutto su questo tema. Lo dico perché è un tema estremamente complesso, ma penso di non dire una novità.
Sul tema del confronto in Commissione, solo una doverosa precisazione. È vero, noi non siamo in IV Commissione, ma partecipiamo, come altri Commissari. La stessa richiesta in parte io l'avevo anche formulata in Commissione, poi purtroppo non ho trovato grandi sponde e quindi, volendo comunque portare avanti il tema, l'ho riportato, anche per darne contezza, al governo e alla Presidenza, che in quel momento in Commissione ovviamente non erano presenti.
È una finalità propedeutica al patrimonio informativo di chi dovrà lavorare su questi temi, o comunque un domani, magari anche non così lontano, dovrà pronunciarsi. Sappiamo che su procedure di questo tipo è sempre meglio avere un'informazione in più che una in meno e, soprattutto, il giusto tempo per prendere le decisioni corrette.
Presidente - Ci sono altri interventi? Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 5 di Forza Italia. Consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Nella giornata delle non concessioni, noi, con questo ordine del giorno, abbiamo anche la necessità di fare un po' di storia.
Nel 2006 veniva stipulata una convenzione - tra la signora Curtaz, che era la donatrice dei terreni, e la Regione - per la costruzione del centro diurno per persone con disabilità di Gressan.
I lavori di costruzione del CEA si sono svolti dal 2010 al 2017 con, drammaticamente, una serie d'interruzioni, perché il progetto iniziale ha dovuto avere delle modifiche, ma soprattutto una delle imprese non aveva più la possibilità di continuare i lavori.
Questo portò a far sì che il percorso individuato nella convenzione iniziale si protraesse nel tempo, quindi i lavori seguiti dall'Assessorato Opere pubbliche hanno avuto delle forti problematiche.
Nel 2015 c'era la spada di Damocle che sulla convenzione pesava una sanzione, una corresponsione del valore di 380.000 euro qualora la struttura non fosse stata completata per quella data.
Vi fu una trattativa piuttosto significativa con la proprietà, fu chiesto di ottenere un'ulteriore proroga rispetto alla data stabilita per la fruibilità della struttura stessa e in data 2 marzo 2015 portammo a casa un accordo che sanciva che la struttura venisse completata in ogni sua parte, secondo quanto previsto dal progetto esecutivo, ivi compresi gli spazi per il sollievo.
Una trattativa pesante, ve lo assicuro, però questo ci permise di completare l'opera e il 19 marzo 2018 fu aperto il CEA, che aveva completato i lavori e aveva trasferito in quella data, dalla sede di Ollignan, tutti i pazienti, tutti i fruitori.
Il 5 luglio 2019 si è svolta l'inaugurazione di inaugurazione della struttura, quindi noi abbiamo voluto riprendere quel percorso perché siamo stati sollecitati inevitabilmente da alcune famiglie e abbiamo ritenuto di presentare questo ordine del giorno in cui si dice che: "...i bisogni crescenti di salute della popolazione valdostana, anche collegati all'invecchiamento della popolazione e all'aumento delle malattie croniche, che richiedono lo sviluppo di nuove competenze e abilità degli operatori, che a vario titolo intervengono nella presa in carico dei pazienti, a sostegno degli infermieri di professione, per dare risposte differenti alle differenti forme di disabilità e sostegno alle famiglie...".
È quello che avete scritto nel DEFR, questo è un pezzo del vostro DEFR, su cui noi concordiamo.
È sicuramente un servizio di qualità, è gradito e l'attenzione del personale è veramente molto elevata. Lo sapete tutti, è inutile che stia a comunicarvi quanto è complicato e quanto è difficile, quanta passione ci vuole per lavorare in quel contesto.
Noi quindi chiediamo alla Giunta regionale di attivarsi affinché, entro tre mesi dall'approvazione del presente ordine del giorno, venga finanziato, organizzato e attivato il servizio del sollievo alle famiglie degli utenti dei CEA, individuando, qualora detto servizio fosse trasferito - perché mi è giunta voce anche di un eventuale trasferimento, perché non sarebbe più possibile utilizzare il piano primo, per il quale era previsto il sollievo - in altra struttura convenzionata una strategia per occupare il primo piano della struttura di Gressan.
Questa è davvero una forte esigenza per le famiglie che frequentano il CEA di Gressan e credo che sia una risposta che dobbiamo dare anche alla signora e alla famiglia che ci hanno messo a disposizione gratuitamente il terreno e che hanno voluto fortemente che si arrivasse a quell'accordo siglato, che si costruisse il CEA in quella direzione, con il sollievo sopra.
Speriamo che ci siano le buone intenzioni da parte dell'amministrazione regionale e da parte della vostra maggioranza.
Presidente - Per il governo, l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Con questa risposta, collega Baccega - nonostante naturalmente chiederemo il ritiro dell'iniziativa, altrimenti ci asterremo - credo di darle delle buone novelle.
Come lei sa, il servizio di sollievo non è destinato alle sole famiglie degli utenti CEA, ma a tutte le famiglie di disabili che desiderano usufruirne. Da incontri con le famiglie degli utenti dei CEA e degli operatori, è emersa da un lato la necessità che sia previsto il servizio di sollievo per tutti gli utenti che ne devono beneficiare, dall'altro l'opportunità che i luoghi dove si svolgerà il servizio di sollevo siano aperti 7 giorni su 7, naturalmente h24. Anche questo non rende adeguata la possibilità di utilizzare il secondo piano del CEA di Gressan, che avrà quindi una destinazione sanitaria per persone con disabilità.
A inizio 2025, però, partirà il sollievo in Valle d'Aosta e tutte e due le questioni trattate in quest'ordine del giorno hanno quindi una risposta già operativa e positiva.
Questo è il motivo per il quale le chiediamo di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asterremo.
Naturalmente non possiamo che unirci a lei per il plauso nei confronti della famiglia che ha fatto la donazione, a partire dalla signora, che ha seguito durante questi anni con attenzione - e continua a farlo, l'abbiamo incontrata anche poco tempo fa - un tema così importante che ha e ha avuto, anche grazie al loro interesse, una risposta positiva per la comunità valdostana.
Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.
Baccega (FI) - Le notizie sono buone, certamente, ma come voi ritenete di non dare nessuna concessione, noi riteniamo di mantenere, giusto perché rimanga agli atti, quest'ordine del giorno. Un ordine del giorno che va giustamente nella direzione indicata, che avrà la giusta soddisfazione nel 2025, ma ovviamente, tenuto conto che quel documento mi è un po' caro - perché per portare a casa quel risultato mi sono speso non poco - ritengo sia giusto che questo ordine del giorno venga votato.
Indipendentemente che sia approvato o non approvato - ma non sarà approvato, evidentemente, per le cose che ci avete detto in premessa - è giusto comunque che io esprima la soddisfazione, intanto, perché lei mi ha risposto dicendo che nel 2025 ci saranno le risposte adeguate ai due impegni che sono indicati in questo ordine del giorno, e poi ovviamente lo valuteremo, con piacere.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (RV) - Quando l'allora Assessore Baccega interloquiva con la famiglia per firmare la convenzione, il documento che poi ha portato alla realizzazione del CEA e del centro per il sollievo, mi trovavo in minoranza, come quasi da tradizione, ma oggi mi rallegro anche io per questa risposta e per i risultati ottenuti da parte di chi, nel tempo, si è adoperato per arrivare a questo obiettivo.
Quando molti di noi hanno partecipato all'inaugurazione del centro, ho avuto modo di fare un sopralluogo e di apprezzare il lavoro che è stato fatto e il lavoro degli operatori che in quel momento lavoravano all'interno del CEA.
In varie occasioni ho avuto modo di presentare delle iniziative che riguardano gli operatori che si occupano del CEA e degli utenti del CEA.
Nell'apprezzare la risposta, mi sorge spontaneo rivolgere una domanda all'Assessore, alla quale non chiedo oggi una risposta, ben sapendo che non può darmela. È questa: "Quale sarà il modello gestionale? Chi si occuperà degli utenti del centro del sollievo?". Avremo modo di discuterne in futuro.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, a lei la parola.
Guichardaz E. (PCP) - Voteremo anche noi quest'ordine del giorno, un po' anche per quanto formulato nella frase dell'impegnativa, che pone anche la possibilità che il servizio di sollievo possa essere istituito altrove, ma comunque venga occupata la struttura, perché conosciamo bene i problemi che vi erano a porre il servizio di sollievo in quella parte della struttura che limitava notevolmente. Bene dunque se si è trovato un altro luogo.
Dall'altra parte è importante che quella struttura, che è fatta bene e che è stata accolta con favore dalla comunità di Gressan; in qualche modo oltretutto si opera anche per integrare e avere una certa collaborazione da parte degli utenti, grazie a degli operatori molto sensibili... sotto questo punto di vista riteniamo che sia un peccato che parte di quella struttura non sia ancora utilizzata, soprattutto perché chi ha donato quel terreno vuole vedere il completamento di quanto aveva previsto, sapendo bene che è una donazione di una certa entità, che sicuramente è lodevole, soprattutto per le motivazioni.
Sotto questo punto di vista, voteremo questo ordine del giorno del consigliere Baccega.
Presidente - Ci sono altri interventi? Non vedo richieste, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Sospendiamo temporaneamente i lavori e alla prima pausa convochiamo la Conferenza dei capigruppo. Il Consiglio è sospeso.
I lavori sono sospesi dalle ore 17:12 alle ore 17:44.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo con l'ordine del giorno n. 5 della Lega? Consigliera Foudraz, ne ha facoltà.
Foudraz (LEGA VDA) - In Valle d'Aosta mancano appartamenti e altre sistemazioni per il personale stagionale che presta la propria opera lavorativa negli alberghi, ma anche in altre strutture ricettive, nella ristorazione, nel commercio, negli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.
La problematica si estende in tutta la regione, anche se è più accentuata nelle località turistiche maggiormente frequentate, come Courmayeur, La Thuile, Breuil-Cervinia, ma risentono di questa criticità anche altre stazioni, sciistiche e non.
Questa necessità per i lavoratori impiegati in questi settori si fa sentire ormai da alcuni anni, difficoltà a trovare appartamenti da locare a canoni che non siano esorbitanti, criticità che poi si traduce conseguentemente anche nella mancanza di reperimento di manodopera in questi settori. Di questo si era già parlato in aula la scorsa primavera, quando l'Assessore al Turismo, in risposta a un question time dei colleghi di Rassemblement Valdôtain, aveva annunciato un decreto-legge che andava nella direzione di risolvere queste criticità.
Analizzando il Documento di economia e finanza regionale in alcune parti che riguardano il punto 1.1 relativo alla Presidenza della Regione, dove si evidenzia la necessità di assicurare risorse certe agli enti locali ai fini di un'efficace...
Presidente - Consiglieri... Consiglieri... Scusi, Consigliera Foudraz, a lei la parola.
Foudraz (LEGA VDA) - ...programmazione a medio e lungo termine, quindi qui intesa in senso generale, e nello specifico il punto riferito all'Assessorato al Turismo e Commercio, dove si cita appunto la predisposizione di questo disegno di legge regionale, finalizzato al riuso di edifici esistenti da destinare entro il 2025ad alloggi per il personale operante nelle strutture ricettive o nelle attività di somministrazione di alimenti e bevande.
In attesa che venga proposto il disegno di legge a cui ho appena accennato, che appunto viene citato nel DEFR, e in vista anche della ormai quasi imminente partenza della stagione invernale, che si auspica con nevicate copiose, il pensare ad eventuali trasferimenti in favore di quei Comuni che intendano adottare riduzioni di aliquote Imu per i fabbricati concessi in locazione al personale che presta la propria attività lavorativa nei contesti ricettivi e di somministrazione di alimenti e bevande della nostra Regione potrebbe probabilmente contribuire ad arginare il fenomeno dell'attuale difficoltà di reperimento d'immobili per questi soggetti e potrebbe anche contenere il fenomeno dell'affannosa ricerca di personale impiegato in questo settore da parte dei titolari di queste attività.
Non solo, mi verrebbe anche da aggiungere che avrebbe anche ricadute positive a livello sociale, perché potrebbe attenuare quelle dinamiche di spopolamento che interessano sempre più numerosi Comuni valdostani. Potrebbe essere una misura di attrattività e, mi verrebbe da dire, anche una possibilità di stabilirsi stabilmente, e non solo stagionalmente, in località valdostane.
Ci è stato già annunciato ieri, durante la fine della discussione sul DEFR, che tutti gli 81 ordini del giorno presentati dai vari gruppi consiliari dell'opposizione vedranno il voto di astensione della maggioranza. Personalmente sono dispiaciuta di questo, perché ritengo che tutti noi siamo qui non per fare ostruzionismo o per prolungare le sedute consiliari, ma per cercare di dare dei suggerimenti, con delle iniziative che a noi sembrano costruttive e che interessano anche una vasta platea di settori.
Questo modo di fare a priori, decidendo che nulla verrà accolto, a parer mio, se posso dirlo, sembra una dimostrazione di un comportamento che rasenta un poco l'arroganza. Della serie: "Noi governiamo e noi decidiamo".
Quest'ordine del giorno, però, va proprio nella direzione di risolvere alcune criticità, ed è per questo che con questo documento il Consiglio regionale vuole impegnare il governo regionale a valutare la possibilità - di concerto con gli enti locali della Valle d'Aosta - di prevedere appositi trasferimenti finanziari ai Comuni valdostani, ai fini di un'eventuale applicazione della riduzione dell'aliquota Imu sugli immobili ricadenti nella categoria catastale A, con esclusione delle categorie A8 e A9, che verranno locati dai possessori dei beni immobili a personale impiegato nelle strutture ricettive di somministrazione di alimenti e bevande della Regione autonoma Valle d'Aosta.
Presidente - Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Due riflessioni in merito a questa proposta. Parto dalla fine. Al netto della scelta di astenerci su tutti gli ordini del giorno, questo è un ordine del giorno che non avremmo comunque accettato, anche perché - al netto del fatto che mi sembra impossibile che il collega Grosjacques abbia proposto un decreto-legge, nel senso che non ci sono i decreti-legge - l'assessore aveva proposto un disegno di legge che avrebbe portato a una condivisione con le associazioni di categoria e anche con i Comuni, perché su questi Comuni insistono dei fabbricati. Il disegno di legge, che è praticamente ultimato ed è al vaglio degli uffici del legislativo per una verifica e un sigillo finale della sua correttezza da un punto di vista normativo, prevede la possibilità di recuperare all'interno del contesto ricettivo tutta una serie d'infrastrutture presenti sul territorio regionale, così come di strutture private che adesso possono essere ridestinate per l'accoglienza di operatori del settore turistico, dando quindi una risposta a una preoccupazione che è di tutti, non solo dei proponenti, ma di tutto il governo regionale.
Con questo percorso trasparente e lineare, potrà essere anche finanziato - nell'ordine delle attività già previste per il settore alberghiero, con mutui a questo dedicati - il recupero di queste infrastrutture.
Così come, peraltro, con l'Associazione albergatori si stanno valutando anche altre strade per poter trovare delle soluzioni di acquisizione d'immobili e di gestione che a questo siano destinati.
Faccio infine un'ultima ipotesi, in base a quello che poteva essere un suo ragionamento, quello presentato all'interno di questo ordine del giorno, ovvero un aspetto che poteva incuriosire. Quando si parla di strutture private, un privato può dare locazione sia a uno chef 5 Stelle, che guadagna 15.000 euro al mese, così come a un ragazzo che viene a fare la stagione e che arriva magari dalla Sardegna e di euro ne guadagna 1.300.
L'abbassamento dell'Imu nei confronti del proprietario di quell'immobile era, a suo avviso, coerente con un incentivo da sostenere o era qualcosa di non troppo corretto, considerando che poteva ospitare due redditi totalmente diversi? Questo è il messaggio che le lascio.
Presidente - Ci sono altri interventi? La consigliera Foudraz si è prenotata, a lei la parola.
Foudraz (LEGA VDA) - Mi scuso, probabilmente ho detto decreto-legge, ma so benissimo che un decreto-legge è una cosa e un disegno di legge un'altra. Volevo dire disegno di legge, anche perché sul DEFR si parla appunto di disegno di legge. Se ho detto decreto-legge, scusatemi, è stato un lapsus.
Parto dal fondo. Lei mi ha chiesto se - secondo me, se secondo noi - sia coerente un'eventuale riduzione dell'Imu per quello che riguarda eventuali lavoratori, a seconda della professione che svolgono; mi ha parlato di uno chef stellato e di una persona che invece va semplicemente a fare la stagione come cameriere, è certo che lo stipendio è diverso, quello di uno chef stellato da quello di un cameriere, ma io non guardavo l'aspetto singolo di chi svolge una professione o un'altra, era un discorso un po' più generale. Secondo noi con questo ordine del giorno si poteva andare nella direzione di provare a risolvere una duplice problematica. Una è quella del reperimento delle sistemazioni abitative a prezzi accessibili, perché sappiamo benissimo che nei comuni turistici, quelli più affermati, più pubblicizzati a livello nazionale e anche oltre i confini nazionali, prendere in locazione un alloggio ha dei costi che sicuramente uno chef stellato che lavora presso strutture di un certo rilievo probabilmente si può permettere, mentre non è così per chi va a fare la stagione - o non solo, anche per chi decide di lavorare stabilmente in quel settore - guadagnando 1.300 euro al mese, perché più o meno quella è la cifra, e non ne può spendere 700-800 in locazione, perché non ce la farebbe.
Si voleva quindi risolvere la questione del reperimento degli alloggi a un prezzo accessibile, ma probabilmente si risolverebbe anche la problematica della difficoltà di trovare personale da impiegare in questo settore e si potrebbe evitare che tanti Comuni siano interessati dallo spopolamento.
Il collega ha giustamente detto che l'assessore Grosjacques ha terminato la predisposizione del disegno di legge che è finalizzato al riutilizzo di edifici esistenti da destinare come alloggi al personale operante in queste strutture ricettive. Bene, sul DEFR compare la data del 2025: il 2025 è composto da dodici mesi e davanti probabilmente ne abbiamo solo nove, perché il termine naturale di questa legislatura dovrebbe essere settembre.
Magari arriverà a breve, benissimo, lo valuteremo in Commissione e vedremo, però io vorrei focalizzare l'attenzione su un'altra questione. Si parla di riutilizzo di edifici esistenti da destinare, ma tutto questo probabilmente presuppone una trasformazione dei locali, che hanno destinazioni magari urbanistiche, che sono diverse dalle abitazioni, che peraltro sono già reperibili al momento. Occorre quindi una tempistica, occorrono dei tempi, per le presentazioni delle pratiche, per i nuovi accatastamenti e altro che si può verificare nel corso della presentazione del cambio di destinazione.
Questo ordine del giorno sarebbe da subito applicabile e da subito porterebbe i suoi effetti, senza aspettare tempistiche di variazioni urbanistiche e catastali.
È per queste motivazioni che noi non ritireremo questo ordine del giorno, perché riteniamo che dia delle risposte a diverse categorie della collettività, quindi lo porteremo al voto.
Presidente - Assessore Grosjacques, a lei la parola. Interviene come gruppo.
Grosjacques (UV) - Ringrazio il collega Aggravi per avermi dato la possibilità di poter chiarire che il DEFR in realtà cita due disegni di legge, quello che ha illustrato il presidente Testolin era in riferimento alla sua richiesta, mentre il primo degli obiettivi dell'Assessorato è un altro disegno di legge, che parla di ampliamenti volumetrici legati al recupero di strutture turistico-ricettive in disuso, o comunque non più utilizzate per quella finalità.
Volevo solo per precisare che ci sono due disegni di legge: uno che è in dirittura d'arrivo e uno che prevederà, come peraltro ho detto ieri in sede di illustrazione del DEFR, la sua predisposizione nel corso dell'anno 2025.
Presidente - Consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Faccio una considerazione che nasce da un ragionamento, o meglio una proposta che avevo fatto durante una seduta del Consiglio Politiche del lavoro, penso che l'assessore Bertschy e il collega Padovani se lo ricorderanno.
Nell'ambito del più grande tema dell'alleanza per il lavoro di qualità, a un certo punto era emerso, in particolare da parte dell'Associazione albergatori, la tematica relativa alla disponibilità d'immobili per il personale impiegato nelle strutture. Nella discussione che era sorta già si intravedeva (perché l'Assessore l'aveva già annunciato) questo disegno di legge specifico, e io avevo messo sul tavolo la proposta, ovviamente complessa, da comprendere e da capire fino in fondo, perché sicuramente un ordine del giorno difficilmente può essere completo, proprio per la tipologia della problematica, per l'eventuale valutazione di andare a dare degli sgravi a chi effettivamente concede o dà la possibilità di alloggio a persone che lavorano nell'ambito appunto di Comuni, o Comuni limitrofi, nel settore del turismo.
Ovvio è che c'è, ad esempio, il tema che ha messo sul tavolo anche il Presidente, quello della tipologia di alloggio che si sta locando, perché ovviamente uno chef stellato penso sia più lui che fa il mercato rispetto alla disponibilità di alloggi, anche per lo stesso proprietario, però dall'altro lato poteva anche essere una possibilità e un volano, perché va detto che in molte località turistiche ci sono degli alloggi che non sono affittati, anche se sembra una situazione un po' assurda.
Ripeto: su un tema che si può approfondire, non me ne vogliano i colleghi della Lega, non voteremo l'ordine del giorno, ma non per contrarietà al fine, ma perché c'è la necessità, eventualmente, di fare degli approfondimenti tecnici prima di passare ai trasferimenti finanziari. Forse è anche il caso di valutare delle specifiche convenzioni tra i Comuni e chi mette a disposizione gli alloggi.
L'ho detto tra l'altro anche nel mio intervento in discussione generale: sarà molto interessante e speriamo di poter contribuire in qualche modo nell'ambito del disegno di legge che verrà proposto, perché comunque è un problema che non si risolve oggi, ma va risolto, perché è molto complesso, anche vedendo qual è il futuro del mercato della locazione e soprattutto dell'attrattività del lavoro.
È un tema su cui da parte degli enti locali non ho visto un grande entusiasmo, questo lo do come contributo. So poi che ci sono dei Comuni che stanno facendo dei ragionamenti. Il tema del convenzionamento, di individuare anche le tipologie di alloggi da locare e dei livelli di affitto, è un tema estremamente complesso e potrebbe anche avere altri risvolti di tipo fiscale, ma quello è un altro paio di maniche.
Il nostro voto dunque sarà di astensione, ripeto, non sul tentativo, che giustamente si è fatto, per dare un contributo in più, ma per il fatto che gli elementi messi in campo non consentono di rendere immediatamente applicabile l'impegnativa.
Presidente - Non vedo altre prenotazioni. Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 7
Favorevoli: 7
Astenuti: 26 (Aggravi, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lucianaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Planaz, Restano, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo al successivo ordine del giorno, il n. 5 di PCP. Per l'illustrazione, consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - A proposito del corpo forestale, nel DEFR 2025-2027, a pagina 103, si afferma: "Un ruolo fondamentale nella tutela e nella valorizzazione dell'ambiente e delle risorse naturali è ricoperto dal Corpo forestale della Valle d'Aosta e, al fine di continuare ad assicurarne la centralità e di garantirne la piena operatività, verrà posta particolare attenzione alla copertura della pianta organica del corpo a seguito dei corsi organizzati per la formazione e il reclutamento dei nuovi agenti forestali". Sappiamo che circa un mese fa, a settembre, è partito il quindicesimo Corso allievi forestali, a cui sono stati ammessi 17 allievi.
Nel corso di questo anno 2024, dunque, se non sbaglio sono due i corsi che sono stati messi in piedi: quello per agenti e quello per sovrintendenti forestali.
Quello che viene individuato nel DEFR non so se contempli questa copertura, che è in atto, o se traguardi anche a un obiettivo d'implementazione ulteriore, rispetto a quello che è in corso. Questo magari poi l'Assessore ce lo chiarirà.
Sappiamo tutti che è da tempo in atto un processo di revisione e di aggiornamento delle norme che riguardano il Corpo forestale; alcuni passi sono anche già stati fatti - nel corso di questo anno è stata approvata la legge che per il personale forestale prevede un allineamento con le forze di polizia a ordinamento civile - e se andiamo anche a guardare la legge madre, la legge più generale, la 12/2002, vediamo che all'interno dell'articolato è chiaramente attribuito al Corpo forestale un compito di polizia ambientale.
Credo che sia importante, in una riflessione che si può fare sui compiti del nostro corpo, richiamare anche due articoli importanti della Costituzione: il 9 e il 41.
Sappiamo tutti che l'articolo 9 è stato modificato in tempi abbastanza recenti. Cosa prevede questo articolo nella parte che riguarda più da vicino l'argomento che stiamo discutendo? "Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali".
L'articolo 41, che già era presente, ci dice che "l'iniziativa economica privata è libera, non può però svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali".
Richiamandoci anche a questi articoli e sapendo che nella nostra regione, come in altre, chiaramente, è necessario un lavoro, un compito di polizia ambientale, abbiamo già parlato, durante la discussione di questo DEFR, per esempio anche del problema della discarica di Pompiod - mi riferisco alle vicende passate, non tanto a quelle future - sappiamo che ci sono stati negli anni dei compiti importanti da parte del Corpo forestale, proprio nell'ambito di quella che deve essere la tutela, quindi noi - al di là del fatto che già la legge del 2002 prevede questo compito - pensiamo che sia importante, nel momento in cui si fa una revisione generale della normativa che riguarda il Corpo forestale, ragionare anche su questa funzione di polizia ambientale, che è divenuta nel tempo sicuramente più complessa e articolata e richiede delle competenze più strutturate.
Andando a guardare la situazione nelle altre regioni, emerge per esempio che in Sardegna la denominazione del Corpo forestale risulta essere proprio "Corpo forestale di vigilanza ambientale", un'espressione che a nostro avviso evidenzia bene il compito che agli agenti viene riservato nei confronti di una tutela dell'ambiente.
Quello che chiediamo, quindi - ben sapendo che in questo momento sono in atto i corsi, ma è una cosa che pensiamo per il futuro - è che nel momento in cui si arriverà a questa revisione della normativa sul corpo si valuti anche una modifica della denominazione dello stesso, introducendo questo concetto della vigilanza ambientale e che, inoltre, si attribuiscano dei compiti di polizia ambientale che siano meno generici di quello che è oggi stabilito nella legge ma che ci sia un potenziamento in questo senso, soprattutto nella formazione dei futuri agenti, ma anche nella formazione continua per quelli che sono già in servizio.
Presidente - Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Ho ascoltato l'intervento della collega Minelli e abbiamo un approccio alla tematica un po' diverso, nel rispetto dei compiti del Corpo forestale.
A questo proposito il governo regionale, nell'ambito della revisione della legge 12, che farà parte di un percorso condiviso con i Vigili del fuoco per il nuovo comparto sicurezza e soccorso, ha comunque continuato a individuare il Corpo forestale come un corpo tecnico, impegnato evidentemente in molti ambienti con funzioni di polizia, che gli sono attribuite e che svolge coscientemente e coerentemente con le normative di riferimento.
Secondo l'attuale inquadramento, è un corpo che collabora anche con le altre strutture dell'amministrazione regionale nell'ambito della salvaguardia del nostro territorio e, in primis, del nostro patrimonio forestale. Il suo scopo, così come individuato anche nell'opinione pubblica, deve essere quello di accompagnare questo equilibrio molto fragile che la Regione deve mantenere all'interno della sua peculiarità di zona montana, dove deve svolgere anche un ruolo di accompagnamento delle popolazioni a dei corretti comportamenti.
Inoltre, deve svolgere, laddove necessario, le sue funzioni di vigilanza e di repressione, ma sempre con un approccio che sia, se vogliamo definirlo in qualche modo, più educativo che repressivo, più attento agli atteggiamenti e al fatto che gli stessi non avvengano, anche valorizzando le competenze, che nel tempo sono state accentuate, di collaborazione all'interno di percorsi di crescita e anche di confronto, sia con gli enti locali che con le scuole e con l'opinione pubblica in generale.
Per rassicurare invece sulla competenza che le guardie forestali devono avere in merito all'argomento specifico, si può portare ad esempio il fatto che si è appena concluso un corso di vigilanza ambientale di tre giornate, che ha tenuto conto di questa necessità di aggiornamento e di complessità della materia, che deve essere conosciuta per essere applicata nel modo corretto. Vi hanno partecipato sia i nuovi sovraintendenti che i partecipanti dell'ultimo corso e il personale di vigilanza ambientale del comando centrale, per avere un'omogeneità di conoscenze. È stato inoltre rafforzato anche lo stesso ufficio, così come il numero degli addetti all'interno delle varie stazioni.
Per venire al discorso relativo agli altri territori, lei, inquadrando la Sardegna, ha scelto l'unica Regione che ha cambiato la denominazione del proprio corpo, mentre tutte le altre Regioni speciali hanno mantenuto la dicitura "Corpo forestale" della Regione di appartenenza.
Per quanto ci riguarda, noi rimarremo con questa filosofia, con questa impostazione, in una tradizione che ha dato degli ottimi risultati e che ancora oggi rende riconoscibili gli interventi della Forestale e l'attenzione degli stessi verso le comunità, il proprio territorio e l'ambiente che devono controllare.
Presidente - Ci sono altri interventi? Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ho ascoltato l'intervento del presidente Testolin. Devo dire che io non credo che, nel momento in cui si chiede di potenziare l'aspetto della polizia ambientale, si pensi esclusivamente a un ruolo repressivo, perché altrimenti vorrebbe dire che chi svolge compiti di polizia - in senso più generale, nell'interpretazione che tutti possiamo dare - ha soltanto un compito repressivo. Così non è.
Lei ha fatto riferimento all'importanza di creare un percorso che sia anche di accompagnamento o reso noto all'opinione pubblica e ha fatto riferimento, per esempio, alla collaborazione con le scuole; posso essere testimone del fatto che il rapporto del Corpo forestale valdostano con le scuole, almeno fino a quando io sono rimasta in servizio, era sicuramente importante, continuo e molto utile, così come lo era anche quello con altri soggetti, penso alla Polizia di Stato e all'Arma, con cui è possibile fare anche un percorso di accompagnamento.
Per quello che riguarda l'approccio che lei dice che possiamo avere e che è sicuramente diverso nei confronti della revisione della legge n. 12, io credo invece che sarebbe il caso di concentrarsi un po' di più anche sugli aspetti di accompagnamento e repressivi.
È importante una delle cose che lei ha detto, cioè che è stato potenziato l'ufficio di vigilanza ambientale. Se ricordate, proprio su questo ufficio noi avevamo presentato, diverso tempo fa, un'iniziativa, nel momento in cui era andato in pensione il responsabile, chiedendo che ci fosse una sostituzione equivalente, ma anche che si andasse nella direzione di fare una formazione più puntuale per il personale già in servizio.
Ora lei ci parla di questo corso di tre giorni destinato ai nuovi sovrintendenti e a quelli già assunti, già in forze. Cosa positiva.
L'ultima annotazione. Lei dice: "fra tutte le Regioni avete scelto l'unica che ha cambiato il nome del corpo", ebbene sì, e credo che sia anche importante. Oltretutto, come ha ricordato anche lei, è una Regione autonoma, come noi, e su questo ha fatto un percorso. Un percorso che io credo sia importante e debba essere tenuto in considerazione, proprio perché non si può fare finta che la modifica dell'articolo stesso della Costituzione non imponga un cambio di marcia. Per fare ciò sarebbe davvero importante, nel momento in cui si arriverà alla revisione della normativa, prevedere dei compiti specifici.
Ho capito che è una cosa che non avete intenzione di prendere in considerazione, così come non cambierà la denominazione. La denominazione poi, se vogliamo, è un secondo aspetto, quello che invece sarebbe più importante è la parte precedente, cioè concentrarsi anche su questi compiti.
Non me ne stupisco più di tanto, anche perché so bene che, purtroppo, tutto quello che è legato a una vera e puntuale tutela dell'ambiente e quindi anche, se necessario, a un compito più strettamente repressivo - e io non pensavo solo a quello - qui di certo non verrà approvato in tempi brevi.
Presidente - Consigliere Restano.
Restano (RV) - Intervengo su questo tema forse con un poco d'imbarazzo, perché ho il timore di essere accusato di tuttologia, ma ieri ci è stata riconosciuta questa importante qualifica e ritengo che sia un onore, perché dietro a questa qualifica c'è impegno, studio e ricerca. Nulla viene per caso, anche se a volte non si hanno le stesse opinioni, a fronte di uffici un poco destrutturati.
Intervengo però, collega Minelli, per dire che non sempre è l'abito che fa il monaco e in questo caso non è il titolo di una legge che fa le competenze e le qualifiche degli operatori.
Il punto d) dell'articolo 2 della legge istitutiva del Corpo forestale, come da lei riconosciuto, attribuisce funzioni di polizia forestale e ambientale a chi opera all'interno di questo corpo; la legge ne attribuisce le varie qualifiche e i vari titoli.
In realtà l'assessore Sapinet, quando si occupava del Corpo forestale, ci illustrò un'ipotesi di riforma del Corpo che prevedeva l'introduzione di una figura nuova, mi sembra di ricordare, molto articolata. Proprio per arrivare a quanto dice lei, forse, come avviene in altri Corpi, bisognerebbe introdurre altre figure, che prevedono l'accesso all'interno del Corpo con altri titoli, che non sono quelli richiesti per certi ruoli oggi.
In Valle d'Aosta, però, a svolgere competenze ambientali con un profilo un poco diverso abbiamo l'Arpa, per gli accertamenti che alcuni di noi a volte richiedono.
Riconoscendo dunque a questo corpo tutto il prestigio che ha, tutta la competenza e tutto l'impegno, ritengo che svolga degnamente le competenze ambientali, che possa spaziare all'interno dell'ambiente come, dove e come può, e che possa svolgere anche le competenze richieste dal Presidente. Come ho detto in precedenza, non è l'abito che fa il monaco.
Auguro ai Forestali buon lavoro e dichiaro la nostra astensione.
Presidente - Non ci sono altri interventi, mettiamo in votazione. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Presenti: 32
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 30 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo al seguente, che è l'ordine del giorno n. 5, di Rassemblement Valdôtain. Consigliere Brunod, per illustrare l'ordine del giorno. Ne ha facoltà.
Brunod (RV) - Questo ordine del giorno ha il titolo "Promozione di una immagine unica di Valle d'Aosta attraverso azioni congiunte e sinergiche dei vari Assessorati competenti nella pianificazione delle strategie di promozione e comunicazione", un tema sul quale, durante la legislatura, abbiamo già presentato diverse iniziative. Purtroppo non abbiamo visto dei grossi salti in avanti in merito a questo argomento e quindi, in questo contesto in cui si discute il più importante documento di programmazione della legislatura, abbiamo ritenuto opportuno cercare di contribuire a migliorare il DEFR - nonostante il vostro voto di astensione su tutti gli ordini del giorno - con un'azione propositiva e collaborativa, con questo ordine del giorno.
Apprendiamo che all'interno della sezione 3, paragrafo 1.5, relativa all'Assessorato ai Beni culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali, vengono riportate le seguenti considerazioni: "Inoltre, con la partecipazione a saloni, convegni ed eventi a livello sovraregionale, riferiti alle varie discipline di competenze, si promuove l'immagine della Valle d'Aosta e della sua produzione culturale istituzionale, si costituisce una vetrina significativa per presentare presso un ampio pubblico le attività scientifiche, culturali, espositive, turistiche della Regione".
Tenuto conto di quanto previsto nella scheda obiettivo "Predisposizione di un piano strategico della cultura" - siamo sempre all'interno della parte dell'Assessorato alla Cultura - "...la Regione autonoma Valle d'Aosta possiede un enorme patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, che ne identifica l'identità e che costituisce, insieme agli sport invernali e alle bellezze del paesaggio, una delle principali attrattive per il turismo da fuori Regione, motivo per cui il dipartimento partecipa alle principali fiere del turismo culturale. In particolare, nel quadro dell'ormai evidente cambiamento climatico, la cultura e la valorizzazione del patrimonio culturale possono diventare lo stimolo per un turismo destagionalizzato, ma non solo: grazie alla programmazione strategica sarà possibile individuare le priorità e gli interventi del settore culturale che sul medio periodo segnino la strada per definire e condividere la vision che il territorio ha di se stesso dal punto di vista dello sviluppo degli asset culturali, in una logica di sviluppo integrato con le altre vocazioni del territorio; infatti, la predisposizione di un piano strategico integrato della cultura si fonda sulla consapevolezza che gli interventi di settore, se inseriti in una visione strategica, oltre che avere un valore in sé, producono importanti ricadute sul versante dell'economia e, più in generale, a livello identitario di coesione sociale, consolidando il legame tra beni culturali, sviluppo urbano e turismo. Tale visione strategica può essere però ottenuta solo dal lavoro sinergico di tutti i soggetti coinvolti, sia a livello tecnico che politico".
Evidenziamo anche quanto riportato ancora nella sezione 3 del DEFR al paragrafo 1.2, cioè quello dell'Assessorato all'Agricoltura e Risorse naturali, dove si riporta che "Fra gli obiettivi costanti dell'operato dell'Assessorato, il sostegno alle attività di valorizzazione e promozione delle eccellenze territoriali, dei prodotti enogastronomici, del territorio rurale e del savoir faire dei suoi operatori resta un punto fermo. L'Assessorato organizzerà direttamente iniziative volte a promuovere l'immagine della Valle d'Aosta e la commercializzazione dei suoi prodotti, mediante misure e bandi e sosterrà quelle organizzate da altri soggetti".
Tenendo conto di quanto previsto, poi, al paragrafo 1.8, arriviamo all'Assessorato al Turismo, Sport e Commercio, dove vengono riportate le seguenti informazioni: "Le politiche di sviluppo turistico non possono prescindere da scelte basate su una serie di atti programmatori a medio-lungo termine e di breve periodo, quali il piano di marketing strategico della Valle d'Aosta, a cui conseguentemente dovrà seguire la pianificazione annuale delle attività di marketing e promozione. In una cornice strategica così concepita, le diverse attività orientate ad accrescere l'attrattività della nostra regione sui mercati turistici, sia nazionale che internazionale, potranno perfezionarsi migliorando la reputazione della Valle d'Aosta quale destinazione di eccellenza, con conseguente crescita dei flussi turistici sul territorio. Assume pertanto carattere di priorità addivenire all'elaborazione del piano quale fondamentale atto di programmazione pluriennale delle iniziative volte alla promozione e alla valorizzazione turistica del territorio. Per quel che attiene al processo che dovrebbe portare alla costituzione di un 'Marchio ombrello' regionale, si sottolinea che il 18 giugno 2024 l'Assessorato al Turismo, Sport e Commercio ha ricevuto dalla Direzione generale per la Proprietà industriale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy l'attestato di registrazione del marchio promozionale 'Cuore' e del logotipo 'Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste'. Il prossimo step riguarderà l'avvio del confronto con tutte le strutture regionali, gli enti e i soggetti che a vario titolo dovranno essere coinvolti per costruire il processo - si dice - 'che potrebbe' portare il marchio di promozione turistica Cuore a divenire il marchio ombrello regionale. Sotto il profilo dell'azione promo-pubblicitaria si proseguirà con l'adozione di diverse iniziative tese ad aumentare la brand awareness, sia sui mercati nazionali che internazionali, con campagne pubblicitarie multicanale di grande impatto".
Riteniamo, quindi, che sarebbe particolarmente strategico e opportuno promuovere quanto prima un'immagine unica di Valle d'Aosta, per poter riuscire ad aspirare a obiettivi sempre più ambiziosi, sia a livello nazionale che internazionale.
Si impegnano quindi gli Assessori competenti, in attesa della costruzione del processo che dovrebbe - c'era scritto "potrebbe", secondo me è più giusto "dovrebbe" - portare il marchio di promozione turistica Cuore a divenire il marchio ombrello regionale, a promuovere azioni sinergiche e, soprattutto, nuove iniziative di collaborazione affinché, a partire dalla stagione invernale 2024-2025 si riesca a veicolare, promuovere e valorizzare al meglio un'immagine unica di Valle d'Aosta.
Presidente - Per il governo, assessore Grosjacques.
Grosjacques (UV) - Per quel che riguarda il percorso del marchio Cuore, che è stato richiamato, richiamo quello che ho detto ieri in fase di replica sul DEFR, quindi non starò a tediarvi.
Per quel che riguarda le attività, gli Assessorati promuovono già delle azioni sinergiche e delle iniziative di collaborazione. A titolo esemplificativo, molti saloni sono presidiati da rappresentanti di più Assessorati, che promuovono ciascuno un aspetto e un ambito diverso della Valle d'Aosta, in maniera sinergica e collaborativa. Peraltro nelle prossime settimane saremo, insieme alle strutture dell'assessore Guichardaz, al Salone di Paestum, dove noi presenzieremo con un nostro stand.
Inoltre, l'assessorato al Turismo, Sport e Commercio da anni promuove iniziative ed eventi di richiamo nazionale e internazionale, in cui compare sempre il marchio Cuore che, come abbiamo detto, è stato registrato nel mese di giugno scorso.
A questo proposito, il sottoscritto, come previsto dal regolamento per l'utilizzo del marchio, ha reso disponibile a tutti gli Assessorati regionali il marchio Cuore, con l'auspicio che tale marchio di promozione turistica venga sempre più utilizzato accanto a quello istituzionale, quale marca di territorio in grado di coniugare la notorietà turistica con le eccellenze degli altri settori produttivi della Regione, che lei ha elencato nelle sue premesse.
Credo che la partecipazione congiunta di Regione, impianti a fune, consorzi ed altri attori al TTG della scorsa settimana sia la dimostrazione che il lavoro iniziato nella primavera scorsa con tutti i portatori d'interesse stia iniziando a dare i propri risultati concreti.
Quanto alla predisposizione del percorso che porterà alla costituzione del marchio ombrello, come ho avuto modo di dire ieri in replica, nel prossimo periodo sarà affidato un incarico a uno studio legale specializzato, che costruisca e indichi il piano delle azioni normative, regolamentari e organizzative necessarie per il perseguimento dell'obiettivo. Trattandosi di attività che in alcuni casi sono già in fase avanzata e in altri stanno prendendo forma con la questione del piano di marketing strategico, che poi dovrà essere ovviamente una delle attività sulle quali il marchio Cuore avrà un peso specifico importante, la procedura per la selezione delle aziende che se ne occuperanno è terminata il 30 di settembre e si stanno facendo le valutazioni, quindi sono tutti lavori in corso.
A questo punto, dunque, le chiedo di ritirare il suo ordine del giorno, altrimenti, come maggioranza, ci asterremo.
Presidente - Consigliere Brunod, a lei la parola.
Brunod (UV) - Su un argomento così importante, sicuramente anche se avesse dedicato più tempo in merito non ci avrebbe disturbato per niente, questo è sicuro, perché siamo qui apposta, quindi secondo me anche approfondire meglio questi argomenti è sempre nell'interesse dell'Aula e di tutti i 35 Consiglieri.
No, non lo ritiriamo, anche perché riteniamo che questa impegnativa non fosse nulla di che ma, come si dice bene all'interno del testo, nell'attesa di arrivare al compimento di questo percorso, che si presume sia un percorso ancora lungo, non abbiamo certezze ma immaginiamo che nel primo DEFR della prossima consiliatura troveremo sicuramente di nuovo il punto "Studio e analisi per creare un marchio ombrello", perché, come lei adesso ha accennato, all'interno del DEFR si dice bene, dopo il discorso della registrazione che, "tenuto conto dell'estrema complessità della materia concernente la proprietà industriale e della conseguente (incomprensibile) non potrà che essere costituita dall'affidamento a uno studio", quindi un ennesimo studio legale specializzato, "che costruisca e indichi il piano per le azioni normative, il regolamento...", quindi siamo di nuovo all'avvio di un nuovo studio, di un nuovo piano. Sono cose che non è che nel giro di un paio di mesi vengono adottate e messe in pratica ed è proprio per questo che noi abbiamo presentato l'ordine del giorno, perché, ritenendo questo aspetto così importante, è giusto cercare di fare le migliori azioni e sinergie tra i vari Assessorati, ma in modo concreto. Molte volte vengono scritte sui testi, oppure magari dette anche in aula, ma poi forse è proprio in quello che vediamo all'interno delle fiere e dei convegni che manca questa particolarità di vedere... faccio un esempio: vado al Marché au fort, vedere in modo chiaro ed identificativo questo marchio Valle d'Aosta/Valleé d'Aoste, il marchio rosso e il logo Cuore, che identifica perfettamente il sistema turistico valdostano; se vado alla foire du Valais, lì c'è lo stand di settore dell'Assessorato competente, però si dovrebbe vedere in maniera più identificativa quello che caratterizza l'aspetto turistico della Valle d'Aosta, perché turismo è cultura, enogastronomia e sport.
Sullo sport devo dire che si sta lavorando bene e lì non c'è in modo particolare questo problema di veicolazione del marchio; sugli altri settori si può fare molto di più.
È anche giusto dire che già nel primo DEFR 2021-2023, quindi stiamo parlando di marzo 2021, al punto 1.7 del turismo e commercio si diceva: "Le priorità in ambito turistico saranno concentrate, mediante opportuni provvedimenti di carattere ristorativo e finanziario a favore del settore, nello studio di una riforma della promozione di marketing e della prospettiva di creare un unico ente che si occupi di marketing e promozione e sia in grado di sfruttare al meglio i moderni canali pubblicitari oggi disponibili. Al fine di ottimizzare gli sforzi ed evitare gli sprechi occorre infatti porre rimedio alle criticità del modello attuale, caratterizzato da insufficiente coordinamento dei diversi attori.
La previsione di un ente unico a cui affidare in modo esclusivo le attività di promozione, promo-commercializzazione e comunicazione dell'offerta turistica regionale, oltre all'informazione e all'accoglienza turistica sul territorio, mira al raggiungimento dei seguenti obiettivi: superamento delle attuali sovrapposizioni di competenze in materia di promozione e comunicazione tra Assessorati regionali ed enti controllati o partecipati dalla Regione".
Questo sicuramente è un aspetto che è più che condivisibile e allora vi era l'assessore Guichardaz, che è lì vicino a lei, quindi noi ci chiediamo: questo era nel primo DEFR del 2021, sono passati tre anni e mezzo e siamo sempre allo stesso punto, se non forse ancora più indietro. Se dobbiamo ripartire con un altro studio, allora siamo ancora più distanti da quello che era scritto lì.
Sempre all'interno di questo DEFR 2021-23 si diceva che "In tale ambito sarà ideato e sviluppato un marchio ombrello, chiaramente codificato e portatore dell'identità e dell'immagine della Regione e al quale ricondurre diversi settori produttivi e turistici, allo scopo di affermare sul mercato un'immagine forte e unitaria della Valle d'Aosta, quale strumento promozionale per posizionare strategicamente il territorio sul mercato nazionale e internazionale, garantendo al contempo l'origine del prodotto Valle d'Aosta ed incentivandone di conseguenza il consumo. Creare un marchio ombrello Valle d'Aosta non significa soltanto un segno grafico rappresentativo dell'identità e dell'immagine della regione, da utilizzare trasversalmente da parte di tutti i settori produttivi e le aree turistiche regionali, ma significa soprattutto codificare e definire puntualmente le regole e la disciplina d'uso del marchio ombrello rispetto a tutti i diversi prodotti e i soggetti che a esso fanno riferimento e derivano il proprio posizionamento. Si tratta di un'operazione di carattere strutturale e organizzativo, strettamente correlata a quella di cui all'obiettivo precedente, che deve mirare a un riordino generale della materia ed evitare l'ulteriore continua proliferazione di marchi".
Questo è un altro aspetto che abbiamo sovente ribadito: "L'adozione di un marchio ombrello territoriale comune a tutti i settori produttivi regionali presuppone che siano condivise tutte le fasi che condurranno all'adozione del marchio stesso. Si costituirà quindi un tavolo di concertazione interassessorile esteso a tutte le strutture regionali a vario titolo coinvolte nella promozione territoriale. Le strutture regionali rappresenteranno le esigenze di comunicazione che il marchio dovrà adempiere per il proprio settore di competenza, anche tenuto conto di marchi eventualmente già in uso e delle proposte dei portatori d'interesse dei rispettivi ambiti; contribuiranno alla selezione del segno grafico; definiranno un disciplinare d'uso del marchio declinato per i diversi settori".
È tutto più che condivisibile, ovviamente è lei adesso l'Assessore competente, quindi noi abbiamo presentato quest'ordine del giorno a lei, ma allora ci chiediamo: con l'Assessore che c'era prima di lei, in questi tre anni e mezzo, è rimasto in stand-by questo argomento o è volutamente rimasto in stand-by perché probabilmente per ogni Assessorato è meglio procedere in questa direzione? È questo che ci chiediamo.
Concludo dicendo che comunque noi voteremo ugualmente questo ordine del giorno.
Presidente - Per il gruppo, assessore Grosjacques.
Grosjacques (UV) - È solo per una puntualizzazione, collega, perché lei ha incentrato la sua replica su uno studio che non esiste, nel senso che il DEFR, che è ovviamente la conseguenza di un lavoro collegiale, non parla dell'affidamento "di no studio", ma "a uno studio" legale, quindi non è l'ennesimo studio che lei si è premurato di illustrare nei dettagli, ma è l'affidamento a uno studio legale delle attività per arrivare al marchio ombrello.
Quello che ha fatto il collega prima di me, nei due anni e mezzo della sua gestione del Dipartimento turismo, è stato un lavoro di preparazione, che oggi vede la sua partenza con il bando sul piano strategico di marketing, a cui è associato il marchio Cuore, che "Dovrebbe" perché ovviamente il lavoro sarà finito nell'estate prossima, quindi si potrà fare questa scelta, o altre scelte.
La confusione è stata sul fatto che non c'è un ulteriore studio, ma c'è l'affidamento a uno studio.
Presidente - È già intervenuto. Per fatto personale? Cosa c'è di personale?
Brunod (RV) - Su quello che ha detto l'Assessore. Solo una precisazione: probabilmente è giusto il passaggio sullo studio, ma comunque lo studio va a indicare il piano delle azioni normative, quindi è uno studio che poi identifica un piano. Solo quello.
Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Guichardaz Erika, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 6 di Forza Italia. Consigliere Ganis, per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Ganis (FI) - Come rappresentanti della comunità valdostana, il nostro obiettivo principale deve sempre essere quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini valdostani.
In particolare, in un contesto socio-economico sempre più complesso, è fondamentale che le amministrazioni sostengano le famiglie, affinché queste possano conciliare al meglio la vita lavorativa e quella familiare.
Il tema della conciliazione tra lavoro e vita privata non è solo una questione economica, ma anche sociale. In questo senso la Regione Valle d'Aosta ha già mosso importanti passi, introducendo misure come il "Voucher conciliazione 2024".
Tuttavia, il periodo estivo rappresenta ancora una sfida per molte famiglie, in particolare per quelle con entrambi i genitori lavoratori, che si trovano a dover sostenere i costi dei centri estivi per i loro figli.
I centri estivi, oltre a offrire un ambiente sicuro e formativo per i bambini, rappresentano una soluzione essenziale per colmare il divario tra la fine dell'anno scolastico e le ferie dei genitori.
Tuttavia, l'accesso a questi servizi può risultare oneroso, soprattutto per le famiglie che devono gestire un doppio reddito e non possono contare su soluzioni alternative. A volte anche i nonni lavorano.
Con questo ordine del giorno proponiamo quindi di rafforzare il sostegno alle famiglie attraverso l'introduzione nel Documento economico finanziario regionale (DEFR) 2025-2027 di una misura strutturale volta a coprire in parte, o totalmente, i costi dei centri estivi per le famiglie con entrambi i genitori lavoratori.
Tale misura non solo favorirebbe la conciliazione tra la vita lavorativa e quella familiare, ma avrebbe anche ricadute positive sull'economia regionale, stimolando il settore dei servizi dedicati all'infanzia e rafforzando il tessuto territoriale.
Noi sappiamo già come andrà a finire, però l'approvazione di questa proposta sarebbe un passo concreto per rendere la Valle d'Aosta una regione più inclusiva, equa e attenta ai bisogni delle famiglie.
Presidente - Assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Con l'articolo 17 della legge di stabilità regionale 25/2023- grazie al lavoro del Dipartimento politiche sociali, che ringrazio - è stata approvata, per la prima volta a livello regionale, una misura per favorire l'inserimento dei ragazzi con disabilità nei centri ludico-ricreativi estivi.
Con delibera n. 683 del 17 giugno 2024 abbiamo approvato le modalità con le quali vengono gestiti i trasferimenti agli enti locali a copertura dei maggiori costi che gli stessi enti locali sostengono per poter assumere gli operatori di sostegno che assistono i ragazzi con disabilità, al fine di consentire la fruizione del servizio.
Abbiamo pertanto dato l'avvio a una misura in questo senso.
Tutto ciò in risposta, in primis, alla stessa sensibilità che quest'iniziativa sostiene e cioè la necessità delle famiglie di persone con disabilità; in secundis, per venire incontro alle legittime richieste dei nostri Comuni verso operatori, associazioni e parrocchie del territorio.
Per questo motivo le chiediamo di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asterremo.
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (FI) - Grazie, Assessore, per una risposta così secca. Non me l'aspettavo, anche perché, per affrontare certi temi, occorrerebbe anche un po' di sensibilità, magari avere due figli e portarli all'asilo, poi a scuola e, durante le vacanze, continuare a lavorare e non poterli gestire e occuparsene. Un po' di sensibilità a mio avviso non farebbe male.
Bisogna riconoscere, mi dispiace dirglielo, che oggi le famiglie valdostane, in particolar modo quelle con figli, fanno moltissimi sacrifici, anche economici.
Quello che vogliamo evidenziare è il fatto che durante i periodi di pausa estiva i centri estivi ricoprono un ruolo fondamentale, soprattutto per le famiglie con entrambi i genitori lavoratori. Tra l'altro ricordo anche che molte famiglie si trovano veramente in difficoltà nell'affrontare queste spese e per queste ragioni un sostegno economico andrebbe a ridurre l'onere finanziario e ad agevolare la conciliazione tra vita e lavoro.
È nostro compito - anzi, forse è il suo compito - mettere al centro la necessità di queste famiglie. I centri estivi non sono un semplice servizio, tra virgolette, mi permetta, "accessorio", ma una necessità reale per tante famiglie che, senza un supporto adeguato, rischiano di dover scegliere tra lavoro e cura dei propri figli.
Aiutare le famiglie valdostane a coprire in parte i costi dei centri estivi significa favorire anche la partecipazione femminile al mercato del lavoro, aumentare il potere d'acquisto e sostenere le attività dei nostri centri, creando così anche un circolo virtuoso a vantaggio di tutta la comunità.
Pur comprendendo la sua buona volontà, non so fino a che punto, noi continueremo a vigilare affinché queste istanze non vengano messe da parte e accantonate. Porteremo quindi al voto quest'iniziativa per dimostrare la nostra attenzione al problema.
Presidente - Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Abbiamo ascoltato l'illustrazione del collega Ganis e anche quanto detto dall'Assessore. Noi ci asterremo su questo ordine del giorno, non tanto per il discorso più generale, perché condividiamo il fatto che la spesa dei centri estivi è una spesa importante per le famiglie, forse è anche cresciuta negli anni, però per com'è strutturato l'ordine del giorno, perché qui si fa riferimento - nell'impegnativa in particolare, ma c'è anche nelle premesse - al sostegno alle famiglie, in particolare alle famiglie con entrambi i genitori lavoratori, e non si fa nessun'altra distinzione.
Ora, noi sappiamo benissimo che ci sono moltissime famiglie monoparentali, perché è così, e probabilmente le famiglie dove c'è un solo genitore che lavora sono anche più in difficoltà nel sostenere delle spese come quelle dei centri estivi. Poi ci sono livelli di reddito sicuramente diversi: abbiamo famiglie con due genitori che lavorano che hanno fortunatamente disponibilità finanziarie alte, magari proprio per la tipologia di lavoro che svolgono; ci sono famiglie, invece, che non sono in difficoltà, ma forse non riescono nemmeno a permettersi il centro estivo. Meno male che tante volte ci sono i nonni, ma c'è anche chi i nonni non li ha.
Il principio quindi è corretto, l'impostazione però è troppo generale perché si va da una parte a dire "Lo diamo a tutti", perché non c'è una distinzione legata alle fasce di reddito, e dall'altra si contempla soltanto una famiglia classica, tradizionale, con due genitori, quando sappiamo che non è così. Forse la formulazione poteva essere più articolata, allora sarebbe stato più interessante da votare.
Presidente - Altri? Non ci sono altri, mettiamo in votazione l'ordine del giorno.
La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 31 (Aggravi, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Guichardaz Erika, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Presidente - L'ordine seguente, il n. 6 della Lega, è ritirato.
Passiamo pertanto al n. 6 di PCP. Consigliera Erika Guichardaz, a lei la parola.
Guichardaz E. (PCP) - Torniamo a parlare di un tema che abbiamo in qualche modo affrontato quest'oggi, ma cercando di dargli una connotazione un po' diversa, perché nel DEFR ritroviamo la solita riproposizione, come dice Manfrin ? non so per quanti anni è già stata portata avanti ? della modifica della legge 3/2013. Ritroviamo cioè nuovamente nel DEFR la necessità di rivedere il processo di adeguamento di quella legge ma, come si diceva, ritroviamo anche un possibile disegno di legge che è in dirittura d'arrivo, come ci ha detto l'Assessore Grosjacques, sul riuso di edifici esistenti finalizzato all'alloggio del personale d'imprese alberghiere o esercenti di attività di somministrazione di alimenti e bevande in attività.
Troviamo quindi due tipologie, se vogliamo, di politiche abitative, quando immagino che ognuno di noi sappia benissimo anche che vi sono problemi rispetto all'accoglienza degli studenti, che trovano alloggi molto cari per poter frequentare il nostro ateneo, ma anche problemi riferiti alla semplice ricerca di una casa, sia per spostare la propria residenza, ma anche per affitti un po' a lungo periodo.
Quello che quindi noi chiediamo è un impegno da parte del Governo regionale a prevedere non solo la revisione della legge 3, ma ad affrontare in maniera completa e trasversale il problema della tematica "Casa" nell'interesse di tutta la comunità valdostana, quindi non a compartimenti stagni, come già ieri abbiamo evidenziato.
Presidente - Prego, assessore Marzi.
Marzi (SA) - Confermiamo l'impegno assunto - e già anticipato in quest'aula sia lo scorso Consiglio che stamane, durante la replica del Governo - in sede di V Commissione, dove analizzeremo una sintesi del rapporto tecnico in modo da condividere le informazioni necessarie, propedeutiche all'aggiornamento di quella che diventerà la nuova legge 3.
Dobbiamo partire da un'analisi dettagliata e aggiornata della situazione abitativa della nostra regione per definire le politiche future e migliorare, quindi, l'efficacia degli interventi già esistenti. Come abbiamo già riferito, non si tratta di un lavoro di mera revisione della legge 3/2013, ma questo lavoro va inteso in una dimensione più ampia, strutturata, in modo da analizzare e comprendere le complessità del disagio socio-abitativo, non solo da un punto di vista abitativo, ma più in generale di tutto ciò che investe le persone e le famiglie e che, quindi, necessita di tempi comprensibili.
Tempi comprensibili perché la nuova legge disciplinerà diversi aspetti, tra i quali l'emergenza abitativa, il sostegno alla locazione, l'edilizia convenzionata, i mutui, la morosità incolpevole, oltre ai supporti e ai servizi dell'abitare, tutti. Tempi comprensibili perché i processi partecipativi della revisione delle leggi sono sicuramente una ricchezza e possono portare a sguardi diversi rispetto alle problematiche, ma prevedono anche tempi più lunghi di concertazione.
Chiediamo quindi il ritiro dell'ordine del giorno in quanto - come già anticipato - a breve, entro l'autunno sarà condiviso in V Commissione il lavoro sinora svolto e la proposta che di fatto dovrebbe portare alla revisione della legge 3/2013. Le chiediamo quindi di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asterremo.
Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Intervengo ringraziando ovviamente la collega Guichardaz per l'illustrazione di questo ordine del giorno. Devo dire, quasi con rammarico, che forse, forse, nonostante le tante invocazioni della modifica della 3/2013, forse, sentendo quello che l'Assessore ha detto in altri momenti, e per ultimo questo, mi auguro davvero che la revisione della legge non veda la luce prima della prossima legislatura. Perché il mio timore è - visti i soggetti coinvolti e visto che si dà quasi ampio mandato ad ARER di fare le proprie osservazioni - che si vada a peggiorare la legge attuale, che già una serie di limiti li ha.
Credo quindi che la questione che si pone sia diversa. C'è chi intende la questione casa come una, potremmo dire, banale gestione condominiale e quindi la legge 3/2013, che affronta il problema casa e che disciplina il tema dell'edilizia residenziale pubblica, lo fa oggi delegandoli completamente alla gestione di ARER, che dice: non c'è una visione sociale, ma bisogna taglieggiare le persone che qui abitano; perché è così.
Il mio timore poi è che gli esperti chiamati come sempre a elaborare, che sono sempre gli stessi... c'è questo circolo vizioso degli esperti che vengono presi, si fanno fare loro gli studi, li si candida al Senato, poi si fa fare loro altri studi, l'iniziativa con la fondazione benefica, poi li si ricandida, poi si fa insegnare loro all'Università della Valle d'Aosta... È sempre quello, è il famoso ciclo chiuso dei rifiuti.
Ecco, il mio timore è che questi tuttologi, questi sì esperti autonominati di temi sociali, in realtà non possano che arrivare a peggiorare questa legge.
Io non so sinceramente, per dirlo in maniera un po' umoristica, se davvero vogliamo anticipare i tempi, ma ovviamente come Lega voteremo a favore di quest'ordine del giorno perché riteniamo che effettivamente la norma vada rivista.
Spero davvero di non rimanere profondamente deluso dalla revisione della proposta che ci verrà fatta.
Presidente - Consigliere Baccega.
Baccega (FI) - Assessore, lei ha parlato di processo partecipativo: quanti anni dura questo processo partecipativo? Quanti anni dura?!
Avete una visione dei processi partecipativi che è abbastanza anomala: per la legge dello sport il processo partecipativo non serve, non ha nessuna ragione di esistere, invece la legge 3 ha un processo partecipativo che dura da oltre tre anni e mezzo, quasi quattro.
Io credo che tanti esperti così non so cosa potranno mettere in campo rispetto alle problematiche che, comunque, da questi banchi sono arrivate più volte, se contiamo gli atti ispettivi, le interpellanze, le interrogazioni, le mozioni che sono andate nella direzione di fare delle modifiche effettive che servivano, servivano alla gente, servivano anche a voi a dare delle risposte più concrete, ma soprattutto servivano all'ARER per evitare di fare delle figuracce, come quelle che sta facendo quotidianamente. Il problema è che le figuracce che fa l'ARER quotidianamente si ripercuotono sulle famiglie.
Gli esperti, poi? Fanno, si candidano, girano di qua e di là, ma poi che cosa succede? Succede semplicemente che le famiglie piangono. Oggi hanno buttato fuori una signora che ha un brutto male e non poteva pagare l'affitto, oggi è uscita di casa e finirà nella casa comune, assieme ad altre.
È assolutamente vergognoso quello che sta succedendo, quello che state facendo in questa direzione. Voteremo ovviamente con convinzione quest'ordine del giorno.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Assessore, condivido quanto hanno detto i miei colleghi prima di me, perché a me sembra che, a forza di studiare, di capire, di mettere in piedi processi partecipativi, le risposte non arrivino. Nel senso che si dice agli studenti, da secoli ormai, "Beh ma lo studentato arriverà poi", si dice a quello che ha la necessità di un alloggio "Eh, ma lo faremo poi", si dice alle persone, come accennava il consigliere Baccega, "Eh, se non avete i soldi vi mettiamo fuori casa".
Tutto questo si sta vedendo, cioè lo vediamo tutti. Mi sembra impossibile che le segnalazioni che arrivano dalla parte della minoranza non arrivino amplificate dieci volte dalla vostra parte, perché sotto questo punto di vista credo che, meglio di altri, voi possiate comprendere quali sono i veri problemi in questo momento in Valle d'Aosta, proprio su uno dei temi fondamentali, perché è uno dei diritti principali, quello della casa.
Sotto questo punto di vista quindi io spero che questi studi e questi processi partecipativi vedano perlomeno una fine. Dopodiché, molto probabilmente saranno le prossime legislature a doversene occupare, ma perlomeno avere quei dati di cui c'è bisogno per affrontare in modo serio questo problema, non a spot, lo ripeto. Possiamo parlare degli studenti, possiamo parlare delle persone in difficoltà, possiamo parlare degli stagionali, ma possiamo parlare anche delle persone che hanno bisogno di una casa di residenza.
Spero quindi che prima o poi anche questo tema si affronti in maniera più organica e più complessiva, in modo da non fare degli interventi e dei disegni di legge a spot, delle modifiche di legge a spot, ma cercare invece una soluzione per questo, che è uno dei principali problemi della nostra regione.
Presidente - Ci sono altri interventi? Non vedo altre richieste, mettiamo in votazione. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Il seguente è il n. 6, di Rassemblement Valdôtain. Consigliere Restano.
Restano (RV) - Quest'ordine del giorno ha come titolo "Gratuità degli asili nido in Valle d'Aosta".
Nel corso di questi ultimi mesi ci siamo confrontati più volte sulla questione degli asili nido e del progetto "Polo 06" in Valle d'Aosta. Lo definisco progetto "Polo 06", non più progetto sperimentale, perché nel DEFR ha mutato la denominazione, avete tolto "sperimentale" prima ancora che terminassero le sperimentazioni.
Nell'ambito delle interlocuzioni che vi sono state e delle audizioni su questo tema - le risposte in aula -, abbiamo appreso che questo progetto aveva delle finalità, oltre che educative e formative, anche di permettere agli enti locali della Valle d'Aosta di ristrutturare gli edifici scolastici, di accorparli, di far lavorare delle professionalità che a oggi non trovano forse sufficiente occupazione nel settore, ma tra le altre cose anche di trasformare l'offerta dei nidi valdostani da onerosa a gratuita.
Perché faccio quest'affermazione? Perché, riprendendo le affermazioni di colleghi e dell'Assessore in aula, confermate poi dall'intervento in Commissione di un collega della maggioranza, abbiamo appreso che se il sistema diventa educativo, riporto quanto detto, deve essere obbligatoriamente gratuito; dipende naturalmente dalla politica, dall'Amministrazione, trovare i fondi perché se cambiando concetto non diciamo più che il bambino va all'asilo nido perché i genitori lavorano, ma il bambino va all'asilo nido perché deve studiare, questo deve diventare obbligatoriamente gratuito.
Questo è un impegno personale, ma è quello in cui ho creduto. È ovvio che trovare i fondi non è un problema che deve essere vostro, deve essere della politica.
Le insegnanti hanno risposto che condividono questo approccio, quindi, ripeto, un approccio che trova conferma nelle dichiarazioni in aula dell'Assessore, nell'approccio di un collega di maggioranza, che credo parlasse a ragion veduta, e che trova anche il nostro appoggio.
Non voglio parlare per il resto della minoranza, però i numeri, i consensi in Aula si fanno importanti. Chiediamo allora al Governo regionale di inserire nel prossimo bilancio di previsione i fondi necessari per rendere gratuito l'asilo nido per tutti i piccoli Valdostani.
Invito anche il resto della minoranza a dare appoggio a questa importante iniziativa, così finalmente trasformiamo delle buone intenzioni, declinate in audizione e sottolineate alla rappresentanza delle insegnanti, in un'azione.
Presidente - Assessore Marzi, per il Governo.
Marzi (SA) - Con l'obiettivo di aiutare le famiglie e favorire l'accesso ai servizi, nell'ambito del bilancio di previsione 2025-27, abbiamo già richiesto risorse aggiuntive rispetto agli attuali 6,9 milioni di euro stanziati per il corrente anno per il finanziamento di posti aggiuntivi di asili nido. Cifra questa, tra l'altro, che rende assolutamente evidente lo sforzo che già facciamo per i piccoli Valdostani, per citarla testualmente. Inoltre, sono state richieste risorse aggiuntive per il servizio di tata familiare rispetto agli attuali 600.000 euro previsti per il 2024.
Negli ultimi anni abbiamo continuativamente incrementato gli investimenti in tale ambito, sino ad arrivare, nel corso di quest'anno, a ridurre, con delibera di Giunta regionale, le rette per le frequenze dei bimbi agli asili nido, alleggerendo del 20% i costi a carico delle famiglie. Nel corso del prossimo anno prevediamo inoltre di incrementare l'importo medio del voucher a favore delle famiglie che utilizzano il servizio di tata familiare.
Al momento, le disposizioni nazionali, quelle che lei richiama, collega Restano, prevedono l'esenzione totale della retta solo per particolari situazioni di disagio, ma non in forma generalizzata dal decreto stesso. Come più volte precisato, l'attuazione della riforma del sistema integrato 0-6, prevista dal decreto legislativo 65/2017, sarà sensibilmente e inevitabilmente graduale e compatibile con le risorse disponibili a legislazione nazionale vigente, come stabilito, tra l'altro, dall'articolo 9 del richiamato decreto legislativo.
Anche per la Valle d'Aosta, il passaggio da servizio a domanda individuale a diritto sarà graduale e a favore, naturalmente, delle famiglie e degli operatori.
Lei è un amministratore attento, è stato sindaco, non c'è bisogno di dirle che è completamente diverso, e siamo assolutamente certi che anche lei sarà pienamente favorevole e disponibile a spiegare il concetto di passaggio da servizio a domanda individuale a diritto, perché di fatto lo 0-6 prevedrà il diritto gratuito quando sarà a tutti gli effetti un diritto.
A oggi quello che fa la Regione autonoma Valle d'Aosta rispetto al titolo del suo ordine del giorno è tanta roba e quello che è stato fatto nel corso degli ultimi anni lo è diventato ancor di più. Per questo motivo le chiediamo di ritirare l'iniziativa, altrimenti noi ci asterremo.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (RV) - Avrei gradito una risposta diversa e da un interlocutore diverso, ma lei è un buon incassatore e quindi si è assunto l'onere di rispondere.
Non siamo noi che abbiamo dichiarato che gli asili nido sarebbero stati gratuiti. A dire il vero non è stato dato un cronoprogramma, noi ci siamo permessi, visti gli avanzi di cui parla sempre il collega Marquis, di dire: investiamoli verso i giovani.
Dico però, mi permetta la battuta, che facciamo come i gamberi. Qualcuno della maggioranza fa i passi indietro sull'ospedale, poi sul Castello di Saint-Germain e oggi sugli asili nido. Guardo l'Assessore, che si è preparato in tal senso.
Voglio poi introdurre un'altra variabile, visto che lei l'ha citata. Siamo sicuri che voi tuteliate le tate familiari? Hanno inviato una lettera nel mese di maggio, alla quale attendono ancora una risposta, e chiedono di passare il numero degli utenti da quattro a cinque/sei, alla pari dei nidi. Non fateci dunque citazioni che ci inducono a sollevare altre questioni, che solleveremo in futuro, ma che anticipiamo.
Ora, ci dispiace. Ci dispiace che a fronte di tante risorse disponibili non abbiate l'attenzione verso i piccoli utenti e manchiate alla parola data.
Presidente - Non vedo altre richieste d'intervento, mettiamo pertanto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 13
Favorevoli: 13
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Ora, il n. 7 di Forza Italia. Per illustrare l'ordine del giorno si è prenotato il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Abbiamo presentato quest'ordine del giorno in relazione ai ristori dell'evento calamitoso a Cogne, che ha messo in crisi la comunità intera con la chiusura delle strade, quindi dell'accessibilità, per i danni infrastrutturali, e che è durata 27 giorni. Per 27 giorni non è stato possibile esercire tutte le attività, alberghiere, extra alberghiere, legate alla ristorazione ma anche ad altri settori.
A seguito di questo evento c'è stata una serie di valutazioni e di incontri, con l'espressione, anche da parte degli albergatori, di alcune richieste che sono state codificate a seguito degli incontri tra gli esercenti e le attività, che sostanzialmente avrebbero richiesto il riconoscimento di ristori pari al 20% dell'utile lordo sui mancati incassi registrati nell'arco dei 27 giorni d'isolamento della Valle di Cogne, prendendo come riferimento il periodo dell'anno precedente.
Questo è stato considerato un pericoloso precedente, che avrebbe spinto l'Amministrazione regionale ad abbandonare questo tipo di procedura per seguire invece una pista alternativa, ovvero quella di prevedere attraverso la finanziaria regionale dei mutui a tasso zero su base, mi pare, di otto anni, che avrebbero dovuto far fronte a queste difficoltà, ma che sostanzialmente si ritiene che poco si prestino rispetto alla logica del ristoro. Il mutuo serve di più per fare degli investimenti in relazione a dei danni materiali che sono stati subiti o anche magari per il ripristino di scorte laddove, a seguito dei mancati incassi, ci sono state delle oggettive difficoltà.
Con questo ordine del giorno sostanzialmente si intende esprimere la contrarietà a questo approccio per cercare di trovare una soluzione che preveda dei ristori, perché la situazione di Cogne è una situazione diversa rispetto a tutte le altre realtà, in quanto l'accessibilità viene garantita solo da un'infrastruttura viabile, e quindi impegnare il Governo a predisporre un'iniziativa dotata di adeguata copertura che possa dare la possibilità di riconoscere dei ristori alle imprese e agli operatori economici della Valle di Cogne, che sono stati costretti a chiudere dal 29-30 giugno scorso, per 27 giorni, le proprie attività.
Presidente - Per il Governo, il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - Quest'ordine del giorno dimostra la poca attenzione a un percorso che è stato condiviso con tutta l'Aula, un percorso del quale abbiamo già parlato nella mattinata di oggi e che fa emergere un atteggiamento poco corretto da parte del gruppo che lo ha presentato.
Abbiamo sottolineato fin dall'inizio l'attenzione ai danni provocati dall'alluvione e da questo fenomeno di chiusura principalmente della località di Cogne - ma anche di quella di Valtournenche, per certi versi - e in seguito ai danni subiti, e si era concordato un percorso di condivisione proprio per evitare che qualcuno facesse dei passi in avanti per smarcarsi e dire: "Io sono il più bravo della famiglia e gli altri non capiscono niente". Abbiamo fatto dei ragionamenti che hanno alla base la possibilità di sostenere, in egual misura e nei confronti di qualsiasi tipo di evento possa succedere, concretamente le famiglie, le aziende e chi è stato toccato da questo tipo di eventi.
Oggi ci troviamo a confrontarci con uno smarcamento da parte vostra, quando non più tardi di quindici giorni fa, a margine del Consiglio, si era condiviso con tutti i Capigruppo di avere un atteggiamento complessivo unanime, che andasse a dare una risposta concreta. Per certi versi questo tipo di proposta è anche poco lungimirante, nel senso che dimostra la poca attenzione che c'è stata nell'alternanza tra lei e il suo collega all'interno del percorso di analisi delle iniziative da assumersi a favore delle attività alluvionate; questa alternanza probabilmente vi ha fatto perdere l'orizzonte di quello che era il succo della questione.
In effetti, ci sono una serie di attività che porterebbero a casa poche decine di migliaia di euro, magari 10 o anche meno, 5-7-8.000 euro, per il rimborso di una percentuale del mancato incasso, mentre magari ci sono necessità che potrebbero essere molto più ampie, potrebbero essere così assorbite dalla possibilità di avere un finanziamento a tasso zero rimborsabile in tre, cinque, otto, dieci anni, che permetta di rilanciare l'attività laddove ce ne sia bisogno.
Ecco, io non so se altri capigruppo o altre forze politiche prenderanno spunto per intervenire su questo ordine del giorno, ma questo è un atteggiamento che non tiene neanche conto dello sforzo che l'Amministrazione regionale sta facendo e farà, anche lì, in forma congiunta, e che è stato indicato come una delle priorità al fine di trovare le risorse per soddisfare le necessità di ripristino delle infrastrutture comunali e di trovare delle attività anche di rilancio per il settore turistico in periodi che possono portare un maggiore flusso di presenze sul nostro territorio.
Faccio due esempi, per non utilizzare solo delle parole. Oggi, nell'ordine del giorno del collega Aggravi, io non ho parlato di numeri, è solo per dare un'indicazione: le risorse che l'Amministrazione regionale si troverà ad anticipare senza sapere se poi l'Amministrazione statale, tramite la Protezione civile, potrà soddisfare le richieste presentate già alcuni mesi fa, sono circa 17 milioni di euro, solo per ripristinare le infrastrutture. Si è lavorato, assieme al Governo e assieme all'Assessore al Turismo, per portare a Cogne sei competizioni, sei gare di Coppa del mondo su tre giorni, il 31 gennaio, il 1° e il 2 febbraio, con un impegno importante che, se non ricordo male, abbiamo quantificato in circa 500.000 euro di contributo per l'organizzazione dell'iniziativa, proprio per andare incontro alle necessità di avere un risultato positivo e di aumento della frequentazione della località, in un periodo, tra l'altro, che non sarebbe caratterizzato da grandi presenze.
In ultimo, ma non ultimo, ci si è attivati anche con il Ministero competente: l'Assessore ha chiuso ieri un'importante percorso di valutazione di proposte, di controproposte, di condivisioni, dove si è passati dalla possibilità di avere 10 milioni, che erano stati quelli prospettati all'Amministrazione regionale e alla Regione autonoma Valle d'Aosta da una visita della Ministra, che poi erano diventati 10 milioni da dividere tra le due Regioni, Piemonte e Valle d'Aosta. Grazie al pressing dell'Assessorato, assieme a quello piemontese, si è arrivati a chiudere a 15 milioni di risorse di rimborso. Per trovare un'opportunità di attenzione anche nei confronti dei Comuni piemontesi, che hanno caratteristiche molto diverse dalle nostre, la condivisione ha portato a individuare nelle spese rimborsabili anche i mancati introiti.
Ci sarà quindi per una serie di attività con i fondi di Stato questo tipo di attenzione per coinvolgere in questa opportunità anche strutture che in Piemonte non hanno subito danni, ma hanno subito dei mancati incassi, dei mancati guadagni.
Questo per dire che la nostra iniziativa voleva dare più slancio e attenzione al territorio, dando la possibilità di ripartire e di farlo in una maniera sostenibile per tutti e anche nei confronti di quelle che potrebbero - e potranno magari - essere un domani situazioni simili da affrontare, perché non si possono affrontare situazioni di questo tipo oggi senza sapere di poter garantire questo tipo d'intervento anche in un futuro.
A mio avviso, la decisione di presentare un ordine del giorno come questo rimane poco edificante. Noi ci impegniamo e ci siamo impegnati a condividere un percorso, è quello che faremo ancora verso la fine del mese quando avremo i numeri da inserire in una legge di variazione di bilancio, che sarà evidentemente condivisa con gli altri gruppi consiliari, per arrivare alla definizione di questo percorso.
Presidente - Consigliere Marquis.
Marquis (FI) - Ho ascoltato con attenzione le sue considerazioni, ma io credo che noi abbiamo fatto una proposta che è una proposta politica, alla quale abbiamo avuto una risposta, credo, quantomeno inadeguata sotto il profilo comportamentale. Noi non commentiamo sotto il profilo comportamentale le vostre posizioni, sono delle posizioni legittime, che potete tranquillamente portare avanti, ma è altrettanto legittimo che noi proponiamo delle posizioni politiche diverse dalla vostra.
Tra l'altro, capita spesso e volentieri, e credo che tutti dentro quest'Aula consiliare lo sappiano, di sentir dire: "Questo provvedimento l'abbiamo portato avanti perché lo chiedono le associazioni, perché abbiamo recepito le indicazioni delle associazioni". O qui si sono tutti bevuti il cervello e quindi hanno presentato una proposta poco edificante... perché il "poco edificante" è il recepimento della proposta che arriva dall'ADAVA, che raccoglie tutti i rappresentanti di categoria.
Pertanto, il fatto di aver recepito questa proposta e definirla poco edificante per noi non è corretto. Si può dire "abbiamo fatto delle valutazioni di tipo diverso", è del tutto legittimo, così come andare a fare dei rilievi sotto il profilo dell'alternanza. Noi vi garantiamo la copertura dell'attività come gruppo consiliare e quindi non veniamo a fare delle valutazioni sull'alternanza che avviene all'interno dei gruppi e delle Commissioni da parte della maggioranza regionale, credo non sia il caso di fare delle considerazioni di questo genere.
Dopodiché, la nostra è una proposta. Se il Governo ha scelto una strada diversa, vorrà dire che sarà quella la direzione in cui pensate di andare. È però del tutto legittimo proporre un'iniziativa, che, tra l'altro, mi pare non abbia avuto la condivisione dei gruppi: è stata sottoposta dicendo "volete condividere questa proposta?" e la risposta mi pare che non sia di condivisione, a oggi.
Pertanto, queste sono le considerazioni che facciamo noi. Poi ognuno faccia le sue valutazioni.
Presidente - Consigliere Aggravi.
Aggravi (RV) - Prima di dire che cosa farà il gruppo del Rassemblement Valdôtain su questo ordine del giorno è forse meglio dire: fermi tutti.
Io cerco di esporre un paio di situazioni, perché, quando ho letto l'ordine del giorno dei colleghi di Forza Italia, e in particolare presentato dal collega Marquis, sono rimasto abbastanza stupito, per due motivazioni.
La prima, perché mi chiedo come mai, ma magari è un refuso o una dimenticanza, un gruppo consiliare, un movimento politico, un partito che ha comunque un vicesindaco in un altro Comune che è stato toccato da queste vicende, non cita e non parla di Breuil-Cervinia. Ma questo è un problema suo; sinceramente come forza di minoranza non l'ho apprezzato particolarmente, sa molto di insider trading, glielo dico.
Intanto è bene specificare che delle minoranze - così almeno do anche giustizia a quello che è successo stamattina, quando il Presidente si è un po' confuso sulle forze che hanno votato quella risoluzione - oltre a noi c'erano le colleghe del Progetto Civico Progressista. Qualcuno ha partecipato in una prima fase, poi ha fatto una scelta e non l'ha voluta sottoscrivere e votare, però ci sono dei confronti.
C'è quindi un tavolo, come ho detto stamattina, che il Presidente organizza e oggettivamente, a fronte delle novità riportate dal Presidente, o comunque che toccano anche l'assessore Grosjacques, mi auguro che ci sarà il momento per fare un attimo il punto. Anche perché mi verrebbe da chiedere che fine hanno fatto i 10 milioni che qualcuno aveva promesso, ma lo dico in senso lato, riprendendo quello che ha già detto il Presidente - più come battuta, se vogliamo - perché qualcuno arriva, dice di portare i soldi, ma poi ci troviamo sempre un po' a metà strada, e lo dico a chi ha dei collegamenti molto più diretti, rispetto a quelli che ha il sottoscritto, verso le forze del Governo centrale.
Quello che è successo nel corso dell'ultimo tavolo è il fatto che ci sono state sottoposte due situazioni. Una è quella del disegno di legge che dovrà essere scaricato e per cui le forze di minoranza, almeno io riporto quello che ha detto il Rassemblement, non è che abbiano condiviso, hanno detto "scaricatelo e poi lo esamineremo". Lo dico solo a beneficio delle situazioni, perché giustamente, tra l'altro, è un tema su cui ci siamo confrontati nel corso dello scorso Consiglio.
C'è un altro tema che riguarda la determinazione anche degli eventuali mancati incassi.
Perché, detto fra noi, è vero, la situazione ha colpito pesantemente una località, ma similarmente ci sono delle realtà che sono colpite non soltanto nel momento di un evento singolo, per quanto pesante, ma anche con continuità durante l'anno. Non voglio giocare al campanilismo, perché mi accusereste di campanilismo, ma tutti sanno di che cosa stiamo parlando. Il 20% dell'utile lordo può essere affascinante per uno che non deve far di conto, però bisogna organizzarsi e comprendere come poterlo fare.
Soprattutto, io mi augurerei, come era stato fatto, ad esempio, in modo lungimirante con la legge 5/2000, un intervento strutturato che possa definire da qui in avanti un modus operandi dell'Amministrazione, o chi per essa, facendo esperienza della situazione che è avvenuta. Altrimenti ogni volta siamo a dover costruire delle misure che poi creano ovviamente delle giuste invidie o problematiche tra località che hanno, alla fine, lo stesso problema.
Detto fra noi, non ci sono soltanto delle specifiche categorie interessate dai mancati incassi, perché quando una strada viene meno o un accesso viene meno, anche altre attività produttive magari hanno dei mancati incassi. Il falegname, oppure il manutentore che non ha potuto muoversi, chi è? È un figlio minore? Io penso di no. C'è tutta una serie di situazioni.
Oggettivamente mi sembra un ordine del giorno un po' "furbetto", per non dire altro, accetti la battuta ironica, collega Marquis, però su una cosa di questo genere, da oggi in avanti - e mi sono sempre guardato le spalle ? oggettivamente non lo apprezzo da una forza di minoranza. Tra l'altro, spesso si chiede alle minoranze di essere solidali o comunque di cercare anche un coordinamento giusto che, per carità, ci deve essere, però gli sci in avanti valgono soltanto nell'ultimo metro della gara di fondo, non all'inizio, quando si parte.
Detto questo, comunque vedo che lei l'ha presa bene, l'ho presa bene anche io e per questo non parteciperemo al voto.
Presidente - Assessore Grosjacques, per il gruppo, ne ha facoltà.
Grosjacques (UV) - Non per fare l'interpretazione autentica delle dichiarazioni del presidente Testolin, ma il "poco edificante" non si riferiva al contenuto ma al comportamento. Sì, lo dico con cognizione di causa, perché a margine del Consiglio di due settimane fa, vista l'assenza del presidente Testolin, sono stato delegato a raccogliere le osservazioni dei gruppi di minoranza - come correttamente ha riassunto il collega Aggravi - sull'opportunità di concedere dei finanziamenti ed è stata spiegata la natura dei finanziamenti, o dei ristori che avrebbero creato dei precedenti su importi che, in molti casi, erano estremamente ridotti.
È stato detto che la linea sarebbe stata quella di concedere i finanziamenti e i gruppi di minoranza - ricordo che è stato detto dal collega Aggravi e forse anche dai colleghi della Lega - si sarebbero riservati, in fase di discussione del disegno di legge o dell'articolato di legge, di presentare eventuali emendamenti.
Credo di aver riassunto, colleghi, quello che è emerso. Il mio Capogruppo era ovviamente presente, quindi c'è stato un impegno da parte di tutti i gruppi presenti in questo Consiglio nel... Vorrei concludere, collega Marquis, visto che mi sto rivolgendo a lei.
C'è stato un impegno da parte di tutto il Consiglio, tant'è che questa mattina, quando ha trattato il tema, il collega Aggravi non ha parlato di ristori, anche perché il principio era quello di non considerare questa un'attività da ascrivere a qualche gruppo politico, ma all'insieme del Consiglio regionale. Completo quello che ha detto il Presidente: i 10 milioni che erano stati assegnati alla Valle d'Aosta il giorno 2 luglio, in occasione della visita del Ministro Santanchè, sono diventati 10 milioni su due Regioni e sono tornati a essere 15 milioni nel pomeriggio di ieri, nella pausa Consiglio, in un'interlocuzione in videoconferenza tra il sottoscritto, il Ministro Santanchè, la sua struttura e la mia omologa della Regione Piemonte.
Quello a cui si riferisce il presidente Testolin è che il decreto non presentava alcun ristoro per i danni, sia del Piemonte che della Valle d'Aosta. La Regione Piemonte ci ha chiesto di destinare delle risorse anche ai mancati incassi, quindi ai danni indiretti, perché i 70 Comuni della Regione Piemonte, delle tre Province, tranne casi sporadici, non avevano avuto nessun danno diretto. Noi abbiamo acconsentito a questa modifica, che non era prevista e non era stata proposta dal Ministro in sede di discussione, perché altrimenti la Regione Piemonte non avrebbe avuto nessun tipo di ristoro. Se noi non avessimo accettato nel pomeriggio di ieri questa riformulazione, non si sarebbe chiuso.
Per noi quindi era prioritario portare a casa le risorse che derivano da questo decreto, che il Ministro ha detto che sarebbe stato pubblicato nella giornata di oggi; non mi risulta che sia stato fatto, ma comunque lo sarà nei prossimi giorni. Questo comunque per rappresentare il lavoro in queste settimane.
Tornando all'ordine del giorno, la scorrettezza che è stata sottolineata è il mancato mantenimento di un impegno preso in modo formale da tutti i gruppi di questo Consiglio. Credo probabilmente che lei sia stato l'unico a non aver capito qual era il contenuto di quella riunione, ma il suo gruppo si è pronunciato in modo positivo rispetto a questa proposta.
Presidente - Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Solo per chiarire alcuni aspetti rispetto a quanto ha testé esposto l'assessore Grosjacques, nel senso che come gruppi di minoranza, ma solo a beneficio del verbale, avevamo detto non che avremmo eventualmente presentato degli emendamenti. Avevamo chiesto ovviamente qual era la natura della collaborazione che ci veniva chiesta da parte della maggioranza e che ci saremmo riservati eventualmente di discutere il provvedimento una volta che fosse stato poi scaricato e discusso in aula.
Questo è, più o meno, ma insomma è molto simile. È soltanto per entrare nel merito di quello che è stato detto e di quanto è stato dichiarato. Ecco, solo per chiarezza, a beneficio di tutti. Questo è quello che è stato discusso e quindi ovviamente questi sono gli impegni che si erano presi.
Nel merito della questione noi riteniamo una cosa fondamentale, cioè riteniamo che, prima di fare qualsiasi scelta e di prendere qualsiasi decisione rispetto a un posizionamento, si debba necessariamente vedere quello che sarà il testo che ci era stato anticipato, ma non sappiamo se poi sarà effettivamente quello, quindi la versione finale del testo. Soprattutto, sarà essenziale un confronto anche con le categorie, riteniamo che questa sia una parte essenziale anche per comprendere qual è il comune sentire di chi è stato colpito.
Riteniamo quindi che in questa fase, con ancora un'incertezza rispetto a questi punti che ho elencato, non ci sentiamo di votare. Chiederemo, magari per permettere a tutti di poter fare le proprie valutazioni, eventualmente di ritirare l'ordine del giorno; in caso contrario, il gruppo Lega ovviamente non parteciperà alla votazione.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Vorrei riprendere le parole del consigliere Manfrin, perché effettivamente quanto è emerso da quella riunione era più che altro un'idea di dire: scaricateci il disegno di legge e poi ne parliamo. È anche per questo che noi ci asterremmo su questa proposta fatta da Forza Italia, nel caso in cui la mantenesse, perché non è che esprimiamo la nostra contrarietà alla decisione della Giunta rispetto alla questione dei mutui, è una cosa che si deve valutare e si deve valutare tutti insieme. Sinceramente noi rispetto a questa tematica vogliamo discutere in Commissione e, come ha ricordato il consigliere Aggravi, avevamo anche dato a luglio la disponibilità per valutare insieme. Siamo stati forse coinvolti spesso in ritardo, le cose le abbiamo apprese anche in maniera diversa dai giornali, ma capiamo la concitazione dei momenti e quindi il fatto che forse sotto alcuni punti di vista non si potesse coinvolgere maggiormente le minoranze.
Come dicevo, rispetto all'impegnativa proposta il nostro gruppo si asterrebbe, ma proprio perché il nostro gruppo ha l'intenzione di analizzare con attenzione il provvedimento che verrà scaricato e sicuramente, se si potrà intervenire anche in maniera altra, questo lo condivido rispetto anche a quanto ha detto il Consigliere Aggravi: se si potrà anche fare qualcosa che possa in qualche modo interessare altre persone che spesso vengono colpite da eventi non di questo tipo, ma sicuramente che portano degli scompensi alle loro attività, per noi sarebbe meglio.
Se quindi Forza Italia manterrà l'ordine del giorno, noi ci asterremo.
Presidente - Consigliere Cretier.
Cretier (FP-PD) - Soltanto per ribadire che anche noi siamo rimasti un po' spiazzati da questa posizione nella presentazione di questo ordine del giorno.
Io personalmente ho partecipato a tutte le riunioni, alla condivisione che è già stata fatta immediatamente dopo gli eventi alluvionali: il percorso si era deciso in un modo più che in un altro, facendo delle valutazioni, soprattutto da chi ha più nozioni riguardo all'impatto finanziario che possono avere questi eventi, perché la questione dei ristori una tantum è piuttosto complessa. Ricordo degli esempi fatti da alcuni colleghi, in particolare dal presidente Testolin: il blocco di una vallata, e ieri ne ho fatto un altro io sulle questioni legate alla chiusura del tunnel.
Gli eventi potrebbero essere tantissimi e quindi, a livello finanziario e di impatto sul bilancio, potrebbero essere importanti. Probabilmente è mancata la comunicazione all'interno del gruppo, perché già il collega Baccega aveva espresso che non ne era a conoscenza. È un problema probabilmente interno.
Anche per noi la linea è quella dell'astensione, procediamo in questo modo come gruppo.
Presidente - Consigliere Di Marco, ne ha facoltà.
Di Marco (PA) - Sarò molto, molto rapido. Presidente, non ascolterò il suggerimento di astensione. Io voterò contro questo ordine del giorno perché non trovo corretto che sia presentato qui in questo modo.
Io pensavo che il coinvolgimento di tutta la minoranza in un momento così particolare e delicato per la Regione Valle d'Aosta fosse un beau geste. Lo pensavo da ingenuo. Vedo che non c'è sicuramente da una parte questo pensiero. Perciò ritengo che sia stata una scorrettezza e la risposta che ha dato è più che adeguata.
Io mi sento molto amareggiato su questo ordine del giorno.
Presidente - Mettiamo in votazione. Tutti hanno votato? La votazione è chiusa.
Presenti: 23
Votanti: 5
Favorevoli: 3
Contrari: 2
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 7 della Lega. Consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Con questo ordine del giorno parliamo di un tema che è stato già toccato in parte nella giornata di oggi, ovvero la parte relativa al sostegno al commercio.
Quello di cui ci occupiamo con questo ordine del giorno è relativo non in generale al commercio, ma è un qualcosa di più centrato rispetto ad alcune tipologie particolari di commercio. Perché diciamo questo? Perché da sempre la Lega ha sostenuto la parte del legame del commercio col territorio e del commercio visto come presidio del territorio, in particolar modo nei centri storici. Ovviamente, come sappiamo, nella nostra comunità spesso il negozio di paese acquista una valenza, un valore e un'importanza e, a volte, la sua sparizione fa quasi sparire un po' anche una parte del paese.
Oltre ovviamente alle zone di montagna - nelle quali ci sono questi esercizi commerciali che a volte vendono un po' di tutto, gli alimentari che magari vendono anche sali e tabacchi, giornali e quant'altro - abbiamo però anche le zone centrali delle città, i centri storici, e in questo caso particolarmente illuminante è stato un articolo di qualche tempo fa, di circa metà settembre, che parlava proprio della città di Aosta con il titolo, credo decisamente significativo, "Negozi in via di estinzione".
Ve ne leggo alcuni brani, soltanto per comprendere di cosa parliamo: "Aprono bar e ristoranti ma chiudono i negozi. Nella sola via Sant'Anselmo, nel centro storico di Aosta, si contano 12 saracinesche di negozi abbassate e altre tre attività stanno per chiudere. Negli ultimi dieci anni, dai dati di Confcommercio emerge che è chiuso un negozio su quattro e l'emorragia non si ferma".
Ovviamente Confcommercio dà una motivazione, non soltanto chiaramente rispetto alla crisi del commercio in generale, ma anche rispetto alle scelte sbagliate del Comune di Aosta, che però ovviamente si possono ribaltare sul Comune; se però ampliamo il nostro sguardo a tutta la regione, non sono evidentemente identiche.
Rispetto alla questione che viene sollevata da parte di Confcommercio, nel solo Comune di Aosta si evidenzia, per esempio, la cancellazione di diversi parcheggi, il fatto che non si sia tenuto conto della crisi e, soprattutto, si lancia un allarme, che è quello del rischio di perdita dell'identità del centro storico.
Proprio sul rischio di perdita di identità, secondo noi, bisogna mettere un punto, nel senso che l'identità di un centro storico si vede quando ci sono delle attività, e devo dire che per la prima volta in vita mia mi sono trovato d'accordo con il Sindaco di Aosta, Nuti ? lo segni sul calendario, collega Cretier ? quando ha detto che appunto il centro storico stava perdendo l'identità perché c'erano diversi negozi che venivano aperti, per esempio i negozi nei grandi centri commerciali o nelle grandi catene, che sono molto piccoli, con una piccola esposizione, un campionario di quello che potevano avere; giustamente diceva nell'intervista che chi entra in questi negozi e vede questo piccolo campionario preferisce ordinare via Internet quello che gli serve, quindi ovviamente abbiamo un centro storico che cambia con negozi di chincaglierie, che uno può trovare in tutte le città del mondo, praticamente, che non aggiungono nulla rispetto al fascino e che nessuno si muove per andare in quella specifica città a comprare quello specifico prodotto.
Tra l'altro, la cosa che mi ha colpito maggiormente è che in una pagina c'era la parte descrittiva rispetto ai negozi in via d'estinzione e, dall'altra, la cosa che denunciava proprio il Sindaco di Aosta nell'intervista: l'avanzata dei mini market etnici, che disegna il nuovo volto del capoluogo. È un volto che sicuramente noi non vogliamo vedere. Anche qui lo cito a beneficio di inventario, la cosa che ho trovato più imbarazzante di tutto questo articolo è questo piccolo brano che vi leggo, parla di un negozio etnico gestito da uno straniero, che dice: "'Siamo aperti da un anno e mezzo, vendiamo un po' di tutto, dai prodotti africani a quelli sudamericani, poi anche quelli romeni e cinesi, ma anche cipolle, patate, oltre alla farina. Di giorno vengono da noi le persone adulte a far la spesa, alla sera invece la clientela è soprattutto quella di ragazzini". Non dice apertamente che vanno a comprare gli alcolici, ma lo fa capire.
Io di fronte a un'intervista di questo tipo avrei detto: "Scusate, adesso fatemi capire qual è questo negozio, perché andiamo lì e gli facciamo un 'tombino' così", perché non è possibile che uno ammetta candidamente che vende superalcolici ai ragazzini minorenni e la passi liscia. Obiettivamente questa è stata una cosa imbarazzante.
Detto questo, al netto della questione, crediamo che la tutela degli esercizi commerciali che hanno determinate caratteristiche debba essere uno dei punti fondanti dell'Amministrazione, soprattutto, appunto, per avere da una parte un presidio del territorio, per esempio la questione dei piccoli comuni, delle comunità montane, che abbiamo fatto prima, e dall'altra parte per avere dei centri storici che riflettano la tradizione, che riflettano chiaramente la nostra comunità.
Ecco che quindi abbiamo individuato con questo ordine del giorno tre categorie, che sono quelle del commercio storico.
La categoria delle attività storiche è caratterizzata da una documentata e accertata continuità nel tempo, dall'insegna e dall'attività svolta nella stessa sede fisica; l'attività o l'insegna o l'impresa che abbiano ispirato e siano indissolubilmente da tempo legate alla toponomastica locale, quindi una presenza storica. Una cosa che io trovo imbarazzante, per esempio, nella via centrale di Aosta è andare dove c'era l'insegna "Ancien Bazar" e vedere cosa c'è al suo posto. Sicuramente non riflette quella che è la nostra comunità, non riflette la tradizione della nostra regione.
Poi ci sono le attività tradizionali, che sono caratterizzate dalla presenza di prodotti della tradizione locale e/o frutto di lavorazioni tradizionali o attività di servizio realizzate secondo tecniche e modalità consolidate, tramandate nei costumi e nelle consuetudini a livello locale o regionale.
Quella storica e quella tradizionale, quindi. La persona che viene può acquistare un prodotto che può acquistare soltanto in quel luogo, perché è tipico e porta con sé la tradizione.
O ancora, e di questo si è parlato nella giornata di oggi, gli esercizi di vicinato, e parliamo appunto dei famosi "presidi del territorio", quelli aventi superfici di vendita non superiori a 250 metri quadrati nel Comune di Aosta e a 150 metri quadrati in tutti gli altri comuni della Valle d'Aosta. Sappiamo che sono davvero un aiuto per chi vive nella zona.
Come sapete, abbiamo anche presentato, a prima firma del collega Lavy, una proposta che va esattamente nella stessa direzione, cioè quella di evitare che i centri commerciali possano invadere, e quindi distruggere, anche il commercio locale.
Riteniamo che quest'ordine del giorno, che sappiamo già non verrà accolto, possa però fungere da spunto positivo, perché pensiamo che proprio il contrasto e i dati che ci sono arrivati rispetto alla crisi del commercio in Valle d'Aosta, che sono contenuti nel DEFR, debbano assolutamente essere tenuti in considerazione, quindi diciamo di avere un'attenzione verso il commercio e soprattutto di tutelare, con l'impegnativa che noi abbiamo messo, ovvero "predisporre un albo degli esercizi storici tradizionali e degli esercizi di vicinato al fine di predisporre agevolazioni e sostegni con il coinvolgimento degli enti locali", questo tipo di commercio.
Presidente - Assessore Grosjacques.
Grosjacques (UV) - Collega Manfrin, in alcuni passaggi della sua rappresentazione, mi riconosco e la condivido, perché credo davvero che ci siano delle situazioni sul territorio, in particolare nella città di Aosta, che probabilmente andrebbero governate; quell'intervista l'ho letta anche io e ovviamente ho espresso le sue stesse preoccupazioni.
Rimango all'impegnativa, al di là del dell'astensione della maggioranza. Le devo dire però che l'ipotesi di "sostenere, tramite l'istituzione di albi dedicati, attività commerciali che sono riconducibili, pur con alcune differenze, alle tipologie di attività indicate nell'impegnativa", è oggetto di un disegno di legge statale. In esito all'approvazione della legge, le disposizioni statali saranno oggetto di analisi per valutarne l'eventuale recepimento nel nostro ordinamento regionale.
L'impegnativa quindi non tiene conto dell'opportunità di attendere l'approvazione della legge nazionale, per cui, per come è formulata, potrebbe risultare incompatibile, quindi le chiedo di ritirare l'ordine del giorno, con l'impegno, ovviamente, di monitorare la situazione che si sta evolvendo a livello nazionale, per poi raccogliere quelle che possono essere le indicazioni da trasferire sul nostro territorio. Ovviamente sul disegno di legge a prima firma del collega Lavy ci saranno momenti di confronto, nei quali si potranno esprimere le proprie considerazioni.
Presidente - Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Assessore, la ringrazio davvero perché ovviamente avevamo in realtà visto l'attività normativa in itinere a livello nazionale ma, in forza delle prerogative statutarie della nostra Regione, avevamo ritenuto opportuno che, eventualmente, si potesse fare un passo in più. Ma se lei ci dice che la necessità è quella di attendere il disegno di legge nazionale e poi intervenire in questa maniera, noi riteniamo che di buon grado questo impegno si possa accettare, ovviamente nell'esclusivo interesse, appunto, di tutelare l'attività di cui abbiamo parlato.
Annuncio quindi, a nome del gruppo Lega, il ritiro dell'ordine del giorno e attendiamo con ansia che si possa discutere del tema, prendendo per buono l'invito che ci è stato formulato.
Presidente - Passiamo all'ordine del giorno successivo, il n. 7 di PCP.
Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Già ieri, nel mio intervento in discussione generale, ho affrontato il punto del DEFR che parla d'idrogeno. Il documento a pagina 117, laddove aggiorna l'obiettivo inserito nel DEFR 2023-25, quindi quello precedente al documento che stiamo discutendo, recita: "definire un quadro di azioni coordinate per introdurre l'idrogeno quale vettore energetico nel settore della mobilità, sulla base dello studio sulla mobilità a idrogeno, previsto dalla legge regionale 18/2021, ultimato nell'estate 2022".
Ricordo che questo studio non è mai stato esaminato dalle Commissioni competenti, credo che sia anche opportuno fare un piccolo passo indietro e ricordare da dove deriva questa legge 18/2021.
Deriva da una proposta di legge presentata il 3 maggio 2021 dal collega Restano, cioè quattro giorni dopo la comunicazione ufficiale dell'inserimento della elettrificazione della tratta Ivrea-Aosta nel PNRR. Ricordo anche che la proposta di legge era stata presentata... non vedo adesso in aula il collega Restano, però in quel momento il collega era un Consigliere di maggioranza, e sappiamo che le proposte di legge possono essere presentate da tutti i Consiglieri. Alle volte però credo che faccia un poco specie che venga presentata una legge da un Consigliere di maggioranza quando gli altri membri, o perlomeno chi in quel momento rivestiva l'incarico di Assessore ai Trasporti, nella fattispecie la sottoscritta, non ne sapesse assolutamente niente, ma questo fa parte delle tante cose particolari che sono successe in quei sette mesi.
Dicevo appunto che la proposta di legge del 3 maggio, intitolata "Disposizioni per una ferrovia moderna e un'efficiente sistema di trasporto con un utilizzo di trazione a idrogeno (modificazioni della legge 22/2016)", nella relazione introduttiva, che poi ha avuto qualche variazione nel testo che è stato approvato, però in sostanza ha seguito quella linea, diceva: "Uno dei settori più coinvolti nel breve termine dalla rivoluzione a idrogeno è quello dei trasporti, in particolare i trasporti ferroviari. Entro i prossimi dieci anni l'idrogeno può entrare stabilmente nel settore ferroviario, cambiandolo in modo profondo in Europa e in Italia".
Poi si diceva anche che nei prossimi dieci anni, quindi vuol dire entro il 2031, fra sette anni ? si legge nelle linee guida della strategia nazionale per l'idrogeno ? "i treni a combustibile potranno diventare competitivi a livello di costi rispetto ai treni diesel".
Infine l'articolato, perché quello che conta è in particolare ciò che c'è scritto nella legge: la relazione spiegava l'articolo 1, in particolare il comma 2-bis, che era poi il succo della legge, chiedeva "uno studio di interventi per la mobilità a idrogeno finalizzato alle verifiche economiche e ambientali sulla tratta Ivrea-Aosta, mediante un confronto tra il sistema elettrico e quello a idrogeno".
La finalità con cui era nata quella legge era quindi questa. In pratica era una legge di contrasto a quello che stava accadendo, e anche le date sono significative.
C'è poi da dire che quella legge non aveva... cioè, questo Consiglio ha fatto una legge che chiedeva uno studio, cosa che normalmente si fa con una mozione. Lì era stata votata una legge senza alcuna copertura finanziaria, tanto è vero che, lo ricorderete, successivamente si è dovuto intervenire con un secondo intervento legislativo per finanziare. Comunque si diceva che come obiettivo - anche perché la situazione generale, europea, nazionale, era quella - era opportuno andare in quella direzione.
Nel DEFR attuale c'è scritto, lo dicevo ieri, che "il mercato non è ancora maturo per l'immediata attuazione della mobilità a idrogeno nel settore del trasporto pubblico locale" ed è una cosa che, quando avevamo fatto tutta la discussione su quella legge, portando anche delle evidenze scientifiche, della letteratura scientifica che in quel momento stava uscendo ed era pubblicata, in qualche maniera si anticipava.
Comunque, adesso si dice che il trasporto non è maturo perché oggi in commercio ci sono solo mezzi urbani di grandi dimensioni, quando da noi sono necessari per lo più mezzi extraurbani. "L'attività ? è scritto ? è stata traslata nel tempo e in occasione della predisposizione dei documenti di gara per il riaffido dei servizi del trasporto pubblico su gomma ? sappiamo che scadono a fine giugno 2027 ? verranno analizzate le varie tipologie di alimentazione disponibili per mezzi di trasporto adatte al contesto valdostano".
Noi sappiamo che quando nel DEFR precedente si era parlato di questo obiettivo e anche quando è stato poi sostenuto il progetto di CVA per la realizzazione di una situazione dove produrre addirittura 144 tonnellate d'idrogeno annuo, si era detto che era soprattutto a servizio del trasporto, perché ovviamente, se si comprano dei mezzi, poi bisogna avere anche il combustibile per alimentarli. Quello che emergeva dallo studio, che non è mai stato esaminato in Commissione (forse le motivazioni sono da ricercarsi, a mio avviso, anche un po' all'interno di quello che lo studio stesso diceva, sulla questione del trasporto ferroviario, motivo per cui era stata fatta la legge) era più che chiaro, e c'erano anche tutta una serie di criticità elencate per il trasporto su gomma.
Noi abbiamo ascoltato già ieri quanto detto dall'Assessore riguardo alla questione dell'obiettivo idrogeno. L'Assessore ha detto: "Rimane un obiettivo molto concreto, si sposta avanti nel tempo". Poi l'Assessore ha detto, rivolgendosi a noi: "Se pensate di cambiare tutto il parco autobus con l'elettrico vi sbagliate, non si sostituisce un autobus a diesel con uno elettrico anche per una questione legata alla capienza".
Nessuno di noi pensa di sostituire d'emblée, il trasporto pubblico locale, gli autobus, il parco autobus, che è principalmente oggi a diesel, così immediatamente con l'elettrico, ma crediamo che occorra fare un ragionamento e occorra preventivare il futuro. A leggere anche quello che sta succedendo in tante situazioni, in tante zone in Europa, dove si era partiti nei confronti della mobilità a idrogeno, c'è una battuta di arresto. Pensiamo anche che, se è un obiettivo che deve essere spostato nel tempo, come scritto nel DEFR, sappiamo però anche che il DEFR ha un orizzonte al 2027, quindi forse questo obiettivo andrà un po' più in là. Come ho detto già più volte, noi non siamo contrari a priori alla tecnologia a idrogeno, sarebbe sciocco da parte nostra, ma è una tecnologia che adesso, e probabilmente per i prossimi dieci, e forse anche più, anni, potrà essere applicata con successo, con successo, in altri ambiti, non quello del trasporto pubblico locale.
Quello comunque che noi rileviamo è che ancora a febbraio 2024 abbiamo depositato una mozione, votata all'unanimità, in cui si chiedeva ai Presidenti delle Commissioni consiliari di organizzare un approfondimento sugli utilizzi del vettore idrogeno e delle tecnologie collegate nella regione, perché sappiamo che abbiamo delle idee un po' diverse, ma fare un approfondimento secondo noi - e secondo il Consiglio che ha votato la mozione - avrebbe un senso.
Cosa chiediamo con l'ordine del giorno? Una cosa molto semplice: chiediamo che il Governo - in occasione della predisposizione dei bandi di gara, su cui si starà già lavorando adesso, per il riaffido del trasporto pubblico con scadenza giugno 2027 - s'indirizzi prioritariamente verso mezzi a trazione elettrica o ibrida, perché non è che pensiamo, come dicevo, di fare tutti gli autobus elettrici in quattro e quattr'otto.
Chiediamo poi ai Presidenti delle Commissioni consiliari di dare corso a quell'impegno votato il 22 febbraio 2024. Stiamo parlando di nove mesi fa, otto mesi e mezzo, e non è mai, mai stato calendarizzato nulla. Forse è il caso di farlo, anche perché il tema è interessante e vale la pena di lavorarci tutti assieme.
Presidente - Assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UV) - Partendo dalla conclusione del suo intervento, condivido pienamente, sono temi interessanti, di strategia, e importanti per il futuro della comunità, quindi per quello che mi riguarda, e ci riguarda, è assolutamente necessario il confronto. Io non credo che non si voglia convocare la Commissione per parlarne, ma lo viviamo anche in questo Consiglio: si sta facendo veramente fatica a tenere insieme i tanti provvedimenti e le tante iniziative che sono in corso. Non entro quindi nel merito di come si riesca a lavorare e di come lavorino le Commissioni, ma vedo appunto che non è semplice, né per voi né tantomeno per noi, tanto è vero che ci troviamo molte volte a dover lavorare non in una situazione ottimale da ambo le parti, parlo di analisi dei provvedimenti in Commissione e dei provvedimenti del Governo regionale.
Per quello che mi riguarda, continuo a essere a disposizione di un confronto; se non sarà entro la fine dell'inverno sarà all'inizio del prossimo anno, perché è necessario parlarne. Io credo che il Presidente abbia tutta l'intenzione di farlo. Perché? Perché non esiste una contrapposizione tra idrogeno ed elettrico, mi pare anche dal suo intervento si sia potuto rilevare. Noi non siamo diventati difensori né del motore elettrico tanto meno del vettore idrogeno, ci sono tante altre iniziative. Sottolineo solo che, se parliamo di mezzi ibridi, i mezzi ibridi utilizzano combustibili fossili, quindi oggi non credo che questa sia l'alternativa per il futuro. C'è talmente tanta tranquillità nell'affrontare l'argomento che le posso anche dire che nei piani d'investimenti a breve termine con le risorse pubbliche si utilizzarono mezzi elettrici; rimane una prospettiva, invece, assolutamente da valutare e lo vedremo nei prossimi mesi e nei prossimi due o tre anni.
Credo che anche il Governo italiano dovrà esprimere in via definitiva una strategia sull'idrogeno, che il Ministro Giovannini aveva lanciato - ed è lì che erano nate anche alcune idee che poi noi abbiamo ripreso - e che forse in questo momento va un po' rilanciata.
Ripeto, non vedo in questo momento la necessità di chiudere degli spazi di lavoro futuro, anche perché, lo vedremo insieme nell'analisi dei documenti, l'idrogeno ha delle sue caratteristiche, l'elettrico ne ha delle altre. Se si investirà in maniera importante sull'idrogeno per quello che riguarda il trasporto su strada - non solo il trasporto pubblico, perché stiamo parlando anche del trasporto pesante - sono convinto che si potranno raggiungere dei risultati interessanti, anche utili a una regione come la nostra. Evidentemente, senza investimenti sulla ricerca e sull'industrializzazione dei prodotti tutto questo non potrà avvenire.
Ci asteniamo quindi, perché questa è la linea, ma non l'avremmo comunque votato, ma non per non essere a disposizione di un confronto, semplicemente perché non è il momento di chiudersi delle strade, anzi, vorremmo fare in modo che le strade fossero tutte aperte.
I documenti di gara non saranno pronti tra sei mesi, ci sarà tutto il tempo per arrivare a una definizione puntuale di un progetto che avrà una gittata di almeno dieci anni, quindi c'è il tempo per confrontarsi.
Ripeto, l'obiettivo sul DEFR viene spostato un po' più avanti e speriamo che si possa, di qui a qualche tempo, riuscire a capire in maniera chiara anche quante risorse verranno messe a disposizione di questo settore e con quale volontà si potrà cercare di svilupparlo.
Presidente - Altri interventi? Consigliere Perron, ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Sono lieto che qualche collega sia felice del mio intervento; meno male, mi fa molto piacere, mi dilungherò ancora un po' di più. No, in realtà non lo farò perché ho rispetto del lavoro di tutti.
Cosa dire sul tema idrogeno? Si è già detto tanto, tutti sanno quanto il nostro gruppo si sia speso fin dall'inizio per la valutazione di questo settore. Rilevo soltanto che, da notizie attuali, in Italia la prima linea a idrogeno è pronta, deve partire a breve, nel 2025, con i treni dell'Alstom Coradia Stream H, e la prima Hydrogen Valley sarà la Brescia-Iseo-Edolo. È quindi una tecnologia che verrà usata, siamo pronti, in questo senso l'Italia è pronta a partire. Vero è che la Germania è ritornata indietro, sicuramente, ma è altrettanto vero che altri Paesi lo stanno utilizzando o puntano a utilizzarlo, come ad esempio la Francia e, in questo caso, l'Italia.
Io poi mi chiedo, collega Minelli: quando voi parlate di dieci anni, che problemi avete con un orizzonte di dieci anni? Dieci anni per queste tematiche sono nulla, per lo sviluppo dell'idrogeno. Guardate solo a dieci anni, voi? Forse perché la vostra "Fossil fuel free" è al 2040, quindi siete tutti concentrati su questi dieci anni? Io non lo so, è tutto molto più lungo di questo. Lo sviluppo dell'idrogeno per la Valle potrebbe essere nei prossimi venti, trenta, quaranta, cinquanta. Allora che problema avete?
Siete lì a guardare il millimetro delle emissioni della Valle d'Aosta, che posso anche capire, lei dice che con l'idrogeno una parte di CO2 in più viene fatta rispetto a usare solo l'elettrico, perché c'è la perdita. Va bene, siamo tutti d'accordo, ma sono inezie se questo settore potrà portare sviluppo e lavoro. Perché nei vostri discorsi non c'è mai una sola volta in cui parliate di lavoro, di sviluppo del territorio, di manodopera locale, di ricerca, di indotto. Non c'è mai una volta, siete lì a fare i ragionieri della CO2, a conteggiare ogni millimetro di CO2, e poi, per paradosso, fate un'iniziativa consiliare che spinge per il diritto della Sardegna, che sa quante emissioni ha in più? Ha diciannove volte le emissioni di CO2 della Valle d'Aosta.
Voi quindi siete lì a guardare il millimetro sullo sviluppo dell'idrogeno. Sarà anche vero che per un autobus o un treno sarà più conveniente per la CO2 il puro elettrico, ma per carità, parliamo di inezie. Qua il discorso è uno sviluppo a lungo termine e bisogna partire subito, subito: sviluppo a lungo termine di un vettore che potrà essere importante. Poi se la cosa non si rivelerà essere così azzeccata, signori, lo vedremo più avanti, sicuramente fa parte anche di un'azione amministrativa e politica di lungo termine. Io capisco che voi abbiate soltanto certezze nella vostra vita, buon per voi, però, quando si fa un'azione a lungo termine su un vettore - che ad oggi non è ancora perfettamente utilizzabile ed è ancora più costoso, ma che magari, ripeto, nell'orizzonte di venti, trenta, quaranta, cinquant'anni, potrà essere utilizzato - le valutazioni vanno fatte.
A noi quindi, sull'impegnativa, il fatto di portare il tema in Commissione va benissimo, più se ne parla più si approfondisce, va benissimo. Il problema è la prima parte dell'impegnativa, su cui invece non siamo d'accordo.
Tra l'altro, leggevo prima: "La Stadler lancia un nuovo treno idrogeno-batterie, che ha una autonomia di 700-1.000 chilometri e le batterie fanno 80-180 chilometri". Io capisco che il vostro feticcio assoluto dell'elettrificazione non possa essere criticato né toccato in nessun modo, ma noi l'abbiamo detto mille volte: entro dieci/quindici anni questa tratta si sarebbe fatta tranquillamente con treni che non avrebbero inquinato nulla, invece è tutto fermo e ci saranno migliaia di pali.
Va benissimo tutto, ma io non riesco veramente a capire la vostra posizione, la vostra battaglia in ogni millimetro su questo, fa parte della vostra forma mentis, che, grazie a Dio non ci appartiene, però su quest'ordine del giorno ovviamente a questo punto ci asterremo perché, ripeto, sulla prima parte dell'impegnativa non siamo d'accordo, sull'altra, il portare in Commissione, siamo anche d'accordo, ma fate una battaglia veramente al millimetro su un qualcosa che, invece, va guardato con altri orizzonti e con altre prospettive.
Ripeto, non c'è una sola volta in cui voi parliate di lavoro, parliate di ricerca sul territorio, di sviluppo di un territorio, di queste cose qua, che invece sono ben più importanti di poche centinaia di chili di CO2, che sul conteggio globale non contano assolutamente nulla.
Presidente - Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Mi rivolgerò principalmente all'Assessore e sono abbastanza soddisfatta del fatto che l'Assessore condivida l'idea per cui è opportuno, anzi è utile probabilmente - mi sembra di aver capito così, Assessore - fare questi approfondimenti. Sappiamo anche che ci sono tanti argomenti all'ordine del giorno delle Commissioni, ma io credo che su questo valga la pena riflettere, valga la pena fare degli approfondimenti, perché effettivamente è un tema importante e può essere importante per quello che riguarda le prospettive future.
Quello che io ho cercato di dire e di spiegare, con molta tranquillità... noto invece che il collega Perron, ogni qualvolta si parli di qualche cosa che non condivide, si lascia prendere molto dall'entusiasmo e anche dalla necessità di demolire quello che fanno le altre persone. Ma è un suo sistema e io non entro nel merito, ognuno fa un po' come crede.
Dicevo, quello che ho cercato di far capire è che l'applicazione del vettore idrogeno alla mobilità e al trasporto pubblico locale non è una cosa che dico ideologicamente, ma sulla scorta di alcuni approfondimenti che noi abbiamo cercato di fare leggendo dei testi scientifici. Io in quest'aula ho anche cercato di chiedere se fosse possibile fare degli approfondimenti con l'associazione di Bolzano, che è super partes direi. Io ho letto quei documenti.
Si faceva riferimento adesso al fatto che la Germania sta facendo un passo indietro, ed è vero, ed è così. Io direi anche che alle volte bisogna imparare da chi forse ha sperimentato prima di noi, e nel settore automobilistico in Germania hanno iniziato nel 2012 a investire in ricerca sull'idrogeno. Hanno fatto degli investimenti, hanno speso 85 milioni di euro per alcuni treni e stanno tornando indietro, ma non stanno tornando indietro perché sono stati folgorati sulla via di Damasco dell'elettrico ma perché hanno fatto delle valutazioni e delle sperimentazioni che hanno dato certi risultati, da questo bisogna partire, su questo bisogna ragionare.
Credo quindi che sia opportuno che si cominci questo discorso in Commissione, che si faccia l'approfondimento sulla prima parte dell'impegnativa, proprio perché crediamo che nel campo della mobilità sia spostato molto in avanti il discorso. Adesso converrebbe ragionare, anche per il contratto che scade nel 2027, su altre questioni, su altre tipologie di mezzi.
L'Assessore mi ricorda che gli ibridi funzionano coi combustibili fossili: lo so, purtroppo, ma so anche - ed è una posizione secondo me di responsabilità o comunque di presa d'atto di quella che è la situazione - che non si può fare una conversione totale verso l'elettrico, che è quello che io credo in questo momento sarebbe opportuno fare, ma so che è difficile. So anche che il parco autobus però in questo momento è quasi totalmente a diesel, allora bisogna andare in quella direzione. Ma autobus a idrogeno per il prossimo futuro, il futuro più vicino a noi, è difficile riuscire ad averli, forse quasi impossibile. Oppure possiamo anche fare degli esperimenti e finire come sono finiti a Sanremo, che hanno comprato tutto ed è tutto fermo.
Ragioniamo allora sulla tecnologia a idrogeno, proviamo a capire anche quello che possiamo fare noi, proiettandoci verso il futuro, ma cercando di puntare su quei settori, come quello siderurgico, dove forse abbiamo dei margini in più. Per fare questo bisogna studiare, gli approfondimenti che sono stati richiesti hanno questo scopo.
Poi, non si vuole ragionare per quello che riguarda la gara per il riaffido del 2027? Va bene, non lo si farà. Io ritengo che sia una visione, permettetemelo, un po' miope a fronte di quello che sta succedendo attorno a noi, un po' più lontano da noi. La posizione però è questa e noi continueremo a dire che dal nostro punto di vista non è corretta.
Quello che non accetto però, collega Perron, sono due cose. Una, quella di essere i ragionieri della CO2, perché qui il ragioniere della CO2 semmai è lei, perché continua a portarci dati minuziosi, alcuni dei quali credo che siano corretti, su altri ho alcuni dubbi. Sulla questione dei dieci anni, che lei dice: "vi fossilizzate su dieci anni quando bisogna guardare oltre", io le ho solo detto che quello dei dieci anni era ciò che c'era scritto nella relazione di una legge che è stata approvata. Si parlava dell'orizzonte di dieci anni, mica del futuro, mica dei cinquant'anni, mica dell'avvenire. Era di quello che si parlava.
Altra cosa che né la collega Guichardaz né io accettiamo è che noi non parliamo mai di lavoro, non parliamo mai di ricerca, non parliamo mai di sviluppo. Probabilmente lei non ascolta, oppure ha un'impostazione per cui ascolta solo quello che non le piace e poi lo rileva.
Io la invito, collega Perron, molto tranquillamente, molto serenamente, ad andare sia a riascoltare gli interventi che noi abbiamo fatto su argomenti che sono quelli per cui lei rileva una carenza, sia a rileggere le iniziative che sono state portate, perché purtroppo abbiamo cercato anche di cimentarci, diciamo così, in campi che non sono magari proprio di nostra stretta competenza, ragione per cui veniamo spesso accusati di essere tuttologi, di salire in cattedra, di spiegare agli altri quello che devono fare. Vogliamo in qualche maniera passare per più bravi di quello che siamo. Abbiamo sentito queste cose infinite volte in quest'aula, francamente cominciamo a essere anche un poco stufe, ma non sarà certamente questo a fermare la nostra azione.
Credo, e su questo vorrei anche un pochino di onestà intellettuale da parte di tutti, da parte di tutti, che il lavoro serio abbiamo dimostrato un poco di essere in grado di farlo, forse un po' di più di quello che lei riconosce.
Presidente - Ci sono altri? Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rosaire, Sammaritani, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Il successivo è il 7 di Rassemblement Valdôtain. Il consigliere Aggravi si è prenotato, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Avevo annunciato nel corso della discussione generale, la presentazione di un ordine del giorno che abbiamo intitolato "Tutela e valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare". In realtà, è un ordine del giorno rappel, al di là di come andrà lo scontato esito del voto, perché, leggendo i contenuti del Documento di economia e finanza, non abbiamo riscontrato non tanto un obiettivo specifico, per carità, ma neanche, nella parte di commento, quello che era emerso da una interrogazione che avevo presentato nell'ottobre scorso, che aveva appunto il titolo "Attività volte a tutelare e valorizzare la biodiversità di interesse agricolo e alimentare della Regione" e che aveva avuto da parte dell'Assessore, giustamente, una risposta che riguardava tutte le attività che l'Assessorato stava svolgendo in quel momento in tal senso e che prendeva anche spunto da un'interessante convegno sul tema - c'eravamo sia io che l'Assessore - con un intervento molto interessante dei referenti di Slow Food.
A fronte di questo, in quella sede c'era stato da parte dell'assessore Carrel una sorta d'impegno politico, appunto, comunque di andare avanti con un testo di legge che era già stato di fatto in gran parte costruito dalle interlocuzioni che avevano avuto le strutture dell'Assessorato con i referenti dell'organizzazione.
Per questi motivi impegniamo, impegneremmo, avremmo voluto impegnare - non so come dire, relativamente all'andamento delle degli ordini del giorno - l'Assessore a portare, entro 60 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno, all'attenzione del Governo regionale e poi alle Commissioni competenti, un disegno di legge regionale finalizzato a tutelare e a valorizzare la biodiversità d'interesse agricolo e alimentare, in linea con quanto prospettato proprio in quella sede, in quella risposta all'interrogazione che ho citato.
Presidente - Assessore Carrel, ne ha facoltà.
Carrel (PA) - Il tema della biodiversità negli ultimi anni ha richiesto sempre più attenzione, anche alla luce di quello che la globalizzazione ci sta portando ad accettare. Cito ad esempio i cibi sintetici e gli organismi geneticamente modificati, argomenti che in quest'aula abbiamo già avuto occasione di trattare e che credo per una volta abbiano trovato tutti d'accordo.
Nel corso del 2023 e del 2024 il Dipartimento Agricoltura ha lavorato su una bozza di disegno di legge di recepimento della normativa nazionale, che lei ha citato, al fine di promuovere e salvaguardare gli ecosistemi, le varietà agricole e le razze locali.
Rispetto a quanto lei ha già citato in merito all'interrogazione che ci ha visti discutere di questo tema proprio in questo Consiglio, credo che sia fondamentale anche inserire gli incentivi ai concorsi genetici, che rappresentano un importante strumento di tutela e contribuiscono a preservare il territorio da fenomeni d'inquinamento genetico e di perdita del patrimonio genetico. Dare dei contributi alla tutela delle razze è sicuramente un aspetto che va nella direzione della tutela della biodiversità.
Voglio poi sottolineare la sempre più forte attenzione che stiamo ponendo al settore apistico, promuovendo iniziative e strumenti di finanziamento per un settore nevralgico per la tutela della biodiversità.
Sono anche fortemente convinto che in questo particolare contesto storico sia di fondamentale importanza insegnare ai ragazzi un livello e un modello sostenibile di agricoltura, che ribadisca in modo concreto l'importanza di mantenere la biodiversità. Questa azione continuiamo a farla e sicuramente continueremo a investire importanti risorse umane e economiche su questo progetto.
Ci credo e conto di approfittare di questo ordine del giorno per prendermi l'impegno che voi chiedete, non entro i 60 giorni, ma credo che sia di tutto interesse mio e degli Uffici continuare a lavorare su questo testo, andando però a non accettare il termine dei 60 giorni, in quanto è impossibile in questo momento rispettare un termine così stretto, visti tutti gli impegni che comunque l'Assessorato ha dovuto prendersi e di cui ha dovuto farsi carico, anche in vista di quelli che sono stati gli eventi calamitosi e tutta una serie di atti, che abbiamo già avuto modo, anche grazie agli ordini del giorno degli altri colleghi, di approfondire.
Presidente - Altri? Consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Ringrazio l'Assessore per la risposta. Quando ha detto che non era convinto del termine di 60 giorni, ho pensato che sicuramente il testo è quasi pronto, quindi dimezziamo a 30.
A parte le battute, era, come ho detto, un rappel; lei si era preso giustamente l'impegno entro fine 2024, quindi tempo ce n'è ancora. Sicuramente l'Assessorato e gli Uffici hanno anche delle altre priorità da dover gestire.
Io sono abbastanza soddisfatto dell'obiettivo, quindi del rappel di questo ordine del giorno, che ritiro. Ci riserviamo però di eventualmente ripresentare iniziative qualora, al di là del termine dei 60 giorni, ci possano essere ancora delle dilazioni, perché comunque penso che sia un testo che possa trovare una larga convergenza in questo Consiglio.
Presidente - L'ordine del giorno è ritirato. Ricordo, a beneficio di chi ci ascolta, che il Consiglio prosegue senza soluzione di continuità fino alle ore 22:00 e riprenderà domani mattina alle ore 09:00.
Passiamo al punto all'ordine del giorno seguente, di Forza Italia, n. 8. Consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Torniamo a parlare del progetto "5.000 genomi in Valle d'Aosta", avviato nel 2019 e che, se non sbaglio, dovrebbe concludersi il 30 novembre 2024. Magari chi mi risponderà mi dirà meglio se ci sia stata qualche proroga che magari mi è sfuggita.
Questo in qualche modo genera un minimo d'incertezza intorno al Centro che lo accoglie, che è il CMP3, in virtù del fatto che tra Ospedale Parini e progetto "5.000 genomi", secondo alcune affermazioni che si sono sentite in Consiglio ma anche in Commissione, non c'è la giusta sintonia. Ma non c'è neanche la giusta sintonia con l'Università della Valle d'Aosta, dove in qualche modo si era valutata positivamente l'ipotesi - proposta dall'allora Assessore Barmasse - di creare dei corsi o dei master in genetica, in biologia molecolare, che doveva essere sicuramente una cosa interessante. C'era un accordo di programma siglato dall'Università della Valle d'Aosta, in cui ci si impegnava a organizzare appunto dei master e dei corsi di specializzazione in ambito di genetica.
Noi abbiamo peraltro fatto in modo che si arrivasse al processo di test del DNA fetale, che in realtà viene effettuato fuori dalla Valle d'Aosta, e da informazioni che ho preso all'interno del centro si potrebbe anche fare da noi, nel centro CMP3, nel centro di ricerca. Diciamo che l'obiettivo di definire un percorso per la creazione di un centro unificato di ricerca scientifica della Valle d'Aosta ancora non ha un quadro ben definito, quindi non c'è una fase avviata.
Pertanto noi chiediamo di attivare appunto presso il CMP3 tutte le procedure organizzative in termini di acquisto di beni strumentali idonei, ed eventualmente di professionisti, quindi incrementare l'attrattività anche in quel senso, affinché la procedura del test DNA fetale si definisca completamente in Valle d'Aosta. Questo credo che quantomeno del risparmio lo possa portare, oltre che a portare occupazione.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Confermiamo che le interlocuzioni tra l'Azienda USL e il Centro CMP3 sono regolari e volte ad affrontare le varie complessità, al fine di strutturare una solida collaborazione.
Il centro CMP3, come è noto, è un centro di ricerca all'avanguardia nell'attività del sequenziamento genomico che lavora nell'ambito della medicina personalizzata, preventiva e predittiva, su un progetto curato dalle strutture dell'Assessorato del collega Bertschy, che alla fine, se vorrà, potrà aggiungere qualcosa.
Il Centro è in via principale impegnato nella realizzazione del progetto "5.000 genomi", che ha ottenuto il parere favorevole del Comitato etico. Per il territorio regionale tali attività sono svolte in stretta collaborazione con l'ospedale regionale e quindi con l'Azienda USL.
Come evidenziato nel testo dell'ordine del giorno, dando atto dell'attenzione che i proponenti hanno portato su questo tema, con delibera 97 del febbraio 2024 abbiamo inserito nei LEA aggiuntivi regionali il test gratuito del DNA fetale, senza quindi oneri a carico dell'assistita, nell'ambito degli screening prenatali a tutte le donne in stato di gravidanza.
L'Azienda USL, anche in ragione dell'accreditamento conseguito dal Centro CMP3, ha in programma di svolgere le necessarie valutazioni per definire i termini di una convenzione con il Centro per le varie attività di analisi genomica che non possono essere svolte direttamente presso l'Azienda USL, compreso appunto il test del DNA fetale.
Considerato che quanto richiesto rientra già nella potenzialità di applicazione delle attività altamente innovative del Centro, si richiede il ritiro dell'ordine del giorno. Contrariamente, il nostro voto sarà di astensione. Naturalmente, come richiamato in quanto appena detto, stiamo analizzando in tal senso i rapporti col Centro CMP3.
Presidente - Consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Grazie, Assessore, io le ho anche chiesto dei rapporti con l'Università e lei ha tralasciato di dirmi questa cosa, che forse era tra le più importanti. Io lo ritiro, ma su questo argomento ci torneremo, perché in qualche modo c'è una convenzione da fare e una convenzione richiede che qualcuno si metta a scriverla, ma che ci siano intorno tutti gli strumenti idonei per far sì che questa convenzione parta e prenda piede. Per ora lo ritiro, ma su questo argomento ci torniamo, perché siamo particolarmente affezionati, diciamo, a questo Centro.
Un'altra cosa che io avevo chiesto è se il progetto che è stato avviato nel 2019 si concluderà il 30 novembre 2024, come da delibera del 2019, o se c'è stata una proroga. Fatecelo sapere.
Presidente - L'ordine del giorno è ritirato.
Ordine del giorno successivo, il n. 8 della Lega. Consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Con questo ordine del giorno intendiamo suggerire al Governo una nostra proposta per migliorare gli obiettivi di attuazione del Documento di economia e finanza regionale, in riferimento al capitolo 1.2 dell'Assessorato agricoltura e risorse naturali, dove si riferisce: "Fra gli obiettivi costanti dell'operato dell'Assessorato, il sostegno alle attività di valorizzazione e promozione delle eccellenze territoriali, dei prodotti enogastronomici, del territorio rurale e del savoir-faire dei suoi operatori resta un punto fermo". Pagina 102. Parte assolutamente condivisibile e talmente condivisibile che ha innescato in noi un'idea nata da un approfondimento, da una lettura del territorio e di un tema che si lega particolarmente alle peculiarità del territorio valdostano.
È il tema, lo anticipo, dell'incentivazione della filiera delle erbe officinali. Probabilmente nel punto che io ho citato, estratto dal Documento, è sottintesa anche questa attività, quindi la filiera delle piante aromatiche officinali, ma di fatto non è esplicitata. Riteniamo sia opportuno quantomeno esplicitarla e avere una presa di coscienza da parte del Governo.
Voi avete già anticipato che su tutti gli ordini del giorno tout court ci sarà una soluzione di astensione - situazione che ritengo molto banale, ma queste sono le regole del gioco e sportivamente accetto - motivo per cui ripropongo e propongo questo argomento, anche se so perfettamente che non andrà a buon fine. So altrettanto perfettamente che, all'interno del Governo, in particolare l'Assessore di riferimento non sia estraneo a successivi approfondimenti di sensibilità, quindi che ci sia la possibilità di un'azione futura. Siccome è d'interesse da un punto di vista morale, etico, da un punto di vista dell'impegno politico, il bene del territorio e non tanto una sorta di competizione tra squadra, ritengo che sia il caso di spendere due parole.
Le eccellenze in agricoltura sono chiaramente dirette conseguenze della peculiarità del territorio, oltre che della capacità imprenditoriale degli operatori. Questo è del tutto evidente. Il territorio valdostano, per la sua conformazione, per l'ampia variabilità di altitudine, per la natura ed esposizione dei suoli, per le particolari condizioni climatiche, ventose (una condizione climatica che si espone a siccità e umidità alternate in maniera anche molto drastica, differenze di temperature, giorno-notte, inverno-estate) risulta un territorio ben predisposto alla coltivazione di erbe aromatiche e officinali.
Tra l'altro, queste caratteristiche territoriali, che possiamo definire estreme, favoriscono le migliori condizioni per la concentrazione all'interno delle essenze vegetali dei relativi oli essenziali. È noto che la produzione di sostanze essenziali da parte delle piante aromatiche e officinali è innescata proprio come meccanismo di autoprotezione, a seguito appunto di queste estremità delle condizioni. Più precisamente, sensibili sbalzi tra periodi piovosi e aridi, suoli drenanti ed esposizione massiccia all'insolazione, come detto, sono tutti fattori che favoriscono questa caratteristica delle piante, in particolare delle erbe officinali, quindi il nostro territorio ha una sorta di predisposizione regalata dalla natura e, di conseguenza, una vocazione, che si traduce anche in vocazione dal punto di vista imprenditoriale.
Soltanto alcuni dati. Il mercato delle piante officinali vede una previsione di crescita mondiale superiore al 10%, tra il 10 e il 12%, all'anno. Queste sono le previsioni a breve e medio termine, fino al 2028. Solo nel 2022, poco meno della metà dell'intera produzione mondiale, ripeto mondiale, che ha generato un fatturato di 100 miliardi di euro, cioè la metà della produzione è pari a 100 miliardi di euro, è solo del territorio europeo. Questo fa sì che probabilmente la presenza di condizioni climatiche e geografiche rende il territorio europeo già estremamente vantaggioso, ma al suo interno il territorio del Mediterraneo è ancora più vantaggioso e il territorio alpino della nostra regione, - perché lo stesso territorio in Svizzera non ha queste condizioni, lo stesso territorio in Trentino non ha queste condizioni -, proprio il nostro territorio, ha particolari predisposizioni.
Immaginiamo quindi che è un settore che si apre a una grande redditività, con diversi impieghi: i prodotti adattogeni, quindi integratori, infusi caldi e freddi, profumi, ingredienti per bevande, prodotti per la disinfezione e igienizzazione, prodotti per medici veterinari e prodotti anche per l'impiego in agricoltura.
Insomma, dalle informazioni che abbiamo potuto ricavare risulta che, benché il territorio della nostra regione consenta, per le sue caratteristiche, la possibilità di coltivare un'ampia varietà di specie officinali, mantenendo un vantaggio competitivo rispetto a territori analoghi concorrenti, d'altra parte gli investimenti in tale settore siano ancora piuttosto limitati. Chiaramente il costo della manodopera è alto, perché il nostro territorio, oltretutto, è un territorio che rende difficile, anzi eroica, l'attività di coltivazione. È quindi necessario ancora, appunto, investire in beni, in attrezzature, nella ricerca, che è estremamente importante, nella formazione, nella creazione di competenze e di professionalità, anche a fronte delle tendenze di cambiamento climatico.
Considerato che la combinazione di queste premesse rivela quanto sia importante per il nostro territorio saper cogliere l'opportunità d'investimenti nel settore delle piante aromatiche e officinali e nella relativa filiera di produzione e di trasformazione - questo è il cuore del nostro suggerimento: saper cogliere l'opportunità di investimenti nel settore delle piante aromatiche - noi chiediamo al Governo della Regione di considerare l'elaborazione d'iniziative volte all'avvio di azioni di ricerca, di sensibilizzazione, di promozione, di incentivazione della filiera di coltivazione e trasformazione delle erbe aromatiche e officinali sul territorio regionale.
Presidente - Assessore Carrel, ne ha facoltà.
Carrel (PA) - L'Assessorato Agricoltura è molto attento e sensibile al tema delle erbe officinali, infatti sono numerose le azioni già messe in campo per sensibilizzare e promuovere una filiera che ha un ottimo potenziale di crescita nel nostro territorio.
L'attività di divulgazione viene indirizzata sia alle classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado che aderiscono al progetto "Itinéraires de découverte", con l'organizzazione di visite guidate, sia al grande pubblico nell'ambito delle manifestazioni organizzate dall'Assessorato Agricoltura. Inoltre, i tecnici sono a disposizione per ogni supporto tecnico per ogni operatore della filiera e a tutti coloro che intendono avvicinarsi a questo settore.
Negli ultimi anni l'attenzione a prodotti di origine naturale ha incentivato lo sviluppo del settore delle erbe officinali, offrendo una buona integrazione al reddito delle aziende, diversificando la produzione. L'Assessorato ha sostenuto e sosterrà anche in futuro le aziende che intendono avviare nuove attività, oppure effettuare investimenti nel settore delle erbe aromatiche e officinali, con aiuti agli investimenti, per cui anche quelli previsti dal CSR. Queste opportunità potranno essere colte dalle aziende operanti nel settore delle orbe officinali per sviluppare le proprie attività.
Presidente - Altri vogliono intervenire per l'ordine del giorno? Consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Come ho detto nella presentazione, non mi interessa una competizione a squadre, mi interessa il bene del nostro territorio.
Nella sua risposta io leggo, percepisco una sorta di buona intenzione. Sicuramente generica, perché probabilmente i tempi sono questi, il luogo è questo e quindi non può andare oltre a questo. Per quanto l'ordine di scuderia, come già riferivo al suo collega Grosjacques un paio d'ore fa, sia indirizzato a una soluzione monotematica e univoca, mi sembra di poter leggere nella sua risposta una volontà a prendere in considerazione il tema.
Non vuole essere, il mio, una sorta di autoconvincimento, né una sorta di consolazione, ma proprio in maniera seria, anzi addirittura determinata, a questo punto ritengo che la votazione dell'ordine del giorno sia superflua perché le sue parole sono registrate, sono in qualche modo messe agli atti.
Anticipo fin d'ora che inoltrerò una formale richiesta al Presidente Chatrian della III Commissione consiliare, con la quale chiederò un'audizione da parte sua, assessore Carrel, per resocontarci in maniera un po' più dettagliata e approfondita quali siano gli intendimenti, nei dettagli. Ritengo sia un tema d'indubbia importanza per il nostro territorio e valga la pena effettuare i dovuti approfondimenti nelle dovute sedi, superando anche effettivamente forme di banalizzazione. Tra gentiluomini e persone che non trattano convincimenti facili, ma che prendono in considerazione con serietà la questione, io l'aspetto, assessore Carrel - se il Presidente della Commissione sarà d'accordo ad accettare questa richiesta - per un approfondimento più dettagliato.
Presidente - L'ordine del giorno è ritirato, passiamo pertanto al seguente, n. 8, di PCP.
Consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Visto che non parliamo mai di lavoro, parleremo di lavoro agile. Nel DEFR, nella riorganizzazione dell'Amministrazione regionale, si parla anche dello studio Bocconi, ormai accennato diverse volte, ma si parla di quei due cantieri d'innovazione, uno sulle tematiche e la programmazione del lavoro agile, conclusosi il 31 maggio 2024 con la produzione di documenti di analisi e di proposte operative concrete, migliorative ed evolutive, da proporre alla Giunta regionale per la successiva implementazione nella traiettoria di cambiamento. Questo è quanto viene riportato nel DEFR.
Nei giorni scorsi, il 23 settembre, con delibera 1167, abbiamo anche visto l'approvazione della nuova disciplina del lavoro agile all'interno dell'amministrazione regionale. Questa disciplina abbiamo iniziato ad analizzarla anche con i dati interessanti che ci sono all'inizio del DEFR, da cui emerge come l'82% dei part-time in Valle d'Aosta sia richiesto proprio dalle lavoratrici.
Concentrandoci sulla disciplina allegata alla delibera di Giunta, all'articolo 4 vi sono i principi di esclusione dal lavoro agile, e sono principalmente due. Uno è il fatto che si può chiedere lavoro agile solo se si è a tempo indeterminato e pieno, e non impiegati in mansioni e settori esclusi, per natura e tipologia, dall'attività lavorativa non agibile da remoto. Anche sotto questo punto di vista poi ci sono varie specifiche, perché naturalmente anche chi lavora nelle segreterie potrebbe lavorare da remoto, ma viene specificato che non rientra in tale tipologia.
Quello su cui noi ci concentreremo è proprio la tipologia dei lavoratori part-time, a cui si dedica una parte dicendo che, nel caso in cui vogliano poter usufruire del lavoro agile, dovrebbero passare a tempo pieno entro il 31 ottobre, per poi chiedere il lavoro agile. Ci sembra un po' una contraddizione in termini, proprio chi chiede il part-time abitualmente ha quelle problematiche familiari per le quali si dovrebbero venire incontro a chi richiede il lavoro agile.
Con questo ordine del giorno impegniamo quindi il Governo a rivedere la disciplina di attuazione del lavoro agile per consentire, in un'ottica di pari opportunità e di non discriminazione, di non esclusione dei part-time o dei tempi determinati, di fruire del lavoro agile, e per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori elencati invece al comma 4 dell'articolo 3, quelli che in sostanza non possono neanche richiederlo, la possibilità a questo punto di una mobilità affinché poi possano chiedere il lavoro agile, in modo da mettere tutti nelle stesse condizioni, tutti i lavoratori e le lavoratrici del comparto.
Questa è l'impegnativa di questo ordine del giorno.
Presidente - Prego. Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Le esclusioni dal lavoro agile dei lavoratori a tempo determinato e part-time sono previste dal Contratto collettivo regionale di lavoro, sottoscritto il 07/11/2018. Non è, quindi, proprio una novità dell'ultima delibera.
Ciò premesso, è bene evidenziare che il lavoro agile, prima di essere una misura di conciliazione tra la vita privata e la vita lavorativa del dipendente, è una diversa modalità organizzativa del lavoro, che deve innanzitutto funzionare rispetto al lavoro che c'è da fare e ai servizi che devono essere erogati ai cittadini e alle imprese. Il lavoro agile non è quindi di suo un diritto del lavoratore, né sostituisce gli altri istituti di tutela previsti dall'ordinamento.
Trattandosi di una modalità organizzativa del lavoro, la sua attivazione nel nuovo modello disegnato dalla Regione presuppone la sussistenza di alcuni fattori abilitanti e imprescindibili, che sono l'autonomia organizzativa e l'affidabilità del dipendente, che presuppongono una solida conoscenza delle attività in carico e il non avere bisogno di un confronto costante con i colleghi o i superiori, oltre a un rapporto di fiducia instauratosi col dirigente in merito alla propria affidabilità e responsabilizzazione, condizioni difficilmente riscontrabili per i dipendenti a tempo determinato, se non per quei dipendenti il cui rapporto di lavoro sia di durata molto lunga, almeno superiore all'anno, nell'arco del quale sia ipotizzabile il raggiungimento dei livelli di autonomia e di efficacia richiesti; inoltre, l'esclusione di alcuni servizi dove la natura del lavoro richiede la presenza fisica in servizio, questo penso vada da sé (bibliotecari, vigili del fuoco, forestali) e la presenza in servizio per almeno due giorni alla settimana, che nel caso di cumulo tra part-time e agile sarebbe compromessa.
Rispetto al part-time, occorre considerare che l'apertura verso il lavoro agile mira a conseguire tre effetti auspicati, anche la riduzione dei contratti di lavoro part-time, che più che un obiettivo, comincia a diventare una quasi necessità nella misura in cui l'Amministrazione non riesce più a reclutare tutto il personale del quale ha bisogno. Recuperare tempo lavoro dei dipendenti già in forza potrebbe essere quindi un'importante soluzione.
L'altra considerazione da fare è che tanti dei contratti part-time in essere non dipendono da esigenze familiari, che magari erano all'origine delle richieste di quindici anni fa, ma rispondono a esigenze di comunità dei lavoratori, che sono ormai abituati a lavorare quattro giorni su cinque. Spingere il rientro a tempo pieno di chi ha la possibilità di lavorare di più, dandogli la flessibilità del lavoro agile, per lasciare il posto part-time al collega assunto dopo, che ha l'esigenza oggettiva di lavorare meno, sarebbe una cosa da auspicarsi e che potrebbe essere positiva.
Presidente - Ci sono interventi da parte dei gruppi? Consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Abbiamo una visione diversa, è evidente, perché ritengo che invece questo dovrebbe essere in qualche modo un diritto per tutti. Lo dico perché se capita che una persona venga assunta in biblioteca - ha fatto lei un esempio pratico - questa non può chiedere il lavoro agile. Secondo me, a questo punto, o le si riconosce un'indennità diversa, proprio perché non può accedere a determinate agevolazioni, chiamiamole così, oppure le si dà la possibilità e le si permette la mobilità, in modo da essere considerata come qualsiasi altro lavoratore.
Mi sembra poi che nella delibera ci sia un po' di confusione fra il lavoro agile e il telelavoro. In molte aziende in cui esiste il lavoro agile, questo lo è veramente, quindi si pongono degli obiettivi e il lavoratore può svolgerli quando vuole. Invece, qui dobbiamo rispettare gli orari, dobbiamo rispettare determinate cose e non, invece, lavorare per obiettivi, che potrebbe essere un altro modo per agevolare quanto lei diceva, ossia il rientro a tempo pieno di alcuni lavoratori che magari - anche per esigenze di trasferimento, perché non tutti abitano ad Aosta - potrebbero, con degli obiettivi, lavorare da casa.
Lo ha detto anche lei, esiste nel contratto, ma adesso c'è una delibera che mi sembra abbia solo una presa d'atto dei sindacati. Naturalmente quindi su questo tema chiederò anche alla parte sindacale, che non abbiamo potuto coinvolgere all'interno della discussione del DEFR, cosa ne pensi, perché credo che queste linee e questa disciplina in qualche modo vadano a penalizzare determinati lavoratori, che secondo me, invece, devono poter avere le stesse opportunità degli altri.
Naturalmente non ritiro l'ordine del giorno.
Presidente - Non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. Tutti hanno votato. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rosaire, Sammaritani, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo a quello seguente, il n. 8 di Rassemblement Valdôtain. Consigliere Brunod, ne ha facoltà.
Brunod (RV) - Questo ordine del giorno ha come oggetto la promozione e la valorizzazione dei percorsi ciclotour sul territorio regionale.
Rileviamo che all'interno della sezione dell'Assessorato all'Agricoltura e risorse naturali si riporta quanto segue: "Per il triennio 2025-27, l'Assessorato continuerà a favorire la promozione e la manutenzione della rete escursionistica regionale, anche ai fini cicloturistici, nell'ottica dell'implementazione della sua fruibilità mediante un'attività di mappatura e classificazione degli itinerari con posa di idonea segnaletica e l'approvazione di una legge ad hoc".
L'implementazione della fruibilità della rete escursionistica anche ai fini cicloturistici è uno degli obiettivi dell'Assessorato sopracitato e per arrivare al raggiungimento completo dell'obiettivo ci vorranno sicuramente ancora alcuni anni, così come viene riportato nelle tabelle relative alla stima dei tempi di realizzazione.
La sezione 1.6, cioè dell'Assessorato Opere pubbliche, territorio e ambiente, ci riporta che nell'ambito della mobilità sostenibile, per dare attuazione ai contenuti del costituendo Piano regionale della mobilità ciclistica, si intende proseguire nella realizzazione della Ciclovia Baltea di fondovalle, collegata con la rete ciclabile nazionale, dando applicazione pratica ai lavori di completamento di un'asse ciclabile che percorra l'intero fondovalle regionale, quale percorso riconosciuto espressamente d'interesse regionale, che abbia la funzione di supporto e collegamento con le viabilità ciclopedonali di livello locale già esistenti o da realizzare, e fornisca la possibilità di una mobilità alternativa, sia per esigenze lavorative sia per motivazioni turistico-sportive.
Rimarchiamo che uno degli obiettivi dell'Assessorato sopramenzionato è proprio la realizzazione di questo itinerario ciclopedonale e, come viene riportato anche qui nelle tabelle, si apprende che il termine stimato per la realizzazione dei lavori e il relativo collaudo sarà entro l'anno 2027. In automatico vuol dire che ci vorranno almeno tre anni prima di poter avere disponibile questo importante e strategico itinerario di fondovalle.
Evidenziamo che invece all'interno del paragrafo dell'Assessorato al Turismo e sport non abbiamo ritrovato informazioni, considerazioni oppure prospettive per quanto riguarda il settore del cicloturismo della Regione Valle d'Aosta, però rileviamo che all'interno del sito ufficiale di promozione turistica della Regione nella sezione "Sport, Sport estate, Bicicletta e mountain bike in Valle d'Aosta" si possono trovare diverse informazioni interessanti relative ai percorsi per le due ruote.
Evidenziamo che nella sezione dei percorsi si possono trovare varie indicazioni interessanti relative agli itinerari per il ciclismo su strada, percorsi mountain bike, percorsi downhill e freeride, e che le relative schede dove vengono rappresentati i dettagli per ogni ciclotour, itinerario o percorso, non hanno tutte la stessa modalità e completezza nella rappresentazione dei dati tecnici dei percorsi. Riteniamo che, in attesa dell'approvazione di una legge ad hoc per l'implementazione della fruibilità della rete escursionistica, sarebbe molto importante, ai fini di una migliore valorizzazione e promozione dell'attuale offerta turistica delle due ruote, poter quanto prima integrare in modo completo e uniforme le varie indicazioni tecniche dei vari itinerari ciclotour all'interno delle relative schede informative presenti sul sito ufficiale della Regione Valle d'Aosta e, allo stesso tempo, prevedere la realizzazione e il posizionamento di un'apposita segnaletica verticale dei percorsi ciclotour, affinché la nostra regione possa diventare sempre più attrattiva anche sotto questo aspetto turistico-sportivo.
Tenendo conto delle sempre più grandi potenzialità che sta offrendo il settore legato al cicloturismo nelle varie specialità e dei grandi investimenti che stanno facendo altre realtà concorrenti alla Regione Valle d'Aosta - inoltre stiamo parlando di una disciplina che può praticarsi sette/otto mesi durante l'anno, quindi con delle grandi potenzialità a livello anche di destagionalizzazione e proprio per la sua lunga durata di poter praticare questo sport - si impegnano gli Assessori competenti:
"A prevedere, in attesa della definizione di un'apposita legge ad hoc per l'implementazione della fruibilità della rete escursionistica, anche ai fini cicloturistici, l'individuazione nella definizione del prossimo bilancio di previsione 2025-27 delle risorse necessarie per la realizzazione e il posizionamento, entro la primavera/inizio estate 2025, di un'apposita segnaletica verticale dei meravigliosi percorsi cicloturistici già oggi presenti nella sezione 'Ciclotour itinerari ciclistici in Valle d'Aosta';
a prevedere entro l'inizio della primavera 2025 l'inserimento completo e uniforme di tutti i dati tecnici (intendiamo i vari file gpx, kml, le planimetrie ed altimetrie) relativi ai percorsi ciclotour e percorsi di mountain bike presenti all'interno della sezione del sito turistico regionale www.lovevda.it".
Presidente - Risponde per il Governo l'assessore Carrel.
Carrel (PA) - Lei, consigliere Brunod, ha di fatto anticipato anche un altro ordine del giorno che andremo a trattare dopo, che riguarderà anche la segnaletica, ma ovviamente sono due settori molto interconnessi e quindi inizio a rispondere, per quanto di competenza, per il cicloturismo.
Per quanto di competenza dell'Assessorato all'Agricoltura e risorse naturali, come lei ha già ben ricordato e letto, vi è un punto specifico all'interno del DEFR che parla del settore del cicloturismo. È in corso un incarico a professionisti esterni che ha l'obiettivo di aggiornare la mappatura di tutti gli itinerari escursionistici presenti nel Catasto sentiero, cioè il geo-navigatore, e inoltre di introdurre la classificazione ciclo-escursionistica per quelli di interesse regionale, la Via Francigena e il Cammino Balteo.
Tale classificazione determinerà quali itinerari siano da ritenere idonei al ciclo-escursionismo sulla base di parametri tecnici oggettivi: la pendenza, l'esposizione al vuoto e il tipo di fondo. Quest'ultima sarà riportata sul web, sulle pagine istituzionali e anche su eventuali dépliant. La segnaletica relativa al ciclo-escursionismo sarà posizionata in punti strategici, per non gravare con numeri incontrollati di strutture artificiali come pali, cartelli e bacheche.
Rimane in capo alle amministrazioni comunali il posizionamento della relativa segnaletica e degli itinerari di loro competenza.
Io credo che, come lei ha ben detto, bisogni in primis concentrarsi su questo incarico, perché la questione principale è individuare quali siano i sentieri idonei per l'esercizio del ciclo-escursionismo. Lo dico anche perché spesso e volentieri vi sono delle persone che si mettono a effettuare cicloturismo e ciclo-escursionismo in sentieri non idonei, o non all'altezza delle loro competenze, o anche in condizioni meteo difficili. Questo ovviamente ci mette in difficoltà. Credo che un'analisi approfondita dei sentieri e quindi delle tratte escursionistiche necessarie per definire quale sarà l'idoneità e poi poter fare un'analisi sia il primo passo, fondamentale, per raggiungere l'obiettivo da lei auspicato.
Presidente - Altri? Consigliere Brunod, ne ha facoltà.
Brunod (RV) - Ringrazio l'assessore Carrel per la risposta in merito a questo ordine del giorno; è una tematica sulla quale siamo già più volte, anche diversi gruppi, andati nel merito, ma forse su questo ordine del giorno, come Rassemblement Valdôtain, ci saremmo aspettati più una risposta, anche in base ai contenuti dell'ordine del giorno e soprattutto sull'impegnativa, dalla parte del turismo. Infatti lei ha ben detto, lei ci ha risposto sul lavoro che è da fare, sugli itinerari che sono da individuare ed è giusta, infatti, la sua risposta, ma noi intendevamo porre delle azioni e impegnarci per un prodotto che c'è già, sentieri che ci sono già, informazioni che sono già presenti sul sito per quanto riguarda il cicloturismo, quindi un qualcosa che la Regione sta già vendendo dal punto di vista della promozione e della valorizzazione.
Intendevamo quindi - lo ripeto - rivedere e correggere tutta la parte d'informazioni tecniche su quello che c'è già adesso, sugli itinerari di ciclotour e percorsi mtb, perché c'è una serie d'informazioni; su alcune parti ci sono delle cose, su altre ce ne sono altre, altre ancora sono mancanti. Sulle planimetrie magari c'è solo il punto di Google Maps ma non c'è l'itinerario. Adesso non sto a elencare tutte le cose che si possono migliorare.
Invece, l'altro discorso era il posizionamento di cartellonistica, stiamo parlando d'itinerari di ciclotour, quindi su strada asfaltata, itinerari ben conosciuti, che rientrano anche nella promozione in ottica di avvicinamento ai famosi Giri, tipo Giri d'Italia e quant'altro.
Comunque non c'è nessun problema, si trattava di porre l'attenzione per migliorare questo argomento, quindi, avendo ricevuto da parte sua questa risposta che non corrisponde proprio ai contenuti dell'ordine del giorno, noi lo ritiriamo. Avremo modo di ritornarci in maniera più approfondita in altre occasioni.
Presidente - L'ordine del giorno è ritirato.
Passiamo al seguente, il n. 9 di Forza Italia. Consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (FI) - Torniamo a parlare del servizio car sharing nella nostra regione.
Come Consiglieri regionali siamo chiamati a garantire che ogni proposta venga valutata con un'attenzione particolare ai bisogni effettivi della popolazione valdostana, nonché alla sostenibilità a lungo termine delle nostre politiche. In quest'ottica riteniamo prioritario il rilancio del servizio di car sharing nella nostra regione, una misura chiave per promuovere la mobilità sostenibile e migliorare la qualità di vita dei cittadini e dei visitatori, in chiave turistica appunto.
La Regione Valle d'Aosta si distingue per la sua unicità e per le sfide specifiche legate alla mobilità, soprattutto a causa del forte flusso turistico stagionale e delle esigenze della popolazione residente, sia nelle aree urbane che in quelle montane.
A fronte di tali particolarità, è fondamentale esplorare e adottare soluzioni innovative e flessibili, che possano contribuire a ridurre la dipendenza dell'auto privata, mitigare la congestione del traffico e ridurre l'impatto ambientale. Il car sharing, già ampiamente adottato in molte altre realtà italiane ed europee, si è dimostrato uno strumento efficace non solo per la diminuzione delle emissioni di CO2, ma anche per integrare vari sistemi di trasporto in maniera completa ed efficiente.
Tuttavia, nella nostra regione, nonostante i tentativi iniziali, l'abbiamo già evidenziato, questa soluzione non ha avuto lo sviluppo e il successo sperato. Crediamo che il momento attuale, con la crescente sensibilità verso i temi della sostenibilità e la necessità di ripensare la mobilità, offra una nuova opportunità per rilanciare quest'importante iniziativa.
In quest'ordine del giorno proponiamo dunque un impegno del Governo regionale a rilanciare il progetto car sharing, integrandolo con un sistema di trasporto pubblico esistente e favorendo l'accessibilità del servizio nei principali hub di trasporto.
Tale proposta non solo risponde alle necessità d'innovare le modalità di trasporto nella nostra regione, ma si inserisce anche in un ampio quadro di politiche europee e nazionali volte alla promozione della mobilità sostenibile e alla riduzione delle emissioni nocive.
Presidente - Per il Governo, assessore Bertschy.
Bertschy (UV) - Come ho avuto occasione di dire nell'ultimo Consiglio regionale, stiamo lavorando anche su questo argomento. Nel Piano regionale trasporti sono indicati degli obiettivi chiari e, una volta conclusa tutta quell'attività, e ci sarà anche una revisione della legge 16/2019, si darà massima attenzione ai progetti di car sharing. Finita la sperimentazione, come ci siamo appunto detti nell'ultimo Consiglio regionale, stiamo lavorando per rendere nei prossimi anni questo servizio ancora più adatto al nostro territorio, sperimentando anche in altre zone.
Al momento quindi ci asteniamo, come su tutti gli altri ordini del giorno, ma l'indicazione rimane quella della risposta dell'ultimo Consiglio.
Presidente - Consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (FI) - In effetti, ne avevamo già parlato nel Consiglio precedente, quindi apprendiamo con grande piacere il fatto che questo progetto venga poi preso in considerazione.
Vorrei soltanto ricordare che ho preso atto da fonti giornalistiche che la società Enilive, quindi società italiana controllata da Eni, ha ampliato proprio in questi giorni - io l'ho scoperto stamattina - una rete di noleggio anche nella nostra regione, attraverso il servizio Enjoy. Io credo che sia una cosa più legata al privato e non al pubblico.
Ricordo, come ho detto prima, che nel Consiglio precedente abbiamo parlato di car sharing e la nostra iniziativa andava proprio nella direzione che ha detto lei, quindi apprendiamo con piacere che venga approvato questo progetto il prima possibile.
A questo punto io ritirerei l'ordine del giorno.
Presidente - L'ordine del giorno è ritirato.
Passiamo a quello seguente, il n. 9 della Lega. Consigliere Lavy, ne ha facoltà... Consigliere, la invito... Silenzio!
Consigliere Lavy, mi scusi; ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Si sono un po' perse le tracce della legge sulla multifunzionalità in agricoltura. Ora magari l'Assessore mi stupirà dicendo che potrebbe essere presentata domani. Ho i miei dubbi, perché comunque so che anche dal punto di vista legislativo non è una legge di semplice produzione. Mettiamola così.
Quella sulla multifunzionalità, appunto, era una legge citata già nel DEFR di due anni fa. Prima, sinceramente, non sono neanche andato a ricontrollare. Nel DEFR dell'anno scorso, si diceva chiaramente: "Si sta portando a termine il processo di stesura di una legge sulla multifunzione in agricoltura, che dovrebbe essere pronta nel corso dell'autunno".
Ora, l'autunno non è ancora finito, per carità, però dato che non se ne è più sentito parlare, con quest'ordine del giorno si vuole un poco capire qual è il punto dell'iter della legge sulla multifunzionalità. Una legge che sarebbe assolutamente importante - che andrebbe a normare il tema dell'agriturismo, dell'enoturismo, dell'agricoltura sociale, della trasformazione e confezionamento di prodotti, della vendita diretta e della produzione di energia - e potrebbe dare davvero una mano a tante aziende che vogliono avere uno sviluppo imprenditoriale di un certo tipo e un'integrazione del reddito, che oggi è sempre più necessaria per rimanere in piedi.
Con questo ordine del giorno quindi si chiede che, magari entro 60 giorni, sia presentato un disegno di legge su cui iniziare l'iter di discussione nella Commissione competente.
Presidente - Assessore Carrel, ne ha facoltà.
Carrel (PA) - A seguito di numerosi incontri avvenuti con i vari portatori d'interessi, identificati peraltro nella delibera di Giunta regionale 390/2023, l'ufficio competente, avvalendosi anche di una consulente esterna, è arrivato alla stesura del testo. Sono ancora in corso analisi approfondite sui vari capi della proposta di legge con i vari uffici competenti in materia.
Stiamo attualmente valutando l'iter adeguato a rispondere alle esigenze del nostro territorio nel rispetto delle normative di riferimento e riteniamo di non riuscire a presentare entro i termini richiesti il disegno di legge, ma c'è l'impegno, appunto, di procedere in tale direzione con tutti gli uffici coinvolti, proprio per riuscire ad approvare la legge entro la fine della legislatura.
Presidente - Consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Dispiace un po' che, appunto, si vada oltre i termini del DEFR scorso, però ci fidiamo, sapendo benissimo che è una legge che tocca vari ambiti e che quindi è molto complessa anche nella sua definizione. Ovviamente ci aggiorneremo e quindi ritiro l'ordine del giorno.
Presidente - L'ordine del giorno è ritirato.
Passiamo al n. 9 di PCP. Consigliera Minelli, a lei la parola.
Minelli (PCP) - Oltre agli obiettivi strategici che sono elencati nella III Sezione del DEFR, c'è poi la Sezione IV, che si occupa delle società controllate e degli enti strumentali della Regione. Nel paragrafo che in questa sezione è riservato agli indirizzi per le società di impianti a fune, la priorità delle priorità è indicata nell'avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica per il collegamento di Cime Bianche.
In audizione, a proposito di questo argomento, sono state poste delle domande, che erano sull'iter del dossier e non tanto sull'opportunità o meno di questo intervento, perché le domande che sono state fatte, inizialmente dal collega Aggravi e poi anche dalla sottoscritta, riguardavano lo studio propedeutico commissionato da parte della Regione alla Società Monterosa e che poi è stato consegnato alla stessa, così ci era stato detto, alla fine del 2022. Non era stato possibile esaminarlo subito, perché la società, lo ricordo, ci aveva detto che erano impegnati con la stagione invernale, non potevano quindi venire a illustrarcelo. Lo studio è stato poi portato in Commissione, seduta di commissione congiunta III e IV Commissione, il 3 aprile del 2023.
In quell'occasione era stata fatta un'illustrazione da parte sia del Presidente che dell'Amministratore Delegato di Monterosa, era presente anche il Presidente della Cervino, c'erano i tecnici delle due società. Si era trattato di una prima riunione in cui noi che avevamo ricevuto da pochi giorni lo studio - uno studio che, lo ricordo, è molto corposo, con tantissimi allegati, sono migliaia di pagine - avevamo iniziato, e tutti quanti lo avevamo detto in Commissione, a leggere la relazione e alcune parti. Quel documento poi però non è stato analizzato ulteriormente, c'è stata una riunione e tutto si è fermato lì.
Noi avevamo anche chiesto due cose, la prima era stata... e poi mi ricordo che è stata ripetuta la richiesta: "Qual era il cronoprogramma stabilito dal Governo e dalla maggioranza per questo studio". Nell'audizione di due settimane fa è stato chiesto appunto a che punto si sia ed è emerso che, per quanto riguarda il progetto, a oggi è in fase di affido l'elaborazione del DOCFAP, il Documento di fattibilità delle alternative progettuali. Dopo il collega Aggravi ho chiesto chiarimenti anche io e a proposito di quello studio del 2023 l'Assessore mi ha detto: "Se il Consiglio vuole discutere di questo lo faccia, ma poi noi portiamo avanti delle indicazioni".
Io ricordo che i DEFR che sono stati approvati in quest'aula, i DEFR del 2021 e del 2022, 2023 e 2024, recitavano in maniera molto chiara l'obiettivo: "Mantenere il ruolo centrale del Consiglio regionale nelle scelte definitive da assumere per l'ipotesi d'impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche, in conseguenza dei risultati dello studio da parte delle società funiviarie sulla realizzabilità del collegamento fra i comprensori di Cervinia e Monterosa in termini di sostenibilità finanziaria, ambientale e urbanistica. L'obiettivo si prefigge di monitorare gli studi in corso in modo da rendere edotto il Consiglio non appena siano noti i risultati dello studio, in particolare sui temi della sostenibilità ambientale, oltreché finanziari ed urbanistici" - bisognava arrivare, quindi - "In questo modo il Consiglio potrà definire tempestivamente le scelte sulla realizzazione della linea".
Io sono andata a riguardare anche il verbale di quella seduta di commissione, che è molto lungo, ma ci sono alcuni punti che sono interessanti e che dimostrano come un po' in tutte le persone che erano presenti a quell'incontro fosse chiara l'idea che il Consiglio avrebbe dovuto appunto esaminare lo studio ed esprimersi.
La prima domanda era stata posta dal collega Aggravi, che aveva chiesto chiarimenti sulla questione, soprattutto economica, della sostenibilità economica, e poi era stato detto: "Lo studio è arrivato in Regione, quindi cosa vi aspettate dalla Regione, al di là della parte finanziaria, per avere una visione più chiara? Lo abbiamo chiesto anche alla parte politica, lo chiederei quindi anche alle società".
Il Presidente di Monterosa aveva detto: "Sulla prima parte, riguardo al percorso amministrativo, noi abbiamo svolto il compito che ci avete affidato. Dal punto di vista procedurale aspettiamo che il Consiglio regionale decida il da farsi, evidentemente, sia dal punto di vista della scelta tecnica sia dal punto di vista dei finanziamenti". E ancora: "Noi siamo convinti che questo studio vi dia gli strumenti per poterci dare il mandato di procedere con una progettazione esecutiva e definitiva e poi di procedere, come previsto dalle disposizioni comunitarie, rispetto anche alla pubblicizzazione degli impianti e del lavoro da fare".
Io avevo detto che c'era un'esigenza: prevedere, da quel momento in avanti, delle sessioni di analisi legate a ogni singola parte dello studio. Avevo detto: "Dovremmo porre delle domande per quello che riguarda la parte floristica, faunistica, acustica, eccetera, che non abbiamo avuto modo di esaminare con la compiutezza necessaria". Il presidente Vicquery mi aveva risposto, e la cosa mi era sembrata più che corretta: "Noi siamo assolutamente convinti della centralità del Consiglio regionale. Sul prosieguo dell'iter riteniamo di essere a vostra disposizione".
Il Presidente di una delle due Commissioni che partecipavano a quell'incontro, il presidente Chatrian, aveva ribadito: "Questo è l'inizio di un primo percorso, in modo che ci siano le prime considerazioni sullo studio di fattibilità e poi ci si possa tranquillamente posizionare e portare il dibattito all'interno del Consiglio regionale. Chiuderei questo primo incontro". Questa era stata la conclusione.
Le ultime battute erano state del presidente Munari che aveva detto: "Chiunque abbia bisogno di qualcosa non abbia dubbi a chiamare, mandiamo le spiegazioni, e poi per qualsiasi problema o delucidazione di cui avete bisogno avete solo da chiamare". L'ingegner Joyeusaz aveva aggiunto: "Tra l'altro sulle parti più ambientali, botaniche, faunistiche, che erano quelle che avevo citato, e non è il nostro campo di lavoro, eventualmente possiamo far venire i progettisti, se lo ritenete opportuno".
Ora, noi abbiamo più volte chiesto che fine avesse fatto quello studio, quali fossero state le risultanze degli esami che ovviamente il Governo avrà fatto e che avremmo dovuto fare anche noi come Consiglieri, ma non è più venuto fuori niente, non ne abbiamo più saputo niente.
Ricordo che c'era stato anche un breve intervento del consigliere Rollandin, che era allora in IV Commissione, che aveva detto: "Vorrei solo dire in questa fase, siccome non è l'ultima ? e ci aveva detto anche lui non è l'ultima ? e prossimamente ci saranno altri interventi, mi auguro che arriveranno anche determinate risposte su che cosa si vuole fare, e che abbiano un senso, altrimenti facciamo poi anche altro". Mi sembra che avesse condensato in quella battuta un po' quello che pensavamo in quel momento, tutti, cioè quello è il primo incontro, poi decidiamo, vediamo che cosa si deve fare, al netto del fatto che le opinioni, lo sappiamo, sono diverse.
Proprio al di là di quelle che possono essere le posizioni, ciò che non è capitato, che non è successo, è l'esame di quello studio. Ciò che noi quindi chiediamo, anche dopo aver presentato un po' tutti delle domande nelle commissioni, è che "Il Consiglio impegni i Presidenti della III e della IV Commissione a organizzare il necessario lavoro di analisi e approfondimento di quei documenti che costituiscono lo studio propedeutico e preliminare del collegamento di Cime Bianche", anche perché poi con questo documento DOCFAP rischiamo di avere un altro studio, quindi vorremmo prima capire che cosa si pensi di questo.
Presidente - Per la risposta, assessore Bertschy.
Bertschy (UV) - Beh, concludere questa lunga giornata di lavoro con l'ordine del giorno sulle Cime Bianche è quasi una punizione per l'Assessore. Questo è un segno del destino, la collega Minelli, all'ultimo punto, porta questa questione.
Al di là di questo, visto che nelle premesse si citano alcuni passaggi di quanto detto anche in Commissione, lo dico anche a nome del coordinatore, non sempre in Commissione si riesce a essere così precisi, perché poi si viene per discutere di un documento di programmazione, vengono fatte domande puntuali e può anche essere che in certi momenti le risposte non siano sufficientemente corrette e dettagliate.
Per esempio, lo dico perché - non in questo Consiglio, nel prossimo a questo punto - ci sarà un'iniziativa del collega Lavy sulla questione legata al DOCFAP, in risposta anche a un 116, se non ricordo male... Anzi, non si può dire, quindi non lo posso dire.
In risposta, però, a un 116 era stato chiarito che, ai sensi del decreto legislativo 36/2023, da parte della società lo studio poteva essere considerato - anzi veniva considerato - un potenziale DOCFAP e, quindi, le società avrebbero poi portato alla loro approvazione questo DOCFAP per dare corso a quello che indichiamo nel DEFR come "L'avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica per il collegamento intervallivo Cime Bianche".
Non si tratterà quindi di un nuovo studio, ma di andare a completare quelle parti di studio che il DOCFAP, una volta approvato, ha ancora mancanti. Da un lato quindi mi scuso se non siamo stati così precisi, dall'altra parte, ripeto, non sempre si hanno tutti gli argomenti a portata di mano per esserlo, quindi non era volontà di dire cose che non fossero vere.
Per quello che riguarda le mie affermazioni, io continuo a dire, magari mi sono anche espresso velocemente in quel momento, ma io continuo a dire che da parte nostra - una volta portato lo studio in Commissione, pubblicato, analizzato dalle Commissioni - abbiamo poi, nel DEFR dell'anno scorso e nel DEFR di quest'anno, dato centralità al Consiglio regionale nel dichiarare l'avvio dell'iter, che non vuol dire la realizzazione e neanche la conclusione. L'avvio dell'iter. Il Consiglio regionale, sicuramente non all'unanimità, si è espresso.
L'impegno chiede di riportare la discussione in III e IV Commissione: io non posso parlare a nome dei Presidenti, evidentemente le Commissioni lavorano con la loro autonomia, non saremo sicuramente noi a evitare come maggioranza il confronto, se di confronto si dovrà ancora parlare. È però bene chiarire su che cosa, perché oggi su che cosa ci andiamo a esprimere rispetto a quello studio? Sulla scelta di una linea piuttosto che dell'altra? Questo voglio dire. O sul completamento di un'analisi che il DEFR indica come "Avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica", quindi di avere tutti quegli elementi che ancora mancano per arrivare a questo? Sotto questo profilo, a nostro avviso, non sono ancora sufficienti gli elementi per prendere una decisione finale.
In ogni caso, lei ricorda molte volte i DEFR successivo a quelli del 2020-22. Io ricordo a tutti che in quel DEFR, che è nato in un momento molto particolare, la scheda approvata con 18 voti, uno dei quali suo... Mi pare 18... Con 23 voti è stato approvato il DEFR? Bene, meglio ancora. Aveva tre colonnine, questa benedetta scheda. In una si diceva: "Risultati attesi. Sulla base degli studi effettuati e in itinere si acquisiranno tutti gli elementi per arrivare a una decisione". Le attività svolte o avviate erano la realizzazione di studi e relazioni base. Le attività previste erano così indicate: "Dar corso, da parte dei concessionari coinvolti, agli studi propedeutici per giungere a una decisione basata sulle analisi di realizzabilità in termini di sostenibilità finanziaria, ambientale e urbanistica".
Siamo quindi esattamente nella fase che nel 2020 abbiamo autorizzato, con quel voto in Consiglio regionale, ripeto, anche con il suo. C'era stata una discussione anche interessante, perché la maggioranza e l'Assessore, allora c'era anche l'assessore all'Ambiente Chatrian... noi ci eravamo presentati con una scheda più robusta, si parlava già di possibile realizzazione, avevamo mediato, perché poi bisognava gestire una maggioranza, ma lei aveva col suo voto autorizzato l'inizio di tutti gli studi per arrivare all'attuale punto delle Cime Bianche. Quando quindi si dice...
Chiarendo bene la sua posizione, però i voti sono voti, quindi in quel momento è partita la vicenda che ancora oggi è oggetto della discussione in Consiglio regionale. Ricordo che il gruppo Lega diceva che era stato fatto un passo indietro e nessuno in avanti, noi invece in quel momento abbiamo fatto quello che si poteva fare e siamo arrivati al punto di dare alle Commissioni, attraverso lo studio delle società, delle informazioni, che non sono ancora sufficienti e quindi le completeremo con quello che è previsto, di modo che poi tutti insieme si possa avere tutti gli elementi per prendere questa decisione finale, che per quello che riguarda la maggioranza è ben evidente, per altri si tratterà di avere le informazioni che mancano.
Ripeto, quello che stiamo facendo è legittimato da quello che abbiamo deciso di fare allora, da quello che abbiamo deciso di fare nei DEFR successivi, e se mancano momenti di confronto, come sempre, credo che siamo qui per capire in quale maniera farlo. Senza sostituirci però ai tecnici, alle strutture, che devono dare le loro valutazioni e autorizzazioni, e a tutti coloro che hanno un ruolo che non è di tipo politico ma, appunto, di tipo tecnico.
Questa è la risposta che posso darle. Sull'impegno alle Commissioni, ripeto, la maggioranza non ha problemi a parlare di questi argomenti, ne abbiamo sempre parlato, ma quando ci saranno tutte le informazioni necessarie.
Presidente - Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Pensavo che non si chiudesse con questo, perché mi sembrava che fosse ancora presto, però il suo intervento è stato abbastanza articolato. Lo sarà anche il mio, quindi, dulcis in fundo, sarà proprio questo l'ultimo ordine del giorno della giornata. Assessore, lei dice che chiudere con questo è una punizione. Probabilmente è vero, perché lei ha fatto tutto un discorso - l'ho già detto una volta, quando aveva parlato qualcun altro su un altro argomento - ma è proprio quello in cui si sentono le unghie stridere sulla lavagna, perché lei ha detto: eh sì, ma tutto questo è andato avanti, adesso siamo a questo punto perché è stato votato, poi non si ricordava neanche bene, con 18 voti, in realtà no, erano 23 voti, era una maggioranza molto più ampia quella che aveva votato questo studio, che era stato frutto di una lunga mediazione. Poi ricordiamo tutti bene, credo, almeno quelli che erano qui, che la lettura che era stata data alla fine era molto diversa, era uscito sui giornali, c'era stato di tutto e di più.
Le parole però hanno un peso e forse non si fa abbastanza attenzione alle parole, perché tra "realizzare" il collegamento di Cime Bianche e utilizzare la formula "valutare la realizzabilità" c'è di mezzo, non dico un oceano, ma c'è abbastanza. È corretta la cosa che era stata alla fine, secondo me, scelta come mediazione, proprio perché le posizioni erano diverse, come succede spesso. Se però io dico "valutare la realizzabilità" del collegamento e poi si affida a uno studio che era a base d'asta di, se non sbaglio, oltre 600 se non 700.000 euro e poi è stato affidato per 400.007 euro, vuol dire che uno studio che pesa per 400.000 euro è uno studio, a mio avviso, che non può essere portato qui per tre ore di Commissione in cui si illustrano sommariamente i punti - non lo dico polemicamente, ma perché era così - non si poteva parlare di tutto in una seduta. Dal 3 aprile 2023 a oggi, e siamo a ottobre 2024, non ne abbiamo mai più parlato.
Lei dice, Assessore, che c'è stato un pronunciamento, che si è espresso il Consiglio. Il Consiglio su che cosa si è espresso? Perché noi stiamo ragionando su uno studio. Mi dispiace, ma a meno che io fossi in catalessi, e non credo, questo Consiglio non si è mai espresso su quello studio. Mi correggano i colleghi se sbaglio... Non so, probabilmente allora ho un problema di dissociazione, insomma. Non lo so, perché allora io qui non c'ero e, visto che faccio parte anche della III Commissione e non sono stata in quel momento sostituita dalla collega Guichardaz, almeno in III Commissione quella roba non è passata oltre al 3 aprile di un anno e mezzo fa.
Il discorso è questo. Adesso lei ci ha spiegato e io capisco quello che lei dice: "Si devono dare delle risposte in Commissione in maniera un po' concitata, è possibile non essere corretti, non essere precisi e magari non spiegarsi". Può anche darsi la cosa opposta, che non capiamo bene noi, perché questo succede sempre. Adesso forse siamo anche un poco tutti stanchi. Lei ha spiegato questa questione del DOCFAP ai sensi del decreto, io, devo essere sincera, poi riascolterò perché non ho capito bene, perché mi è sembrato che venisse detto che lo studio, quello propedeutico, può essere considerato come un potenziale DOCFAP, però ha anche detto che deve esserci un completamento dello studio.
C'è allora qualche cosa che non capisco bene, che non mi torna, e quello che c'è di sicuro, su questo non ci può piovere, è che noi non abbiamo esaminato quello studio. Noi non lo abbiamo esaminato. Lei ha detto "le Commissioni lo hanno analizzato". Ha utilizzato questa espressione, "le Commissioni hanno analizzato lo studio". No, non è vero, questa cosa non è vera: le Commissioni hanno ricevuto una prima illustrazione di quello studio e non lo hanno analizzato. A meno che, anche qui, sul termine "analizzare" apriamo un dibattito, perché analizzare a casa mia vuol dire guardare analiticamente un documento. Noi questo non l'abbiamo fatto, ma non c'era il tempo in quelle tre ore. Lo avremmo dovuto fare successivamente.
Tutti quanti i soggetti che hanno partecipato a quell'incontro - parlo di quella che dal mio punto di vista può essere considerata la controparte - hanno detto della centralità del Consiglio: siamo assolutamente convinti della centralità del Consiglio, sul prosieguo dell'iter noi siamo a disposizione, veniamo, diteci, chiedete le spiegazioni, facciamo venire per la parte ambientale, botanica, faunistica, eccetera, eccetera. Noi non abbiamo visto nessuno. Adesso il DEFR dice andiamo avanti con l'avvio autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica, però quella centralità del Consiglio è venuta meno, non è stata rispettata e non c'è un documento in cui si dice "La palla passa a qualcun altro", non c'è più la centralità del Consiglio.
Poi, se si vuole, si fanno discorsi legati a ciò che è stato nel 2020, anzi 2019, perché era il DEFR che avremmo dovuto approvare nel 2019 alla fine, ma poi l'abbiamo fatto durante la settimana di Sant'Orso e siamo stati qui tre o quattro giorni per approvare quel DEFR. Assessore, lei si ricorderà benissimo - perché io so che, nonostante siamo ormai vicini tutti e due alla sessantina, la sua memoria è buona quanto la mia - che alla vigilia di quel voto abbiamo discusso per ore sulla formula che bisognava alla fine trovare e la quadra era su quel "realizzabilità", che è ben diverso da "realizzare". Infatti, non è stato realizzato nulla e siamo ancora qui che ne parliamo.
Ma ne parliamo come? Come persone che non fanno un dialogo, perché noi diciamo una cosa: "Bisogna esaminare" e lei dice "le Commissioni analizzano". Quale analisi? Quali Commissioni hanno analizzato? Non è stato analizzato un bel niente. È stata fatta un'audizione, punto.
Adesso bisogna allora fare un documento, che lei mi dice ora: no, ma non è che facciamo un nuovo studio, è quello, cioè lo studio propedeutico, con un completamento. Ma allora questo studio propedeutico, se è quello su cui bisogna ragionare, analizziamolo.
Ha pienamente senso quello che chiede questa impegnativa. La rileggo, perché l'impegnativa è quella su cui poi si vota: "...i Presidenti della III e della IV (...) a organizzare il necessario lavoro di analisi e approfondimento dei documenti che costituiscono lo studio propedeutico e preliminare del collegamento intervallivo di Cime Bianche". A maggior ragione se quel documento lì - e me lo dice lei adesso, io non lo avevo capito - sarà il DOCFAP con un'integrazione, perché questo è quello che lei ci ha detto.
Per favore, io non lo so, non so come si posizionerà il resto del Consiglio, però a me pare veramente che o ci diciamo le cose come stanno e le analisi le facciamo, anche, se permettete, perché sono stati spesi oltre 400.000 euro di denaro pubblico. Allora almeno prendiamoci la responsabilità come Consiglieri della Regione Valle d'Aosta di analizzarli, i documenti che hanno un costo del genere; oppure raccontiamoci delle "cucche", e cioè che non è assolutamente vero che c'era una centralità del Consiglio, che era necessario fare un documento di quel tipo, se tutto va avanti in altro modo. Ma in realtà non è così, perché mi ha detto lei che il DOCFAP sarà quello studio, integrato e aggiornato.
Credo allora che non ci sia altro da fare che percorrere la strada dell'approfondimento nelle due Commissioni, cosa che dal mio punto di vista avrebbe già dovuto essere fatta in tutto questo tempo. Non ho capito sinceramente, non ho capito come mai non si sia andati avanti, perché visto che è indicata come una priorità, come la prima delle priorità negli indirizzi alle società impianti a fune, se è una priorità bisogna esaminarla questa roba, altrimenti decidiamo che lo fa soltanto il Governo e gli altri avalleranno.
Presidente - Consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Io non voglio assolutamente fare una sfida sulle terminologie, né con l'Assessore né tantomeno con la collega Minelli. Ricordo quella sfida quasi interna, quando i patti leonini andavano più di moda a sinistra e c'era un tentativo di scalata dal fianco.
Una cosa però è certa e la vorrei sottolineare. È vero, io dalla presentazione dello studio - poi la collega Minelli ha anche un po' rappresentato quelle che erano state le mie domande - ho chiesto e, povero Presidente della IV Commissione, ogni volta che mi trovava in Commissione si sentiva dire: "vorrei sapere qual è l'iter amministrativo col quale si pensa di proseguire", ma era per un motivo molto semplice: perché non riuscivo a comprendere - effettivamente non avevo una volontà d'inchiodare la Commissione su ogni singola riga dello studio - ma volevo effettivamente comprendere meglio come si sarebbe scelto di proseguire. La mia domanda fatta nelle audizioni avute su questo DEFR è stata sempre propedeutica a comprendere quel passaggio.
Prendo atto della risposta ricevuta, quindi dell'elaborazione di questo DOCFAP, e non voglio davvero andare oltre e insinuarmi in tecnicismi, ma dal punto di vista politico io penso che ci sia da fare una ulteriore considerazione.
Non è vero, collega Minelli, che non ci sarà il momento della centralità del Consiglio. Sa perché? Io mi sono sforzato a un certo punto di comprendere se questa centralità del Consiglio venisse meno, e invito in particolare i colleghi che erano presenti all'evento dei Fridays for Future ad ascoltarmi... Dei "Venerdì per il Domani", o quello che è, comunque il collega Padovani, magari, è bene che mi ascolti.
Sa dov'è la centralità del Consiglio? Io l'ho ritrovata la centralità del Consiglio che deve venire, è all'interno del Piano regionale dei trasporti. All'interno del Piano regionali dei trasporti ci sono due collegamenti, ma non lo dico tanto a voi, io lo sto dicendo perché nel Piano regionale dei trasporti c'è una linea e su questo tema è ben definita...
Sì, ma io le sto spiegando, collega, non nel merito, quando sarà il momento discuteremo un po' tutti, però, io dico, la centralità del Consiglio oggi, prima della chiusura della legislatura, su quel punto, su quel tema, è all'interno del PRT. Poi la linea sarà tirata in un modo o nell'altro, il palo sarà identificato in un modo o nell'altro, però c'è. Ma non lo dico a voi, lo dico alla vostra sinistra, o alla destra della sinistra, perché chi avallerà...
Mamma mia, ho capito che è tardi, però per una volta mi ascolti. Ho capito che lei ne sa più di me, ma mi ascolti, come mi dovrebbero ascoltare quelli che sono seduti vicino a lei. Perché, tra l'altro, il Movimento giovanile del PD aveva detto delle cose sul punto.
Chi approverà quel piano scritto com'è avallerà il collegamento. Poi il come si farà il collegamento, con che soldi si farà il collegamento (o si potrebbe fare il collegamento) mi auguro ci sarà all'interno del DOCFAP; io per primo, l'ho anche detto in aula, non ho gli elementi, ho dei dubbi su quello che è stato presentato come fattibilità economica. Io sono l'ultimo dei soggetti che può magari fare delle osservazioni, ma le ho fatte.
Io non ho un problema politico sul punto, qualcun altro ha un problema politico. La maggioranza ha un problema politico? Non lo so. Sicuramente la sinistra di questa maggioranza ha un grosso problema politico, perché arriverà alle elezioni dicendo che cosa? Che ha approvato un PRT dove c'è il collegamento per Cime Bianche? Questa risposta non la devo dare io, non penso che debba neanche darla la collega Minelli, ma la devono dare i componenti del Partito Democratico e accoliti, del gruppo FFPP, quello che è, perché dovranno pronunciarsi e capire cosa fare, perché lì ci sarà la centralità del Consiglio.
Quello è il punto, oggi l'ho capito, sono più sereno e quindi potrò chiudere la legislatura, magari anche su questo punto, divertendomi di più di quello che è stato fino adesso.
Presidente - Consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Non mi concentrerò tanto sugli aspetti politici, perché a una certa ora poi stanno un po' sullo stomaco, dato che non abbiamo ancora mangiato, però si sa benissimo, collega Bertschy, la differenza che c'è anche fra la nostra posizione e quella della collega Minelli.
In questo caso però non credo che si tratti di mettere in discussione l'obiettivo, che è quello del collegamento. La vostra linea è chiara, si sa qual è, quindi non dovete di certo nascondervi, anzi, ma qui è un discorso di mezzi per arrivare a quel tipo di obiettivo. Anch'io sono andato a rivedermi i verbali, non li leggo perché comunque non credo neanche si possa fare di riportare i verbali di commissione in Aula, però anche lì la volontà da parte di coloro che erano stati auditi era molto chiara: una volontà di approfondimento molto concreta per quanto riguarda lo studio e ci sono ancora diversi capitoli che, appunto, erano ancora da approfondire in maniera molto importante.
È ovvio che un ordine del giorno è sicuramente utile per riportare un po' il tema nella discussione, nel dibattito, perché l'altro giorno, quando c'è stata l'audizione sul DEFR, sua e del dirigente, anche noi siamo "caduti un poco dal pero" perché, pur condividendo magari anche lì l'obiettivo finale, si era appunto detto che il Consiglio avrebbe avuto un ruolo assolutamente centrale ed è ovvio che in discussione sullo studio questo debba avvenire.
Mi si permetta poi una battuta, Assessore. Quando si toccano certi temi che riguardano anche la questione Monterosa Ski - un poco mi dispiace dirlo perché lei comunque è sempre molto chiaro, molto diretto su tanti aspetti - però quando si tocca il tema Monterosa Ski o qualcosa che ha a che fare con la Monterosa Ski, lei glissa. Lei glissa un po' tanto, e questo personalmente, lo dico, mi dispiace, perché su altri temi lei è sempre molto chiaro, diretto, invece su questo no. È ovvio che vengano tanti dubbi, ho presentato un'interpellanza che verrà discussa chissà quando proprio per avere un minimo di chiarezza in più, ma, appunto, ci rivedremo alla prossima puntata.
Noi quest'ordine del giorno comunque lo sosterremo.
Presidente - Assessore Bertschy.
Bertschy (UV) - Semplicemente per una precisazione. Io mi riferivo al voto del DEFR, collega Minelli, che è stato votato a 18 voti. Il DEFR. Il DEFR del 2020 è stato votato a 18 voti... No. Il voto del DEFR, a 18 voti. Adesso ci siamo capiti.
Per quello che riguarda il completamento al DOCFAP, si tratta di andare a fare la VAS e la VINCA, che è l'unica che ci può dare quegli elementi che servono per completare l'analisi dei documenti. Basta.
Presidente - Consigliere Chatrian, ha facoltà.
Brusio in aula
Chatrian (UV) - Sì, posso? perché ha fatto una precisazione, quindi parlo come gruppo. Se lei è d'accordo, indubbiamente...
Considerata la delicatezza del dossier, avevamo avuto modo, nel gennaio del 2020, di condividere l'inserimento di quella scheda modificata e su quella scheda il Consiglio regionale si posizionò con ben 23 voti, quindi nettamente superiore a chi poi sostenne il DEFR al termine della discussione, i 18 voti che citavate poc'anzi.
Ma, al di là di quello, penso che l'assessore Bertschy abbia messo bene in evidenza qual è il percorso di natura amministrativa, politica, perché poi non abbiamo approvato solo il DEFR nel 2020, abbiamo approvato il DEFR tutte le volte modificato e integrato, nel 2021, nel 2022, nel 2023 e adesso nel 2024... Sì, sì, assolutamente, ma era solo per... E le modifiche si sono fatte all'interno del DEFR, successive all'accompagnamento del percorso.
Dopodiché, per quanto ci riguarda, collega Rosaire, se ulteriormente c'è la necessità di confrontarsi su delle questioni di natura puntuale, ambientale, tecnica, anche perché non siamo dei tuttologi, avremo modo nelle sedi opportune, come abbiamo sempre fatto, organizzando le cose come devono essere organizzate, ma che non posizionano le Commissioni, sono degli organismi che creano le condizioni per avere i giusti elementi. Penso che questo sia il nostro ruolo e non ci sottrae a dare la possibilità di avere quegli elementi che a qualcuno mancano, oppure a fare delle scelte, ma che non devono fare le Commissioni, bensì che altri, da un punto di vista tecnico, stanno portando avanti nelle sedi opportune, utili comunque a dare quelle giuste informazioni di cui si diceva poc'anzi.
Questo è il nostro intervento, questa è la modalità che abbiamo, mi sembra, sempre portato avanti in questi anni su tutti i dossier, per quanto riguarda il nostro ruolo.
Presidente - Altri interventi? Vedo il consigliere Chatrian...
Non vedo richieste, mettiamo in votazione. Tutti hanno votato? La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'ordine del giorno non è approvato.
Con questo si concludono i lavori di oggi.
Il Consiglio è aggiornato per finire il punto n. 4 a domani alle ore 09:00.
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La seduta termina alle ore 22:10.