Oggetto del Consiglio n. 4026 del 16 ottobre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 4026/XVI - Continuazione e chiusura della discussione generale sul Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) per il triennio 2025-2027.
Bertin (Presidente) - Con 29 Consiglieri presenti, riprendiamo la discussione generale relativa al DEFR. Si era prenotata questa mattina la consigliera Erika Guichardaz: a lei la parola.
Guichardaz E. (PCP) - Il Documento di Economia e Finanza è il più importante atto di programmazione finanziaria, uno strumento di programmazione generale che dovrebbe dare sostanza al programma di Legislatura, consentendo di programmare, sulla scorta delle esigenze del territorio, delle disponibilità delle risorse finanziarie, delle priorità e delle scelte politiche, gli obiettivi da perseguire nel prossimo triennio.
Ancora più importante se si tratta del documento di chiusura della Legislatura, perché dalla sua analisi possiamo comprendere cosa è stato fatto rispetto agli obiettivi posti negli anni precedenti e quali siano le priorità di quest'ultimo anno.
Un documento pressoché identico a quello dell'anno scorso e a quello dell'anno prima, direi, concepito nuovamente come un mero adempimento formale, depositato a ridosso del bilancio - sappiamo che, come gruppo, chiediamo da tempo il rispetto invece dei tempi -; un documento che addirittura quest'anno non è stato nemmeno presentato alle forze sociali, ma nemmeno si sono volute audire all'interno delle Commissioni, come avevamo invece chiesto. Permane quindi l'arroganza di una maggioranza che non vuole confrontarsi forse con chi reputa inferiore.
Rimane un documento che non dà risposte ai valdostani, che in molte sue parti si contraddice, che su scelte strategiche rinvia a dopo le elezioni (come la privatizzazione del Casinò) e che porterà nuovamente a grandi avanzi di risorse.
Oltre agli obiettivi riproposti, basta leggere la tabella allegata sull'elenco dei lavori pubblici, per avere l'immagine plastica di quello che dico.
La maggior parte degli impegni sono rinviati al triennio successivo: dei 382 milioni, oltre 104 sono importi riferiti oltre al triennio di riferimento e solo 31 milioni nel vostro ultimo anno di mandato, legati a opere su interventi calamitosi o opere ormai improrogabili.
La prima cosa da rilevare poi è che questo documento è pensato a silos, cioè a compartimenti stagni, dove all'analisi completa e accurata che c'è nelle prime sezioni del quadro territoriale non corrispondono poi delle risposte negli obiettivi e nelle sezioni successive.
Si parla ad esempio di una sofferenza nell'occupazione industriale, ne abbiamo spesso parlato con l'assessore Bertschy: la contrazione degli iscritti a scuola, un andamento demografico recessivo, l'aumento del gap tra la quota di anziani over 65 e quella dei giovani, la concentrazione di metà del totale dei residenti in età lavorativa ad Aosta, i problemi legati alle politiche abitative e alla disparità di genere, nonché a percentuali che toccano l'82% dei part-time alle donne, problemi nel reperimento del personale, il 63% dei lavoratori stagionali vengono da fuori regione.
Ma quali sono le proposte previste su cui si dà risposta ai valdostani per invertire la rotta di questi dati?
Il DEFR dovrebbe esplicitare con chiarezza l'azione di governo, e questo non lo ritroviamo.
Quello che noi rappresentiamo è l'assenza di una visione di questa maggioranza, il poco lavoro svolto fino ad oggi e la mancanza di risposta a problemi ormai cronici della nostra società. Abbiamo fermi - l'ha già detto qualche collega prima di me - diversi atti in Commissione come il PTA, le leggi elettorali, il PRT, la revisione della 11/1998 o il PTP. Vengono presentate invece leggi con urgenza, senza dare la possibilità di approfondire, e quando la minoranza, o meglio, il nostro gruppo, presenta degli emendamenti, viene addirittura tacciato di atteggiamenti mafiosi e riferiti a interessi personali.
Era afferente a un interesse personale evidenziare che la legge anti Dpcm avesse profili di incostituzionalità? Che la legge per l'utilizzo dell'idrogeno in ferrovia fosse senza copertura? Che la legge sull'Osservatorio regionale permanente sulla legalità e criminalità organizzata di tipo mafioso contenesse errori? O quella sul garante sulla disabilità? Che la reintroduzione di un articolo della legge del 98 sui segretari comunali ponesse delle criticità che ora ci vengono evidenziate anche dall'albo dei segretari?
Secondo noi questo non può essere assolutamente imputato al nostro gruppo.
Come dicevo, ancora una volta il DEFR è un documento che non dà risposta ai valdostani, che non affronta i problemi veri che emergono da quei dati di contesto.
Questo DEFR, sotto certi punti di vista, è anche peggio di quelli che abbiamo analizzato da inizio Legislatura, perché conferma questa mancanza di programmazione e visione proprio alla fine di una Legislatura.
Una maggioranza, poi, che a tratti sembra anche un pochino schizofrenica, perché se noi prendiamo alcune pagine del DEFR vediamo che si citano - e l'ha fatto anche oggi il Presidente - con orgoglio ad esempio le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, si parla di accrescere la resilienza del territorio montano agli effetti climatici, di finanziare e incrementare le risorse di bilancio per agenzie e fondazioni come l'ARPA e Fondazione Montagna Sicura, ma, dall'altra parte, si rinvia il Piano tutela delle acque, si continua a parlare di una risposta resiliente al cambiamento climatico, spostando in alto le quote più elevate delle aree sciabili, anche attraverso collegamenti e comprensori - immagino si intenda Cime Bianche -, nonché della realizzazione di bacini idrici per il potenziamento della neve artificiale, senza tener conto invece che proprio nell'estate 2022 abbiamo fortemente voluto, ed è stato portato avanti, un Osservatorio sulla crisi idrica, proprio per rispondere alle altre esigenze prioritarie di questo territorio.
Grazie consigliere Manfrin, noi giustamente abbiamo accolto con favore la lettera dei Fridays for Future che per noi effettivamente sono il futuro, nel senso che noi speriamo che ragazzi come loro possano in qualche modo anche portare avanti delle idee che noi abbiamo e che sempre rappresentiamo.
Insomma, si tratta, anche in questo DEFR, dei soliti investimenti che poi di destagionalizzazione e diversificazione non parlano; eppure forse quelle sarebbero le due risposte principali, proprio per rispondere a quello spopolamento della montagna.
Sul sistema degli Enti locali, argomento direi centrale, insieme all'organizzazione della macchina amministrativa regionale, al fine di erogare dei servizi efficienti ed efficaci ai cittadini, in grado di rispondere al mutevole quadro delle esigenze, ma oserei dire altrettanto centrale per la crescita della nostra società e delle nuove generazioni, in una società più inclusiva, in grado di sostenere le sfide economiche ed evolutive del futuro, mantenendo quei valori di rispetto della persona, di correttezza e di onestà che ne consentono uno sviluppo equilibrato.
L'analisi delle linee programmatiche di indirizzo contenute nel DEFR riguardo a questo importante argomento si potrebbero condensare in poche parole: un documento in assoluta e perfetta continuità con i DEFR 2023-2025 e 2024-2026, ovvero nulla di nuovo sotto il sole.
Sono andata a rileggere le considerazioni in ordine ai DEFR e rispetto all'argomento e direi che sostanzialmente siamo rimasti allo stesso punto, e riforme come queste, a fine Legislatura, regionale e comunale, hanno forse anche poco senso.
Da un'analisi comunque più approfondita, se non altro per ribadire alcuni concetti che riteniamo importanti, ci sembra che, al di là degli obiettivi strategici, anche condivisibili, non vi sia da parte di questo Governo regionale un chiaro indirizzo di dove si voglia andare, anche rispetto a un argomento così importante per lo sviluppo della Regione, e si vada avanti un po' con provvedimenti urgenti, mirati a mettere qualche toppa qua e là a singole problematiche.
Poi, altre norme ancora che correggono le prime, allontanandoci sempre di più da un sistema organico delle autonomie locali.
Il sistema delle autonomie valdostano, nato e concepito da amministratori e tecnici con una chiara visione, è poi nel tempo stato progressivamente smantellato con interventi successivi, a volte un po' per rispondere a sollecitazioni dello Stato, a esigenze di finanza pubblica, altre volte, invece, per scelte più accentratrici.
Quest'obiettivo strategico non può non passare attraverso una riflessione sull'ordinamento e sull'organizzazione degli enti stessi.
Idem rispetto all'obiettivo strategico dei rapporti tra Enti locali e Regione; il sistema aveva a suo tempo costruito dei meccanismi e tavoli istituzionali di confronto e concertazione, di natura tecnico-politica che, accanto al ruolo fondamentale del CPEL, consentivano un confronto e una concertazione delle politiche e delle norme in materia di Enti locali, mettendo insieme tutte le parti del sistema, al fine di un'azione coordinata dei meccanismi del sistema stesso.
Cito, ad esempio, visto che uno degli obiettivi del DEFR è la revisione del sistema della finanza locale, il Comitato per la finanza e contabilità degli Enti locali.
Questi tavoli che nel tempo, volutamente o no, sono stati soppressi, o comunque non rinnovati, potrebbero forse favorire un rilancio e un maggiore confronto, evitando ad esempio situazioni un po' kafkiane - come abbiamo assistito in Commissione recentemente in ordine alla normativa sui Segretari comunali - di avere varie componenti del sistema che ci vengono a dare interpretazioni differenti e divergenti, sostanzialmente in ordine non a una norma da approvare, ma a una legge già approvata.
Ciò significa che è mancato quel confronto, che un'azione urgente e poco approfondita, e senza volontà di ascoltare le altre voci... lo diceva questa mattina il consigliere Aggravi: io, lui e il Consigliere Restano lo abbiamo chiesto con forza in Commissione, ma il nostro consiglio evidentemente non è stato ritenuto degno di nota.
Quanto agli obiettivi programmatici, infine, su questo pezzo, come già detto, il DEFR che stiamo analizzando evidenzia questi due obiettivi: la revisione del sistema della finanza locale e l'armonizzazione del quadro normativo dei Segretari.
Prima di fare alcune considerazioni nel merito degli obiettivi, ribadisco come l'articolo 5 della legge 15/2020 prevedeva, entro il 31 dicembre 2021: "si provvede alla revisione organica della disciplina regionale vigente in materia di esercizio associato di funzioni e servizi comunali e di Segretari degli Enti locali". Il 31 dicembre 2021.
Siamo ormai ad ottobre 2024 e l'obiettivo del Testo Unico si è trasformato in una banale revisione della legge 6.
Allo stesso modo, l'albo unico della dirigenza, che è un argomento sfumato, e la revisione organica della disciplina in materia di Segretari si riducono a una semplice armonizzazione del quadro normativo, peraltro necessaria, vista la situazione creatasi e i continui provvedimenti urgenti a cui stiamo assistendo.
Riteniamo poi che sia necessaria un'analisi in ordine alla situazione organizzativa e di dotazioni del personale degli Enti locali, nonché delle modalità di reclutamento, ma soprattutto prioritario, anche rispetto agli obiettivi, ragionare e intervenire sull'ordinamento e sulle modalità di esercizio delle funzioni e dei servizi, sì, con la revisione della legge 6 ma, come dicevo, con dei ragionamenti complessivi e soprattutto con un confronto.
Concludo sul tema con un auspicio: che il tema in oggetto non si risolva con il solito provvedimento di disposizioni urgenti al fine di garantire il reclutamento dei Segretari comunali.
Ben più complesso, invece, è il rilancio e di ben altro necessita il nostro sistema delle autonomie locali.
Nel DEFR si pone poi importanza al percorso della revisione organizzativa dell'Amministrazione, che punti sulla valorizzazione della qualità delle risorse umane e agli sviluppi di carriera, ma, nonostante l'approvazione delle linee guida che individuano le varie azioni da mettere in campo per supportare il processo di cambiamento proposto dallo studio Bocconi, vediamo che l'ente continua a comportarsi in modo differente.
Oggi viene annunciato un nuovo concorso per 48 funzionari, ma per ricoprire che posti? Quali sono le priorità e la promozione di maggiori opportunità sulla mobilità interna per il personale dell'ente che fine ha fatto?
Con un ordine del giorno poi parleremo anche di lavoro agile, proprio perché, anche su questo tema, forse ci vorrebbe un maggiore confronto.
Completamente assente rispetto a questa prima parte del DEFR la problematica di equiparazione previdenziale dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale con gli analoghi nazionali.
Oltre alle problematiche quindi sugli Enti locali e sul personale del comparto, con il DEFR si apre un capitolo molto delicato, sempre per quello che riguarda il personale, che è quello della creazione di un nuovo ente strumentale dedicato al personale che attualmente è della Società dei servizi e del personale regionale, da estendere anche agli Enti locali proprio per i servizi alla persona.
In un anno è stato affidato un incarico di oltre 70 mila euro ad una società privata di fuori Valle per la redazione di uno studio finalizzato alla fattibilità e alla definizione del nuovo assetto organizzativo e gestionale dei servizi e degli interventi sociali e alla costruzione di un ente strumentale gestore dei servizi sociali e alla revisione del Piano di zona.
Questo tema non può essere affrontato senza la garanzia della tutela del passaggio del personale e non può non tener conto della complessità assistenziale dell'attuale utenza e della disparità che continuiamo a segnalare.
Ci preoccupa - l'ha già detto questa mattina il consigliere Manfrin - quanto è successo a Variney, quanto è successo a Doues e Roisan, quanto sta succedendo al J.B. Festaz, cioè le rimodulazioni e le riorganizzazioni stanno in sostanza portando a dei tagli e a una mancanza dei servizi, e questo non vorremmo che fosse il leitmotiv che ci arriva da qui in avanti.
Interessante poi la frase che si mette quest'anno sull'Ospedale Parini, una frase che immagino sia dell'assessore Marzi, che dice: "Il progetto sperimentale di ospedale flessibile o adattabile, volto a rimodulare le attività nei diversi periodi dell'anno, più servizi di emergenza/urgenza nei periodi di elevato afflusso e più servizi di elezione, quelli cioè programmabili, perché legati a patologie croniche, durante il resto dell'anno".
In soldoni vuol dire: durante il periodo turistico non facciamo funzionare l'Ospedale, mentre invece venite e vi curiamo negli altri periodi. Tutto questo mettendo poi invece un pezzo, riferito alla collaborazione con ISAV, e quindi ha un senso forse per arrivare ad una privatizzazione oppure a un'esternalizzazione che è sempre più evidente sotto gli occhi di tutti.
Completamente assente inoltre un processo epocale che è in corso: il passaggio dal sistema idrico integrato dai Comuni alla società in house SEV.
Per evitare il commissariamento, o peggio, la privatizzazione con un passaggio a una multi-utility, servirebbe una regia chiara e la programmazione di ingenti risorse per far fronte agli investimenti e all'adeguamento della spesa corrente nel breve e medio termine.
Il DEFR prosegue poi la storia infinita dell'aeroporto, ma anche qui mancano scelte: non si può avere un aeroporto turistico e allo stesso tempo commerciale. Si spenderà molto per non avere nulla.
L'Università invece è relegata a venti righe, dove si dice di tutto: la volontà di consolidare la vocazione dell'ateneo, l'intenzione di ampliare l'offerta formativa progettando nuovi corsi in ambito educativo, di educazione sociale, di comunicazione nuove tecnologie, nonché nell'ambito geologico, applicativo e geofisico.
Credo che ci sia tutto lo scibile umano dentro a questa frase. Dove sta andando il nostro Ateneo non si comprende.
Nel pezzo dell'istruzione poi è da evidenziare che nel DEFR vi è una parola che mi ha particolarmente colpita che è razionalizzazione dei costi per chi fa educazione e cultura.
Leggo quanto c'è scritto: "Per il secondo ciclo di istruzione tecnico-professionale, si parla di monitorare l'evolversi delle iscrizioni, in particolare nei percorsi della Bassa e Media Valle, per proporre in futuro un'eventuale razionalizzazione degli indirizzi, definendo nuove disposizioni per la formazione delle classi".
Poi la razionalizzazione dei costi "del Convitto Chabod, del Liceo linguistico di Courmayeur, della Fondazione Maria Ida Viglino, dell'Istituto Gervasone e del Conservatorio della Valle".
Ecco, razionalizzazione dei costi nella cultura. Sarebbe interessante capire di che cosa stiamo parlando.
Sull'edilizia scolastica, il disegno risulta ancora molto poco chiaro: crescono come funghi strutture prefabbricate che diventano definitive, poi ci sono edifici scolastici completamente abbandonati e delle tre palestre promesse a inizio Legislatura non ne vediamo nemmeno l'ombra. Partono nuove progettazioni, ma non c'è un indirizzo chiaro.
La maggioranza, anche nel DEFR, si finge morta alla questione dell'autonomia differenziata, che divide molto probabilmente - almeno, in qualche modo, lo auspichiamo, almeno su questo tema - la maggioranza che però cosa fa? Tace su questo punto e dice semplicemente: "Lavorerà di concerto con i Parlamentari".
Serve poi un maggiore sostegno a chi decide di scegliere comunque la nostra regione. Nell'analisi di contesto, si evidenzia come la popolazione straniera, residente in Valle, cresce del 3,3%, ed è stimata di 8.663 unità, corrispondenti circa al 7% della popolazione.
Io mi sarei aspettata che in questo DEFR ci fossero delle politiche in quel senso, perché questo DEFR non lo sta facendo la Lega, lo fa facendo un Governo che, in sostanza, in qualche modo, si definisce progressista.
Si parla poi giustamente di manutenzione del territorio, ma servono soldi, che invece vengono stornati in pochi grandi interventi.
Lasciamo poi perdere la questione del cicloturismo, perché sappiamo che anche per questo la legge continua a essere rimandata e la chiediamo da lungo tempo.
Sempre nella logica del rinvio, si continuano ad attendere i piani di gestione delle aree protette.
In sintesi, quest'ultimo DEFR, che avrebbe dovuto essere il documento per far capire l'azione di questo Governo, definendo chiari obiettivi per l'ultimo anno di Legislatura, si limita a riportare quanto già proposto negli anni passati e non realizzato; continua a mancare una chiara visione di prospettiva che non sia quella di garantire uno status quo ormai superato e inadeguato alle esigenze di una società contemporanea e ai valdostani.
La sottovalutazione del DEFR è data dal fatto che non è stato né condiviso né partecipato con le parti sociali, rinviando - come dicevo - questi tipi di incontri a momenti successivi legati al bilancio, quando è chiaro a tutti che il bilancio è spesso un documento chiuso, difficilmente modificabile, non solo dalle minoranze ma anche dalla stessa maggioranza.
A un anno quindi dalle elezioni, dopo una Legislatura stentata, che ha faticato a produrre qualcosa di nuovo, il finale è tragico, nel senso che si procederà, come nel peggiore dei passati, a qualche intervento per rispondere, forse, alla richiesta di qualcuno accreditato, con interventi spot, qua e là, sempre nello spirito desueto che "mamma Regione" in qualche modo ti dà un contributo.
Questo però non dando forse quei contributi che si aspetterebbe la gente.
Anche noi, come la Lega, abbiamo nuovamente presentato un ordine del giorno sul Bon de Chauffage, perché i dati presentati questa mattina dal collega Manfrin sono arrivati anche a noi e sono effettivamente molto preoccupanti.
Inutile rimarcare, infine, come hanno anche fatto comprendere i colleghi che mi hanno preceduto, che la visione forse di molti di noi è completamente opposta a quella che state portando avanti, tenuto conto che di una grande visione non se ne vede l'ombra.
Presidente - Consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Riteniamo che l'argomento in discussione sia di fondamentale importanza, perché il documento è propedeutico alla definizione del bilancio previsionale triennale 2025-2027 e contempla quelle che dovrebbero essere le linee guida da sviluppare in quel documento.
Come sempre, leggiamo con grande attenzione e studiamo la parte che attiene alla lettura del contesto sotto il profilo socio-economico. Due parole, due considerazioni su questa parte, per introdurre poi quelle che saranno le nostre valutazioni del documento sotto il profilo politico.
Sicuramente, la situazione valdostana risente delle dinamiche sovra locali, nazionali e internazionali: siamo in un clima di massima incertezza, dovuto anche a delle guerre, a dei problemi a livello di Unione europea, quindi delle difficoltà che sono extraterritoriali, alle quali si aggiungono le nostre peculiarità.
Una situazione che è stata affrontata, in questo DEFR, alla luce dei dati che vengono forniti e occorre subito mettere in chiaro che la predisposizione di questo documento avviene sulla base di dati del 2023, che noi discutiamo il documento programmatico 2023-2025, ma tant'è, questa è la situazione perché non si hanno dei dati più recenti.
Il prodotto interno lordo stimato della Valle d'Aosta per il 2024 era dello 0,9%.
Qui c'è subito da verificare che, rispetto alla media italiana del PIL, siamo prettamente allineati, ma il dato che deve far riflettere in questo Consiglio è che rispetto a tutto il Nord ovest siamo in una situazione inferiore, così come rispetto alla Provincia di Trento e alla Provincia di Bolzano.
Nel 2024, invece, viene previsto un rallentamento della nostra economia, nel 2025-2027, che è superiore, rispetto a quello della media nazionale e alla media del Nord ovest.
I fattori che incidono sulla nostra situazione - così è stato declinato all'interno del documento - sono stati la crisi finanziaria del 2010 e la pandemia del 2020, che hanno avuto degli impatti più rilevanti che altrove.
Il dato che riteniamo sia significativo è che i dati del 2022, rispetto a quelli del 2007, presentano ancora attualmente un PIL inferiore del 9% rispetto alla situazione che c'era quindici anni fa.
Tenuto conto che, nel frattempo, i consumi sono aumentati, perché viene dichiarato all'interno del documento che i consumi hanno recuperato e superato quelli del 2019, significa che, se il PIL è rimasto costante e i consumi sono aumentati, vuol dire che i valdostani stanno consumando le riserve di famiglia che avevano accumulato, quindi questo è un primo campanello d'allarme che deve farci ragionare e deve farci riflettere, perché sicuramente, quando si consumano le risorse di famiglia accumulate nel tempo, significa che ci si trova in una fase recessiva, in una fase in cui non si sta bene, perché non si è abituati a dover procedere in questo modo, si auspicherebbe sempre che il modello di crescita sia un modello virtuoso e che continui a garantire il progresso del benessere della propria famiglia. Purtroppo così non è.
La domanda estera sta assumendo un trend negativo negli scambi commerciali, ma soprattutto credo che ci sia da focalizzare sugli investimenti, e questo l'avete evidenziato anche voi nel documento.
Il previsionale del 2024 prevede - 2,3% degli investimenti, il 2025-2027 un - ,7% annuo, quindi c'è scritto sullo stesso documento che questo indicatore è un indicatore da attenzionare: significa che è stata fotografata la preoccupazione da parte del Governo regionale su questa voce.
Gli investimenti dal 2007 al 2021 sono calati del 51% in Valle d'Aosta; in Italia la media è del 26%, nel Nord ovest del 18,6%, in Provincia di Trento del 41%, nella Provincia di Bolzano del 22%, e questi sono sempre dei dati che fanno riflettere.
Se ragioniamo invece di valore aggiunto, ovvero delle componenti che vanno a determinare il PIL, un dato credo significativo degli ultimi anni del 2022 sul 2019 è il forte indebolimento dell'agricoltura, -5,9%, tenuto conto che l'agricoltura garantisce anche e collabora per garantire la tenuta in ordine del nostro territorio, del nostro paesaggio, anche questo è un dato che fa pensare; ma non solo a tenere in ordine il paesaggio, è anche l'attività che viene svolta quotidianamente tra mille fatiche, quasi un'attività eroica di chi esercisce ad esempio la zootecnica in una situazione di montagna e di difficoltà.
Le costruzioni sono cresciute del 29% ma questo è l'effetto ovviamente del Bonus 110% di questi anni, che purtroppo andrà poi in futuro a ridimensionare questo valore.
L'industria è costante e i servizi sono leggermente incrementati.
Sempre a livello di analisi, i flussi turistici pare che siano in crescita, che abbiano raggiunto il massimo rispetto a quanto si era verificato in passato, siamo arrivati a 3,7 milioni di presenze, 1 milione e 350 mila arrivi, dove la maggior parte, il 61%, sono di nazionalità italiana e il 39% stranieri.
Il PIL per abitante 2022 è un PIL medio-alto, ci dà 33 mila e 500 euro pro capite, Bolzano sono 47 mila, la Lombardia 40 mila (ci supera), il Trentino 39 mila, questa è la situazione rispetto a quelli che sono più avanti.
Lo stock delle imprese attive sono 11 mila in Valle d'Aosta, c'è una leggera crescita delle iscrizioni; per contro c'è un calo delle imprese artigiane, che comunque rappresentano ancora il 32,54% del totale del tessuto produttivo valdostano.
Un importante focus che è stato fatto sempre nel DEFR è quello dell'andamento demografico. Crediamo che questo sia un elemento di grande preoccupazione, perché viene evidenziato che si tratta di un andamento demografico recessivo.
Abbiamo letto con attenzione il documento che è stato commissionato mesi fa e che rappresenta in modo puntuale la situazione valdostana sotto questo profilo, facendo anche delle valutazioni a livello di aree territoriali all'interno della Valle d'Aosta, che comporta delle valutazioni interessanti, che potrebbero essere utili per fare dei ragionamenti sulle dinamiche demografiche nel loro complesso.
È una regione che invecchia. Altro problema è il problema della denatalità, che viene evidenziato puntualmente nel documento, ma al quale però dopo non vediamo delle risposte che siano organiche e strutturate, che lascino ben sperare che questo fenomeno si possa non dico dominare, ma riprendere positivamente sul breve e medio periodo.
Quale ragionamento sulla visione? A nostro modo di vedere, come voi sapete, siamo un partito che ha dei valori liberali, di moderazione e costruttivi ed evidentemente per noi queste ricette non sono sufficienti per affrontare quelli che sono i problemi che vive oggi la Valle d'Aosta.
Noi crediamo che ci vada una Valle d'Aosta con una pubblica Amministrazione agile, dove il pubblico deve limitare il suo raggio d'azione nell'economia; crediamo fortemente che vada rafforzato il tessuto produttivo valdostano, bisogna lavorare affinché si creino le condizioni per determinare un ecosistema positivo, in cui la gente torni a investire, è qui il problema che prima dicevo, c'è scritto che va attenzionato ma che poi non si trovano le soluzioni.
Per noi è importante - e abbiamo presentato anche un ordine del giorno a questo riguardo - che dovrebbe per lo meno farsi quello che è stato annunciato ieri dal ministro Zangrillo, che viene fatto a livello nazionale: un piano che non costa niente, un piano di sburocratizzazione e semplificazione delle procedure amministrative.
Sul livello nazionale, vale il 3% del PIL il costo della burocrazia, quindi si potrebbero creare delle condizioni favorevoli allo sviluppo del tessuto produttivo solo con un po' di buona volontà.
E come fare? A livello nazionale, dal 2022 ad oggi, hanno semplificato 200 procedure, ne semplificheranno altre 600 da qui al 2026 e hanno preso atto che questo è il problema principe per andare incontro alle esigenze del mondo imprenditoriale.
Il piano è un piano che andrebbe realizzato anche in Valle d'Aosta, ma di concerto con il mondo produttivo, per capire quali sono le esigenze; non un piano calato dall'alto, perché bisogna sempre pensare che il cittadino e l'impresa sono i clienti della pubblica Amministrazione, sono quelli che sono la controparte, che hanno delle attese e delle aspettative rispetto ai servizi che vengono erogati.
Per questo, crediamo fortemente in quello che è alla base del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che ci vada anche un piano di riforme e questo l'abbiamo sempre sollecitato, in questi anni, nel momento della discussione del DEFR; però vediamo che sotto questo profilo si potrebbe fare qualcosa di più, perché anche il Piano che qualche mio collega ha citato, di riforma della pubblica Amministrazione che è stato commissionato alla Bocconi, è vero che è stato preso in carico, è un piano che rappresenta e dà delle soluzioni a dei problemi importanti. Purtroppo la presa in carico è troppo dilazionata nel tempo, quasi la gran parte di queste iniziative che sono ricomprese e che sono ritenute fondamentali vengono rinviate alla prossima amministrazione.
La Valle d'Aosta soffre anche di altri problemi: che mancano i giovani, bisogna formare i giovani, le competenze, sono tutti argomenti che abbiamo trattato anche in occasione dell'ultimo Consiglio, quando è stato discusso il Piano delle politiche del lavoro.
Venendo ai temi, per sommi capi (sulla sanità interverranno i colleghi), credo che le aspettative dei cittadini siano ben diverse rispetto all'offerta che viene data.
Sul mondo della disabilità, a leggere il Documento di Economia e Finanza, pare che tutti i problemi siano presi in carico, affrontati, ma la situazione vi assicuro che rimane sempre la stessa per il cittadino che vive il problema, quindi c'è un grosso distacco, una grossa distanza da quello che si scrive a quello che poi si mette a terra.
Anche non volendo essere troppo critici, cioè leggendo il documento, pare che ci siano alcuni temi che siano presi bene in carico, però, di fatto, quando uno conosce l'argomento si rende conto che tante volte sono delle belle parole, ma che poi nei fatti non trovano o hanno difficoltà a trovare attuazione.
Cosa dire della casa? La casa ha un problema. La Caritas ha presentato anche un rapporto dove evidenzia questa questione: le categorie più deboli che si rivolgono sempre e più spesso per la somministrazione di pasti.
Per quanto riguarda la casa - l'abbiamo detto in diverse occasioni - è stata approvata una mozione che dava un determinato mandato al Governo regionale perché l'ERP purtroppo non riesce più a soddisfare la grande esigenza di alloggi, di appartamenti, e quindi la soluzione non si può che dare attraverso il contributo per gli affitti; un contributo che va commisurato a quelle che sono le difficoltà per quelle categorie sotto i 12 mila e 500 euro che vivono, oggettivamente, in uno stato di grande difficoltà, ma anche qui non vediamo dei grossi passi avanti.
La fiscalità di vantaggio: abbiamo discusso parecchio nel Consiglio regionale, abbiamo condiviso la proposta di zona franca e sicuramente è un tema di basilare importanza per rafforzare il nostro sistema produttivo.
È anche vero, però, che abbiamo degli strumenti a disposizione: il decreto legislativo 184/2017 ha dato la possibilità alla Regione di intervenire in materia.
Lo studio che è stato predisposto dagli uffici della Regione ha evidenziato proprio questo, che c'è già la possibilità di intervenire su diversi tributi, su diverse tassazioni.
Faccio l'esempio, quello dei tributi locali: si potrebbe tranquillamente oggi - e l'abbiamo proposto in un ordine del giorno - azzerare l'addizionale IRPEF e ridurre la componente dell'IRAP, perché, secondo la nostra visione, è inutile chiedere ai cittadini più soldi di quelli che servono.
Oggi abbiamo degli avanzi di amministrazione di 300 milioni di euro, pertanto si dovrebbe procedere al contrario: quali sono le esigenze che ho di spesa? Conseguentemente, faccio l'adeguata politica delle entrate per dare copertura alla spesa.
Invece noi chiediamo 300 milioni di euro di più ai cittadini di quelli che ci servono o che siamo capaci di spendere. Per questa ragione, la nostra ricetta è quella di ridurre il prelievo fiscale laddove si può. Sotto questo profilo, non vediamo nessuno sforzo, non c'è una parola su quest'argomento all'interno di tutto il Documento di Economia e Finanza Regionale.
Noi riteniamo che la gestione dell'autonomia passi attraverso queste scelte.
Noi siamo stati domenica a un incontro sugli Enti locali del partito a Perugia, abbiamo avuto le testimonianze di Sindaci di grandi città che hanno azzerato completamente le addizionali e che questo per loro è la parola d'ordine: cercare di mettere il cittadino nelle condizioni di partecipare alla spesa pubblica per la quota minore possibile.
Noi ci stupiamo che, a fronte delle grandi capacità finanziarie di questa Regione, di fronte all'impossibilità di spesa, non vengano proposte e attuate delle iniziative che vadano in questa direzione.
Rimangono altri grandi temi. Il discorso della privatizzazione del Casinò verrà affrontato nella prossima amministrazione: anche questa è una cosa che rinviamo, non vorremmo che le scelte difficili fossero tutte un po' demandate al prossimo futuro.
Ci sono dei documenti, come il Piano di tutela delle acque, che è da diversi anni che sono in itinere, ma che non trovano anche questi definizione.
C'è sicuramente tutto un aspetto dei trasporti, che è da affrontare sempre per il rafforzamento della nostra economia. Ci sono gli appalti del trasporto su gomma che sono da predisporre con scadenza al 2027, quello delle ferrovie al 2025, c'è tutto il discorso di quale sarà il futuro dell'aerostazione, c'è il discorso delle grandi vie di comunicazione.
Anche qui, noi crediamo che ci sia la necessità che il Consiglio regionale si esprima su questa materia, soprattutto per quanto riguarda, ad esempio, la realizzazione della seconda canna del Monte Bianco.
È vero che il Governo regionale di fatto si è preso già in carico questo problema e ha cercato di relazionarsi con il Governo nazionale, dove, grazie all'operato del vice premier Tajani, questo tema viene portato avanti con grande determinazione, e credo che siano stati determinanti il suo lavoro e la sua attività per quanto riguarda l'apertura che è stata data adesso dai francesi, che erano nettamente contrati a quest'iniziativa, che pare che oggi, dopo tutte le disgrazie che si sono viste in questi anni a livello di gestione delle infrastrutture, con tutte le problematiche che ci sono state, si sia preso atto che questo è un problema determinante da affrontare.
Ieri il Presidente di Confindustria ha dichiarato che la chiusura del Monte Bianco porta dei danni per 11 miliardi di euro; non è solo un problema legato alla Valle d'Aosta, ma a tutto il Nord ovest: oggi la chiusura di una via di comunicazione mette in ginocchio l'intero sistema economico, perché tutto il trasferimento delle merci avviene su gomma.
Noi crediamo fortemente che sia necessario realizzare la seconda canna per migliorare le condizioni di sicurezza, non per aumentare il traffico, ma per migliorare la sostenibilità ambientale in Valle d'Aosta.
Ci sono sicuramente tante iniziative di cui potremmo parlare.
Emblematico, per rappresentare un po' la sintesi di quello che vogliamo esplicitare, è quanto si trova scritto nella sezione dei beni culturali, che dà un po' conto di quello che è l'approccio che, secondo noi, viene dato.
Il DEFR non è sicuramente un documento facile da leggere, è tutto disaggregato e vengono richiamate mille iniziative.
Ad un certo punto qui si dice: "La predisposizione del piano strategico integrato della cultura si fonda sulla consapevolezza che gli interventi di settore, se inseriti in una visione strategica, oltre che avere un valore in sé, producono importanti ricadute sul versante dell'economia e, più in generale, a livello identitario di coesione sociale, consolidando il legame tra beni culturali e sviluppo urbano e turismo".
Sostanzialmente, viene affermato che l'insieme delle iniziative che oggi vengono previste e attuate dovrebbero essere introdotte dentro un piano strategico, per avere una visione, perché se le azioni sono dotate di una visione portano dei benefici a livello socio-economico.
Per noi la questione sta esattamente al contrario: bisogna avere una visione e, in attuazione di quella visione, bisogna disegnare le iniziative.
Noi cerchiamo di creare il piano strategico sulla base delle iniziative che abbiamo in atto alla lettura di questo documento, quindi quello che noi riteniamo un po' carente è che il documento è ben fatto sotto il profilo dell'analisi, dei focus che rappresentano la situazione della Valle d'Aosta sotto un profilo socio-economico, ma poi, nel momento della parte che deve dare le soluzioni ai problemi, non si riescono a percepire delle soluzioni che siano strutturate e organiche.
Perché dedicare cinque pagine all'aspetto demografico, se poi non c'è la presa in carico nel documento della questione demografica?
Abbiamo proposto, ad esempio, un ordine del giorno che prevede un Piano sulla denatalità: bisogna far sì, così come hanno fatto allora i beni culturali, di mettere insieme tutte le azioni che sono previste dai singoli Assessorati, introdurle in un piano per verificare come possono essere integrate in modo tale da dare la migliore garanzia di poter perseguire dei risultati, dare una programmazione di governo, che possa essere poi monitorata, controllata e misurata per vedere se si va nella giusta direzione.
Sostanzialmente, sotto questo profilo, non c'è sicuramente la percezione che il problema di natura demografica, al di là di essere stato scritto che è un problema, abbia una trattazione. Non emerge dalla lettura di queste pagine.
Quello quindi che noi chiediamo è che sui grandi temi ci si doti di una visione, perché, diversamente, rischiamo di fare della politica che guarda a oggi ma che, dopodomani, ci porta a una situazione che sia difficilmente da recuperare. Perché quello che si presenta oggi, sotto il profilo demografico (solo per fare un esempio), avremmo potuto iniziare a coglierlo qualche anno fa nelle aspettative e nelle attese, si sarebbe potuto cominciare ad aver cognizione che c'era questo problema; oggi è del tutto evidente, allora, se è del tutto evidente, dobbiamo avere la forza e la capacità di prendere in carico la questione, in modo da dare delle soluzioni che siano il più possibile adeguate, pur nella difficoltà che presentano queste problematiche, perché non sono sicuramente delle problematiche semplici da affrontare, perché toccano un'infinità di aspetti, però sarebbe già comunque importante dotarsi di un dossier, dotarsi di un documento che si chiama "politiche per rilanciare le nascite" e proporlo alla gente, per far capire che c'è dell'attenzione.
In provincia di Bolzano, queste cose le fanno, hanno dei risultati che sono positivi, non saranno determinati solo da questo, ma hanno un approccio strutturato e organico che va avanti ormai da vent'anni su questo settore, tant'è che sulle politiche attive e sulle politiche del lavoro sono i migliori, sono i primi in Italia a livello di sperimentazione e di capacità di offrire delle soluzioni ai problemi di presa in carico.
Ecco quindi che, da parte nostra, confidiamo che ci sia un approccio positivo del Governo, per lo meno nella discussione e nella valutazione degli ordini del giorno che abbiamo presentato, perché sicuramente vanno nella direzione di migliorare questo documento, all'insegna del ragionamento che ho espresso poc'anzi, che porta a determinare una politica maggiormente corrispondente all'esigenza di crescita della Valle d'Aosta, quindi a favorire lo sviluppo del benessere e dell'occupazione.
Presidente - Consigliere Chatrian si è prenotato, ne ha facoltà.
Chatrian (UV) - J'ai bien apprécié le bon sens du collègue Marquis, mais le bon sens n'est pas suffisant: on doit essayer même de chercher, transformer et trouver des solutions, au bon sens et aux problèmes. Donc, très bien le bon sens, très bien le fait d'avoir bien apprécié le travail d'un point de vue de forme et, de l'autre côté, je crois, nous croyons, extrêmement plus difficile trouver le bon chemin, la capacité de trouver la solution.
Bon, quelques réflexions de nature politique sur le document, le document le plus important de l'année, donc la discussion du DEFR représente sûrement un moment très important de l'activité du Conseil de la Vallée; un moment de perspectives, où l'on a la possibilité de traduire dans l'action administrative le choix politique, où l'on donne le corps à la vision politique en se projetant dans les années à venir; et bien, nous ne pouvons pas nous cacher que, cette année, ce passage, bien que chargé de valeurs positives, est offusqué par le contexte international où se situe, tout de même, notre action et auquel nous ne pouvons être indifférents.
Le DEFR accomplit une analyse socio-économique de notre petit région et met en évidence des aspects positifs et des aspects même fragiles de notre de notre société; j'ai bien écouté et réfléchi, après avoir entendu les passages des collègues.
La Vallée d'Aoste, maintenant, 2024, compte à peu près 11.000 entreprises et on a, à peu près, 56.800 occupés, de numéro; le chômage est en baisse et le taux d'occupation est du 71%, presque le 10% en plus de la moyenne nationale. Je crois, nous croyons, important ce passage, on doit toujours regarder dans un contexte plus large; ce qui est à souligner, nous sommes aux premières places pour l'occupation des femmes et des jeunes. Un deuxième passage, pas tout à fait important et, je le souligne, comme quelque chose où on peut faire encore mieux sûrement, le chômage féminin est moins de la moitié du pourcentage national. Des gaps restent encore à combler, sûrement, mais il faut en être conscients: nous sommes probablement sur le bon chemin.
Bon, d'un côté, en Vallée d'Aoste le 4,1 %, sur le niveau national on est presque à 9 %. Oui, je vois quelqu'un qui sourit à l'intérieur de cette salle... je trouve extrêmement importantes, d'un point de vue politique, ces données et, derrière à ses données, il y a du travail, il y a de la programmation et il y a surtout une vision. On peut la partager ou bien non, mais il y a une vision sur la partie occupationnelle, surtout de la partie féminine, de la partie des jeunes.
Le travail représente la condition essentielle pour garantir la liberté de l'individu, pour nous, pour moi, je le trouve extrêmement important et la qualité de la vie et la paix sociale. Ces dernières années, sur ce thème, qui nous est particulièrement cher, maintes actions, projets, programmes ont été mis sur pied en utilisant des ressources régionales, nationales et européennes; il y a quelques heures, quelques jours, le Gouvernement a de nouveau mis des propositions pas mal importantes sur ce domaine, sur la partie du travail. Les résultats commencent à se montrer et il faut absolument insister sur cette voie. Je dis insister parce qu'on est sur le bon chemin, mais on doit essayer de donner encore d'autres réponses et d'autres mesures, pourquoi pas.
Moins rassurantes sont les données sur l'évolution de la société valdôtaine (oui, ce sont les numéros, est ce qu'on a bien étudié, bien élaboré et, comme je le disais avant, le bon sens nous porte d'un côté, mais le bon sens n'est pas suffisant pour atteindre à quelque chose d'important): atteinte par un vieillissement constant, ceux qui ont plus de 65 ans augmentent, tandis que les moins de 15 ans diminuent considérablement; un passage extrêmement délicat, qu'on a trouvé dans le Document économique et financier régional, est que, du 2000 au 2024, ceux qui ont 65 ans augmentent d'une façon extrêmement importante (on est près du 40%), donc il s'agit sûrement de quelque chose à laquelle on doit non seulement faire attention, mais on doit accompagner le parcours, essayer d'accompagner le parcours.
Ces changements représentent l'un des défis majeurs, auquel il faudra faire face dans les années à venir, avec celui du changement climatique, car ce ne sera pas simple de donner stabilité à un système social qui voit rapidement se renverser les rapports entre les différentes tranches de population.
Il faudra donc se donner des priorités, opérer les bons choix pour que tout se tienne, car notre région a toujours eu à cœur la cohésion sociale et un welfare de qualité.
Je fais ce petit passage: vieillir est un privilège et un objectif de la société, mais c'est aussi un défi qui touche tous les aspects de la société; si, d'un côté, l'augmentation de la longévité représente, sans aucune doute, une grande réussite, car elle témoigne l'amélioration croissante des conditions de vie et du progrès médical, de l'autre, elle pourrait se transformer en menace pour l'avenir immédiat, si elle n'était pas contre balancé par une capacité renouvelée à planifier des interventions appropriées et systématiques.
Donc, vieillir est un privilège, est un objectif de la société, mais c'est aussi un défi qui touche les aspects de la société toute. Pour faire face au défi du vieillissement de la population il est nécessaire que la réponse technico-organisationnelle du système social valdôtain et de la santé s'adapte rapidement aux changements en cours et au niveau des besoins.
Plusieurs sont les points qu'il est opportun de citer; premièrement, celui de l'éducation des jeunes générations: au moment où nous voyons devenir opérationnelle la nouvelle Université et des interventions importantes sont prévues sur différents établissements scolaires (l'ont déjà bien dit mes collègues et le Président de la Région: ex Manzetti, ex magistrale), il faut garantir un enseignement toujours plus de qualité, inclusif et favorisant la connaissance du territoire. Donc, l'éducation est le catalyseur qui alimente le progrès et transforme les sociétés; c'est pour cette raison que les efforts, les investissements que nous avons réalisés en tant que territoire signifient investir dans l'avenir, dans le but de créer des individus plus conscients, sociables et capables de faire face aux défis du monde contemporain. Pas tout à fait facile, sûrement, d'une époque où la connaissance est le pouvoir, l'éducation reste le pivot sur lequel tourne le destin des générations présentes et surtout celles futures.
L'éducation apparaît comme le pilier fondamental sur lequel repose le progrès individuel et collectif et se reflète pour façonner l'avenir; alimentant l'innovation et brisant les barrières sociales et économiques, l'éducation agit comme la clé qui ouvre les portes et les opportunités, donnant aux individus les connaissances et les compétences nécessaires pour développer leur potentiel, alimentant l'autonomie et l'auto-efficacité.
Un système éducatif équitable et accessible est un outil puissant pour lutter contre les inégalités sociales et économiques; donc, travailler pour garantir l'accès de tous à une éducation de qualité, continuer à investir dans un système éducatif de plus en plus structuré fournira non seulement des connaissances académiques, mais nous permettra également de enseigner des valeurs fondamentales telles que la responsabilité, l'éthique, la citoyenneté active; un nouveau tissu social, plus enclin à participer activement à la société, contribuant au bien-être commun par la participation civique, la conscience sociale et la promotion de la justice.
L'amélioration des données sur l'abandon scolaire laisse bien espérer. Tout doucement, tout doucement, assesseur Guichardaz, nous ne crions pas victoire, mais continuons à travailler, je le crois extrêmement délicat et extrêmement important.
Qualche piccola considerazione sul Documento, cercando di mettere in evidenza principalmente cinque pilastri.
Il primo, quello della riforma dell'Amministrazione: riforma che non sarà facile sicuramente, lo è già stato annunciato, ma quantomeno, in questa Legislatura, si è iniziato il percorso e probabilmente si dovrà prendere anche qualche anno della prossima Legislatura. Però è inevitabile che si acceleri il processo, si razionalizzi, si utilizzino gli strumenti corretti, si riveda la riorganizzazione della macchina amministrativa.
Il secondo, il sistema delle autonomie: quell'equilibrio, quel puzzle, quell'architettura che tiene il sistema regionale valdostano, che è quello dei rapporti tra Regione, Enti Locali, partecipate e tutti gli enti strumentali. Penso che questo sia il secondo volet importante, da non solo non sottovalutare, ma che occorre assolutamente perseguire nel momento in cui va rinnovata un'armonia dell'azione degli enti pubblici valdostani.
Io penso che questa sia una delle sfide più importanti, dopo quella della riforma della pubblica Amministrazione.
Non posso non mettere in evidenza il terzo pilier, che è quello della santé, che è quello della sanità: io penso che l'anno scorso questo Consiglio, questa maggioranza, abbia approvato un Piano ben fatto, ben architettato, ben strutturato, ma che era un Piano.
Oggi, dopo un anno, diverse sono le delibere applicative, che cercano di dare contezza a quel Piano, che cercano di dare le prime risposte, forti di quel Piano che è stato approvato; io penso che potrei sintetizzare con tutte le criticità, con tutte le difficoltà che ci sono, con il fatto di avere la criticità principale che è quella del personale, e quelle sono la sommatoria di questi atti che sono stati scaricati, che è quella di rafforzare il territorio. La sintetizzo così, non possiamo negare, comunque, quest'accompagnamento di questo ultimo anno.
Quarto: la manutenzione del territorio, il presidio del territorio.
All'interno di questo documento, che è di pianificazione, io penso che una certa attenzione sia stata non solo attenzionata, ma sia corpo vivente di questo documento.
In penultimo, la politica della montagna, che sintetizzerei così: quell'opportunità e i problemi stessi che anche altri territori alpini hanno, vuol dire trovare le giuste risposte più efficaci se trattati congiuntamente con le altre Regioni.
Penso che questo sia il modo di operare per poter raggiungere dei risultati; penso che l'esempio di EUSALP la dica lunga su due Stati con delle Province autonome che hanno delle competenze ma che, mettendo insieme quelle che sono delle opportunità, avendo degli stessi problemi, si riesce a trovare le giuste misure e risposte congiuntamente per dare risposte alle necessità di chi abita le terre alte.
In ultimo - io direi non per ultimo come importanza -, lo stato dell'arte del nostro turismo. Direi che gli eventi inseriti all'interno di questo documento mettano bene in evidenza quanto si può ancora fare, come si può ancora fare per attrarre ulteriormente le potenzialità enormi che il nostro sistema ambientale e turistico ha all'interno del nostro territorio.
Je termine cette petite analyse. Quelques considérations, comme je l'ai dit, de nature politique et administrative, pour dire ça: en conclusion, il s'agit, pour nous de l'Union Valdôtaine, d'un document qui est le fruit d'un travail sérieux, concret, qui veut donner cours à la vision politique à laquelle l'on s'inspire pour une Vallée d'Aoste où l'on puisse vivre bien, à tous les âges de la vie, à toutes les hateurs, avec les mêmes opportunités et les mêmes garanties; à nous tous, majorité, avant tout, mais aussi minorité, de créer les conditions pour que ce projet puisse se réaliser à bénéfice de la communauté qui nous a honorés en nous donnant sa confiance.
Presidente - Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Questo è il quinto DEFR che discutiamo dall'inizio della Legislatura e, di tutta evidenza, anche l'ultimo, e proprio perché è l'ultimo - ma che di fatto si estende fino al 2027 -, dovrebbe essere anche quello che meglio riassume una visione politica proiettata al futuro, che calibra bene le priorità, indica un orizzonte nitido sulla base di un'esperienza ormai quadriennale.
Ma purtroppo non è così, questa visione non c'è e si può vedere analizzando sia il format di questo documento, sia i suoi specifici contenuti.
Da quando esiste, cioè dal 2017, da quando si è ottemperato a una saggia normativa statale, il DEFR valdostano, in realtà, non ha mai svolto le sue funzioni programmatorie, non è mai stato elaborato ed approvato con la tempistica giusta, facendo veramente in modo, come dovrebbe essere, che contenesse le scelte essenziali della politica regionale su cui basare la stesura del bilancio di previsione pluriennale.
Dal 2017 al 2022 è stato sempre approvato contestualmente al bilancio, documento obbligatorio, e quindi veniva portato in approvazione, ma i suoi effetti programmatori e di indirizzo rispetto al bilancio erano pressoché nulli. Cose risapute e che abbiamo ribadito negli anni.
Lo scorso anno, finalmente, e direi anche dietro nostra reiterata insistenza, il DEFR è stato portato all'esame prima del Consiglio del bilancio, è stato discusso e votato il 30 novembre, quindi due settimane circa prima della discussione del bilancio, un cambiamento però solo formale, perché il bilancio era comunque già confezionato e all'esame delle Commissioni.
Quest'anno l'anticipo è un po' più consistente, siamo a metà di ottobre, ma io ho molti dubbi che questa nostra discussione di oggi possa effettivamente influenzare la redazione del bilancio, che credo sia già in fase molto avanzata.
Comunque, questa riduzione del cronico ritardo è un fatto positivo, subito compensato - però in senso negativo - da un'impostazione strutturale che costituisce un passo indietro rispetto allo scorso anno.
Mi riferisco al fatto che la sezione terza, che è il cuore del DEFR, nel 2023 aveva un'impostazione diversa sotto due aspetti: si era distinto tra obiettivi strategici aggiornati rispetto agli anni precedenti e obiettivi strategici nuovi; inoltre, quelli nuovi erano accompagnati da una scheda che quantificava gli oneri finanziari derivanti da ognuno di essi.
Per essere precisi, nel DEFR 2024-2026 erano indicati 47 obiettivi strategici, di cui undici nuovi, in quello attuale gli obiettivi strategici sono 44, tre in meno, di cui però solo due sono nuovi obiettivi: uno dell'Assessorato beni culturali, riguardante la predisposizione di un piano strategico della cultura, e uno dell'Assessorato al turismo, sulla promozione dell'offerta turistica che, di fatto, sembra sovrapporsi all'obiettivo del piano marketing già esistente.
L'interrogativo che si pone chi legge il DEFR è se questo quasi azzeramento dei nuovi obiettivi strategici, con due eccezioni, sia frutto di una svista del coordinamento del testo complessivo oppure frutto di una scelta: quella di non indicare nuovi obiettivi perché ci si considera alla fine di un percorso.
In ogni caso, quello che emerge è che non si tratta di una posizione omogenea, non in tutti i Dipartimenti e Assessorati è passato lo stesso messaggio circa l'impostazione del documento.
Del resto, una carenza nel coordinamento del testo, la presenza di difformità e anche, permettetemi, una certa sciatteria espositiva, non si limita al caso della distinzione fra obiettivi aggiornati e nuovi.
Faccio alcuni esempi di cose banali, lo dico già subito, di sviste o di elementi di confusione che però non dovrebbero, secondo me, rimanere in un documento di quest'importanza, che deve mirare alla chiarezza ed essere comprensibile a tutti.
A pagina 96, "Obiettivo revisione della normativa sui Segretari comunali", si persevera nella presentazione di una scheda che, secondo me, è molto confusa, in cui si accavallano due procedimenti di revisione, una revisione che oltretutto era già stata dichiarata conclusa nel DEFR 2024 e che invece appare in alto mare.
A pagina 114, "Obiettivo attuazione del Piano energetico regionale" si legge:
"Negli anni successivi al 2025 potranno essere previste ulteriori fasi di avanzamento e completamento dell'adeguamento della palazzina".
A parte la dizione incomprensibile "avanzamento e completamento dell'adeguamento", è evidente che quelle due righe non c'entrano niente, però sono rimaste lì, e questo è il documento che è anche allegato agli atti di oggi, quindi quello che viene pubblicato.
A pagina 117 c'è un obiettivo dal titolo: "Acquisizione di ulteriori treni elettrici o bimodali", è stato ripetuto il titolo dello scorso anno, ma io ormai credo che per i bimodali - è descritto nei documenti ufficiali dell'Amministrazione - sia stato recitato il de profundis, però forse non tutti se ne sono accorti... parlerà dopo, Assessore, quando avrà la parola... o non lo hanno metabolizzato.
Sono senz'altro delle piccole cose, l'ho detto, ma, secondo me, non sono le uniche che ho citato e tutte insieme evidenziano un atteggiamento di scarsa considerazione dell'importanza di questo documento e anche di poca attenzione alla trasparenza e alla comprensibilità che dovrebbe caratterizzarlo, perché poi la gente lo legge.
Riassumendo, quindi, il DEFR 2025-2027 secondo noi non ha un carattere di seria programmazione, è ripetitivo e ripiegato sull'esistente, nella sua impostazione non emerge una propensione a guardare avanti.
Passando a esaminare più nel dettaglio i punti specifici, segnalo alcuni aspetti che ritengo rilevanti.
La sezione terza parla di obiettivi strategici. Quali sono? O meglio, quali dovrebbero essere gli obiettivi strategici di una Regione autonoma come la Valle d'Aosta che ha grandi poteri, che ha grandi risorse, possibilità di incidere sul territorio regionale e sul tessuto economico e sociale?
Io, fra gli obiettivi strategici, metterei la governance della Regione autonoma.
Con questo termine, che è mutuato dall'inglese, generalmente si intende una gestione tecnica, un apparato di funzionari, ma il significato proprio del termine è "modo di governo", quindi anche, a mio avviso, come si individuano gli amministratori regionali, quali sono i meccanismi per garantire un vero potere degli elettori nelle scelte di una maggioranza e del suo programma, quali sono cioè i meccanismi per garantire la stabilità e l'efficacia dell'azione di governo.
Un secondo punto strategico sarebbe per noi la necessità di contrastare concretamente un cambiamento climatico che sta trasformando pericolosamente anche la Valle d'Aosta, quindi l'obiettivo strategico sì della Valle d'Aosta fossil full free, che pure è stato individuato dal Consiglio regionale, ma che non compare negli obiettivi strategici del DEFR.
Terzo obiettivo: l'autonomia energetica, e dirò qualche cosa in più dopo.
Quarto punto: corretta gestione del territorio, che vuol dire anzitutto gestione urbanistica, corretta, una seria e puntuale gestione dei rifiuti, il perseguimento della politica rifiuti zero.
Poi la cura del ferro, cioè il potenziamento e l'estensione della rete ferroviaria, fondamentale per arrivare a una mobilità effettivamente sostenibile.
Sesto obiettivo: un indirizzo chiaro di politica sanitaria e socio-assistenziale, di cui si sente un gran bisogno.
Sul La Repubblica di due giorni fa, di lunedì, i dati di un sondaggio condotto da Demos nel settembre scorso evidenziano che la percentuale di persone che nel nostro Paese indica la qualità del sistema sanitario come punto principale su cui puntare è schizzata, in due anni, dal 13 al 40%, quindi un segno chiaro della paura del futuro, e credo che la nostra Regione non faccia eccezione.
Ancora, un settimo obiettivo dovrebbe essere centrato sulle politiche per contrastare l'abbandono scolastico. I dati relativi alla nostra Regione - è vero, collega Chatrian - sono lievemente migliorati, ma sono ancora decisamente superiori rispetto alla media nazionale e a quella del Nord ovest, che sono rispettivamente all'11,5% e al 10,2%, noi siamo al 13,3%; una differenza significativa, su cui è doveroso intervenire in modo mirato.
Infine, un punto specifico, e altrettanto strategico, dovrebbe essere riservato al contrasto alla povertà.
Da noi, in anni recenti, il tasso di persone che vivono ai limiti o sotto la soglia di povertà è andato aumentando e sempre più famiglie devono ricorrere ad aiuti e sostegni.
Per fare un solo esempio, nel 2023 sono stati 122 i nuclei familiari sostenuti dall'Emporio Quotidiamo di Via Avondo, e parliamo soltanto della città di Aosta.
Poi c'è il disagio abitativo, di cui qualcuno ha già parlato in quest'Aula: è un tema che non può e non deve essere delegato alle associazioni umanitarie, ma va affrontato con gli strumenti della programmazione economico-finanziaria.
Ho elencato otto punti: governance, Valle d'Aosta fossil full free, autonomia energetica, gestione corretta del territorio, ferrovia, efficace politica socio-sanitaria assistenziale, contrasto all'abbandono scolastico, contrasto alla povertà.
Ebbene, se scorriamo tutto l'elenco di quei 44 obiettivi strategici di cui dicevo, nel DEFR questi punti non ci sono, non li troviamo. Tra i 44 obiettivi indicati, ce ne sono sicuramente di interessanti e di completamente condivisibili, ma, secondo noi, mancano quelli basilari, a più forte contenuto strategico, quelli che danno il segno caratterizzante di una politica.
Faccio un esempio: il primo dei 44 obiettivi strategici, individuato dal DEFR a pagina 96, è la revisione della normativa sui Segretari comunali.
Certamente è una questione importante da affrontare e che si sta affrontando, è già stato rilevato in altri interventi, però, secondo me, individuarlo come obiettivo strategico significa usare impropriamente le parole, e l'esempio è emblematico, perché fotografa un documento che è un miscuglio di cose importanti e di cose marginali, ma che è fondamentalmente privo di una effettiva visione della Valle d'Aosta che vogliamo, di una chiara e solida strategia.
Vorrei a questo punto soffermarmi proprio su quelli che poco fa ho indicato come otto obiettivi strategici che, a nostro avviso ovviamente, dovrebbero essere inseriti nel DEFR e che invece non compaiono.
La governance, il tema di come viene governata la Regione autonoma è una questione cruciale ed è prioritaria; non avere delle regole efficaci per praticare l'autogoverno ha delle conseguenze gravi.
Noi queste regole efficaci non le abbiamo e le conseguenze sono note.
Nel programma di Legislatura concordato tra le forze che nell'ottobre del 2020 hanno dato vita alla prima maggioranza, la riforma del sistema elettorale della forma di governo era individuata come assoluta priorità. C'era scritto: "Va affrontato il nodo della stabilità di governo attraverso una riforma della legge elettorale, che tenga conto degli esiti dei lavori nel merito, svolti la scorsa Legislatura, con meccanismi che assicurino maggioranze certe e stabili". Con meccanismi che assicurino maggioranze certe e stabili: il concetto chiave era espresso molto chiaramente.
Poi si può discutere se questi meccanismi debbano prevedere o meno anche l'elezione diretta del Presidente della Regione, che è una cosa che posso pensare io e che non pensa qualcun altro, però il concetto era chiaro ed era preciso, ma siamo agli sgoccioli del tempo utile, questo problema non è stato affrontato, non ce n'è traccia nel DEFR, non ce n'è traccia nemmeno nelle proposte del tutto minimali e inadeguate che sono arrivate in questi giorni da parte della maggioranza.
Per quanto riguarda la questione climatica, gli studenti italiani e valdostani, proprio venerdì scorso, hanno nuovamente segnalato all'attenzione di tutti noi: dovremmo essere vigili, accorti e fortemente operativi. In questo campo la Valle d'Aosta si è posta l'obiettivo di una radicale transizione energetica con l'ordine del giorno approvato all'unanimità del Consiglio regionale nel 2018, e poi declinato nella road map per una Valle d'Aosta fossil full free al 2040, approvata con una delibera il 22 febbraio 2021.
L'obiettivo è arrivare ad una Valle d'Aosta libera da combustibili fossili entro il 2040, cioè fra 16 anni, ma il problema - e concordo con quello che diceva il collega Perron oggi - è che ancora oltre il 60% dei consumi energetici valdostani è soddisfatto con combustibili fossili e non c'è un'indicazione precisa delle azioni per raggiungere l'obiettivo fossil full free, non c'è una tempistica definita in modo adeguato.
Il PEAR, il Piano energetico, limita il suo orizzonte al 2030 e la legge regionale 16/2019 sulla mobilità sostenibile non è adeguatamente monitorata nella sua applicazione, per cui non si stanno raggiungendo gli obiettivi indicati da tale legge, ed è la stessa bozza del Piano regionale dei trasporti a dircelo, laddove evidenzia che, in base alla stima degli autori di tale Piano, al 2022 si poteva calcolare al 26% la mobilità sostenibile, contro il 35 previsto dalla legge 16/19 per il 2025, cioè tra due mesi.
Un terzo obiettivo strategico assente nel DEFR, ma che è sicuramente fondamentale, è, dicevo prima, l'autonomia energetica.
Quello dell'energia è un tema molto trascurato da questo documento e dalla politica regionale; una trascuratezza che ha, a nostro avviso, una causa precisa, consistente nel fatto che la politica energetica è stata delegata alla CVA e la Regione, invece di controllare e indirizzare le scelte della società, le subisce.
Ritornerò poi più avanti su questo, perché c'è la quarta sezione.
Sul tema energia in generale, voglio sottolineare che non c'è una reale consapevolezza della situazione in cui la Valle d'Aosta si trova, si sente sovente affermare, anche da esponenti nazionali che hanno ruoli importanti nel campo dell'energia, che la Valle d'Aosta produce più energia di quella che consuma.
Questo è un falso clamoroso, perché è vero che esportiamo la maggior parte dell'energia idroelettrica che produciamo in loco, ma se anche utilizzassimo qui in Valle d'Aosta tutta quell'energia esportata per i nostri consumi complessivi, non saremmo in grado di coprire il fabbisogno energetico della nostra comunità.
Allora la Regione deve avere l'obiettivo di accrescere la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili, puntando ora sul solare, e questo obiettivo non compare.
A me pare paradossale che nel DEFR non si parli di autonomia energetica e dei modi per arrivarci, ma è così, la strategia energetica la fa CVA, che preferisce investire in altre regioni, fuori Valle, in Sardegna, senza preoccuparsi della transizione energetica locale.
Gestione del territorio: l'obiettivo di una Valle d'Aosta con rifiuti zero è ancora lontano. Nel DEFR c'è solo un fugace accenno all'applicazione del Piano per la gestione dei rifiuti.
Era stata prevista negli anni scorsi la realizzazione di un impianto per il recupero dell'umido ma, in sostanza, concretamente, non si è andati avanti e il DEFR non lo evoca nemmeno più.
Per quanto riguarda l'urbanistica, abbiamo avuto delle vicende che conosciamo - quella del Breuil è solo la più nota, la più clamorosa -, che dimostrano come l'attività edificatoria non è ben governata, pur avendo la nostra Regione competenza primaria in materia, e anche su questo io non ho visto un'idea forte nel DEFR.
Manca la volontà politica di intervenire rispetto a situazioni fortemente negative, per impedire un aggravamento e recuperare uno sviluppo urbanistico ordinato.
La cura del ferro: ovunque, in Italia e in Europa, si raccomanda la cura del ferro, un'azione per trasferire il più possibile su rotaia il trasporto delle merci e anche delle persone.
Nel DEFR non c'è un obiettivo strategico sulla ferrovia e non c'è neanche sulla mobilità. L'unico obiettivo presente porta il titolo: "Acquisizione di ulteriori treni elettrici o bimodali".
A parte lo svarione sui bimodali di cui ho già detto, io mi chiedo e vi chiedo: si può considerare l'acquisto di alcuni treni, fra l'altro con fondi dello Stato, un obiettivo strategico?
Noi siamo ovviamente, e lo sapete, d'accordo con questi acquisti, ma, nel campo della mobilità, l'obiettivo strategico dovrebbe essere ben più ampio dell'acquisto di treni, dovrebbe essere appunto la cura del ferro; invece noi che cosa facciamo? L'esatto contrario: si vuole smantellare la ferrovia Aosta - Pré-Saint-Didier, non si prende in considerazione nemmeno l'uso emergenziale della ferrovia del Drinc, si pensa di raddoppiare un tratto autostradale in Bassa Valle, di raddoppiare il Tunnel del Monte Bianco, di costruire strade di collegamento intervallivo in ogni valle; esattamente l'opposto di quello che prevederebbe un obiettivo strategico sulla cura del ferro.
Sulla politica sanitaria socio-assistenziale ha già detto la collega Guichardaz, faccio un solo esempio in più, ma ce ne sarebbero tanti altri, e lo faccio legato all'assistenza agli anziani.
A mio avviso, occorre recuperare un approccio che, in passato, ha dato risultati positivi nella nostra regione, mi riferisco all'assistenza domiciliare, su cui occorre un supplemento di attenzione e di impegno, perché spesso tra i servizi erogati come quello dell'ADI, l'Assistenza Domiciliare Integrata dell'ASL, prevalgono interventi che hanno una durata limitata nel tempo, quando sappiamo bene che le necessità si protraggono, che durano anni, anni e anni, e un potenziamento dell'assistenza nei luoghi di residenza delle persone anziane potrebbe essere un progetto laboratoriale per la nostra Regione, perché abbiamo ancora la possibilità di contare sulla collaborazione e la sinergia con le comunità locali.
Sul contrasto all'abbandono scolastico, sappiamo che le scuole hanno ricevuto fondi dal PNRR per fronteggiare il problema, sono in corso delle attività, ma anche qui, a nostro avviso, sarebbe necessaria una strategia che non si limiti ai progetti gestiti dalle singole scuole o dalle reti di scuole, si devono coinvolgere più agenzie educative, le biblioteche, gli oratori, le associazioni di volontariato, anche dei professionisti a cui affidare degli incarichi e, in sinergia con gli Enti locali, creare dei servizi di supporto allo studio, di aiuto nei compiti, soprattutto per quella fascia 11-14 che, in questo momento, è la più penalizzata, e lo è soprattutto nei Comuni più periferici.
Sul contrasto alla povertà, vale lo stesso discorso: bisogna pensare a delle nuove forme d'intervento, c'è bisogno anche di uno sforzo di creatività e di immaginazione.
A giugno 2023 è stato approvato il Piano degli interventi e dei servizi sociali di contrasto alla povertà: è appena richiamato nel DEFR, eppure è importante.
Ci sono delle Regioni come il Veneto che hanno messo in piedi delle iniziative specifiche, locali di contrasto alla povertà sanitaria, altre hanno costituito le reti degli empori di solidarietà che raggiungono anche le zone più periferiche, piccole ma grandi cose che possono far parte di una strategia regionale costruita su misura.
Come ho cercato di spiegare, fra questi 44 obiettivi strategici mancano quelli che, secondo noi, sono fondamentali, ce ne sono altri che non sono, secondo quello che io penso, degli obiettivi strategici, però poi ce ne sono anche di completamente sbagliati.
Mi riferisco ad esempio all'ottavo obiettivo indicato dall'Assessorato allo sviluppo economico: introdurre l'idrogeno quale vettore energetico nel settore della mobilità.
Sull'idrogeno da utilizzare nel settore dei trasporti, avete preso una cantonata: prima avete voluto approvare una legge regionale, la 18/2021, una legge che noi abbiamo ritenuto assurda, frutto di una proposta avanzata dal consigliere Restano, che voleva indicare l'alternativa dell'idrogeno all'elettrificazione della ferrovia Ivrea-Aosta, poi avete commissionato uno studio che ha, di fatto, escluso l'utilizzo dell'idrogeno in campo ferroviario e sottoposto a critiche robuste anche l'ipotesi di utilizzarlo per l'autobus, studio che poi non è mai stato esaminato da nessuna delle Commissioni, e poi ci si è buttati sui fondi del PNRR sostenendo il progetto di CVA per creare un centro di produzione dell'idrogeno a Châtillon da usare per gli autobus urbani, a partire da quelli che, in prospettiva, avrebbero dovuto essere acquistati dal Comune di Aosta.
Un fallimento perché lo stesso DEFR, a pagina 117, è costretto a scrivere: "Il mercato non è maturo per l'immediata attuazione della mobilità a idrogeno nel settore del trasporto pubblico" e quindi che senso ha perseverare nella creazione di un centro della produzione di idrogeno a Châtillon, quando poi questa produzione non può essere utilizzata per gli autobus?
Avrebbe senso, piuttosto, secondo noi, l'utilizzo dell'idrogeno in modo più puntuale, più incisivo, nel settore siderurgico alla Cogne, e infatti CAS ha presentato un progetto finanziato dal PNRR che va in quella direzione; però è un progetto piccolo, sarebbe bene implementarlo. Perché no, magari anche pensare di trasferire su Aosta quel progetto previsto a Châtillon, in modo da ampliare l'offerta dell'idrogeno per una società come CAS che è fortemente energivora e consuma una quantità enorme di combustibili fossili per i suoi forni.
Pensare, come scrivete nel DEFR, di produrre adesso, ora, idrogeno nel TPL, orizzonte 2027, è un obiettivo che, secondo noi, è sbagliato, e su questo presenteremo anche uno specifico ordine del giorno.
Manca poi, tra i 44 obiettivi strategici contenuti nel DEFR, un obiettivo che all'interno del tema della ricerca e dell'autonomia energetica ha molta rilevanza, mi riferisco allo sviluppo delle comunità di energia rinnovabile e ai gruppi di autoconsumo.
Nel punto che porta il titolo: "Attuazione del PEAR" ci sono, sì, poche righe dedicate alle CER, ma sono soprattutto un riassunto di quello che è stato fatto nel 2024 e non si indica l'obiettivo che si vuole perseguire. Eppure lo abbiamo detto più volte, abbiamo chiesto quale quantità di produzione aggiuntiva, quanti megawatt si vogliono ottenere con lo sviluppo delle CER, quale dimensione si intende dare a questo fenomeno e non troviamo nessuna risposta nel DEFR, ma come abbiamo già avuto modo di dire in questo settore dove c'è un chiaro ritardo, dove gli obiettivi invece chiari non sono, ci saranno poi dei risultati che saranno misurabili, ci sarà un consuntivo e quello che farà testo saranno proprio i risultati, quanti impianti verranno realizzati, quanti otterranno i finanziamenti, quanti saranno autorizzati, e i dati parleranno da soli.
Noi speriamo ovviamente che saranno dei dati positivi, però non possiamo in questa fase non esprimere la nostra preoccupazione sulla situazione attuale e sull'inadeguatezza di quanto è scritto nel DEFR.
Vengo poi all'ultima parte del DEFR, la sezione quarta sulle società controllate. In questa sezione si parla delle linee di indirizzo. Ci sono alcune considerazioni che vanno fatte, in particolare sul settore delle società degli impianti a fune, dove vengono elencati i principali investimenti strategici prioritari per lo sviluppo del settore.
Fra le priorità, la prima è individuata, come già nel DEFR dello scorso anno, nell'avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica del collegamento intervallivo Cime Bianche.
Come avevamo già detto un anno fa, si tratta di una grave forzatura e scorrettezza perché, come è noto, sul collegamento è stato condotto uno studio propedeutico e preliminare commissionato dalla società Monterosa su mandato della Regione,studio consegnato a fine del 2022 e che ha avuto una prima illustrazione in Commissione da parte delle società Monterosa e Cervino il 3 aprile del 2023, oltre un anno e mezzo fa; poi tutto si è fermato, non c'è stata nessuna valutazione della Commissione né del Consiglio, l'abbiamo detto tante volte (vedo nel Consiglio odierno e anche all'ordine del giorno un'interpellanza del collega Lavy), ma la valutazione del Consiglio non è stata fatta, quindi secondo noi non è possibile procedere con ulteriori studi e con altre progettazioni se non si è fatta una valutazione. Non lo può fare la Regione finché, come è stato scritto nei vari DEFR del passato, il Consiglio non si pronuncia, quindi è un'affermazione, quella che c'è nel DEFR attuale, arbitraria e anche su questo presenteremo uno specifico ordine del giorno.
Dulcis in fundo la questione CVA: quello che c'è scritto a pagina 194 è un capolavoro di reticenza, la mission originaria della società è ridotta a mezza riga: produzione di energia pulita.
Gli indirizzi che la Regione deve dare ad una società controllata non ci sono, anzi, no, si dice che "La CVA è tenuta a perseguire gli indirizzi strategici definiti nel DEFR 2023-2025", solo che quegli indirizzi si riferiscono al 2022 perché sono stati ricopiati tel quel e da allora tutto è cambiato e la CVA ha approvato senza - ce l'avete detto voi - nessuna interlocuzione con la Regione il Piano industriale 2023-2027 che sposta il baricentro della società fuori dalla Valle d'Aosta.
L'unica preoccupazione espressa dalla scarna paginetta del DEFR su CVA è di riaffermare che, avendo attivato uno strumento finanziario quotato in borsa, la società sarebbe sottratta ai poteri di coordinamento e di indirizzo della Regione e agli obblighi di trasparenza.
Sono affermazioni infondate, in contrasto con la normativa statale regionale sulle società controllate da un ente pubblico, ma ormai sappiamo che questo è l'atteggiamento che avete nei confronti di quella società.
Voglio concludere con una nota di colore, con un'osservazione grafica sul DEFR, considerazione che sembrerebbe forse smentire alcune delle cose che ho detto sulla ripetitività e sull'assenza di novità del documento; sembrerebbe, ma in realtà è una conferma.
La più grossa novità di questo documento rispetto agli otto precedenti è la copertina, questa copertina che tutti quanti avete visto. Io ho messo sul tavolo a casa le copertine dei nove DEFR dal 2017 ad oggi, in tutte compare in alto, in piccolo, la dicitura bilingue "Regione autonoma Valle d'Aosta" con logo della Regione raffigurante il leone rampante.
Al centro della pagina, in passato c'era un segno grafico, un disegno con delle persone attorno ad un tavolo di lavoro oppure, più frequentemente, la cartina della Valle d'Aosta con un'immagine. Le più belle sono quelle del 2020 con il Cervino e del 2022 con il castello di Saint-Pierre.
Nel DEFR 2023 la cartina della Valle d'Aosta improvvisamente è scomparsa ed è stata sostituita da un secondo leone, oltre a quello che c'era già in alto, che permane anche nella copertina del 2024 e che ritroviamo in questa del 2025, con un cambiamento, però, perché qui ce ne sono 3, uno in alto che è il logo, sotto in grigio e poi un terzo, e poi c'è anche una differenza, perché il leone è raddoppiato, l'ho misurato con il centimetro. Lo sfondo dello scorso anno era azzurrino, quest'anno invece è costituito da quadretti rossoneri.
Io credo che sostituire la cartina della Valle d'Aosta con le sue montagne, i suoi castelli, i suoi oggetti tipici (in una c'erano i mestoli) con un invadente leone, a mio avviso non è tanto una bella idea.
Segnalo comunque che, proseguendo su questa linea, su questa strada, e continuando con gli ingrandimenti, forse fra due anni il leone nella copertina non ci sta più e il troppo, alle volte, stroppia.
Presidente Testolin, forse occorre moderarsi nelle ambizioni egemoniche.
Presidente - Consigliere Restano per fatto personale.
Restano (RV) - A parte che ci sono più leoni in Valle d'Aosta (mi corre l'obbligo di dirlo) però, detto questo, ci sono anche delle piccole lepri che scappano.
Per fatto personale, signor Presidente, perché sono stato citato dalla collega in merito alla legge sull'idrogeno. A tal proposito, volevo presentare un ordine del giorno, poi ho ritenuto che non fosse il caso, però volevo sottolineare questo, collega: Bolzano nel 2013 aveva già gli autobus a idrogeno, come le principali capitali europee, Londra, Oslo, Milano e Bolzano.
Vi sono delle ditte, posso fare un nome...
Presidente - Consigliere, non possiamo trasformare in un fatto personale il secondo intervento.
Restano (RV) - Finisco, no, non è il secondo. Ci sono delle ditte che producono autobus a idrogeno, può fare una ricerca, quindi la legge era innovatrice.
Se noi aspettiamo i suoi tempi, facciamo come l'elettrificazione della ferrovia, arriviamo 60 anni dopo gli altri.
Bisogna guardare avanti e non si giri sempre indietro, perché sennò rischia di cadere.
Presidente - Consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.
Sammaritani (LEGA VDA) - Interverrò brevemente, così vado un po' a compensare gli interventi delle colleghe che mi hanno preceduto, anche perché, francamente, non mi ha mai estremamente appassionato il dibattito sul DEFR, non perché l'argomento non sia importante, anzi, lo è molto, essendo un Documento economico di programmazione è il documento essenziale della programmazione di una Regione, però per il fatto che ho sempre ritenuto che il nostro DEFR, in particolare, questo di questa Legislatura, non fosse mai adeguato ai suoi precisi scopi.
Le prime volte, nei primi anni, ho rilevato come non fosse abbastanza scientifico, se vogliamo dire così, nel senso che è molto discorsivo e quindi di difficile raffronto fra quello che si voleva fare e quello che poi si sarebbe fatto, un po' come i giudizi a scuola piuttosto che i voti, sì sì, saranno belli, saranno inclusivi ma, alla fine, non ti fanno capire un tubo, perché ognuno poi i giudizi li può esprimere come vuole e quindi può dire anche che uno è stupido, dicendo cose che farebbero apparire il contrario. Ma, al di là di questo, direi che questo DEFR ha fatto un passo indietro di nuovo perché, come è già stato detto da altri colleghi, è di nuovo più discorsivo e meno raffrontabile e di più difficile valutazione.
Cos'è un DEFR, tanto per riassumere per chi sta fuori di qua? È quello che un Governo dovrebbe voler fare, dire quello che vuole fare, quello che è già stato fatto e quello che c'è ancora da fare.
Qui diventa difficile perché, a parte il fatto che, come già rilevato da qualche collega, c'è stato di nuovo un tirare avanti la palla per tantissimi degli obiettivi strategici che vengono definiti come tali, nel senso che non è stato fatto un granché, e allora diciamo che è cambiato il quadro socio-economico e quindi lo faremo poi, ma non è che lo dica solo così tanto per dire, ci sono gli esempi scritti, ci sono gli esempi, più o meno importanti, per esempio, sui Segretari comunali, è già stato rilevato, ma dire praticamente che era un primo inserimento nel DEFR 2023-2025, e quindi ne sono già passati due, e si dice: "Aggiornamento crono programma di attuazione nella mora della revisione organica della disciplina regionale vigente in materia dei Segretari degli Enti locali" (nelle more chissà perché), che oggi è contenuta nella 22/2023, "nel corso del 2023 è stato inoltre dato un nuovo impulso all'attività del gruppo di lavoro costituito in Consiglio regionale per la revisione della 6/2014, nell'ambito della quale viene rivista anche una parte consistente della disciplina dei Segretari. Risulta pertanto indispensabile riorganizzare gli interventi normativi posticipando l'attività originariamente programmata".
Traducendo quindi dal politichese amministrativo, non abbiamo fatto un tubo a partire da questa Legislatura, che è partita proprio dicendo: "Bisogna revisionare le leggi sull'ordinamento degli Enti locali e dei Segretari comunali", siamo a fine Legislatura e non abbiamo fatto ancora un tubo, lo faremo.
Questo, secondo me, è l'emblema di questo Governo, un Governo che non ha saputo fare una sola riforma, doveva fare la riforma della legge elettorale e non la farà, è evidente, tanto ormai è conclamato; doveva fare la riforma della disciplina degli Enti locali e non l'ha fatta; doveva sistemare nell'ambito di questa anche tutta la questione dei Segretari comunali, che è affatto banale o marginale, e non l'ha fatto. Non ha fatto niente.
Doveva riorganizzare la macchina amministrativa, che è evidentemente in crisi, che ha bisogno di attrattività, che ha bisogno di funzionare bene e non lo ha fatto, quindi non ha fatto niente, non c'è una sola riforma essenziale, importante per il funzionamento della macchina amministrativa, che sia stata fatta in questa Legislatura. Quindi questo è un evidente fallimento di un Governo e di una Legislatura che, tra l'altro, ha visto ancora una volta avvicendarsi addirittura due Presidenti della Regione.
È questo il tema.
Io faccio un esempio invece che non è stato fatto da nessuno, giusto per un po' di originalità: il CURS, Centro unificato regionale per la ricerca scientifica. E mi dispiace che non ci sia l'assessore Bertschy, non lo vedo, ah, è nascosto, c'è; non si è nascosto preventivamente. Va bene, è in buona fede. È stato messo per la prima volta in un DEFR del 2021-2023, sono passati tre anni e mezzo, si diceva che era importante farlo per riunire, unificare, organizzare, razionalizzare, tutto quello che volete, i vari centri di ricerca sul territorio, enti e fondazioni; oggi, nel DEFR attuale, leggiamo che "Prosegue il lavoro di interlocuzione con i principali attori coinvolti nel progetto" eccetera, "è stato assegnato l'incarico che permetterà di analizzare i possibili modelli giuridici da adottare per giungere alla creazione dell'ente", quindi anche qui, tradotto dal politichese amministrativo, non abbiamo fatto un tubo, non abbiamo risolto niente, siamo ancora lì a pensare a che modello deve avere il contenitore che conterrà forse, chissà quando, se, mai, questi pari centri di ricerca.
Non si capisce neanche se l'incarico è stato dato fuori, perché alla fine ci si è arresi o se è interno, questo noi non lo capiamo da qua, però è l'emblema, anche questo, del fatto che di riforme o riformine, comunque di elementi sostanziali per permettere alla macchina di funzionare deve essere competitiva, non ne sono stati raggiunti, nessun obiettivo di questi è stato raggiunto.
Parlare quindi di modernizzazione, di armonizzazione, eccetera non serve, bisogna fare le riforme, questo Governo non è riuscito a farne una sola di riforma sostanziale, e questo credo che certifichi il fallimento di un Governo.
Al di là dell'aspetto grafico delle copertine, qui vedo dei numeri, quindi probabilmente questa è la casualità con la quale è stata redatta o comunque con la quale va avanti la maggioranza, io direi che questo DEFR... Forse noi il nostro DEFR regionale ormai dovremmo chiamarlo non più tanto Documento di Economia e Finanza Regionale, quanto un documento di improvvisazione dell'economia e della finanza regionale, perché davvero io di progetti non ne vedo, non ne vedo scritti, non ne vedo di realizzati, di riforme tanto meno, quindi credo davvero che questo sia l'emblema di questa Legislatura che sta avviando alla fine, per fortuna.
Presidente - Si è prenotato il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Certamente io non occuperò tutti i 30 minuti che sono dedicati al primo intervento, anche perché rischio di annoiare i colleghi, ma soprattutto rischio di annoiare i 37 spettatori che in questo momento stanno seguendo il Consiglio regionale, un successo di audience strepitoso, vero assessore Caveri?
Però mai come in questo ultimo periodo mi trovo in sintonia con il collega Sammaritani, perché effettivamente siamo al quinto Documento di Economia e Finanza Regionale, ne abbiamo visti passare quattro che, in qualche modo, davano qualche prospettiva, ma di fatto non abbiamo visto grandi e significativi cambiamenti, l'auspicio era che questo Documento di Economia e Finanza Regionale ci potesse dare delle soluzioni e, al di là degli obiettivi strategici, delle priorità vere sulle quali poter dire: "Okay, entro la fine della Legislatura completiamo questo percorso, quel percorso o quel percorso e poi andremo oltre rispetto al 2027".
2027 che molto probabilmente vedrà nuovi soggetti all'interno di questo Consiglio, con nuove idee, magari più rivoluzionarie, più efficaci ed efficienti di quelle che abbiamo noi che sediamo adesso.
Il Presidente ha esordito dicendo gli obiettivi strategici, questi 44 obiettivi strategici, e le priorità sono come idea guida legati alla sostenibilità.
Va bene, noi ovviamente, da questo punto di vista, evidenziamo fortemente una serie di carenze in questo documento, dove in qualche modo, attraverso gli ordini del giorno che abbiamo predisposto e presentato, io mi auguro che la risposta non sia: "Condividiamo, vi invitiamo a ritirarlo, altrimenti ci asteniamo", perché sarebbe davvero una vergogna rispetto alle tante proposte che mi sono permesso di leggere, anche degli altri colleghi dell'opposizione.
Si parla di sanità, servizi sociali, disabilità, in modo estremamente fumoso, si dice: "In ambito sociale, la riorganizzazione del sistema dei servizi socio-assistenziali richiede la separazione tra le fasi di programmazione e di gestione, attraverso un sempre maggiore coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati. I previsti adeguamenti delle attuali discipline dedicate al disagio abitativo e politiche per la disabilità saranno orientati a strutturare un sistema maggiormente integrato tra le politiche di settore, abitative, lavorative, sociali, educative, in modo da fornire risposte adeguate, curate secondo approcci multidimensionali". Ma che cosa vuol dire questa roba qua? Ma chi la capisce? Che cosa vuol dire tutto questo?
Ha parlato del centro di ricerca, avete l'idea di fare un mega centro di ricerca, ma ne abbiamo uno là, implementiamo quello che c'è, lavoriamo su quello che c'è, costruiamo intorno al CMP3 un qualcosa che possa davvero determinare una prospettiva per coloro che, dall'esterno, vogliono venire in Valle d'Aosta o hanno delle proposizioni in quegli ambiti da mettere in campo.
Quella era la strada da perseguire, non un altro carrozzone che chissà quando sarà pronto e abbiamo il tempo fino a settembre dell'anno prossimo, ammesso che si vada a settembre, di predisporre un progetto di quel genere. Che cosa ci è voluto per il CMP3 all'epoca? Anni, anni.
Sulla disabilità, c'è l'esigenza di una struttura per disabili psichici H24 forte, molto forte, è possibile che non ci sia scritto in questo DEFR che questa è un'esigenza che viene? Abbiamo decine di lettere che arrivano dalle Associazioni in questo senso, abbiamo una bordellata di casi che sono in altre regioni e ci costano fior di quattrini.
Non è possibile che si potesse leggere qualcosa di concreto e di serio che va nella direzione di questo?
La Cascina del castello di Fénis è un ordine del giorno che presenteremo, il sollievo del CEA: queste sono le cose che la gente ha bisogno di leggere e di capire se vengono realizzate in tempi ragionevoli oppure se andiamo ancora oltre.
Poi viabilità e sicurezza, io credo che la Statale 26, per la quale vi ho sfiniti immagino in questi due anni, forzando la mano e dicendo: "Fate qualcosa affinché si faccia quel percorso, che venga reso sicuro", attraversano da tutte le parti, fanno le inversioni a U, è morto qualcuno.
Per la miseria, più priorità di quello che cos'è? Io sono sicuro, e quasi certo, ma le chiederò conferma, Assessore, che non ci sono più i soldi per quell'intervento, ma la Regione lì ha messo 4 milioni nel 2017, ben 4 milioni. Dove sono quei 4 milioni? Lo capiremo.
Ristrutturazione e alloggi, ci sarà un documento che parla anche di quello.
Abbiamo fatto i cappotti con i soldi del PNRR, abbiamo fatto e si stanno facendo ancora, qualche tetto, qualche cappotto, ma chiederemo al Presidente della quinta Commissione di fare una quinta Commissione in sopralluogo all'interno degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, per capire che non serve fare i cappotti se all'interno ci sono i bagni che perdono dappertutto, se all'interno, negli alloggi, ci sono le muffe.
Non ha nessun senso e allora mettiamo dei soldi in quella direzione.
Il collega Chatrian ci ha detto che siamo, dal punto di vista dell'occupazione del lavoro, a una percentuale importante; è vero, è corretto quello che ha detto, ma ribadisco quello che ho detto un anno fa: abbiamo gli stipendi più bassi in Italia.
È mai possibile che non si vada a ragionare in questi termini? È possibile che uno che lavora in una partecipata porti a casa in una famiglia 1.300 euro? Non è più possibile questo, quindi, colleghi, io mi fermo qua perché ce ne sarebbe da dire, anche solo in sanità: non ci siamo occupati delle liste d'attesa "ma lo faremo", non ci siamo occupati di tutto quello che è il percorso di promozione che sta avvenendo all'interno della USL, promozioni di medici che assumono incarichi importanti, e mi sta bene, però le liste di attesa chirurgiche sono sempre le stesse.
I numeri sono sempre gli stessi, c'è l'accordo con l'ISAV, si parla dell'accordo con l'ISAV ma cosa succede? Che i medici dell'Ospedale vanno ad operare all'ISAV; perché non possono operare all'Ospedale Parini di Aosta?
Non c'è visione, dicono alcuni colleghi, la visione c'è, è che in questo documento si vuole andare nella direzione e dire: "Okay, abbiamo messo giù una serie di buone intenzioni", perché non bisogna nasconderlo, ci sono delle buone intenzioni, ma ahimè non ci sono assolutamente volontà chiare e inequivocabili che portano a una direzione di completamento di tutta una serie di percorsi che nei DEFR precedenti erano stati pianificati.
La legge 3 sull'Edilizia Residenziale Pubblica, la legge quadro, è una cosa incredibile che è quattro anni che sia lì ferma, "Aspettiamo l'Università", ma è il compito dell'Università quello? È compito dell'Università dover dare risposte in quel senso?
Un'altra affermazione che mi ha stranito: "In parallelo si rende necessario", parliamo sempre di sanità, servizi sociali eccetera, "effettuare nuovi investimenti in strutture", quindi edifici, "formazione professionale", corretto, ben venga, "attrezzature e sviluppare ambiti di ricerca".
Mi pare che recentemente sia uscita un'indagine che dice che i nostri beni strumentali sono obsoleti, c'è stata comunque una risposta da parte della USL, per cui secondo loro non è così, avremo piacere di chiarire anche quest'aspetto, però lo avevamo sperimentato l'anno scorso, quando abbiamo parlato delle strutture sul territorio, che anziché avere strutture... parlo dei centri traumatologici, ovviamente; avevamo evidenziato quest'aspetto, finalmente avete messo 2 milioni per interventi in quel senso, ci volevano, corretto, ma ve lo abbiamo detto che era così, ve lo abbiamo detto noi.
Comunque noi siamo davvero preoccupati perché questo Documento di Economia e Finanza non dà le risposte, sono le cose dette ma non fatte, come è successo nei tre anni che si sono succeduti: cose dette e non fatte, progetti disattesi.
Presidente - Consigliere Di Marco si è prenotato, ne ha facoltà.
Di Marco (PA) - Il Documento di Economia e Finanza Regionale, oggi in discussione, è il secondo che il Gruppo consiliare di Pour l'Autonomie affronta da quando, come tutti ricorderanno, abbiamo deciso, con senso del dovere, di dare il nostro sostegno a questo Governo regionale, unicamente per superare una crisi politica che si protraeva da tempo.
Nel percorso che ci ha visto parte integrante di questa maggioranza, siamo stati attivi, propositivi e coerenti, ma soprattutto abbiamo operato per la precisa finalità di garantire la continuità amministrativa, ben consapevoli di dover dare il nostro contributo ad un programma di Legislatura scritto da altri e il nostro appoggio a dossier già aperti ed avviati.
È pertanto con questo spirito aperto e disponibile e in quest'ottica di collaborazione e responsabilità che ci siamo approcciati a questo DEFR, in cui non ci riconosciamo pienamente, ma di cui condividiamo l'idea di base, e cioè programmare interventi e individuare obiettivi strategici mirati al conseguimento del benessere della nostra comunità.
Il nostro giudizio, è che si tratti di un Documento che esprime il punto di vista di una maggioranza di Governo che, nonostante non brilli al suo interno per spirito di sinergia e dialogo, ha piena consapevolezza delle criticità e delle prospettive della nostra Regione e si propone di risolvere le prime e sviluppare coerentemente le seconde.
Non potendo, per ragioni di tempo, ripercorrere l'interezza del Documento, voglio però soffermarmi su alcuni contenuti del DEFR che consideriamo di maggiore rilevanza.
Innanzitutto, gli interventi che si sono resi necessari, in seguito all'alluvione che ha interessato alla Valle d'Aosta il 29 e il 30 giugno di quest'anno. Eventi di questa portata mettono in luce l'estrema fragilità e vulnerabilità del nostro territorio riguardo a specifici quanto eccezionali fenomeni meteorologici, che non possono che suscitare una viva preoccupazione ma, al contempo, anche portare ad una profonda riflessione su cosa è possibile fare in termini di sostegni e di prevenzione. In questo DEFR, sono pertanto presenti iniziative che vanno in questa duplice direzione: prima, andare incontro ai bisogni della collettività e dei settori economici più direttamente colpiti e ripristinare le infrastrutture coinvolte, mettendole in sicurezza; seconda, rafforzare le strutture del presidio del territorio (Protezione civile, Corpo forestale, Corpo dei Vigili del fuoco, Soccorso Alpino, ma anche agricoltori e professionisti della montagna) e, al contempo, contrastare, arginare e mitigare i dissesti idrogeologici, così da garantire la massima sicurezza possibile sul nostro territorio.
Nell'ambito delle infrastrutture, siamo molto soddisfatti nel constatare come il tema di una seconda canna per il Tunnel del Monte Bianco sia stato finalmente preso seriamente in considerazione, dopo che per primi - e lo affermo senza tema di smentita - fin dall'inizio di questa Legislatura, grazie all'indomita perseveranza di Augusto Rollandin, abbiamo insistito per la sua realizzazione, sottolineandone l'importanza per un sano sviluppo della nostra economia e per perseguire tre obiettivi cruciali: garantire la sicurezza della viabilità all'interno del tunnel, assicurare alla nostra Regione il flusso economico prodotto da questa indispensabile infrastruttura, evitare i contraccolpi negativi per la nostra economia e il nostro turismo derivanti dai rallentamenti e dalle lunghe chiusure per i lavori di manutenzione.
Altro tema oggetto del DEFR, che riteniamo meriti una grande attenzione, è quello relativo all'ambiente, che rappresenta un'insostituibile risorsa per la nostra Regione e va quindi tutelato e valorizzato, al fine di garantire la salute delle persone e al contempo le possibilità di sviluppo dei nostri diversi settori economici, in primis l'agricoltura, l'allevamento e il turismo, attraverso: i Piani e le Strategie approvati di recente o in via di approvazione, in materia di sviluppo sostenibile, cambiamento climatico, qualità dell'aria, tutela delle acque, biodiversità, gestione rifiuti, trasporti, servizio idrico integrato che verranno ad essere attuati, supportati e monitorati nel triennio 2025-2027; l'impegno nella salvaguardia del nostro territorio di montagna, le cui specificità richiedono l'attuazione di politiche mirate e la messa in campo di idonee risorse, sia umane che finanziarie, per dare risposte ai bisogni delle nostre comunità; le azioni finalizzate a una Valle d'Aosta fossil fuel free al 2040 e a una mobilità più sostenibile, che porteranno sicuri benefici alla nostra Regione e ai suoi abitanti.
Per quanto riguarda il settore agricoltura, tra le iniziative inserite dall'Assessore nel DEFR, voglio sottolinearne due. In primo luogo, le misure di sostegno in favore delle nostre aziende agricole, fissate con la legge regionale 1/2024 - fortemente voluta dal Pour l'Autonomie - in modificazione della legge regionale 17/2016, e destinate sia alle piccole e piccolissime imprese per investimenti sotto gli 80 mila euro (fino adesso esclusi dalle politiche europee) che, in virtù del ruolo cruciale che svolgono nel nostro tessuto agricolo, necessitano di poter contare su aiuti regionali; che alle imprese che subiscano danni causati da calamità naturali, così da potergli fornire aiuti e risposte concrete in tempi ragionevolmente brevi.
In secondo luogo, l'approvazione di un disegno di legge sui Consorzi di secondo livello, più che mai opportuna in un momento come questo, in cui le risorse d'investimento sono molteplici, ed è essenziale unire le forze per partecipare a bandi nazionali ed europei.
Per quanto attiene al settore risorse naturali, ribadita l'importanza che rivestono per il futuro il Programma regionale forestale, il Piano regionale faunistico venatorio e tutte le altre attività descritte nel Documento, voglio soffermarmi sulla norma, tanto richiesta e di cui tanto si vocifera, in materia di rete escursionistica regionale, anche ai fini cicloturistici. Data la rilevanza che un tale testo assume per il nostro territorio e data la questione relativa alle responsabilità in capo ai Consorzi, ampiamente motivata dall'Assessore, risultano certamente positive le parole da lui espresse in Commissione, secondo cui l'incarico per la classificazione e la mappatura degli itinerari è già stato affidato e sarà terminato presumibilmente entro l'autunno del 2025, andando a costituire un elemento fondamentale per l'elaborazione della proposta di legge.
Due parole voglio anche dire sullo sport, ambito che riveste una funzione basilare per la nostra collettività, ma anche per il nostro settore turistico.
Come Gruppo consiliare di Pour l'Autonomie, non possiamo che dirci d'accordo sulla necessità di: provvedere a una parziale riforma della legge regionale 3/2004 che semplifichi gli iter amministrativi relativi alle concessioni di contributi e introduca misure di sostegno in favore di tutte le discipline del mondo sportivo valdostano; e di continuare a lavorare per aumentare il numero di competizioni ed eventi sportivi, anche di rilievo nazionale e internazionale, organizzati e tenuti nel nostro territorio, in aggiunta a quelli già realizzati in continuità con il passato. Nel complesso, riteniamo che entrambe le tipologie di iniziative ci permetteranno di sviluppare al meglio il nostro settore sportivo dalle indiscusse potenzialità e incentivare l'attrattività e competitività del nostro territorio.
Tra gli altri contenuti di questo DEFR, su cui non possiamo che esprimere parere favorevole, ci sono anche quelli relativi: alla valorizzazione della nostra autonomia anche attraverso la concretizzazione della zona franca e il rinnovo delle concessioni idroelettriche, tema quest'ultimo su cui da sempre insistiamo in ragione dell'evidenza per cui esse rappresentano una ricchezza fondamentale per la nostra Regione; all'attuazione del Piano politiche del lavoro 2024-2026; allo sviluppo e valorizzazione delle aree montane; alla valorizzazione dei siti di interesse culturale, storico e archeologico; alla predisposizione di un Piano strategico della cultura e all'attuazione del Piano per la salute e il benessere sociale. Tutti contenuti che, per motivi di sintesi, non mi è possibile esaminare nel dettaglio come vorrei e come sarebbe opportuno.
In conclusione, questo DEFR è senza dubbio un documento corposo, in cui sono descritte le linee programmatiche e gli obiettivi strategici per il prossimo triennio.
Come già detto all'inizio di quest'intervento, nonostante il fatto che non tutti gli obiettivi e non tutte le strategie presenti in questo Documento rispecchino la nostra visione, è per senso di responsabilità amministrativa e in piena coerenza con la linea di pensiero che ormai ci contraddistingue fin dall'ingresso in questa maggioranza, che esprimeremo voto favorevole a questo DEFR, nel convincimento che sia un Documento tutto sommato adeguato a rispondere alle sfide con cui dovranno confrontarsi nel futuro la Valle d'Aosta e tutti i valdostani.
Presidente - Consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Intanto, permettetemi una battuta. Ho appena ricevuto un invito "Ma che pianeta mi hai fatto? Orbite e alieni tra astronomia e fantascienza"; parafrasando con "Ma che regione mi hai fatto?", avete, cari colleghi, elencato una serie di interventi, annunci, priorità, opportunità. Ma pensate che il Governo non abbia fatto delle valutazioni e fatto delle scelte? Vi dico che la perfezione non esiste ed è tutto migliorabile.
Il DEFR è un documento complesso, che però evidenzia, in primo luogo, delle stime previsionali importanti, viene descritta la crescita regionale del prodotto che è proseguita, ma con valori positivi.
Il raffronto è con altre Province, come noi ai margini dei confini dello Stato, in zone di passaggio, distanti dai grandi centri e con notevoli difficoltà di percorrenza e di transito, con flussi destinati a interrompersi a causa di disagi, non sempre preventivabili e di difficile soluzione, ma che prevede interventi statali e accordi transfrontalieri.
Il confronto è con le Province, in questo caso di Trento e Bolzano. Non a caso, due Province spesso richiamate agli onori delle cronache per la grande capacità di amministrare e legiferare e, sotto certi aspetti, molto simili alla nostra, alla Valle d'Aosta, per cui è possibile fare dei confronti obiettivi e misurabili.
Le previsioni future indicano una dinamica economica espansiva molto limitata al Nord ovest, proprio dove ci troviamo noi, e le cause le conosciamo tutti.
Gli sforzi messi in campo dal Governo regionale, che potete leggere a pagina 20, portano a un valore di 1.100 milioni di euro sia nel 2024 che nel triennio successivo; questo a giustificare un continuo sostegno all'economia locale.
Mantenere i livelli di domanda estera a livello alto era abbastanza difficile con le fluttuazioni post Covid, la richiesta di prodotti e scambi commerciali avranno anche un impatto sicuramente sulla viabilità, una desolazione per chi viaggia - come me - in autostrada e soprattutto per chi gestisce i punti commerciali dislocati lungo l'asse e le uscite autostradali, ad esempio.
Un aspetto importante che ha tante correlazioni è la dinamica inflattiva, come ricordato già da qualcuno, in questo momento inferiore, qui in Valle d'Aosta, sia rispetto all'Italia che alle Province autonome di Trento e Bolzano.
Inoltre, la performance dell'occupazione in Valle d'Aosta è oltre il 72% e cresce anche l'occupazione femminile, l'ho letto in una relazione dell'Istituto Tagliacarne.
Sicuramente, questo primo approccio è molto sintetico, ma alcuni dati dimostrano che le scelte fatte dal Governo e da questa maggioranza stanno dando dei frutti e il DEFR evidenzia la continuità amministrativa e legislativa, necessaria per raggiungere il quinto anno di Legislatura, come citato dai colleghi.
È chiaro che l'impatto delle politiche non è sempre a breve termine, ma gli effetti si vedranno nel triennio successivo.
Un aspetto importante, ma limitante per l'azione politica mirata nel complesso economico e produttivo, è pur sempre l'incastonamento della Valle nelle Alpi e con molte attività in quota, perché possiamo intervenire con norme e leggi adeguate, ma non possiamo assolutamente modificare né l'orografia, né la dislocazione, né la vocazione turistica della nostra regione, senza dimenticare l'agricoltura per il mantenimento del territorio e gli interventi di ripristino dei danni alluvionali.
Permettetemi questa digressione, che faccio spesso, questo lo dico per l'opinione pubblica e a chi ci ascolta.
In queste condizioni abbattere costi, mantenere i servizi e costi minimi è una missione impossibile, o per lo meno difficile, ma spesso sono a carico dell'ente pubblico e dell'Amministrazione regionale, sotto forma di esenzione, abbattimento dei prezzi, CAL a costo fisso, esenzioni, quindi aspetti favorevoli per chi (incomprensibile).
Tanti argomenti interessanti in Aula ho sentito, non citerò leciti, non leciti, perché sarei ripreso sicuramente da chi mi sta di fronte, ma per il consolidamento della maggioranza che legifera e produce, senza andare troppo per il sottile, sia qua non per le poltrone, come spesso ci viene detto, ma per quelli che stanno fuori.
Presidente - Altri? Se non ci sono altri, sospendiamo brevemente i lavori del Consiglio e magari facciamo una riunione della Conferenza dei Capigruppo. Chiudiamo la discussione generale.
Se non ci sono altri interventi, sospendiamo e convochiamo una Conferenza dei Capigruppo. Ci sono ancora altri? Ho chiesto, ma nessuno si era prenotato. Ma se nessuno interviene... Ho visto che il consigliere Ganis si era prenotato. Facciamo dopo la Conferenza dei Capigruppo, tanto abbiamo finito gli interventi.
Facciamo una breve pausa, dieci minuti.
La seduta è sospesa dalle ore 17:23 alle ore 17:35.
Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Si era prenotato il consigliere Ganis.
Prima di passare la parola al consigliere Ganis, ricordo che siamo in discussione generale e, al termine della discussione generale, convocheremo una riunione della Conferenza dei Capigruppo per affrontare la restante parte della discussione. Ripeto, siamo in discussione generale, il Consigliere Ganis si è prenotato, ne ha facoltà.
Ganis (FI) - Ringrazio i colleghi che mi hanno preceduto e per aver fatto un focus sul DEFR, un Documento che stiamo analizzando in queste ore in Consiglio regionale; tra l'altro, vorrei riconoscere anche il grande lavoro svolto dai miei colleghi.
Personalmente, dopo aver letto il DEFR e preparato alcuni ordini del giorno più mirati e dettagliati, vorrei soffermarmi sul punto 1.8 che riguarda l'Assessorato al turismo, sport e commercio.
Come gruppo di Forza Italia interveniamo oggi per esprimere le nostre riflessioni e preoccupazioni riguardo al Documento di Economia e Finanza Regionale, DEFR, 2025-2027, in particolare per quanto concerne il piano strategico di sviluppo turistico e commerciale della nostra regione.
Come rappresentanti di una minoranza responsabile, vogliamo sottolineare la necessità di un'analisi critica, costruttiva e approfondita in questo ambizioso Piano, anche in ottica costruttiva.
Sebbene riconosciamo gli sforzi volti a diversificare e a rafforzare l'offerta turistica, commerciale e infrastrutturale della Valle d'Aosta, riteniamo che ci siano alcuni punti che potrebbero compromettere la sua piena attuazione e la sostenibilità a lungo termine.
Il Piano prevede una gamma molto ampia di iniziative, dalla creazione di un marchio ombrello (sono anni che ne parliamo), alla diversificazione dell'offerta turistica, fino alla formazione di nuove figure professionali; tuttavia, ci chiediamo se la Regione sia dotata degli strumenti necessari per gestire queste complessità.
La riuscita di un Piano così articolato richiede un livello di coordinazione che, se non garantito, potrebbe rallentare o compromettere l'efficacia complessiva delle misure proposte.
Coordinare i diversi enti pubblici e privati sarà cruciale, ma ci preoccupa la capacità della macchina amministrativa di reggere questo sforzo senza adeguati supporti organizzativi.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la necessità di coinvolgere attivamente diversi attori locali, istituzioni, commercianti, passando per i professionisti del turismo e le comunità locali. Il raggiungimento di un consenso unanime tra queste diverse realtà potrebbe non essere semplice, ma va assolutamente trovato.
Uno degli obiettivi chiave del Piano è quello di ampliare l'offerta turistica, ovvero attrarre visitatori anche al di fuori delle stagioni invernali ed estive; tuttavia, come ben sappiamo, la Valle d'Aosta è storicamente associata al turismo invernale e modificare queste percezioni richiederà tempo, sforzi ingenti in termini di marketing e promozione.
Se non si riesce a modificare l'immagine della nostra regione, esiste il concreto rischio di rimanere vincolati alla stagionalità, limitando le potenzialità di crescita del settore turistico.
La competizione con altre destinazioni montane, sia italiane che internazionali, è feroce, destinazioni come il Trentino Alto Adige o le Alpi svizzere offrono pacchetti turistici altrettanto allettanti.
In termini di servizi, il nostro timore è che la Valle d'Aosta possa faticare in questo mercato competitivo, soprattutto se le strategie di promozione non riuscissero a posizionare efficacemente la nostra regione come una meta di alta qualità e diversificata. Quindi, ben vengano anche gli sconti del 50% ai valdostani per chi acquista uno skipass o uno stagionale o giornaliero: è una scontistica, questa, che più volte anche il sottoscritto ha rievocato.
Questa è una dimostrazione del reale impegno e attenzione per la comunità valdostana.
Nonostante l'obiettivo di ampliare l'offerta turistica, il turismo invernale resta al centro del nostro modello di sviluppo; tuttavia, dobbiamo confrontarci con l'impatto sempre più evidente dei cambiamenti climatici che stanno influenzando le condizioni. Se non riusciamo a diversificare in modo significativo l'offerta turistica, rischiamo di rimanere dipendenti da un modello che potrebbe diventare insostenibile nel lungo termine.
L'attuazione del Piano richiederà investimenti significativi in termini di formazione professionale, nuove infrastrutture e promozione internazionale. Questo rappresenta un onere finanziario considerevole per una regione o una popolazione relativamente piccola.
Ci preoccupa l'effettiva disponibilità dei fondi necessari, nonché la possibilità che i ritorni economici sperati non siano immediati. Cosa accadrebbe se questi investimenti non portassero a risultati sperati in tempi brevi?
Infine, desideriamo evidenziare un'iniziativa particolarmente ammirevole, quella relativa allo "Sci per tutte le abilità"; tuttavia, rendere una destinazione sciistica completamente accessibile a persone con disabilità, richiede importanti modifiche strutturali e un cambiamento culturale nella gestione turistica. Questo potrebbe incontrare difficoltà tecniche e finanziarie, che non sono state affrontate nel Piano.
Un tema importante è quello della disabilità, che merita la nostra più grande attenzione e lo ha ricordato, appunto, il nostro Capogruppo.
In conclusione, pur apprezzando l'ambizione e la visione di lungo termine del Piano, riteniamo che sia necessario affrontare questi punti con maggiore realismo.
Invitiamo quindi la Giunta e il Consiglio a valutare con attenzione queste sfide e a prevedere adeguati correttivi, per garantire che il Piano non solo venga attuato con successo, ma sia anche sostenibile nel lungo periodo.
Il futuro turistico e commerciale della Valle d'Aosta dipenderà dalla capacità di gestire con efficacia queste complesse dinamiche.
Tutte queste considerazioni sono appunto finalizzate a evidenziare le possibili criticità all'interno del Piano strategico di sviluppo turistico e commerciale della Valle d'Aosta, al fine appunto di creare un feedback positivo e costruttivo per chi oggi amministra la nostra regione.
Presidente - Si era prenotato il Consigliere Restano? Conferma la prenotazione? A lei la parola.
Restano (RV) - Questa discussione, il confronto di questo DEFR, un pochino demotivato, ma non rassegnato; demotivato per l'approccio che c'è stato in Commissione: il fatto di non permettere le audizioni delle parti sociali, dei portatori di interesse ha ovviamente reso zoppo il nostro approccio a questo documento e sostanzialmente limitato quel confronto in Commissione che ci avrebbe permesso di chiarire tanti dubbi, tante perplessità, ma soprattutto di comprendere dal collega Cretier che erano state fatte delle scelte, delle valutazioni (lo dico perché lei ha citato questo). Non avete potuto dircelo, non avete potuto spiegarci il perché di determinate scelte, a fronte delle sollecitazioni che potevano pervenire dai portatori di interesse.
È per questo motivo che quest'approccio - che definirei antidemocratico e ci lascia, come detto, delle perplessità -, ci ha condotti a dover per forza di cose presentare degli ordini del giorno, che sono un elemento per stimolare il confronto, per cercare di raggiungere i nostri obiettivi politici e anche, perché no, per permettere, a chi del Governo avrà la bontà di risponderci, di spiegare il loro atteggiamento rispetto ai nostri punti di vista e alle nostre richieste di spiegazioni.
Questo DEFR, come forse già accennato da alcuni colleghi, non contiene degli importanti indirizzi politici, forse non ne contiene neppure uno.
È una dichiarazione di fine Legislatura, uno sterile e forse per noi inutile elenco del fatto e del da fare, del forse da fare, ma non lo so se avrò voglia di farlo; nulla di più.
Perché dico questo? Perché, leggendo le oltre 200 pagine che compongono il DEFR, non si coglie nulla che affronti i problemi reali del quotidiano di questa regione, lo spopolamento continuo della montagna, la sofferenza del commercio - e chiedo scusa se mi ripeto rispetto a dei colleghi che sono intervenuti in precedenza - e dei servizi sul territorio, l'invecchiamento della popolazione e la sua solitudine, le carenze che quotidianamente ci vengono evidenziate in sanità, la scarsa attrattiva verso i giovani, che sempre più spesso abbandonano la nostra regione, e la scarsissima attrattività di giovani provenienti da altre regioni o da altri paesi, oltre al sempre e maggiore impoverimento del ceto medio e quindi l'impressionante aumento della povertà.
Per tutti questi problemi, che i valdostani devono affrontare quotidianamente, non c'è, come ho detto, una traccia di una risposta diretta e vorrei ricordare che il DEFR che discutiamo, dovrebbe essere il principale strumento di programmazione economico finanziaria della Regione e dovrebbe contenere le linee programmatiche dell'azione di Governo regionale, orientare le scelte della Giunta e del Consiglio, e quindi costituire il presupposto per un successivo controllo strategico.
Come ho detto, probabilmente non contiene le caratteristiche peculiari di un documento economico finanziario, ripete il contenuto di vecchi DEFR.
L'ha detto una collega che mi ha preceduto: gli obiettivi nuovi sono due su oltre 40.
Nell'analisi del contesto regionale vi sono degli elementi di forza, bisogna dirlo, e degli elementi di debolezza: rallentano i consumi delle famiglie, aumenta l'occupazione, si stima la crescita leggermente superiore a quella che è la media italiana, un pochino meno di Province autonome come Trento e Bolzano, crescono i consumi, però vi è una contrazione degli investimenti, vi è un aumento della spesa che probabilmente è dovuto anche all'aumento dei costi, cresce il turismo - e guardo l'Assessore competente -, crescono gli arrivi, crescono le presenze, sono aumentati gli stranieri, anche se non sono ancora al livello dei tempi passati.
Andiamo meglio d'inverno, dobbiamo migliorarci d'estate e continuare a migliorarci nella stagione invernale. Abbiamo un prodotto interno lordo tra i più elevati.
Evidentemente, la raccolta dei dati, che sono importanti all'interno di questo Documento e sono stati analizzati con attenzione, non è sempre ritenuta sufficiente vista la richiesta, parlando di turismo, dell'Osservatorio per il turismo, richiesta che condivido, e ne parleremo più avanti.
Vi è un punto estremamente negativo, che è quello del saldo delle nascite: abbiamo molti meno nati, abbiamo una popolazione sempre più anziana (il 25,3% sopra i 65 anni), molti meno giovani rispetto a dieci anni fa (dieci anni fa erano 18 mila, adesso sono 14 mila e 500), aumentano gli stranieri, in particolare la comunità rumena; non so se questo aumento sia figlio di una precisa scelta politica, comunque, in merito alla presenza di stranieri o all'aumento dei giovani, bisognerà fare delle considerazioni.
Valutazioni che non trovano riscontro all'interno di questo Documento.
Diminuiscono i giovani da 0 a 14 anni, i lavoratori da 15 a 64 e aumentano gli over 65 (+39%). Di conseguenza, sono diminuiti gli iscritti alle scuole.
Il Presidente ha parlato di un DEFR che guarda alla sostenibilità a lungo termine, ha parlato di assunzioni, di casi di comunità al riguardo della sostenibilità.
Io guardo queste affermazioni con un pochino di dubbio, guardo le assunzioni all'interno della pubblica Amministrazione (250 assunzioni), e poi leggo il documento prodotto dalla Bocconi e non riesco a capire se prima assumiamo e poi i lavoratori si devono adeguare al modello della Regione o è il modello della Bocconi che si deve adeguare al numero di lavoratori che abbiamo.
Mi sembra un'incongruenza, forse prima sarebbe stato meglio riformare la pubblica Amministrazione, capire le professionalità di cui avevamo bisogno e adattare il personale che andava assunto.
Lo stesso discorso ne è valso per i dirigenti che sono stati assunti addirittura prima di ricevere lo studio.
Sono comunque delle azioni che graveranno sulla spesa futura dei prossimi 40 anni e se la popolazione diminuisce, se diminuisce l'ondata di fondi che arrivano dal titolo II, e abbiamo un calo subito netto di 45 milioni di minori entrate che ci trasmette lo Stato, ma soprattutto diminuiranno le entrate correnti, ahimè, corriamo il rischio di andare un pochino in crisi.
Guardo con attenzione quanto scritto sulle piste intervallive, guardo al turismo, sulla seconda canna, e viene da fare una riflessione: non si parla dei collegamenti con la Svizzera, dove la Costituzione non permette di costruire una seconda canna; non ho notato valutazioni in tal senso.
Si parla della riforma dell'Amministrazione e della riforma delle autonomie, non ho trovato - magari per scarsa attenzione - dei riferimenti espliciti alla legge 54 e alla 48, attività di riforma che era già stata avviata insieme agli Enti locali all'inizio Legislatura, che poi si è bloccata improvvisamente.
Si parla di recupero di pienezza delle competenze statutarie.
Condividiamo quest'azione e i colleghi forse hanno già portato avanti delle azioni in tal senso.
Quando si parla di Casinò, vado un pochino controcorrente rispetto ad alcune affermazioni dei colleghi. Nella scheda obiettivo, leggo che la scelta è già stata fatta: nel 2026 si avvieranno le procedure per l'affidamento a privati. Questo è quanto contenuto nella scheda e rimango un pochino perplesso, probabilmente qualcosa mi sfugge o non sono a conoscenza di determinate valutazioni fatte dalla maggioranza.
Per quanto riguarda l'agricoltura, con l'elenco di attività che sono in corso, che si sono da sempre svolte... Come detto dal collega Di Marco, brilla l'assenza della soluzione sulla percorribilità delle strade poderali per le biciclette, ma noto anche l'assenza del tema della pesca. Non si parla di pesca turismo, che è un elemento importante per la nostra regione, che è degno di nota e potrebbe essere sviluppato.
Ovviamente, questi temi saranno oggetto, in alcuni casi, di specifici ordini del giorno da parte del gruppo di Rassemblement.
Non si parla dei predatori, che cosa si può fare nei confronti dei predatori.
L'Assessorato allo sviluppo economico tratta del Centro Unificato di Ricerca, alcuni colleghi mi hanno già anticipato e condivido quanto da loro sostenuto. Si parla dell'idrogeno - per fortuna, assessore Bertschy che si è ricordato di parlare dell'idrogeno -: mi dispiace che non si insista sull'acquisto di mezzi ad idrogeno, spero che si ricreda su questo punto e vada a verificare se vi sia la possibilità di forniture specifiche.
Per quanto riguarda lo sci, si è dedicato poco spazio, ma significativo, "Si prosegue con gli investimenti" c'è scritto, spero che si prosegua con uno snow farming, è un'attività interessante sia per lo sci alpino, per il biathlon, sia per lo sci nordico.
È importante il recupero degli impianti dismessi, è un'attività che spero vada a buon fine in breve tempo.
Viene trattato il tema dell'elettrificazione, tema che mi ha visto attore protagonista a contrastare l'attività della collega Minelli; peccato che non si parli di raddoppio selettivo dei binari e della modifica dei raggi di curvatura, che veramente porterebbero un valore aggiunto alla nostra tratta ferroviaria, perché la riduzione dei tempi di percorrenza è quello che ci serve, non l'elettrificazione. Su questo continuo a insistere.
Per quanto riguarda l'Assessorato ai beni culturali, al sistema educativo, proseguirà con la conservazione e la tutela del patrimonio culturale.
Tantissimi fondi sono investiti per quanto riguarda la ristrutturazione dei nostri castelli, dei nostri beni culturali, abbiamo perplessità non rispetto alle ristrutturazioni in essere, ma rispetto al modello organizzativo, che in pratica non esiste, in effetti, proseguendo nella lettura del DEFR, a proposito dell'area megalitica, "Necessita di uno staff dedicato, di una campagna promozionale mirata".
Bisognerebbe essere un pochino più chiari, capire dove si vuole arrivare, se questo modello si può utilizzare anche per altre realtà, per altri castelli, comprendere, per esempio, prima ancora di addivenire ad importanti ristrutturazioni di strutture, capire cosa ci si vuole fare.
Faccio un esempio su tutti: quando è stato portato avanti il dossier dell'acquisto del castello di Introd, è stato affermato che si sarebbe utilizzato un modello di gestione rivoluzionario diverso. Ancora oggi dobbiamo venire a conoscenza di come si intenda procedere, e questi sono dei buchi che generano delle perplessità.
Viene evidenziato quello che è il ruolo cruciale della scuola, le situazioni di insicurezza, di stress, di ansia che devono sopportare alcuni alunni; cominciano a palesarsi effettivamente delle malattie particolari, quali crisi di panico, anche, che devono essere affrontate con le dovute misure. Si parla di disturbi alimentari e delle dipendenze nell'ambito della scuola, dello psicologo scolastico.
Forse servirebbe una migliore interazione tra i vari Assessorati. La collega Guichardaz parlava di un DEFR a silos, effettivamente questa è l'impressione che dà: sembra che i vari Assessorati non si interfaccino tra loro per le iniziative che possono portare avanti in comune, spendendo risorse umane, professionalità e anche fondi che potrebbero essere ottimizzati.
In effetti, tra i temi prioritari della scuola vi è la sinergia con gli attori del territorio, attori che si occupano di promozione di attività artistico-culturali, sportive e di conoscenza della montagna.
Su questo aspetto ci ritornerò quando parleremo dello sport per dare una suggestione agli Assessori competenti.
Prosegue l'Assessore alla cultura e all'istruzione, citando la necessità di presidiare le piccole scuole di montagna. Quest'affermazione è stata messa insieme alla norma dal punto di vista sismico delle scuole: non hanno molto a che vedere, il presidio delle scuole di montagna noi lo intendiamo in maniera diversa, e quest'affermazione poco si accompagna con l'iniziativa 0-6 e vediamo che dalla prima applicazione tende a spostare i piccoli allievi o i piccoli utenti dalla testata di valle verso il basso, e sappiamo che quando iniziano a frequentare una determinata scuola, poi non ritornano più in montagna, rimarranno lì, con la conseguenza che, presto o tardi, la scuola di montagna, a cui viene dato un risalto all'interno del DEFR, chiuderà.
Speriamo che non sia così e che si corra ai ripari.
Parliamo di sanità: il capitolo che riguarda la sanità ripercorre un pochino il Piano della salute e del benessere sociale che abbiamo approvato nel 2023, si parla di ristrutturazione delle micro comunità, dell'Ospedale di comunità, del J.B. Festaz, della volontà di ristrutturare le micro di Sarre, di Introd e di Cogne; iniziative importanti dal punto di vista culturale. Ahimè poi dopo arriviamo a quelle che per noi sono le dolenti note, vale a dire la valutazione di separare la progettazione e la gestione, la programmazione e la gestione, darla in capo ad un ente strumentale che, tradotto, potrebbe voler dire privatizzare e, come sempre, come consuetudine, io dico: ma noi ristrutturiamo gli edifici e li diamo a gestire a terzi.
Probabilmente li diamo a gestire a terzi che hanno delle ditte con sede fuori Valle e che usufruiscono di professionalità provenienti da fuori Valle.
Questo a noi non fa piacere, non c'è alcun cenno a quello che ritengo l'importante accordo della Conferenza permanente per i rapporti Stato-Regione riguardo alle nuove figure professionali, vale a dire alle assistenti infermiere e a quello che è il nuovo profilo dell'operatore socio-sanitario. Sarebbe stato interessantissimo vederlo citato all'interno del DEFR.
Si parla di questi temi già dal mese di agosto, dall'estate scorsa, come mai non li abbiamo messi? Come mai non guardiamo avanti? Perché vi sono delle problematiche reali all'interno delle micro comunità che dovrebbero essere affrontate, che forse con queste nuove figure si potrebbero affrontare in maniera definitiva. L'auspicio è che, ovviamente, dopo queste suggestioni, questo venga fatto o, ancor meglio, che naturalmente i tecnici dell'Assessorato e la parte politica siano già al corrente di tutto e stiano già provvedendo.
Si parla del fascicolo sanitario, di completare quello che è l'utilizzo del fascicolo sanitario, si parla della telemedicina; ricordo all'Assessore competente che i medici presenti nelle comunità non possono collegarsi al fascicolo degli ospiti delle comunità, e questo pone grosse difficoltà.
Bisognerebbe provvedere anche a far funzionare un pochino meglio il nuovo Trakcare che porta con sé parecchi problemi, ma direi che una novità, come già detto, è quella dell'Ospedale flessibile, dell'Ospedale adattabile, direi che è una conseguenza logica rispetto a quelle che sono le caratteristiche della nostra regione, però, Assessore, non me ne voglia, noi siamo per un punto di primo soccorso in bassa Valle, il che eviterebbe anche notevoli accessi all'Ospedale di Aosta e potrebbe ridurre questa flessibilità, oltre evitare una mobilità passiva verso altre regioni, e su questo punto temo che non molleremo tanto facilmente, perché siamo convinti di quello che diciamo e siamo convinti della possibilità di realizzarlo, che sia vicino all'Ospedale di Comunità o lontano, vi deve essere la volontà politica o, forse, la volontà della popolazione, che in qualche maniera si può anche manifestare, andremo a vedere cosa si può fare in tal senso.
Ho già detto della riorganizzazione dei servizi socio-assistenziali e della possibilità di coinvolgere pubblico e privato che ci lascia un pochino perplessi, ma un capitolo importante che vale la pena di raccontare è quello all'interno della sanità, o per lo meno del sociale, e riguarda lo 0-6.
Qua è sempre trattato dall'Assessore, che io chiamo ancora alla pubblica istruzione, che, a dire il vero, l'ultima volta ha chiamato in causa l'Assessore alla sanità; notizia di questi giorni è che la CISL si sfila dal tavolo 0-6, insieme anche ad altre organizzazioni sindacali. Dicono che devono occuparsi del contratto di lavoro, delle ricadute del modello sulla professionalità degli insegnanti, non è polemica ma è una doverosa chiarezza.
Perdiamo una componente importante da questo tavolo, sulla composizione del quale nutriamo perplessità, perché ci sembra un pochino sbilanciata; in tutto questo andremo a fare poi delle valutazioni.
Sul sistema 0-6 ancora, finalmente la Sovrintendente agli studi, dopo le 191-195 firme raccolte, sente il dovere di informare i dirigenti e gli insegnanti che vi è la disponibilità del dirigente tecnico competente per effettuare degli incontri, che possano chiarire i dubbi e le perplessità che si hanno sul modello 0-6.
Alla buon'ora, finalmente! Ma ormai i dubbi sono aumentati e anche le problematiche, anche rispetto all'utilizzo dei PIA all'interno dei complessi scolastici, che mi sembra che abbiano un po' di problemi, ma questa problematica è stata affrontata dal DEFR, è stato scritto che possono essere anche utilizzati per altri compiti che non sono solo quelli dell'assistenza scolastica.
Si affronta la questione del Dipartimento di prevenzione e della sua riorganizzazione, che era stata affrontata da questo Consiglio con una legge, pensate colleghi, del 2017; siamo ancora ad aspettare la sua riorganizzazione; c'è una bella scheda con i tempi di realizzazione che non è sufficiente per dire se terminerà il tutto nei prossimi anni.
Intanto, i pazienti aspettano e aspetta anche la prevenzione, altrove non è così.
Forse saremo anche costretti a delle convenzioni con altre Regioni per parlare di prevenzione; una Regione che spende quasi un terzo del proprio bilancio per la sanità, questo è quello che dice la gente, non lo dico io, ripeto in questo caso.
Siamo forse unici in questo caso sull'epidemiologia, siamo ancora rimasti a confondere il servizio di epidemiologia della USL e ciò che deve fare la Regione, non è chiaro, almeno dalla lettura del DEFR.
Vengono trattati insieme, non si definisce chi raccoglie i dati, come li raccoglie, dove vengono detenuti, chi li analizza, chi è competente a dare le risposte; almeno, dal DEFR non si capisce.
Ringrazio l'Assessore competente per lo studio sui metalli pesanti nell'acqua, devo guardare se sia l'Assessore all'ambiente o l'Assessore alla sanità, ma credo che sia una cosa che facciano insieme.
Credo che il coinvolgimento pubblico e privato, cioè strutture private e strutture pubbliche in sanità, sia una cosa doverosa se si vuole fornire un servizio di qualità, ma soprattutto se si vuole arrivare all'abbattimento delle liste d'attesa Qua viene riproposto, bisogna verificare in quali termini e in quali maniere.
Si parla di disabilità, di affrontare la norma sulla disabilità, al riguardo di tre modifiche di legge importanti, del disagio abitativo e della normativa del terzo settore.
Proprio questo Governo non vuole capire il problema che lega l'invecchiamento della popolazione con la norma sull'invecchiamento attivo e tranquillamente custodito in Commissione dal guardiano della quinta Commissione, che non la tirerà fuori in discussione manco sotto tortura.
Eppure le altre Regioni sono molto più avanti. Il voler trasformare l'anziano da una persona da accudire a una risorsa, farlo sentire utile, è una cosa importantissima.
Vado rapidamente verso la fine, e voglio parlare di turismo.
Presidente - Consigliere Restano, aggiungiamo i 15 minuti del secondo intervento.
Restano (RV) - No, mi fermo, lo farò nel secondo intervento e parlerò di turismo.
Presidente - Va bene, come preferisce. Ci sono altri interventi in discussione generale? Se non ci sono altri interventi... secondo intervento del consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (RV) - La maggioranza è senza parole, e mi dispiace, magari parla di più in altri contesti.
Volevo parlare di turismo: bene il piano di marketing, arriva un pochino in ritardo, mi ricordo quando il collega Marguerettaz sollecitava il collega Guichardaz sul piano di marketing, finalmente il Colonnello ha provveduto ad assegnare l'incarico.
A parte le battute, ne avevamo e ne abbiamo la necessità.
È encomiabile l'azione svolta sul marchio ombrello, abbiamo delle perplessità circa l'Osservatorio sul turismo, per il tempo utilizzato nel verbo, che non è più quello "Si farà" ma è un condizionale, lascia il dubbio; magari è un refuso, abbiamo fatto un ordine del giorno in tal senso.
Noi vorremmo un Osservatorio del turismo pubblico, e poi nella discussione dell'ordine del giorno avremo modo di spiegare il perché.
Richiamo la questione rilevata all'interno del capitolo che riguarda la formazione e la cultura, laddove si richiama la collaborazione con altri Assessorati, per chi si adopera per la promozione dello sport.
Non è stato scritto molto sullo sport, poche righe, forse significative, però nella riforma della legge 3/2004, che come sa l'Assessore è un mio cavallo di battaglia, forse tra le righe leggo qualcosa sullo sport per disabili: sarebbe stato molto più bello vederlo scritto chiaramente e si aggiungerà il capitolo sullo sport per disabili che negli anni ha fatto dei passi avanti importantissimi.
Nei prossimi giorni ci sarà una serata dove si parlerà di "Comunicare la disabilità, prima la persona", interverranno, oltre al Presidente del Consiglio, delle guide e atleti paraolimpici e dei giornalisti a moderare. Non vorrei che queste iniziative rimanessero ferme lì al palo, senza vedere le dovute e doverose conseguenze.
Oltretutto, il turismo legato allo sport per disabili è un turismo importante, che potrebbe arricchire di molto la nostra regione.
Qualcosa è già stato fatto, me lo ricorderà sicuramente nel suo intervento l'Assessore, ma noi non lo riteniamo sufficiente. Si può fare molto, molto di più.
Nello sport manca chiarezza su quello che è il rapporto con le Federazioni sportive, per esempio l'organo principale dello sport è il CONI, non è stato citato all'interno del DEFR.
Ha una funzione importantissima nella gestione delle varie Federazioni che sono iscritte al CONI e andrebbe considerato in tutte le sue varie sfaccettature.
Per quanto riguarda la collaborazione che ho citato prima, ci piacerebbe, come già espresso in precedenza, che si considerasse la possibilità di aprire questo ufficio sport che raccolga - e ho citato non a caso il CONI - i dati in possesso del CONI, ne raccolga altri e faccia analisi per indirizzare quelli che sono i nostri investimenti.
A tal proposito, l'Assessorato condotto dal collega Guichardaz potrebbe anche distaccare una o due unità di personale, cosa che si può fare, e iniziare così un'importante attività - ci sono anche degli specialisti che si occupano di sport all'interno della scuola - di raccolta dati e di analisi per indirizzare le scelte del futuro, per capire se "Scivolare a scuola" ha un senso o no, se indirizzare i nostri giovani verso una specialità piuttosto che l'altra può portare del giovamento all'attività e ai corretti stili di vita dei nostri ragazzi, ma anche, permettetemi, per indirizzarci verso gli investimenti che, per certi aspetti, vedo un pochino caotici, faccio riferimento agli investimenti strutturali.
È chiaro il riferimento all'area sportiva della città di Aosta, che è un patrimonio regionale, non è un patrimonio di pertinenza solo del Comune di Aosta, questo ho già avuto modo di dirlo, perché le strutture sportive che insistono su quest'area sono realizzate, a nostro modo di vedere, in modo disordinato, non interagiscono tra loro, si potrebbe ottimizzarne la gestione, anche la segnaletica che ci conduce a queste strutture.
Se una città si è proposta come Città europea dello sport, se una Regione si è proposta come Regione europea dello sport, poi deve anche indossare l'abito conseguente, invece la nostra sembra un pochino svestita, in tal senso.
Sempre sullo sport, come già trattato, vi comunico che nel recente corso allenatori della Valle d'Aosta di terzo livello, cui hanno partecipato allenatori della Valle d'Aosta, la docenza era tenuta dal CERISM, Centro di ricerca sport di montagna; mi ricordo che, in tal senso, non avete preso in considerazione una nostra iniziativa. All'interno del capitolo della sanità si parla di ricerca e di attrattività. Ribadisco quest'opportunità: valutate se indirizzare le nostre risorse umane, perché i nostri giovani che sono fuori a studiare possano un domani rientrare e lavorare in questo Centro. Pensate, la regione che ha le più alte vette d'Italia, non ha un centro specifico sulla montagna.
È vero che l'USL, Assessore, dice: "Ma noi quello che dobbiamo fare lo facciamo". No, la USL diligentemente fa quello che la politica ha detto loro di fare attraverso la programmazione politica.
Se la politica decide di investire maggiormente sulla ricerca negli sport di montagna e sport conseguenti, la USL si adegua, l'importante è mettere le risorse, come abbiamo fatto in altri settori.
Presidente - Ci sono altri interventi? Non ci sono altri interventi, chiudiamo la discussione generale.
Sospendiamo il Consiglio per una Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa dalle ore 18:25 alle ore 18:50.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Ricordo, come deciso nella Conferenza Capigruppo, che, quando affronteremo gli ordini del giorno, saranno in alternanza tra un gruppo e l'altro, sempre in funzione alla presentazione.
Abbiamo chiuso la discussione generale, procediamo con le repliche del Governo. Assessore Caveri, ne ha facoltà.
Caveri (UV) - Io ho il vantaggio di essere afono e quindi non sarò particolarmente lungo. Andiamo in ordine alfabetico, quindi cominciamo dagli affari europei.
La discussione è stata interessante, fa riflettere un po' sulle sorti del parlamentarismo, perché chi, come me, ha sempre pensato che la democrazia parlamentare sia il cuore della democrazia si trova oramai di fronte a discussioni lunghe, talvolta noiose, che sono l'esatto contrario del mondo che gira attorno a noi, quindi non c'è da stupirsi che poi, ad un certo punto, ci sia una reazione dell'antipolitica, dell'antiparlamentarismo, che finisca per esserci una sorta di isolamento rispetto alla realtà esterna, che è una realtà molto più rapida e anche più concreta. Però capisco che nella discussione di quest'anno agisce anche l'aria frizzante delle elezioni, quindi è del tutto evidente di come questo pesi sulla qualità e sulla quantità delle cose che ci stiamo dicendo.
Io sono sempre impressionato dalla capacità dei tuttologi, che passano da un argomento all'altro, come Superman o, in certi casi, come Superwoman.
Trovo che ci sia il rischio, talvolta, di banalizzare la discussione politica, che è del tutto legittima tra maggioranza e opposizione, e lo dico da una posizione abbastanza forte, perché sugli ordini del giorno io ne tratterò uno o due, perché evidentemente i temi dell'Europa, i temi del digitale, qualcuno ha parlato dei temi della montagna en passant, il tema del PNRR, quello delle minoranze linguistiche, che pure appare sulla scena con un ordine del giorno, sembrano essere poco importanti quando personalmente ritengo invece che tutta una serie di scelte future che devono essere svolte passino attraverso materie di questo genere. Però evidentemente sono argomenti che, alla fine, diventano poco succulenti.
Aggiungerei semplicemente che, invece, ritengo che si debba riflettere anche su questi documenti di programmazione.
Il DEFR di oggi è erede del DEF, che è il primo documento che - se ricordo bene a memoria - nacque nel 1988; oggi in realtà dovrebbe essere defunto, perché a livello nazionale si è deciso di avere il PIAO, ma il PIAO non ha ancora sostituito il DEFR, quindi noi ci troveremo, in prospettiva, nelle discussioni, ad avere questo duplice dibattito che poi sfocia nel vero dibattito - perché c'est l'argent qui fait la guerre -, che è il documento finanziario, perché è quello il cuore costruito degli aspetti prospettici per almeno tre anni.
I documenti keynesiani direi che invece prevedono una gittata molto più lunga, sono in qualche modo flebili: pensate che cosa significa nel mondo del digitale, che una volta chiamavamo "informatica", la rivoluzione oramai profondissima che deriverà - e noi ne accenniamo nel documento del DEFR - l'intelligenza artificiale, che cambierà profondamente il nostro modo di essere.
Pensiamo alla discussione aperta con grande franchezza all'interno del mondo della montagna, da una parte con un disegno di legge in fase di approvazione al Senato, ma soprattutto con la politica che sempre più si affaccia nella riflessione sulla cosiddetta "Macroregione alpina", che inerisce temi europei di grande importanza. Oggi mi hanno dato questa cartina fatta dai francesi, delle Alpi e bisogna ricordarsi che cosa significa l'alternativa ad un'Europa degli Stati che oramai è obsoleta, anche dal punto di vista della mentalità di un'Europa unita e di un'Europa senza frontiere, che invece in questo momento affronta delle difficoltà che fanno sì che le frontiere di Schengen vengano messe in discussione da Stati fondatori, come per esempio la Germania.
Questa dimensione europea ritengo che sia importante, così come è importante capire dove andrà a finire il PNRR, che è comunque un investimento notevolissimo in Italia, lo è in Valle d'Aosta e ci sono ancora molte incognite nella comprensione se l'Italia sia o meno, in questo momento, in grado di realizzare tutti quei progetti che sono stati concepiti in una logica di ripartenza, soprattutto per le giovani generazioni.
Ho sentito temi che mi sono cari e che, in qualche modo, si vedono anche nella discussione recentissima del Comitato delle Regioni a cui ho partecipato, che riguarda la crisi demografica, riguarda lo spopolamento, che continua a colpire quelle che vengono definite le aree interne, il tema del disagio giovanile, della solitudine dei giovani, troppo spesso immersi all'interno di strumenti che, in qualche maniera, li privano della necessaria socialità; ancora, il disequilibrio di alcune zone europee non appaia il paradosso che ogni volta si deve ripetere della particolarità delle zone di montagna, con i sovraccosti di tutti i servizi, sanità, trasporti, scuola.
È molto difficile, in un'Italia nella quale si discute di livelli standard, far capire che questi livelli standard potranno avere un aspetto distruttivo sulle società che in qualche maniera hanno delle responsabilità maggiori proprio per garantire ai propri cittadini dei servizi.
Credo - e concludo qui, perché piano piano la voce si fa sempre più flebile, e credo che il tema politico sia ancora superiore alle tematiche singole che sono state evocate qui - che, tutto sommato, bisognerebbe investire su dei dibattiti che abbiano - lo dico anche al Presidente del Consiglio - delle tipologie diverse, perché è ovvio che questo affrontement continuo, questo batti e ribatti in cui noi, alla fine, al Governo (che ci siamo noi, che ci siano altri) facciamo sempre la figura degli imbecilli, siamo dei cretini che hanno scritto un documento privo di sostanza e se qualcuno fosse al nostro posto invece sarebbe straordinario esecutore di grandi futuri e di grandi speranze.
Questo è un metodo di concepire la democrazia parlamentare, come ho detto all'inizio, che personalmente non condivido.
La politica nasce come agone politico, come agorà , esclusivamente per avere dei dibattiti che poi, in qualche maniera, portino alla sintesi e non a una logica di batti e ribatti, un atteggiamento che in qualche maniera diventa quasi sempre antipatico, quasi agro, di chi ti fa le lezioni dall'alto della sua cattedra.
Questa per me non è la democrazia.
Presidente - Prima di passare la parola all'assessore Carrel, ricordo che le discussioni qui all'Assemblea sono disciplinate da un regolamento e a quello ci si attiene. Le altre considerazioni sono generiche e lasciano il tempo che trovano.
Assessore Carrel, ne ha facoltà.
Caveri (UV) - Presidente Bertin, questo "pistolotto" poteva risparmiarselo.
Presidente - Va bene. Assessore Carrel, a lei la parola.
Carrel (PA) - Grazie colleghi per il dibattito che si è tenuto su questo documento.
Ho preso appunti di quanto è stato detto in merito all'agricoltura e cerco di ripercorrere quelli che sono gli interventi che abbiamo riassunto in questo Documento di programmazione proprio per i due Dipartimenti, il Dipartimento agricoltura e il Dipartimento risorse naturali.
Per quanto riguarda l'agricoltura, la programmazione finanziaria triennale 2025-2027 vedrà la conclusione del programma di sviluppo rurale 2014-2022, con un impegno tecnico e amministrativo significativo, nell'obiettivo di garantire l'utilizzo integrale delle risorse cofinanziate, così da mantenere l'ottimo livello di spesa che il programma regionale ha raggiunto nei nove anni di programmazione, che partono dal novembre del 2015 ed arrivano ad oggi, cioè il raggiungimento di almeno il 98% di spesa complessiva stanziato per il programma, che ricordo avere in dotazione 182 milioni di euro.
A tal proposito, si segnala che, nell'ambito della Commissione politiche agricole del 10 ottobre scorso, gli Assessori regionali competenti per l'agricoltura hanno approvato una proposta da sottoporre al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, volta a chiedere alla Commissione Europea una deroga all'attuale termine per la rendicontazione e liquidazione delle spese del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che finanzia i PSR italiani.
La mancata conclusione e rendicontazione da parte dei beneficiari dei progetti ammessi al finanziamento europeo, in particolare sul Leader e sulla banda larga, genererebbero una mancata spesa finale e il conseguente disimpegno dei fondi assegnati alle regioni italiane.
La proposta presentata in CPA consiste quindi nel posticipare il termine ultimo di chiusura del PSR dal 31/12/2025, quindi nel prossimo anno solare, al 31 dicembre 2026.
Si è in attesa ora del parere tecnico del MASAF, a cui far seguire l'interlocuzione con i servizi dell'Unione europea.
Parallelamente, l'Assessorato dovrà garantire l'attuazione degli interventi previsti dal complemento regionale di sviluppo rurale 2023-2027 e dalla legge regionale 17/2016, come modificata dalla legge regionale 1/2024, la cui attuazione è finalizzata al rilancio degli investimenti nel settore agricolo.
Proprio queste due attività sono state individuate come obiettivi strategici declinati nell'ambito del DEFR.
I due obiettivi saranno perseguiti mediante l'approvazione di bandi, alcuni dei quali sono già stati attivati nell'anno corrente.
Accanto alle ben note misure a superficie e a capo, che tradizionalmente rappresentano il cuore della politica di sviluppo rurale regionale, saranno avviati gli interventi strutturali più significativi del CSR 23-27 e della legge regionale 17/2016.
Alle opportunità offerte dai due principali strumenti regionali di sostegno, si affiancheranno i bandi che saranno pubblicati a partire dal 2025 dal GAL Valle d'Aosta.
Detti bandi, a valere sulla nuova strategia di sviluppo locale 2023-2027, dal titolo: "Filiere e comunità, energie per il territorio", sono il risultato di un approfondito percorso di ascolto e confronto che il GAL ha condotto con gli stakeholder locali in merito ai temi fondamentali delle filiere agroalimentari e della creazione di spazi ben condivisi.
L'Assessorato continuerà a sostenere il settore agricolo anche con il prezioso lavoro svolto dal laboratorio analisi che opera nelle matrici latte, foraggi e terreno.
Detto laboratorio supporta le aziende in tutti i processi di produzione e trasformazioni delle materie prime ed è altresì presente sul territorio con uffici periferici a cui le aziende possono rivolgersi per ricevere indicazioni in merito alle attività svolte o assistenza tecnica per le produzioni specializzate.
Per quanto attiene il Laboratorio Vino, Dipartimento agricoltura, esso svolge la sua consolidata attività di supporto al settore vitivinicolo valdostano tramite il servizio analitico e la consulenza enologica, riuscendo a fornire risposte su tutti i campioni entro la giornata di ricevimento.
Tanto per portare un esempio, i dati ci dicono che detto laboratorio dal 2023 ha eseguito oltre 29 mila determinazioni analitiche.
Credo che l'analisi fatta su quelle che sono le attività dei laboratori sia un'analisi fondamentale, perché spesso e volentieri la diamo per scontata e a supporto delle aziende, bensì è un aiuto concreto, che merita di essere valorizzato e anche nel DEFR abbiamo appunto inserito questo punto perché crediamo sia fondamentale ribadirlo.
Altro tema importante per l'Assessorato sarà quello dei Consorzi di miglioramento fondiario, che sarà approfondito, come già richiamato sia dal collega Aggravi che dal collega Di Marco, ma anche dalle colleghe Guichardaz e Minelli, al fine di favorire la creazione di Consorzi di secondo livello e di semplificare le procedure di accesso alle risorse messe a disposizione del Governo nazionale.
Particolare attenzione sarà riservata alle Consorterie valdostane, che ci vedranno poi discutere di un ordine del giorno di PCP, come forma di dominio collettivo e come ordinamenti giuridici primari delle comunità valdostane, per cui si procederà alla chiusura degli iter e dei riordini fondiari e al loro riconoscimento giuridico e amministrativo.
Voglio sottolineare, come peraltro ho già cominciato a fare negli ultimi mesi, portando all'approvazione della Giunta quattro dei ventuno riordini fondiari totali, questo è un iter che comunque è molto lungo e molto complesso dal punto di vista amministrativo ed è un iter che inizia con l'approvazione della delibera di Giunta, o meglio, è una delle tappe che sono fondamentali nell'approvazione, non è un iter concluso, ma è un iter lungo, su cui però amministrativamente l'ufficio Consorzi deve investire molte risorse.
Per gli obiettivi costanti dell'operato dell'Assessorato, è importante evidenziare il sostegno alle attività, valorizzazione e promozione delle eccellenze territoriali, dei prodotti enogastronomici e del territorio rurale; pertanto l'Assessorato continuerà a supportare iniziative direttamente organizzate dall'Assessorato stesso, nonché anche quelle di altri soggetti, mirate a promuovere l'immagine della Valle d'Aosta e la commercializzazione dei suoi prodotti.
Per quanto riguarda gli enti strumentali di competenze del Dipartimento agricoltura, all'Agenzia regionale per le erogazioni dell'agricoltura, AREA, e al Centro di ricerca studi e valorizzazioni per la viticoltura montana, il CERVIM, sono stati assegnati alcuni indirizzi operativi.
Per l'AREA l'indicazione è quella di proseguire con le attività legate all'attuazione della programmazione 23-27 per le misure di propria competenza e di valutare l'opportunità di una sua riorganizzazione, vagliando, tra l'altro, la possibilità di trasferire le attività svolte in veste di autorità di certificazione ad altre strutture.
Per quanto riguarda il CERVIM, che ha di recente conseguito il risultato dell'entrata di otto nuovi soci, l'indicazione è quella di proseguire nelle azioni di promozione della viticoltura eroica, con particolare riguardo alla montagna, anche attraverso l'organizzazione del concorso "Vins extrêmes", che ha visto quest'anno la partecipazione di più di mille vini, e di altri eventi di richiamo internazionali e di rafforzarne l'autorevolezza nel contesto italiano e internazionale.
Per quanto riguarda il Dipartimento risorse naturali, i temi che avete già di fatto elencato questa mattina in questa lunga discussione che abbiamo avuto sul DEFR sono sicuramente l'approvazione del programma forestale regionale, in attuazione della strategia forestale nazionale, dei principi contenuti nel decreto legislativo 34/2018, il Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali, che determina gli indirizzi gestionali e le indicazioni operative per la valorizzazione e il patrimonio forestale regionale e per lo sviluppo del settore forestale in Valle d'Aosta.
Questo è un iter che durerà 18 mesi ed è iniziato nella primavera del 2024, ed è un iter che, come avevo promesso, sarà poi oggetto di discussione in Commissione consiliare.
Per quanto riguarda invece l'implementazione della fruibilità e della rete escursionistica, anche ai fini cicloturistici, con mappature e classificazione della percorribilità degli itinerari e conseguenti attività di aggiornamento e implementazione di quanto contenuto nel catasto sentieri, rispondendo a quanto richiesto dalla collega Guichardaz, l'iter sulla legge e sull'approvazione della legge sui sentieri è un iter che ci ha visti già discutere più volte in quest'Aula e la mia posizione è stata sempre abbastanza chiara: non possiamo procedere con una legge, nel momento in cui non abbiamo il concetto di autoresponsabilità e nel momento in cui non abbiamo una mappatura dei sentieri.
Questo è l'obiettivo che abbiamo affidato al Dipartimento e alla struttura competente e ovviamente il lavoro deve essere fatto prima, andando a classificare quelli che sono i sentieri per poi arrivare, appunto, a quella che è la legge.
Un ruolo strategico per la gestione faunistica venatoria sarà poi di fatto previsto dall'approvazione del nuovo Piano regionale faunistico venatorio, che permetterà di modificare in maniera concreta le norme per la gestione del patrimonio faunistico regionale, con l'obiettivo prioritario di garantire la coesistenza tra le attività di utilizzo e gestione dei territori montani e la fauna selvatica.
Infine, si continuerà a porre la dovuta attenzione alla copertura della pianta organica del Corpo forestale della Valle d'Aosta, indispensabile per garantire il corretto ed efficace funzionamento. Solo negli ultimi due anni, sono stati avviati due corsi di formazione per l'assunzione di agenti forestali e un concorso di sovraintendenti.
Gli altri temi che sono stati toccati dai colleghi durante la discussione di questa mattina sono anche oggetto di ordini del giorno e quindi vedranno la possibilità di affrontare questi temi in seguito, ma ovviamente credo di aver dato una panoramica su quelle che sono le iniziative prioritarie dei due Dipartimenti, cercando appunto di cogliere le vostre sollecitazioni del dibattito di questa mattina.
Presidente - Per la replica ci sono altri? Se non ci sono altri... Assessore Sapinet, ne ha facoltà.
Sapinet (UV) - Grazie ai colleghi che sono intervenuti.
Je crois que deux mots sur mon Assessorat, l'Assessorat des ouvrages publiques, du territoire et de l'environnement, qui est structuré, on le sait bien, dans trois départements, chacun caractérisé par des domaines d'activités spécifiques, mais des activités sûrement complémentaires. Et cette décision - on l'a dit plusieurs fois, on va le répéter - de regrouper les compétences du territoire et de l'environnement au sein du même Assessorat a été importante et stratégique surtout, on l'a vu, pendant cette année.
Une crise de l'eau, déjà en 2022, qui avait mis en évidence la nécessité de développer des actions pour améliorer et adapter la gestion intégrée du cycle de l'eau, en fonction de sa rareté. Mais la crise de l'eau n'est qu'un des nombreux aspects du réchauffement climatique; une autre est, sans aucune doute, l'augmentation des événements climatiques, des perturbations qui en découlent, ce qui s'est produit en 2024 avec les inondations du 29 juin, et d'autres moments critiques. A cet égard, nous avons apporté des amendements spécifiques à la Commission pour mettre le DEFR au courant des événements et de l'évolution des actions conséquentes à mettre en œuvre. Et je voudrais profiter à ce passage, de cette occasion, pour remercier tous les collègues qui ont mis à disposition des ressources pour apporter une réponse rapide au territoire concerné.
Toutes les actions visant à faire face aux effets du changement climatique doivent trouver leur cadre de référence et de mise en œuvre des actions d'aménagement du territoire, pour évaluer les effets des nouveaux défis sur le territoire, principalement en ce qui concerne le thème de la protection, de la préservation des ressources naturelles, du territoire de montagne, de l'exploitation du sol, des services écosystémiques. Il est nécessaire de travailler pour réduire le niveau du risque à des valeurs acceptables pour les communautés locales, qui ont toujours vécu avec les risques hydrogéologiques, et soutenable par rapport aux disponibilités financières; cette action vise à augmenter la résilience du territoire de montagne face aux effets du changement climatique.
Ci si è soffermati, qualcuno l'ha fatto, sulle copertine del DEFR, sui suoi contenuti: direi che in questi anni, in questi percorsi, tutte le volte che abbiamo affrontato quest'importante documento, l'abbiamo visto anche cambiare, ne parlavo poco fa con il collega Marzi che l'ha seguito direttamente nei primi anni di Legislatura, e direi via via migliorando questo documento.
Un DEFR, quello di quest'anno, che ovviamente si pone in continuità con quello dello scorso anno, ma, per quanto mi riguarda, come tutti i colleghi, aggiornando le parti, tenendo conto dell'evoluzione nel particolare e nello specifico. Qualcuno citava la questione urbanistica (la collega Minelli), dove è stato espletato un importante percorso di aggiornamento della 24/2009, il cosiddetto Piano Casa, dove abbiamo potuto ribadire i benefici di questo strumento, i benefici dell'applicazione nelle nostre zone A, ma anche il risparmio del suolo.
Ora ci aspetta la prima manutenzione leggera della legge 11, un lavoro importante, all'interno del quale ovviamente si terrà conto dell'adeguamento alla legge 105/2024, ovvero il decreto Salva Casa, con un confronto con Ordini, categorie ed Enti locali che non mancherà; così come normative e atti volti a dare attuazione a un nuovo codice dei contratti, in particolare al funzionamento, alla qualificazione delle stazioni appaltanti e della SUA; poi, le misure di conservazione dei siti Natura 2000 e l'aggiornamento dei piani collegati alla strategia del cambiamento climatico.
In particolare, il lavoro d'integrazione e di aggiornamento della normativa urbanistica regionale porterà, come abbiamo detto più volte, a una prima revisione della legge 11, per poi evolversi in un nuovo strumento giuridico di supporto e di attuazione della nuova strategia territoriale, secondo un percorso condiviso con tutti gli attori presenti sul territorio regionale.
L'attenzione al territorio, l'abbiamo visto nel momento alluvionale ma lo vediamo nella quotidianità, lo vedremo poi anche con l'approvazione del bilancio, un'attenzione agli Enti locali continua, dove ne andiamo a sostenerne l'azione, non solo attraverso fondi dedicati, ma in particolare agli stanziamenti per le opere minori di pubblica utilità, che ha visto nell'ultima annualità addirittura un doppio stanziamento e di cui sicuramente voglio ricordare il metodo efficace e diretto di ricaduta sul territorio, che decisamente è migliore rispetto alla vecchia legge 26 che chi ha ricoperto il ruolo di Sindaco si ricorda bene. Questo permette una miglior programmazione, una programmazione della quale possono beneficiare anche le imprese.
Poi un intervento diretto su tutte le strutture a rilevanza regionale, viabilità, strutture scolastiche e infrastrutture sportive con il collega Grosjacques.
L'Assessorato quindi proseguirà le attività inerenti all'efficientamento energetico, la riqualificazione degli immobili di proprietà regionale, ma anche proseguendo il sostegno all'edilizia residenziale pubblica, in particolare con la parte di competenze dell'Assessorato in merito all'ARER che, con il recente assestamento, ha avuto un importante sostegno.
Su questo va ricordata l'importanza dei finanziamenti legati al Bonus 110, opportunità che erano assolutamente da non perdere e cogliere con tempistiche che, come sappiamo bene, erano imposte e non scelte.
Il tema della viabilità e della sicurezza stradale: proseguono gli interventi programmati, soprattutto in relazione all'adeguamento dei ponti e dei viadotti regionali; sono diversi, hanno subìto una riprogrammazione anche qui in seguito all'evento alluvionale. è di pochi giorni fa anche un'ordinanza che ha posticipato di due mesi l'apertura del ponte di Brissogne che - forse qualcuno se l'era perso - è stato coinvolto in modo importante durante l'evento alluvionale, e questo però ci permetterà di riaprirlo per le festività natalizie.
Venendo a due suggestioni che ha portato all'attenzione il collega Baccega, che ringrazio per l'attenzione e per il confronto, in tema sempre di sicurezza stradale, voglio ricordare il percorso del Piano rotonde sulla Strada Statale 26, questi 14 milioni di cui abbiamo parlato tanto, nuove risorse, +5 milioni di risorse degli anni precedenti, con interventi, gli altri paralleli, che proseguono come da cronoprogramma: il caso della rotonda de La Grenade nel Comune di Sarre e la rotonda a Nus, bivio Fénis, come è stato ricordato.
Poi, lunedì scorso una delibera importante per impegnare risorse che erano state individuate nell'assestamento sulla rotonda Arensod di Sarre, così nel medesimo articolo, dove già avevamo impegnato le risorse su Saint-Pierre e un intervento molto atteso in bassa Valle sulla rotatoria di Pont-Saint-Martin.
Ma il collega Baccega giustamente pone l'attenzione sull'intervento di Quart e Saint-Christophe, tanto urgente quando delicato, perché c'è un problema sicuramente di sicurezza, c'è un problema di rivedere quello che era il precedente progetto, ma c'è anche la questione da affrontare insieme agli Enti locali, insieme agli esercizi commerciali, per evitare problemi passati che chi ha ricoperto il mio ruolo si ricorda bene.
Riguardo alle risorse, io eviterei allarmismi, sono di oggi ulteriori rassicurazioni di ANAS in merito a quest'intervento e alla tuttora attuale delibera CIPESS ANAS del Ministero delle infrastrutture dei trasporti, quindi lavori, messa in sicurezza, ammodernamento e riqualificazione del tratto di Strada Statale 26, che va dallo svincolo autostradale al confine est del nostro capoluogo; un intervento totale di 35 milioni e 640 mila euro, con 24 milioni già finanziati, 20 da parte di ANAS e quattro da parte della nostra Regione.
Venerdì, proprio dopodomani, avremo un importante incontro con ANAS, che volutamente facciamo in Presidenza, e ringrazio il Presidente che sarà presente proprio a testimonianza dell'attenzione che questo Governo pone su quell'intervento, ma ripeto, tanto urgente quanto delicato, considerati i tanti attori coinvolti.
Così come proseguono le progettazioni dei due tratti di pista ciclabile, oggetto di un obiettivo specifico; hanno seguito iter differenti per la bassa Valle (l'incarico attualmente affidato riguarda l'adeguamento della fattibilità tecnico-economica), mentre per l'alta Valle gli incarichi sono stati affidati alle fasi progettuali di definitivo ed esecutivo.
L'Amministrazione dispone pertanto del progetto di fattibilità tecnico-economica aggiornato per quanto riguarda la bassa Valle e del progetto definitivo per quanto riguarda l'alta valle, in linea quindi con la programmazione originale.
Riguardo al Dipartimento ambiente, come detto, il cambiamento climatico e la crisi idrica pongono le tematiche ambientali al centro dell'azione di Governo.
Le attività si sostanziano, soprattutto nelle attività di pianificazione, attraverso la definizione dei piani, programmi, strategie, declinati in una logica di sviluppo sostenibile.
La priorità, infatti, trasversale agli obiettivi del programma di Governo, è di dare attuazione e supportare le azioni delle pianificazioni di settore recentemente approvate.
È in fase di elaborazione il Piano regionale di adattamento al cambiamento climatico, evoluzione della strategia approvata nel 2021.
Il Piano regionale per il risanamento, miglioramento e mantenimento della qualità dell'aria scade nel 2024, conseguentemente è stata avviata l'attività di stesura del nuovo piano, che dovrà considerare le azioni più incisive alla luce dei nuovi limiti definiti dalla nuova direttiva europea in fase di approvazione.
La tutela della biodiversità, la funzionalità dei servizi ecosistemici e la fruizione sostenibile del territorio sono anch'essi obiettivi strategici; tra le altre tematiche ci sono e ci saranno, solo per ricordarne alcuni, la rete ecologica regionale, valorizzazione dei siti Natura 2000 e delle aree naturali protette, Parco del Mont Avic, del quale parleremo anche in un ordine del giorno, Museo regionale di scienze naturali Efisio Noussan e il Museo Beck Peccoz di recente riapertura.
Per quanto concerne l'ambito dell'economia circolare dei rifiuti, l'obiettivo del prossimo triennio è quello di dare attuazione alle azioni previste nel Piano regionale per la gestione dei rifiuti, molte delle quali da sviluppare di concerto con gli Enti locali e il CELVA, ai quali sono demandate numerose azioni indispensabili per il raggiungimento dei target previsti; azioni che sono già state messe in campo dagli Enti locali: una visione regionale di questo servizio di questi giorni, le tante riunioni che si susseguono sul territorio in vista della nuova tipologia del servizio raccolta con sempre più, come dicevo, una visione regionale.
Questo al fine - e bisogna dirselo, e riprendo la suggestione del collega Aggravi - di contenere gli aumenti, perché se queste azioni non fossero messe in campo, ecco che gli aumenti sarebbero sicuramente più importanti. Quindi contenere gli aumenti, elevare il livello dei servizi, ma soprattutto elevare anche il livello dei numeri e delle percentuali che il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani dovrà raggiungere.
Per venire al servizio idrico integrato e alle considerazioni della collega Guichardaz, e poi concludo, ho come l'impressione a volte che da quella parte si semplifichi un po' tutto, si banalizza, a volte tutto viene dato per scontato, ma direi che sul servizio idrico in questi anni ci sono stati dei passaggi storici: la legge regionale 7/2022 con particolare riguardo alla disponibilità e alla qualità del settore idropotabile, alla corretta gestione delle acque reflue, dei sistemi di depurazione e il nuovo sistema tariffario.
Su questo, un passaggio, al quale forse non abbiamo dato la necessaria importanza, è stato fatto con ARERA, proprio un'ARERA che ha, di fatto, concesso un'apertura importante e significativa alla nostra Regione. Poi la sinergia e il grande lavoro con il BIM e ovviamente con la SEV che è dimostrato da questo periodo post-alluvione che stiamo vivendo.
La questione acqua che è centrale e che ha dato origine poi a quella che è l'attività dell'Osservatorio, con il collega Carrel e il collega Marzi, che ha facilitato anche quella che è l'affrontare un'emergenza come quella di quest'anno.
Sul PTA, abbiamo fatto un primo passaggio più rapido in Commissione, un percorso che ci vedrà nel 2025, un percorso che ha subìto sicuramente anche qui dei rallentamenti a causa dell'evento alluvionale, che non vuole essere una scusa ma è, e lo sapete bene, il carico di lavoro che questo evento ha generato su degli uffici che hanno, come tutti, dei problemi di organico.
Infine, ringrazio e ricordo gli enti, agenzie e fondazioni che sono strettamente funzionali e legati all'Assessorato e che operano in sinergia con le strutture dei Dipartimenti, come ARPA Valle d'Aosta e Fondazione Montagna Sicura, che hanno un'attività veramente fondamentale per noi, così come poi Fondation Grand Paradis in ambito ambientale.
Presidente - Assessore Grosjacques, ne ha facoltà.
Grosjacques (UV) - Alcune considerazioni anche sulla base di quello che è emerso oggi nella discussione generale.
Voglio ringraziare i colleghi che si sono soffermati su quelle che, a nostro avviso, sono le due grandi novità in questo DEFR per quel che riguarda l'Assessorato turismo, sport e commercio.
La prima è certamente la partenza del piano di marketing che molti colleghi hanno evidenziato, ovviamente con sfumature diverse. Oggi abbiamo sentito dire che il DEFR è un documento elettorale che non contiene nessun tipo di valutazione concreta e che contiene tutta una serie di cose che forse si faranno, forse non si faranno; altri colleghi, sempre dell'opposizione, hanno detto che è un documento che ha una visione di lungo periodo. Quindi direi che la forbice sulla valutazione di questo documento è piuttosto ampia e ovviamente ognuno fa le considerazioni che ritiene più opportune.
Partirei proprio dal piano di marketing, perché la preoccupazione, oltre alla valutazione positiva che ho sentito sull'attuazione, sull'attivazione del percorso (non sull'attuazione, perché ovviamente il percorso dovrebbe concludersi entro il primo semestre del 2025), ma certamente è partito un documento che aveva bisogno, dopo la sua approvazione e un refresh nel 2015, di essere riproposto in una versione che ovviamente tenga conto di quelle che sono state, in questi anni, le evoluzioni del turismo e le esigenze di coloro che vogliono frequentare la nostra Valle per turismo.
Devo dire che il piano di marketing, alla domanda se le strutture saranno in grado di gestirlo, dal punto di vista interno... l'avviso esplorativo, che è scaduto il 30 di settembre e che metteva in appalto il servizio di predisposizione del piano di marketing strategico, ha avuto grande interesse da parte degli operatori economici, perché si sono qualificati, per quest'attività, ben venti operatori; quindi credo che questo sia davvero importante per quella che sarà poi, ovviamente, la valutazione che porterà alla scelta dell'operatore che seguirà con le professionalità interne (perché il bando è molto ben dettagliato da questo punto di vista) quello che sarà il processo di costruzione di questo documento che, come è stato scritto nel DEFR, partirà dal basso e l'operatore che dovrà occuparsene dovrà curare con particolare attenzione i rapporti, ovviamente sotto la spinta e sotto il controllo delle strutture dell'Assessorato, quelli che sono le suggestioni - suggestioni non è un termine che i miei colleghi utilizzano volentieri -, i suggerimenti e ovviamente le proposte che arriveranno dagli stakeholder, quindi dai portatori di interesse, perché davvero bisognerà che tutti collaborino alla scrittura e alla successiva approvazione di questo importantissimo documento, che dovrà delineare le linee strategiche per lo sviluppo della promozione della nostra Regione per i prossimi anni.
Oltre a questo, la seconda novità importante è quella della certificazione del marchio turistico Cuore da parte del Ministero delle imprese del Made in Italy.
Io credo che questo sia un punto di partenza importante per poter utilizzare, come Assessorato, ma anche come Amministrazione più in generale e per tutti coloro che lo vorranno utilizzare nella loro promozione, e ce ne sono davvero tanti, questo marchio Cuore, senza la spada di Damocle che qualcuno possa in qualche modo metterlo in discussione.
A metà di giugno è stata certificata la piena titolarità da parte dell'Amministrazione regionale di quest'importante marchio, il marchio Cuore, che dovrebbe diventare il simbolo di quello che sarà il marchio Ombrello, che vedrà la sua partenza nei prossimi mesi con il conferimento di un incarico per lo studio delle azioni normative, regolamentari e organizzative necessarie perché si possa concretizzare quest'attività.
In qualche intervento è stato sottolineato che comunque il turismo sta crescendo: ovviamente non ci deve mettere in una posizione di attesa o di non attività, ma deve farci lavorare ancora di più su quelli che sono ancora i periodi del nostro turismo che soffrono per la mancanza di turisti o comunque ancora non riescono a promuovere delle attività che possano portare i turisti, soprattutto quelli stranieri, che dal punto di vista numerico sono grossomodo quelli del decennio pre-pandemico, quindi sono stati recuperati i turisti stranieri che frequentano la nostra regione. Ovviamente sul periodo invernale la percentuale è più alta, sul periodo estivo e sulle stagioni primavera e autunno c'è da lavorare con gli strumenti che però si stanno creando e in qualche modo sono già operativi, quindi il Cammino Balteo, la Via Francigena e tutta una serie di attività che sono mirate a sostenere le produzioni tipiche regionali.
A questo proposito, anche in bassa Valle, attraverso uno studio con l'Università della Valle d'Aosta, è stato predisposto un progetto che va a valorizzare le peculiarità della zona della bassa Valle; quindi direi che, da questo punto di vista, quella è una zona che si presta particolarmente per la sua conformazione geografica (quindi per un'altezza più contenuta e per i prodotti e i percorsi che può offrire), può davvero costituire un atout importante per la destagionalizzazione del nostro turismo.
Sul ciclo turismo, ha già ben illustrato il collega Carrel quali sono le problematiche per l'approvazione del disegno di legge sul catasto dei sentieri e delle piste che possono essere utilizzate a questo proposito: c'è un problema di autoresponsabilità che oggi non è ancora risolto, sono stati presentati degli emendamenti da parte dei Parlamentari e a questo proposito anche la senatrice Spelgatti ha presentato i nostri emendamenti. Quindi c'è un lavoro che va oltre questa maggioranza, perché l'interesse per la risoluzione di questo problema è un interesse trasversale e in queste ore è in votazione al Senato il disegno di legge sulla montagna, che ci auguriamo possa recepire quelli che sono gli emendamenti in materia di autoresponsabilità che potrebbero sbloccare la situazione del disegno di legge.
Il commercio è ovviamente in una crisi strutturale che non riguarda solo la Valle d'Aosta, ma crediamo che le misure messe in campo dalla maggioranza regionale, che sono essenzialmente in primis quelle relative al sostegno dei piccoli esercizi di vicinato, stiano dando delle risposte quantomeno per fermare l'emorragia.
Oggi non c'è nessuna Regione che abbia legiferato concretamente in materia di commercio perché - ce lo siamo detti in quest'Aula in moltissime occasioni - l'e-commerce e la grande distribuzione organizzata sono attività che passano sopra la nostra testa e contro le quali non abbiamo al momento nessun tipo di arma che possa contrastarle.
Abbiamo però iniziato le interlocuzioni con le Associazioni di categoria, proprio per riformare la legge 12/99, che, come i colleghi sanno, prevedeva all'articolo 1bis la disponibilità, la volontà della Regione di normare in modo autonomo la costruzione, le autorizzazioni questa grande distribuzione. Purtroppo, questo comma 1bis dell'articolo 1 è stato cassato, come sappiamo, dalla Corte costituzionale, per cui, ad oggi, le nostre armi, come dicevo, sono assolutamente spuntate.
Questo non significa che non ci sia la volontà di lavorare per la modifica della legge 12/99, anche alla luce di quelle che sono le nuove esigenze da parte della clientela.
Ovviamente, il piccolo esercizio di vicinato, soprattutto quello che propone generi alimentari, fa sempre più fatica, ed è per quello che la norma sugli esercizi di vicinato ci dà la possibilità, soprattutto nelle località di montagna, dove questi punti vendita sono anche dei punti di "aggregazione sociale"... perché con l'allargamento della platea dei codici Ateco abbiamo in moltissimi Comuni dato la possibilità di sostenere anche le attività di somministrazione che associano alcuni codici Ateco.
Abbiamo un ordine del giorno sui codici Ateco, riferito agli esercizi di vicinato, ovviamente anticipo la risposta: la modifica non potrà riguardare solo i codici Ateco che sono stati proposti dal gruppo di Forza Italia, ma stiamo lavorando a una revisione di questi codici, è un'attività che stiamo proponendo, per cui le anticipo, collega Ganis, quale sarà la risposta.
Stiamo valorizzando, attraverso una serie di attività, le professioni di montagna: l'attivazione degli accompagnatori di media montagna, i primi che sono partiti e ai quali seguiranno quelli che parteciperanno ai primi corsi che saranno probabilmente attivati nella primavera, perché stiamo concludendo con l'Uvgam la definizione di quelli che sono i moduli per l'attivazione dei corsi, l'abbiamo già detto in una delle precedenti iniziative ispettive, ci sarà il corso, per quelli che avranno la formazione completa da effettuare, di oltre 500 ore, quindi sarà un corso molto impegnativo perché questa professione di montagna è trasversale rispetto a molte conoscenze, quindi partendo dai terreni innevati alla conoscenza della storia, dei beni culturali della nostra regione e tutta una serie di altre materie che ovviamente dovranno essere di conoscenza di questi professionisti della montagna per poter accompagnare un turismo che, soprattutto per quel che riguarda il tour du Mont Blanc, è in crescita e registra numeri importantissimi di anno in anno; ma oggi, non essendo la professione di guide escursionistiche naturalistiche riconosciuta all'estero, questi tour possono partire solo dalla Francia o dalla Svizzera.
Dal prossimo anno quindi potrà esserci un turismo anche gestito dalle nostre guide, che partirà direttamente dal territorio valdostano.
Si è parlato poi di "Sci per tutte le abilità": ci sono dei comprensori che con il primo progetto hanno incrementato l'accessibilità attraverso investimenti che sono stati inseriti nel progetto finanziato l'anno passato, che ha visto tutta una serie di strutture dell'Amministrazione regionale, oltre ovviamente all'Unione Guide Alta Montagna, i maestri di sci, gli Enti locali, l'Office e il Coordinamento disabilità della Valle d'Aosta, oltre ovviamente all'Associazione degli albergatori che ha censito le strutture che già oggi sono in grado di ospitare le persone con disabilità... perché, è stato detto in qualche intervento, il turismo delle persone con disabilità e dei turisti con disabilità che praticano attività sportiva è in grande crescita e quindi dobbiamo fare in modo che la nostra regione sia pronta a riceverli e sia sempre più inclusiva.
A questo proposito, è stata assegnata alla Valle d'Aosta una cifra intorno al milione di euro per implementare queste attività anche nel periodo estivo; il 30 di settembre sono scadute le manifestazioni dei vari Comuni per la presentazione di progetti proprio finalizzati a creare delle infrastrutture o a migliorare già quelle esistenti per le persone con disabilità, quindi queste attività verranno proposte al Ministero e verranno poi approvate per poter finanziare in alcuni Comuni, in quelli che si sono qualificati in tutto o in parte, queste attività.
Sugli alberghi prosegue l'attività; il collega Aggravi ha posto l'accento su uno dei due obiettivi dell'Assessorato, che è quello della redazione di un disegno di legge in materia di incentivi urbanistici per l'ampliamento e la riqualificazione di esercizi turistico-ricettivi e di misure per la riconversione di fabbricati a uso alberghiero.
Nel 2025, così come da scheda, partiranno i lavori per la redazione di questo disegno di legge, mentre il disegno di legge relativo ai posti letto per il personale che opera nei nostri contesti turistici, è attualmente al Dipartimento legislativo e quindi nelle prossime settimane contiamo di chiuderlo, dopo alcune verifiche che dovranno essere fatte con la struttura urbanistica e con il collega Sapinet relativamente ad alcune proposte che sono state avanzate dall'ADAVA e anche dagli Enti locali per poter, quanto prima, portare all'attenzione delle Commissioni e poi del Consiglio questo importante disegno di legge che andrà a risolvere, almeno parzialmente, quella che oggi è una grande criticità sul nostro territorio.
Chiudo con la riforma della legge 3, dove certamente troverà spazio un capitolo, come è stato segnalato dal collega Restano, sullo sport per i disabili, ma troverà spazio anche una valorizzazione del CONI, anche per quel che riguarda l'attribuzione delle risorse, non tanto perché oggi non sia considerato, ma per dare una dignità anche in legge.
Nonostante questo, devo dire che il CONI viene costantemente consultato e con il CONI stiamo lavorando in queste settimane per trovare la migliore soluzione per scaricare un provvedimento che vada nella creazione della Sport Commission, che sicuramente ci aiuterà nel prossimo futuro per l'organizzazione e la gestione dei grandi eventi che hanno un capitolo m sento di dire decisamente importante sul DEFR 2025-2027.
Presidente - Qualcun altro? Assessore Jean-Pierre Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz J. (FP-PD) - Cari colleghi, nelle vostre esposizioni ho sentito molte critiche, molti consigli e praticamente nessuna concessione. Probabilmente questo DEFR non vi piace e qualunque considerazione da parte nostra potrà sembrare una difesa, ma, se lo abbiamo scritto, colleghi, è perché riteniamo che rappresenti la nostra idea di politica, quindi lo difendiamo senza fatica e senza particolari pentimenti e sensi di colpa.
Premetto che, per quanto riguarda l'Assessorato che rappresento, nell'esposizione che sto per fare cercherò di restare su ciò che abbiamo scritto nel DEFR, declinando il contenuto per paragrafi e capitoli, per comodità di lettura e di comprensione, in modo tale che chi ci ascolta e non ha avuto modo di assistere all'audizione in Commissione o non ha letto il DEFR possa farsi un'idea di massima.
Per questioni di tempo, ometterò alcuni capitoli sui quali non sono state fatte particolari annotazioni e considerazioni di sorta.
I colleghi della minoranza hanno fatto alcune riflessioni in merito al DEFR, proponendo ordini del giorno, in alcuni casi integrativi, in altri aggiuntivi, fermo restando che, come vi è stato preannunciato, ci asterremo sugli ordini del giorno.
Per comodità e per rendere la discussione più efficace e snella, risponderò nel mezzo a questa replica agli ordini del giorno di nostra competenza.
Per quanto riguarda il sistema educativo, si sottolinea il ruolo cruciale della scuola nel realizzare un sistema ben strutturato, equo e accessibile, che fornisca non solo conoscenze disciplinari, ma che insegni i valori fondamentali come la responsabilità, l'etica e la cittadinanza attiva.
In continuità con la programmazione avvenuta negli anni precedenti, continuiamo a investire risorse importanti nella formazione dei docenti, soprattutto nell'ambito dell'educazione civica, dell'inclusione, del plurilinguismo e del digitale, con particolare riguardo alle discipline tecnico scientifiche e tecnologiche, le STEM, valorizzando la qualità professionale di tutto il personale.
Nostro obiettivo è che la scuola diventi sempre più accogliente, inclusiva per tal mondo, in una logica di internazionalizzazione, anche attraverso la promozione di progetti di scambi rivolti agli alunni e al personale scolastico, nonché la realizzazione di attività specifiche, volte a far conseguire agli studenti certificazioni linguistiche spendibili in vari ambiti lavorativi e/o accademici, per una crescita civile, culturale, sociale ed economica.
In particolare, intendiamo continuare a lavorare sui temi volti a sviluppare sinergie con tutti gli attori del territorio che si occupano della promozione di attività artistico-culturali e sportive di conoscenza della montagna.
Ricordo i progetti con le Guide di alta montagna, gli Accompagnatori di media montagna e Maestri di sci, questo nell'ambito di un'azione di orientamento sempre più efficace che coinvolga attivamente le imprese e le famiglie, per garantire il successo formativo di ciascun alunno. Ricordo l'implementazione anche del salone "VDA Orienta".
Con riferimento all'ordine del giorno n. 12 di Forza Italia, che richiede di prevedere progetti specifici sulla sicurezza e prevenzione degli incidenti in montagna, preciso che, in sinergia con i colleghi Bertschy, Grosjacques e Caveri, stiamo lavorando nell'intento di promuovere il tema della montagna e favorire l'avvicinamento dei giovani al territorio di appartenenza, offrendo loro l'opportunità di pratiche sportive in ambiente naturale, sci, arrampicata, ma anche semplici escursioni in media montagna, favorendo lo studio della cultura della montagna e dei suoi valori.
Si sta cercando in questo modo di proporre a livello regionale un'offerta formativa sempre più organica attraverso una progettualità trasversale, in continuità tra i vari gradi e ordini di scuola, dalla primaria alla secondaria, facendo uscire la scuola dal territorio con il coinvolgimento di tutti gli alunni, in un primo tempo sperimentando i progetti in alcune scuole per acquisire in modo graduale e continuativo conoscenze e abilità specifiche nelle attività relative all'ambiente della montagna, estivo e invernale, con particolare attenzione al tema della sicurezza e prevenzione.
A titolo informativo, segnalo che si è concluso con successo il progetto transfrontaliero "Risk Act", un ciclo formativo rivolto agli studenti delle superiori, ai residenti e turisti, mediante l'utilizzo dello strumento educativo e realtà virtuale 3D, dedicato al pericolo valanghe e alla sicurezza in montagna in inverno, con la realizzazione di 30 atelier e il coinvolgimento di quasi 500 persone e di 18 Guide alpine.
Gli atelier sono stati svolti in una modalità interattiva tra guide e partecipanti, con simulazioni virtuali e formazione teorico pratica.
Risorse importanti nel nuovo bilancio, così come indicato nel DEFR, sono state chieste per promuovere lo "Star bene a scuola": sperimentazioni e supporto psicologico nelle scuole superiori, progetti di prevenzione e contrasto al bullismo, valorizzazione di nuove figure, quali docenti tutor e gli orientatori.
In particolare, mi soffermo sul benessere educativo e psicologico cui si dovrebbe tendere, al fine di garantire, attraverso specifiche progettualità, l'adeguato sostegno agli alunni di ogni ordine e grado per fronteggiare situazioni di insicurezza, stress, ansia dovuta a eccessiva responsabilità, ma anche a fenomeni di bullismo, cyberbullismo, disturbi alimentari e dipendenze.
La figura dello psicologo scolastico potrebbe essere un valido supporto, non solo per il singolo allievo, ma per tutta la comunità scolastica, permettendo ai giovani di oggi, sempre più fragili, di vivere un'esperienza formativa in modo sereno, favorendo anche l'incontro tra la scuola e le famiglie attraverso un dialogo efficace e costruttivo.
Da segnalare, inoltre, l'importanza dell'istruzione e della formazione professionale, potenziamento dei laboratori e dello sviluppo del sistema integrato 0-6, per garantire a tutti i bambini, dalla nascita ai sei anni, pari opportunità di accrescere le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento, per superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche e culturali.
Naturalmente - e qui mi rivolgo anche al collega Restano, che sul tema ha una particolare sensibilità -, sempre con l'attenzione dovuta agli operatori coinvolti nel processo, con i quali ci si interfaccia, ormai da anni, in una continua opera di formazione e sensibilizzazione.
Si devono cogliere le opportunità per i bambini e per il sistema, sfrondando però, giustamente, ogni legittimo dubbio manifestato da chi quotidianamente lavora con dedizione e passione nei servizi coinvolti.
Continueremo inoltre ad assicurare - e anche qui rispondo ad alcuni dubbi - il presidio delle piccole scuole di montagna e proseguiremo il percorso volto alla messa a norma, dal punto di vista sismico, impiantistico e funzionale, di tutti gli edifici scolastici di proprietà regionale e degli Enti locali, ponendo particolare attenzione al tema dell'efficientamento energetico, questo in accordo con la struttura dell'edilizia scolastica del collega Sapinet.
Si sottolinea infine l'importanza degli aiuti concreti da mantenere nei confronti delle famiglie e degli studenti per la piena attuazione del diritto allo studio, sia universitario, sia ordinario e post laurea, in particolare mediante l'assegnazione di varie tipologie di borse di studio e analoghe provvidenze, in alcuni casi da aumentare nei rispettivi importi, per meglio adeguarle alle spese sostenute.
Approfitto per riscontrare l'ordine del giorno n. 24 di Forza Italia: una mozione con gli stessi contenuti (innalzamento da 44 mila a 49 mila della fascia Isee per l'accesso) era già stata presentata in un Consiglio passato. Ricordo però, come già dissi allora, che i limiti massimi nel resto d'Italia sono di 24 mila euro.
In coerenza con l'alternativa descritta in fondo a quella risposta, in sede di istruttoria, per la prossima legge di bilancio sono state individuate maggiori risorse che saranno destinate ad aumentare gli importi delle attuali borse riservate agli studenti, indicati nelle premesse dell'ordine del giorno, questo a partire dal prossimo anno scolastico.
Si valuterà quindi, dopo l'approvazione del bilancio triennale, una nuova politica delle borse di studio e altri aiuti che non escludono si possa anche prevedere altri criteri di accesso, compreso quelli reddituali, come lei ha indicato nel suo ordine del giorno.
Approfitto per riscontrare l'ordine del giorno 25, sempre di Forza Italia, relativamente alla filiera tecnologica professionale: le due strutture implicate, quella che fa riferimento all'Assessorato che rappresento e quella dell'Assessorato del collega Bertschy, stanno lavorando su questa tematica in sinergia, già da tempo. Diverse attività sono già state proposte alle scuole e agli enti di formazione in questa logica e altre attività sono in fase di programmazione anche attraverso il coinvolgimento del Consiglio delle politiche del lavoro.
Finisco con gli ordini del giorno riguardanti il sistema educativo, rispondendo brevemente al n. 13 di Rassemblement Valdôtain intitolato: "Piano scuole per la città di Aosta". Non è possibile, in tempi brevi, fornire riscontro sugli eventuali spostamenti degli studenti, perché dipende dallo stato di avanzamento della progettazione dei vari interventi. Posso rispondere anche a nome del collega Sapinet, dopo esserci confrontati con gli uffici appunto dell'edilizia scolastica, facenti capo all'Assessorato ai lavori e alle opere pubbliche, essendo la progettazione e l'attuazione non di competenza della struttura programmazione edilizia scolastica facente capo alla Sovraintendenza.
Rispondo anche all'ordine del giorno n. 26 di Forza Italia, relativamente alla cucina per ogni plesso scolastico: pur consapevole dell'importanza di un'alimentazione sana ed equilibrata per i nostri bambini e ragazzi, come ricordato in altre occasioni e come già più volte affrontato in questa sede attraverso l'esplicitazione di diversi progetti che sono già in corso durante le scuole, preciso che il tema non è di competenza dell'Amministrazione regionale, in quanto la gestione del servizio mensa nella scuola dell'infanzia del primo ciclo di istruzione è in capo agli Enti locali.
Per l'Università sono anni decisivi, legati al completamento del nuovo polo universitario Testafochi, ex Caserme Zerboglio e Giordana, ma anche al tema di sviluppo delle attività di didattica e ricerca per un maggior riconoscimento dell'ateneo a livello nazionale e internazionale.
La logica di avere ad Aosta una città universitaria resta uno scopo importante, cui si accompagna una più spiccata vocazione internazionale ed europea.
In particolare, si sottolinea la volontà di consolidare la vocazione dell'ateneo nelle attività bilingue e sul territorio, con una valorizzazione della francofonia, che potrebbe coinvolgere altri atenei francesi, anche non di prossimità, quale l'Università di Parigi, Bordeaux e Lione, oltre che veicolare un coinvolgimento della comunità valdostana nel suo insieme nei confronti dell'Università, con l'obiettivo di favorire un sentimento di appartenenza e di partecipazione all'attività dell'ateneo.
Nel rispetto dell'autonomia universitaria, si intende ampliare l'offerta formativa, progettando nuovi corsi in ambito educativo, di innovazione sociale e di comunicazione a nuove tecnologie, nonché nell'ambito geologico, applicativo e geofisico, valutando prioritariamente la possibilità di convenzionamenti con altri atenei italiani, consolidando l'alta formazione, con particolare riferimento alle esigenze documentate del territorio.
Come già ho avuto modo di anticipare in audizione, in risposta all'ordine del giorno n. 12 di PCP, segnalo che nel Piano triennale di sviluppo 2024-2026 e Piano performance 2024, al punto E è scritto che si procederà nel triennio con gli studi di fattibilità per l'avvio di alcuni percorsi di studio, tra cui la laurea magistrale in ambito Geological and Climate Change - la laurea magistrale 74 -, declinando il percorso dello studio di fattibilità nel tempo.
Non sto a dilungarmi, ma credo che sia più che sufficiente ciò che viene indicato in quel Piano per avere un quadro del percorso che dovrebbe giungere all'attivazione della suddetta laurea magistrale.
Per quanto riguarda i beni culturali, la programmazione prevista è in continuità con quella già avviata negli anni precedenti, con attività di conservazione del patrimonio sia materiale (con la conclusione dei lavori del Castello di Quart, al Teatro romano, all'Arco d'Augusto e i restauri delle balconate di Fénis, delle decorazioni murali del Castel Savoia, di Palais Roncas e del Castello di Issogne, dove si interverrà anche sulla fontana del melograno), sia immateriale, con la consueta attenzione alla valorizzazione della francofonia e delle lingue minoritarie, e il supporto di centri di studio e promozione della cultura locale, le cosiddette sociétés savantes, oltre ad un'ampia attività di digitalizzazione degli archivi storici regionali, nell'ambito del PNRR, che custodiscono tanto della nostra storia e della nostra cultura.
Colgo l'occasione per fornire un riscontro anche all'ordine del giorno n. 2 di Rassemblement relativamente al Castello di Saint-Germain: nel corso del 2021, le strutture della Soprintendenza, le quali svolgono verifiche periodiche nel sito per lo svolgimento di piccole manutenzioni ordinarie e per un controllo sui cancelli di accesso che, peraltro, talora sono oggetto di atti vandalici, hanno provveduto ad acquisire un servizio per la redazione del progetto definitivo esecutivo per la manutenzione straordinaria, con rifacimento di alcune porzioni del percorso di accesso al Castello.
Il codice è il 2022 043, manutenzione e messa in sicurezza della via di accesso al Castello di Saint-Germain, per un importo totale di 335 mila euro, di cui 35 mila per servizi tecnici.
Come già illustrato, gli uffici della Soprintendenza per i beni e le attività culturali monitorano il sito e, compatibilmente con i fondi attribuiti, il procedere dei cantieri in corso e le risorse umane assegnate, cercano di portare avanti interventi funzionali a un futuro recupero del Castello.
Tenuto conto della complessità del sito, un progetto complessivo di recupero, preceduto da una valutazione costi-benefici, inserito in un corretto piano di valorizzazione del bene, non è al momento possibile.
La promozione della cultura: in senso più ampio, attraverso l'ideazione e realizzazione di eventi, mostre, esposizioni, manifestazioni e altre iniziative, che peraltro concorrono in modo consolidato allo sviluppo socio-economico, capace di produrre ricchezza e garantire lavoro, partecipazione a fiere, saloni di livello nazionale e internazionale per far conoscere il nostro patrimonio fuori dai nostri confini.
Quest'anno vedremo anche la realizzazione del primo premio letterario intitolato "Alla Regione autonoma Valle d'Aosta" e l'adesione al Fondo unico dello spettacolo per la realizzazione nel nostro territorio di una residenza d'artista.
Continua attenzione alle possibilità fornite dalla partecipazione a progetti cofinanziati e transfrontalieri, che consentono di confrontarsi con altre realtà su temi inerenti allo studio, alla ricerca, alla conservazione del patrimonio culturale, attingendo a fondi europei, che quindi non gravano sul bilancio regionale.
Attività extraordinaria per il 2025, anche se in continuità con le previsioni del DEFR degli anni scorsi, è l'organizzazione della celebrazione per la ricorrenza del 2.050esimo anniversario della fondazione di Aosta, ad opera di Ottaviano Augusto nel 25 a.C., che vedrà, a partire dal 21 dicembre 2024, in occasione del solstizio invernale, l'organizzazione di una serie di eventi programmati in collaborazione con il Comune di Aosta per festeggiare quest'importante ricorrenza per la città di Aosta.
Infine, per l'anno 2025 è previsto l'avvio della predisposizione del piano strategico della cultura.
Approfitto di questo paragrafo per dare un contributo dal fronte cultura all'ordine del giorno n. 5 di Rassemblement, relativamente all'approvazione di un'immagine unica in Valle d'Aosta attraverso azioni congiunte sinergiche di varia attività, che può sembrare un'attività nuova il Piano sinergico, ma in realtà è mettere a sistema le attività sino qui svolte dal Dipartimento, indicate nel DEFR, dando a una programmazione più a lungo termine sia delle attività di conservazione - questo è importante - non solo di valorizzazione, ma anche di fruizione e valorizzazione del patrimonio, sia gli indirizzi di sviluppo delle attività culturali che rappresentano un ramo delle attività produttive che potrebbe essere maggiormente incentivato in Valle.
Riscontro brevemente due ordini del giorno, il n. 11 della Lega relativamente agli spazi di accoglienza per animali domestici, e l'ordine del giorno n. 15, sempre della Lega, intitolato "Esercizi di prossimità all'interno dei siti culturali".
Integro quando di competenza del collega Grosjacques.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno 11 della Lega, segnalo che i cani di piccola taglia possono già entrare all'interno dei siti culturali, all'interno dello sportino o in braccio al proprietario. Solo quelli grandi, per questione di conservazione degli interni, sono esclusi.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 15, sempre della Lega (esercizi in prossimità o all'interno di siti culturali), dal punto di vista della disciplina regionale in materia di commercio e di somministrazione di alimenti e bevande, non risulta alcuna necessità di modificazione delle leggi regionali 12/99 e 1/2006, in quanto, sussistendo i requisiti previsti dalle due norme, le iniziative ipotizzate dall'impegnativa possono già essere realizzate.
Certo, non tutti i siti culturali regionali si prestano ad avere al proprio interno un locale caffetteria, somministrazione bevande e alimenti.
Per quanto riguarda gli spazi da adibire ad esercizi di vicinato, sarebbe necessario un approfondimento, ma decisamente difficoltoso.
Già il bookshop all'interno dei siti non è così di immediata realizzazione.
La realizzazione di esercizi di vicinato potrebbe essere eventualmente ammissibile solo in locali di scarso valore storico.
Inoltre, vi è la necessità di indire procedure concorrenziali per individuare il concessionario dello spazio che dovrebbe essere pagato perché non lo può fare ovviamente a titolo gratuito.
Ogni tipologia di intervento (predisposizione di caffetterie interne, esercizi di vicinato) deve essere valutato sulla base di costi benefici.
Un esempio delle complicazioni relative agli esercizi commerciali nei siti è il Forte di Bard, nel quale gli esercizi commerciali che esistevano sono stati tutti chiusi nel tempo perché non erano sostenibili economicamente dagli esercenti.
Presidente - Con questo intervento, terminiamo i lavori di oggi, che riprenderanno domani alle ore 09:00, sempre dal punto n. 4.
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La seduta termina alle ore 20:06.