Oggetto del Consiglio n. 3463 del 3 aprile 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3463/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno del Governo regionale a promuovere uno studio sulla presenza di metalli pesanti nelle rocce, nelle acque superficiali e nelle sorgenti per una valutazione epidemiologica degli effetti sulla salute".
Bertin (Presidente) - Punto n. 8 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Questa mozione richiama un'interpellanza già discussa il 21 febbraio scorso dal titolo: "Interventi volti a tutelare le acque potabili da inquinamenti da metalli pesanti". Faceva riferimento a degli articoli di giornale che riprendevano un inquinamento da metalli pesanti rilevato in un acquedotto dell'Alta Valle. In realtà, di quest'argomento ne avevamo già parlato l'anno prima, esattamente il 22 marzo 2023, quando, in occasione della Giornata internazionale dell'acqua, avevo evidenziato agli Assessori interessati e a tutti i colleghi che ci sarebbe stato in futuro un problema riguardante la presenza di metalli pesanti all'interno delle nostre reti idriche vista la carenza idrica in corso e avevo sollecitato gli Assessori interessati a prendere dei provvedimenti, laddove possibile ovviamente. Dopo un anno di tempo, i giornali hanno dato atto dei problemi, nel frattempo attraverso un 116 abbiamo acquisito gli atti relativi ai dati analitici degli acquedotti e, dopo un anno, abbiamo chiesto qual era la situazione e cosa era stato fatto. La risposta dell'Assessore non ha evidentemente dato soddisfazione alle nostre attese, abbiamo in altre sedi anche avuto delle interlocuzioni con l'Assessore, che si è dato disponibile a provvedere per dare le risposte dovute, però abbiamo presentato comunque questa mozione.
Si parla ovviamente di prevenzione della salute e chiediamo di promuovere uno studio volto ad approfondire la presenza di metalli pesanti nelle rocce, nelle acque superficiali di sorgente, nonché una valutazione epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da questi nelle acque potabili e nella popolazione residente nelle zone maggiormente interessate. Come ho detto, parliamo di prevenzione della salute, ma - e lo dico in risposta all'intervento del Presidente del Consiglio durante il Consiglio scorso, laddove non aveva accettato un nostro question time non ritenendolo urgente - negli atti prodotti da questo Consiglio e da questo Governo regionale si parla sempre di prevenzione della salute e noi siamo perplessi del fatto che poi si fanno delle enunciazioni ma non si dà seguito a quanto scritto sugli atti. In effetti, se guardiamo il piano della salute e del benessere sociale della nostra Regione, nella macroarea 1, "Prevenzione al centro delle politiche per la salute e il benessere sociale", rileviamo che viene riportato quanto segue: "È opportuno cogliere la natura stessa del termine "prevenzione" in quanto prevenire significa arrivare prima, evoca quindi un atteggiamento proattivo verso qualcosa di indesiderato e che si intende evitare come una condizione morbosa o un aggravamento della stessa, ma anche una condizione sociale di forte disagio e di deprivazione che spesso risultano anche essere correlate alla presenza di malattia. La prevenzione non è solo un insieme di interventi da ricevere, ma è in primis un impegno e un'attività da assumere verso sé stessi, nel rispetto della propria persona e delle persone che accompagnano il nostro percorso di vita ed è tanto più efficace quanto più accompagna l'intero corso della vita, dalla primissima infanzia alla senilità. L'analisi del contesto valdostano - proseguono i Consiglieri che hanno approvato quest'importante documento - ha evidenziato come siano andati perduti negli anni alcuni antichi privilegi di salute e di benessere caratterizzanti le popolazioni di montagna per alimentazione, stili di vita e rapporto con l'ambiente e si assiste invece a una lenta ma inesorabile acquisizione di stili di vita maggiormente diffusi nei contesti metropolitani - e, aggiungo io, soprattutto non attinenti con il concetto di prevenzione della salute di cui in questo momento stiamo parlando - la conoscenza e l'implementazione continua di dati di rilevanza epidemiologica regionale, siano essi derivanti dai sistemi informativi istituzionali, dai sistemi di sorveglianza, da registri locali di patologia, disposte dal piano della salute come attività istituzionale e soggette a costante osservazione analitica, dovranno garantire qualità e aggiornamento continui all'analisi dei bisogni di salute della popolazione. Solo attraverso una corretta ed efficace manutenzione dei sistemi informativi e degli archivi di dati è possibile attivare e rendere utile al supporto decisionale la valorizzazione degli stessi in termini di analisi epidemiologica territoriale a opera della rete regionale epidemiologica. Solo attraverso una disponibilità costante e qualificata di dati, di competenze specifiche e di risorse strumentali la rete epidemiologica regionale sarà in grado di mettere a disposizione dei decisori ai vari livelli del Governo e della gestione della salute regionale - una base conoscitiva indispensabile, lo sto aggiungendo io - per individuare interventi e azioni di prevenzione attiva di dimostrata efficacia parimenti al bisogno di salute". Tutto questo è riportato nel piano della salute e del benessere e calza a pennello con quanto noi oggi stiamo discutendo; peccato che i primi atti di approvazione di questi documenti risalgono, come il piano della prevenzione regionale, al 2020, il piano della salute e del benessere a due anni dopo e ad oggi, nel corso dell'anno di cui ho parlato prima, nulla sia stato fatto.
L'ambiente nella sua accezione più ampia è un determinante fondamentale per il benessere psicofisico e per la salute delle popolazioni; sono molti infatti i processi patologici che trovano la loro eziopatogenesi in fattori ambientali e sociali. Il piano nazionale della prevenzione 2020-2025, che è stato recepito, come ho detto prima, nel 2020, rafforza una visione che considera la salute come il risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell'essere umano, della natura e dell'ambiente secondo l'approccio di cui abbiamo sempre parlato, One Health, che, riconoscendo la salute delle persone, degli animali e gli ecosistemi come interconnessi, promuove l'applicazione di un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato per affrontare i rischi potenziali o già esistenti. Proprio il piano della prevenzione regionale tra i sei macro-obiettivi ha inserito il punto "Ambiente, clima e salute"; inoltre nello stesso piano l'elenco dei programmi predefiniti e liberi trovano il punto 5 "Sicurezza negli ambienti di vita", il punto 6 "Piano mirato di prevenzione" e il punto 9 "Ambiente, clima e salute". Il programma prevede che le Regioni e le Province autonome tengano conto degli obiettivi dell'Agenda 2020-2030 per lo sviluppo sostenibile, secondo la logica One Health di cui abbiamo parlato prima, nella programmazione e nelle conseguenti azioni. Ciò consente di comprendere le complesse relazioni tra l'uomo e gli ecosistemi naturali e artificiali e riconoscere che la salute dell'uomo è legata alla salute degli animali e dell'ambiente per garantire l'attuazione di programmi sostenibili di protezione ambientale e di tutela e promozione della salute. A questo scopo si prevede di consolidare il processo che, a partire da un'analisi di contesto, definisce piani di miglioramento che mirano allo stesso tempo, tra i vari punti io rilevo, all'applicazione di strumenti a supporto delle Amministrazioni per la valutazione e gestione degli impatti sulla salute correlati a interventi antropici, a interventi per il monitoraggio per l'andamento e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, di riduzione dell'esposizione ambientale indoor, outdoor e antropiche dannose per la salute, la creazione di contesti urbani favorevoli alla salute.
Colleghi, permettetemi di sottolineare come il piano per la salute e il benessere, il piano della prevenzione regionale e il DEFR, che poi evidenzierò in seguito, sono stati tutti approvati dai sindacati, dal CELVA, dall'Azienda sanitaria, dall'ARPA previe molteplici audizioni, perché devo dire che questo lavoro, quando vogliamo, tutti insieme lo sappiamo fare bene, quindi tutti questi principi sono già stati valutati, sottolineati e, per così dire, hanno già avuto l'approvazione di tutti questi Enti. Il programma è sostenuto da accordi o programmi di attività intra e interistituzionali, da progetti multi e interdisciplinari, intersettoriali, integrati su ambiente e salute, anche attuativi di accordi e convenzioni previsti dal decreto 502/1992, la vecchia riforma sanitaria per chi non se la ricorda, accordi per il rafforzamento della sorveglianza epidemiologica delle popolazioni residenti nelle aree interessate da elevate criticità e pressioni ambientali, è proprio il caso nostro, è proprio quello di cui stiamo parlando; tavoli tecnici regionali interistituzionali e reti regionali integrate, ambiente e salute per la definizione e la condivisione di percorsi e procedure integrate basate sull'approccio One Health, anche questo è quello di cui stiamo parlando e che noi vi chiediamo, colleghi, è proprio questo, la possibilità di valutare il rischio e la capacità di comunicarlo, non è certo un'azione di vigilanza repressiva quella che noi chiediamo, ma è la capacità e la volontà politica di chiedere, di raccogliere dati e di valutare l'impatto che certi dati analitici possono avere sulla popolazione.
"Il piano nazionale della prevenzione - adottato nel 2020 - rappresenta lo strumento fondamentale di pianificazione centrale degli interventi di prevenzione e promozione della salute da realizzare sul territorio" l'avete scritto voi, non lo abbiamo scritto noi.
Nel Documento di economia e finanza regionale 2024/2026, al capitolo 1.6 dell'Assessorato delle opere repubbliche, territorio e ambiente giustamente e correttamente viene riportato: "La progressiva diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo comporterà nel futuro problematiche sempre maggiori legate alla disponibilità e alla qualità della risorsa idrica a uso potabile e l'insorgere di conflitti tra uso umano e altre destinazioni... attraverso un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici, per assicurare una fornitura sufficiente di acque superficiali sotterranee di buona qualità, per un utilizzo idrico sostenibile, equilibrato ed equo, per ridurre in modo significativo l'inquinamento delle acque sotterranee e superficiali e tutelare le acque sotto il profilo umano e qualitativo". Il programma degli interventi è questo che prevede, ma lo stesso documento economico-finanziario sotto la macroarea 1 al punto 1.7 dell'Assessorato della sanità prevede di "promuovere le necessarie sinergie tra i soggetti preposti alla gestione delle problematiche ambientali al fine della tutela della salute della persona; potenziare le forme di collaborazione tra il Dipartimento di prevenzione e l'ARPA a beneficio dei programmi di salute pubblica, anche attraverso lo sviluppo di attività di ricerca. L'acqua rappresenta un elemento essenziale per la sopravvivenza dell'uomo, anche per il ruolo che riveste nella produzione degli alimenti".
Qualcuno potrebbe dire: "Perché fare tutto questo? Andiamo alla sostanza, i Comuni interessati chiedono una bella deroga prevista dal decreto 18/2023 - così come mi sembra che qualcuno abbia già pensato di fare - concediamo la deroga e tutto si risolve". Non si risolve la parte di comunicazione del rischio e l'interlocuzione con la popolazione, però probabilmente chi ha avuto questa pensata fantascientifica non ha letto con attenzione il decreto 18, perché tale decreto laddove si parla all'articolo 4 dell'acqua ci dice che preliminarmente le acque devono essere salubri e pulite, quindi sono soggette a quel giudizio di destinazione d'uso di cui tanto abbiamo parlato le volte scorse e sul quale non vorrei ritornare. All'articolo 5 si dice: "Ci vuole il rispetto dei parametri", cosa che non sembra che abbiamo, ma soprattutto, laddove si parla delle deroghe che è l'articolo 16 al punto 6, lettera c), si dice: "Le richieste devono essere motivate per le deroghe, dovranno riportare determinate informazioni: indicazione della causa di non conformità della risorsa idrica, i parametri interessati, i risultati dei controlli effettuati negli ultimi tre anni ma soprattutto l'area geografica, quantità di acqua fornita ogni giorno, popolazione coinvolta ed eventuali effetti sugli operatori del settore alimentare interessati, piano d'azione..." e così via. Questo non è nient'altro che uno studio epidemiologico e una raccolta di dati.
Colleghi, io credo che tutto questo forse doveva già essere fatto e, quando mi si è rimproverato che non era urgente, dico: forse hai ragione, è molto più che urgente, Presidente, questo, è molto più che urgente e andava fatto. Ora noi con la nostra interpellanza chiediamo all'Assessore interessato e agli Assessori interessati di avviare questo studio epidemiologico e questa valutazione, come previsto e da voi scritto in tutti i documenti che ho citato, non si tratta nient'altro di far valere la volontà politica e delegare ai competenti uffici tecnici il lavoro da svolgere nel rispetto delle funzioni degli uni e degli altri; saranno loro a valutare le zone degne d'interesse e quelle che non lo sono, così come peraltro è avvenuto in altre Regioni, Veneto, Trentino, Lazio, quindi ci portiamo al passo con il tempo e possiamo rimarcare che anche una Regione a Statuto speciale guarda avanti.
Presidente - La discussione generale è aperta. Ci sono interventi in discussione generale? Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - L'ARPA Valle d'Aosta, in accordo con le strutture del Dipartimento ambiente nell'ambito degli studi condotti, riferisce che è nota la presenza di metalli pesanti su aree del territorio regionale in concentrazioni superiori ai limiti normativi previsti dal decreto legislativo 18/2023. Questi valori non sono dovuti però a inquinamenti, ma sono riconducibili alla composizione delle rocce. Tale presenza è comprovata e ufficializzata dall'esito degli accertamenti periodicamente svolti che confermano che i valori riscontrati superiori alla norma sono dovuti a cause esclusivamente naturali. Anche nelle acque di alcuni torrenti è nota la presenza naturale di metalli in concentrazioni superiori al limite normativo; anche in questo caso il superamento è riconducibile alle caratteristiche delle rocce proprie dei bacini di alimentazione. Ad oggi vi sono due casi oggetto di osservazione: il primo riguarda la sorgente Fonte Rey in località Plan Checrouit nel comune di Courmayeur e il secondo riguarda il comune di Emarèse.
Per quanto attiene al primo caso, come riferito negli scorsi Consigli, la sorgente alimenta immobili destinati ad attività turistico-ricettive e seconde case, quindi con utilizzo prevalente durante il periodo di funzionalità del comprensorio sciistico e durante naturalmente il periodo estivo. I necessari approfondimenti che si sono già svolti hanno confermato la possibilità di poter procedere con opportuna deroga, pertanto abbiamo già inviato il relativo procedimento con formale richiesta ai Ministeri della salute e dell'ambiente. Il secondo caso è stato segnalato nelle scorse settimane dall'Autorità competente dell'Azienda USL, la Struttura complessa Igiene, alimenti e nutrizione, e interessa il comune di Emarèse; a causa di non conformità rilevate in una frazione del comune stesso sul tenore di arsenico e nichel, l'Azienda USL ha emesso un provvedimento dirigenziale del Sindaco, ordinanza di divieto di utilizzo per usi potabili l'acqua che fornisce la frazione stessa. Il Comune ha quindi individuato una serie di interventi per assicurare l'approvvigionamento potabile nell'immediato e per poter superare definitivamente la problematica mediante altri apporti idrici. Tali proposte sono all'esame dei tecnici regionali del BIM e dell'USL per una valutazione congiunta e coordinata della problematica e delle soluzioni proposte.
L'attenzione a livello regionale sul tema trova sempre più riscontro nelle attività che gli Assessorati coinvolti stanno già svolgendo non solo sui singoli casi, ma sul tema in generale della qualità delle acque destinate al consumo umano. Come già riportato negli scorsi Consigli, anche con l'attenzione da lei dimostrata sul tema, è stato istituito inoltre un tavolo di coordinamento delle strutture regionali competenti per operare in modo congiunto e multidisciplinare. Il tavolo è stato istituito con la delibera 719/2023 in attuazione appunto del decreto legislativo del 18/2023, che a sua volta discende dalla direttiva e dall'Unione europea 2184/2020 sulle acque destinate al consumo umano. Il tavolo riunisce tutti gli enti competenti, e quindi gli Assessorati sanità e ambiente, l'ARPA, l'Azienda USL, il BIM e la Services des eaux valdôtaines. Il tavolo opera in connessione con l'Osservatorio tecnico politico sulla crisi idrica, istituito con la delibera 515/2023, che monitora l'evoluzione delle disponibilità idriche nel loro complesso, quindi nelle varie forme di consumo e utilizzo. Questo approccio di sistema è proprio finalizzato alla valutazione e alla gestione del rischio delle aree di alimentazione dei punti di prelievo di acque naturalmente da destinare a consumo umano. La valutazione del rischio comprende il controllo di tutti i pericoli di diverse origini e natura, inclusi i rischi correlati a cambiamenti climatici e la protezione quindi dei sistemi idrici. In tale attività la procedura prevede lo scambio continuo di informazioni tra i gestori dei sistemi di distribuzione idropotabile e le autorità competenti in materia sanitaria e ambientale. Gli specifici studi, volti proprio a individuare e a caratterizzare le diverse situazioni di contaminazione naturale delle sorgenti dal punto di vista geologico, hanno già consentito in passato di realizzare diversi interventi per far fronte alle criticità emerse. Unitamente al monitoraggio continuo delle acque questo consente all'Azienda USL e ai tecnici regionali di intervenire in caso di necessità, come dimostrano, tra l'altro, i casi di Courmayeur e di Emarèse. Il programma di interventi del BIM, in attuazione del piano d'ambito, prevede lavori anche finalizzati a far fronte a queste problematiche e questa programmazione avviata nel 2022 ha l'obiettivo di individuare le problematiche e definire soluzioni anche connettendo le diverse reti esistenti e prevedendo quindi le risorse necessarie agli interventi di cui sopra.
Rispetto alla valutazione epidemiologica sulla potenziale contaminazione da metalli pesanti, l'Azienda USL riporta il recente parere dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare pubblicato il 18 gennaio di quest'anno. Detto parere aggiorna la valutazione del rischio da arsenico inorganico presente negli alimenti, confermando l'esito delle precedenti valutazioni effettuate nel 2009. Il parere conferma quindi che sebbene l'acqua potabile contribuisca con bassi tenori all'esposizione in arsenico in Europa, sono i cibi, acqua compresa, che rappresentano la principale fonte di esposizione per la popolazione europea in generale. La valutazione epidemiologica condotta su scala regionale potrà in ogni caso risultare non essere significativa sia per la limitata numerosità della popolazione in Valle, sia per la multifattorialità degli elementi da prendere in considerazione che possono determinare una stima non corretta delle associazioni tra esposizione, metalli pesanti e i rischi correlati. Lei cita una valutazione epidemiologica relativa agli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da arsenico, come è richiamato anche nell'ultima parte della sua iniziativa, di tutta una serie di Regioni tra cui il Lazio, che naturalmente non sto a raccontarle, che nel 2012 ha visto coinvolti 91 Comuni, quindi un numero assolutamente cospicuo di popolazione. In tal caso, per correttezza, è bene evidenziare che tale studio è stato eseguito su comuni sui quali è stata richiesta la deroga per il superamento dei livelli di arsenico, sempre nelle acque potabili.
Ho riportato le attività e le sinergie attivate che dimostrano tutta l'attenzione che viene già dedicata al tema, anche per rispetto della sua circostanziata iniziativa. Condividendo però il principio di massima precauzione per tutelare la salute pubblica e cogliendo lo spirito costruttivo, proponiamo l'emendamento che segue rispetto alla mozione n. 8:
"Richiamata l'interpellanza discussa dal Consiglio il 21 febbraio 2024 avente a oggetto: "Interventi volti a tutelare le acque potabili da inquinamenti da metalli pesanti"; udita la risposta fornita dall'Assessore competente; rilevato come dai dati forniti dagli uffici regionali, attraverso apposita e formale richiesta di accesso agli atti, emerge chiaramente che considerando il periodo 2015-2023, la presenza di arsenico e nichel nelle acque potabili è stata rilevata più volte, quindi non si può più classificare come un evento da non considerare; rilevato che attualmente sono in atto due ordinanze sindacali di divieto di utilizzo dell'acqua ai fini potabili per la presenza di non conformità ai metalli pesanti; visto quanto riportato nel piano della salute e del benessere sociale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, macroarea 1, capitolo Salute Ambiente; nel piano regionale della prevenzione; nel Documento economia e finanza regionale 2024/2026 ai capitoli 1.6, Assessorato opere pubbliche, territorio e ambiente, capitolo Programmazione, risorse idriche e territorio, e 1.7 Assessorato sanità, salute e politiche sociali, il Consiglio regionale impegna il Governo regionale a promuovere uno studio volto ad approfondire la presenza di metalli pesanti nelle rocce, nelle acque superficiali e di sorgente in relazione alla contaminazione delle acque potabili nelle zone ritenute di interesse, previa audizione in V Commissione consiliare con la partecipazione del CELVA, dell'ARPA, dell'Azienda USL, del BIM e degli Assessorati sanità, salute e politiche sociali, opere pubbliche, territorio e ambiente e agricoltura e risorse naturali".
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Riassumendo, Assessore, dalle premesse, ha tolto il riferimento alle altre Regioni e nel deliberato ha aggiunto: "Previa audizione in V Commissione". Mi è sfuggito se è rimasta: "Nelle zone maggiormente interessate". Siamo soddisfatti della sua risposta, per noi ciò che conta è ciò che si fa, e al di là degli interventi sulle strutture e quant'altro, come abbiamo potuto rilevare, importante è come è da voi scritto su tutti gli atti ed è importantissima la valutazione del rischio, quindi è importante la raccolta dei dati e la valutazione.
Cento negatività non cancellano una positività, quindi il dato statistico è significativo, ma l'aver rilevato una volta la presenza di un elemento non previsto o in quantità superiore ai limiti ci porterà naturalmente, visto il senso di precauzione che lei ha richiamato e la nostra attenzione sul tema, ad approfondire. È per questo che noi la ringraziamo per aver accolto, al di là di tutte le puntualizzazioni, favorevolmente questa mozione, ringraziamo la Giunta e tutti quelli che vorranno ancora intervenire e ci dichiariamo soddisfatti.
Presidente - Altri in discussione generale? Se non vi sono altri interventi, chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Il Governo intende replicare? Credo di no visto che è già intervenuto l'Assessore nella discussione generale. Passiamo ora alle dichiarazioni di voto da parte della consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Credo che l'iniziativa dei colleghi sia sicuramente condivisibile sia perché l'acqua è un bene primario, ma soprattutto perché la salute è un obiettivo prioritario.
Nelle premesse però si parla di dati forniti dagli uffici regionali, immagino al collega Restano a seguito di un suo accesso agli atti, quindi quello che vorremmo chiedere è che la Commissione possa mettere a disposizione tutti quei dati forniti per avere contezza di quanto è stato detto oggi in aula, perché sono state evidenziate due situazioni ma, come ha ben detto l'Assessore, questa problematica è anche più estesa rispetto alle due singole situazioni che hanno portato a delle ordinanze. Quello che chiediamo è semplicemente di avere, prima delle audizioni in Consiglio, quella documentazione e riteniamo comunque che questa mozione sia assolutamente da condividere e da votare.
Presidente - Se non vi sono altre dichiarazioni di voto... ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.
Lucianaz (RV) - Sostenendo convintamente quest'iniziativa, chiaramente il voto sarà favorevole, vorrei ricordare che in V Commissione sarebbe utile audire diversi studiosi, oltre che dell'acqua potabile, anche della qualità dell'aria. Abbiamo una popolazione sempre più preoccupata sulla presenza di metalli pesanti anche nell'aria, c'è stata una recente conferenza qui ad Aosta in cui si sosteneva la qualità del miele di montagna particolarmente contaminato, quindi io credo che, al di là delle varie idee che uno si può fare, sarebbe utile che in Commissione venga approfondito una volta per tutte quest'argomento.
Presidente - Altri interventi? Altrimenti mettiamo in votazione. Votiamo il testo così come emendato dall'Assessore. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
La mozione è approvata all'unanimità.