Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3348 del 22 febbraio 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3348/XVI - Reiezione di mozione: "Azioni volte a vietare l'utilizzo di prodotti a base di farina di grilli e insetti nelle mense ospedaliere e scolastiche".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 59 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Il nostro Paese, come sappiamo, ha una tradizione culinaria che affonda le radici nella notte dei tempi e che, a differenza di altri Paesi nell'Unione europea, ma non soltanto, presenta una varietà di prodotti DOP e IGP che non ha paragoni al mondo.

La dieta mediterranea, poi, come sappiamo, è considerata da sempre l'alimentazione migliore al mondo, sia per la qualità dei prodotti che vengono consumati, sia per quelle che sono le proprietà benefiche che favorisce e anche, soprattutto, in un'ottica di prevenzione.

In questo quadro si inserisce purtroppo il Regolamento 5/2023 della Commissione europea, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 3 gennaio 2023, che prevede che, a partire dalla fine di gennaio, in tutta l'Unione europea possano essere venduti e comprati liberamente prodotti alimentari a base di acheta domesticus, cioè fatti con polvere di grillo, nonché le larve del verme della farina minore, congelate, in pasta, essiccate.

Questo perché, è inutile ribadirlo ma credo che sia opportuno anche evidenziarlo, Bruxelles vede gli insetti e le proteine vegetali in generale come una risposta all'aumento del costo delle proteine animali, del loro impatto ambientale, della sicurezza alimentare, della crescita della popolazione e della corrispondente crescente domanda di proteina fra le classi medie. Questo è quello che dichiara l'Unione europea. Un altro modo, insomma, per colpevolizzare i nostri allevatori, già vessati da una normativa europea che vorrebbe addirittura pagare gli agricoltori per non coltivare la terra, pur di non inquinare.

Un altro modo - e questo penso che sia palese - per applicare la famigerata Agenda 2030, che vuole distruggere il nostro mondo così come lo conosciamo.

Quello che peraltro Bruxelles e la signora Von der Leyen ignorano è che il sistema agroalimentare italiano, a fronte del più alto valore aggiunto in Europa, pari a 65 miliardi di euro, espressione della qualità prodotta, ha un'emissione di CO2 ad essa correlata pari ad un terzo delle emissioni francesi e a metà di quelle tedesche, per non parlare ovviamente del confronto con gli altri continenti. Non che il tema della CO2 mi solletichi in maniera particolare, soprattutto alcune elucubrazioni fatte su di esse, sull'origine antropica del riscaldamento globale, questo sì, ma credo che sia in ogni caso giusto indicare i dati che contraddicono quella che è la narrazione che una certa Europa vorrebbe fare.

Ora, sono sicuro che soltanto alla parola "grillo" o "verme", pensandolo nel piatto, a molti di voi e a molti Valdostani sarà sicuramente accapponata la pelle: il solo pensiero di cibarsi insetti, come possiamo immaginare, provoca resistenza da parte di milioni di cittadini, compreso il sottoscritto.

Il problema che però vogliamo affrontare con questa mozione non è legato soltanto alla resistenza psicologica che le persone possono avere all'idea di ingerire degli insetti, quello che ancora non è chiaro è in che modo sia preservata la salute dei cittadini rispetto, oltre che al disgusto, all'elevata allergenicità di questi cibi, già verificata soprattutto nei soggetti allergici a crostacei, acari della polvere e anche ai molluschi.

Va considerato, infatti, che molti insetti contengono numerosi elementi antinutritivi che ostacolano il normale assorbimento dei nutrienti, riducendone l'efficienza nutrizionale, per non parlare delle sostanze chimiche contaminanti e causa di intossicazione, come quella avvenuta nel 2007 in California per il consumo di cavallette importate dal Messico. Sostanze spesso presenti in questi insetti, dato che molto spesso essi sono importati da Paesi con standard sicurezza nettamente inferiore ai nostri.

Da un lato ci troviamo quindi di fronte all'ennesimo attacco da parte dell'Unione europea alla nostra sovranità alimentare, dall'altro la preoccupazione per la salute dei nostri cittadini e soprattutto dei nostri bambini è grande.

Pensate che nel Regno Unito è stata persino avviata una ricerca che interessa i bambini fra i 5 e gli 11 anni e coinvolge quattro scuole primarie in cui alla mensa verrà offerto un prodotto chiamato "VeXo", ovvero un mix di insetti e proteine vegetali: pensate che meraviglia da far sgranocchiare ai bambini.

Ora, come sappiamo, la mensa scolastica non è soltanto un luogo - passatemi il termine - dove piazzare i nostri figli se non abbiamo a disposizione i nonni o i parenti che possono accudirli durante la pausa pranzo mentre i genitori sono al lavoro, ma la scuola esercita una vera e propria funzione educativa, anche attraverso la ristorazione scolastica, che rappresenta il luogo privilegiato per l'educazione alimentare.

L'obiettivo è infatti anche quello di contribuire alla promozione di comportamenti alimentari corretti ed idonei al miglioramento dello stato di salute.

La valenza educativa della mensa arriva oltre le mura scolastiche, raggiungendo tutta la famiglia, sia tramite lo stesso bambino che può raccontare a casa le conoscenze acquisite a scuola, sia direttamente, consultando il menù scolastico e acquisendone la composizione.

Se osserviamo poi il 22o rapporto "Ecosistema a scuola" di Legambiente appena pubblicato, arrivano dati positivi, per fortuna, sulla qualità del servizio mensa delle scuole del Paese: il 96,5% dei bandi delle Amministrazioni comunali per l'assegnazione del servizio mensa richiede la somministrazione di pasti biologici, il 97,6% la stagionalità degli alimenti; la media di biologico nei pasti è del 59,4%; le mense in cui vengono serviti i pasti con prodotti IGP e DOP sono il 77,3%, quelle con prodotti a chilometro 0 sono l'84,3%.

Come si evince da questi dati, il ruolo di quella che viene comunemente chiamata refezione è anche quello di orientare, attraverso un approccio educativo, il comportamento alimentare del bambino verso uno stile salutare e consapevole, elevando il livello qualitativo dei pasti e facendo capire ai nostri figli, fin da piccoli, la necessità di evitare i cibi spazzatura che troppe volte, per comodità o perché meno costosi, vengono consumati dalle famiglie italiane, in un'ottica di prevenzione sin dalla tenera età.

Alla luce quindi di tutto questo, il fatto che nelle mense scolastiche vengano introdotte proteine derivanti da insetti non è soltanto raccapricciante, ma addirittura preoccupante dal punto di vista della salute, per non parlare poi dell'effetto che questi prodotti potrebbero avere su persone malate o in fase di convalescenza, e mi riferisco soprattutto a coloro che sono ricoverati in ospedale. La ristorazione ospedaliera è parte integrante della terapia clinica e il ricorso al cibo rappresenta il primo ed il più economico strumento per il trattamento della malnutrizione.

Fatte quindi queste doverose premesse, con questa mozione intendiamo impegnare il Governo regionale a proseguire la sensibilizzazione sull'importanza di una corretta alimentazione, che non può prescindere dal consumo di prodotto a filiera corta; a mettere in campo ogni azione utile nei servizi di ristorazione di diretta pertinenza, come ad esempio quella ospedaliera, per vietare l'utilizzo di prodotti a base di farina di grilli ed insetti; a mettere in campo ogni azione utile, di concerto con il CPEL, affinché sia bandito l'uso dei prodotti a base di farina di grilli e insetti nelle mense scolastiche.

Il nostro obiettivo è quindi quello di dire un secco no a cibi sintetici o esotici, lontani dalla nostra cultura, come panacea green per l'alimentazione del futuro.

La nostra dieta fatta di qualità, sicurezza, cultura, territorio e sostenibilità è il modello ideale da valorizzare e da proteggere.

Presidente - Grazie, collega. È aperta la discussione generale sulla mozione 59. Ci sono colleghi che intendono intervenire? Non vedo nessuna prenotazione in discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, ha chiesto la parola l'Assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Gli Assessorati della sanità, agricoltura e istruzione, il CELVA e l'Azienda USL collaborano da tempo su questo tema; in particolare, l'Assessorato all'agricoltura sta portando avanti, da circa 20 anni, l'attività di educazione alimentare, soprattutto nel campo delle scuole, nella consapevolezza che i bambini di oggi saranno, appunto, i consumatori del futuro. E tutto ciò è in linea con lo spirito della sua iniziativa.

Sin dal 2008, nella ristorazione scolastica si promuove il consumo di prodotti a km 0 e di prossimità attraverso il progetto "Io mangio valdostano", in collaborazione con il CELVA e l'Azienda USL. Il progetto "Io mangio valdostano" ha consentito negli anni di creare una rete di fornitori di prodotti del territorio ed ha fornito agli Enti locali linee guida per la realizzazione dei capitolati nelle apposite procedure di gara.

Il CELVA sta inoltre mettendo a punto il progetto "Typique" che rappresenta un'evoluzione del progetto "Io mangio valdostano", che intende appunto sviluppare, attraverso specifiche iniziative, un percorso educativo al cibo sano e sostenibile, lontano appunto dalle dinamiche che lei giustamente rappresenta nella mozione.

Gli Assessorati dell'agricoltura, istruzione e attività culturali sono impegnati in un'importante attività attraverso il progetto "Itinéraires de découverte", nel quale si sottolinea l'importanza delle produzioni locali legate all'impegnativo lavoro in un difficile territorio qual è quello montano.

Questo per orientare inoltre i ragazzi alla scoperta della nostra regione e delle sue peculiarità, in particolar modo per quanto riguarda il patrimonio naturale enogastronomico e l'attività agricola.

Nel futuro, si conta d'intensificare quest'attività nelle scuole introducendo ulteriori filiere, oltre a quelle già trattate sul miele, legumi e piccoli frutti, come ad esempio quella dal grano al pane e quella della mela che era stata la prima filiera portata nelle scuole.

Le attività e i progetti sono programmati in sinergia a dimostrazione dell'attenzione, da sempre condivisa, sulla buona educazione alimentare, collegata alla sensibilizzazione alla produzione e consumo dei prodotti del territorio.

Inoltre, la struttura complessa dell'Azienda USL igiene degli alimenti e della nutrizione predispone i menù tipo delle mense scolastiche che prevedono adeguate proposte di frutta, verdura e cereali integrali e svolge varie attività formative rivolte a target diversi, che vanno dai bambini fino ai ragazzi, le famiglie, gli insegnanti e la popolazione in generale.

L'obiettivo è proprio quello di promuovere la diffusione di una cultura del consumo alimentare consapevole, responsabile e sostenibile, in linea con quanto rappresentato prima e quindi assolutamente lontano dai giusti rischi che lei sottolinea.

Per quanto riguarda le mense ospedaliere, l'Azienda USL, attraverso la direzione medica di presidio e la struttura dietologia, cura il rispetto delle norme igieniche e fornisce indicazioni nutrizionali anche sui pasti.

Sono inoltre previsti i sopralluoghi di verifica presso il centro di cottura per le verifiche igieniche e qualitative.

La farina dei grilli indubbiamente contiene una percentuale importante di proteine, proteine ricavate in maniera ecologicamente meno impattante rispetto agli allevamenti intensivi, allevamenti che, comunque, non sono quelli della nostra realtà.

Ad oggi, tra l'altro, le conoscenze scientifiche non ci permettono assolutamente di valutare serenamente eventuali problematiche relative alla presenza in queste farine di insetti di allergeni e/o contaminanti ambientali.

Ma tutto quanto le ho detto è già nei fatti una dimostrazione di come siamo lontani dalle politiche che lei giustamente vuole stigmatizzare con quest'iniziativa.

Per tale motivo, nella ragionevole certezza di continuare a trattare il tema negli ambiti appropriati e competenti, come di fatto stiamo già facendo, pur comprendendo l'iniziativa, le chiediamo il ritiro della mozione o il nostro voto sarà di astensione.

Presidente - Grazie Assessore. La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Le devo dire, Assessore, che ho, come potrà immaginare, apprezzato il 97% dell'intervento che ha fatto, ma il finale lascia l'amaro in bocca, come se avessimo mangiato della farina di grillo, perché immaginare che, giustamente, la risposta politica sia "non abbiamo intenzione di farlo" o - forse è ancora più rischioso - "ad oggi non abbiamo i dati sufficienti per dire che una cosa del genere possa essere fatta", che forse è il succo di quello che potrei cogliere dal suo intervento, apre a molteplici rischi, perché un conto è dire - come ha giustamente fatto anche questo Consiglio - no ad un certo tipo di pratiche, come per esempio quella della carne sintetica; questo Consiglio si è espresso in maniera chiara, abbiamo detto che la carne sintetica in Valle d'Aosta non ha senso di esistere e che quindi ovviamente non verrà dato alcun supporto a questo tipo di produzioni e quindi abbiamo avuto un modo di collocarci politicamente rispetto a questo tema.

Concettualmente, una parte del suo intervento va nella direzione, ma un'altra semplicemente dice: "non abbiamo sufficienti dati" e qualora questi dati fossero sufficienti, il mio timore è che lei, oppure questo Consiglio, oppure chi verrà dopo di lei, potrebbe dire: "a questo punto, siccome abbiamo dati sufficienti, e siccome politicamente noi vogliamo andare in quella direzione perché a noi non interessa niente del territorio, delle nostre tradizioni, della nostra cultura, dei rischi connessi, ma vogliamo semplicemente andare in quella direzione perché è green", allora a questo punto questa iniziativa potrebbe essere messa in campo.

Noi vogliamo scongiurare questo tipo di iniziativa e questo tipo di rischio, quindi ben venga la temporanea (quella che ha espresso lei, Assessore) contrarietà a questa tipologia di alimenti e la loro somministrazione nelle mense scolastiche e negli ospedali, ma noi vogliamo avere la certezza che questo Consiglio esprima la propria ferma contrarietà a qualsivoglia utilizzo delle farine che abbiamo elencato, quelle di grillo e quelle di insetti, perché riteniamo che siano assolutamente, oltre che in contrasto con tutta quella che è la nostra cultura alimentare, anche in contrasto con quella che è la sicurezza degli alimenti e soprattutto con quelle che sono un po' le radici che noi esprimiamo in quest'Aula.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al collega Planaz.

Planaz (RV) - Ringrazio il collega Manfrin per l'illustrazione precisa di questa mozione. Condivido in parte, assessore Marzi, quello che lei ha illustrato nella sua risposta alla mozione, mi dispiace il finale della sua risposta: "non abbiamo i dati scientifici per far sì di poter vietare questa tipologia di alimenti nelle nostre scuole" e, come illustrato nella mozione del collega Manfrin, anche nelle attività di mensa ospedaliera.

Fino qua non ci sarebbe nulla di male. Intanto, già questa autorizzazione è rilasciata a seguito di una richiesta a livello europeo di una sola ditta vietnamita che produce queste farine di grillo, solo questa ditta, da quello che ho letto sul Regolamento europeo, è stata inserita e se qualche altra ditta, di qualche altro Stato o Paese o continente, vuole commercializzare questa tipologia di alimenti nel nostro continente deve fare di nuovo, giustamente, richiesta all'Unione europea. Però a me sembra un po' non logico, con tutte le regole che devono rispettare, così come giustamente lei ha sottolineato, il fatto dei controlli che vengono effettuati dalla parte sanitaria, di tutti i produttori e anche chi effettua la macellazione degli animali nella nostra regione e nel nostro Stato, a differenza di altri Stati, perché è un po' un insulto per chi lavora. Poi ci lamentiamo se dopo una serie di categorie vanno a manifestare con i trattori, perché le regole dell'Unione europea, alla fine, tra chi lavora nessuno le ascolta.

Non è accettabile... Il Regolamento dice chiaro: "Visto che è un paese terzo, l'uso di questi alimenti è stato usato per più di 25 anni, è consentito l'uso anche in un Paese dentro l'Unione europea". Però non abbiamo i dati scientifici - come ha detto lei - per poter consumare queste... Ci sono tre tipi oggi autorizzati di farine di insetti nell'alimentazione europea, però a me pare che un segnale da parte della nostra regione, visto che vogliamo intanto sponsorizzare i prodotti del territorio, perché non vengono trasportati da un continente all'altro, e qui evitiamo già un'emissione di CO2 di un certo livello, perché ci dimentichiamo sempre che trasportare tutta una serie di prodotti da un continente all'altro, anche se alla fine sembra sempre che il mondo agricolo e gli allevamenti intensivi siano quelli che inquinano di più, poi ci vediamo una marea di navi da trasporto alimenti o altri materiali che transitano da un continente all'altro e lì le emissioni sono sempre tutte in regola.

Su questo bisognerebbe anche magari fare una piccola analisi, però un segnale nella nostra comunità, anche a seguito di quello che sta succedendo adesso, dove l'uso di certi elementi potremmo anche fare in modo che non avvenga soprattutto in ambito pubblico, a me sembra che non ci sia nulla di male e fa piacere che tanto già in altre iniziative abbiamo appurato che, logicamente, con il sostegno della parte di una certa classe politica, questa maggioranza oggi non può sostenere quest'iniziativa.

Presidente - Sempre in dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (GM) - Riprendo quanto detto dai colleghi, ma soprattutto quanto detto dall'Assessore. L'Assessore ha affermato che, di fatto, la Valle d'Aosta ha già risposto nei fatti di no all'utilizzo di questo tipo di farina, avviando dei progetti quali "Io mangio valdostano" e avendo l'intenzione di implementare tali progetti.

Ricordo che nel 2015 la Giunta regionale prima e il Consiglio poi approvarono una legge che sanciva, per il territorio della Valle d'Aosta, primo peraltro in Italia, Regione OGM Free.

Anche in questo caso, non era necessario fare una legge, perché nelle sue dichiarazioni, l'allora presidente Rollandin affermò che "la parcellizzazione delle proprietà fondiarie nella nostra regione renderebbe impossibile la convivenza fra coltivazioni biologiche e quelle OGM".

Perché la Valle d'Aosta fece questo passo importante, che la pose all'avanguardia rispetto ad altre Regioni? Perché sanciva una volontà politica. Questa è la chiave dell'allora Assessore all'agricoltura e io ero presente.

Questo è quello che si chiede oggi all'Assessore alla sanità: di sancire una volontà politica; credo d'interpretare in questo modo la mozione dei colleghi.

Sotto questo punto di vista, risulta non comprensibile il rifiuto di votare questa mozione che, peraltro, ci renderebbe, se vogliamo, "speciali" anche in questo senso.

Il saper a volte contestare delle decisioni prese da altre autorità che personalmente, per quanto riguarda il libero commercio degli alimenti, contesto fin dall'inizio, ci permetterebbe di sancire la nostra specialità una volta in più degli altri.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz: ne ha facoltà.

Lucianaz (RV) - Proprio per esprimere il voto favorevole a questa mozione. Sostengo che l'uso di farine e paste ottenute da allevamenti agro-industriali di larve della farina di cavallette e di grilli comporta tra l'altro un pericoloso rischio di allergie, i composti proteici e la chitina presente in questi preparati possono causare reazioni allergiche di cui già numerosissimi giovani valdostani soffrono e questo in particolare nei soggetti allergici ai crostacei per la presenza di chitina, ma possono altresì stimolare reazioni immunitarie a chiunque per la presenza di proteine non riconosciute dal metabolismo umano, perché proprio le popolazioni europee non hanno sviluppato ancora meccanismi digestivi di adattamento a questo tipo di alimentazione, processo che richiede un'evoluzione che può durare centinaia di anni, conosciuto come meccanismo "Self no self".

In particolare, l'apprensione viene posta sul problema dell'accumulo dei metalli pesanti, tra l'altro, attraverso i substrati di allevamento di cui attualmente non ci sono parametri di conformità di sicurezza.

L'Assessore alla sanità valdostana dovrebbe preoccuparsi della salute dei cittadini valdostani oltre che della salute della maggioranza, perché sappiamo bene che l'Italia, la Valle d'Aosta - e questo l'ha detto bene il collega Restano - è il principale titolare di prodotti alimentari di qualità garantita, DOP, IGP, STG, DOC, conquistate in oltre 30 anni di lavoro da parte dei produttori, degli agricoltori, degli allevatori italiani, nonché dalle Amministrazioni locali.

Tutto questo sforzo viene vanificato da scelte che neppure sono populiste, sono proprio scelte di piccola lega.

Spiace che questo Governo regionale, così sensibile alla tipicità e ai caratteri della genuinità delle produzioni valdostane, si perda su questi piccoli particolari.

Noi sosterremo questa mozione.

Presidente - Ci sono altre dichiarazioni di voto? Non essendoci altre dichiarazioni di voto, chiedo ai colleghi di votare. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 13

Favorevoli: 13

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)

La mozione non è approvata.