Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2669 del 25 luglio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2669/XVI - Reiezione di mozione: "Espressione della condanna della pratica della maternità surrogata".

Bertin (Presidente) - Punto n. 11 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - La surrogazione di maternità, anche nota come maternità surrogata o gestazione per altri, è una forma di procreazione assistita in cui una donna, definita madre surrogata o gestante per altri, provvede alla gestazione per conto di uno o più persone che acquisiranno la responsabilità genitoriale nei confronti del nascituro. Il ricorso a tale metodo viene solitamente sancito attraverso un contratto in cui il futuro genitore, o i futuri genitori, e la gestante dettagliano il procedimento, le sue regole, le sue conseguenze, il contributo alle spese mediche della gestante e in alcuni Paesi l'eventuale retribuzione della gestante stessa per il servizio offerto, in quest'ultimo caso è usata anche la locuzione "utero in affitto".

La surrogazione di maternità può assumere due forme distinte: nella prima si tratta specificamente di una surrogazione di concepimento di gestazione, ossia la situazione in cui l'aspirante madre demanda a un'altra donna sia la produzione di ovociti, sia la gestazione non fornendo alcun apporto biologico. Nella seconda si dà corso invece a una surrogazione di gestazione comunemente detta "affitto di utero" o "surrogazione di utero" nella quale l'aspirante madre produce l'ovocita il quale, una volta fecondato dallo spermatozoo dell'aspirante padre, viene impiantato nell'utero di un'altra donna che fungerà esclusivamente da gestante.

A dispetto di quanto teorizzato dalla propaganda cosiddetta "Arcobaleno", le pratiche della surrogazione di maternità costituiscono un esempio esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e degli stessi bambini che nascono attraverso tali pratiche che sono trattati alla stregua di merci, ma nonostante la convinzione di molti che la gestazione peraltro sia un mero mercimonio, il ricorso a queste pratiche è in vertiginoso aumento e la maternità surrogata sta diventando un vero e proprio business che, tanto per fare un esempio, in India vale oltre 2 miliardi di dollari l'anno. In questo Paese le volontarie reclutate nelle zone più povere producono più di 1.500 bambini all'anno per assecondare la domanda che viene dall'estero, attirata dai prezzi bassi: appena 25-30 mila dollari rispetto ai 50 mila dollari che si spendono negli Stati Uniti d'America. In India le volontarie che entrano nel circuito legale delle cliniche per la maternità surrogata guadagnano fra gli 8 mila e i 9 mila dollari a gestazione, una cifra che corrisponde a dieci anni di lavoro di un operaio non specializzato, mentre quelle che ne rimangono al di fuori sono reclutate da veri e propri scout attivi nelle zone più povere, sono pagate molto meno: da 3 mila a 5 mila dollari e sono costrette a firmare dei contratti che non prevedono alcun supporto medico post parto. Un quadro piuttosto chiaro che ci dimostra che, oltre alla mercificazione della donna, a essere sfruttata è anche la povertà e probabilmente la poca cultura delle donne che prestano il proprio corpo per questa pratica.

Nonostante i costi un po' più elevati, anche negli Stati Uniti d'America il business della maternità surrogata sta aumentando a ritmo esponenziale, con un numero di nascite superiore a 2 mila ogni anno, rispetto alle quali addirittura si dà agli aspiranti genitori la possibilità di scegliere alcune caratteristiche base del nascituro, un po' come dire: "Vuoi che tuo figlio sia biondo con gli occhi azzurri? Allora scegli questa puerpera e questi donatori maschili", insomma, come se fossimo in un vero e proprio negozio di bambini, un'idea che sinceramente fa accapponare la pelle.

Va poi detto che nella surrogazione di maternità le donne che prestano il proprio corpo non hanno alcun diritto sui bambini che pure portano in grembo e non sono neanche considerati i diritti dei bambini, costretti a separarsi dalla madre biologica subito dopo il parto e che si chiederanno per tutta la vita chi sia la loro madre biologica. Il distacco dalla madre naturale è un evento assolutamente traumatico che influisce sul futuro sviluppo cognitivo del minore; l'attaccamento della mamma al proprio bambino e viceversa inizia infatti a svilupparsi già prima della nascita, quando con l'ecografia si vede la prima immagine e si iniziano a percepire i primi movimenti nella pancia. Anche il bambino inizia a conoscere i genitori tramite il suono della loro voce quando è ancora nell'utero materno, ma subito dopo il parto, nel momento stesso in cui il cordone ombelicale che li ha uniti durante la gravidanza viene reciso il primo sguardo e il primo vagito danno inizio a una serie di scambi tra madre e bambino in grado di generare un legame fisico, emotivo e psicologico che durerà tutta la vita. L'attaccamento è considerato dalla psicologia cognitiva un importante istinto umano che aiuta il bambino a soddisfare i bisogni primari che riguardano anche l'affettività e la sicurezza e non soltanto esigenze alimentari o fisiche. Bowlby sostiene infatti che l'attaccamento è la base di partenza su cui l'individuo da adulto costruisce le sue relazioni e vive le sue esperienze; se questo viene a mancare, a inficiarne sarà la qualità della vita del bambino da adulto e stili di attaccamento disfunzionali possono portare in età adulta problematiche importanti che vanno a condizionare il tipo di relazioni che si stabiliscono.

Veniamo invece alla parte più strettamente normativa: in Italia la legge 19 febbraio 2004 n. 40, recante: "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita" all'articolo 12, comma 6, prevede che chiunque in qualsiasi forma realizza o organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti, di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a 1.000.000 di euro. Come potete vedere, quindi la procreazione assistita nel nostro Paese è, di fatto, già un reato. Il 18 marzo 2016 poi il Comitato nazionale per la bioetica, organo di consulenza al Governo, al Parlamento e alle altre istituzioni ha approvato una mozione con la quale definisce una maternità surrogata come "un contratto lesivo della dignità della donna e del figlio sottoposto come un oggetto a un atto di cessione" ritenendo che l'ipotesi di commercializzazione e di sfruttamento del corpo della donna e delle sue capacità riproduttive sotto qualsiasi forma di pagamento, esplicita o surrettizia, sia in netto contrasto con i principi bioetici fondamentali. Anche il Parlamento europeo è intervenuto su tali pratiche, il 17 dicembre 2015, nel corso dell'Assemblea plenaria del Parlamento europeo, è stata approvata la relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014, sulla politica dell'Unione europea in materia di cui la risoluzione 2015/2229. La relazione contiene un emendamento di un Eurodeputato della Slovacchia che stabilisce che il Parlamento europeo condanna la pratica della maternità surrogata che mina la dignità umana della donna visto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usate come una merce. Considera che la pratica della maternità surrogata che implica lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per profitti finanziari o di altro tipo, in particolare il caso delle donne vulnerabili nei Paesi di sviluppo, debba essere vietato e trattato come questione di urgenza negli strumenti per i diritti umani.

Negli ultimi anni i giudici italiani hanno dovuto confrontarsi con il fenomeno del ricorso alla maternità surrogata all'estero e l'impossibilità, stante la normativa vigente, di sanzionare penalmente tale fenomeno ha spinto la giurisprudenza a utilizzare approcci di diversa natura rispetto agli eventuali profili di responsabilità penale concentrandosi prevalentemente, almeno in una prima fase, sull'analisi della configurabilità del reato di alterazione di stato, di cui al secondo comma dell'articolo 567 del Codice penale, che punisce con la reclusione da cinque a quindici anni chiunque nella formazione di un atto di nascita altera lo stato civile di un neonato mediante false certificazioni, false attestazioni o altre falsità. Nel 2014 la sentenza di un giudice di Milano ha riconosciuto due coniugi indagati colpevoli del reato di cui l'articolo 495 del Codice penale, rubricato: "Falsa attestazione, dichiarazione a un pubblico ufficiale sull'identità o su qualità personali proprie o di altri", che punisce con la reclusione da uno a sei anni chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale l'identità, lo stato e altre qualità della propria e dell'altrui persona, a causa della falsa dichiarazione resa dal marito in ordine alla qualifica di madre biologica della moglie. Inoltre nella stessa sentenza il giudice ha svolto alcune considerazioni in merito al desiderio di genitorialità, riconoscendone l'importanza ma ribadendo che questo non sia meritevole di tutela allorché tale desiderio sia soddisfatto a ogni costo, anche a probabile discapito del nascituro.

La legislazione nazionale sul tema della filiazione, dalla Costituzione in poi, e quella sulle adozioni dedicano grandissima attenzione al fatto che il desiderio di genitorialità non violi il diritto del minore e non travalichi il dato materiale, cioè per citare il giudice di Milano: "Le condizioni per mezzo delle quali due soggetti possono naturalmente generare". Occorre peraltro ricordare che il Codice penale, all'articolo 7, stabilisce espressamente la punibilità per taluni reati anche se commessi all'estero.

La legge n. 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, scritta in un tempo in cui non esisteva ancora il turismo procreativo, ha lasciato di fatto un vuoto normativo sulla questione, prevedendo in ordine alla liceità o no della surrogazione in utero e più in generale di maternità attuata all'estero da cittadini italiani. Per questo motivo è attualmente all'esame del Parlamento la proposta di legge n. 306 del 23 marzo 2018 recante: "Modifiche all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004 n. 40 in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano". Tale proposta di legge ha ottenuto da poco il parere favorevole della Commissione giustizia e la Camera e ha superato anche le questioni di costituzionalità che sono state sollevate in Parlamento.

Oggi con questa mozione intendiamo quindi impegnare il Consiglio regionale a condannare la maternità surrogata in quanto atto esecrabile poiché porta la mercificazione del corpo della donna ed è inoltre lesivo dei diritti del minore che viene procreato ed esprimere ai Parlamentari valdostani il sostegno del Consiglio regionale alla proposta di legge n. 306 del 23 marzo 2018 che dichiara la procreazione peraltro reato universale.

Presidente - La discussione generale è aperta. Se qualcuno vuole intervenire in discussione generale, si prenoti. Se non vi sono prenotazioni, chiudo la discussione generale. Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Vorrei portare un ulteriore contributo citando una fonte di stampa, i contenuti di un articolo pubblicato dal quotidiano "Avvenire" in data 2 giugno - lo scorso 2 giugno - in cui riferiva un'interessante intervista che l'inviata speciale Lucia Bellaspiga ha rivolto all'ex presidente Arcigay Mancuso. Ovviamente cito persone - ma chiaramente a ragion veduta - per il fatto che cito un articolo. La persona intervistata è una persona verso la quale ho sempre riposto e continuo a riporre una grande stima e ritengo che il suo personale contributo sia estremamente importante per l'ulteriore comprensione in aula del tema. Viene detto: "Categorie come Destra e Sinistra di fronte a certi temi non hanno molto senso dunque". Ecco, questa è già una prima panoramica che fa capire che noi stiamo parlando di etica, qualcosa di un po' più in alto delle differenze partitiche. Lui risponde: "Non è questo infatti che ci interessa, la vera preoccupazione è preservare per il futuro l'umanità e soprattutto i deboli. Se diventa lecito vendere e regalare persone oggetto, sarà lecito farne ogni altra cosa. Avere a disposizione i corpi umani che si comprano e regalano in un'epoca di frontiera in cui la scienza e le tecnologie rendono possibili pratiche estreme è un rischio altissimo. Bisogna dire da che parte si sta, mentre si stanno decostruendo i valori universali, soprattutto la Sinistra non può votarsi alla più odiosa forma di mercimonio capitalistico".

Altra domanda: "Perché è così difficile capire che è una pratica che concede ai ricchi lo strapotere sui poveri?", risponde: "Il problema non è la Schlein; ho visto quattro Segretari del PD prima di lei occuparsi di questo tema; il fatto è che la Sinistra mondiale, da Biden agli altri leader, ha attraversato una profonda crisi sui temi valoriali, in quanto si è affermata la visione anglosassone secondo la quale ogni individuo deve veder riconosciuti tutti i suoi desideri che automaticamente diventano diritti. Dunque da una parte c'è l'identitarismo della Destra (patria, famiglia e tradizione), dall'altro l'individualismo della Sinistra". Queste citazioni e riferimenti alla Sinistra... io leggo il testo integrale per correttezza, non mi interessa strumentalizzare in questa sede. "La Sinistra italiana non riesce a coniugare la grande sofferenza sociale che oggi viviamo e maschera queste sue difficoltà con il continuo rilancio di nuovi cosiddetti diritti. Se sono un operaio comunista che non arriva più a fine mese, sento dire dal mio partito che i ricchi per 150 mila euro possono comprare esseri umani, non mi ci riconosco più. I diritti civili hanno sempre una compatibilità di tenuta sociale".

Altra domanda: "Chi è favorevole alla GPA parla di diritto al figlio". Risposta: "Intanto qui vediamo i diritti dei bambini calpestati dai bisogni degli adulti. Il diritto al figlio è una pura invenzione ideologica, non esiste alcuna carta internazionale, nemmeno la nostra Costituzione, che lo concepisca. Avere un figlio è un comprensibile desiderio ma farne un diritto del più forte sulla pelle del più debole è inaccettabile. Il desiderio è legittimo dal punto di vista umano e non giuridico".

Domanda: "Che dire però se la madre surrogata affitta il suo utero volontariamente per un compenso?". Risposta: "A parte che a farlo sono sempre donne nel bisogno, rese schiave da contratti di cui non si parla mai, ma anche dovessero volontariamente partorire per soldi, non hanno alcun diritto di cedere quel bambino. Qui non si tratta di autodeterminazione, ma di determinazione per un altro, tant'è vero che se una madre partorisce in anonimato e decide di lasciare suo figlio in Ospedale non è libera di darlo a chi le pare, se ne faccia carico lo Stato".

Ulteriore domanda: "I nati con GPA devono essere registrati in anagrafe come figli di due padri o due madri per avere tutti i diritti?". Risposta: "Quella dei presunti diritti mancati è una campagna montata ad arte, l'unica discriminazione fino all'anno scorso era che nel caso morisse, oltre al genitore biologico, anche il "genitore d'intenzione", il bambino da lui adottato non rientrava nella sua parentela e quindi nell'asse ereditario di quest'ultimo. La Corte costituzionale ha già sanato questa differenza; quindi la questione della trascrizione è una spinta ideologica per forzare le cose. Tra l'altro è un atto amministrativo, non prevale sulla legge e il bambino, per essere riconosciuto figlio di due padri e due madri, dovrà comunque passare per il Tribunale per l'adozione speciale. L'unico diritto davvero negato al bambino nato con la GPA è di conoscere le sue origini. Molte coppie maschili che conosco raccontano al bambino chi è sua madre, tengono i rapporti con lei via Internet, ma il problema è rendere quella figura di donna funzionale e descritta come una donna che ha aiutato i tuoi papà ad avere un figlio. Questa è la poetica. Poi nella vita vera deve sparire. Io non giudico le persone, combatto una pratica, che nel mondo crea un vulnus etico, ti sei commissionato un essere umano, lo hai ordinato, hai deciso a tavolino che non avrà una madre, questo deriva da un'invidia atavica".

L'ultima domanda per concludere: "Quindi si tratta di invidia di maternità?". La risposta: "La donna ha un enorme potere, quello di generare, gli uomini non possono. Per questo maternità e paternità sono funzioni diverse e complementari. Le donne non sono solo maternità, hanno diritto di non avere figli se non vogliono ma la cancellazione del materno è il più grande attacco che si sta facendo in questo momento nel mondo".

Avevo piacere di condividere quest'articolo senza ovviamente strumentalizzare la posizione della persona ma semplicemente per condividere con l'Aula la correttezza, la chiarezza e la piena condivisione dei contenuti di queste risposte assolutamente illuminanti.

Presidente - Siamo in discussione generale; ci sono altri interventi? Invito a prenotarsi. Se non vi sono prenotazioni di interventi, chiudo la discussione generale. Non vedo richieste, la discussione generale è chiusa. Siamo veramente al di là del Regolamento, consigliere Perron: faccia un intervento il più breve possibile, ne ha facoltà per alcuni minuti.

Perron (LEGA VDA) - È solo la difficoltà nelle discussioni: uno si aspetta che qualcun altro intervenga su temi suoi e poi non interviene nessuno, quindi uno aspetta fino all'ultimo e poi vai in zona Cesarini o oltre. La ringrazio.

Semplicemente per dire che su questi temi, che sono quelli dei diritti, c'è una parte politica importante che dovrebbe parlare. Ad esempio, il giorno dopo la sentenza del TAR riguardo il "Gay Pride", che tutti conoscono e che riguarda il nostro movimento, noi vediamo il Partito Democratico, leggo qua dai giornali al volo, speravo appunto di sentir parlare la Sinistra... che dice: "il PD esulta per la sentenza del TAR...", eccetera, e finisce poi dicendo: "...quella di oggi è una bella notizia che segna la fine di una triste pagina della Valle d'Aosta che ha visto una Lega pronta a nascondersi dietro un ricorso ma apertamente contro i diritti". Bene, se noi siamo contro i diritti, questo è il momento di affermare altri argomenti a contrapposizione, altrimenti si fa la politica; qualcuno ci dice sui social, però noi dai social poi la portiamo qua dentro, invece qualcuno la fa sui comunicati stampa, poi qua, che è il luogo della democrazia e del dibattito, tacciono, perché o non hanno argomenti, o hanno paura di confrontarsi, ma questo è il vostro mondo.

Abbiamo un Assessore alla cultura, ci dica due cose su questo; siete voi che avete fatto i comunicati, dite che noi siamo contro i diritti. Bene, spiegatecelo qua con delle argomentazioni: noi abbiamo argomentato, voi argomentate e questa è democrazia. Quindi semplicemente uno aspetta fino all'ultimo perché si aspetta un minimo di dibattito, invece qua gli struzzi mettono la testa sotto la terra e fanno finta di nulla e vanno avanti, tutto qua. Comunque, grazie Presidente per avermi dato questo secondo in più, spero che la discussione si possa aprire ma ne dubito.

Presidente - La discussione generale è chiusa. Replica l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - In ordine alla definizione "la gestazione per altri" o, come richiamato dall'iniziativa, GPA o maternità surrogata, si verifica quando una donna - in alcuni casi coinvolta anche nel concepimento con inseminazione artificiale, in altri solo nella gestazione con inseminazione in vitro - porta avanti una gravidanza per conto di un'altra coppia, gli aspiranti genitori del nascituro. Quando la GPA avviene tramite il ricorso dell'inseminazione in vitro, la pratica prende invece il nome di GPA gestazionale.

La pratica della cosiddetta "maternità surrogata" è già regolata nel nostro Paese dalla legge 40/2004, la quale prevede che i nati a seguito dell'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno lo stato di figli legittimi o di figli riconosciuti della coppia che ha espresso la volontà di ricorrere alle tecniche medesime. Questi bambini non possono essere disconosciuti. La proposta di modifica in senso universale fatta propria dalla Commissione giustizia definisce la GPA reato universale e stabilisce che le pene si applicano anche se il fatto è commesso all'estero. La legge 40 ha subito varie modifiche nel corso degli anni: essa condanna la maternità surrogata sempre e comunque, senza distinguere fra la forma commerciale, contrattualistica, a pagamento e la gravidanza solidale e altruistica che si configura come un percorso a titolo gratuito.

Nei diciotto anni trascorsi tra l'entrata in vigore della legge 40 e oggi varie sentenze e pratiche di giurisprudenza sono intervenute per ovviare al vuoto creato dalla legge, affidando ai Tribunali le decisioni di adottabilità, perlopiù sotto il controllo dell'adozione prevista dalla legge del 1984. Grazie a quest'istituto, tanti bambini nati in Italia in seguito alla procreazione medicalmente assistita praticata all'estero da coppie di donne e i bambini nati all'estero grazie a tecniche di gestazione per altri hanno trovato finora una posizione giuridica, una posizione tuttavia limitata perché fino a due mesi fa potevano essere riconosciuti come figli solo dal genitore con cui esisteva un legame biologico provato dal DNA.

Si rimanda tuttavia a una sentenza della Corte costituzionale dello scorso febbraio che è intervenuta a decretare l'uguaglianza per tutti i bambini, qualunque sia il percorso che li ha portati al mondo, in accordo appunto con la legge 149/2001, cioè "il diritto del minore a una famiglia", conformemente a quanto sancisce la Convenzione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che individua i presupposti per l'attuazione del diritto di ogni bambino e bambina a una famiglia. D'altra parte, in una logica di mercato, la realtà attuale della maternità per altri a pagamento vede da una parte persone benestanti - mi permetto di definire la lettura dell'articolo del collega Distort, da un certo punto di vista, un tentativo di illuminazione pratica dell'oggetto del contendere - che vivono perlopiù in Occidente e desiderano un figlio e, dall'altra, donne che vivono nel sud del mondo, in Europa orientale o donne vulnerabili nei Paesi OCSE che hanno solo i loro corpi e la loro fertilità da offrire. Oggi la maternità surrogata commerciale vede un giro di affari di svariati miliardi di dollari, anche se i Paesi che la consentono si sono andati via via riducendo. È stata richiamata l'India, però l'India, ad esempio, che per anni ha rappresentato un mercato da 2 miliardi di dollari l'anno, alla fine del 2018 ha vietato la versione commerciale consentendo solo quella altruistica all'interno delle famiglie, naturalmente questo come principio. In questa direzione si sono orientati o si sta orientando la maggioranza dei Paesi con qualche eccezione significativa, come alcuni Stati degli Stati Uniti, il Sud Africa, l'Ucraina e la Russia. Nell'Unione europea la maternità surrogata altruistica o commerciale è legale in dodici dei ventotto Stati membri, ma attraverso un mosaico di leggi diverse e complicate.

In ordine allo sfruttamento delle persone fragili e della costruzione di disuguaglianze tra gruppi della popolazione, è evidente come non è possibile sostenere una pratica che implica la riduzione a merce delle donne. La regolamentazione infatti è necessaria poiché non è possibile escludere la gestazione per altri in chiave altruistica, una pratica che non nuoce i bambini e che non offende il corpo delle donne, purché possano scegliere liberamente di aderire a questo atto di generosità. Diverso è il discorso relativo allo sfruttamento per via costrittiva e, a quel punto, esistono già delle leggi per perseguire il reato.

In termini di proposte di legge, il sito "Scienze in rete.it" riporta che dal 13 aprile 2021, come richiamato, giace alla Camera la proposta di legge sulla gravidanza solidale altruistica con l'intento di evitare situazioni di incertezza normativa e di tutelare i diritti di tutti i soggetti coinvolti, in particolar modo dei minori nati a conclusione di tale percorso, anche attuato all'estero nella piena legalità in osservanza di normative straniere.

Come si legge nell'introduzione della proposta di legge, il testo documentato e articolato prevede la regolamentazione di tutte le fasi della procedura della gravidanza solidale e altruistica nel rispetto degli standard internazionali in materia di diritti umani ma anche in aderenza alle conoscenze scientifiche disponibili a oggi e da raccogliere per il futuro.

Il 13 aprile ultimo scorso inoltre la Commissione Giustizia ha svolto l'audizione in videoconferenza di Filomena Gallo, avvocato esperta in diritto di famiglia e biodiritto, di Francesca Re, avvocato penalista, di Cinzia Ammirati, avvocato esperta in diritto di famiglia, di Massimo Clara, avvocato esperto in diritto di famiglia a sua volta, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge sulla modifica della legge 40. Il gruppo ha illustrato i motivi dell'impraticabilità della proposta di reato universale dal punto di vista giuridico e i presupposti legali per una seria regolamentazione della gestazione altruistica.

Per questo motivo, vengo brevemente a chiedervi naturalmente di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asterremo. Sicuramente è un tema da un punto di vista etico, cioè l'indagine speculativa sul comportamento pratico dell'uomo, che si collega a un presupposto spirituale sul comportamento dell'uomo, che è quello della morale... ma è chiaro il fatto che, nel corso degli ultimi decenni e con il correlativismo etico successivo al boom economico, questo ha assunto delle derive tendenti a infinito... È venuto meno il ruolo di uomo che pensa e che pensa per il bene dell'uomo. Fino a un certo punto della storia - soprattutto lei, collega Distort, che spesso cita lo sa - la figura della persona che si occupava di questi temi era una figura che lo faceva centrando ogni sorta di pensiero sul fatto che il pensiero doveva migliorare la vita degli uomini e, a proposito di comunità che si sradicano o di individui che pensano ai fatti propri, nel citare alcune delle risposte che lei ha elaborato, emerge quindi una deriva sicuramente egoistica e individualista di una parte del mondo capitalistico che magari è più legato alla grazia divina che al libero arbitrio, per dirla tutta, fino ad arrivare a coloro i quali hanno sostituito gli individui con le comunità prendendoli tutti alti uguali e che, di conseguenza, trasformano in moda le questioni parcellizzandole a seconda di quale aspetto corrisponda di più al colore che loro preferiscono mettersi addosso. Il tema è chiaramente un tema che richiede da parte di chi si trova a fare politica dei momenti di sintesi, non arrivando a discutere in maniera parziale e soprattutto per volontà di bandiera.

C'è un problema oggi quindi che attanaglia tutti coloro i quali fanno il nostro mestiere ed è il motivo per il quale io prima ho citato non a caso il ruolo di quello che una volta era il filosofo: da quando i Greci inventarono questo termine, fino a quando poi a metà del XIX secolo, per motivi che conosciamo, la ragione ha cominciato a parcellizzare e a speculare ed è arrivata al punto che non si sa perché speculi e parcellizzi, tanto per essere chiari, cioè come fa oggi la politica che spesso riesce al massimo ad avere un colore che non sempre corrisponde a un contenuto e che spesso cambia addirittura colore, a trattare questi temi in un momento nel quale l'individuazione del concetto di persona e della sua capacità di creare relazioni... e queste relazioni poi di fatto creano delle famiglie e queste famiglie poi creano delle comunità e queste comunità poi si evolvono... possa oggi la politica trattare questi temi... Infatti tutte le volte che si arriva a parlare di questi temi ci scontriamo politicamente su chi la pensa diversamente ma poi coloro i quali sono chiamati a legiferare, ahimè, troveranno durissimo.

Cogliendo in maniera positiva lo spunto venuto da quest'iniziativa e sicuramente gli spunti che verranno in dichiarazione di voto da altri colleghi che la pensano diversamente da voi, chiedo pertanto nuovamente di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il consigliere Padovani, ne ha facoltà.

Padovani (FP-PD) - Una breve riflessione in seno a una dichiarazione di voto, anche se la proposta di rendere reato universale la gestazione per altri ne meriterebbe una un po' più approfondita, ma per venire incontro agli accordi di contingentamento dei tempi la mia riflessione sarà breve. Innanzitutto l'idea di punire penalmente la gestazione per altri o per altre è incoerente con il principio fondamentale dei diritti umani e della libertà personale. Le donne hanno l'assoluto diritto di decidere cosa fare con il proprio corpo e questa proposta minaccia tale diritto, riconoscendo uno status di proprietà dello stesso corpo, mettendo a rischio la libertà delle donne di agire secondo le proprie convinzioni e scelte. Non si può infatti escludere che ci siano donne che vogliano portare avanti una gravidanza per altre o altri. Inoltre tale misura avrebbe conseguenze disastrose sulle famiglie, sul diritto dei genitori di scegliere come formare la propria famiglia e sulle figlie e i figli che nascono da una GPA o che nasceranno da una GPA. L'adozione di questa legge limiterebbe le opzioni disponibili per le coppie che per motivi medici o biologici non possono concepire naturalmente, negando loro la possibilità di realizzare il desiderio di avere una figlia o un figlio.

Questa ingerenza nel percorso di formazione delle famiglie creerebbe un precedente pericoloso per l'intervento dello Stato nelle questioni private delle persone; altrettanto importante poi è considerare l'impatto sulla dignità e i diritti delle donne che scelgono liberamente di diventare madri surrogate. Non solo, come ho detto, non possiamo sapere se ci sono donne che vogliono portare avanti una gravidanza per altre o altri, ma soprattutto non spetta a noi inserirci in una scelta così privata, invece di criminalizzare la pratica, che è di fatto una scelta intima e personale, uno Stato dovrebbe concentrarsi sulla protezione dei diritti delle scelte delle persone coinvolte normando la questione e non criminalizzando la pratica.

Infine, e qui c'è il nucleo fondamentale di questa riflessione su questa proposta, dovremmo interrogarci sulla possibilità giuridica di applicazione di tale proposta di legge. Ci sono infatti diversi motivi per cui non è possibile stabilire un reato universale di questo tipo in base al nostro Codice penale. In ogni caso non lo consente la nostra Costituzione, non lo consente la giurisprudenza sia da un punto di vista costituzionale, sia da un punto di vista della Cassazione, cioè non è possibile perseguire in Italia un cittadino che ha portato avanti una condotta all'estero in un Paese dove questa condotta è legale: ecco perché la proposta del reato universale per la GPA è soltanto una bandierina, probabilmente per coprire altri fallimenti di questo Governo. Uno Stato, l'Europa, probabilmente dovrebbe lavorare invece verso soluzioni che tutelino i diritti delle donne, promuovano la libertà di scelta delle coppie, garantiscano il benessere delle bambine e dei bambini coinvolti, non proporre obbrobri giuridici come questo, portati avanti - e di questa cosa non so ancora se stupirmi o meno - da chi pensa e dice di avere una concezione liberale del diritto.

Presidente - Altre dichiarazioni di voto? La parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Da una parte non mi stupisce che sia stato chiamato l'assessore Marzi a esprimere la posizione del Governo non tanto per la delega che ricopre, ovvero quella della sanità, perché non è stato chiamato in virtù delle sue conoscenze sanitarie ma poiché nel parterre della Giunta regionale rappresenta l'anima che maggiormente ha la capacità democristiana di affrontare un tema cercando o provando a non scontentare nessuno. Io però di tutto mi sarei aspettato tranne che lei, assessore Marzi, quasi ci dicesse che forse questa cosa qui è bene farla, la GPA forse è bene farla all'estero e poi venire qua in Italia. Tutto mi sarei aspettato tranne questo, ma credo che questa legislatura ci permette di mettere poi di rivelare il pensiero di ogni persona al di là dei compromessi che deve fare.

Lei ha motivato il "no" con due opzioni, cioè il fatto che la necessità è quella di addivenire a una GPA altruistica e, tanto per far comprendere in quest'aula e anche all'esterno quello che l'assessore Marzi ci dice, è che se si potesse disciplinare l'utero in affitto facendo in modo che questo non sia a pagamento, quindi senza un emolumento alle persone che conducono questo tipo di gravidanza, allora avremmo risolto il nostro problema: questa è una tesi sostenuta probabilmente anche dal collega Padovani, anche se ha utilizzato termini differenti. Io credo che su questo ci siano due problemi: il primo che questa è veramente banalmente una foglia di fico, assessore Marzi e collega Padovani, cioè voi ci volete dire che una donna accetta di farsi inseminare da una persona sconosciuta, magari messa in contatto in maniera bonaria tra aziende che fanno questo lavoro ma, attenzione, per una finalità altruistica, non certo per guadagno, e che questa persona porti avanti questo tipo di gravidanza per nove mesi e quant'altro senza alcun sostegno ma semplicemente perché è molto generosa? Diciamo che questi casi ci sono effettivamente, ne ho visti, e siamo arrivati al paradosso di vedere che la madre di un figlio porta in grembo il figlio di suo figlio; questa probabilmente è l'unica delle opzioni che abbiamo visto e questa credo che sia una delle cose più aberranti a cui abbia mai assistito, cioè vedere quella che sarà la nonna del bambino che nasce portare in grembo il figlio di suo figlio e che si fa inseminare, siamo arrivati a questo. Questa quindi è una cosa aberrante. In qualsiasi altro caso obiettivamente è impossibile che una persona estranea, senza chiedere un compenso sottobanco, messo sotto forma di "ma sì, ti aiutiamo noi, magari andiamo alle cliniche, ti diamo qualche contributo per l'alimentazione"... quindi senza che vi sia un sostegno economico mascherato da supporto, cure, attenzioni verso la gestante appunto è impossibile che si realizzi. La GPA altruistica quindi è obiettivamente impossibile da realizzare perché o viviamo nel mondo dei sogni, oppure sappiamo benissimo che se una persona terza accetta di portare in grembo il figlio di un altro, lo farà evidentemente perché è in una condizione di necessità, quindi a fronte del pagamento.

Ammettiamo anche che sia come dice lei, Assessore: il problema è che questo, fosse anche la GPA altruistica, non allevia il disagio di un bambino che viene strappato alla madre: che sia altruistica, che sia remunerata, quando un bambino viene strappato da una madre, quel disagio rimane e quel bambino se lo porterà dietro per tutta la vita. Io vi invito a vedere che cosa accade quando due genitori che hanno ordinato il figlio sul catalogo vanno in ospedale e alla madre biologica che ha appena partorito prendono il bambino, glielo strappano e se lo tengono. Vi inviterei a vedere queste scene per riflettere su quello che accade e su quello che purtroppo stiamo vivendo. Sono immagini di una crudeltà assoluta, tant'è vero che, se ricordate, qualche tempo fa vi fu anche la proposta di dire che la madre non doveva assolutamente vedere il figlio, assolutamente, perché altrimenti si creava un legame troppo forte e quindi bisognava assolutamente toglierla. Questo perché più di una volta si vedeva la madre biologica che scoppiava in lacrime disperata perché aveva portato in grembo quel bambino per nove mesi e perché quel bambino lo aveva sentito crescere, aveva sentito il battito del suo cuore e lo aveva visto nelle ecografie. Questa è la cosa che non si cancella, che sia altruistica o meno, e non si cancella neanche il mercato, perché che sia altruistica finta può anche darsi, ma che ci siano i genitori che, per quanto altruisti o finti altruisti, vadano e dicano: "sì, allora la madre la voglio bionda, con gli occhi azzurri, alta così, sportiva, intelligente, che conosce molto bene questa materia..." o quant'altro non si può accettare. Siamo davvero al mercimonio dei corpi e si vuole far finta che tutto questo non esiste parlando di GPA altruistica? Io trovo tutto questo assolutamente fuori luogo.

Lei poi ha citato, Assessore, gli avvocati che sono stati auditi in Commissione che erano contrari, però lei cita soltanto le tesi che vanno in favore di quello che è poi il voto che questa maggioranza che lei rappresenta intende esprimere, però non sono stati auditi soltanto questi rappresentanti del diritto familiare, ma anche tanti altri, tantissimi esponenti con tutte le specializzazioni del caso e ci hanno detto che questa era una norma giusta, una norma corretta. Lei prende soltanto un'audizione, se ritiene che questo sia il modo di procedere, potremmo prendere le audizioni che facciamo su vari temi, prendere banalmente una legge che è passata, quella sulle locazioni turistiche brevi, prendiamo due parti, una era a favore, una meno: "eh no, ma quella che ha detto non va bene e quindi è giusto, ha ragione lei", però non funziona così, giusto? Obiettivamente quindi quello che lei ha sostenuto non cancella il dubbio.

Quello che dice invece il collega Padovani è, secondo me, anche qui un tentativo di tenere insieme tutto, tant'è vero che il suo partito di riferimento, sempre che ne abbia uno, perché non si capisce bene perché è Comunista, però poi è vicino alla Schlein... (incomprensibile) non si sa, ma ovviamente il Partito Democratico, come saprà bene, si è spaccato e non esprimerà un voto perché se esprimerà un voto, ovviamente avrà posizioni che sono diametralmente opposte. C'è chi è contrario al reato universale, c'è chi è a favore, c'è chi è a favore, ma è esitante, chi è contrario ma non troppo: questo perché, evidentemente, sui diritti - e questo l'ha sempre dimostrato la storia - la Sinistra è sempre stata più divisa che unita.

Quando lei dice che il reato universale violerebbe la libertà di disporre del proprio corpo, lei immagina, contrariamente a quello che sostiene sempre lei e la sua parte politica, la donna come una fattrice, cioè io posso disporre di poter produrre bambini come voglio perché questa è una mia libertà. È curioso che la possibilità di disporre del proprio corpo non sia stata utilizzata recentemente con altre disposizioni che ben conosciamo, ma quello che lei però finge di ignorare è che, in realtà, la pratica è già reato nel nostro Paese e nessuno l'ha toccata e nessuno, neanche i partiti estremisti e cui lei faceva riferimento ha mai adombrato la possibilità di poter cancellare il fatto che fosse reato. Allora ci nascondiamo dietro a una foglia di fico: se è reato in Italia, per quale motivo non dovremmo dire: "bene, estendiamola e creiamo un reato universale?". Eh no, perché lei dice che non lo consente la Costituzione perché è impossibile, allora, qualcosa che è consentito in altri Paesi non si può vietare in Italia; se è così, non potrebbero esistere i reati universali, invece esistono esattamente per questo motivo, perché se io faccio qualcosa che è consentito da una parte ma è considerato di una tale gravità da non poter essere eseguito, lo condanno una volta arrivato al mio Paese, altrimenti il reato universale non avrebbe senso di esistere. Qui si scontra la logica e qui si scontrano ovviamente e si spengono le motivazioni della sua astensione.

Presidente - La parola alla consigliera Minelli per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - La mozione che hanno presentato i colleghi della Lega affronta un tema estremamente delicato e complesso, tocca sensibilità e valutazioni che vanno al di là ovviamente delle posizioni politiche e coinvolgono la sfera personale. Hanno implicazioni etiche e filosofiche, come è stato detto. Anche per questi motivi, a nostro avviso, non sono questi né la sede, né il momento più adatto per affrontare l'argomento; crediamo che l'impegno specifico che è stato previsto dalla mozione avrebbe dovuto perlomeno essere preceduto da qualche discussione e qualche approfondimento, che invece non ci sono mai stati né nelle Commissioni, né in Consiglio. Si chiede di condannare la maternità surrogata come atto esecrabile; in Italia la surrogazione di maternità è una pratica vietata, punita con la reclusione da tre mesi a due anni e la multa da 600.000 a 1.000.000 di lire, quindi non esiste nel nostro Paese questa possibilità.

Si è fatta una serie di valutazioni su quello che può rappresentare la maternità surrogata a vari livelli e io credo che ci siano anche alcune questioni che possano essere condivisibili. Non è mai stata citata, non è stata presa in considerazione la gestazione per altri di tipo solidale e altruistico e io su questo mi fermo perché sinceramente una domanda me la pongo e non ho al momento una risposta. Ad esempio - ma lo chiedo perché mi ci avete fatto pensare nel momento in cui ho dovuto leggere questa mozione -, se la mia unica sorella mi avesse chiesto di aiutarla ad avere suo figlio, io non so che cosa avrei risposto e non lo so neanche in questo momento, però questo è un tema su cui bisogna riflettere.

Si tratta quindi di una mozione che chiede di condannare come atto esecrabile una pratica, tout court, senza pensare che ci sono delle situazioni particolari; io posso condividere il fatto che ci possa essere una forma di sfruttamento, soprattutto per quello che riguarda il terzo mondo, eccetera, che peraltro può esistere anche per altre questioni, come l'adozione; sappiamo che tante volte anche riguardo all'adozione ci sono state situazioni che possono essere ritenute pericolose, per questo credo che una normativa potrebbe essere utile come succede in alcuni altri Paesi.

Nella mozione poi si cita una sentenza, ma ce ne possono essere però anche di segno opposto, secondo cui il desiderio di genitorialità non deve travalicare le condizioni per mezzo delle quali due soggetti possono naturalmente generare. Allora io mi chiedo: si metterebbero fuori legge anche la fecondazione in vitro, anche l'adozione, altre pratiche mediche che sono atte a superare la sterilità e la difficoltà di concepimento? E magari, appunto come dicevo, anche l'adozione stessa? Il dubbio a leggere e anche ad ascoltare il dibattito che si sta sviluppando - anche ad altri livelli - viene e le considerazioni che sono fatte aprono la strada a uno scontro, secondo me, che è molto ampio e complesso.

I dati ci dicono che il 98% della GPA viene utilizzata da coppie eterosessuali per le quali queste pratiche mediche, che ho citato poc'anzi, non hanno avuto esito positivo; però la campagna politica e mediatica a cui noi assistiamo contro questa pratica è concentrata soprattutto sulle coppie omosessuali, arrivando al punto di voler cancellare retroattivamente la registrazione di figli di coppie omogenitoriali, privando così della metà della propria famiglia quei minori di cui si vorrebbero tutelare i diritti. Questa sì per me è una cosa esecrabile, perché, in caso di morte di un genitore legale, quello illegale e tutti i parenti di quel ramo non avrebbero nessun diritto o dovere nei confronti del minore. Io credo che prima di tutto si debba pensare alla tutela dei bambini già nati e al loro diritto a continuare ad avere una famiglia quale che essa sia. In conclusione, l'ho già detto, noi troviamo proprio inopportuno che, per un tema così delicato e complesso, si chieda al Governo di fare un atto di condanna totale e assoluto senza alcun distinguo. Per questo ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Vorrei soltanto condividere con voi alcuni chiarimenti. Se la politica si astiene da prendere delle posizioni nei confronti di temi etici per la tutela di categorie di persone, allora andiamo a casa, lasciamo che il Governo della Regione sia in mano a un Consiglio di amministrazione che si occupi di pura attività amministrativa, con il supporto tecnico del personale che lavora benissimo, che ha esperienza per questo da anni all'interno della Pubblica Amministrazione e lasciamo che la politica esca completamente. Questo è l'abbandono, è l'abdicazione della politica nei confronti dell'etica e dei valori non negoziabili.

Ai suoi dubbi, collega Minelli, a livello costruttivo, non per demolire il suo pensiero, ma se mi permette, visto che lei pone la questione anche sotto il profilo del "non so come mi comporterei", giustamente lei si pone dei quesiti cruciali e io mi permetto di risponderle non perché è il mio bagaglio, non perché è il mio pensiero, ma semplicemente perché è un bagaglio culturale e valoriale che ho avuto la fortuna di ricevere e intendo trasmetterlo. Qui in questa sede, finché sarò Consigliere in questo Consiglio, io trasmetterò questo bagaglio, perché questo è il ruolo della politica. È chiaro, non per strumentalizzare per questioni di bandiera, questo è ovvio, questa non è neanche politica, questa è attività biasimevole attività pubblicitaria, lo lascio fare a chi non ha capito che cos'è la politica. La questione è questa: o ce ne occupiamo noi oppure lasciamo tutto in mano a qualcosa che è molto più forte della politica che si chiama mercato.

La stessa riflessione la rivolgo a lei, Assessore, intanto la ringrazio di aver dedicato buona parte del suo intervento per un dialogo quasi tra noi due, che mi piacerebbe riprendere in altre circostanze, però le ricordo che esattamente di nuovo questo atteggiamento dell'abdicazione della politica nei confronti delle etiche del lavoro e non negoziabili è il cammino che ha segnato la fine della Democrazia Cristiana. Parlo semplicemente dal punto di vista della storia del pensiero politico, perché nel momento in cui a un certo punto si è pensato di consegnare i valori non negoziabili, di consegnare l'etica a fatto di coscienza quello che... la Chiesa è riuscita a costruire, con le sue immense pagine di dottrina sociale, poi possono essere accettate o meno... ha costruito un organo immenso, a un certo punto alcuni interpreti della Democrazia Cristiana hanno detto: "Questo lo lasciamo a fatto di coscienza". Quello è il momento in cui è morta la Democrazia Cristiana e tutto quello che ha costruito nella storia. Il nostro dopoguerra è segnato dal posizionamento della Democrazia Cristiana nei confronti dei valori e dell'etica, nei confronti dei principi. È per questo che noi non siamo finiti nel Patto di Varsavia.

Tra l'altro, c'è un fatto: questo abbandono dei diritti, dei valori non negoziabile, dell'etica a fatto di coscienza ha generato quello che io definisco sì da avversario politico, ma sono pronto a discuterne, un piccolo mostriciattolo dal punto di vista di questo patrimonio etico che è il Partito Democratico, poi, dal punto di vista politico, è altro affare. In più voglio dire, collega Padovani, la sua narrazione è una narrazione di cui prendo atto, però è una narrazione strumentalizzante del diritto della donna come paravento etico. Questa non è filosofia, ma ideologismo e questa non è la storia del pensiero occidentale.

Presidente - La parola al consigliere Perron.

Perron (LEGA VDA) - Mi fa piacere che almeno qualcosa si sia sentito, poi non lo so se sia rappresentativo dell'intera area. Ripeto: io ho visto il comunicato che era del PD, poi non lo so, non mi addentro nella selva sinistra, non so bene come siete regolati e devo dire che mi interessano altri temi. Il collega Padovani tira fuori il discorso liberale: giusto; io, ad esempio, sono d'accordo sull'eutanasia, assolutamente, la libertà individuale è fondamentale, sono a favore delle unioni civili, assolutamente, nessun problema. Quando poi si parla però di matrimoni egualitari, è un altro discorso, si va sui campi della religione e non siamo solo liberali, siamo anche conservatori, quindi abbiamo altri principi e dobbiamo far funzionare due cose e ci sono dei limiti. La libertà individuale è sacra ma qua si parla di bambini e non sono loro che possono decidere, quindi vanno posti dei limiti. Possiamo fare ciò che vogliamo individualmente, sulla libertà nostra, assolutamente, compresa vita e morte per quel che mi riguarda, ma, quando si parla dei bambini, il discorso cambia. Siamo conservatori anche perché abbiamo dei principi, la tecnica va in qualche modo limitata perché nel futuro avremo la tecnica che prenderà mano completamente sugli esseri umani. Guardate quello che sta succedendo e succederà con l'intelligenza artificiale e con mille altre cose che stanno arrivando, dovremo porre dei limiti, altrimenti perderemo tutto ciò che è umano. Siamo conservatori quindi e noi dei limiti li vogliamo mettere, ed è la politica, come giustamente dice il collega Distort, che deve mettere consapevolmente dei limiti a certe cose.

Presidente - Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, metto in votazione la mozione. Non vedo richieste di intervento, la metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 20 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)

La mozione non è approvata.