Oggetto del Consiglio n. 2668 del 25 luglio 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2668/XVI - Reiezione di mozione: "Predisposizione del provvedimento volto a disciplinare gli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio".
Bertin (Presidente) - Punto n. 10 all'ordine del giorno. Illustra la mozione il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Abbiamo portato all'attenzione con questa iniziativa il tema della disciplina delle piscine a uso natatorio, un argomento che tutto il Paese, sino agli anni Duemila, non aveva un approccio caratterizzato da una vera e propria normativa di riferimento. C'era stato un accordo nel 1992 di una Conferenza Stato-Regioni che poi non è stato reso operativo già a decorrere dal 1993.
Con l'anno 2001, con la riforma costituzionale, è stato dato più potere alle Regioni in materia di sanità e successivamente, già nell'anno 2003, la Conferenza Stato-Regioni ha sancito un accordo tra la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome e il Ministero della salute per definire un accordo di come procedere a normare gli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, manutenzione e la vigilanza delle piscine a uso natatorio. Richiamo in particolare un punto di quest'accordo dove vengono sostanzialmente definite le tipologie di piscine che sono di tre tipologie: A, B, C e mi soffermo sulla tipologia B, che è quella sulla quale volevamo poi caratterizzare quest'intervento. Le piscine di tipologia B sono quelle la cui natura giuridica è definita dagli articoli 1117 del Codice civile e seguenti che sono destinate esclusivamente agli abitanti del condominio e ai loro ospiti. Sempre quest'accordo Stato-Regioni dice che le Regioni elaborano specifiche disposizioni per la disciplina delle caratteristiche strutturali e gestionali delle piscine della categoria B; quindi a cascata le Regioni avrebbero dovuto recepire gli indirizzi di questo accordo e disciplinarli per dare una regolamentazione alla materia. Dopodiché, nel giugno del 2004, nell'anno successivo, è stato sancito un accordo interregionale dove viene sostanzialmente dato un indirizzo generale da applicare a tutte le Regioni; in particolare vengono toccati due temi: quello della disciplina comune, che dovrà essere recepita dalle Regioni con una legge regionale o altro atto di indirizzo, e l'altro tema è quello delle disposizioni tecniche e dei regolamenti. Occorre sottolineare che quest'accordo interregionale non è stato un accordo di tipo normativo, ma di tipo politico istituzionale, che impegnava i Presidenti di Regione a sviluppare le discipline regionali sulla scorta dei contenuti dell'accordo del 2003 che avevo richiamato prima.
Cosa è successo nel panorama italiano? Che quasi tutte le Regioni hanno legiferato in materia in recepimento e in specificazione di quello che era quest'accordo e la Valle d'Aosta è rimasta in una situazione di sorta di limbo perché non si è mai espressa né a livello legislativo e neppure a livello di deliberazione di Giunta; questo perché l'accordo prevedeva che si poteva fare o una legge o una delibera di Giunta di recepimento. Da questa situazione quindi ne discende che, per quanto riguarda le piscine a uso natatorio di tipologia B, non c'è sostanzialmente in Valle d'Aosta una norma vera e propria di riferimento. Gli uffici a volte riprendono i contenuti dell'accordo Stato-Regione, però quelli sono degli accordi di tipo politico istituzionale, non sono delle norme vere e proprie. Pertanto, qualora si verificassero degli incidenti in queste piscine, soprattutto per ciò che concerne la sicurezza e in particolare il tema dell'assistenza dei bagnanti, ci si trova di fronte a una situazione che può essere solo poi affrontata a livello giuridico nelle aule dei Tribunali.
Pertanto a seguito di quest'esposizione e delle difficoltà che si sono dimostrate a oggi in questa materia, abbiamo presentato quest'iniziativa per far sì che si prenda un indirizzo: o legiferare oppure disciplinare l'argomento con una delibera di Giunta per dare chiarezza sostanzialmente a chi opera in questo settore e per avere la tranquillità del caso e, soprattutto, per avere un impianto di regole certe per disciplina la propria attività.
Presidente - La mozione è illustrata; la discussione generale è aperta. Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (GM) - Prendo parola per sostenere quanto richiesto dal collega Marquis; in effetti è dagli anni Duemila che esiste il problema. Io lo vedo più da un punto di vista sanitario, quindi dei parametri fisici, chimici e batteriologici dell'acqua della piscina, però non possiamo assimilare le piscine dei condomini alle piscine pubbliche e a quelle degli hotel.
Viviamo questa particolare situazione dove la norma non è ancora regolamentata in Valle d'Aosta; più della metà delle Regioni italiane hanno provveduto, attraverso specifici provvedimenti, quali delibere di Giunta, regolamenti o norme, a regolamentare la materia. Personalmente prediligerei una norma che prevede magari un pochino più di tempo rispetto a una delibera di Giunta, però ritengo che sia giunto il momento di regolamentare la questione anche per permettere a chi gestisce i condomini di poter lavorare con delle certezze e laddove vi sono delle promiscuità: alberghi e attività ricettive all'interno di condomini, di prevedere anche questa casistica con piscine ovviamente affinché si possa gestire con la dovuta serenità tutta la questione.
Presidente - Siamo in discussione generale, altri interventi? Chiedo di prenotarvi. Non vedo richieste, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo replica l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Le disposizioni contenute nell'accordo tra il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome approvato in Conferenza Stato-Regioni il 16 gennaio 2003, come richiamato dal collega Marquis, sono state recepite per la loro applicazione con circolare del maggio 2004 dell'Azienda USL della Valle d'Aosta d'intesa con l'Assessorato alla Sanità. La circolare è stata indirizzata ai Sindaci, ai gestori delle piscine e agli albergatori. Unitamente alla circolare è stato inoltre trasmesso un compendio di indirizzi applicativi inerenti alla tutela igienico-sanitaria dei frequentatori degli impianti in un'ottica di applicabilità delle disposizioni tecniche da parte dei gestori. Tale recepimento è stato inoltre reiterato con nota del dirigente competente dell'Assessorato alla Sanità del 29 ottobre del 2007 e gli indirizzi di tale accordo del 2003 sono stati considerati alla base di atti e controlli dell'Azienda USL. L'accordo contiene le disposizioni ancora vigenti sul tema e introduce l'istituto dell'autocontrollo dei parametri analitici di qualità delle acque e degli altri requisiti igienico-sanitari necessari per assicurare le condizioni di sicurezza degli utenti. L'accordo definisce inoltre e classifica le piscine differenziandole in base ai criteri della destinazione, delle caratteristiche ambientali e strutturali e del tipo di utilizzazione. Distingue poi tra controlli interni eseguiti a cura del responsabile della gestione della piscina e controlli esterni di competenza dell'Azienda sanitaria ed esplicita infine i requisiti igienico-ambientali delle acque utilizzate in piscina e dei locali delle piscine coperte.
A dicembre 2020 però, per venire in tema con la mozione, il Ministero della Salute ha avviato l'aggiornamento dell'accordo Stato-Regioni 2003, costituendo un gruppo di lavoro interregionale con la partecipazione delle Regioni e dell'Istituto superiore di sanità. Dai lavori di tale gruppo è stato redatto il documento di disciplina nazionale igienico-sanitaria delle piscine che integra aspetti non contemplati nell'originario accordo del 2003. Il documento è depositato al Ministero per la successiva formalizzazione in Conferenza Stato-Regioni. Approvato il documento in Commissione salute, è iniziato il percorso di adozione normativa a livello nazionale che contemplerà anche il confronto e la concertazione con le associazioni di categoria. Brevemente gli argomenti oggetto di aggiornamento rispetto al 2003 sono i seguenti: regolamentazione delle piscine naturali come, ad esempio, biolago e biopiscine; l'inserimento di nuovi parametri tabellari per la qualità delle acque; l'approvvigionamento di acque dolci; la classificazione delle piscine condominiali e di residence considerate private a uso collettivo; gli elementi essenziali oggetto di SCIA per le varie categorie di piscine; la definizione di piscine private domestiche; l'individuazione della figura del responsabile della piscina, del responsabile della sicurezza dei bagnanti e del responsabile degli impianti tecnologici della manutenzione, oltre agli obiettivi perseguibili per i requisiti strutturali e impiantistici sotto il profilo igienico-sanitario, in ultimo il parere dei criteri finalizzati ad agevolare la gestione e i calcoli della frequenza massima ammissibile, naturalmente tutto ciò con le sanzioni che ne deriverebbero.
A completamento del documento sopra descritto è stato altresì predisposto un documento contenente le indicazioni operative per i servizi di prevenzione e sicurezza degli impianti delle piscine. Il documento affronta le complessità che caratterizzano gli impianti presenti in queste strutture anche alla luce delle importanti trasformazioni che hanno caratterizzato questo settore. Pertanto, alla conclusione del percorso che abbiamo cercato sinteticamente di rappresentare e che si sta definendo a livello nazionale e normativo, daremo apposito recepimento definendo gli elementi di applicazione attraverso atti di governo. In ragione di quanto esposto e in presenza di un aggiornamento normativo a livello nazionale in fase avanzata, chiediamo quindi di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asterremo.
Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - Ho ascoltato con attenzione la nota che ci ha letto dove viene richiamata una circolare sostanzialmente che sembrerebbe che regolamenti la questione. Io le posso garantire che da parte dell'Azienda sanitaria locale, in uno scambio di corrispondenza con dei gestori, viene evidenziato che il problema è che la Regione non ha recepito l'accordo Stato-Regioni e viene nella stessa nota evidenziato che per il Dipartimento di prevenzione l'accordo Stato-Regione rimane comunque un riferimento operativo per le attività connesse alla sicurezza delle piscine. Qui si gioca sulle parole e la gente ha delle grosse difficoltà di interpretazione, Assessore, quindi la inviteremmo a dal corso al più presto al recepimento di quanto è già oggi stabilito e poi eventualmente di aggiornare la materia; tutto questo perché, qualora ci fossero delle situazioni gravi che venissero a verificarsi nelle gestioni, ci sarebbe tutta una serie di persone che vive con grande apprensione delle responsabilità che derivano da una carenza dell'Amministrazione regionale di azione. Pertanto secondo noi, siccome questo è un tema sensibile, andrebbe quanto meno presa nell'immediato una delibera di Giunta, perché anche gli uffici dell'Azienda sanitaria locale dicono che bisogna arrivare a questa delibera, diversamente non sono in grado di fornire delle risposte ai cittadini.
Pertanto io non lo so quali sono le tempistiche che lei richiama per il recepimento dei nuovi indirizzi, però noi non ritiriamo l'iniziativa perché vogliamo lasciare sicuramente traccia perché riteniamo che questo sia un argomento estremamente delicato e che porti anche - speriamo di no - a delle responsabilità in caso si verificassero delle situazioni che poi sarebbero difficili da giustificare.
Presidente - Consigliere Restano a lei la parola.
Restano (MG) - Ero a conoscenza naturalmente, per questioni professionali, del percorso di modifica della normativa che è stato avviato a livello statale. Forse richiedere una legge regionale come hanno fatto altre realtà in questo momento è un po' troppo, però una delibera di Giunta regionale, così come fatto dalla Regione Lombardia recentemente, cadrebbe proprio a puntino. L'Assessore ha parlato di autocontrollo, di controlli interni; sono tutte cose che con una delibera di Giunta si potrebbero attivare e avviare; addirittura si potrebbero indicare anche i parametri, così come fatto da altre Regioni. Questo perché ci potrebbe permettere di porci forse all'avanguardia rispetto ad altri. Un approfondimento in merito io spero che venga fatto in virtù anche della nostra proposta turistica, perché sappiamo tutti - e ne abbiamo discusso durante lo scorso Consiglio della questione degli affitti brevi - che gli affitti brevi sono anche all'interno dei condomini e quindi il problema sta emergendo in tutta la sua complessità. Impegnarsi con una delibera di Giunta regionale ci permetterebbe così in via preventiva, qualora la norma statale ritardasse un pochino, di essere al passo con i tempi.
Io inviterei voi del Governo ragionale a fare valutazioni in tal senso e vi ricordo - perché lo ripeterò altre volte durante questo Consiglio - che, quando noi abbiamo accettato con una grande euforia il titolo di "Regione europea dello sport", le dichiarazioni che accompagnavano questo titolo erano: "ci permetterà di porci al passo con le altre Regioni, di avere un'offerta turistica a livello delle altre Regioni, di essere concorrenziali"; ecco, anche questa delibera ci permetterebbe di essere concorrenziali.
Presidente - Si è prenotato il consigliere Manfrin, sempre per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Desidero innanzitutto ringraziare il gruppo di Forza Italia, il collega Marquis, per aver voluto portare all'attenzione di questo Consiglio questo tema, che sicuramente merita grande attenzione. Proprio in virtù dell'impegno che la mozione poneva in campo, abbiamo ritenuto di fare alcuni approfondimenti rispetto sia ad alcuni tecnici che si sono occupati della questione qui in Valle d'Aosta, sia rispetto alla parte che attualmente a Roma si sta occupando di distribuire tutto il protocollo e il percorso che si dovrà adottare.
Quello che abbiamo potuto rilevare sia da parte dei tecnici, sia da parte della componente ministeriale è che effettivamente il percorso - quello nuovo - è di assoluta imminenza, quindi è esattamente come è stato rappresentato dall'Assessore. Siamo sostanzialmente un attimo prima, nel momento immediatamente precedente all'approvazione di un nuovo percorso che disciplinerà tutti i campi sulla classificazione delle piscine, dai percorsi alla chimica per fare un esempio, e che quindi permetterà di poter poi adattare sui vari territori le nuove classificazioni e le nuove disposizioni. In quest'ottica recepire un accordo che è del 2003 e che ha alcuni limiti secondo noi sarebbe probabilmente un lavoro che verrebbe poi dopo sostanzialmente integrato pochissimo tempo dopo e che si dovrebbe rifare per quanto lo strumento sia quello della delibera di Giunta. A fronte quindi di questo riteniamo di non poter votare favorevolmente questa mozione e il gruppo Lega si asterrà, pur ringraziando i colleghi per aver sollevato l'argomento e aver puntato un faro su questo tema. Questo permetterà alla nostra Regione di recepire immediatamente, quando verranno promulgati, i nuovi percorsi quando vi sarà la Conferenza Stato-Regioni. Ringraziandovi quindi annunciamo che il nostro voto sarà di astensione.
Presidente - Non vedo altre richieste di intervento. Metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 3
Favorevoli: 3
Astenuti: 32 (Aggravi, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Perron, Planaz, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.