Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2618 del 13 luglio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2618/XVI - Reiezione di mozione: "Proposta in sede di Conferenza Stato-Regioni del declassamento delle specie 'Canis lupus' e 'Ursus arctus' da 'particolarmente protette' a 'protette'".

Bertin (Presidente) - Punto n. 12 all'ordine del giorno. Consigliere Planaz, ha facoltà di parola.

Planaz (LEGA VDA) - Portiamo all'attenzione questa mozione a seguito delle risposte che abbiamo avuto sulla problematica dei predatori nella nostra regione e sulle possibilità di intervenire o cercare di trovare il modo per riuscire a dare una svolta a questa problematica, sulla quale ormai è da troppo tempo che da parte un po' di tutti, sia a livello nazionale, europeo, si sta dibattendo. Questo forse perché è un tema molto divisivo tra tutte le forze politiche, non solo destra, sinistra o quant'altro, perché è una questione molto sensibile. A mio avviso e anche del mio gruppo, chi porta avanti queste tematiche e vive in montagna o in zone rurali dove la presenza dei predatori è più forte, a differenza di chi abita in città, è molto attento a questo problema: chi vive in città non sempre è a conoscenza di tutte le problematiche che derivano dalla convivenza tra predatori e abitanti di una determinata zona/attività.

A fronte delle risposte dell'Assessore della scorsa volta - allorquando cioè avevo presentato la mozione - in cui mi diceva che era stato fatto di tutto per riuscire a risolvere questa problematica, io ho presentato insieme al mio gruppo questa mozione, (parto dalla fine) per chiedere il declassamento delle specie lupo e orso.

Questa è una richiesta che viene fatta da tutti i Governatori dell'arco alpino e non solo. Ho un documento congiunto, e questo dovrebbe dare l'idea che bisogna unire le forze, soprattutto territoriali, e tutto questo non per fare una battaglia di razzismo ma perché la problematica, soprattutto tra Alpi, Appennini e pianura, può variare e le problematiche che causano i disagi su questi territori possono cambiare le richieste dei territori. Le Regioni alpine autonome e anche delle Regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto hanno chiesto il declassamento di queste specie perché ormai non sono più delle specie: questo lo dicono tutti, lo sappiamo tutti. Abbiamo dei dati che precisi sulla popolazione, soprattutto per quanto riguarda la nostra regione, dei lupi; per altre Regioni abbiamo i dati relativi agli orsi che, come ben sappiamo, non sono più in via d'estinzione e che in poco tempo sono arrivati a dei valori molto elevati. Leggo questo comunicato: "Le Regioni italiane dell'Arco alpino uniscono le forze sulla questione dei grandi predatori; insieme vogliono attirare l'attenzione sull'ormai grave problema dei grandi carnivori in tutte le regioni alpine e sull'urgente necessità di intervenire. Su invito del Presidente Arno Kompatscher del Tirolo, i rappresentanti delle Regioni, in primis Aosta (io spero che qualcuno di voi ci sia stato, perché su questo comunicato c'è anche la nostra Regione) Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia hanno constatato durante l'incontro in Conferenza delle Regioni tenutosi a Roma che le popolazioni di lupi e orsi nell'arco alpino sono cresciute fortemente negli ultimi anni e sono quindi ben lontane dal rischio di estinzione".

Questo è un documento che penso che sia un po' a disposizione di tutti e penso che sia scritta nero su bianco la verità per quanto concerne quest'argomento.

È per questo che io penso che non è che approvando questa mozione lo facciamo per il gruppo Lega, per chi la presenta o quant'altro, ma io penso che questa mozione debba dare forza al nostro territorio a livello nazionale: anche quando vado a rappresentare la nostra Regione su certi tavoli come quello che ho appena citato, potrei presentarmi con un documento approvato da tutto il Consiglio, che dà forza a quello che si può o si vuole ottenere o cercare di ottenere. Questo perché conosciamo tutti le difficoltà che ci sono a far capire questo problema in tutte le sedi, sia a livello europeo, che nazionale. I dati scientifici lasciano sempre il tempo che trovano perché parliamo di specie che si evolvono molto rapidamente e non sempre i dati tecnici sono reali e veramente concreti e aggiornati. Se parliamo di censimenti e dei dati scientifici di ISPRA, l'anno scorso si parlava di 3.300 esemplari di lupi su tutto il territorio nazionale; in vent'anni sono passati da poche centinaia a 3 mila. Questo io lo dico da allevatore: se abbiamo molte femmine sul territorio che si riproducono, sicuramente questo numero tende ad aumentare di anno in anno e anche di una grande quantità.

A seguito di quello che era stato dichiarato e cioè che si sarebbe fatto di tutto sui tavoli tecnici, io ripropongo la richiesta pubblica o non pubblica ma sicuramente da fare nelle sedi opportune e cioè quella di provare a chiedere il declassamento di queste specie. Questo non perché lo chiede il sottoscritto o il mio gruppo o tanti rappresentanti di categoria che sono molto sensibili a questo problema, ma perché, al di là delle leggi, dei dati scientifici, io penso che ogni animale abbia gli stessi diritti come tutte le persone e tutte le anime viventi di questa terra. A mio avviso oggi il rischio per molte specie, non solo fauna selvatica e quant'altro, ma anche per molte specie domestiche è di essere in via di estinzione: ricordo che la nostra razza Pezzata nera conta oggi poco meno di 500 capi mentre, se parliamo di lupi italiani come viene definita questa specie, ce ne sono 3.300. Anche per quanto riguarda i bovini ci sono delle razze in via di estinzione.

Ieri è stato approvato un regolamento del Parlamento europeo, del Consiglio, sul ripristino della natura. A me questo titolo piace tantissimo, perché quando si parla di ripristino mi chiedo: ma perché bisogna ripristinare qualcosa? Cosa abbiamo sbagliato da costringerci adesso ad intervenire? Non so se l'ha già visto Assessore: le consiglio di guardarlo perché sono 86 pagine; ieri l'ha scaricato il collega Aggravi e abbiamo dato un'occhiata veloce. Questo regolamento porrà molti paletti anche sull'andamento delle conduzioni agricole, ma non solo, e avrà delle ripercussioni non indifferenti, molte positive, anche se molte proprio non adatte alle nostre attività e non solo.

In quel documento molti punti vanno a precisare l'importanza della tutela di tutte le specie e, quando si parla della tutela di tutte le specie, io mi chiedo: ma se noi non abbiamo la stessa classe di protezione per tutte le specie, in questo caso parliamo sempre di fauna selvatica tra caprioli, cervi, lepri e quant'altro a differenza dei predatori, se noi non regoliamo questa cosa, un giorno o l'altro con quel documento che ieri è stato approvato, bisognerà intervenire su altre specie più deboli che rischiano l'estinzione.

Insieme a queste specie più deboli che rischiano l'estinzione c'è tutto un mondo di montagna ed un mondo rurale che rischia anch'esso di scomparire. Oggi parliamo sempre e ci riempiamo la bocca di spopolamento della montagna e del calo della popolazione però poi, se in queste zone rurali non andiamo a dare un aiuto ed un sostegno quando ci sono queste difficoltà, non facciamo ciò che la gente di montagna si aspetta. Io non penso che tutto il mondo rurale e il mondo che vive la montagna sia contro la presenza di questi predatori; il problema è come viene gestita la cosa, perché lo vediamo tutti quello che succede. Io ho segnalazioni precise perché, tanto finché non si è toccati in prima persona, nessuno si lamenta e spera sempre che le cose vadano bene. Poi, quando succede l'attacco da parte di un lupo o di qualche altro carnivoro - e lasciamo stare gli attacchi verso le persone, parliamo solo di danni all'allevamento - è normale che poi l'allevatore si trova un po' in difficoltà, si sente indifeso. Io mi metto al posto di chi va a constatare il danno o a vedere gli animali feriti: diagnosticare veramente se un animale è stato attaccato da un lupo, o da cane o da qualcos'altro, o se sono ferite superficiali provocate da diroccamento e quant'altro, non è sempre facile. Sovente, quando ci sono questi attacchi, poi gli animali tendono ad espandersi e a dividersi, stanno ammucchiati fin che possono ma poi, prima dell'attacco si dividono e, a volte, passano dei giorni prima che si trovi la carcassa di questo animale; a volte non la si trova neanche, perché se il branco è abbastanza numeroso, logicamente fa in fretta a far scomparire una carcassa.

Di conseguenza io penso che oggi ci si trovi indifesi e che, al di là del danno economico, affettivo e quant'altro, dobbiamo dare delle risposte alle persone che si trovano in questa situazione. Io - ripeto - non voglio un premio se oggi questa mozione viene approvata o no. Noi e il nostro gruppo crediamo in questa cosa e vogliamo fare di tutto per riuscire a dare delle risposte; non vogliamo fare campagna elettorale. Noi non siamo presenti a tavoli come quello che ho citato prima, però io farei di tutto lo stesso per risolvere il problema, perché credo che sia una cosa giusta da fare. Bisogna dare prova che per la montagna e per il mondo rurale non c'è solo ed unicamente il problema della tutela dei predatori ma quello della tutela di tutto il sistema fauna, allevamento, mondo rurale, mondo turistico, attività di ogni genere svolte dalle genti che popolano ancora la montagna e che, a volte si trovano in difficoltà ad affrontare la vita quotidiana. Chi vive in montagna va tutelato e chi ha una famiglia, dei bambini piccoli deve poter sentirsi sicuro. Sappiamo benissimo che questi predatori entrano tranquillamente anche in aree recintate. Chi ha investito in tutti questi anni in un alpeggio o una qualsiasi attività, oggi si trova ad avere un territorio insicuro, può venir attaccato da questi predatori senza potersi difendere; perché lo sappiamo tutti che le recinzioni ormai sono inefficaci e anche se lo erano in passato, a mio avviso lo sono state o sono state per pochissimo tempo: l'intelligenza di questi animali fa sì che dopo un po' di tempo si organizzano e, quando hanno fame, attaccano quello che trovano e nelle condizioni in cui si trovano, anche se ci sono dei recinti alti 2 metri, alcuni lupi saltano l'ostacolo senza nessun problema; fanno un pranzetto ancor più facilmente che andare a caccia fuori perché gli animali sono lì, chiusi nel recinto e non hanno via di scampo.

Di conseguenza anche su questo aspetto non bisognerebbe sottovalutare la situazione: chi oggi invece vorrebbe investire sul territorio, ampliare la sua azienda, dovrebbe poterlo fare in tutta sicurezza.

Sappiamo come ragiona il mondo contadino valdostano che vuole ampliare la sua azienda: vuole avere un pezzo di prato davanti a casa, alla sua all'azienda, e fa di tutto per averlo pulito, ordinato; vuole avere un'azienda che abbia certe dimensioni che dia la possibilità di poter fare continuare l'attività anche un domani ad un figlio; oggi spesso, invece, non c'è alcuna considerazione per l'attività di queste persone che vengono accusate di scarsa sensibilità nei confronti di queste specie: anche questa è una moda che troviamo sui social. Molte persone che oggi si esprimono sui social senza sapere nulla dicono: "Il montanaro ha invaso il territorio della montagna che era dei lupi e degli orsi". A mio avviso i lupi ed orsi in passato c'erano anche in pianura: il problema è che dalla pianura è stato più facile cacciarli e la montagna ha avuto offerto una via di scampo, perché la montagna aiuta: non ci sono tutte aree coltivate, ma foreste, pietraie e quant'altro, dove è facile a questi animali nascondersi. Di conseguenza oggi sembra solo che il ripopolamento di questi predatori debba essere fatto nell'arco alpino, nelle montagne, nelle belle colline e non nelle città.

Io questo non lo capisco; penso che, se andiamo indietro nel tempo, ancora prima dei Romani, orsi e lupi ce ne era dappertutto, non solo sulle montagne. Oggi invece il lupo lo si lascia vivere sulla montagna perché il cittadino deve stare tranquillo nelle città. Se è giusto che sia così, se dobbiamo garantire la sicurezza a tutti i cittadini, di tutto il nostro Paese, dobbiamo garantirla anche a quelli che vivono la montagna e nelle zone rurali: è giusto che anche costoro abbiano gli stessi diritti in fatto di sicurezza di ogni altro cittadino. È per questo motivo che io ripresento questa mozione; io l'avevo presentata il 7 giugno e lei aveva la Conferenza Stato-Regioni il 6 mi sembra; è passato un po' di tempo e io penso che nel frattempo lei avrà avuto altre Conferenze Stato-Regioni, altre riunioni su questi argomenti. Dico questo anche perché siamo nella stagione in cui gli attacchi si moltiplicano abbastanza rapidamente e quindi ho ritenuto di attivarmi nuovamente per portare su questi tavoli la richiesta di declassare queste due specie come le altre specie di fauna che dobbiamo controllare e che, come ho detto prima, il numero è sicuramente destinato ad aumentare.

Come ho detto poco fa, il documento che ho citato l'ho letto velocemente, ma c'è un articolo che vieta lo spostamento di animali di fauna selvatica da uno Stato all'altro.

Allora se noi pensiamo, come sta facendo adesso il Trentino per risolvere il suo problema di spostare questi animali, se noi dovremo poi applicare questo regolamento che potrà andare in vigore fra poco tempo, non si potrà neanche dire: "Ci sono troppi lupi, troppi orsi, li spostiamo dove non ce ne sono, oppure dove qualcuno li accoglie". Questo perché c'è anche un documento che stabilisce che entro un determinato tempo bisogna vietare queste attività.

Allora io dico: prevenire, secondo me, è meglio che curare e poi, se noi insieme a tutti questi Presidenti dell'arco alpino che non sono solo rappresentanti di Regioni autonome ma rappresentanti di zone montane e alpine, andiamo uniti e chiediamo con forza una risoluzione su questa problematica, io non vorrei che noi Valdostani fossimo fuori. Mi dispiace per lei che poi adesso si trova lì a rappresentare tutti i Valdostani su quest'argomento: le chiedo di pensarci bene perché, se questa mozione non passa, è inutile che sto lì a dire cos'è che non si può dire, perché penso che sia a fattore comune la volontà o la non volontà.

Poi lei mi darà le sue anche magari valide motivazioni se per caso decidesse di non approvare questo documento. Io penso che avere un documento come la legge che avevate presentato, elaborato e quant'altro, che poi è stata votata da tutti ma per la quale oggi, anche in seguito a quello che è successo, la Giunta Fugatti ha chiesto delle modifiche: ha chiesto di poter intervenire in legge (poi mi risponderà dopo) senza che l'ISPRA si fosse espressa, perché molte volte non ha avuto le risposte in tempo; poi è successo tutto quello che è successo e sappiamo tutti com'è andata a finire. Non voglio aggiungere altro.

Per questo ascolterò con molta attenzione la sua risposta e poi trarremo le nostre conclusioni.

Presidente - Apriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta. Qualcuno vuole intervenire in discussione generale? Consigliere Ganis, ne ha facoltà.

Ganis (LEGA VDA) - Ringrazio il collega Planaz per aver riportato in Aula un tema molto importante, che è quello che riguarda la presenza di grandi predatori nella nostra Regione, in particolar modo quella della specie del "Canis lupus".

La mozione presentata dal nostro gruppo, come ha evidenziato il collega, impegna il Governo regionale e l'Assessore competente a portare sui tavoli tecnici e nelle sedi opportune la proposta di declassare la specie del "Canis lupus" e "Ursus" da particolarmente protette a protette.

Ricordo che una proposta simile è stata varata anche a livello nazionale con una proposta di legge dell'onorevole Bruzzone perché, come abbiamo più volte evidenziato in questo Consiglio, la presenza del lupo è avvertita nella nostra regione come sulle Alpi e sull'Appennino, suscitando sempre di più le preoccupazioni dei nostri allevatori e di tutto il mondo antropizzato.

Come abbiamo più volte rimarcato, attraverso le molteplici iniziative su questa problematica, nella nostra regione la presenza di questo predatore è diventata una consuetudine. Oggi sono molteplici gli avvistamenti di lupi in prossimità di centri urbani, anche nelle ore diurne, e numerosi sono i danni al mondo agricolo, a quello faunistico, fino a diventare una possibile minaccia per l'uomo, perché se è vero che il lupo, a detta di alcuni, non attacca l'uomo perché non lo riconosce come una possibile preda, bensì come una minaccia, personalmente eviterei questo tipo di incontro.

Detto questo, quello che mi rattrista è la cattiva propaganda o la mala informazione che ancora oggi viene fatta attraverso gli organi di stampa o da persone appartenenti a varie fazioni politiche, sul fatto che si voglia favorire la lobby delle doppiette e, di conseguenza, quella dei cacciatori, ma non è così, perché effettuare il regolare controllo della specie spetterebbe a soggetti competenti (al Corpo forestale ed eventualmente ai cacciatori formati), attraverso appunto un abbattimento selettivo, mantenendo così la conservazione e la gestione della specie del "Canis lupus", cosa che già la vicina Francia sta facendo.

Per queste ragioni, in via preventiva viene abbattuto un numero massimo di lupi calcolati ogni anno in base ai dati di abbondanza e quelli ritenuti più pericolosi.

A livello nazionale sono pochissime le possibilità di intervento: l'Alto Adige, come la nostra Regione, per poter attuare un controllo della specie ha bisogno del parere dell'ISPRA. Altre Regioni vorrebbero prelevare almeno gli animali problematici, quelli particolarmente pericolosi e che causano danni.

Infatti in Tirolo sono attive tre ordinanze di abbattimento di lupi come misure di emergenza per proteggere i pascoli e l'economia agricola.

A questo punto, mi chiedo se l'ISPRA tenga conto anche di quello che pensa l'Unione Europea degli allevatori, anche in merito al declassamento della specie da protetta a non protetta, perché la lettera inviata dall'Unione Europea degli allevatori alla Commissione Europea e al Comitato permanente della convenzione di Berna evidenzia una situazione catastrofica, incontrollabile e inaccettabile. Parole forti.

Ma non solo: nella lettera si sottolinea che i mezzi di protezione e gli studi finanziati sono uno spreco di soldi e di tempo, tra l'altro già evidenziati in una trasmissione televisiva di pochi mesi fa, una trasmissione che metteva luce come venissero spesi i soldi per un progetto come "Wolfalps" senza mai arrivare ad un dunque; anzi, i lupi sono aumentati in modo vertiginoso, come ha ben ricordato il collega Planaz.

Altra nota dolente è la bocciatura della domanda da parte della Svizzera di abbassare i gradi di protezione del lupo da parte del Consiglio dell'Unione Europea, un rifiuto che si mostra insensibile ai problemi quotidiani.

È chiaro che una soluzione va presa al più presto: la specie del "Canis Lupus" è in grande espansione e i dati lo dimostrano.

La coesistenza tra i grandi predatori e il mondo agricolo, quello selvatico e il mondo antropizzato, sta diventando ogni giorno sempre più difficile. Per questo motivo, occorrono normative europee e nazionali finalizzate a regolamentare lo status di protezione dei grandi predatori, tenendo conto della realtà di chi vive e lavora nelle nostre montagne, al contrario di chi invece prende delle decisioni senza conoscere i dettagli.

L'eccessiva presenza di alcune specie di animali crea squilibri per i settori importanti nella nostra economia e crea squilibri per la salute pubblica.

Occorre prevedere azioni di conservazione della specie: una soluzione va trovata nell'immediato.

Presidente - Altri vogliono intervenire in discussione generale? Non vedo richieste di intervento; chiudiamo la discussione generale. Per il Governo, l'assessore Carrel.

Carrel (PA) - Grazie colleghi per questa mozione che sicuramente ci permette di fare un po' anche di chiarezza su quanto sta succedendo e, anche in merito a quanto detto giustamente dal Consigliere Planaz, una mise à jour delle riunioni che si sono state e che ci saranno nelle prossime settimane su questo tema.

Innanzitutto, il documento di ripristino della natura, quindi la legge che è stata approvata ieri, la stiamo analizzando: gli uffici la stanno analizzando punto per punto. Tratta di tantissimi temi che partono dalla biodiversità arrivando addirittura al ripristino degli ecosistemi, alla sicurezza alimentare, quindi sicuramente è un documento che tocca tanti temi e quindi va analizzato ed approfondito sotto diversi punti di vista.

Tornando al merito della mozione e tornando un attimo alla questione che avete sollevato, cioè alla necessità di andare sui tavoli politici e tecnici a chiedere di non chiamare più, di non classificare più il lupo come una specie altamente protetta, ma semplicemente protetta.

Bene: la legge che disciplina il tutto, è una legge nazionale dell'11 febbraio del 1992, la legge n. 157, che classifica la fauna in due categorie, quelle cacciabili e quelle non cacciabili. Quelle non cacciabili sono ovviamente specie protetta.

All'articolo 2, questa legge classifica quelle che sono particolarmente protette: sono dodici specie o gruppi di specie di mammiferi, tra cui appunto il lupo e l'orso e 32 specie o gruppi di uccelli.

Questa distinzione è tutta italiana che però, ed è giusto sottolinearlo, ha delle valenze esclusivamente sanzionatorie, cioè le sanzioni per l'abbattimento di specie altamente protette sono in teoria più alte rispetto a quelle di una specie esclusivamente e solamente protetta, sia dal punto di vista penale che dal punto di vista amministrativo. Questo è vero nella stragrande parte dei casi ma vi sono delle eccezioni: ad esempio mi segnalano lo stambecco, per cui vi sono delle sanzioni che sono superiori rispetto a quelle di altre specie protette. Quindi è una distinzione che però ci permette di avere delle sanzioni diverse e quindi non di andare nella direzione che noi auspichiamo, cioè di poter agire e gestire il fenomeno lupo.

In base a questa legge nazionale, vi è una legge regionale, la legge regionale 64/1994, che, di fatto, recepisce la legge nazionale e nulla di più e non aggiunge nessun tipo di sanzione ulteriore; altre Regioni aggiungono altre sanzioni. La Regione Valle d'Aosta da allora ha scelto di non aggiungere sanzioni ulteriori.

Per quanto riguarda la richiesta specifica sull'orso, ovviamente non possiamo esprimerci in quanto, per fortuna, in Valle d'Aosta non abbiamo ad oggi nessun tipo di segnalazione di presenza di orso e quindi non spetta sicuramente alla nostra Regione andare a dire e andare a presentare dei numeri sui tavoli tecnici e politici in merito a questo tema.

Per quanto riguarda invece il lupo, come lei ha ben ricordato, facciamo parte di diversi tavoli, di diversi contatti politici; personalmente sento periodicamente soprattutto gli Assessori di Trento e Bolzano che hanno un'attenzione particolare per quanto riguarda questo fenomeno e la gestione del lupo. Sicuramente siamo al corrente di tutte le azioni che portano avanti le singole Province autonome e le altre singole Regioni e siamo al corrente di quello che sta succedendo a livello nazionale con il tavolo del piano di gestione del lupo, su cui tornerò in seguito.

Quello che secondo me è rilevante e necessario sottolineare, e su cui noi dobbiamo e stiamo agendo, è la Direttiva europea del 21 maggio 1992, la Direttiva Habitat, che divide nell'articolo 12 allegato 4 gli animali a regime di tutela rigorosa - di cui è vietata l'uccisione o la cattura - dagli animali e dalle specie in cui il prelievo può essere oggetto di specifiche misure che sono ricomprese nell'allegato 5 articolo 14; non occorre dirlo, ovviamente, ma il lupo è all'interno dell'allegato 4, esattamente come l'orso.

Ma nell'articolo 16 prevede delle deroghe di prelievo previste dai singoli Stati e in queste deroghe non vi è la distinzione tra gli animali e le specie nell'articolo 12 e nell'articolo 14; quindi possiamo prevedere delle deroghe sia per le specie con una tutela rigorosa come l'orso e il lupo, sia quelli per i quali il prelievo può essere effettuato. Quindi è proprio lì, sull'articolo 16, che stiamo lavorando per cercare di arrivare all'accordo e all'inserimento nel piano di questa deroga per tutta l'Italia, perché sicuramente per noi, dal nostro punto di vista, non possiamo che sostenere che la specie lupo ha raggiunto uno stato di conservazione soddisfacente e quindi è necessaria la gestione.

C'è tutta una serie di requisiti che deve avere questa richiesta di deroga, tra cui appunto quello stato di conservazione soddisfacente che noi stiamo sostenendo assieme a tutte le altre Regioni dell'Arco alpino, perché su questo stiamo lavorando.

In più, e questo ci dà un vantaggio attualmente poco percepito ma ci dà comunque un vantaggio, la Regione Valle d'Aosta ha approvato la legge 11/2022 che giustamente voi citavate. È un vantaggio che, ad oggi, non possiamo utilizzare semplicemente perché manca il piano nazionale di gestione del lupo e proprio a questo si riferiva giustamente il Consigliere Planaz. È ormai da due mesi che stiamo trattando il tema sia in CPA, quindi in Commissione politiche agricole, che viene prima della Conferenza Stato-Regioni; vi sono quindi gli Assessori dell'agricoltura di tutte le Regioni che si confrontano sul tema, sia nella corrispondente Commissione legata all'ambiente.

Purtroppo però non vi è ancora la convergenza perché non vi è l'accordo tra tutte le Regioni; quello che le Regioni avevano chiesto, ovviamente oltre allo stato di conservazione soddisfacente, era di avere un protocollo generale tra Regione o Province autonome, Ministero e ISPRA, in modo da poter agire nel caso in cui si superino dei limiti previsti da questi protocolli.

Questo concetto non è stato accolto da ISPRA e non è stato accolto nemmeno dal Ministero e quindi è stato rigettato. Alcune Regioni facenti parte del Nord - sicuramente se si informa può anche sapere chi: non mi sembra corretto dirlo adesso ma sono Regioni anche politicamente a voi vicine - non hanno reputato necessario in questo momento approvare un piano che non includa la possibilità di avere dei protocolli.

Dal nostro punto di vista invece vi era la possibilità di avere un piano che riconosceva la nostra legge, quindi che poteva consentire a noi, grazie alla nostra legge, la creazione di protocolli in seguito da concordare con ISPRA. Ovviamente il percorso sarebbe più lungo e più tortuoso e sarebbe meglio anche per noi avere dei protocolli standardizzati, ma sicuramente poteva essere utile avere almeno il piano. Questa è un po' la posizione che hanno sostenuto sia le Province autonome di Trento sia quella di Bolzano, cioè meglio avere un piano piuttosto di niente perché ovviamente di questo piano stiamo parlando da troppo tempo. Tuttavia, per avere questo piano abbiamo bisogno dell'unanimità sia in CPA sia nella corrispondente Commissione Ambiente, ma non c'è attualmente questo tipo di unanimità, e questo è un problema politico perché ovviamente tutto ciò che voi giustamente sostenete, noi lo stiamo facendo anche se non come voi avete richiesto, cioè chiedendo esclusivamente di non trattare il lupo e l'orso come specie particolarmente protette. Perché togliere la precisazione "particolarmente protette" significa semplicemente prevedere delle sanzioni inferiori nel caso di abbattimento, quindi non è tanto il nostro fine: infatti, proprio per sostenere gli agricoltori e le difficoltà che hanno soprattutto nel periodo di alpeggio, dove le nostre mucche - ma non solo mucche - stanno all'aperto e ovviamente sono più suscettibili di attacchi e quindi hanno la necessità di maggiore protezione, stiamo cercando di far passare il messaggio sui vari tavoli tecnici e politici che il lupo è oggi in uno stato di conservazione soddisfacente, quindi non è più necessario tutelarlo esattamente come prima, ma è necessario avere delle deroghe per poter gestire questo fenomeno.

Proprio per questo motivo e proprio per le interlocuzioni che abbiamo in corso con tutte le altre Regioni, vi ribadiamo il nostro impegno ad agire in questa direzione, quindi a continuare assieme alle altre Regioni ad insistere su questo tema. Pertanto, proprio perché lo stiamo già facendo e proprio perché il piano purtroppo ad oggi non è ancora stato approvato, vi chiediamo di ritirare la mozione, oppure ci asterremo.

Presidente - Qualcuno vuole intervenire? Altrimenti mettiamo in votazione. Consigliere Planaz, ne ha facoltà.

Planaz (LEGA VDA) - Non mi passa neanche per la mente di ritirare questa mozione. Poi le dico anche che nella mia mozione ho chiesto tassativamente questo declassamento, avrei anche potuto chiedere cinquanta cose, ma ho pensato che incominciando a fare qualcosa... E questa potrebbe essere un'idea. Poi lei mi ha spiegato che potrebbe non c'entrare niente con quello di cui stiamo parlando e non potrebbe avere nessun risultato positivo. Anche se va bene che la 157/92 regolarizzi le specie cacciabili, però se le altre sono inserite sempre in quella legge - e questo perché quello gliel'ha detto qualcuno che conosciamo bene tutti perché lo ripete sempre - perché sono inserite in quel documento? Non sono cacciabili, sono particolarmente protette, sono inserite in quel documento. Se non fossero state cacciabili, non avrebbero dovuto neanche essere inserite in quel documento, punto e basta. Poi ognuno la vede come vuole.

La seconda cosa che mi fa molto piacere, ed è anche il motivo per cui non ritiro questa mozione, è che, con tutti i soldi che si sono spesi per questi grandi progetti faraonici, non ci sia il piano nazionale gestione lupo. Mi fa molto piacere, che tutti gli "espertoni" che hanno fatto di tutto per infestare il nostro Stato e le nostre campagne con questi animali non abbiano previsto che con questa proliferazione di animali tutto andasse a finire come siamo ridotti oggi; mi fa molto piacere sentire - l'ha sottolineato lei - che le abbiano detto che non c'è questo piano nazionale della gestione del lupo, ma quando si fa un piano per aumentare qualsiasi cosa, di qualsiasi tipo, anche non di animali o quant'altro, si potrà prevedere che se io spingo in quella direzione per aumentare una categoria dopo mi troverò nel problema opposto, o no? O adesso bisogna trovare la scusa che non c'è il piano nazionale della gestione del lupo?

Poi, come ho letto prima, il documento che lei mi dice sul declassamento lo chiedono tutte le altre Regioni, lo ha detto il Presidente del Consiglio del Veneto a Bruxelles; adesso non mi ricordo quando ma, sicuramente, uscirà la data mentre leggo l'articolo: "L'aumento della popolazione di grandi predatori come orsi e lupi negli ultimi anni sta mettendo a rischio attività economiche e sociali".

Queste sono denunce che vengono fatte; poi noi possiamo anche dire "Non abbiamo nessun problema" come stanno facendo tutti gli esperti. Questo l'ha fatto a Bruxelles il Presidente del Consiglio della Regione Veneto, non è una Regione autonoma, noi della Lega non siamo autonomisti: io mi ritengo più autonomista di tutti voi perché se non avete il coraggio di far valere le nostre problematiche a livello nazionale ed europeo, io non so cosa farci; se mi nascondo dietro a dati scientifici, piani, gestione del lupo e quant'altro, quando abbiamo un'invasione totale di questi animali. E che i dati che ha in possesso lei, se mai vorrà accorgersi che non sono proprio del tutto reali: se fa un giro e va a vedere com'è la situazione sul territorio, si accorge che magari quei dati possono variare abbastanza velocemente.

A Bruxelles il Presidente della Regione Veneto, che non è una Regione autonoma, ha fatto presente la problematica e non sto a leggere tutto il documento perché tanto diciamo tutti la stessa cosa: ha esposto problematiche comuni, che ci sono nei nostri territori.

Poi la favola che tutte le Regioni devono essere d'accordo su questo piano sulla tutela di certe specie non cacciabili: precisiamo, come ha detto lei prima e, allora domani, se c'è uno squalo che fa strage di persone nel Mar Mediterraneo, è normale che diciamo: "Ma a noi cosa ci interessa? ".

Quali sono le nostre azioni che ci consentono di dire: "Ma noi non vogliamo lo squalo". Chi se ne frega, lasciamolo lì lo squalo e allora votiamo "no" per far sì che tutto questo stia fermo lì e non si risolva mai nulla! Dobbiamo intervenire, non possiamo continuare a far finta di niente: adesso comincia la stagione. Qua ci sarà la pausa, questi - i predatori - la pausa non la fanno, soprattutto d'estate quando le cucciolate incominciano ad uscire e a manifestare i primi istinti di caccia. Giustamente, sono degli animali come tutti gli altri che devono sopravvivere e adattarsi a tutte le pratiche di sopravvivenza e, logicamente, fanno il loro lavoro.

Io e tutto il nostro gruppo non pensiamo assolutamente di ritirare questa mozione. Potevamo emendarla; lei ha dato delle giustificazioni e gliene do atto; ci ha fornito delle giustificazioni alcune un po' corrette, altre un po' fuorvianti; si poteva modificare la mozione, ma l'importante è quello che ho detto prima: non è che io ho bisogno per me o per il mio gruppo di avere un risultato in quest'Aula. Il risultato in quest'Aula doveva averlo chi, come lei, di competenza, va sui tavoli nazionali ed europei dicendo: "In Valle d'Aosta sono tutti d'accordo per cercare di trovare una soluzione"; potevamo emendarla, potevamo fare qualcosa.

Qualsiasi cosa si faccia io penso che questo è un documento in più che rafforza l'operato di chi come lei, o il Presidente o chi ne fa le veci, quando va sui tavoli nazionali e quant'altro possa dire la sua opinione: "Noi siamo piccoli, abbiamo pochi numeri"; possiamo anche dire che qualcuno dirà "non contate" però, alla fine, la nostra autonomia e tutto quello che concerne, la nostra idea di uscire unanimi con un documento che dica "Noi abbiamo un problema e questo problema vogliamo cercare di risolverlo in tutti i modi", io penso che non sia sa così scandaloso. Poi, se ne facciamo una bandiera politica, possiamo fare di peggio; io questo glielo dico: se vogliamo farne solo una bandiera esclusivamente politica, ma l'ho già detto prima, lo faccio e porto avanti queste battaglie e non smetterò di farlo. Adesso andremo in pausa qualche giorno e quando rientreremo ce ne saranno delle belle! Ci sarà il telefono che suona tutti i giorni; io andrò in ferie pochi giorni perché, per una cosa o per un'altra, mi piace stare sul territorio anche quando non sono presente in Consiglio, ma alla ripresa del lavoro ci saranno delle grosse problematiche da affrontare perché il numero di questi animali aumenta. Sicuramente poi il telefono continuerà a squillare ma non perché Planaz, Consigliere della Lega, sia l'unico che risolverà il problema del lupo. Noi dobbiamo trovare una soluzione. Qualsiasi cosa si cerchi di portare avanti, secondo me deve andare nella direzione del buon senso e di dare delle risposte soprattutto a chi è fuori da quest'Aula. Dico questo perché, se telefona una persona che ha appena subìto un attacco, cinque minuti senti una persona "incazzata", che non ha risposte; sente che si trovano tutte le scuse per far sì che l'attacco non sia da attribuire al lupo. E se vuole le faccio anche vedere, tanto lo sa, non c'è mica bisogno che lo dica, prima che venga sbarrato che sicuramente l'attacco è stato effettuato dal lupo. Io farò un accesso agli atti, a questo punto, per capire in quante denunce, quanti verbali, ci sia scritto palesemente (ci sono quattro opzioni): "Attacco attribuito al lupo". Scommetto che ce ne sono ben poche; sono tutte: "possibile attacco", "eventuale attacco". Ma un verbale dove c'è scritto nero su bianco che l'attacco è da attribuire esclusivamente al lupo, io la sfido a trovarlo.

Questo dà atto di come non si voglia risolvere il problema e si voglia invece nascondere il problema: è questa la cosa più grave. Lei è inutile che mi faccia segni con la testa perché io le dico quasi per certo, e ho le prove, che è così: ho le prove dei numeri di branchi, non di lupi, di branchi di lupi che continuano a girare tranquilli, mentre si continua a dire "Ah, ce n'è uno o due" invece ce ne sono di più.

Va bene, prenderemo atto di questa situazione; non dico che non si fa niente, perché non è giusto, ma dico che non c'è la volontà di agire concretamente su questa problematica.

Noi voteremo convintamente questa mozione; le chiedo ancora se vuole emendarla, la emendiamo, per far uscire un documento congiunto. Le lascio fare gli emendamenti che vuole, quelli che lei pensa che siano giusti, ma dobbiamo uscire con un documento che abbia un valore anche in ottica che se dobbiamo modificare quella legge o avere un documento, dobbiamo avere qualcosa che sia stato votato da tutta quest'Aula e da coloro che rappresentano tutti i valdostani.

Io non so cosa dirle ancora, altrimenti andremo alla votazione, mi dispiace; non per me, però non mi sembra giusto.

Presidente - Mettiamo in votazione. Assessore Carrel per dichiarazione di voto.

Carrel (PA) - Grazie consigliere Planaz, solo per rispondere, io nella risposta non ho citato numeri e non era lì il problema di questa mozione: non stiamo parlando di quanti lupi abbiamo, ma di come possiamo e vogliamo gestirli, e soprattutto - mi è parso di capire dalle vostre presentazioni - di come politicamente ci muoviamo sui tavoli tecnici e politici per sollevare una nostra criticità.

Quindi non abbiamo parlato di numeri e di territorio; lei giustamente e sicuramente avrà le sue ragioni e le verificherò, ma le assicuro che sul territorio ci vado spesso e anche il mio telefono suona quando ci sono gli attacchi ed è giusto che sia così, quindi la problematica la conosciamo.

In questo momento il problema non è capire quanti lupi abbiamo, ma come possiamo gestire. Purtroppo lei ha parlato di questa regola dell'essere tutti d'accordo nelle varie Conferenze: non dipende da noi Regione o dalle Province autonome, è una regola che dipende direttamente dal funzionamento dei rapporti tra Stato e Regioni e dobbiamo prenderne atto. In questo momento vi sono delle Regioni, una in particolare, che non ha intenzione di approvare il piano di gestione del lupo così com'è, sostenendo una tesi ancora più valida per le Regioni, ma che tutte le altre Regioni accetterebbero un compromesso pur di aprire una via.

È politicamente sostenibile anche il ragionamento di questa Regione, però è giusto che le cose ce le diciamo e ce le diciamo correttamente.

Quindi io quello che le dico, ed è questo il motivo per cui non emenderei e non emenderò questa mozione, è che bisognerebbe modificarla andando a dire: "Non concentriamoci sul particolarmente protetto o non particolarmente protetto, quindi solamente protetto", perché quella distinzione vale esclusivamente ai fini sanzionatori nel caso in cui venga abbattuto un esemplare. Bisognerebbe invece cambiarla e dire che stiamo lavorando cercando di sostenere che abbiamo per il lupo - e non per l'orso ma semplicemente perché ad oggi non abbiamo dati ed elementi per dirlo - uno stato di conservazione soddisfacente. Non l'emendiamo semplicemente perché nelle ultime quattro riunioni della CPA a cui ho partecipato e in cui abbiamo trattato questo piano, che purtroppo non è ancora approvato e non è ancora stato iscritto all'ordine del giorno alla Conferenza Stato-Regioni per l'approvazione definitiva, ho sempre sostenuto questa tesi; quindi non c'è bisogno di impegnarci.

Le garantisco che ci stiamo impegnando proprio in questa direzione; purtroppo però le sottolineo anche che, ad oggi, non abbiamo un piano di gestione del lupo perché alcune Regioni hanno una posizione ancora più netta, ancora più rigida, su quelle che erano le richieste che anche noi avevamo fatto, Regioni che però non accettano in questo momento il compromesso.

Le regole dei rapporti tra Stato e Regioni e del funzionamento della Conferenza Stato-Regioni e di tutte le Commissioni tecniche e specifiche sui vari temi impongono l'unanimità.

Presidente - Mettiamo in votazione la mozione, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 20 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)

La mozione non è approvata.