Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2603 del 22 giugno 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2603/XVI - Continuazione della trattazione congiunta dell'approvazione, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, della l.r. 5/2000, del Piano regionale per la salute e il benessere sociale 2022-2025 e della mozione: "Impegno dell'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali a superare le varie criticità legate al Piano regionale per la salute e il benessere sociale 2022/2025". (Reiezione di venti ordini del giorno. Ritiro di tre ordini del giorno).

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 27 Consiglieri, possiamo riprendere con l'analisi degli ordini del giorno. Siamo al quarto ordine del giorno di PCP. La consigliera Minelli si è prenotata per illustrare l'ordine del giorno, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Il Piano della salute e del benessere sociale, nella macroarea 2 alla voce "La rete della terapia del dolore e la rete delle cure palliative" dedica alcune righe a quest'importante argomento, mettendo insieme terapia del dolore, appunto, e cure palliative...

Presidente - Consiglieri, vi invito a prendere posto.

Minelli (PCP) - Grazie Presidente, anche perché tra i lavori all'esterno e il brusio all'interno diventa difficile. Dicevo che il Piano della salute mette insieme la rete della terapia del dolore e quella delle cure palliative, che sono però due questioni distinte, due cose diverse.

Le cure palliative sono l'insieme dei trattamenti rivolti ai malati inguaribili al fine di migliorare la loro qualità di vita, riducendo il livello di sofferenza e dolore, e, diversamente da altre branche della medicina, la medicina palliativa non è finalizzata a combattere la malattia.

La società italiana di cure palliative la definisce una disciplina che cura anche quando non si può guarire e l'obiettivo delle cure palliative è il miglioramento della qualità della vita del paziente, della famiglia e anche dei caregivers.

Non a caso il termine che è stato scelto "Palliativo" deriva dal latino "Pallium", che significa mantello, protezione, quindi credo che sia un termine proprio molto adeguato; è stato introdotto in Inghilterra negli anni '60 per indicare la cura globale multidisciplinare di pazienti affetti da malattie croniche degenerative per i quali un percorso di guarigione non è più possibile ed è un percorso di cure che non prevede soltanto degli interventi di tipo terapeutico, diagnostico e assistenziale che riguardano i bisogni fisici, ma propone anche un percorso psicologico, spirituale del malato e della sua famiglia, nell'ottica di un approccio globale e attivo in cui il paziente è al centro dell'assistenza.

La terapia del dolore invece è un trattamento farmacologico di qualunque forma di dolore cronico e refrattario, da controllare, correlato a malattie di vario tipo, non solo oncologiche, anche se noi spesso lo vediamo in quel senso.

Quindi cure palliative e terapia del dolore sono due concetti molto diversi seppure tutti quanti tendiamo erroneamente ad assimilarli e, proprio per specificare la differenza tra queste due tipologie d'intervento, la legge 38/2010 ha delineato una netta differenziazione tra i due termini in maniera appunto da mirare gli interventi.

Recentemente, in occasione della giornata nazionale del sollievo che si tiene ogni anno il 29 maggio, la dottoressa Concetta Liberatore, che è direttrice delle cure palliative della ASL Toscana Sud Est, sul quotidiano Sanità ha pubblicato una riflessione che credo sia molto interessante.

Dice la dottoressa Liberatore: "Una giornata che oggi assume un particolare significato, perché richiama i principi ispiratori di una normativa che ha cambiato il paradigma di cure e di assistenza dei malati terminali e ha trasformato in medicina la cultura del dolore e della morte, cercando di uniformare comportamenti e modelli organizzativi al fine di garantire, nei malati affetti da patologie inguaribili a prognosi infausta, i servizi assistenziali sull'intero territorio nazionale, con forme di tutela all'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore".

Cita poi la dottoressa un decreto direttoriale della scuola di specializzazione in medicina e cure palliative - c'è una scuola di alta specializzazione in questo senso - e ne ricorda gli elementi e i profili normativi ed organizzativi alla luce della ristrutturazione territoriale prodotta dal DM 71 che rappresenta un'importante novità anche per queste due azioni, "I cui risultati" - scrive - "Non appaiono scontati, con il rischio che il sistema sia ancora a macchia di leopardo nel Paese e impreparato ad accogliere e a rispondere adeguatamente ai bisogni del malato fragile terminale e della sua famiglia".

Si pone poi l'accento sulla forte criticità che rappresenta oggi l'assistenza domiciliare dei pazienti terminali, che è fortemente discrezionale, senza tener conto che al diritto del malato si ricollega anche un principio di sensibilità e solidarietà umana che deve essere in qualche modo portato avanti.

Il suo riferimento alla difficoltà all'assistenza domiciliare ai parenti terminali è un elemento che ha molto rilievo anche per la nostra realtà. Se è vero che da noi esiste un servizio per quello che riguarda le cure palliative all'hospice e ci sono anche delle possibilità d'intervenire sul territorio - questo avviene soltanto per certe realtà in modo continuativo e strutturato, cioè per la città di Aosta e per quello che è un raggio di 20 km - diventa molto più difficile avere un servizio che non sia sporadico e comunque più limitato in tutte le altre realtà territoriali ed è questo un ulteriore elemento della difficoltà che molti di noi che vivono nelle vallate, nella periferia di questa regione, devono comunque affrontare.

Ancora in questa riflessione che ho letto con interesse si dice: "Non è accettabile" - e lo condivido - "Pensare che ancora oggi il dolore, la malattia e la sofferenza fisica, l'angoscia e le reazioni proprie dei malati inguaribili e terminali siano troppo spesso aspetti o ignorati o che non si possono comunque affrontare con gli strumenti adeguati".

Quella che è un po' la conclusione del ragionamento è questa: "Sosteniamo e rapidamente" - dice questo medico - "Le nostre aziende sanitarie tutte, dando loro le risorse necessarie perché si elevino gli standard qualitativi e quantitativi per la realizzazione delle reti di cure palliative e di terapia del dolore in tutto il Paese, in tutte le zone, con un modello di riferimento che garantisca servizi qualificati e la governance clinica dei percorsi di cura, definendo percorsi e responsabilità sulla presa in carico del paziente, al fine di garantire continuità delle cure, non la sporadicità, la sicurezza e la qualità degli interventi, in un'organizzazione orientata ai bisogni del paziente e della sua famiglia".

È in atto una ricognizione dell'AGENAS delle attività che sono svolte dalle singole Regioni e dalle Province autonome, per far luce sullo stato di attuazione della legge 38/2010; si è in attesa di questi risultati perché la legge chiede che entro il 31 dicembre 2025 ci sia un'uniforme erogazione dei livelli di assistenza in tutto il territorio nazionale e da questo rapporto AGENAS si pensa che emergeranno delle disparità, delle cause di disuguaglianza negli accessi ai servizi di cura e assistenza anche per quello che riguarda le reti delle cure palliative e della terapia del dolore.

Quindi anche alla luce di queste considerazioni - che sono considerazioni che noi condividiamo in toto e che riteniamo particolarmente importanti e vicine alla realtà della nostra regione - abbiamo formulato il nostro ordine del giorno che impegna il Governo regionale a sollecitare l'Azienda sanitaria locale a dare concreta attuazione alla rete locale e della terapia del dolore e delle cure palliative, secondo la normativa nazionale e con personale dedicato, nel più breve tempo possibile. Insisto sul "Dedicato" perché spesso poi sono gli infermieri sul territorio che devono fare anche alcune di queste prestazioni e non c'è una formazione specifica.

L'altro impegno è di chiedere all'ASL di predisporre, entro la fine di questo anno, il piano specifico di queste reti. Sappiamo che sono già in corso - e l'Assessore credo ce lo dirà - delle interlocuzioni, si sta lavorando in questo senso, ma avere anche un impegno temporale in questo senso a noi pare particolarmente importante.

Presidente - L'assessore Marzi per la risposta.

Marzi (SA) - Il tema della rete della terapia del dolore, come da lei richiamato, e delle cure palliative, è trattato nella macroarea 2 del Piano.

Con la delibera di Giunta regionale 1237/2020 sono state recepite le intese di accordi sanciti a livello nazionale nel 2012 e nel 2020 relativi alle cure palliative e della terapia del dolore che rinviano l'attuazione delle stesse a successive deliberazioni regionali.

In tal senso le strutture dell'Assessorato hanno già predisposto, durante il corrente mese, una prima bozza di atto deliberativo che rappresenta uno degli obiettivi di monitoraggio dell'attuazione della riforma dell'area territoriale, prevista tra l'altro nel PNRR e anche dal Decreto ministeriale 77/2022, che non cito ma che è uno dei capisaldi della trattazione del tema che stiamo affrontando.

Attualmente questa deliberazione è all'esame tecnico delle figure competenti dell'Azienda USL e costituirà naturalmente oggetto di confronto con i portatori d'interesse una volta che l'atto in questo momento in analisi presso l'Azienda USL tornerà di nuovo in Assessorato.

Come sa, io cerco di non prendermi mai impegni di natura temporale precisi quando si tratta di pubblica amministrazione, perché risulta essere un ambito fortemente complesso. In tal senso mi scuso anche con il collega Lucianaz che oggi ha richiamato un impegno che ci eravamo presi per la primavera in merito al nuovo Ospedale a cui contiamo di dare contezza con la fine dell'anno, in autunno, ma mi prendo del tempo a proposito.

Ciò detto, contiamo in tal senso, rispetto a questa deliberazione, con l'estate di dare applicazione attraverso un atto in Giunta di quanto richiamato dall'ordine del giorno e per questo motivo le chiedo di ritirare l'ordine del giorno altrimenti ci asterremo.

Presidente - Qualcuno vuole intervenire? Consigliera Minelli ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Una parte di buona notizia c'è, e cioè che è all'esame una bozza di deliberazione che dovrebbe andare nella direzione non di predisporre un vero e proprio piano, da quello che ho capito, ma di prendere degli impegni nel senso dell'implementazione di questa rete locale della terapia del dolore e rete delle cure palliative.

Lei ci ha detto che già con la delibera del 2020 sono state recepite le normative nazionali che devono poi essere applicate con successive deliberazioni delle varie Giunte regionali.

Al di là della sua difficoltà a prendere degli impegni di tipo temporale, che capisco benissimo, perché vediamo che poi anche quando c'è lo stimolo ad avere delle scadenze non le si rispettano, io penso sempre che sarebbe meglio porsele le scadenze, perché sono un pungolo per fare meglio, però, al di là di questo, volevo anche fare riferimento un attimo alla situazione nella nostra regione, prima per ragioni di tempo non sono riuscita a spiegarla bene.

Noi abbiamo un sistema che si occupa di cure palliative, tutti conosciamo l'importanza dell'Hospice, purtroppo tanti di noi ne hanno dovuto sperimentare direttamente la funzione e l'importanza; come dicevo, c'è la questione delle cure palliative sul territorio che è effettivamente un grande problema.

Noi sappiamo che c'è anche un rapporto con la Lega italiana per la lotta contro i tumori che interviene, e per fortuna che interviene, nella zona limitrofa ad Aosta nel raggio dei 20 km; se ci spostiamo più lontano, entrano in gioco - diciamo così - i tre medici che sono assegnati alle cure palliative, che però quasi sempre sono due, perché ci sono i turni, le ferie da rispettare eccetera eccetera.

Che cosa fanno questi medici? Fanno delle valutazioni iniziali, stabiliscono in base ai sintomi e alla situazione se siamo in una situazione per i pazienti da primo o da secondo livello e quindi, un po' in base alle tipologie, si decide se devono essere seguiti direttamente da un medico territoriale, da un'infermiera del territorio oppure, se la situazione è più grave, interviene direttamente questo servizio.

Il problema - da quello che noi sappiamo e che constatiamo anche dalle segnalazioni purtroppo delle famiglie di questi utenti - è che tante volte ci sarebbe la necessità di prendere in carico quel paziente ma non si può fare, i medici non lo possono fare perché sono troppo pochi.

Ora sappiamo benissimo che siamo in una situazione di carenza di medici, ce lo diciamo ormai da mesi, l'aspetto però della cura palliativa non l'avevamo mai tanto affrontato e credo che sia opportuno porre alla riflessione di tutti anche questo aspetto, perché se è vero che vanno curate le persone che hanno una possibilità di recupero, di stare meglio, di avere un'aspettativa di vita che continua, è altrettanto importante dedicare attenzione e anche risorse a chi invece sta facendo un percorso che non sarà quello di guarigione ma il contrario.

Non solo, sappiamo che le risorse anche economiche non sono infinite, occorre razionalizzare e secondo noi razionalizzare in questo senso vuol dire anche evitare più risorse a questo servizio che esiste, che è un servizio pubblico, regionale, che non ha integrazioni con il privato, che pure sono importanti ma forse c'è una gerarchia ed una priorità di interventi.

Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo al seguente, ordine del giorno n. 5 del gruppo PCP. La consigliera Erika Guichardaz si è prenotata, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - All'interno del Piano regionale per la salute e il benessere sociale 2022-2025, viene preso l'impegno di avviare una valutazione tecnica e di sostenibilità a garantire il volo notturno condotto da elicotteri per il servizio medico di emergenza e per le attività di ricerca e di soccorso in montagna.

Il sistema di soccorso pubblico tecnico e sanitario di cui fanno parte la Protezione civile regionale, il Corpo valdostano dei Vigili del fuoco, il Soccorso alpino, il 118, il Corpo forestale e la Guardia di Finanza, che concorrono alle attività con le loro specifiche competenze tecniche professionali e vengono supportati dalle Associazioni di volontariato sanitario e di Protezione civile, è sicuramente un elemento importante e distintivo della nostra regione.

Grazie ad un ordine del giorno di Pour l'Autonomie, discusso in aula il primo dicembre 2022, che impegnava il Governo a presentare in Commissione consiliare, entro il primo semestre 2023, il progetto di elisoccorso notturno con i rispettivi costi e il numero d'interventi per i quali a oggi si è dovuta chiedere la collaborazione di altre realtà per affrontare un'emergenza sul nostro territorio, il Presidente della Regione è stato audito in III Commissione il 13 giugno 2023.

In quella sede abbiamo discusso di questo servizio e il Presidente ha ipotizzato un costo di circa 2 milioni e mezzo a fronte di 500 interventi, ma quando si è chiesta la natura di questi interventi su questo non si è risposto e non si è risposto nemmeno sulla modifica del capitolato tecnico, che è di competenza giustamente dell'Assessore alla sanità.

Non voglio certo sostituirmi al pensiero dei Consiglieri di allora di Pour l'Autonomie, ma durante il dibattito non si intendeva solo il numero d'interventi in generale, ma si parlava di una relazione tecnica, anche per capire qual era l'entità del fenomeno e soprattutto quali erano anche le tipologie d'interventi a cui erano legate e la possibilità quindi di utilizzare l'elicottero, perché possiamo ben capire che per alcuni interventi c'è la necessità di avere un'urgenza per arrivare sul luogo, per altri sicuramente no.

Quindi avere il dato, almeno a grandi linee, rispetto alla tipologia d'interventi noi crediamo sia importante per capire anche rispetto alla decisione da prendere in futuro.

Come dicevo, sappiamo anche, perché l'ha detto l'Assessore in risposta a una nostra interpellanza nello scorso Consiglio, che è in corso di redazione il capitolato tecnico e il successivo avvio della procedura di gara per quello che riguarda l'elisoccorso.

Quindi con quest'ordine del giorno noi chiediamo l'impegno di venire in III Commissione, questa volta però con una relazione tecnica che non indichi solo il numero generale degli interventi, ma che espliciti in modo dettagliato la tipologia del codice di gravità di questi interventi: che tipo di risorsa è stata inviata su quell'intervento, la tipologia anche di intervento sanitario, perché di questo si è parlato, quindi se sono delle patologie; se, invece, sono altre tipologie di malattie, che hanno la necessità soprattutto di un pronto intervento, capire anche se rispetto a questo quanti sono, ad esempio, gli incidenti stradali oppure altre tipologie per cui altre realtà del territorio si sono interfacciate e hanno affrontato l'emergenza.

Una volta avuta la relazione di tutto questo, anche la sostenibilità del servizio, visto il costo di cui si è parlato in Commissione che, ripeto, essere di 2 milioni e mezzo.

Presidente - L'assessore Marzi risponde.

Marzi (SA) - Il tema del volo notturno è naturalmente un tema complesso che coinvolge molte strutture dell'Amministrazione regionale e soggetti esterni a essa, tra cui l'Assessorato alla sanità, la Presidenza della Regione, l'Azienda USL, la Protezione civile, le Guide Alpine. Preciso che nell'ordine del giorno si rileva un equivoco sostanziale nelle premesse: il dato citato dei 500 interventi non è infatti riferito ai voli notturni effettuati che hanno richiesto la collaborazione di altre realtà: infatti, non essendoci a oggi il volo notturno, gli interventi in effemeridi notturne, e quindi quando l'elicottero non può volare, sono attualmente effettuati con l'ambulanza. Il numero di 500 interventi è il parametro riferito alla nostra realtà che renderebbe sostenibile e utile l'investimento necessario per il volo notturno stesso.

Riferendomi per la risposta alla sua iniziativa a quanto contenuto nel Piano, in particolare alla macroarea 2, è previsto che il volo notturno venga avviato attraverso una valutazione tecnica e di sostenibilità finalizzata a garantire il volo stesso.

In tal senso le strutture di riferimento che si stanno occupando della cosa stanno già operando.

È utile però - visto che le chiederò di ritirare l'ordine del giorno o ci asterremo - fare una valutazione anche nella presentazione dell'ordine del giorno perché, naturalmente, il capitolato tecnico che lei cita, a dimostrazione di quanto le ho risposto rispetto a quest'ordine del giorno, è un capitolato tecnico in capo alla Protezione civile e noi stiamo qui affrontando una discussione politico-amministrativa sul Piano della salute e del benessere sociale.

Presidente - Consigliere Aggravi ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Soltanto per esporre la posizione del mio gruppo su quest'ordine del giorno. Dall'ordine del giorno che è stato citato dalla collega, l'ordine del giorno di Pour l'Autonomie che avevamo sostenuto, e poi anche dall'audizione, sicuramente utile a fare più chiarezza, o meglio, avrebbe dovuto essere a mio parere utile a fare un poco più chiarezza sul tema, al di là anche magari delle posizioni a volte differenti che si hanno con PCP, ben venga anche che ognuno di noi si differenzi rispetto alle proprie posizioni, crediamo che sia utile e fondamentale, come era stato già nell'impegnativa dell'ordine del giorno 3 citato e riportato in premessa, fare luce e fare un approfondimento su un tema estremamente importante come quello del volo notturno.

Io ho in mente un articolo che è uscito successivamente sulla Stampa che citava: "Via libera tecnico ma..." ed effettivamente venivano riportate tutta una serie di questioni che, tra l'altro, erano state oggetto sia di presentazione da parte del presidente Testolin, sia degli approfondimenti che erano stati fatti dalle nostre domande in Commissione, tra cui, giustamente, la mancanza di personale: si organizza un'attività e l'attività giustamente deve avere tutti gli elementi per partire... come, anche un passaggio molto importante, ricordo una mia domanda allo stesso Presidente sulla parte di start-up, di avvio, perché giustamente non è una cosa di poco conto.

Oggettivamente però sinceramente in quell'audizione in III Commissione, chiamarlo "Via libera tecnico", almeno per quello che mi riguarda, mi sembra un grand programme, se la vogliamo mettere lì, e pensiamo che sia necessario avere degli elementi in più o meglio, se si era capito e si era inteso bene, la relazione tecnica era comunque in definizione e me lo conferma anche quello che ha detto il collega Marzi in risposta a quest'ordine del giorno.

Dall'altro lato, mi si perdoni una considerazione, quando si interpella la parte di Protezione civile, si cita la parte sanitaria, quando si cita la parte sanitaria, si rimanda alla parte di Protezione civile.

Quindi forse potrebbe essere utile fare anche l'audizione di una parte e dell'altra, così almeno abbiamo tutti e facciamo più chiarezza.

Quindi, ripeto, al di là di quelle che possono essere alcune parti che andrebbero approfondite, specificate meglio e quant'altro, il voto del mio gruppo sarà a sostegno dell'ordine del giorno perché oggettivamente, rispetto a quell'audizione, vorremmo vedere qualcosa in più e avere sicuramente dei dati un poco più precisi rispetto a una presentazione che comunque ha dei caratteri e degli aspetti che devono ancora essere approfonditi, e lo dicono gli stessi soggetti coinvolti.

Presidente - Consigliera Erika Guichardaz ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Nella premessa dell'ordine del giorno si parla dei 500 interventi notturni, non di elisoccorso ma dei 500 interventi che vengono attualmente effettuati di notte che sono quelli che sono stati indicati dal Presidente, tant'è che sono messi in separata sede rispetto alla questione dell'elisoccorso proprio perché, non essendoci, non potevamo citare dei dati di elisoccorso.

Rispetto al capitolato tecnico, ho fatto la domanda al Presidente che mi aveva rimbalzato a lei, lei mi rimbalza al Presidente, magari farò un'interrogazione scritta per capire "chi sta facendo cosa".

Quello che vorrei evidenziare però è che io ho chiesto gli stessi dati che sto chiedendo in questo momento in quest'ordine del giorno rispetto all'attività diurna, cioè a quello che sta avvenendo attualmente, quindi nell'ultima interpellanza che ho citato si parlava di 1.350 interventi di tipo sanitario. Ho chiesto le stesse cose che sto chiedendo adesso rispetto ai 500 di cui si è parlato per l'attività notturna e la risposta è stata: "Ma non possiamo fornirglieli, Consigliera, perché questo si pone come un controllo della nostra attività". Dopodiché mi si dice: "In più questi dati noi non li abbiamo, dovremmo mettere insieme persone"... Ma io chiedo: non si fa una scheda quando arriva una chiamata e parte un elicottero? Cioè se il problema è andare a fare quattro fotocopie, adesso lo scriverò, andrò a farle io, perché sinceramente quei dati - quindi capire chi fa alzare l'elicottero, chi decide l'equipaggio, perché giustamente ci sono equipaggi diversi a seconda della tipologia d'intervento - sono dati utili per l'attività ispettiva di un Consigliere regionale.

Quindi non credo di essere qui a fare indagini di nessun tipo, ma semplicemente per capire come funziona uno dei servizi della nostra amministrazione.

Quindi sinceramente mi piacerebbe che, oltre a relazionare rispetto alle attività notturne, si relazionasse anche rispetto agli interventi diurni.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo al seguente, n. 6 di PCP. Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - L'ordine del giorno che proponiamo affronta ancora una volta il tema degli amministratori di sostegno, dico ancora una volta perché è un argomento su cui siamo intervenute più volte lo scorso anno.

Nel Piano regionale per la salute e benessere non è evidenziato il tema della funzione di tutela esercitata dalla Regione tramite i propri funzionari, sia nei confronti di minori che di adulti, o almeno io non ho trovato questa parte pur avendo spulciato il testo e avendo cercato più volte se c'era qualche cosa in questo senso.

È una funzione questa che negli ultimi anni - sia per quello che riguarda gli adulti, sia per quello che riguarda la popolazione più anziana - ha evidenziato nella nostra regione un aumento di situazioni di persone interessate dalla necessità di avere un amministratore di sostegno o di tutela e curatela.

Durante le audizioni che si sono susseguite in Commissione, i responsabili dell'Ordine degli assistenti sociali hanno affermato che diventa difficile dare una vera qualità all'accompagnamento dei progetti di vita dei soggetti coinvolti e hanno sottolineato, ancora una volta, ma lo avevano già fatto in altre occasioni, che è necessario prevedere un potenziamento del servizio ma anche una riorganizzazione dell'esercizio di questa funzione, ed è un argomento - come dicevo - su cui noi eravamo intervenuti a gennaio dello scorso anno con un'interpellanza che voleva proprio andare a chiedere quali erano gli intendimenti riguardo al potenziamento del servizio, e poi ad aprile con un'interrogazione che seguiva quell'iniziativa.

In quelle occasioni l'allora assessore Barmasse aveva concordato che questo servizio necessitasse di una maggiore attenzione e aveva detto testualmente: "Ci si è impegnati a prestare maggiore attenzione alla complessità delle funzioni e a valutare l'incremento dell'organico di tali uffici; in particolare per l'ufficio tutela adulti si è richiesto l'incremento di organico con un istruttore amministrativo". Istruttore amministrativo che poi, quando avevamo fatto l'interrogazione qualche mese dopo, era stato confermato e ci era stato detto che era arrivato.

Noi avevamo anche chiesto d'interloquire con i Giudici tutelari perché si arrivasse a un accordo per cui l'incarico di amministratore di sostegno potesse essere affidato anche a terzi, considerato che in molte realtà diverse dalla nostra, in altre regioni, la funzione è stata attribuita dagli organi giudiziari a professionisti esterni all'amministrazione, di solito degli avvocati, dei dottori commercialisti, che dichiarano la loro disponibilità all'assunzione dell'incarico.

Dicevo che, mentre sull'istruttore c'era stata una risposta positiva, quando avevamo chiesto ad aprile l'esito delle interlocuzioni con i Giudici su questo secondo aspetto ci era sotto detto che per il momento non c'era stato e che si voleva verificare come andava avanti l'ufficio con quella risorsa amministrativa in più, sto parlando del 2022, infatti ho fatto riferimento alle risposte dell'assessore Barmasse.

Il problema però, da quello che noi abbiamo sentito anche in audizione, è continuato; quello che noi chiediamo adesso con l'ordine del giorno è di potenziare questo servizio di affidamento a terzi, valutando delle situazioni diverse o complementari rispetto a quelle attuali, attivando se non lo si è fatto, o comunque andando avanti nel confronto con i Giudici tutelari.

Devo dire che, mentre si preparava quest'ordine del giorno, ho controllato sul sito della Regione l'elenco degli amministratori e ho visto che non è sostanzialmente cambiato niente.

Quindi quello che io vorrei capire è a che punto siamo e se c'è la volontà da parte dell'Assessore di potenziare questo servizio, perché ci sembra che a oggi siamo rimasti grossomodo nella stessa situazione.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Provo a darle delle risposte, magari le do anche delle buone notizie, ovviamente le chiederò di ritirare l'ordine del giorno o ci asterremo, perché il tema di riferimento a questo giro qua non è neanche lambito da PSBS, cioè in senso lato potrebbe essere concepito, ma col PSBS...

La nostra regione si caratterizza, come da lei richiamato, per la presenza di un elevato numero di tutele in capo all'Ente pubblico, relative anche a soggetti che posseggono ingenti patrimoni.

Considerata la delicatezza dell'argomento e consapevoli della necessità di migliorare ulteriormente il servizio, tenendo anche conto delle esperienze positive in altre regioni, che lei ha richiamato, sono state avviate interlocuzioni con l'Ordine degli avvocati per verificare la modalità più efficace per erogare al meglio possibile questo tipo di servizio e contiamo che queste abbiano sviluppi positivi.

Ricordiamo che questi sono comunque incarichi su mandati dell'autorità giudiziaria e crediamo anche che nel frattempo l'Ordine degli avvocati abbia dei rappel informali con chi, appunto, arriva a prendere questo tipo di mandati, nel minore dei tempi possibili però, collega Minelli, qui, indipendentemente dai tempi, la collaborazione è data anche con soggetti terzi che dovrebbero essere coinvolti in un percorso parallelo e che comunque manterrebbero la presenza di una struttura pubblica nel gestire il servizio.

A suffragio anche del fatto che, come richiamato dal collega Barmasse durante le risposte alle sue iniziative e come richiamato da lei rispetto alla delicatezza del tema, stiamo cercando da subito di prendere in carico il problema, con l'ultima deliberazione di Giunta regionale che ha riorganizzato le micro abbiamo voluto dare ancora più sensibilità al tema, andando a prevedere che la struttura di secondo livello che gestisce questo genere di problematiche - proprio per la delicatezza del tema e anche per la chiarezza che oggi assume questo genere di problemi, anche per mancanza di personale in numero adeguato - è stata spostata direttamente in capo al coordinatore del Dipartimento delle politiche sociali.

Non sto a dirle quanto le ho richiamato poc'anzi, rispetto al fatto che le chiediamo di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asteniamo.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Nonostante la mia vista che notoriamente non funziona tanto bene, effettivamente nel Piano non c'era niente su questo e avevo visto giusto in questo caso.

A me sembra che sia comunque un argomento che abbia del tutto attinenza con il Piano che si chiama non PSBS ma si chiama Piano della salute e del benessere sociale, e quando si intende benessere sociale credo che si intenda anche la funzione dell'amministratore di sostegno, perché qui si parla del benessere di una categoria di persone che, proprio perché necessita di un amministratore di sostegno, è per definizione fragile, quindi ha necessità che ci sia un servizio adeguato.

Sappiamo bene che, e l'ho detto anche nelle premesse, è l'organo giudiziario che assegna la funzione di amministratore di sostegno che, molto spesso, è delegata a un famigliare laddove la situazione lo consente. Quando questo non è possibile, è stato scelto ed è stato deciso che è la Regione Autonoma Valle d'Aosta a farsi carico di questa funzione.

Non sto a tornare nemmeno io sulla situazione di difficoltà dell'ufficio, che però non è una situazione, questa, che, come abbiamo detto tante volte in queste tre giornate, è legata a una carenza di medici, di infermieri eccetera eccetera; qui parliamo di altro tipo di figure, sempre difficoltà di reperimento di personale è, però io credo che nel tempo ci sia stata una scarsa attenzione nei confronti di quest'ufficio e di questa necessità da parte della popolazione.

Mi fa piacere che siano state avviate queste interlocuzioni con l'Ordine degli avvocati, invece sull'ultima cosa che lei mi ha detto, e cioè che questa struttura di secondo livello è stata spostata in capo al coordinatore delle politiche del lavoro, io non so se considerarlo in senso positivo, perché dalle varie audizioni che ci sono state nel tempo - non mi sto riferendo adesso soltanto al Piano della salute, ma anche a discussioni che sono state fatte in aula circa tante questioni legate alle politiche sociali - mi pare che anche lì non è che ci sia tutta questa possibilità d'intervento, sempre a causa di strutture e organici ridotti, vedremo come funzionerà.

Quello che io so è che il numero di casi che venivano mediamente assegnati per anno al servizio di tutela e curatela della Regione era ed è rimasto altissimo e non ho elementi per credere che nel futuro questa situazione migliori, anzi, con l'invecchiamento progressivo della popolazione e anche con l'isolamento a cui sono sottoposte tutta una serie di persone nella nostra regione, io temo che si andrà in una direzione ancora più di difficoltà e di criticità.

Quello che chiedeva quest'ordine del giorno, lo ricordo, era di impegnare a potenziare il servizio di affidamento, valutando delle situazioni alternative o complementari attraverso il confronto con i Giudici. Quindi una cosa che, torno a dire, è una di quelle che a me paiono di buon senso e che avrebbe tutti gli elementi per essere accettata, perché non è una critica a una cosa che non si fa, ma è una richiesta d'intervenire concretamente e con decisione in una situazione che è già stata peraltro più volte sottolineata, evidenziata e che riguarda davvero, io ne sono convinta, parte del benessere della popolazione della nostra regione.

Presidente - Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Abbiamo letto con attenzione quest'iniziativa che parte da considerazioni che sono assolutamente condivisibili, sono esattamente quelle considerazioni che - come abbiamo detto più volte in questa ormai tre giorni di Consiglio dedicata al Piano per la salute e per il benessere sociale - arrivano dai portatori d'interesse, da coloro che appunto sono stati auditi e hanno portato la loro opinione all'interno delle Commissioni deputate ad ascoltarli ma che, purtroppo, non è stata recepita o non è stata ascoltata; nonostante gli inviti, e qui lo vorrei ricordare, avevamo chiesto al Presidente della V Commissione di fare una sintesi di quelle che erano state le audizioni estrapolando quelle che erano state le proposte o segnalando quelle che erano state le criticità. Ovviamente siamo rimasti inascoltati. Non ho la sintesi, quindi la risposta non c'è.

A fronte di questo, evidentemente, se si fosse fatto questo lavoro, io credo che ai fini del nostro lavoro... ma credo banalmente facendo una riflessione che lei, Assessore, così come tutto il Governo che lei rappresenta su questa materia, avrebbe avuto la possibilità di leggere e dire: "Le infermiere hanno detto che questo non va, questo non va e quest'altro non va, facciamo delle proposte alternative", avrebbe potuto farlo, anche di concerto con il Presidente della V Commissione. Oppure avrebbe potuto prendere le cose positive che erano state espresse e dire: "É vero che le professioni hanno fatto una serie di critiche ma su questo tema e su quest'altro tema invece danno ragione al Governo e quindi rafforzano la proposta che abbiamo fatto".

Nulla di tutto questo è stato fatto, quindi questa è una di quelle cose da ascrivere esattamente a questa fattispecie.

C'è soltanto fondamentalmente un problema: se l'impegnativa si fosse fermata ai giudici tutelari, l'avremmo trovata assolutamente condivisibile, nel senso che si chiedeva di valutare soluzioni alternative o complementari a quelle attuali attraverso il confronto con i giudici tutelari.

Ora, calcando meno su questa frase ma dando un maggior peso rispetto al potenziamento del servizio di affidamento, sicuramente sarebbe stato condivisibile, perché potenziare un servizio della Regione, un servizio così importante come quello che è stato riconosciuto tale proprio dai rappresentanti dell'Ordine degli assistenti sociali, sarebbe stato sicuramente positivo.

Quello che ci lascia un po' perplessi, non soltanto in questo caso ma in generale, è esternalizzare un servizio di questo tipo, cioè coinvolgere professionisti esterni per un servizio così delicato, perché io farei una verifica sulle Regioni in cui è stato proposto, ma tendenzialmente preferisco che un servizio di questo tipo venga affidato a un dipendente della pubblica Amministrazione che evidentemente ha quale impegno quello di seguire e di tutelare la persona e magari meno a chi è giustamente alla ricerca d'incarichi professionali.

Questo non toglie che chi ricerca gli incarichi professionali abbia sicuramente le capacità e le competenze e le faccia secondo il ruolo e anche i valori che l'Ordine di cui fa parte rappresenta, però le esternalizzazioni di questo tipo di servizio riteniamo che potrebbero essere un errore, quindi ci auguriamo che la strada non sia, per fare un esempio concreto, quella dell'esternalizzazione concorrente, potremmo dire così, cioè quella della Società dei servizi, ma sia invece un servizio potenziato della nostra regione che invece possa affrontare in maniera assolutamente importante e sufficiente rispetto al numero di pratiche quello che è necessario affrontare.

Quindi su questo ordine del giorno il gruppo che mi onoro di rappresentare si asterrà.

Presidente - Consigliera Minelli in aggiunta.

Minelli (PCP) - Una precisazione, grazie del tempo, faccio veloce.

La nostra richiesta formulata in questi termini seguiva - e invito poi magari ad andare a vedere l'esito di quel dibattito che c'era stato relativamente a interpellanze e a interrogazioni - le risposte che erano state date allora dall'Assessore e che ci diceva che la situazione era sicuramente molto complessa per assicurare un potenziamento chiamiamolo così interno e che si sarebbero valutate anche soluzioni di questo tipo; peraltro in alcune Regioni è così.

Credo che a monte ci sia la necessità di garantire il servizio, ed è un servizio particolarmente delicato che per il tipo di prestazioni che ci sono possono assolvere appunto i dottori commercialisti o gli avvocati. Non ho qui sottomano i dati relativi al numero degli amministrati, diciamo così, ma erano altissimi e in quel momento diventava veramente difficile, per la persona e mezza che c'era, far fronte a tutto.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 5

Favorevoli: 5

Astenuti: 30 (Aggravi, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Il seguente è il n. 7. La consigliera Erika Guichardaz ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Torniamo a parlare dell'ampliamento del Parini, ma sotto un punto di vista diverso, perché all'interno del Piano della salute e del benessere viene preso l'impegno di avviare un'analisi in merito alla congruità dei posti letto operativi e alla conseguente articolazione delle strutture ospedaliere, anche in riferimento all'intensità di cura che orienti la definizione dell'atto aziendale.

Non sto a ripetere quanto detto questa mattina in discussione dell'ordine del giorno presentato dal collega Lucianaz rispetto alla suddivisione in vari Ospedali del presidio valdostano ma sicuramente, a parte la struttura in sé, la questione dei posti letto è una questione importante e dal momento che sappiamo che è in dirittura d'arrivo o comunque si sta lavorando all'atto aziendale, alla luce di quanto c'è scritto nel Piano della salute e del benessere sociale immaginiamo che quest'analisi prevista nel Piano sia già stata fatta proprio per poter andare a definire l'atto aziendale.

Quello che chiediamo è di prendersi l'impegno di venire in III Commissione a presentare quindi l'analisi riferita ai posti letto e a quel punto magari vedere anche l'ultima versione progettuale perché non l'abbiamo ancora vista con i tecnici, quindi magari poter in qualche modo vedere l'ultima versione progettuale che in questo caso è riferita solo alla fase 3 dell'Ospedale, perché sappiamo che per le altre fasi invece si è ancora in alto mare.

Quindi quello che noi chiediamo è in particolare avere l'analisi che è prevista all'interno del Piano della salute e del benessere.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - L'ultima versione progettuale, riferita alla fase 3 della realizzazione del nuovo presidio ospedaliero Parini per acuti, è già stata oggetto di esame nell'ambito dei lavori della II Commissione consiliare in relazione agli aspetti finanziari.

In tale occasione è stata fornita alla V Commissione parte della documentazione inerente alla progettazione definitiva del nuovo Parini; per quanto invece attiene la capacità di risposta sulla soluzione progettuale prospettata al quadro esigenziale sanitario relativo anche all'integrazione tra l'Ospedale per acuti e altre strutture sanitarie del territorio a media e bassa complessità, è sicuramente data facoltà alla V Commissione di fare un'analisi di questo genere.

Il consiglio che io do - e che avevamo in una qualche maniera anche rappresentato, quando in occasione della legge di assestamento di maggio abbiamo stanziato i 60 milioni di euro - è di aspettare l'autunno del 2023, visto che è in definizione la progettazione esecutiva per poter poi quindi fare un'analisi, secondo me, ancora più appropriata della progettazione definitiva, anche perché con la progettazione esecutiva che ci sarà entro la fine di questo mese sarà data facoltà nelle Commissioni, dove è corretto fare delle valutazioni sulle audizioni ancor più che in Consiglio, chiedendolo direttamente gli Assessori, ma questo lo dico entre guillemets, entre parenthèses... perché, di fatto, tantissime delle iniziative che abbiamo analizzato sinora rispetto al Piano della salute e del benessere sociale chiedono giustamente all'Assessore di convocare una Commissione quando, di fatto, può essere sicuramente fatta un'audizione nelle Commissioni e siccome il Presidente della Commissione di riferimento ha sempre dato piena disponibilità ad audire quando necessario, il consiglio che io do - ma è stato dato, ripeto, in II Commissione quando abbiamo fatto un'analisi della legge di assestamento - è di aspettare che la progettazione esecutiva che era a stretto giro di corsa pronta potesse essere disponibile, cosa che avverrà entro la fine dell'estate, e quindi, secondo me, sicuramente, qualora ce ne fosse la necessità, a quel punto siamo tutti quanti disponibili a incontrarci per trattare il tema.

Tutti gli altri aspetti più operativi che erano stati presi in considerazione e che si stanno definendo in conferenza di servizi rispetto al piano del traffico, rispetto a tutto quanto il resto, stanno dando esiti assolutamente in linea con quelli che abbiamo già affrontato, per cui chiediamo di ritirare l'ordine del giorno, perché quest'ordine del giorno oggettivamente con il Piano della salute e del benessere sociale alla macroarea ospedaliera sicuramente è attinente, ma in senso lato, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Consigliere Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Sarò rapido, però mi tocca precisare il fatto che se l'Amministrazione, se la Giunta fosse deontologicamente seria e ci fosse modo per i Consiglieri, anche di opposizione, di avere la documentazione - oltre a queste 10 pagine del rendering non abbiamo avuto altro in quella Commissione, dei bei disegni ma è tutto qua - sarebbe più comodo avere un rapporto chiaro e discutere approfonditamente sugli argomenti.

In quella Commissione il 17 maggio scorso a un certo momento un membro esperto della Commissione ha detto: "Non è il momento di parlare di aspetti tecnici, qui si tratta solo di aspetti finanziari" ed è stato stoppato in qualche modo l'approfondimento sulla questione.

Aspettiamo sempre la buona volontà del Presidente della V Commissione. In otto mesi, ripeto, non ho ancora avuto modo di discutere di quest'argomento in V Commissione e io spero proprio che ci sia la volontà di questa maggioranza di scendere su quest'argomento.

Ci sono dichiarazioni che affermano che il progetto originario praticamente è rimasto lo stesso, ma anche questo è un altro fatto non corretto. L'Assessore alla sanità Bertschy nel 2018 ebbe modo di dire: "Il futuro presidio unico regionale sarà funzionale soltanto una volta completato l'edificio di ampliamento che prevede 265 posti letto e ristrutturati gli edifici dell'Ospedale esistente"; questo dopo che la Giunta regionale il 13 febbraio 2014 - e qui abbiamo cinque membri di quella Giunta ancora seduti in questo Consiglio - aveva richiesto la modifica al progetto esecutivo approvato; è la Giunta stessa - e Testolin se lo ricorderà bene - che ha chiesto di modificare il progetto, proprio abolendo alcune parti, tipo l'eliporto, tipo la riduzione in altezza dell'edificio, quindi i corrispondenti 16 posti letto, tipo la soppressione di due piani del parcheggio eccetera eccetera.

Quindi è stato tutto fatto in casa vostra, quello che chiedo io come Consigliere di opposizione è che almeno per una volta ci sia modo di vedere questi progetti, di vedere questi calcoli; anche in Commissione ho fatto presente che i conti non corrispondono a quanto pronunciato dall'Assessore in aula, perché le rendicontazioni fino al 2020 erano differenti. Si chiede umilmente che si possano vedere questi documenti, che ci sia modo senza andare ogni volta a fare accesso agli atti e quindi dare fastidio agli uffici, ai funzionari, che sia l'uomo politico, l'amministratore competente, a farci la gentilezza di procurarci i dati, procurarci i progetti e vedere una volta per tutte di cosa si sta discutendo.

Siete stati finora capaci di mettere 60 milioni su questo progetto. Bravi, li avete, spendeteli, il fatto è che chiediamo, una volta, umilmente di avere la possibilità di vedere una carta che sia una. Vergogna.

Presidente - Consigliere Restano.

Restano (GM) - Intervengo per motivi diversi da quelli del collega Lucianaz, perché su questo punto siamo veramente su posizioni diverse, però vorrei significare che la Commissione competente è la quinta, che l'Assessore ha dato la disponibilità, vorrei sentire... Ce lo dica, perché poi non vorrei rischiare che, ligio agli ordini ricevuti sei mesi prima, si rifiuti, come è già accaduto, quindi non è la seconda commissione, perché l'aspetto finanziario è una cosa, in seconda abbiamo analizzato determinate cose, l'ha riferito poc'anzi; quando sarà il momento sarebbe gradito poter analizzare insieme il progetto o quella parte di progetto, perché non so se sarà un progetto definitivo che comprenderà l'intero complesso ospedaliero, però sarebbe importante avere le dovute informazioni e il dovuto confronto in V Commissione.

Presidente - Consigliere Baccega.

Baccega (FI) - Torniamo sull'argomento del nuovo Ospedale e della ristrutturazione del Parini, come si è fatto questa mattina. Quest'ordine del giorno va nella direzione in cui avevamo sottolineato l'esigenza di avere maggiore chiarezza e un quadro generale di quale intervento si andrà a fare. Voglio richiamare quelli che sono stati i nostri comportamenti finora: abbiamo sostenuto l'ampliamento del Parini e il nuovo Ospedale che si andrà a realizzare, di cui abbiamo solo un rendering ma sul quale chiediamo ulteriormente chiarezza; questa mattina ho evidenziato che individuare altri spazi diventa complicato, soprattutto per chi dice che a Saint-Christophe si potrebbe fare un Ospedale.

Allora voglio citare un testo che è il testo dell'ENAC, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, che al capitolo 9 del paragrafo 6 prevede: "Prescrizioni per la redazione del piano di rischio dell'aeroporto: fermo restando il mantenimento delle edificazioni delle attività esistenti sul territorio" - quindi quello che esiste rimane - "Per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio, in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico edilizia".

Sappiamo che il Comune di Saint-Christophe ha già dato un parere negativo, non so se sono stati coinvolti altri Comuni limitrofi - si parla di Pollein, si parla di altri Comuni, ma mi sembra di no - e soprattutto si evidenzia che nella zona B può essere prevista una modesta funzione residenziale con indici di edificabilità bassi e attività non residenziali con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone, quindi è la zona B.

Nel portale della Regione, l'area che era stata individuata da quel gruppo che individuava nell'area vicino alla cooperativa Fontine l'installazione del nuovo Ospedale, è zona B, quindi vanno evitati insediamenti a elevato affollamento quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione di licenza intensiva, costruzioni di scuole, Ospedali e, in generale, obiettivi sensibili.

Sulla base di queste considerazioni, noi abbiamo sempre e fortemente sostenuto l'intervento che purtroppo da anni evidenziamo come quello più confacente.

Sessanta milioni d'investimento suppletivo, ma che non basteranno, lo abbiamo già detto, ci fanno pensare che è opportuno che si ritorni al tavolo e che vengano affrontate le varie questioni.

Per questo voteremo quest'ordine del giorno.

Presidente - Consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Mi stupisce molto la risposta dell'Assessore, perché è proprio scritto nel Piano quello che io sto chiedendo, cioè si dice a pag. 104 del Piano "In merito alla capacità funzionale del presidio ospedaliero, il Piano dispone di avviare un'analisi in merito alla congruità dei posti letto operativi e alla conseguente articolazione delle strutture ospedaliere anche in riferimento all'intensità di cura che orienti la definizione dell'atto aziendale".

Quindi non è che è un elemento messo lì, ma è un elemento scritto, e non credo sia un refuso in questo caso, magari lo è, quindi magari fate un emendamento anche questa volta come per la delibera sulla formazione e toglietelo, ma credo che sia anche di buon senso che l'atto aziendale debba in qualche modo conoscere gli spazi dell'Ospedale che si andrà a costruire, mi sembra il minimo.

Quindi sinceramente io la sua risposta non l'ho compresa. Ho compreso, rispetto al progetto esecutivo, ma quello che dico è: siete venuti a dire che l'atto aziendale è quasi in dirittura d'arrivo, su questo documento, che è il Piano della salute e del benessere, dite che per fare l'atto aziendale avete bisogno anche dell'analisi dei posti letto, dov'è la difficoltà a consegnare l'analisi dei posti letto se l'atto aziendale è in dirittura d'arrivo? Sennò vuol dire che l'atto aziendale non è in dirittura d'arrivo, quindi quello che è stato detto non è così, ma delle due l'una.

E lo ha chiesto anche prima di me il consigliere Lucianaz: se c'è un documento, dov'è la difficoltà a trasmetterlo? Trovo veramente assurda questa presa di posizione.

Con piacere ascolto il collega Baccega rispetto alla questione dell'ENAC, mi farebbe piacere conoscere il parere dell'ENAC sull'atterraggio invece all'interno del Comune di Aosta, perché noi lo abbiamo chiesto più volte e non lo abbiamo avuto.

Quindi anche in questo caso se qualcuno della maggioranza ce l'ha - parlo con il collega Chatrian che dice che c'è il parere dell'ENAC - allora magari, visto che io l'ho chiesto e non l'ho mai avuto su Aosta, chiedo se è possibile averlo.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 15

Favorevoli: 15

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo al n. 8. La consigliera Minelli si è prenotata, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Il piano che stiamo discutendo, il Piano regionale per la salute e il benessere, nella macroarea 4, che è quella relativa alla programmazione...

Presidente - Scusi Consigliera, la interrompo un attimo perché c'è un brusio di fondo francamente fastidioso. Chiedo ai Consiglieri che sono in aula di interrompere il chiacchiericcio e di permettere a chi interviene di farlo senza difficoltà. Consigliera, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Grazie, Presidente, anche per questo intervento. Dicevo che nella macroarea 4, che è quella relativa alla programmazione dei servizi sociali in una logica di welfare integrativo e generativo, nel paragrafo sulle politiche e i servizi per la disabilità e la non autosufficienza c'è un punto che è dedicato agli interventi finalizzati all'inclusione sociale e alla vita indipendente.

In questo punto il Piano stabilisce di potenziare le attività e i progetti che sono già avviati finalizzati a favorire l'inclusione sociale e il diritto a una vita indipendente delle persone con disabilità e si promuovono vari interventi, tra cui quello dell'assistente personale, attraverso un contributo economico per l'assunzione di tale assistenza.

È questo uno strumento, quello dell'assistente personale, insieme alle cosiddette badanti, che costituisce - lo sappiamo tutti, credo - un'importante alternativa all'inserimento nelle strutture residenziali dedicate e permette alle persone che ne hanno bisogno di mantenere non solo la continuità abitativa ma la continuità della qualità della propria vita precedente.

A noi non risulta essere attiva in questo momento una formazione specifica per assistenti personali e badanti che garantisca una professionalità di cui si sente sempre di più l'esigenza.

La popolazione valdostana, come peraltro la popolazione nazionale e mondiale direi, invecchia sempre di più, una volta si parlava di popolazione over 65, oggi i dati che dobbiamo prendere in considerazione sono quelli della popolazione over 75 che sono peggiori di quelli che fino a 20 anni fa si consideravano persone anziane sopra i 65 anni, quindi è un tema di cui dobbiamo essere - e credo che lo siamo tutti - consapevoli, però c'è necessità di un'assistenza che sia adeguata, che sia anche di qualità, io credo che le persone che devono occuparsi in questo momento dei nostri anziani e in un futuro di noi debbano anche essere formate per garantire dei servizi che siano il più possibile adeguati.

Come dicevo noi non abbiamo visto una formazione specifica in questo periodo, praticamente tutta l'organizzazione del servizio di assistenza domiciliare tramite sia assistenti personali che badanti è lasciata all'iniziativa delle famiglie, o addirittura dei soggetti che ne hanno bisogno in primis quando sono in grado di occuparsi delle pratiche organizzative, ci sono sì delle agenzie, delle cooperative, che però non mi è mai ben chiaro se organizzino dei corsi preventivi di formazione per il personale che propongono.

Se l'obiettivo, come è dichiarato in più parti di questo Piano, è evitare l'assistenzialismo tout court, un assistenzialismo che per l'argomento specifico significa dell'assistenza alle persone anziane non autosufficienti, significa poi dover implementare delle strutture, strutture che hanno costi notevoli sia per la loro costruzione che per la gestione e la manutenzione, allora, se l'obiettivo è questo, è bene ragionare in maniera molto seria sulla formazione che permetterebbe di avere un personale di cura, chiamiamolo così, alternativo.

Io sono personalmente convinta che nella stragrande maggioranza dei casi una persona anziana o comunque non autosufficiente dovrebbe poter rimanere il più a lungo possibile nella sua casa o comunque nel suo contesto familiare e anche comunitario, ovviamente quando le condizioni lo permettano, ma credo anche che questo debba avvenire con delle cure che siano il più possibile adeguate e con un personale che sia un personale davvero formato.

Prima dicevo che non abbiamo reperito notizie sulla formazione, sul sito della Regione è pubblicato l'elenco unico regionale degli assistenti personali, insieme all'elenco ci sono nove, mi pare, video che spiegano l'importanza della formazione a chi vuole fare o comunque fa questo mestiere. L'elenco è aggiornato al 19 aprile del 2023, è diviso per Comune di residenza o di domicilio dell'assistente. A un certo punto di questo elenco c'è una colonna che si chiama "Certificazione" in cui sono aggiornati i dati rispetto alla certificazione delle competenze ottenute a seguito di un superamento di prove d'esame, che da quello che ho capito è un esame che queste persone hanno sostenuto tempo fa.

In quest'elenco di 35 pagine, ce ne sono 6 in cui accanto al nome dell'assistente nella colonna "Certificazione" c'è il vuoto, quindi presumiamo che le persone in questione non abbiano sostenuto alcuna formazione.

Negli altri 29 fogli, nella colonna "Certificazione" circa la metà delle caselle è vuota, non c'è un numero progressivo degli assistenti, quindi non so dire quanti siano ma sono parecchi, non mi sono messa a contarli.

Quello che non c'è nel sito è appunto l'informazione circa i corsi NATO appena conclusi; si fa riferimento soltanto genericamente a un corso di formazione di 120 ore di cui 40 di tirocinio e 80 di teoria e c'è scritto che sono escluse dalla frequenza al tirocinio le persone che hanno in corso un contratto di lavoro di assistente personale e non so se avere un contratto in corso equivalga a una formazione che in qualche modo viene tenuta per buona, per una certificazione.

Quindi non so neanche, perché non sono riuscita, è una mia negligenza, a recuperare il dato degli ultimi corsi che ci sono stati; ho anche cercato se qualche Associazione o Ente del terzo settore propone dei corsi, ho trovato soltanto sulla pagina dell'ENAIP una voce "Assistenti personali", però c'è scritto "Pagina in costruzione".

Quindi non abbiamo delle informazioni certe.

Quello che si chiede con l'ordine del giorno è di prevedere dei percorsi strutturati di formazione per gli assistenti personali e per badanti con il fine, non sto a ripetere, che ho esplicitato poc'anzi, cioè di raggiungere una maggiore professionalità che garantisca un adeguato livello di assistenza domiciliare, con l'obiettivo finale che è ricorrere sempre meno all'assistenza nelle strutture dedicate e mantenere quello stile di vita e qualità di vita delle persone anziane non autosufficienti per tutto il tempo possibile.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Il PSBS prevede nell'ambito della macroarea 4, interventi finalizzati all'inclusione sociale e alla vita indipendente, azioni di sistema volte a potenziare la formazione degli operatori e degli assistenti personali al fine di garantire una maggiore professionalità e un adeguato livello di assistenza domiciliare.

Il Piano della formazione continua, approvato con la delibera di Giunta 565 del 22 maggio 2023, quindi di fatto un mese fa, rivolto al personale socio-assistenziale, socio-sanitario e socio-educativo prevede invece una serie d'interventi formativi e rivede la figura dell'assistente personale iscritta al registro personale sulle seguenti tematiche: l'alimentazione delle persone disfagiche, la movimentazione e mobilizzazione delle persone con ridotti livelli di non autosufficienza, anche attraverso l'utilizzo di ausili di accompagnamento alla morte, i disturbi comportamentali di base caratteristici delle demenze e delle malattie di Alzheimer, il primo soccorso, l'assistenza alla vita indipendente con particolare riferimento alla relazione tra l'assistente personale e il datore di lavoro, la relazione di cura, le cure palliative, l'assistenza alle persone con disabilità, l'autodeterminazione delle persone con disabilità e i caregivers familiari.

Tali interventi, finalizzati a garantire la permanenza a domicilio degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, sono coerenti con le disposizioni contenute nella legge delega n. 33/2023, relativa alla riforma dell'assistenza agli anziani non autosufficienti e con la legge delega n. 227/21, relativa alla riforma in materia di disabilità.

Si ricorda inoltre che, ai sensi della legge regionale 23/2010, sono previsti contributi per l'assunzione della figura dell'assistente personale per le persone anziane e le persone con disabilità, dimostrando l'attenzione e la sensibilità che l'amministrazione regionale ha nei confronti di quest'importante figura professionale e del ruolo di cura che la stessa assicura.

In tal senso ricordiamo che il D.L. 103 è stato licenziato dalla Giunta regionale il 26 aprile e che oggi è in discussione in V Commissione e auspichiamo abbia una risposta nel più breve tempo possibile vista l'attenzione di tutto il Consiglio che ha posto in essere, a partire dal collega Marquis che la richiama continuamente e giustamente.

Presidente - Consigliere Marquis, si è prenotato.

Marquis (FI) - Grazie, Assessore, per la risposta e grazie soprattutto alla collega Minelli per aver presentato quest'iniziativa, unitamente alla collega di gruppo Guichardaz.

Credo che sia un argomento molto importante che è stato posto all'attenzione della discussione di questo dibattito in aula e che meriti una giusta considerazione.

Condividiamo appieno come gruppo la proposta fatta dalle colleghe perché riteniamo che le figure dell'assistente personale e delle badanti siano fondamentali per poter garantire un'assistenza e una cura di chi ha delle fragilità e dei problemi nel contesto familiare e crediamo fermamente che bisogna immaginare un percorso alternativo, quello istituzionalizzato, solo laddove non se ne può fare a meno nella nostra comunità valdostana.

Siamo molto interessati a questi percorsi di formazione perché riteniamo che la formazione è fondamentale per poter dare un'assistenza con la giusta preparazione e anche con la giusta sensibilità e non è giusto che avvenga il tutto come è oggi grazie alla sensibilità e al modo autodidatta di formazione che hanno queste persone che si prendono cura di chi presenta delle caratteristiche di disabilità o di non autosufficienza.

Quello che mi preoccupa è il discorso della certificazione, a onor del vero, perché già in altri settori, sempre nella disabilità, e faccio riferimento, ad esempio, alla figura dei Case Manager, è stato istituito un percorso di formazione e di certificazione.

In questo momento c'è un problema molto preciso, non ci sono persone certificate e quindi non si possono garantire le funzioni.

Quindi, a mio avviso, è vero che è bene tendere a un discorso di certificazione, però bisognerebbe mantenere una misura ponte nel frattempo, che ci sia un adeguato numero di persone che sono certificate e che possano le altre che non hanno certificazione dare assistenza, perché sennò ci troveremmo nella condizione come oggi per i cash manager. Non ci sono sufficienti persone e quelle che avrebbero la capacità e la volontà di dare questo tipo di servizio non sono in condizioni di poterlo fare, quindi la persona disabile, o priva di autosufficienza, si trova nella condizione di non poter avere la copertura di un servizio.

Il nostro invito è che si proceda - e va bene - nella direzione della certificazione, ma con molta cautela e attenzione perché è prioritario l'aspetto formativo che hanno indicato le colleghe cercando di evitare che si crei questa zona d'ombra, questa zona di passaggio, di transizione tra un modello e l'altro che vada poi a creare delle condizioni di disservizio a chi invece ha bisogno della giusta cura e attenzione.

Presidente - Consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Io devo dire che devo rileggere con attenzione la delibera del 22 maggio 2023 a cui lei ha fatto riferimento, perché adesso ci ha parlato di una serie di obiettivi che questa delibera stabilisce; la nostra richiesta era quella di sollecitare percorsi strutturati, io intendo non soltanto "che cosa fare" ma proprio "quando e come fare".

Abbiamo insistito anche sulla questione della certificazione perché il discorso per quello che riguarda le badanti in particolare è un po' diverso rispetto al discorso del Case manager che faceva adesso il collega Marquis, anche perché sappiamo che di personale disponibile in questo senso, a livello parlo non tanto degli assistenti personali quanto più delle badanti, ce n'è di più e quella misura ponte a cui lui faceva riferimento forse qui non è così necessaria.

Quello che è vero è che quando una famiglia è nelle condizioni di dover cercare un'assistente per un proprio familiare, a che cosa si affida? Al passaparola sostanzialmente, la richiesta a chi ha già dovuto passare attraverso quest'esperienza di referenze orali, che vengono comunicate da persona a persona, per sperare di fare la scelta giusta e di trovare un operatore che funzioni nella situazione che si deve affrontare.

Io credo che sia importante anche poi quello che ha detto l'Assessore, cioè che in V Commissione si faccia un esame approfondito del disegno di legge 103 per cui sono state presentate mi pare anche già delle proposte di correzione, di emendamento da parte di alcune delle associazioni che sono già state audite.

Sulla questione del contributo che viene attualmente già erogato sia per gli assistenti personali che per badanti, l'Assessore lo ha definito come anche un'espressione della sensibilità di questa amministrazione regionale, io credo che si può valutare come sensibilità ma credo che sia da valutare come un atto che va nell'ottica di quella che è in maniera più generale l'assistenza alle persone ed è coerente con quell'obiettivo di evitare il trasferimento di tanti in struttura, cosa che, in ultima analisi può voler anche significare un risparmio per le casse dell'Amministrazione, perché credo che i contributi che vengono erogati alle famiglie non sono paragonabili al costo che rappresenta per l'amministrazione regionale un posto in struttura.

Presidente - Se non ci sono altri interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Ordine del giorno n. 9 di PCP. Consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Il Piano della salute e del benessere pone tra gli obiettivi della macroarea 5 la predisposizione d'interventi urgenti alla prova di accertamento della lingua francese nell'ambito delle procedure concorsuali avviate dall'Azienda USL per conseguire una maggiore risposta ai bandi concorsuali da parte dei professionisti sanitari.

Tenuto conto che non vi è stato alcun emendamento soppressivo, quindi immagino che la volontà sia quella di andare anche oltre la legge 1/2023 in cui già si mettevano delle nuove norme rispetto all'accertamento, e vista la carenza di personale che viene spesso riproposta all'interno dell'aula, e anche tenuto conto del fatto che già con questo primo passo - ossia togliere la prova di francese almeno per la parte a tempo determinato - sta comunque aumentando il numero degli iscritti ai vari concorsi in sanità, quello che noi chiediamo è di sbloccare anche l'altra parte, lo avevamo proposto con un emendamento alla legge 1/2023, lo riproponiamo con impegno, visto che ci sembra di aver capito dal Piano che si voglia anche andare oltre a quello che è già stato predisposto, quindi quello che noi chiediamo è, al fine di aumentare anche l'attrattività del sistema sanitario, di permettere comunque anche l'assunzione a tempo indeterminato, certo con la priorità per chi naturalmente ottiene l'accertamento della lingua francese, ma comunque di pensare anche all'assunzione a tempo indeterminato per coloro che non dovessero averla.

Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.

Marzi (SA) - La legge regionale 1/2023 rappresenta un intervento straordinario e temporaneo elaborato con grande attenzione di natura normativa, contemperando le esigenze contingenti con le disposizioni contingenti in materia che vedono in Valle d'Aosta l'obbligatorietà di accertamento della conoscenza della lingua francese per poter accedere al pubblico impiego.

A mio modesto avviso - lo dico con estremo rispetto - non è corretto, e non sto parlando dell'ordine del giorno, sto parlando della trattazione del tema, mettere l'accertamento della lingua francese in questa regione come questione che può essere o meno superata, perché l'accertamento della lingua francese in questa regione per il pubblico impiego è di natura ontologica e identitaria.

Tornando all'ordine del giorno, per assicurare alla norma una maggiore certezza di approvazione, senza incorrere in un'eventuale impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri, la stessa è stata predisposta sul modello di analoghe norme statali che sono state appositamente strutturate ai fini del reclutamento del personale sanitario fondamentale nel periodo di emergenza sanitaria.

Con questo non sto dicendo che il suo ordine del giorno metta in discussione quanto sopra, sto dicendo che l'oggetto del contendere, rispetto all'accertamento della lingua francese in Valle d'Aosta per il pubblico impiego, è ontologico e quindi può essere strutturato da un punto di vista normativo nella maniera in cui la 1/2023 lo consente per ottenere i risultati straordinari in merito all'assunzione di personale sanitario in deroga. Per questo motivo le chiedo di ritirare l'ordine del giorno oppure ci asterremo.

Presidente - Consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Siamo state momentaneamente disturbate quindi abbiamo sentito la prima parte della sua risposta ma non le chiedo di reintervenire, ce l'andremo a riascoltare.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Ho semplicemente rappresentato in una brevissima formule figée che il tema dell'accertamento della conoscenza della lingua francese in Valle d'Aosta è ontologico e identitario, quindi è aprioristico rispetto alle eventuali deroghe, nonostante tutte le accortezze legislative del caso rispetto alla 1/2023, e ho anche poi ribadito che quindi il suo ordine del giorno non ha assolutamente l'obiettivo di mettere in discussione l'ontologia e l'identità dell'accertamento della lingua francese, ma che, di fatto, nel trattare questioni di natura legislativa sul pubblico impiego, bisogna muoversi lungo binari preimpostati da normative già esistenti nonostante la straordinarietà del caso.

Presidente - Consigliera Erika Guichardaz per i minuti restanti, a lei la parola.

Guichardaz E. (PCP) - Semplicemente per dire che allora ritiro quest'ordine del giorno e la ringrazio. Naturalmente aveva ben compreso qual era l'obiettivo e non quindi una questione semplicemente legata al fatto della carenza di personale e all'idea di un aumento dello stesso.

Presidente - Ordine del giorno n. 10 di PCP. Per l'illustrazione, consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Anche quest'ordine del giorno è concepito nella stessa ottica del precedente che ho illustrato poco fa: riguarda in questo caso la figura degli educatori professionali, una figura che siamo abituati forse a vedere e a conoscere, anche una figura su cui abbiamo già discusso parecchio in Consiglio regionale per quello che riguarda la loro funzione nei confronti dell'affiancamento agli insegnanti di sostegno, quindi nel mondo più legato alla disabilità e alla scuola.

Nel Piano regionale per la salute e il benessere alle pagine 125 e 126 si evidenzia che è necessario adottare un approccio fortemente trasversale per favorire l'integrazione degli interventi non solo sociali e sanitari ma anche educativi e formativi, e questo è un obiettivo a cui deve tendere la programmazione regionale, un obiettivo su cui concordiamo, che ci vede d'accordo.

Nella bozza si scrive anche che bisogna superare, e ne abbiamo già anche parlato precedentemente, le pratiche assistenzialistiche, basate sulla messa a disposizione di supporti economici e che bisogna individuare degli strumenti utili a migliorare la condizione di vita di ogni persona, intesa nella sua unità, ma con bisogni diversificati sia nelle diverse fasi della vita che nelle situazioni contingenti e che richiedono delle risposte e dei supporti trasversali non limitati a interventi settoriali inidonei a prendere in carico la persona nel suo complesso.

Ancora, l'obiettivo che si dichiara è quello di indirizzarsi verso un nuovo modello culturale, capace di orientare le politiche verso un sistema di welfare di comunità e generativo che necessita dell'apporto di tutti e, oltre a redistribuire le risorse, deve promuoverne la moltiplicazione, generare benefici diffusi, prevedendo alcuni cambiamenti per i quali è indispensabile un lavoro di condivisione, con il coinvolgimento di tutti i settori del territorio. Quindi una serie di obiettivi che vengono messi nero su bianco e che sono sicuramente condivisibili.

Riteniamo però che in questa ottica che viene proposta da chi ha scritto il Piano e che questa maggioranza sostiene, riteniamo che sia necessario incrementare nella nostra Regione la presenza degli educatori professionali, incrementarla sia per quello che riguarda le strutture socio-assistenziali per anziani sia per le persone con disabilità.

Nelle strutture per anziani attualmente sono pochi gli educatori professionali, abbiamo - lo sappiamo - necessità di avere degli infermieri, delle OSS, che anche lì sappiamo non essere in numero sufficiente e che devono essere implementate, però riteniamo che ci sia necessità anche di questa figura che ha dei compiti diversi rispetto a quelli che hanno OSS e infermieri.

Gli educatori professionali sono sicuramente delle figure che possono operare per il miglioramento del benessere delle persone che sono nelle strutture e che però potrebbero anche essere di aiuto sul territorio, mi riferisco ad attività che non sono legate strettamente a necessità primarie che sono appunto l'aiuto nell'alimentazione, la cura, l'igiene eccetera eccetera, mi riferisco a tutta una serie di attività formative anche di tipo ricreativo che queste persone possono svolgere adeguatamente.

Questo nell'ottica, come il Piano ben evidenzia, di un maggiore benessere e un miglioramento della condizione di vita di ogni persona.

Motivo per cui quest'ordine del giorno chiede varie cose: la prima è di sostenere l'incremento del numero degli educatori professionali attraverso dei percorsi di orientamento scolastico dedicati; sappiamo che per quello che riguarda l'orientamento sono in atto delle interlocuzioni: si sta predisponendo un percorso diverso da quello che attualmente nelle scuole viene applicato, riteniamo che questo sia molto importante, più volte ne abbiamo discusso in altri contesti, è necessario che si faccia un orientamento scolastico che sia anche un orientamento di tipo professionale importante. Abbiamo visto che ci sono dei progetti in corso tra Assessorato alla formazione lavoro e Assessorato all'istruzione, crediamo che però, proprio per la figura dell'educatore professionale, sia necessario che anche all'interno delle attività dell'Assessorato alla sanità ci sia un favorire, un promuovere l'accesso a questa professione, e poi va valorizzata questa figura professionale.

La seconda cosa che chiede l'ordine del giorno è di prevedere un aumento degli educatori professionali nelle strutture residenziali per anziani e persone con disabilità e per fare questo è necessario per forza inserire nei capitolati di onere delle gare d'appalto delle risorse dedicate.

La terza cosa che chiede l'ordine del giorno è di potenziare l'educativa territoriale.

Attualmente l'educativa territoriale si fa soltanto per le persone con problemi mentali, è attiva appunto solo per la salute mentale, invece noi riteniamo che l'educativa territoriale debba essere implementata, ma questo sempre - e lo dicevo in apertura dell'illustrazione - in un'ottica di miglioramento della situazione generale e della possibilità di mantenere l'inserimento di queste persone nei loro contesti di vita.

Ovviamente l'obiettivo finale è permettere di perseguire degli obiettivi individuali di crescita e di sviluppo, in età adulta e anche in tarda età.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Il PSBS prevede nell'ambito del sostegno alle famiglie e alle persone con disabilità e non autosufficienti il potenziamento dei servizi educativi territoriali e domiciliari, al fine di garantirne la permanenza a domicilio.

In continuità con quanto previsto dal PSBS, il Piano regionale per la non autosufficienza 2023-2025, uno dei LEPS delle dieci deliberazioni - che abbiamo citato quando in premessa abbiamo fatto un'analisi puntuale delle macroaree, più che in premessa quando ho dato avvio alla discussione sul PSBS recentemente approvato dalla Giunta regionale mediante la delibera di Giunta regionale 630/2023 - prevede il potenziamento del servizio di educativa territoriale in favore delle persone con disabilità.

Il servizio è finalizzato a garantire la piena integrazione delle persone con disabilità nell'ambito dei progetti di presa in carico elaborati dall'Unità di valutazione multidimensionale per la disabilità, quella che tecnicamente - ci ho messo un po' di tempo a capirlo - si chiama UVMD, che è stata oggetto di confronto durante alcune iniziative poste, a partire da quelle del collega Marquis.

Per quanto riguarda la richiesta di aumento degli educatori professionali, tale figura riveste invece un ruolo centrale nell'assistenza delle persone con disabilità, ma attualmente non per ciò che concerne le strutture residenziali per anziani.

In via generale il potenziamento del servizio di educativa professionale, da lei richiamato nell'ordine del giorno oggetto di confronto, potrà realizzarsi a seguito di valutazioni molto più ampie che però in generale devono prendere in considerazione il reperimento delle figure professionali di cui sopra.

Spessissimo, all'interno delle professionalità di natura sanitaria, socio-sanitaria e socio-assistenziale abbiamo richiamato, ahimè, come nel caso degli educatori, la loro assoluta necessità e la loro centralità nella gestione di determinati servizi, ma anche l'assoluta difficoltà che stiamo oggi incontrando, naturalmente non soltanto noi a livello regionale, ma anche tutto il mondo del terzo settore, nel reperire questo genere di professionalità, professionalità che tra l'altro in questo momento è anche molto - scusate il termine improprio - appetita dal mondo della scuola.

In tal senso siamo a chiedervi di ritirare l'iniziativa oppure ci asterremo.

Presidente - Consigliere Restano ne ha facoltà.

Restano (GM) - Intervento a tutela dell'ordine professionale.

L'educatore professionale oggi è una laurea di primo livello, lo dico perché non escano dei corsi... probabilmente non ho capito bene quanto ha detto la collega, quindi, qualora avessimo la buona intenzione, Assessore, di formare attraverso dei corsi di laurea specifici anche in Valle d'Aosta degli educatori professionali, faremmo buona cosa.

Pertanto io voterò a favore di quest'iniziativa, soprattutto perché l'utilizzo di questa figura professionale è richiesto da più parti dall'Azienda sanitaria in determinati reparti dove operano attualmente, abbiamo parlato oggi del sistema penitenziario e anche di dove ha sottolineato la collega.

Presidente - Consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Alcune considerazioni: posto che so benissimo che c'è una difficoltà a reperire queste professionalità, io credo che l'argomento che è stato trattato, ma come anche altri che abbiamo già trattato precedentemente, prevede un approccio anche nella discussione che dovrebbe essere di tipo diverso e multisettoriale, inteso anche come coinvolgimento delle persone che ne discutono a livello di rappresentanti di Assessorati, qui abbiamo tutta la Giunta presente. Quando si parla di percorsi di orientamento scolastico, poi ha fatto bene il collega Restano a specificare: l'orientamento scolastico non è soltanto per il passaggio dalla scuola secondaria inferiore ai corsi della scuola secondaria superiore, ma, quando si fa un orientamento scolastico serio e mirato, si fa anche in prospettiva fino al percorso universitario, ed effettivamente la figura dell'educatore professionale è una figura che prevede un corso di laurea; quello più vicino per noi è a Torino, precedentemente era molto più distante, mi sembra nel Piemonte orientale, forse perché all'epoca, quando sono usciti questi primi corsi universitari, avevo amici che li frequentavano, la Regione aveva istituito addirittura un servizio, sto parlando di almeno di 25-30 anni, non so se era di trasporto o di aiuto nei soggiorni per chi doveva rimanere a studiare.

Non so se può essere presa in considerazione e se è opportuno pensare a corsi di laurea da noi, io sarei più propensa a facilitare la permanenza dei nostri studenti nelle Università che già hanno questi corsi.

Di sicuro è importante una cosa che è stata detta ma che è una finalità, è un obiettivo che di concreto al momento mi pare che abbia poco. L'Assessore ha citato l'educativa territoriale come obiettivo, però ha detto: "Questa sarà una cosa che si dovrà fare" - se si farà - "A seguito di valutazioni molto ampie" che, ovviamente, come sempre, richiederanno dei tempi.

La sollecitazione che noi volevamo fare è quella di ragionare velocemente su un percorso di questo tipo, a partire - ed era non a caso il primo punto dell'impegnativa - dalla questione dei percorsi di orientamento, perché se è vero che gli enti del terzo settore lamentano una difficoltà a recepire queste professionalità, vuol dire che a monte ci deve essere un lavoro anche delle istituzioni, in questo caso la nostra istituzione, che faccia il possibile per presentare questi percorsi orientativi.

Quando dico presentare i percorsi orientativi, e questo lo dico un po' al di là dell'ordine del giorno - ma visto che si parla di questo ci tengo a sottolinearlo - non vorrei che come è già accaduto in passato il percorso che si sta mettendo in piedi sfoci poi nella pubblicazione di una guida per l'orientamento scolastico, che può essere utile ma per anni quelle guide sono state mandate alle scuole così, come materiale un po' come quello del catalogo dell'offerta formativa, poi però ogni scuola si doveva un po' organizzare e aggiustare per conto suo.

Se noi pensiamo che dobbiamo fare un forte contrasto all'abbandono scolastico, se dobbiamo fare una pianificazione delle risorse che ci serviranno per il futuro, è fondamentale partire da un progetto di orientamento scolastico che sia assolutamente mirato e ben tarato sulla situazione della nostra regione, altrimenti continueremo a essere in sofferenza per quello che riguarda il personale, a dover dipendere da professionalità che vengono magari dall'esterno e che poi, non avendo noi una sufficiente attrattività, a un certo punto se ne vanno.

Io spero che queste indicazioni che ci sono già nelle dieci delibere che lei ha citato per il raggiungimento dei LEPS poi trovino concretezza e che ci sia una messa a terra che sia effettivamente operativa.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Ordine del giorno n. 11, sempre di PCP. Si è prenotata la consigliera Minelli a cui passo la parola.

Minelli (PCP) - I prossimi tre ordini del giorno saranno illustrati dalla sottoscritta così non so se sarà soltanto uno scambio tra me e il collega Marzi, magari no, magari qualcuno interverrà, altrimenti cercherò di non impegnarla troppo, Assessore, perché credo che cominci anche a essere un po' stanco e lo posso anche capire.

L'ordine del giorno che proponiamo riguarda un tema che in parte è già stato affrontato dai colleghi della Lega, mi sembra dal collega Manfrin, se non sbaglio, e riguarda la figura e il ruolo degli assistenti sociali nella gestione dei servizi socio-assistenziali e socio-educativi.

la bozza di Piano che noi abbiamo ricevuto e su cui abbiamo ragionato, fino a quando non sono arrivati gli emendamenti del nuovo Assessore, prevedeva a pag. 128 l'istituzione di un ente strumentale per la gestione dei servizi e degli interventi socio-assistenziali e socio-educativi.

Una proposta che noi condividevamo, perché ci sembrava importante arrivare alla creazione di questo ente strumentale.

Quando in audizione sono venuti i rappresentanti dell'Ordine degli assistenti sociali, hanno evidenziato il loro favore a questa proposta e poi hanno anche lasciato alla Commissione un documento. In questo documento hanno scritto "L'analisi complessiva del testo della bozza del Piano della salute evidenzia una preponderanza di obiettivi nell'ambito sanitario e un'esposizione, seppure collegata correttamente alle indicazioni delle pianificazioni nazionali, teorica del servizio sociale professionale che risulta difficile interpretare rispetto alla concretizzazione, sia nei modi sia nei tempi".

A me sembra che quest'osservazione fosse un'osservazione da tenere in considerazione perché effettivamente il tema della concretizzazione, il tema dei tempi anche, credo sia molto importante nell'attuazione di un Piano.

A proposito dell'ente strumentale di cui parlavo poco fa, il CROAS, quindi l'Ordine degli assistenti sociali, che ne ha sottolineato l'importanza anche in audizione, ha evidenziato che il Piano però non proponeva la tempistica del percorso, non diceva quali risorse vi dovessero transitare né quali dovessero essere le interazioni con i vari soggetti della Regione.

Si faceva riferimento all'approvazione di una legge regionale successiva a uno studio di fattibilità oltre alla costituzione di una cabina di regia, questo però sempre prevedendo la creazione dell'ente strumentale.

Con gli emendamenti che sono arrivati, si è scelto sostanzialmente un percorso diverso che demanda a quella famosa cabina di regia le decisioni circa l'assetto organizzativo e gestionale dei servizi, anche attraverso la creazione di un ente strumentale.

Quindi in qualche modo non si esclude questa possibilità ma quella che prima pareva una decisione, quindi un percorso tracciato e condiviso da chi poi ne deve essere fra i protagonisti, viene meno.

A margine di quest'osservazione dico anche che a me pare che di tutte le osservazioni che sono pervenute in fase di discussione del Piano forse le uniche che sono state prese in considerazione - se non le uniche... ma non credo di sbagliare tanto a dire le uniche - sono quelle pervenute dai Comuni, anche in relazione a questa sezione. Tutte le altre mi pare che siano assolutamente passate in secondo piano.

Fra l'altro io credo che il nuovo Assessore abbia fatto apposito accesso agli atti per leggere tutti i verbali, visto che la sintesi che era stata richiesta poteva essere a uso e consumo sia della Commissione sia dell'Assessore, perché io immagino che il malloppo di quei verbali e di tutte quelle osservazioni che sono arrivate sia stato anche un po' complicato da leggere in toto da parte dell'Assessore, che poi spero abbia avuto i verbali con una certa celerità, perché, quando a me era capitato di chiederli, avevo dovuto aspettare tanto tempo che forse non sarei riusciva nemmeno ad arrivare per la discussione di un atto come questo, se avessi dovuto farlo.

Negli emendamenti adesso si lascia tutto in mano a questa cabina di regia, motivo per cui noi nell'ordine del giorno abbiamo chiesto che venga coinvolto l'Ordine degli assistenti sociali e anche le rappresentanze di quelle professioni coinvolte che inizialmente si prevedeva di trasferire nel nuovo ente strumentale, abbiamo chiesto che vengano appunto coinvolti nelle diverse fasi di approfondimento e di modifica dell'assetto organizzativo e gestionale dei servizi socio-assistenziali e socio-educativi.

C'è scritto negli emendamenti che, quando sarà necessario, verranno coinvolte le varie persone eccetera eccetera. Quello che noi chiediamo è una cosa diversa, cioè di inserirli strutturalmente nei tavoli di lavoro e nella cabina di regia, perché questi sono i soggetti che poi dovranno farle, attuarle quelle cose.

Quindi ha senso far lavorare anche loro in quegli organismi in modo che poi ci sia già un pezzo di lavoro fatto, un percorso che si concretizza nel momento stesso in cui lo si discute.

La seconda richiesta è quella di presentare alla Commissione competente entro la fine dell'anno le linee guida del progetto di riorganizzazione dei suddetti servizi, ma questo anche per fare un po' di chiarezza, perché prima ci avete detto: "Si fa ente strumentale" poi "No, c'è la cabina di regia, se ne parlerà, si vedrà"; allora che entro la fine dell'anno le linee del progetto di riorganizzazione ci arrivino, perché parliamo della fine del 2023, poi, prima che tutto venga messo in atto, ci vorrà ancora parecchio tempo.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Collega Minelli, risponderò brevemente e la risposta, di fatto, cercherà razionalmente, in maniera logica, di dimostrare che le attenzioni del suo ordine del giorno sono esattamente quelle che abbiamo rappresentato con l'emendamento di cui sopra, proprio in linea con l'audizione del 29 di giugno dell'Ordine degli assistenti sociali, e, tra l'altro, siccome so che lei è molto attenta al tentativo di qualità e quantità del lavoro proposto, credo, nel ringraziarla, che coglierà ciò come una captatio benevolentiae.

Il PSBS prevede l'istituzione di una cabina di regia composta da una componente fissa rappresentata dai referenti della Regione e degli Enti locali e, in base alla necessità, da soggetti a vario titolo coinvolti nei temi trattati con particolare riferimento ai legittimi portatori d'interessi.

In tale logica, per quanto riguarda la revisione della modalità di gestione del servizio sociale, l'Ordine regionale degli assistenti sociali è da considerarsi, in quanto legittimo portatore d'interesse, un interlocutore privilegiato che verrà coinvolto nelle fasi di costruzione del nuovo modello organizzativo. Quando il nuovo modello organizzativo sarà stato delineato con l'apporto di tutti i soggetti interessati, verrà rappresentato naturalmente alla competente Commissione consiliare, se richiesto.

Ciò tra l'altro non è tanto facoltà, in quanto vado a memoria perché la dottoressa omissis da questo punto di vista si è insinuata per ciò che concerne questi ambiti: tra i pochi neuroni rimasti, ciò è compito del 117/2017.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Forse siamo tutti un po' stanchi e l'Assessore ne ha più diritto di me in questa situazione, però io non ho capito bene, al di là della captatio benevolentiae che lascia un po' il tempo che trova, lei ha parlato di componente fissa e di componente che definisco io variabile.

L'emendamento io l'avevo letto e mi sembrava di aver capito che nella cabina di regia l'ordine degli assistenti sociali, io poi facevo riferimento anche alle altre professioni che inizialmente si prevedeva di far transitare nell'ente strumentale, da quello che ho capito io, sono invitati al tavolo come portatori di interesse durante le varie fasi, ma come componente variabile. Ora non so, dalla risposta che lei mi ha dato, se sono io che non ho capito se l'Ordine degli assistenti sociali è parte integrante e con componente fissa del tavolo o se invece è componente variabile; nel primo caso ha sicuramente un senso ed è quello che noi chiedevamo, nel secondo no, perché quello che noi chiedevamo era proprio di coinvolgere in maniera strutturale nei tavoli di lavoro e nella cabina di regia.

Nella seconda parte della sua risposta, lei ha già detto più volte oggi che non vuole prendere degli impegni di tipo temporale, delle tempistiche, e quindi ovviamente la risposta alla richiesta di arrivare alla fine del 2023 con le linee guida è negativa, di conseguenza noi comunque, considerato che riteniamo importante - e l'ho detto già in altre occasioni, parlando per esempio di Piano rifiuti eccetera eccetera - che ci siano delle scadenze anche a livello psicologico, perché non è soltanto dire "Non voglio prendere un impegno perché poi non ci arriviamo", io dico il contrario, "Prendo un impegno perché cerco di arrivare lì".

Comunque mi chiarisca solo, Assessore, se questi benedetti assistenti sociali sono parte strutturale o parte variabile del tavolo.

Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.

Marzi (SA) - In quanto l'Ordine regionale degli assistenti sociali è da considerarsi quanto legittimo portatore di interesse, esso è un interlocutore privilegiato che verrà coinvolto nelle fasi di costruzione del nuovo modello organizzativo.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 6

Favorevoli: 5

Astenuti: 29 (Aggravi, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo al seguente, il n. 12 di PCP. Si è prenotata la consigliera Minelli a cui passo la parola.

Minelli (PCP) - L'ordine del giorno affronta una delle attività di prevenzione di cui si parla all'interno del piano, laddove si fa riferimento alla promozione della salute, alla diagnosi precoce e al contrasto dell'aggravarsi della malattia.

In questo caso parliamo appunto di prevenzione di tipo oculistico.

Nei primi anni di vita i bambini non percepiscono correttamente degli eventuali problemi di vista e soprattutto non riescono a comunicarli, anche qualora se ne rendano conto non riescono a comunicarli correttamente, molti genitori ne sono inconsapevoli e non effettuano un'eventuale visita di controllo.

Per questo motivo crediamo che sia importante la prevenzione oculistica in età infantile, sia per scongiurare la presenza di eventuali patologie sia per curarne in tempo la possibile comparsa.

L'ingresso a scuola è di solito il momento in cui un bambino riesce a capire che ci sono problemi connessi a difficoltà o a difetti visivi che sono riscontrabili e che emergono nell'attività didattica.

Sappiamo che c'è uno screening neonatale, i nostri figli lo hanno fatto, però importante è che, accanto allo screening neonatale, ci sia una campagna capillare di prevenzione che coinvolga tutta la popolazione scolastica, a partire da quella dell'infanzia, proseguendo con la primaria; lo dico anche perché alle volte alcuni disturbi di apprendimento, poi si sono rivelati non essere tali, ma dipendere da questioni di cattiva vista.

In questi ultimi anni noi sappiamo che i bambini si sono trovati ad affrontare lunghe ore più del solito di fronte agli schermi dei computer per la didattica a distanza e riteniamo che sia necessario effettuare dei controlli più assidui per verificare che non abbiano sviluppato alcuni tra i problemi più comuni alla vista che sono la miopia e l'astigmatismo, ma ce ne sono poi anche altri più specifici.

L'ordine del giorno chiede quindi in prima battuta di avviare fin dall'inizio del prossimo mese di settembre, quindi con l'inizio della scuola, lo screening oculistico in età infantile e, in secondo luogo, considerato che sul versante della riabilitazione al momento è totalmente assente la riabilitazione OMAP, cioè quella di orientamento, mobilità e autonomia personale per le persone ipovedenti, si chiede di predisporre nei prossimi sei mesi una proposta, non ovviamente di attuare un servizio, ma di predisporre una proposta specifica in collaborazione con l'associazione di riferimento.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Il tema dello screening oculistico è previsto nella macroarea 1 del Piano ed è dedicato alla prevenzione che espressamente chiede la riattivazione delle attività legate allo screening nell'ambliopia per i bambini dai 3 ai 5 anni di età, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, stante l'efficacia dimostrata in termini di contrasto a questa patologia sulla base delle possibilità organizzative aziendali.

Per quanto attiene alla riabilitazione oculistica per i non vedenti, la situazione attuale vede la presenza di un ambulatorio di supporto all'utilizzo dei dispositivi per ipovedenti.

Al momento, vista l'attuale dotazione di personale della struttura complessa di oculistica, non siamo nelle condizioni di garantire nei tempi richiesti una proposta seria e credibile di implementazione di tale attività.

Per questo motivo e con estrema tristezza, ma assolutamente contemporanea sui temi che abbiamo ampiamente trattato a tutto tondo, siamo a chiedere di ritirare l'iniziativa o ci asterremo.

Naturalmente manterremo alta l'attenzione per cercare, nel futuro, di dare risposte anche a queste necessità.

Ricordo che, con estrema difficoltà, un anno-due anni fa, non eravamo in grado neanche di garantire questo tipo di servizio a proposito di reti e di contatti diretti; quanto è stato posto in essere con il lavoro del collega Barmasse e con il direttore generale per reperire gli attuali professionisti ha già migliorato tantissimo il tema in ambito ospedaliero.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Intanto la ringrazio per la franchezza, nel senso che non ci sono le risorse, non si può fare e va bene, sono cose che sono state dette anche per altri ordini del giorno.

Questa situazione, come ha detto lei, è particolarmente triste, anche perché io ricordo che per tanto tempo il servizio di oculistica nella nostra regione funzionava molto bene e non era complicato accedervi, anzi.

Io sono da anni una persona che ha problemi di vista e porto gli occhiali e in quel periodo era molto più semplice quasi effettuare visite presso l'ambulatorio che non rivolgersi al privato, quindi è oltremodo negativa questa situazione.

Per quello che riguarda ciò che già si fa e che lei ha citato, il servizio di prevenzione dell'ambliopia - l'ambliopia è il cosiddetto occhio pigro, l'occhio pigro che hanno i bambini - è per i bimbi dai 3 ai 5 anni che però non sanno né leggere né scrivere e quindi i test che si fanno riguardano altre cose.

Quello che noi chiedevamo era uno screening oculistico, soprattutto nel periodo in cui c'è il passaggio dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria, perché è lì che tanti difetti e tante difficoltà vengono a galla e una precoce diagnosi e poi ovviamente la presa in carico del problema molto spesso sono anche propedeutiche a non creare un aumento e una proliferazione, come dicevo prima, dei disturbi dell'apprendimento, che alle volte davvero possono essere risolti in maniera molto più semplice.

So bene che è soltanto una percentuale questa, perché purtroppo di disturbi specifici dell'apprendimento ce ne sono molti, di varie qualità, e non hanno a che fare con la salute dell'occhio, però è un peccato, a me spiace e io spero - visto che lei ha manifestato comunque una volontà di prendere in futuro in carico il problema e un'attenzione allo stesso - che questo impegno sia mantenuto e rispettato.

Presidente - Possiamo mettere in votazione? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 15

Favorevoli: 15

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 13, che peraltro è l'ultimo del gruppo PCP. La parola alla consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - È l'ultimo degli ordini del giorno che abbiamo preparato, così almeno non saremo responsabili noi dell'ulteriore stanchezza dell'Assessore che spero farà una pausa dopo questo ordine del giorno.

Il 13 giugno del 2019 è stato firmato dal Ministro della salute il Decreto con cui viene adottato il Piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere previsto dall'articolo 3 della legge 3/2018, approvato in conferenza Stato-Regioni lo scorso 30 maggio.

Si tratta di una data molto importante, che pone l'Italia all'avanguardia in Europa nel campo della medicina di genere.

L'esigenza di questo nuovo punto di vista, da includere in tutte le specialità mediche, nasce dalla recente consapevolezza, e parlo di consapevolezza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, delle differenze associate al genere, con il fine ultimo di garantire a ogni persona, sia uomo sia donna, la migliore cura rafforzando ulteriormente il concetto di centralità del paziente e di personalizzazione delle terapie.

L'OMS definisce il genere come il risultato di criteri costruiti su parametri sociali circa il comportamento, le azioni e i ruoli attribuiti a un sesso e come elemento portante per la promozione della salute. Pertanto, in base a queste indicazioni, si definisce medicina di genere lo studio dell'influenza delle differenze biologiche, definite dal sesso, e socio-economiche e culturali, che sono definite dal genere sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.

Con l'approvazione di tale Piano, per la prima volta in Italia viene inserito il concetto di genere nella medicina, al fine di garantire in modo omogeneo sul territorio nazionale la qualità e l'appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale.

Nell'era della medicina personalizzata risulta quindi quanto mai importante, a nostro avviso, tenere conto delle numerose differenze che sono osservate tra uomini e donne.

Il Piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere è nato dall'impegno congiunto del Ministero della salute e del Centro di riferimento per la medicina di genere dell'Istituto superiore della sanità, con la collaborazione di un tavolo tecnico scientifico di esperti regionali in medicina di genere e dei referenti della rete degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, nonché di AIFA e di AGENAS.

Oltre alla descrizione dello stato dell'arte della medicina di genere a livello nazionale e internazionale, il Piano indica gli obiettivi strategici, gli attori coinvolti e le azioni previste per una reale applicazione di un approccio di genere alla sanità nelle quattro aree d'intervento previste dalla legge che sono percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ricerca e innovazione, formazione e comunicazione.

Il nostro Piano regionale, la bozza del Piano regionale, affronta la questione della medicina di genere a cavallo tra pagina 88 e 89, in sostanza affermando che, a livello regionale, si recepirà il Piano nazionale e che s'incentiveranno le attività in capo alle istituzioni centrali, quindi si promuoveranno quelle attività che verranno dal nazionale.

L'ordine del giorno che noi proponiamo ha un impegno un po' più concreto, chiede cioè di organizzare, in collaborazione con l'Azienda sanitaria locale, una specifica campagna di formazione e informazione che coinvolga il personale sanitario a partire (e qua lo aggiungo, non era scritto) a mio avviso dai medici di famiglia e poi a coinvolgere ovviamente i cittadini, ma per fare questo, come sempre, è necessario anche uno stanziamento economico che noi chiediamo di prevedere, di inserire nella prossima manovra di bilancio. Non è una cifra così importante, abbiamo visto in altre Regioni che si tratta di risorse abbastanza modeste per quello che riguarda la parte di campagna d'informazione, almeno per quella; non sarebbe male che come Regione per una volta fossimo tra le prime ad attivarsi in tal senso.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Come da lei richiamato, la ringrazio per il riconoscimento: il tema è trattato nel Piano e il referente regionale, nominato in accordo con l'Azienda USL, partecipa regolarmente alle attività dei tavoli interregionali preposti e da questo punto di vista colgo l'occasione per ringraziare la dottoressa Magnani.

Come previsto nel Piano, verranno sviluppate attività finalizzate a dare attuazione a quanto previsto dalla legge 3/2018 e, in particolare, il recepimento a livello regionale del Piano per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere, l'istituzione di un tavolo tecnico regionale dedicato, l'attività di sensibilizzazione e diffusione delle raccomandazioni relative all'argomento e l'interdisciplinarietà dell'approccio clinico che caratterizza la medicina di genere.

Nel chiederle di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asterremo, cerco di prendermi l'impegno di fare in modo che, per quanto riguarda le risorse, qualcosa si muova.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Forse la prendiamo per stanchezza, Assessore, e se andassimo avanti ancora un po' magari ci approverebbe degli ordini del giorno anche più consistenti e pesanti economicamente di questa.

Adesso, al di là della battuta, credo che sia importante che nella prossima manovra di bilancio si inseriscano delle risorse e vedremo, vigileremo, faremo attenzione che sia così.

Quello che noi chiedevamo - e io forse non mi sono spiegata bene - alla campagna... nel Piano c'è scritto che si recepisce il Piano nazionale e che ci saranno, come lei ha detto, delle attività finalizzate appunto al recepimento dello stesso, quello che chiedevamo era di pensare a una forma di campagna almeno di informazione che sia caratterizzata a livello regionale, perché ci siamo resi conto che molto spesso campagne nazionali che vengono solo veicolate a livello locale hanno una minore incisività, mentre invece una forma d'intervento che sia più nostro, più made in VDA, mettiamola così, potrebbe ottenere dei risultati migliori.

Non ritiriamo l'ordine del giorno ma faccio come lei; lei chiede di ritirare e prende l'impegno a fare, io non lo ritiro e vigilerò sull'impegno.

Presidente - Consigliere Perron, a lei la parola.

Perron (LEGA VDA) - Noi non voteremo l'ordine del giorno, perché semplicemente ci pare che sia già stato tutto scritto, quindi riteniamo pleonastico inserire un qualcosa in più, ma a livello di concetto, e potrà sembrarvi strano, ma questa volta sono assolutamente d'accordo con le colleghe; come sanno, mi interesso di queste questioni sul sesso e sul genere, è interessante notare che in questo caso siete le prime a far notare giustamente che le differenze sessuali sono biologiche, perché chiaramente ci sono patologie, adesso non entrerò nei dettagli, ma ci si arriva chiunque, per cui uomini e donne sono diversi dal punto di vista proprio genetico innanzitutto e poi biologico e questo fa sì che chiaramente ci sia una grande differenziazione. Quindi è giusto pensare a cose specifiche per le donne in generale: patologie ci sono, qui abbiamo un medico in aula e potrà certamente correggermi, ma ci sono patologie che prendono di più le donne, penso alle artriti reumatoidi, tanto per fare un esempio.

Però quello che mi preme sottolineare è che poi, quando andrete al Gay Pride, e lo dico anche agli altri colleghi che ci sono andati, con gli striscioni, glielo dovete dire che voi siete assolutamente consapevoli che maschio e femmina si dividono per biologia, questo dovete dirgli.

Fatelo per favore, perché quello è il punto focale da cui partono poi le cosiddette teorie del gender che so benissimo che non sono mai state scritte come teoria gender, ma che poi portano al presupposto per cui uno possa in qualche modo scegliere il suo genere e che avere una biologia maschio e femmina non voglia dire assolutamente nulla nel comportarsi da uomo o da donna.

Questo è fondamentale. Vi ripeto, voglio vedervi poi al Gay Pride a dire: "Meno male che c'è una medicina di genere, meno male che uomini e donne sono diversi per biologia", voglio sapere che cosa vi diranno i vostri amici di quella parte, perché questo è il punto fondamentale.

Per una volta sono d'accordo con voi e con tutti i colleghi della Sinistra.

Presidente - Consigliera Minelli, un minuto, prego.

Minelli (PCP) - Ha replicato Perron tempo fa a una stessa iniziativa, aveva avuto un minuto ma io prenderò molto meno, semplicemente per dire al collega Perron che non ha ascoltato bene l'esposizione, perché quando io parlo di medicina di genere, mi riferisco alla definizione che ne dà l'Organizzazione Mondiale della Sanità, e l'Organizzazione Mondiale della Sanità, glielo ripeto perché l'ho letto poco fa, definisce come medicina di genere lo studio dell'influenza delle differenze biologiche, che sono definite dal sesso, e socio-economiche e culturali che sono definite dal genere, sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.

Genere e sesso sono due cose che vengono prese in considerazione entrambe dalla medicina.

Poi al Gay Pride di sicuro mi occuperò di altro, spero non di medicina in quel momento, forse è più una festa che altro.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 2

Favorevoli: 2

Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo al primo ordine del giorno di Forza Italia. Consigliere Marquis, a lei la parola.

Marquis (FI) - Quest'ordine del giorno si inserisce e si incardina all'interno del Piano della salute e del benessere e in particolare in una mozione approvata in quest'aula il 20 ottobre 2022 all'unanimità.

La mozione era il frutto di un percorso d'iniziative ispettive che erano state avanzate e discusse nel corso dell'autunno 2022. Richiamo alcuni passaggi della mozione per arrivare poi rapidamente all'impegnativa.

Sostanzialmente la mozione entrava nel merito del Piano della disabilità 2018-2021 dove si evidenziava che è stato disatteso in parti sostanziali nella sua attuazione - si parlava del fatto che il Piano 2018-2021 non era stato seguito da un Piano 2022-2024 - e venivano fatte delle valutazioni sull'unità di valutazione multidimensionale per la disabilità, laddove si evidenziava la carenza di personale in carico per predisporre i progetti di vita e per dare le risposte adeguate in tempi corretti; veniva sottolineato a commento di quelle che erano le considerazioni che erano state fatte dal sottoscritto che l'allora Assessore diceva che le famiglie non potevano ritenersi soddisfatte dei servizi e di quello che veniva messo a disposizione nei confronti della disabilità dalla pubblica amministrazione.

L'impegnativa prevedeva che il Governo regionale dovesse definire, per l'inizio del prossimo anno, ovvero primo gennaio 2023, un modello strategico di approccio alla disabilità che recepisse le migliori pratiche delle Regioni più virtuose.

Noi avevamo anche scritto "E che superi la frammentazione attuale delle iniziative offerte, le criticità evidenziate dalla ripartizione delle competenze organizzative, la mancanza di condivisione di dati tra le strutture della pubblica amministrazione, la carenza del personale per attuare le iniziative".

Queste ultime tre righe erano state fatte stralciare per arrivare alla condivisione di tutta l'aula e in particolare su proposta del Governo regionale.

Fa un po' specie che in quell'occasione si era chiesto di stralciare questa parte del testo della mozione, perché poi andando a leggere bene il PSBS c'è evidenziato - anche in quel documento che non era stato preso all'attenzione quel giorno - che risulta necessario avviare una riforma complessiva, quando si dice complessiva è perché non ci sono da fare dei piccoli ritocchi, vuol dire che bisogna rivedere tutta l'organizzazione del settore per favorire gli interventi in favore delle persone con disabilità erogati sul territorio regionale per garantire una reale inclusione e l'adeguato sostegno e i caregivers familiari.

Si parla dopo nel paragrafo successivo che bisogna superare la settorializzazione degli interventi e andare in una logica d'integrazione.

Quando io parlavo di frammentazione, significava solo questo, di superare la settorializzazione degli interventi.

Quindi ci saremmo aspettati che con l'inizio dell'anno fosse stata messa in atto, fosse stata intrapresa questa via di riforma di cui invece oggi, che siamo a luglio 2023 - siamo all'inizio dell'estate, l'estate è iniziata ieri - non abbiamo ancora traccia.

Pertanto con la presentazione di quest'ordine del giorno, per cercare di trasformare dei concetti che sono del tutto teorici, che sono previsti ma che condividiamo all'interno del PSBS, laddove viene introdotto il budget della salute e tutta una serie d'iniziative nuove che possano dare aiuto e supporto alle persone con disabilità, chiediamo di dare un'attuazione a questi principi attraverso delle azioni concrete.

Pertanto si chiede quello che doveva essere fatto sostanzialmente al primo gennaio, di predisporre entro novanta giorni - quindi rinunciamo al primo gennaio e andiamo a fine del mese di settembre - un Piano triennale 2023-2025 regionale per la disabilità, che sia di recepimento e attuazione degli indirizzi contenuti nel PSBS e che declini priorità, azioni, tempistiche, modello organizzativo e criteri di valutazione ex post per superare l'approccio frammentato al tema e dare attuazione all'impegno della mozione richiamata e che ho descritto poc'anzi.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Il Piano prevede la revisione complessiva dei servizi in favore delle persone con disabilità in coerenza con i principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti per le persone con disabilità, la legge delega per la disabilità approvata dal Parlamento nel 2021 e i livelli essenziali delle prestazioni sociali enunciati nel Piano nazionale per la non autosufficienza 22-24.

I Decreti di attuazione della suddetta legge delega, che declineranno nel dettaglio gli interventi da garantire su tutto il territorio nazionale, sono in corso di approvazione da parte del Governo: essi, infatti, per essere approvati necessitavano prima del piano di non autosufficienza.

Quindi, al fine di procedere con la revisione del sistema regionale dei servizi in favore delle persone con disabilità, come previsto dalla mozione approvata il 20 ottobre 2022, occorre attendere il quadro normativo nazionale complessivo di riferimento.

Al momento, già nell'impegnativa del suo ordine del giorno, saltano i 90 giorni.

Al fine di realizzare sul territorio regionale i livelli essenziali delle prestazioni sociali in favore delle persone con disabilità previsti dal Piano nazionale per la non autosufficienza 22-24, la Giunta regionale, con delibera di Giunta 630/2023, ha approvato il Piano regionale per la non autosufficienza 23-25 e ciò risulta essere, per la delicatezza del tema trattato dal suo ordine del giorno, un primo passo importante.

Il Piano stabilisce gli interventi e i servizi che verranno garantiti nel triennio di riferimento, anche in coerenza con gli interventi previsti nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Tali interventi e servizi costituiscono l'oggetto di concertazione con i soggetti territoriali pubblici e privati e di rappresentanza delle persone con disabilità e delle loro famiglie, nell'ambito di appositi tavoli interistituzionali attivati nell'ambito del piano di zona e finalizzati a programmare e monitorare gli interventi in essere.

Per questo motivo, rappresentando l'assoluta delicatezza con cui lei tratta sempre questi temi, e visto che il piano di riferimento cerca di fare nel possibile lo stesso, le chiediamo di ritirare l'iniziativa, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.

Marquis (FI) - Assessore, le riconosciamo la sua consueta capacità di uscire dall'angolo e di arrampicarsi sui vetri per cercare di difendere la propria posizione.

In questo caso, se è vero che esiste una legge delega è vero che esistono altrettante leggi di delega, oltretutto la legge delega che lei ha richiamato era già approvata il giorno che era stata approvata la mozione, quindi delle due l'una. Quel giorno, se così fosse, avreste dovuto, come Governo, rispondere in questa maniera, invece purtroppo la risposta che viene data oggi è una risposta per cercare di posticipare la trattazione dell'argomento ancora una volta, perché è vero che la legge delega necessità di decreti di attuazione dove vengono poi esplicitati tutta una serie di aspetti, ma ci sono tutta una serie di cose che possono essere già attuate, messe in atto, predisposte a livello di piano e poi eventualmente integrate se ci saranno delle innovazioni da fare, perché il testo della mozione non diceva di portarsi all'avanguardia, diceva di portarsi solo al livello a cui erano già le altre Regioni che sono più virtuose nell'approccio a quest'argomento, pertanto spiace che non si parta per cercare di mettersi per lo meno sulla strada giusta, perché nel frattempo non è solo una questione di servizio, è una questione di unità di valutazione multidimensionale.

Non credo che ci voglia la legge delega per mettere quattro persone in più per poter fare dei progetti di vita, queste sono cose che si possono fare, sono cose che si possono individuare ma, a nostro avviso, era fondamentale predisporre un Piano per la disabilità dove vengono toccati tutti gli aspetti, per superare proprio quell'approccio frammentato che ha caratterizzato l'azione fino a oggi e ha visto mettere a disposizione tante risorse economiche, degli investimenti - perché la Valle d'Aosta rispetto ad altre Regioni mette delle disponibilità significative - purtroppo però c'è una grossa dispersione di energia e di risorse perché poi i risultati non sono così performanti.

Pertanto, Assessore, se vuole fare un passo avanti in questa materia, la invito a nome mio, a nome del collega, a nome del gruppo, a prendere in mano questo dossier e non a dire: "Dobbiamo aspettare la legge delega", quando ci sarà la legge delega si dirà che manca il decreto di cui all'articolo 32 del documento e bisogna aspettare, ma ad aspettare intanto c'è la gente che ha delle difficoltà e che sul territorio non ha i servizi che si attende e non ha le attenzioni soprattutto che meritano.

Presidente - Mettiamo in votazione, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Sospendiamo brevemente i lavori del Consiglio riprenderanno tra cinque minuti. Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 17:47 alle ore 17:56.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo. L'Assessore è presente, il consigliere Marquis anche. Passiamo all'ordine del giorno n. 2 del Gruppo di Forza Italia. Si è prenotato il Consigliere Baccega per illustrare l'ordine del giorno, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - Vista l'ora tarda, cercheremo di essere brevi ma soprattutto cercheremo di essere convincenti, anche perché non è l'affermazione sul lavoro fatto che noi vogliamo questa sera, ma cercavamo di avere la certezza e la consapevolezza di aver posto all'attenzione del Consiglio problemi che in realtà esistono, non sono nati ieri, certamente arrivano da lontano ma sulla base delle iniziative e delle proposte che hanno fatto tutte le forze di opposizione poteva dare un segnale forte che andasse nella direzione di dire: "Sì, va beh, su certi punti si può anche collaborare tra maggioranza e opposizione".

Nel presentare quest'ordine del giorno che abbiamo voluto evidenziare sulla base dell'approvazione di una risoluzione che avevamo portato in Consiglio, la n. 2033 del 17 novembre 2022, il titolo era "Impegno a presentare le strategie del nuovo programma attuativo delle liste d'attesa"... poi è iniziato il lungo periodo della crisi politica e quindi da quel punto di vista non è che ci siamo tanto soffermati.

Abbiamo comunque verificato - l'abbiamo detto nel nostro intervento di apertura in discussione generale - che nonostante alcuni accorgimenti organizzativi che ci sono stati, che abbiamo in qualche modo richiamato, le liste d'attesa e le agende chiuse rallentano ulteriormente e non rispondono alle richieste di esami di laboratorio alle visite specialistiche e agli interventi chirurgici.

Avevamo preso atto che era stata costituita un'apposita cabina di regia all'interno dell'azienda che si era riunita il 15 giugno 2022, poi, su nostra richiesta piuttosto insistente, abbiamo ancora valutato che l'Osservatorio regionale per le liste d'attesa non si era riunito, pare che adesso sia nuovamente operativo.

Ma, sempre sulla base delle liste d'attesa che abbiamo in qualche modo richiamato, dell'intervento d'Inva - perché l'avevamo audita a quel momento e aveva un ruolo importante nella gestione del nuovo software per la gestione delle agende - non si è più saputo niente e non si sa in che modo si potrà recuperare.

Il problema è sempre lo stesso, quindi bisogna parlare di concretezze, i dati abbiamo detto che sono in leggero recupero ma ci dicono che siamo in forte difficoltà, comunque, e il percepito, come abbiamo detto più volte, non è quello che può sembrare.

Apprendiamo oggi che c'è un'ulteriore riduzione degli interventi chirurgici del 25% perché giustamente bisogna dare le ferie ai chirurghi, alle infermiere e al personale e quindi siamo ulteriormente preoccupati.

Chiediamo quindi come impegno da parte sua il quadro completo delle prestazioni arretrate o sospese, comprese quelle agende chiuse di cui non si sa ancora bene quali possano essere gli sviluppi e di predisporre una strategia di recupero del 40% delle prestazioni sospese e arretrate entro il 30 ottobre 2023, di predisporre l'ulteriore recupero di un altro 40% delle prestazioni arretrate entro il 31 dicembre 2023 e di concludere questo arretrato il 28 febbraio del 2024; tutto questo come? Mettendo in campo un budget di spesa più elevato anche per le strutture private accreditate che, in questo momento, un po' di risposte le hanno date e si è visto, lo abbiamo sottolineato.

Questa è un po' la richiesta che noi - ma anche gli altri colleghi, in questa giornata-due giorni e mezzo di approfondimento sulla sanità valdostana - chiediamo di mettere in campo.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Come abbiamo già illustrato in occasione di un precedente ordine del giorno - adesso vado a memoria un po' nebbiosa, mi sembra ieri pomeriggio - il Piano della salute e del benessere affronta in diversi punti il tema delle liste d'attesa. Abbiamo già descritto le modalità con cui l'Azienda sta predisponendo l'aggiornamento del Piano operativo delle liste di attesa, il POLA, per l'anno 2023 ai sensi delle norme nazionali, e che tale piano, non appena trasmesso dall'Azienda USL alla Regione Autonoma Valle d'Aosta - dovrebbe avvenire questo nelle prossime settimane, comunque entro l'estate - sarà oggetto di approvazione da parte della Giunta regionale.

Abbiamo già voluto illustrare che lo strumento recentemente attivato delle liste di galleggiamento, utili a prendere meglio in carico le istanze del cittadino: è una volontà di presa in carico di responsabilità, ma sappiamo benissimo come, di fatto, il problema sulle liste d'attesa, sia in termini di percepito che di realtà, continuerà a essere uno di quei temi tostissimi e indigeribili per la comunità.

Aggiungiamo inoltre che già con la deliberazione degli indirizzi dell'Azienda, la 72/2023, sono state date specifiche indicazioni al fine di realizzare soluzioni, anche alternative, attraverso l'utilizzo di nuove fasce orarie di accesso alle prestazioni sanitarie in orari serali, prefestivi e festivi, a interpretare i sistemi di valutazione rispetto all'appropriatezza delle prestazioni, ma soprattutto di incrementare strumenti di governance che permettano risposte celeri agli incrementi di domanda delle prestazioni.

Ovviamente tutto ciò deve, di pari passo, tenere conto di soluzioni organizzative anche alternative in una situazione di oggettiva carenza di personale in alcuni ambiti, quindi sposiamo perfettamente la sensibilità trattata dal suo ordine del giorno e anche il modo con cui è stata rappresentata.

Restiamo quindi a disposizione, vista la rilevanza del tema, per illustrare in V Commissione il dettaglio, anche in termini di volumi, di attività presenti nelle strategie del nuovo piano, anche perché, come abbiamo richiamato durante l'iniziativa trattata e presentata ieri dal collega Aggravi, ci eravamo presi l'impegno... - a proposito di appunti mentali, con un altro paio di temi, a partire dall'ordine del giorno n. 1, poi non vi tedio ma ho cercato di mantenere memoria per fare in modo che anche se non si è preso l'impegno con il voto delle iniziative che sono state proposte - e questo era un tema sul quale sicuramente avremmo cercato di restare connessi.

Tra l'altro, proprio nel suo intervento in occasione del collega Aggravi, abbiamo avuto modo di condividere come questo tema, in termini politici e di gap di differenziale percepito dalla comunità, risulti un tema sul quale restare - scusi il termine - connessi.

Per questo motivo siamo a chiedervi di ritirare l'ordine del giorno o ci asterremo.

Presidente - Consigliere Aggravi, a lei la parola.

Aggravi (LEGA VDA) - Ringrazio il collega Baccega per aver presentato quest'ordine del giorno e ringrazio anche l'astenuto assessore Marzi per aver ricordato il fatto che effettivamente c'era anche un ordine del giorno che aveva presentato il mio gruppo.

Noi lo abbiamo detto, sia nel corso della discussione generale sia poi nel corso della trattazione di quell'ordine del giorno, e lo ribadiamo anche su quest'ordine del giorno: il tema delle prestazioni arretrate, o delle prestazioni che non arrivano in tempo o che non vanno a coprire le necessità dell'utenza dei cittadini è quell'elemento che più colpisce il percepito dell'utenza stessa e che più colpisce spesso anche le tasche della stessa cittadinanza, e in parte rientra anche in quei numeri che ho cercato di rappresentare, che sono in realtà collegati e presenti all'interno del Piano.

Quindi pur condividendo tutto questo e pur condividendo l'obiettivo di quest'ordine del giorno per quello che riguarda i recuperi e pur condividendo anche la necessità di approfondire il tema in Commissione, il mio gruppo - in particolare per quei dubbi e quelle circostanze che ci portano a credere che è anche necessario approfondire un po' meglio l'azione e il mercato del privato accreditato- oggi non voterà quest'ordine del giorno e si asterrà. Non me ne vorrà il collega Baccega, la posizione è abbastanza chiara ed è già stata esplicitata, ma comunque sulla finalità principale dell'ordine del giorno, ovviamente, ci troverà sempre pronti e dalla sua parte.

Presidente - Consigliere Baccega.

Baccega (FI) - Nessun risentimento rispetto a un'astensione.

Abbiamo già sottolineato ieri nei nostri interventi, a supporto dell'una o dell'altra iniziativa, che, non avendone parlato prima, era possibile che alcuni ordini del giorno andassero in parallelo o comunque potessero sovrapporsi.

In realtà quest'ordine del giorno dava delle specifiche ben precise, quindi individuava dei tempi e andava a individuare anche un metodo, quello d'incrementare un budget a disposizione delle strutture che, in questi giorni, in questo periodo, in questi ultimi due mesi, hanno dato delle risposte, anche piuttosto significative, alla riduzione delle liste d'attesa.

Noi non ritiriamo comunque quest'ordine del giorno, intendiamo votarlo, anche perché sappiamo che la cittadinanza su queste cose è molto, molto presente, quindi dal punto di vista dell'impegno ci troveremo sicuramente in Commissione magari a parlare del POLA 2023, quindi una riflessione sulle liste di galleggiamento: le liste di galleggiamento sappiamo bene che sono uno spostare il problema da una lista a un'altra però di fatto non vanno a modificare la classifica.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 31

Votanti: 2

Favorevoli: 2

Astenuti: 29 (Aggravi, Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Perron, Planaz, Rollandin, Rosaire, Sammaritani e Sapinet)

L'ordine del giorno non è approvato.

Presidente - Passiamo al seguente, all'ordine del giorno n. 3 di Forza Italia. Consigliere Baccega a lei la parola.

Baccega (FI) - Anche qui ritorniamo indietro nel tempo perché parliamo tanto di territorio, di sistemare il territorio, di mettere il territorio in condizioni di essere più che mai operativo ma, visto che la banda larga è stata realizzata dalla Regione per mezzo di Inva che ha realizzato la banda larga nella valle centrale con tutte le valli laterali fino alla sede di ciascun municipio mediante l'utilizzo di risorse e di fondi europei, è sicuramente necessario realizzare la rete di accesso a banda larga in partenza dal municipio comunale alle strutture sanitarie territoriali non ancora servite, perché qualcuna è stata attivata, avevamo avuto modo di valutare con Inva un progetto di collegamento che era stato elaborato, chiamato "Collegamento ultimo miglio", riteniamo che sia fondamentale accelerare questo processo ma non lo riteniamo solo noi, anche i medici sul territorio, riguardo al processo di collegamento delle strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie della Valle d'Aosta alla banda larga, quindi chiediamo di completare e di predisporre entro il 31 dicembre un piano di collegamento "Ultimo miglio" che colleghi alla banda larga tutte le microcomunità pubbliche e tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie del territorio, alcune delle quali sono già collegate.

Mi sembra un'esigenza primaria che è già nel 2020 era stata più volte sottolineata dopo che Inva aveva messo a disposizione nel 2019 quel progetto che era stato elaborato, chiamato appunto "Ultimo miglio".

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Ringrazio le strutture del collega Caveri per aver collaborato con quelle dell'Assessorato per la risposta all'ordine del giorno e in tal senso segnaliamo che con la delibera di Giunta regionale 1372/2020 la Giunta stessa aveva dato mandato al Dipartimento innovazione Agenda digitale di avviare le attività per procedere con i collegamenti anche delle strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie del territorio, come tra l'altro ricordato dal collega Baccega. Per contro, qualche mese dopo, con l'avvio dei piani nazionali finanziati sul PNRR che avevano lo stesso obiettivo, la Regione ha optato per aderire al Piano sanità connessa e quindi procedere con tali attività, sfruttando i fondi PNRR allocati dallo Stato.

Per informazione, lunedì scorso, il 19 giugno, Infratel Italia ha emesso l'ordine esecutivo nei confronti dei fornitori per la realizzazione del primo lotto delle sedi sanitarie e socio-assistenziali oltre alla data del Data Center unico regionale che sarà il Centro Stella dell'Infrastruttura.

In tal senso, nel ringraziare per l'iniziativa, visto il lavoro che stiamo cercando di porre in essere, richiamando anche il fatto che come da lei richiamato - scusi il gioco di parole - questo è un tema assolutamente complesso che sfrutta sicuramente in maniera opportuna, lo dico anche da ex Assessore al DIAD, quanto lei ha voluto intraprendere, cioè la BUL, la banda ultra larga: il lavoro che è costato 24 milioni di euro tra fondi nazionali, regionali ed europei, e che, per fortuna, ci consente di operare solo sull'"Ultimo miglio" con tutte le difficoltà del caso.

Questa è stata una delle priorità, assieme al Piano scuola, con la quale il Dipartimento era ed è impegnato.

Per questo motivo, visto il tema e il fatto che si sta lavorando in tal senso, le chiedo di ritirare l'ordine del giorno altrimenti ci asterremo.

Presidente - Consigliere Baccega.

Baccega (FI) - Non ritireremo nessuno degli ordini del giorno presentati perché riteniamo che siano strumenti fondamentali per poter dare continuità anche in futuro con ulteriori atti espletivi o comunque con approfondimenti in Commissione, quindi non li ritireremo.

Vado a sottolineare una cosa: c'era un progetto pronto, doveva partire, l'"Ultimo miglio" non costava delle cifre improponibili. Sto dando responsabilità a lei che è appena arrivato ma c'è tutto un iter, non si capisce per quale motivo è stato bloccato. A quest'ora avremmo tutte le strutture collegate e la telemedicina potrebbe avere un rilancio piuttosto significativo.

Questo aspettare i fondi del PNRR e dover comunque andare nella direzione di... siamo ancora qui ad aspettare. C'è già un progetto, il progetto è definito, che tempi ci sono lo chiederemo in Commissione ovviamente, perché questo aveva senso dire in una risposta di questo tipo, perché se ci sono dei progetti definiti, approvati, appaltati e dei lavori in corso, sarebbe opportuno sapere in che tempi tutte le strutture sanitarie, socio-sanitarie e le micro della Valle d'Aosta possono essere collegate.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 31

Votanti: 13

Favorevoli: 13

Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire e Sapinet)

L'ordine del giorno non è approvato.

Presidente - Passiamo a questo punto all'ordine del giorno n. 4 di Forza Italia. La parola al consigliere Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (FI) - Quest'ordine del giorno si riferisce alle attività istituzionali di soccorso e di trasporto infermi in regime di convenzione con la USL.

In particolare vogliamo sottolineare l'importanza che riveste per noi il volontariato più in generale, quindi la rete di protezione sociale che costituisce per la nostra comunità.

Riteniamo che quello che è stato costruito sia un modello da custodire e da salvaguardare, perché è più che mai fondamentale, in questo difficile momento e fase storica, far fronte alle crescenti esigenze sul territorio a favore della comunità che vive delle situazioni di difficoltà.

Con questo vogliamo sottolineare l'importanza del volontariato che viene garantito a complementarietà degli effettivi che si occupano del soccorso, ovviamente ciascuno con le proprie preparazioni e competenze, perché occorre tenere in dovuta considerazione che il volontariato in tutta una serie d'interventi può essere d'ausilio agli effettivi per garantire delle continuità di servizio.

È un settore questo quindi che riteniamo vada attenzionato e gestito con la dovuta attenzione e riteniamo che soprattutto per il modello insediativo valdostano questo debba essere considerato perché i punti che abbiamo dislocati effettivi del soccorso (Donnas, Châtillon, Aosta, Morgex) non coprono tutta la comunità valdostana, pertanto quando ci sono dei volontari che possono intervenire nei posti più distanti dall'Ospedale, credo che questo possa costituire un grande vantaggio per tutti.

Va detto che, negli ultimi, anni a livello nazionale c'è una decrescente disponibilità di persone nel volontariato, dal 2015 al 2021 l'Istat dice che è calata del 15% in termini di persone disponibili, anche in Valle d'Aosta ci sono dei cali rispetto al passato, è per questo che dicevo prima che bisogna fare comunque la dovuta attenzione a questo settore e prestare attenzione.

Giusto per dare due dati sul volontariato che opera in convenzione, dando in sintesi qualche numero, giusto per dare evidenza dell'attività che viene svolta: nel 2022 tutte le organizzazioni di volontariato che fanno riferimento all'ANPAS, che sono sedici in Valle d'Aosta, hanno fatto 580 mila chilometri, 179.500 ore, 8.423 numeri di attività.

Questi sono i numeri che fanno riflettere e fanno pensare a quanto queste persone possano essere utili per intervenire nelle situazioni di maggiore difficoltà e proprio per questa ragione - tenuto conto che è stato costruito questo sistema nel tempo con la dovuta attenzione e che in questo momento c'è sentore che ci sia qualche problematica interna che deve essere presa in carico e gestita dalla pubblica Amministrazione - noi chiediamo con grande senso di responsabilità che il Governo e l'Assessore incentivino le sinergie tra il personale che a diverso titolo concorre a garantire i livelli di servizio nell'emergenza e le attività correlate e che si cerchi anche d'invertire quel processo, che si sta mettendo in atto, di frammentazione dell'offerta che, a nostro avviso, non costituisce un vantaggio ma rischia di togliere dei riferimenti.

È bene quindi lavorare per cercare di ricomporre le situazioni che possono essere delicate, incentivando anche il mantenimento dell'accorpamento nel settore.

Questo crediamo che sia un obiettivo importante e soprattutto anche nei rapporti tra gli effettivi e il volontariato, perché sappiamo anche quali sono le dinamiche quando c'è carenza di personale che magari si attinge, si pesca da una parte o dall'altra come se ci fosse un sistema concorrenziale, invece bisogna tener conto che le due parti sono parti di un sistema complessivo e bisogna guardare con la dovuta attenzione e con una visione globale, affinché non si creino delle tensioni che portino a disincentivare la partecipazione delle persone e quindi a far venir meno questo prezioso apporto per il territorio della comunità valdostana.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Con riferimento all'argomento dell'iniziativa oggetto della macroarea 2 del Piano, si precisa che sono state poste in essere tutte le azioni possibili, in particolare dall'Azienda USL con il supporto dell'Assessorato, per cercare di ristabilire un clima di proficua collaborazione tra tutti i soggetti che rappresentano il mondo del volontariato e che operano nell'ambito del soccorso.

Questo sforzo ha acconsentito all'Azienda USL di stipulare nel mese di marzo con le associazioni, naturalmente le associazioni dei volontari del soccorso, le apposite convenzioni che sono state frutto di un importante lavoro di mediazione, di dialogo, aumentando tra l'altro notevolmente rispetto al passato il livello di copertura degli interventi nell'ambito dell'emergenza-urgenza, al fine di garantire maggiore presenza sul territorio e di implementare la flessibilità al sistema del soccorso con risposte diversificate a seconda del livello d'intensità clinica.

Questo clima ha tra l'altro poi consentito di chiudere nel minor tempo possibile anche la delibera di Giunta regionale sulla formazione oggetto anche di trattazione durante il Consiglio.

Questo tipo di accortezze, che di fatto evidenziano da un punto di vista politico un tema assolutamente condiviso con lei, si insinuano all'interno di un mondo del volontariato che lei ha giustamente richiamato e che, tra l'altro, è stato anche oggetto di plurimi confronti in occasione dell'incontro con il CSV, il Centro della solidarietà valdostana, e anche in occasione della giornata del dono.

Il mondo del volontariato italiano è sceso nel corso dell'ultimo periodo da 5 milioni e mezzo di volontari a 4.600.000 volontari, come da lei richiamato, e risulta invece essere assolutamente fondamentale per cui noi stiamo cercando di mantenere alta l'attenzione nei loro confronti, di collaborare il più possibile e di creare un clima fatto di collaborazione.

Sposando assolutamente l'attenzione che lei richiama con l'ordine del giorno n. 4, ci asterremo nel momento in cui lei - ma ho già capito che così sarà - dovesse giustamente decidere di non ritirare l'ordine del giorno.

Presidente - Consigliere Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Ringrazio il collega Marquis per aver messo in evidenza il problema che riguarda il mondo del volontariato, soprattutto una realtà che conosco molto bene, dato che ne faccio parte insieme ad altri colleghi qui presenti.

Vorrei ricordare che il mondo del volontariato rappresenta una vera e propria ricchezza per il sistema sanitario valdostano e per la comunità, considerato il grande valore di coesione sociale e di civiltà che riesce a conferire ai servizi.

Proprio per questo la Regione ha il dovere e l'interesse a tutelare enti e associazioni che mettono a disposizione risorse umane, automezzi e attrezzature per garantire ai cittadini il servizio di trasporto sanitario di emergenza e urgenza.

Tra l'altro le associazioni di volontariato, e mi riferisco ai volontari del soccorso, sono parte integrante del servizio sanitario regionale, lo ha ben ricordato il collega Marquis: un'unicità sul piano nazionale, un modello che da sempre consente capillarità e performance tra le più elevate del Paese. Se da un lato però si riconosce che il volontariato nel suo insieme sia indispensabile per la tenuta sociale del Paese, oggi - lo hanno evidenziato il collega e l'Assessore - il mondo vive un periodo di grande difficoltà, una tendenza che non risparmia il terzo settore valdostano, infatti una parte consistente di volontari è costituita da persone meno giovani ed è sempre più difficile garantire l'opportuno turnover generazionale.

Tutto ciò richiama una delle più grandi sfide del terzo settore che ha davanti: riuscire a cogliere nel cambiamento una leva di rinnovamento.

La soluzione potrebbe essere attuare delle campagne di promozione del volontariato rivolte ai giovani, cercando di dare visibilità alle associazioni in cerca di volontari.

Il volontariato è senza alcun dubbio parte integrante e importante del Sistema sanitario valdostano e come tale va valorizzato al meglio attraverso progetti di sensibilizzazione, collaborazione e programmazione, affinché esso possa ricoprire un ruolo importante nella gestione dell'emergenza.

Come gruppo voteremo l'ordine del giorno.

Presidente - Consigliere Marquis.

Marquis (FI) - Abbiamo capito dalle sue parole che ha colto il significato dell'ordine del giorno e le preoccupazioni contenute. Sono delle preoccupazioni significative, perché sentore sul territorio di disgregazione ce n'è e quindi c'è la necessità di intervenire a livello politico, proprio per non favorire la frammentazione, per cercare di ricomporre i rapporti laddove ci sono delle criticità.

Apprezziamo che condivida quello che abbiamo espresso, così come la sua condivisione negli altri ordini del giorno, a questo punto attendiamo con ansia di vedere quale sarà il suo voto su questo documento, visto che abbiamo rilevato una grande condivisione sui temi che abbiamo sottoposto all'attenzione.

Presidente - Mettiamo in votazione, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Ordine del giorno n. 5 del gruppo di Forza Italia. Si è prenotato il consigliere Baccega al quale passo la parola.

Baccega (FI) - Io capisco che dopo due giorni e mezzo di lavoro, e anche intenso, ci possa essere la stanchezza, ma su questo punto chiedo un'attenzione particolare, proprio perché in questi giorni è uscito il rapporto delle performance regionali del Centro per la ricerca economica applicata, il CREA, e l'analisi dei risultati e delle valutazioni fatte da ben cento esperti raggruppati in un pannel che era composto da esponenti delle istituzioni del management aziendale, delle professioni sanitarie, dell'industria medicale e degli utenti - insomma crediamo che si possa tranquillamente dire che si tratta di una partnership di persone che dal punto di vista scientifico possono dire la loro - e composto da una parte di quelli che possiamo considerare coloro che guardano al percepito.

Purtroppo la Valle d'Aosta nel complesso è tra le rimandate e tra gli indicatori che sono in ribasso, quindi inferiori alla media nazionale, vi sono la spesa pubblica pro-capite, lo sappiamo, l'indice di salute mentale, la quota delle persone disabili e anziani con assistenza domiciliare e tutta una serie di altre questioni, tra cui le persone deboli o a rischio d'interventi per integrazione sociale.

Come abbiamo già sottolineato ieri - credo nell'ordine del giorno che hanno presentato il consigliere Ganis e il consigliere Manfrin - abbiamo l'esigenza di guardare con una certa oggettività alle difficoltà, che ci sono soprattutto in ambito di salute mentale.

I dati del Centro per i disturbi del comportamento alimentare sono piuttosto allarmanti, del numero di pazienti attualmente in carico il 38,46% è inferiore ai 18 anni, il 36,26% è tra i 19 e i 35 anni e poi vi è tutta quella parte legata all'alcolismo e al gioco d'azzardo, che è decisamente in ribasso rispetto al passato, e alle tossicodipendenze. Quindi siamo fortemente preoccupati perché c'è una crisi in quell'ambito piuttosto significativa.

Allora sulla base di questi dati noi crediamo che sia necessario mettere in campo un'azione molto forte; ho provato a evidenziarlo anche ieri e quest'azione molto forte non può che essere condivisa tra diversi Assessorati, parlo dell'istruzione, attraverso l'istruzione, quindi individuare un percorso di formazione e di educazione sanitaria per le istituzioni scolastiche di base e le istituzioni scolastiche superiori, perché è attraverso la scuola che crediamo si possa dare anche un segnale forte nel capire che certi atteggiamenti fanno male, e lo riscontriamo quotidianamente rispetto ai fatti di cronaca che avvengono tutti i giorni.

Quindi sulla base di questo noi crediamo che sia importante avviare un percorso che preveda all'interno delle scuole delle ore di formazione in questa direzione.

Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.

Marzi (SA) - Cercherò, con una risposta articolata, di dimostrare non solo la sensibilità rispetto al tema trattato all'ordine del giorno ma anche la condivisione di quanto da lei richiamato anche rispetto alle evidenti problematiche che, ovviamente, conosce almeno quanto me.

Oltre a essere citato nel Piano, il tema delle psicopatologie con riferimento all'abuso delle dipendenze da sostanza o dei disturbi del comportamento alimentare, trova specifiche risposte in atti già approvati dalla Giunta regionale, in particolare per quanto concerne il primo ambito, cioè le strategie definite nel Piano regionale della prevenzione.

Il Piano regionale della prevenzione è stato, di fatto, approvato nel 2021 e quindi ha cominciato a dare i suoi risultati dagli anni successivi, ma questo naturalmente non lo devo spiegare io a lei, perché sa benissimo quanto, quindi auspichiamo tutti che questo possa poi cominciare a vedersi naturalmente negli indici successivi.

Le azioni messe in campo sono: l'adozione e l'implementazione di un approccio globale sistemico, articolato in azioni di documentata efficacia continuativa e integrata lungo tutto il percorso scolastico, approccio, questo, multisettoriale - che ha esplicitato anche lei - per la promozione della salute fisica e mentale; iniziative da attivare nei luoghi in cui si svolgono attività sportive, mirate ad accrescere la consapevolezza sui rischi correlati al consumo di alcool, supportando la capacità personale in termini di autostima, autoefficacia e resilienza dei giovani con particolare riguardo ai minorenni, anche se io, oltre a questo, sono assolutamente d'accordo con quanto ha richiamato oggi il collega Perron sul tema; miglioramento dell'integrazione del coordinamento intersettoriale tra programmi e azioni per la riduzione della domanda e dell'offerta di sostanze psicotrope; l'offerta di programmi finalizzati alla formazione del personale addetto alla vendita e somministrazione di alcolici; lo sviluppo di collaborazione con i gestori dei locali e gli organizzatori degli eventi, finalizzata alla riduzione dei rischi legati all'abuso di alcool e delle altre sostanze psicoattive e al miglioramento ambientale; la diffusione tra i professionisti degli strumenti per applicare interventi di prevenzione efficace; lo sviluppo di programmi volti al coordinamento tra settori sanitari, servizi sociali, scuola e associazioni, al fine di attivare percorsi di identificazione precoce dei soggetti in condizioni di rischio aumentato; la promozione di stili di vita correlati alla popolazione con particolare attenzione alle fasce più deboli e più svantaggiate; lo sviluppo di percorsi di formazione per l'acquisizione di nuove competenze disciplinari e la promozione d'interventi sui comportamenti che comprendono azioni sui comportamenti a rischio, quindi l'esercizio consapevole della sessualità; il miglioramento all'adesione della (incomprensibile); il corretto uso del profilattico maschile e femminile; il counseling; lo sviluppo inoltre di protocolli operativi di prevenzione indicata nell'orientamento al servizio e al coinvolgimento dei territori per soggetti all'esordio di problemi di abuso e dipendenze, per esempio gli adolescenti e le loro famiglie, o in particolari condizioni di vita; il potenziamento dell'offerta da parte dei servizi per le dipendenze patologiche ed interventi di prevenzione selettiva e di riduzione dei rischi e del danno, in collaborazione con altri servizi sanitari, Enti locali e terzo settore; l'offerta inoltre di interventi di counseling brevi nei contesti della medicina di base e in quelli lavorativi o in altri contesti adeguati; programmi integrati e intersettoriali rivolti a rafforzare la collaborazione tra i servizi e le dipendenze negli altri servizi sociali e le associazioni in auto e mutuo aiuto.

Per quanto attiene inoltre ai disturbi del comportamento alimentare, con una deliberazione di Giunta, la 1212/2022, è stato approvato un Piano biennale di attività concernente il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, DNA, a livello regionale.

Il progetto, finalizzato con fondi statali, ha dato avvio a interventi per potenziare e organizzare i servizi dedicati alla patologia di cui trattasi secondo i modelli di presa in cura proposti dalle comunità scientifiche e di riferimento.

Per quanto posto in essere all'interno del Piano e per le azioni che sono state e che si continuano a fare su questi temi, le chiedo di ritirare l'ordine del giorno, anche se lei naturalmente ha detto che non lo farà, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.

Baccega (FI) - Assessore, lei ci ha letto quello che abbiamo letto, quello che in realtà è, ma rispetto a quello che si scrive, rispetto a quello che lei ci ha letto e ci ha detto, noi chiediamo "Come", "Quali sono le azioni", noi chiediamo più determinazione perché fuori succede qualcos'altro rispetto a quello che c'è scritto lì, succede davvero qualcos'altro, c'è grossa preoccupazione da questo punto di vista.

Molte famiglie sono in allarme per questo, ecco perché riteniamo di dover tornare su quegli argomenti, riteniamo di dover rientrare nell'ambito del percepito, di quello che realmente succede.

Fanno cazzotti fuori dai bar tutte le sere, spaccano bottiglie, se lei passa alle ore 07:00 del mattino in alcune zone della città, e non solo, vede decine di bottiglie per terra. C'è qualcosa che non funziona. Quindi quello che abbiamo scritto, che è corretto, che è serio, deve avere delle conseguenze in azioni serie, concrete, ed ecco perché diciamo "La scuola".

Noi abbiamo chiesto ai nostri giovani: "Ma quante volte a scuola avete affrontato il tema della droga? ", "Ogni tanto quello sì". "Il tema dell'alcolismo, il tema del gioco d'azzardo? "Mai, quasi mai".

Presidente - Consigliere Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Condivido le parole del collega Baccega, innanzitutto per aver portato in Consiglio quest'ordine del giorno, una tematica questa già evidenziata in più iniziative dal nostro gruppo, sottolineando che il consumo e abuso di alcool nella nostra regione rappresenta una vera e propria emergenza sociale.

Quello che preoccupa maggiormente, l'abbiamo detto più volte, è che il problema dell'abuso di alcool riguardi i giovanissimi, in età compresa tra gli 11 e i 25 anni.

Per questo motivo - come ha ben evidenziato il collega Baccega e come gruppo - riteniamo che la scuola debba promuovere maggiormente una cultura per prevenire il contrasto del consumo di alcool.

L'impegnativa del gruppo di Forza Italia riprende il nostro ordine del giorno discusso in Consiglio regionale, che ha visto l'astensione della maggioranza.

Ora, tenuto conto della gravità del problema, come gruppo continueremo a sollecitare la maggioranza attraverso azioni ispettive affinché la Regione metta in campo tutte le azioni necessarie volte ad arginare il problema.

Come gruppo voteremo l'ordine del giorno.

Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo al seguente ordine del giorno, si è già prenotato il consigliere Marquis a cui passo la parola.

Marquis (FI) - Torniamo a parlare della questione delle assistenti sociali professionali di cui si è già dibattuto in alcuni ordini del giorno presentati dai colleghi che ci hanno preceduto; in particolare siamo rimasti parecchio colpiti dall'audizione del Presidente dell'Ordine degli assistenti sociali professionali, dove ha evidenziato tutta una serie di considerazioni che non sto qui a richiamare, perché sono state già espresse dai colleghi in questa giornata.

L'aspetto che volevo sottolineare e volevamo sottolineare con quest'ordine del giorno è la questione contrattualistica delle assistenti sociali, è una cosa che ci ha colpito molto così come è stata rappresentata. Non c'è bisogno di aspettare dei decreti legislativi o delle leggi delega o anche la definizione di un ente strumentale o un'altra forma, ci possono essere comunque delle soluzioni intermedie per apportare dei correttivi, si potevano prendere e si possono affrontare, perché abbiamo capito che se non si interviene su questo settore non possiamo aspettare un anno o due che si definirà una nuova situazione, la situazione rischia d'implodere prima.

È stato evidenziato che ci sono delle problematiche di turnover, l'effetto di attingere alla Società di servizi è stato un effetto deleterio sulla qualità del servizio, sull'attrattività verso le persone che possono svolgere quest'attività.

Chi arriva tramite la Società di servizi cerca di uscirne il prima possibile, partecipa ai concorsi, c'è un turnover in un settore dove bisognerebbe avere una continuità: l'assistente sociale dovrebbe essere come il vecchio medico condotto e come il parroco in un paese, un riferimento continuo verso delle persone che hanno una situazione di fragilità.

Voi potete immaginare se ogni 3-4 mesi cambia l'assistente sociale... addirittura una cosa che ci ha colpito molto è che è stato riferito che nemmeno gli amministratori locali le conoscono, tale è il livello della turnazione, quindi viene a mancare un collante sul territorio che crea delle oggettive difficoltà.

Quello che è stato evidenziato è che su cinquanta-cinquantuno figure che sono disponibili, sette o otto sono assunte dalla sanità, cinque dal Comune di Aosta, una decina dalla Regione dove hanno degli incarichi di tipo amministrativo - questo l'abbiamo già evidenziato ieri e sarebbe sufficiente dare a una parte di queste persone un mandato di lavorare sul territorio e sostituirle con del personale amministrativo che può svolgere queste funzioni per non perdere delle preziose risorse che avrebbero una grande utilità - e circa ventitré dalla Società di servizi.

Noi crediamo che si possa pensare anche a una mini razionalizzazione nell'attesa che si faccia questa scelta definitiva che crediamo vada ponderata bene, perché tutto il Piano è improntato a un ragionamento d'integrazione, e la parola "Integrazione" è una forse di quelle che si ritrovano di più in questo documento, ci possono essere tutta una serie di considerazioni che portano magari a far fare delle riflessioni: forse avere un'unica struttura che gestisce tutto potrebbe dare dei vantaggi soprattutto in situazioni dove abbiamo già visto che i compartimenti stagni, quando si creano enti diversi, non costituiscono un fattore di ricchezza ma un fattore di difficoltà aggiunto nell'affrontare le questioni, perché ogni quindici giorni parliamo in questo Consiglio di difficoltà di banche dati, abbiamo sentito più volte che poi un ente non ha il dovere di mettere a disposizione le sue banche dati a un altro e quindi non vorrei che, qualora ci fossero più soggetti che si occupano delle stesse tematiche, ci siano delle difficoltà aggiuntive per poter dialogare e garantire qualità di servizio.

Però, a prescindere da questo ragionamento, quello che volevamo porre all'attenzione era di cercare d'intervenire in questa situazione perché è deflagrante: da quello che ci è stato rappresentato, non è una situazione che può aspettare ancora un anno o due per essere trattata, ma va presa in mano e vanno trovate delle soluzioni.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Il Piano prevede la valorizzazione del servizio sociale professionale in quanto LEPS, cioè Livello essenziale delle prestazioni sociali, ai sensi della legge di bilancio 2021, e la definizione di un nuovo modello organizzativo e di gestione del servizio medesimo che verrà definito nell'ambito della cabina di regia appositamente istituita che coinvolgerà tutti i portatori d'interesse, ivi compreso l'Ordine regionale degli assistenti sociali, come abbiamo già avuto modo - e lei tra l'altro ha richiamato - di trattare con un ordine del giorno della collega Minelli poco prima.

Il nuovo modello organizzativo si pone l'obiettivo di garantire standard elevati di erogazione del servizio sociale nei confronti della comunità e condizioni contrattuali adeguate e uniformi per il personale impiegato nel servizio.

Parallelamente, considerato che le postazioni di servizio sociale sono acquisite per il tramite della Società di servizi, è stato costituito un tavolo tecnico di lavoro, coordinato dalla Presidenza della Regione, con l'obiettivo di migliorare le condizioni lavorative nelle diverse categorie professionali interessate e di incrementare il livello qualitativo del servizio offerto sul territorio. Questa era naturalmente la risposta oggettiva all'ordine del giorno che lei ha rappresentato.

Rispetto invece alle problematiche che lei cita, che sono problematiche che condividiamo perfettamente: come tra l'altro richiamato durante questo dibattito, abbiamo avuto anche noi occasione di leggere l'audizione del 29 di giugno del 2022 dell'Ordine professionale di riferimento.

Lei ha letto sicuramente con molta attenzione, ed è in linea con quanto il suo ordine del giorno - non la trattazione del suo ordine del giorno- richiama, quanto di fatto è stato presentato come emendamento proprio su questo tema in occasione di un confronto e di una proposta fatta agli Enti locali - perché di fatto gli enti, con l'obiettivo di arrivare ad avere una trattazione equiparata, quindi attraverso uno strumento di riferimento che comunque sarà scelto in un rapporto paritario tra noi e gli Enti locali - ha chiaramente l'obiettivo di essere prima pensato che attuato.

Non sto assolutamente a rappresentare, collega Marquis, il fatto che lei evidenzia una sensibilità particolare su questo tema, che condividiamo, ma da un punto di vista politico-amministrativo lei sa benissimo che si è arrivati alla definizione di queste problematiche di varia natura, dalla trattazione economica, alla differenza di datori di lavoro, alla carenza di questo tipo di professionalità a 360 gradi. Per cui io, cercando di rappresentare quanto sopra, voglio evidenziare che io capisco perfettamente il fatto che, arrivati a un certo punto, sembra che io esprima delle litanie, ma in realtà sto cercando di calarmi sulle diversificazioni che vengono fatte, anche nella presentazione degli ordini del giorno, da ogni singolo collega rispetto a temi che, in termini politici, esprimono sensibilità e accortezza. In alcuni casi stiamo già lavorando, in altri stiamo provando a lavorare e, nel caso specifico, questo è sicuramente un tema trattato nelle audizioni sul PSBS e - lei concorderà con me: è il motivo per il quale le chiedo di ritirare l'ordine del giorno, o ci asterremo - che ha sicuramente pertinenza con l'ambito sanitario e socio-assistenziale per 360 gradi che il Piano lambisce: sono delle questioni di spettro ugualmente importante ma sicuramente parallelo rispetto al Piano.

Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.

Marquis (FI) - Siamo perfettamente consapevoli che ci sono delle iniziative che possono essere prese nel medio periodo, altre nel breve periodo, ma per intervenire con urgenza su questa situazione non ci sono particolari problemi di carattere amministrativo, è sufficiente aumentare il trattamento economico delle assistenti sociali assunte nella Società dei servizi. Non è un grosso problema questo, bisogna mettere a disposizione qualche risorsa in più, non ci sono dei problemi tecnici, Assessore, glielo assicuro sotto questo profilo, basta mettere un po' più di risorse a disposizione.

Questo consentirebbe, nel frattempo che si trovi una definizione al problema, di creare un ambiente lavorativo migliore, di creare una pari opportunità di trattamento che andrebbe incontro al favorire una maggiore serenità nel lavoro, questo solo per fare un esempio di una delle cose che si possono fare. Poi siamo perfettamente, come le dicevo prima, consapevoli che la risoluzione definitiva richiede un po' più di tempo di quello che le stiamo sollecitando a livello d'intervento attualmente.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo a quello successivo, n. 7, sempre di Forza Italia. Consigliere Baccega, a lei la parola.

Baccega (FI) - Già nel dicembre del 2022 ci eravamo posti il problema legato alla delibera di Giunta del 20 dicembre 2021, la 1727, che introduceva i famosi UFE, Utente familiare esperto, una figura che francamente ci aveva lasciati abbastanza perplessi: non sapevamo qual era il percorso per arrivare a queste figure e chiedevamo più volte che cosa si sarebbe fatto rispetto agli utenti familiari esperti che dovrebbero essere quegli esperti che dovevano avere un certo sapere esperienziale nella gestione dei casi in ambito di Dipartimento salute mentale.

Dopo quella delibera del 2021 non abbiamo più visto nulla, noi abbiamo chiesto in un'interpellanza del 2022 chi avrebbe provveduto a formare queste figure, perché una cosa è gestire il proprio figlio, il proprio nipote in ambito familiare, una cosa è occuparsi di tutta una serie di altre cose, soprattutto in quel settore. Ci era stato risposto che gli UFE, quindi questo nuovo scenario di operatività del volontariato, dovranno formarsi ed essere reclutati a spese del privato accreditato, ovvero del terzo settore. Mi pare che il terzo settore non sia così convinto di occuparsi della gestione della formazione e soprattutto di avere ulteriori spese.

Allora, visto che c'è dal 2021 e abbiamo ritrovato nel Piano salute e benessere sociale nuovamente la figura dell'UFE, noi chiediamo chi andrà a formarli e, ovviamente, se il finanziamento di queste figure sarà retribuito dalla Regione e quindi di predisporre gli adeguati finanziamenti in questo senso.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Come da lei richiamato, nell'ambito dell'aggiornamento delle disposizioni regionali in materia dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi per l'autorizzazione delle strutture residenziali e semiresidenziali dedicate alla presa in carico dei pazienti con disturbi relativi alla salute mentale, con la DGR 1727/2021 è stato introdotto il concetto di supporto tra pari e il ruolo degli utenti e familiari esperti, quelli che giustamente lei richiama come UFE, che è anche richiamato, se non erro, come da lei appena tra l'altro detto in discussione generale, secondo l'esempio virtuoso delineato da altre Regioni.

La letteratura scientifica in tal senso ha infatti evidenziato che il ruolo preponderante del supporto tra pari nell'ambito della presa in cura delle persone - e tale modello è stato confermato nell'esperienza virtuosa di alcune Regioni - è ormai diffuso in più Dipartimenti di salute mentale italiani ed esteri. In tal senso gli UFE - e quindi appunto queste figure professionali - sono stati impiegati in questa realtà nei centri di salute mentale per la prima accoglienza dei pazienti, per il supporto alle figure professionali dell'Azienda sanitaria, come supporto nei percorsi di autonomia abitativa nonché nel ruolo di facilitatore negli incontri tra gli operatori dei servizi e dei familiari degli utenti.

La nostra DGR, la 1727/2021, quella che ho richiamato poc'anzi, introduce la possibilità d'impiegare questa figura a supporto delle attività erogate dalle strutture e dai servizi disciplinati dalle deliberazioni medesime e di fatto queste figure saranno a carico dei soggetti del privato sociale che gestisce i servizi citati in convenzione con l'Azienda USL.

Anche quanto evidenziato nella sua precedente iniziativa, di fatto dovrebbe essere in carico alla Regione nel servizio che mette in disponibilità del privato sociale; come da lei ricamato nella precedente iniziativa, sicuramente a oggi la Valle d'Aosta in generale, nonostante tutto quanto sia stato posto in essere, in tema di salute mentale ha da confermare il lavoro fatto e ha da fare un cambio di passo.

In tal senso anche l'atto aziendale può dare una mano; sicuramente tutto ciò che ha a che fare con l'attenzione al territorio anche in questo ambito, può essere quindi il famigerato Centro di salute mentale, sul quale stiamo lavorando e a cui tutti tengono, e anche il Piano della salute e del benessere sociale può essere un aiuto anche rispetto a temi come quelli che lei ha voluto rappresentare nel quotidiano visto il momento di rottura sociale che oggi c'è, anche a causa di tutta una serie di problematiche, soprattutto tra i giovani, che sono state oggetto di plurimi ordini del giorno nel corso di questi due giorni.

È oggettivo che ci sono un sacco di persone, di nostri concittadini, che vengono da una situazione di particolare solitudine e che quindi hanno un livello di rabbia e di difficoltà maggiore del passato.

Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.

Baccega (FI) - Credo che su questo argomento si aprirà un significativo e approfondito dibattito. Gli UFE ovviamente dovranno essere formati, chi li formerà ancora non lo sappiamo, cerchiamo solo di dire con chiarezza come stanno le cose, altrimenti rimangono delle figure sospese che, in qualche modo, non sapranno che cosa fare, come muoversi e in che direzione andare se non curare il proprio caro in famiglia.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 8 di Forza Italia che è anche l'ultimo di Forza Italia. Consigliere Baccega si è prenotato, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - Capisco l'ora tarda, quindi direi che l'ultimo ordine del giorno che abbiamo posto come gruppo all'attenzione della Giunta, quindi dell'Assessore competente, riguarda l'attenzione alla famiglia, un capitolo che prevede tre pagine del Piano salute e benessere sociale che parla di politiche per la famiglia e la natalità.

È stato affrontato anche ieri dai colleghi della Lega, ma ci ritorniamo con una serie di proposte che inevitabilmente - visto l'andamento, visto il percorso che hanno avuto tutti gli altri ordini del giorno - sarà ovviamente rinviato con una richiesta di ritiro che non ci sarà, direi che abbiamo voluto affrontare anche noi il declino della natalità - anche se un po' meno in Valle d'Aosta rispetto ad altre Regioni - e abbiamo sentito l'esigenza di dare una risposta più forte alle famiglie valdostane, famiglie della ricca Valle d'Aosta, favorendo sempre di più la natalità.

Noi chiediamo di prevedere l'istituzione dell'Agenda di gravidanza sulla base della positiva esperienza del vicino Piemonte. Che cos'è l'Agenda di gravidanza? É un percorso che accompagna ogni donna che affronta una gravidanza, che ovviamente è un evento straordinario, è un percorso di informazioni, un percorso psicologico, un percorso dove il parto a basso rischio è individuato e in qualche modo accompagnato fin dal momento in cui la futura mamma è gravida.

È uno strumento basato su evidenze scientifiche, ovviamente, seguito da una serie di professionisti multidisciplinari ma soprattutto dalla figura dell'ostetrica. Esso prevede un programma di controlli piuttosto significativi, prevede la possibilità di fare le impegnative per gli esami e valutare se ci siano elementi a rischio che debbano essere affrontati subito, quindi un intervento immediato.

Prevede anche un corso di avvicinamento alla nascita di un cambiamento epocale rispetto a certi approcci, quindi fin dal primo accesso della donna presso il consultorio, o comunque l'Ospedale.

È un percorso che in Piemonte direi ha dato delle risposte significative.

Poi prevediamo anche, per il periodo di tre anni dalla nascita del bimbo o della bimba, un sostegno economico alla famiglia quantificato in 1.500 euro all'anno fin dal momento in cui il piccolo o la piccola nascono, affinché si possa provvedere alle prime e significative spese che la famiglia deve affrontare ancorché il bimbo nasce.

È vero che in passato ci sono state delle risorse economiche, come l'assegno post-natale eccetera che ora non ci sono più, perché poi è intervenuto lo Stato, ma noi con questo messaggio chiediamo di fare di più, la Valle d'Aosta può e deve fare di più.

Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.

Marzi (SA) - Se è vero che non esiste nella nostra Azienda dépliant che funge da carta dei servizi denominata l'Agenda di gravidanza, è altrettanto vero che l'esperienza della nostra Regione è stata una delle più virtuose sul territorio nazionale, proprio per questo tipo di presa in carico.

Ancora oggi siamo gli unici in Italia ad avere una cartella clinica elettronica in condivisione tra la struttura di ostetricia dell'Ospedale e le strutture del territorio e nella nostra organizzazione è trattata nella macroarea 2 del Piano: attraverso il percorso nascita l'ostetrica prende in carico dall'inizio della gravidanza la donna gravida e la segue sul territorio, se si tratta di una gravidanza fisiologica. Sei si tratta invece di gravidanza patologica, la donna viene inviata allo specialista.

Le competenze correlate all'assistenza della gravidanza fisiologica sono ricondotte alla figura dell'ostetrica che, all'interno del percorso nascita, lavora nell'ambulatorio della gravidanza fisiologica istituito in Valle d'Aosta sin dal 2011. Nel progetto di integrazione ospedale-territorio, le ostetriche che operano nei distretti seguono tutte le gravidanze fisiologiche fino al termine della gestazione, al fine di garantire un servizio di qualità alle utenti lasciando all'ospedale le sue competenze.

Quest'attiva collaborazione presa in carico della gestione vedrà un momento d'integrazione della continuità del percorso nascita territoriale attraverso l'innesto alla 36esima e 37esima settimana del bilancio di salute.

Infine le donne che presentano situazioni patologiche verranno invitate a recarsi nell'ambulatorio della gravidanza a rischio con percorsi semplificati per effettuare un follow-up più accurato.

L'ambulatorio della gravidanza a rischio presente nella sede ospedaliera del Beauregard è stato da poco potenziato, ampliando le sedute da una a quattro al mese, quindi una seduta alla settimana; sono presenti medici qualificati in possesso di Master di II livello in patologia della gravidanza.

Lo scopo è garantire un controllo delle situazioni a rischio in ambulatorio limitando i ricoveri impropri e le giornate di degenza e di modulare il ricorso quindi al taglio cesareo.

Ad esso si accompagna uno snellimento delle procedure amministrative per l'accesso diretto fissato nella giornata del martedì dalle ore 8:00 alle ore 13:00.

A completamento del percorso nascita è stato attivato un ambulatorio dedicato alle gestanti giunte alla 36esima e 37esima settimana di gravidanza per il bilancio di salute e questi sono i suoi compiti: prendere in carico le donne che vogliono usufruire del punto nascita di Aosta per un bilancio del rischio correlato al parto; verificare se il punto nascita può rispondere ai bisogni e alle scelte della donna; programmare il monitoraggio del benessere fetale a partire dalla 40esima settimana, qualora il parto non fosse ancora avvenuto; validare l'appropriatezza delle indicazioni del medico curante al taglio cesareo. All'ambulatorio possono accedere tutte le donne giunte alla 36esima e 37esima settimana di gravidanza, sia residenti in Valle che in altre Regioni, che decidono di far nascere il proprio bambino presso il punto nascita di Aosta.

Siamo infatti, come lei sa, attivi in termini di mobilità in tal senso.

Questi i punti di forza del nuovo ambulatorio: garantire un'adeguata presenza in sala parto per i parti a rischio, come nel caso dei pregressi tagli cesarei, e con il fine di modulare la percentuale dei cesarei stessi; individuare anticipatamente le donne a rischio per travaglio e parto; prevenire l'emorragia post partum; informare l'utente sulle pratiche in uso in Ospedale; aumentare il grado di soddisfazione di sicurezza dell'utente; migliorare il collegamento territorio-Ospedale; prendere conoscenza delle aspettative della donna e della coppia maturate durante il percorso di gravidanza; sostenere inoltre l'autonomia della donna a promuovere la consapevolezza delle sue scelte, sede e mobilità di accesso.

L'ambulatorio del bilancio di salute è presente al Beauregard al piano primo presso i locali dell'ostetricia e ginecologia e la prenotazione viene effettuata attraverso i CUP territoriali.

Non è necessaria la richiesta del medico di famiglia.

Il bilancio di salute viene svolto dall'ostetrica e permette, attraverso un'accettazione programmata, di raccogliere notizie clinico-anamnestiche e di effettuare le relative valutazioni, di richiedere quindi eventuali esami supplementari, di precompilare la documentazione clinica in un contesto favorevole.

I casi che necessitano di consulenza medica sono controllati immediatamente dal medico specialista presente in ambulatorio, infatti l'ambulatorio è accessibile il martedì e il venerdì dalle ore 8:00 alle ore 13:00.

Il Piano prevede la promozione d'interventi e servizi in favore della famiglia e della natalità finalizzati a sostenere nelle diverse fasi della vita i nuclei familiari e i rispettivi componenti.

Per quanto riguarda il sostegno economico in favore delle famiglie per favorire la natalità, occorre tener presente le misure nazionali già in essere - ma questo lei già lo sa - e l'istituzione di un ulteriore sostegno economico è sicuramente uno di quegli aspetti politici che va incentivato, va valutato con tutto quello che alla politica compete ma che esula dal Piano che è oggetto del contendere.

In termini di servizi, noi crediamo di essere assolutamente all'avanguardia anche rispetto a Regioni a noi limitrofe che, a loro volta, espletano eccellenza.

Per questo motivo le chiedo di ritirare l'ordine del giorno o ci asterremo.

Presidente - Consigliere Baccega ne ha facoltà.

Baccega (FI) -. Noi eravamo al corrente che dalla 36esima o 37esima settimana il bilancio di salute dava delle risposte significative, non a caso il Beauregard è considerato l'Ospedale del bambino, siamo a conoscenza di questi aspetti; l'Agenda di gravidanza parte dal momento in cui la futura mamma inizia il percorso di gravidanza, questa era la valutazione da fare.

Comunque possiamo anche ritirarlo, ma sicuramente ci torneremo perché riteniamo che possa esserci un aspetto significativo, soprattutto nella seconda parte, laddove chiediamo un ulteriore sforzo per aiutare le famiglie in quel senso. Grazie. Ritirato.

Presidente - L'ordine del giorno è ritirato. Passiamo adesso agli ordini del giorno del Gruppo Misto, cominciamo ovviamente con il numero 1. Consigliere Restano si è prenotato, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Il primo ordine del giorno, mutuando quanto fatto dai colleghi della Lega, lo intitolerei: "Sicurezza per gli alimenti destinati all'alimentazione umana e sicurezza dei materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti".

Nel leggere l'indice del Piano per la salute e il benessere sociale, alla macroarea 1, "La prevenzione al centro delle politiche per la salute e benessere sociale", a chi ha l'occhio un poco attento balza evidente che, trattando di salute ambientale, luoghi di lavoro e promozione della salute, sanità animale e sicurezza degli alimenti, andando a vedere nel dettaglio cosa viene trattato, vi è un'evidente lacuna, non viene trattato l'argomento che riguarda gli alimenti per l'alimentazione umana e i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti.

Ora, parlando di prevenzione della salute, di corretti stili di vita, di formazione, multisettorialità, interdisciplinarità, è due giorni e mezzo che parliamo della stessa cosa, sappiamo che, per quanto riguarda l'educazione alimentare, il punto di partenza è l'etichetta dei prodotti alimentari, non perché lo dico io ma perché lo dice la normativa europea e la normativa nazionale.

Formiamo anche i ragazzi, li educhiamo alla lettura dell'etichetta e l'etichetta è anche la base di partenza per la sleale concorrenza, perché sulla sleale concorrenza si apre tutto il capitolo della salubrità degli alimenti destinati all'alimentazione umana, poi ci sono anche quelli per l'alimentazione animale, ma sono debitamente trattati da un'altra parte.

Quindi sarebbe stato interessante, nonché a mio modo di vedere importante, trovare la lettura alle etichette all'interno della prevenzione.

E non solo. Leggendo il capitolo che tratta la salute e l'ambiente, uno potrebbe pensare: "Sono state introdotte all'interno di questo capitolo", invece si parla solo dei controlli nella filiera dei fitosanitari in agricoltura nei centri urbani e sul territorio come residuo su alimenti, del contenimento dei rischi legati a patogeni in grado di svilupparsi facilmente nell'acqua negli alimenti; io quando si parla di patologie intendo i batteri, ma negli alimenti, poi potrò farle un elenco, ci sono i contaminanti fisici, i contaminanti chimici, che portano a importanti patologie, anche tumorali, lo vedremo in seguito. Poi si tratta di nuovo di zoonosi legate a zecche e zanzare per arrivare - come ho accennato questa mattina - a virus isolati nelle fogne, e io stamattina vi ho ricordato che, prima ancora di andare a cercare nelle fogne, possiamo cercarli nelle superfici dei tavoli dove si lavora oppure, ancora meglio, nei tavoli dove si consumano alimenti e bevande.

Ora quello che vorrei evidenziare e chiedere, prima di passare magari già alla replica se necessario, se abbia intenzione l'Assessore di approntare un apposito capitolo riguardante la sicurezza degli alimenti e le bevande per l'alimentazione umana, così per sdrammatizzare la situazione, Assessore, l'anticipo un poco.

È già più volte che capita, che vi dimenticate un intero settore, lo abbiamo trattato negli scorsi Consigli, sono già intervenuto almeno quattro o cinque volte.

C'è un detto che dice "Errare è umano, perseverare è diabolico" e aggiungo io "E non solo".

Se lei mi dice che ci state lavorando sopra, io non ci credo, forse ci lavorate da ieri, quindi per cortesia non me lo dica.

Se lei in tutta onestà mi dice: "Ce lo siamo dimenticato, se del caso correggeremo" io sono anche disposto a ritirare la cosa. Se lei mi dà un'altra risposta, i miei dieci minuti li passo a farle gli elenchi delle sostanze che portano i tumori, ce li ho qua, me li sono preparati, tutto quello che si sono dimenticati... per far capire che è diabolico e non solo... (incomprensibile).

Ora approvando questo documento, diventa politico ma diventa diabolico anche approvarlo così.

Se lei mi dice "Lo faremo", la chiudiamo qua e ritiro tutto.

Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.

Marzi (SA) - La materia è trattata sufficientemente nel Piano, in cui è evidente, come per gli altri futuri, che ci si impegna a effettuare i controlli e le attività per garantire la salute pubblica ma anche per garantire una crescita di qualità dei settori di somministrazione degli alimenti.

Nel Piano viene inoltre prevista una dotazione organica sufficiente da attribuire al Dipartimento di prevenzione per la realizzazione di tali attività e sicuramente il lavoro posto in essere rispetto alla disciplina sui piccoli produttori locali può essere di aiuto.

Mi sento però di dirle, a proposito della sua proposta, che - indipendentemente da qualsiasi risposta io possa ancora provare a leggerle - per il semplice fatto che probabilmente ritira l'iniziativa, altrimenti ci asterremo, io mi sentirei di dirle che sicuramente intendiamo, visto che siamo sufficienti, a provare a migliorare.

Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.

Restano (GM) - La prendo come una battuta e le rispondo senza battuta, la materia non è trattata, lo dica a chi gliel'ha scritto. Ritiro.

Presidente - L'ordine del giorno è ritirato. Passiamo all'ordine del giorno n. 2 del Gruppo Misto. Consigliere Restano si è prenotato, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Quest'ordine del giorno è intitolato "Progettazione e regolamentazione dei servizi sul territorio".

Sempre all'interno della macroarea 1, "Prevenzione al centro delle politiche per la salute e il benessere", viene trattato il tema della farmacia dei servizi.

Per quanto riguarda l'argomento in questione, deve essere incardinato per certi aspetti all'interno di quella pagina che credo piaccia parecchio all'Assessore, che è quella delle caselline con tutti i servizi che vengono erogati, mi riferisco a consultori, distretti e altre attività che riassumono sul territorio come sarà collocata l'attività del futuro.

È del tutto evidente che con il passare del tempo - e soprattutto con l'episodio della pandemia - le farmacie hanno avuto un ruolo importante nell'erogare dei servizi che non erano erogati dal servizio pubblico, quindi ci sono venute in soccorso, però bisogna dire che oggi ci troviamo a perorare delle buone intenzioni per moltiplicare i servizi sul territorio e in passato, ricordo che in alcune zone ci affrettavamo a chiuderli e a toglierli per centralizzare l'attività, pensando magari di ottimizzare le prestazioni da parte dell'ente pubblico.

Poi la pandemia ci ha fatto ricredere.

Per correre ai ripari cosa è successo? Chi ha scritto il Piano ha predisposto questo foglio con tutte le caselle e ha riempito di servizi la Valle d'Aosta e qualche dubbio uno se lo pone: perché se prima non era necessario per le prenotazioni utilizzare la farmacia, andare al consultorio più vicino ma tutti si recavano a Aosta, con la pandemia, con tutto chiuso, abbiamo imparato a utilizzare il PC, oggi perché dobbiamo delegare, così c'è scritto, il servizio di prenotazione on-line alla farmacia?

Già sono pieni di altri servizi... oppure possiamo delegare alla farmacia ma togliamoli dai consultori.

Il dubbio sorge.

Si legge ancora: le farmacie erogheranno ulteriori servizi infermieristici di fisioterapia, e può andare molto bene, ma allora perché li teniamo all'interno dei consultori?

Questa valutazione mi sfugge, perché passiamo dallo zero assoluto, addirittura per un periodo avevamo tolto tutti i servizi dei medici di sanità pubblica, mi ricordo che avevamo tenuto - e guardo il collega Baccega - le patenti nautiche, che per me non erano così essenziali sul territorio, mentre altri per carenza di medici, probabilmente, venivano tolti o si diceva "Li portiamo al Pont Suaz" e oggi non ne abbiamo, ahimè. Abbiamo carenze di vocazioni però prevediamo infermieri di qua, di là, da un'altra parte, dall'altra ancora e riempiamo le vallate di operatori sanitari che non possediamo.

Quindi con l'ordine del giorno chiedo se è possibile avere un incontro, un'audizione in Commissione, per capire quali sono le valutazioni, perché ritengo importante essere informati e poter fare un ragionamento. É probabile che qualcosa sfugga, che si voglia andare verso la privatizzazione di alcuni servizi, che potrebbe essere accettabile e corretta e che in alcune zone, piuttosto che in altre, sia necessario. Abbiamo solo la necessità di capire.

Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.

Marzi (SA) - Il Piano dedica una sezione alla farmacia dei servizi nella macroarea 2, come da lei richiamato e come ben ripreso nelle sue premesse.

Tale argomento è di particolare attenzione sia da parte dell'Assessorato, sia da parte dell'Azienda, perché le farmacie rappresentano un servizio capillarmente diffuso e sono di fatto delle antenne sul territorio che, anche durante la pandemia, hanno rappresentato un vero e proprio presidio nella nostra comunità sanitaria regionale e senza le quali non avremmo potuto portare a compimento tutta una serie di azioni che sono conosciutissime, che sono state fondamentali non solo per la salute ma per l'intera tenuta del nostro sistema economico e sociale.

Le collaborazioni con le farmacie derivano da norme nazionali e accordi sottoscritti tra i rappresentanti delle stesse, la Regione e l'Azienda USL, a garanzia di un'offerta di servizi sanitari territoriali coordinati e senza sovrapposizioni, in quanto a regia regionale.

È in atto in tal senso un progetto sperimentale a valere su finanziamenti previsti nell'ambito del FOSMIT, cioè il Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, nel quale - tra l'altro - con la delibera di Giunta 1248/22 sono state previste collaborazioni con le farmacie per l'erogazione di prestazioni diagnostiche a favore dell'Azienda USL, anche attraverso l'utilizzo della telemedicina, con le finalità di contribuire all'abbattimento delle liste d'attesa.

Tale sperimentazione è stata utile inoltre per delineare meglio criticità e potenzialità e fornire le modalità di collaborazione più efficaci a favore del sistema sanitario regionale.

Siamo all'inizio di questo percorso che vede quindi le farmacie non solo come punti di riferimento per l'attività di carattere più amministrativo, la prenotazione e la distribuzione di presidi, ma, come già dimostrato, con le attività correlate alla pandemia quali veri e propri erogatori di prestazioni.

Questi servizi, offerti dalle farmacie, saranno inoltre integrati all'offerta degli altri erogatori privati accreditati presenti sul territorio.

Per questo motivo, in maniera più o meno soddisfacente, le chiediamo di ritirare l'ordine del giorno, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Consigliere Restano ne ha facoltà.

Restano (GM) - La riforma sanitaria Bindi è del 1992. Dal 1992 al Covid la Valle d'Aosta ha fatto la scelta, seguendo le proprie prerogative statutarie, di non allinearsi e di erogare i servizi direttamente, servizi pubblici, e di scegliere un modello - mi ricordo anche il nome dell'Assessore e anche del Presidente, che siede a mio fianco, che l'avevano portato avanti - che era all'avanguardia.

Adesso con il Covid ovviamente si è dovuto in emergenza percorrere altre strade, però - ripeto quello che ho detto ieri - si può fare, ma si deve avere un modello valdostano. Ci stiamo allineando ai dettami delle norme nazionali, non abbiamo carattere, non abbiamo una visione nostra, abbiamo perso ogni elemento che ci ha fatto emergere rispetto alle altre Regioni, solo che, a differenza degli altri, abbiamo delle valli piccole, strette e corte, allora certi ragionamenti che devono necessariamente fare in altre Regioni, li calziamo nei nostri abiti stretti e ce li facciamo andar bene, spendendo forse molto di più perché le mancate sovrapposizioni non ce le avete dimostrate e non ce le volete dimostrare perché non venite in Commissione, quindi noi non avremo risposta da tutto questo, ci dobbiamo fidare della risposta degli uffici, che oggi diventerà una risposta politica alla popolazione valdostana.

Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo al seguente, il n. 3 del Gruppo Misto. Il consigliere Restano si è prenotato, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Il terzo ordine del giorno è intitolato "Invecchiamento attivo".

Nell'emendamento che è stato portato dalla V Commissione al paragrafo intitolato "Aggiornamento ai dati di contesto", si evidenzia che dal 2019 al 2020 l'indice di vecchiaia regionale sia aumentato da 188 ultra 65enni, ogni dieci bambini fino a 14 anni, a 192.

Incuriosito da questo, sono andato a verificare, e a questo posso aggiungere un dato: nel 2022 siamo arrivati a 199.

Vi è poi l'indice di dipendenza strutturale, che rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 e oltre i 65 anni) su quella attiva; anche questo indice si è alzato drammaticamente, le nascite non vanno di pari passo e sono diminuite.

Questo indicatore, come ha già accennato l'Assessore nella sua introduzione, ci dice che la nostra popolazione continua a invecchiare.

È vero che la caratteristica della nostra regione... proprio per quei motivi che ho citato nel punto precedente - di montagna, di piccole comunità - l'invecchiamento attivo è già sviluppato per questioni ambientali e di comunità, però arriva il momento dove bisogna pensarci e ho trovato un interessante documento dei sindacati di altre regioni dove si fa un poco il riassunto della situazione, per mettere a fuoco le caratteristiche della società che stiamo vivendo in questo momento.

Loro ci scrivono che "L'invecchiamento della popolazione è uno degli eventi democratici più rilevanti nei paesi moderni e sta producendo delle trasformazioni di natura economica, sociale e culturale, di fronte alle quali si rendono necessarie delle reazioni di carattere politico".

In risposta a queste tendenze, le Regioni europee si sono attivate; ci sono due modi per attivarsi, uno settoriale contingente, l'altro intersettoriale prospettivo.

Il settoriale contingente è quello che punta a soddisfare le necessità quotidiane degli anziani attraverso una gamma di servizi che si mettono a disposizione e attraverso l'assistenza sociale che è un poco quello che si cerca di fare in Valle d'Aosta. È più interessante l'approccio intersettoriale prospettivo, che è caratterizzato da iniziative di più ampio respiro all'interno delle quali l'offerta assistenziale è solo un aspetto, con l'obiettivo di assicurare completa ed effettiva cittadinanza agli anziani nella comunità in cui vivono.

È importantissimo non percepire l'invecchiamento della popolazione come un problema e non farlo percepire a chi sta invecchiando, cioè renderlo partecipe della vita della comunità.

Infatti il problema in certi ambienti sorge quando l'anziano va in pensione e abbandona completamente il mondo del lavoro, perché non si sente più utile, tende a isolarsi e non si sente utile, quindi è importante impegnarlo nel sociale, gestire il suo tempo libero, fargli percepire degli obiettivi da raggiungere, insomma, farlo sentire utile per la società, al di là delle capacità motorie, al di là delle possibilità di muoversi in un determinato contesto.

Alcuni utilizzano lo sport per coprire questi momenti, ma non è sufficiente.

Quindi avere dei tempi morti da gestire espone l'anziano a dei rischi che non sono quelli della perdita del ruolo lavorativo.

Quindi degli studi hanno evidenziato come uno dei fattori che contribuisce a diminuire il rischio d'insorgenza della demenza dopo i 65 anni è la rete sociale.

È importante che l'Amministrazione si prenda carico - e lo si può fare attraverso una specifica norma - di sviluppare questa rete sociale, in effetti è ancora da capire se è indispensabile, si rende importante capire quanto l'invecchiamento aumenti realmente i costi dei servizi sanitari, assistenziali, sociali e previdenziali, per poi trarre le conclusioni e verificare che se un sistema innovato, gestito e condotto possa anche portare dei risparmi in termini di costi sociali.

Vi sono numerose Regioni che hanno già legiferato, ritengo che questo Piano della salute e del benessere sociale non vede nella parte discorsiva affrontare debitamente e apertamente la problematica ma ce la rimanda a uno degli obiettivi da monitorare, ve lo leggo: "Contrastare attraverso interventi intersettoriali diversificati un invecchiamento precoce negli anziani per muovere uno stato di buona salute come prerequisito per un invecchiamento attivo e partecipe alla vita sociale".

Ritengo che questo non sia sufficiente, ritengo che ci voglia un progetto e attraverso una legge si definiscano gli ambiti operativi, si creino i tavoli di lavoro per poter operare al meglio, oserei dire una cabina di regia - tanto di cabina di regia ho visto che in questi giorni ne sono uscite di ogni tipo - però al di là della battuta è importante regolamentarlo attraverso una legge, rendendo chiari alla popolazione valdostana i nostri interessi, la nostra attenzione verso gli anziani.

Quindi, attraverso quest'ordine del giorno, chiediamo all'Assessore di attivarsi (abbiamo messo anche un limite temporale ma non è importante) per predisporre un disegno di legge sulla promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo.

Presidente - Assessore Marzi.

Marzi (SA) - Il Piano prevede nell'ambito della macroarea 1 la promozione dell'invecchiamento attivo - come da lei richiamato e come tra l'altro chiamato in causa anche più tardi quando tratteremo gli emendamenti - mediante interventi intersettoriali e diversificati già oggetto di approfondimenti nell'ambito del Piano regionale per la prevenzione nel programma predefinito n. 2; tale azione tra l'altro è declinata come obiettivo puntuale, come da lei richiamato, nella macroarea 1 al punto 1.11.

In tale logica l'Assessorato è coinvolto nella rete di coordinamento partecipato multilivello delle politiche sull'invecchiamento attivo in Italia che è finalizzata alla promozione delle politiche per l'invecchiamento attivo su tutto il territorio nazionale.

La rete intende promuovere in modo uniforme su tutto il territorio nazionale le strategie e azioni che mirano a richiamare alcuni dei punti che lei ha esplicitato, cioè favorire l'orientamento e lo sviluppo di politiche per l'orientamento attivo, implementare i meccanismi di raccordo e coordinamento degli interventi previsti dalle politiche e valorizzare i processi di partecipazione e co-progettazione multilivello.

Lei di fatto, in maniera ironica, richiamava a una cabina di regia per l'approvazione dell'ordine del giorno. Io spero si accontenti che nello specifico è in corso d'istituzione un tavolo regionale permanente sull'invecchiamento attivo nell'ambito del Piano di zona che, a titolo esemplificativo, ma assolutamente non esaustivo per lei, avrà le seguenti funzioni: la promozione di una strategia complessiva di politiche e interventi per l'invecchiamento attivo; la creazione e implementazione di una rete di portatori d'interesse a livello regionale, a partire da quelle già attivate; il recuperare le buone pratiche già sviluppate in passato, inserendole in un'ottica di sistema; la programmazione di servizi di prossimità di sostegno alla permanenza del domicilio anche per le persone anziane che vivono in zone rurali e il monitoraggio d'interventi e di politiche avviate sul territorio regionale sul tema specifico.

Per cui sicuramente non credo sarà soddisfatto, però per questo motivo le chiedo di ritirare l'ordine del giorno oppure ci asterremo.

Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.

Restano (GM) -Assessore, Lei mi ha illustrato il percorso amministrativo per fornire delle risposte alla popolazione. Io le avevo chiesto le risposte politiche.

Prendiamo atto che non c'è la volontà di predisporre un disegno di legge, però, se non arriverà un disegno di legge, molto probabilmente arriverà una proposta di legge così composta: principi e finalità, definizioni, soggetti attuatori, programmazione degli interventi, politiche per la partecipazione attiva, politiche familiari, formazione permanente, completamento dell'attività lavorativa, prevenzione e benessere della salute, cultura e tempo libero, impegno del volontariato, azione e impegno del volontariato civico, gestione di terreno comunale, piano per l'invecchiamento attivo, tavolo di confronto e cabina di regia.

L'abbiamo messo anche noi, è la legge del PD, la legge regionale del PD, colleghi.

Prendiamo spunto e se non arriverà la vostra, presenteremo la nostra, perché vogliamo dimostrare la sensibilità che abbiamo nei confronti di una popolazione che per noi è importantissima, ci reggiamo su questa popolazione e glielo dobbiamo.

Se i tavoli non si utilizzano, ci troviamo i virus sopra e allora rischiamo una pandemia, quindi ci penseremo noi.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 4 del Gruppo Misto. Si è prenotato il consigliere Restano, al quale passo la parola.

Restano (GM) - Sono già stato anticipato sul tema dalla collega del PCP quando ha parlato degli screening sui ragazzini. È balzato agli occhi di tutti quanto onestamente scritto sul Piano rispetto agli screening: si sta procedendo, ci si è avviati per recuperare le attese, molto correttamente e onestamente è stato messo in evidenza che i ritardi possono moltiplicare i rischi.

Io aggiungo, e l'ho aggiunto anche sull'ordine del giorno, che il Piano è stato scritto nel 2021 ed è trascorso parecchio tempo da quando probabilmente è stato scritto questo capitolo, quindi sarebbe cosa buona e opportuna poter avere un aggiornamento prima di fare da parte nostra delle affermazioni o delle iniziative sulla reale situazione oggi e, soprattutto, avere contezza di quali sono i percorsi che si sono riattivati, se ve ne sono ancora in sospeso, se si può fare qualcosa.

Penso che senza ombra di dubbio i nostri sanitari fanno l'impossibile per riavviare tutti i programmi di screening, però sarebbe importante sentirlo dalla voce dell'Assessore e avere un aggiornamento della situazione dai suoi principali collaboratori.

Quindi, molto onestamente e per farla breve, si chiede di riferire in Commissione la situazione riguardo agli screening.

Presidente - Assessore Marzi a lei la parola.

Marzi (SA) - Il tema dello screening è trattato diffusamente nella macroarea 1 del Piano dedicata alla prevenzione, in cui si fornisce evidenza delle azioni volte a effettuare gli screening oncologici come attualmente definiti dalle linee guida nazionali ed europee elaborate con il contributo della comunità scientifica di riferimento.

Gli screening attualmente forniti e per i quali nella nostra regione si sono raggiunti livelli ottimali di adesione, cioè superiori al 75%, sono i seguenti: screening per patologia oncologica mammaria, lo screening per la patologia colon-rettale, lo screening per la patologia oncologica della cervice uterina e lo screening neonatale esteso.

Viene, con il Piano della salute e del benessere sociale, istituzionalizzato tra l'altro lo screening per l'ambliopia nei bambini, come illustrato nella discussione dell'ordine del giorno delle colleghe e poi ricordato anche da lei nelle premesse, ed è prevista l'introduzione anche dello screening per la patologia oncologica polmonare.

Volendo meglio precisare quanto affermato nelle premesse dell'iniziativa circa i ritardi nei programmi di screening relativi alle annualità 2020-2021, è bene ricordare che questi sono stati tutti recuperati nel corso del 2022, grazie allo sforzo in particolare del Dipartimento prevenzione dell'Azienda USL e delle strutture che con esso collaborano nella realizzazione di tali attività, come da lei richiamato.

Inoltre nel 2023 è previsto un piano di comunicazione a livello regionale comunicato dall'Azienda USL con l'obiettivo di sensibilizzare le popolazioni target ed estendere ulteriormente il livello di adesione alle campagne di screening.

Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.

Restano (GM) - Grazie Assessore per la risposta, che per noi è una novità, perché noi ci limitiamo a leggere quello che voi non avete emendato.

Purtroppo qui c'è scritto molto chiaramente - e anche in maniera che ci pone un certo allarme - una cosa diversa, addirittura ho detto con onestà, è stato scritto che: "Se il ritardo nell'individuare la patologia supera complessivamente i dodici mesi, gli effetti si traducono anche in un aumento della mortalità specifica".

Quando uno legge queste cose, se ha un poco di buon senso, chiede spiegazioni, ed è per questo che non personalmente io ma tanti colleghi avevano chiesto un aggiornamento del Piano e non sarebbe costato molto, però ci avrebbe evitato magari tante discussioni e le avrebbe permesso di impostare l'intera seduta consiliare in una maniera diversa, anche rispetto alle nostre posizioni personali.

Ritengo però, pur avendo grande fiducia nelle sue parole, che sia necessario un confronto in Commissione, quindi non ritiro l'ordine del giorno.

Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - L'Assessore ha detto che sono stati recuperati completamente i programmi di screening che si erano in qualche modo interrotti durante la pandemia.

Certamente le crediamo, però le cose che sappiamo noi sono un po' diverse, almeno per quanto riguarda l'organizzazione, e le faccio un esempio: le persone che sono inserite negli screening, parlo in particolare delle mammografie, nel periodo della pandemia non sono state chiamate, sappiamo quali erano i motivi, poi però - almeno, io racconto la mia esperienza - io ho fatto poi una richiesta per effettuare lo screening, per poter effettuare la mammografia, e quando ho fatto la richiesta mi hanno dato un appuntamento e sono andata a fare l'esame, però non è che questo funzioni come uno screening tradizionale nel momento in cui le persone ricevono una lettera, perché così è, per il Pap Test, per il colon retto, per la mammografia, e poi decidono se aderire o meno allo screening.

Qui, e io forse sono un caso unico, ma mi sembra di aver sentito anche altri, dopo la fine del periodo critico, diciamo così, ci si è attivati perché si voleva fare l'esame, ma non è che dalla Usl o da chi per esso è arrivata la richiesta come era sempre.

Quindi non sono così sicura che tutti abbiano fatto gli esami come in una situazione di screening normale, come era prima della pandemia. Non lo so, il fatto di chiedere in Commissione un'audizione per discutere più approfonditamente questa questione, mi sembra abbastanza sensata e quindi noi sicuramente sosteniamo questo ordine del giorno.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

L'ultimo ordine del giorno, consigliere Restano, a lei la parola.

Restano (GM) - L'ultimo ordine del giorno dal titolo "Sport per tutti" o "Sport di cittadinanza".

Nella macroarea 1, al capitolo "Le disuguaglianze sociali e l'equità", si pone in evidenza come sviluppare politiche di sostegno alla genitorialità in un'ottica multidisciplinare permette d'intervenire sulle condizioni fondanti il benessere psicofisico dei componenti dei nuclei familiari, agendo sulla componente fisica, mentale e sociale.

Occorre promuovere attività extrascolastiche per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Il Piano individua, nella promozione di una strategia complessiva a favore dei bambini e degli adolescenti, l'approccio funzionale a ridurre la frammentazione e la precarietà di singoli progetti per costruire un sistema stabile e competente, volto a prevedere la compartecipazione dei giovani agli snodi decisionali che li riguardano sulle questioni sociali e di salute relative al contesto in cui vivono, nonché alla promozione del benessere fisico e relazionale, combattendo così la sedentarietà con l'incentivazione di stili di vita salutari e presidiando i pericoli delle diverse forme di dipendenza patologica.

Tutto questo rientra nella promozione della salute, quella definita, molto semplicemente, promozione primaria.

Va detto che con "Lo sport di cittadinanza" o con "Lo sport per tutti" si intendono appunto tutte le iniziative che favoriscono l'attività motoria, sia in forma organizzata, sia in forma individuale, delle persone di ogni genere, età, anche con disabilità, per incentivare corretti stili di vita per sviluppare relazioni sociali, formazione educativa e integrazione.

L'Organizzazione mondiale della sanità ha indicato nella sedentarietà una delle maggiori cause di malattie cardiovascolari di diabete e di obesità. "Lo sport di cittadinanza" svolge, se adeguatamente riconosciuto e sostenuto, una funzione primaria in ambito sociale nell'assolvimento di alcuni ruoli; uno di questi è il ruolo formativo nell'ambito di un'educazione concepita come percorso che accompagna il cittadino attraverso tutto l'arco della vita, dall'infanzia all'età anziana.

L'altro è la prevenzione sanitaria nei confronti dei danni derivanti dagli stili di vita non corretti.

In effetti, come ho detto prima, l'OMS ha indicato proprio la sedentarietà come fonte di malattie importanti.

Quindi possiamo dire che nella nostra società si sono formati dei nuovi diritti in virtù di bisogni emergenti, che rientrano nella sfera della personalità individuali, quale la promozione di una qualità di vita di un certo tipo.

Allora noi possiamo chiederci cosa può fare la nostra comunità per dare risposta a questi nuovi diritti, a queste nuove esigenze. Altre Regioni e altre Province hanno già risposto approvando con legge i criteri per lo sport di cittadinanza.

Nel 2016, con la legge sullo sport, la Provincia di Trento ha approvato la legge sullo sport di cittadinanza, favorendo così delle iniziative di attività motoria in forma organizzata, individuale, per persone di ogni età. Riguarda progetti che possono fare le associazioni sportive, progetti tra enti pubblici e associazioni, tra enti del terzo settore, questo per dare una risposta un poco diversa da quella che attualmente stiamo fornendo.

È vero che i dati ci dicono che la Valle d'Aosta da questo punto di vista forse potrebbe stare meglio di altre Regioni, soprattutto nelle fasce giovanili, però se andiamo a ben vedere, ed entro nel merito della legge 3/2004: la nostra legge sullo sport incentiva in maniera particolare le attività agonistiche.

È una legge importantissima, attraverso un'interpellanza ne discuteremo, e guardo l'Assessore allo sport, e nell'interpellanza chiaramente chiederò se vede la necessità di revisionare questa legge. Nel suo corpo centrale non va di sicuro modificata la legge, però necessita di essere aggiornata riguardo ad altri sport, ma adesso in questo momento stiamo parlando dello sport di cittadinanza, che manca in questa legge.

Allora per raggiungere gli obiettivi che ho enunciato poco fa - guardi, Assessore allo sport, mi rivolgo a lei - anche per aumentare il numero di ragazzi che praticheranno in seguito sport agonistico, se guardiamo lo sport agonistico, a nostro modo di vedere è importantissimo introdurre nella nostra regione il concetto di sport di cittadinanza.

Dobbiamo portare più gente a praticare lo sport, in tutte le fasce d'età, per tutto quanto abbiamo detto durante questa giornata e anche, Assessore alla sanità, come ho scritto nell'ordine del giorno, in rispetto alla Costituzione cui lei tiene tantissimo, come tutti quanti noi.

La Repubblica riconosce, promuove e tutela il diritto allo sport nella sua accezione educativa e sociale. Essa garantisce le condizioni che agevolano e rendono effettivo l'accesso alla pratica sportiva e all'esercizio della stessa.

Quindi chiediamo all'Assessore (non so quale) di modificare la legge regionale 3 e inserire lo sport di cittadinanza.

Presidente - Per la risposta, l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Ringrazio tra l'altro gli uffici del collega Grosjacques per aver predisposto la risposta all'ordine del giorno 5.

A differenza di quanto rappresentato dal collega Restano, la legge regionale 3/2004 è concepita, per buona parte, delle provvidenze dalla stessa contemplata, proprio considerando lo sport come strumento per la realizzazione dei valori tipici di ciò che si intende per sport di cittadinanza.

Analizzando le finalità espresse in legge, va infatti richiamata l'attenzione sull'articolo 1, comma 1, che, fra le altre, cita il riconoscimento: 1) della fondamentale funzione sociale dell'attività sportiva; 2) del ruolo dello sport a salvaguardia della salute fisica e dell'integrità morale e il suo contributo alla lotta contro la tossicodipendenza, le devianze e l'emarginazione; 3) dell'importanza della formazione dell'educazione dei giovani attraverso lo sport e il ruolo dell'attività agonistica, in particolare giovanile, quale mezzo di formazione del carattere; 4) il valore delle attività sportive dei diversamente abili, risorsa di qualità per il movimento sportivo regionale e per l'intera comunità.

Le previdenze e le forme di sostegno previste dalla legge 3/2004 s'inseriscono in prevalenza nel quadro di queste finalità, assolutamente coerenti con un concetto di sport inteso come diritto dei cittadini, mediante i benefici derivanti dai contributi previsti dalla legge, e in particolare quelli destinati alle ASD e alle SSD operanti nell'ambito delle federazioni sportive, i contributi ordinari degli enti di promozione sportiva e degli altri enti regionali contemplati, il F.E.N.T., le associazioni affigliate, l'ASIVA. La Regione fornisce un supporto fondamentale affinché gli organismi sportivi che ne beneficiano possano offrire opportunità di svolgimento dell'attività motoria ai cittadini valdostani, nel pieno rispetto dei principi e dei valori in cui si sostanzia il cosiddetto "Sport di cittadinanza".

L'asserire che la legge regionale 3/2004 sia uno strumento di politica dello sport estraneo al concetto di sport di cittadinanza risulta pertanto del tutto infondato e quindi l'ordine del giorno non può essere approvato.

Si può ragionare in prospettiva sul miglioramento degli strumenti attuali, sull'incremento degli stanziamenti di bilancio, fatto già avvenuto per il bilancio 2023-25, sulla previsione di ulteriori strumenti, ma affermare che la 3/2004 non sia uno strumento per la realizzazione dello sport di cittadinanza, risulta - ripeto - del tutto errato.

Per questa motivazione, chiediamo al collega Restano il ritiro dell'iniziativa, dell'ordine del giorno, e in caso contrario ci asterremo.

Presidente - Consigliere Perron ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Vista l'ora, semplicemente una battuta, stamani mattina avevo dato un consiglio all'Assessore, mi sentirei di dargliene un altro anche adesso, in maniera anche un po' scherzosa. Mi piaceva l'idea, ad esempio, di una giornata dedicata allo sport dell'intera popolazione, una giornata su settimana; ho detto "Magari l'Assessore dice qualcosa di simile", le avrei suggerito di evitare il sabato.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Non sono così convinta che lo spirito della legge sia esattamente quello che adesso ha evidenziato l'Assessore, dicendo in pratica che la legge 3/2004 già comprende tutte queste cose; è vero che nell'articolo 1 della legge si fa riferimento in senso generale al ruolo dello sport anche per quello che riguarda gli stili di vita eccetera eccetera, poi però dall'articolo 2 della legge in avanti gli stessi interventi che sono previsti... e ho davanti l'articolo 2, è soprattutto una legge di contributi, questo anche deve essere evidenziato, ma gli interventi sono "Per il raggiungimento delle finalità di cui all'articolo 1", quindi quelle finalità che dovrebbero essere anche la promozione dei corretti stili di vita eccetera eccetera, si parla di "Concessione di contributi finalizzati allo svolgimento e alla diffusione della pratica sportiva agonistica, in particolare quella giovanile, e alla promozione dell'attività amatoriale nel territorio, al sostegno dell'attività agonistica di rilievo nazionale e alla formazione dei tecnici sportivi. Inoltre, sponsorizzazioni di atleti valdostani affermati ai più alti livelli tecnico-agonistici, organizzazione di manifestazioni sportive aventi particolare rilievo tecnico e valenza turistica, sostegno di spedizioni di alto profilo tecnico-sportivo".

A me sembra che la legge è importante e sappiamo che ha permesso anche tutta una serie di attività nel tempo; su questo aspetto che è legato allo sport di cittadinanza, un concetto che credo che nel 2004, quando la legge è stata scritta, non era nemmeno un concetto così diffuso, nemmeno così strutturato, credo addirittura che di sport di cittadinanza in questo senso nemmeno se ne parlasse, le espressioni erano altre, perché nel tempo anche la stessa terminologia cambia.

Quindi l'idea di fare un intervento di modifica alla legge in questo senso, dando una maggiore dignità allo sport di cittadinanza, mi sembra una cosa ancora una volta di buon senso e che ci starebbe.

Presidente - Consigliere Restano a lei la parola.

Restano (GM) - Mi ripeterò, però, è una costante di questi due giorni e mezzo, ha perso un'occasione per parlare da politico, lei che è un fine politico.

Qui di sport di cittadinanza, come ha anticipato la collega, non c'è neanche l'ombra perché manca il concetto di sport di cittadinanza, è quello che va inserito.

Poi, se mi permette, non sono competente, non voglio fare il dirigente e neppure l'Assessore, ma "È fondamentale la funzione sociale dell'attività sportiva", come la finanziamo? Lo sport di cittadinanza come lo finanziamo? Non c'è scritto e non è neanche finanziato.

Per sport di cittadinanza s'intende l'aumento del numero di praticanti, è un investimento sul futuro, non è incentivare... Lo dico io perché io sono uno degli agonisti per eccellenza, tanto quanto il collega Brunod, un poco più scarsotto, però ragiono solo in termini di agonismo.

Le dico che qui non c'è un grammo di sale di sport di cittadinanza, se le dico che qui non c'è un grammo di sale di sport di cittadino è perché è un altro concetto, è un altro mondo, non si avvicinano i ragazzi allo sport! Dobbiamo mettere soldi e siccome sono stato lì poco ma prima dell'attuale Assessore, ci va almeno un milione e mezzo di euro per essere significativi e portare i ragazzi a fare lo sport di cittadinanza, è una scelta politica, la risposta non ce la doveva dare il dirigente.

Noi lo vogliamo o no? L'Assessore che mi aveva preceduto negli anni aveva fatto una scelta di un certo tipo, io la vedevo diversamente. Purtroppo, sono stato preso a scarpate nel sedere, cacciato via e non sono riuscito a farlo, altrimenti lo avrei fatto perché ci credo, perché credo che ci può dare un valore aggiunto.

Le priorità alle attività sportive che si svolgono in montagna, sappiamo tutti come avvengono qui... ma lo sport di cittadinanza, l'approccio alla montagna, inteso come sport di cittadinanza, è un poco diverso da quello che pratichiamo noi, è quello che intendevo, e non intendevo proprio criticare la legge, perché questa legge - poi lo tratteremo - per certi aspetti deve mantenere questa impalcatura, è troppo importante per la Valle d'Aosta.

Si può migliorare in alcuni aspetti e in altri, poi dibatteremo su questo, perché oggi non è il momento, ma sullo sport di cittadinanza - me lo permetta, Assessore - in tutta sincerità, serenità e pacatezza, avete (incomprensibile). Vi lascio alla vostra astensione, noi voteremo convintamente e avremo modo di scrivere un articolo e di proporre un emendamento anche su questo; d'altronde è il nostro mestiere, ve lo proponiamo e poi se ce lo volete bocciare perché i vostri dirigenti dicono che non vogliono lo sport di cittadinanza, come ho detto ieri e come è successo per questo Piano, l'atto che oggi diventerà politico è stato scritto... (incomprensibile). Facciamo il percorso inverso in Valle d'Aosta. Per questo siamo particolari.

Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.