Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2600 del 21 giugno 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2600/XVI - Continuazione della trattazione congiunta dell'approvazione, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, della l.r. 5/2000, del piano regionale per la salute e il benessere sociale 2022-2025 e della mozione: "Impegno dell'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali a superare le varie criticità legate al piano regionale per la salute e il benessere sociale 2022/2025". (Ritiro di un ordine del giorno. Reiezione di cinque ordini del giorno)

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 32 Consiglieri possiamo dare avvio alla giornata dei lavori di oggi.

En ouverture de cette séance je tiens à présenter les plus sincères condoléances de notre Assemblée à Davide Sapinet pour la disparition de sa mère. Nous partageons sa peine, nous exprimons notre sympathie aussi à son père Livio, à sa sœur Alina et à toute sa famille.

Abbiamo interrotto i lavori ieri sera prima della replica dell'assessore Marzi, a cui do ora la parola.

Marzi (SA) - Nel pomeriggio di ieri abbiamo avuto, come appena ricordato dal presidente Bertin, l'opportunità di dar vita a un dibattito politico sul Piano della salute e del benessere sociale 2022-2025. La discussione generale che si è conclusa e che mi vede in replica è stata una discussione generale molto proficua, costruttiva e anche politica.

Tutte le parti, ognuna per quello che ha voluto rappresentare, sia a livello personale, sia a livello politico che di gruppo/movimento, hanno dato una rappresentazione di questo documento ovviamente di parte e anche tecnica, con tutta una serie di analisi che naturalmente partono da quello che, di fatto, è il documento di cui oggi ancora lungamente discuteremo.

Il PSBS è stato approvato con DGR 394 nell'aprile del 2022 e ha poi conseguentemente visto un lungo percorso in V Commissione nel quale, al di là delle giuste battute e piccole polemiche di ieri sui silenzi e le parole, di fatto ci sono state nove audizioni e durante queste nove audizioni - che si sono sviluppate tra la primavera, l'estate e l'autunno inoltrato, l'ultima audizione, se non sbaglio, è di novembre 2022 - tante sono state le parti audite e tanti i soggetti che hanno voluto contribuire o portare questioni e sollecitazioni più che al PSBS alla sanità e alle politiche sociali regionali.

Tantissimi infatti i temi trattati durante il lungo confronto in V Commissione. Sono temi che attengono a più ampi o, in alcuni casi, più particolareggiati temi rispetto al PSBS. PSBS, che, come ieri è stato ricordato durante il dibattito, io ho voluto così rappresentare rispetto a un tema che nella mia relazione e anche durante il dibattito stesso è stato più volte lambito, cioè il fatto che questo PSBS possa essere considerato vecchio, attuato, strumento di sogno e via discorrendo. Io mi limiterei a dire che è un gigantesco atto programmatorio che lambisce quasi un lustro e che nel lambire quasi un lustro, è già iniziato, abbiamo avuto modo di rappresentare sia io che il collega Barmasse che ringrazio per la puntualità del suo intervento e per aver voluto rimarcare alcuni aspetti sia di natura tecnica ma anche politica rispetto al pregresso che questo piano di riferimento ha avuto con la condivisione. Io addirittura ho voluto tracciare tutte le date con mese e l'anno del 2021, che ha visto la condivisione e la partecipazione dal basso con tutti i portatori di interesse e la nostra comunità rispetto a questo tema. Quando quindi nel 2022 siamo arrivati a presentarlo in Giunta e poi a dare l'avvio alle consultazioni in Commissione, tutto si può dire, nonostante la giusta rappresentazione di parte politica, tranne che non fosse un documento con una visione e una traccia già segnata e quindi, di conseguenza, arriviamo al fatto che se dovessimo dare in sintesi un messaggio politico del PSBS, è che è attuale e vivo. Lo è stato per le sue premesse, lo è stato nella sua attuazione con la delibera di Giunta e poi conseguentemente con gli atti che ne sono derivati, atti che naturalmente essendo il PSBS la cornice di un quadro, non vanno a tracciare le singole pennellate del quadro stesso perché queste pennellate sono iniziate dall'aprile del 2022 e avranno un déroulement lungo che sicuramente rischia di travalicare anche la scadenza del piano che è il 2025. Ci sono alcune macroaree, io ieri ho voluto apposta leggere una presentazione molto articolata, una sintesi tra chiavi politiche, percorso e analisi tecnica del documento di quasi 40 pagine, che poi ho condiviso con tutti i Consiglieri e con chi ne abbia fatto richiesta, perché deve essere una sorta non di opinione personale, ma di espressione di quanto avvenuto anche con i numeri delle deliberazioni di riferimento e degli atti che ci sono già stati e che ci devono essere.

Naturalmente all'interno di questo piano la declinazione di tutta una serie di macroaree ha delle sintesi. Non posso mettermi qui a tediarvi nuovamente con tutti gli atti di riferimento che hanno dato vita alla successiva approvazione in Giunta del PSBS, però sicuramente, se parliamo dell'area ospedaliera, la fa da padrona il tema del nuovo Ospedale Parini, indipendentemente dalle posizioni politiche: lo si fa lì, non lo si fa lì, ma in termini amministrativi e politici il fatto che si sia arrivati alla presentazione di una progettazione definitiva, che si sia con la prima legge di assestamento 2023, nell'applicazione dell'avanzo libero del 2022, stanziato 60 milioni di euro, che, di fatto sono, l'adeguamento dei prezzi per arrivare a dare copertura politico-amministrativa all'opera per poterla mettere a gara, è sicuramente un fatto saliente e che rende il PSBS vivo e attuale.

Il fatto che su tutta l'area territoriale, a partire dalla 1609 della fine del dicembre 2022 si sia di fatto già declinata in maniera particolareggiata la medicina territoriale dando vita, gambe e braccia alla testa, che è il PSBS, è un dato oggettivo e questa deliberazione in maniera molto particolareggiata e nitida fa chiaramente capire alcuni aspetti della politica territoriale che devono andare oltre la concezione di sogno e d'éluge: devono fare dei ragionamenti rispetto a quello che è e che si sta cercando di fare. Si parla di case di comunità, si spiega che queste case di comunità debbano avere assolutamente concretezza, nel senso che è assolutamente sbagliato vederle come un poliambulatorio rafforzato, ma allo stesso tempo devono avere come messaggio, rispetto al territorio, il fatto che, da un punto di vista strutturale, da lì si parte, ma solo da un punto di vista strutturale, non per i servizi che verranno resi all'interno delle case di comunità. La scelta che queste case di comunità siano divise in alta e media intensità - il collega Aggravi ieri gli ha dato una connotazione anche anglofona: spoke and hub - è un dato assolutamente positivo, però il fatto che a loro vogliono poi affiancarsi tutta una serie di case di comunità di bassa intensità con una tendenza che, per quelle di alte e media, parte da quattro dislocate su tutto il territorio regionale. Addirittura il collega Barmasse nel suo intervento ieri ha voluto richiamare una particolare attenzione alla casa di comunità di Donnas nella Bassa Valle ad alta intensità... lo cito a memoria: "Per strizzare l'occhio agli amici dell'Eporediese!". La stessa scelta è fatta in termini di rafforzamento del secondo ospedale di comunità su Verrès, che è un Comune sempre della Bassa Valle. Sono state fatte pertanto una serie di scelte che devono essere lette in maniera politica, particolareggiata e anche attuale.

Chiudo con una piccola analisi rispetto alle macroaree per dare dei segnali in più su quello che c'è scritto al loro interno, naturalmente con la macroarea 4: la macroarea delle politiche sociali dove il messaggio per antonomasia, la sintesi per antonomasia di questo piano è il fatto che si comincia concretamente a mettere per terra, a far atterrare il concetto di integrazione socio-sanitaria di cui si parlava da anni. Questo naturalmente, come spesso capita in politica e in Amministrazione, è la sintesi di una serie di cose che stanno arrivando a confluire; sicuramente la messa a terra finanziaria della 338/2000, quindi del concetto di livello essenziale della prestazione sociale, che però viene finanziata e che dà vita a tutta una serie di azioni amministrative, tantissime che vi ho voluto enumerare, che si concretizzano... ma lo dico semplicemente per rendere attuale il fatto che lunedì abbiamo parlato di punti unici di accesso in Giunta avviando il percorso per andare a individuare il soggetto del terzo settore, che dovrà, di fatto, collaborare con noi per gestire i punti unici di accesso e i punti unici di accesso però rendono ancora più attuale e vivo questo piano di riferimento se poi stiamo raccontando che è un percorso in itinere.

Quello che spesso si è rappresentato durante il dibattito fondamentalmente è la rappresentazione di due macro problemi che potremmo chiamare la "Medaglia della sfortuna" per quanto riguarda la sanità e le politiche sociali, cioè la mancanza di risorse umane e allo stesso tempo la mancanza di risorse finanziarie. Una delle critiche che viene fatta al piano in maniera corretta e anche cercando di connotarlo a livello nazionale pertanto è: "sì, pensate queste cose, ma queste cose si aggiungono e, se già manca la gente oggi e mancano le professioni oggi, come potranno esserci domani?". È obbligo di un piano programmatorio guardare oltre e cercare di applicare delle cose che possiamo anche dire che in parte avrebbero dovuto essere applicate già una decina d'anni fa e che hanno il compito di migliorare i servizi facendo i conti con le difficoltà che abbiamo oggi.

Il fatto che poi venga continuamente richiamata su questo piano la mancanza di copertura finanziaria, va sicuramente meglio rappresentato: eccome se c'è la copertura finanziaria, ma la copertura finanziaria va naturalmente posta in essere negli atti di programmazione di natura finanziaria, per cui primo fra tutti il DEFR con il bilancio e quindi poi il POA. Qual è quindi la copertura che viene data al Piano della salute e del benessere sociale se non i nostri stanziamenti e gli stanziamenti a quanto corrispondono in questa Regione? In questa Regione oggi - e questa è l'unica cosa che in meglio differenzia oggi, non sempre, la Regione Valle d'Aosta rispetto a una situazione della sanità pubblica molto complessa in questo momento storico - resta il fatto che negli ultimi anni si sono volute stanziare risorse congrue per la gestione del servizio sanitario regionale. Dal 2023 -... colgo lo spunto per portare a break even anche il 2024 e il 2025 del collega Aggravi, ma anche lui sa benissimo come funzionano le seconde e le terze annualità delle finanziarie regionali - quindi colgo lo spunto affinché sul 2024 e sul 2025 si arrivi a quello che oggi è il tetto previsto per il 2023, cioè 332 milioni di euro sul Dipartimento sanità e salute e circa 115 milioni di euro sul Dipartimento politiche sociali. Guardate colleghi, lo dico in termini generali perché molti di noi frequentano questa Aula da tanto tempo, sono cifre che sono costate difficoltà in termini organizzativi e da un punto di vista finanziario, perché qui c'è gente che di bilanci ne ha fatti più di me e soprattutto ha partecipato a più discussioni su bilanci rispetto a quanto non ho fatto io. Sapete che la finanza pubblica è un comparto stagno, a tenuta chiusa, per cui se stanzi da una parte devi fare delle scelte dall'altra, ma le cifre che sono state stanziate negli ultimi anni, in particolare sul triennio attuale del bilancio di previsione sono delle cifre che mettono in sicurezza il nostro servizio sanitario regionale: 332 milioni di euro rispetto al PIL sono circa il 7.1% della nostra distribuzione, della nostra scelta politica nei confronti del servizio sanitario regionale. Queste sono cifre che in Italia al momento, ahimè, ci si sogna: si è appena sopra il 6.

Se facciamo dei ragionamenti in sincrono tra le politiche sociali e la sanità, quindi, di conseguenza, se parliamo delle coperture finanziarie stabilite a bilancio su questo piano, siamo intorno all'8,5% del PIL, quindi molto sopra il tendenziale di riferimento. È sempre stato così? Assolutamente no, nel corso degli ultimi anni, anche nella Regione Autonoma Valle d'Aosta, quando le finanze pubbliche hanno avuto dei problemi, in fase di previsionale le cifre sono arrivate a essere anche di quasi 100 milioni di euro in meno rispetto al 2023. È capitato, ad esempio, nel 2016, è capitato nel 2017 con 245 milioni di euro stanziati, per cui io farei molta attenzione oggi a dire che questo piano è un piano che vola alto e che non ha coperture finanziarie e che, di fatto, non ha una programmazione operativa dietro.

Sicuramente il piano nel suo essere assolutamente vivo e attuale è un piano che necessita, con il voto del Consiglio e con l'approvazione auspicata del Consiglio, che il quadro posizionato lì per terra in soggiorno abbia una cornice e possa essere appeso al muro laddove deve stare e laddove è giusto che sia, in piena continuità, perché come è successo per il piano antecedente, quello del 2010, sicuramente travalicherà una serie di consiliature. Non so se questo è un bene o un male, perché, a mio modesto avviso, e veniamo all'ultimo aspetto che dobbiamo trattare, cioè la differenza tra percepito e realtà, noi viviamo, soprattutto nel mondo della sanità, un momento sociale e comunitario non soltanto regionale - ma comunque noi ci fermeremo su quello regionale - molto complesso. Sicuramente la mia precedente esperienza lavorativa mi vedeva occuparmi prevalentemente di raccolta, di investimenti: questo è un termine con cui è più conosciuto il tema, ma uno degli ambiti di cui mi occupavo di più era la previdenza complementare collettiva. Nella previdenza complementare collettiva all'inizio degli anni Novanta si parla della famigerata "Gobba degli anni 30" da un punto di vista demografico. Quello che stiamo vivendo è l'avvicinarsi alla "Gobba degli anni 30" e lo stiamo vivendo non soltanto da un punto di vista previdenziale, perché ricorderete tutte le riforme che sono state fatte negli anni Novanta e all'inizio del XXI secolo; quello che invece conta è che queste erano delle previsioni drammatiche che venivano fatte anche in termini di sanità. Veniva detto in maniera molto chiara che sarebbero mancati i medici di famiglia per uno strano incastro che si andava a creare con il fatto che molti di loro sarebbero andati in pensione e sarebbero diventati pensionati quando la popolazione italiana avrebbe avuto un eccesso di pensionati rispetto alle nascite. Le problematiche legate all'approvvigionamento - scusate il termine improprio - alla presenza di figure professionali sanitarie: sono stati ricordati gli ultimi due anni dove le laureate e i laureati in scienze infermieristiche sono minori rispetto a quelli laureati in medicina. Questo è un assoluto dramma, per cui il fatto che le scelte fatte nell'ultimo quindicennio-ventennio e le scelte finanziarie di abbassare i livelli di contributo al servizio sanitario nazional - ripeto, questo non fatto in Valle d'Aosta negli ultimi anni - erano delle scelte che si sapeva sarebbero arrivate, guardando lo stesso tipo di fenomeno da prospettive completamente diverse.

Quello che noi, secondo me, dobbiamo assolutamente con responsabilità cercare di cogliere pertanto è il differenziale che oggi esiste in maniera reale tra gli sforzi che tutti quanti siamo chiamati a fare per gestire un ambito come quello sanitario dove ci sono dei problemi oggettivi che non possono essere risolti nell'immediato. Non si riesce a fabbricare un medico, un'infermiera, un OSS, un'assistente sociale o un educatore in sei mesi-un anno, in un triennio: sono persone che si devono formare, che devono fare una scelta lavorativa molto complessa. Le scelte non fatte negli ultimi 10-15 anni pertanto non si superano con uno schiocco di dita, ma allo stesso tempo però tutti stiamo cercando - e questo piano ne è un esempio - di incarnare e di rendere attuale un problema facendo scelte in termini di servizi che negli anni non sono state fatte. Spesso capita di vivere delle ere nelle quali ci si trova a gestire quello che magari le generazioni precedenti hanno solo lambito. Se è corretto il fatto che ci si debba occupare dei problemi che si vivono nel quotidiano, è assolutamente invece corretto il fatto, se si fa politica e amministrazione, di darne una rappresentazione alla comunità non certo di gioia e giubilo, ma di operatività e di pragmatismo.

Il Piano della salute e del benessere sociale è uno strumento programmatorio di lungo corso che è assolutamente vivo e attuale, che sta vedendo tutta una serie di atti che lo stanno declinando, cercando di fare il migliore dei lavori possibili e affrontando già da ora, in realtà già da quando è stato deliberato, una serie di problemi nel concreto.

Presidente - A nome del Governo, ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Credo che al termine di un confronto importante, come ha ricordato l'Assessore, avvenuto nel pomeriggio di ieri, valga la pena riassumere in qualche considerazione quanto è emerso. È stato un confronto molto partecipato, molto puntuale e molto attento al lavoro che è stato compiuto negli scorsi anni e che ha portato questo piano oggi, io direi finalmente, in discussione in quest'aula dopo una gestazione di 14 mesi. Si tratta di un percorso che ha delle caratteristiche di condivisione importanti, le date tracciate dall'Assessore e sviluppate dallo scorso Governo dimostrano un'attenzione alle necessità di raccogliere il più possibile le indicazioni da parte degli addetti ai lavori. Un'attenzione che è stata dimostrata dal recepimento delle indicazioni messe a disposizione dalla piattaforma che è stata allestita e che sono state introdotte in misura importante all'interno del piano.

Poi come già stato sottolineato, in ultimo dall'intervento dell'Assessore, rilevo anch'io l'attualità di questo piano, un'attualità che periodicamente, settimanalmente, se non giornalmente, ripresenta tutta una serie di situazioni che sono ricomprese nel piano proprio perché il piano, come ha accennato il collega Chatrian, è una sorta di piano regolatore. Io sposo abbastanza questa visione, una visione che dà l'opportunità di avere declinate "N" situazioni sulle quali poi bisogna andare a intervenire puntualmente con le risorse a disposizione e con i tempi congrui per poterle mettere in piedi e in funzione delle priorità che un'agenda di interventi impone. D'altronde è come un piano regolatore, quando si decide di indicare una zona di servizi, non è che l'Amministrazione comunale ha le risorse in tasca per poter sviluppare la zona servizi in "X" mesi, ma identifica un percorso all'interno del quale, compatibilmente con le risorse finanziarie e con le priorità che si dà, potrà andare a intervenire. Poi questo piano prevede una programmazione articolata, anche figlia delle esperienze che il Covid ci ha obbligato ad affrontare.

Credo che alcune delle situazioni che si sono sviluppate, anche sull'indicazione di impostazioni nazionali a cui si fa riferimento quando sono valide e quando sono attuabili sul nostro territorio, soprattutto in deroga a quei parametri che molte volte comporterebbero di non aver addirittura strutture sanitarie idonee, perché i numeri non potrebbero permettercelo... ebbene, quest'attenzione anche alla prossimità e alla territorialità penso che faccia parte di quel percorso di decongestionamento dell'unico Ospedale che abbiamo e che è stato evocato e sollecitato durante il percorso Covid in maniera molto importante, un percorso che ha visto anche portare avanti delle nuove opportunità per quanto riguarda l'attenzione ai disturbi psicologici, soprattutto nei ragazzi, una situazione che è soprattutto figlia di questi ultimi anni e che andandosi ad accentuare, pone un accento molto importante su questo tipo di problematiche. Una decongestione del centro che non vuole andare a creare delle nuove strutture ma a ottimizzare quelle che già il nostro territorio ha saputo produrre nel tempo, andando ad affinare le presenze sul territorio di specialisti, non soltanto della sanità, ma anche quelli del sociale. Un'integrazione questa che possa permettere anche di valorizzare le necessità da parte dell'Amministrazione regionale e delle comunità locali che hanno sempre cercato di mantenere i propri servizi sul territorio, la vicinanza agli utenti e la possibilità di dargli un servizio che sia il più accessibile possibile. I tempi di attuazione evidentemente dovranno essere in linea con le opportunità e le possibilità di fornire un'adeguata copertura di personale, un'adeguata sistemazione delle strutture e un'adeguata formazione per la realizzazione di un sistema che possa dare i risultati attesi.

Penso che anche i numeri relativi alle risorse che l'Assessore ha snocciolato la dicano in maniera importante rispetto all'attenzione che in questi ultimi anni si è data al settore socio-sanitario, un settore che ha sicuramente sempre più bisogno di impegno, sempre più bisogno di quella cura al dettaglio che penso sia sviluppata nel suo insieme all'interno di questo piano.

Chi si lamenta che il piano vuole essere qualcosa di omnicomprensivo e poi va a fare le pulci con una serie di iniziative molto più puntuali di quello che il piano addirittura si è prefissato di poter sviluppare credo sia un atteggiamento incongruente rispetto all'idea di semplicità che qualche volta si vorrebbe avere nell'elaborazione di un piano.

Penso che questo piano sia molto attento, sia un piano che deve e vuole cercare di dare le risposte in maniera più trasversale possibile, penso che sia un piano attento ai bisogni e alle necessità del nostro territorio, un piano che rispetti la volontà di mantenere sullo stesso territorio le infrastrutture e di dare dei servizi alla popolazione in maniera adeguata.

In merito ad altre valutazioni più di ordine politico, credo che quando si lavora per quattordici mesi su un piano che è arrivato in Commissione nell'aprile dello scorso anno e oggi si lamenti che negli ultimi due-tre mesi non sia stato elaborato dal Presidente della V Commissione nessun emendamento, non penso che si faccia una valutazione e una considerazione corretta. Penso che in dodici mesi, se si aveva volontà di intervenire, a fronte di centinaia di audizioni che si sono fatte, si sarebbero potuti elaborare, sulla scorta di quelle indicazioni, dei percorsi di emendamento che invece non sono emersi.

Oggi chiedere ad altri quello che non si è fatto penso che sia un punto di debolezza da parte di chi si pone in maniera alternativa all'approvazione di questo piano, per cui credo che finalmente si possa approvare un piano sicuramente ambizioso, puntuale, ma che necessita alla nostra Regione e alle nostre strutture per poter programmare il lavoro dei prossimi anni e dare risposte che di cambiamento rispetto a una situazione di criticità, che purtroppo si verifica su tutto il territorio nazionale e non solo. Ieri - in un confronto che trattava di tutt'altri argomenti - il Sottoprefetto di Bonneville lamentava le stesse criticità dal punto di vista sanitario rispetto alle nostre, quindi un'attrattività dai vicini cugini svizzeri, che fagocitano una serie di professionalità all'interno delle strutture sanitarie locali e una capacità retributiva più importante che non è figlia solo del nostro territorio ma è figlia di un percorso di criticità che coinvolge tutti i Paesi. Dobbiamo lavorare coerentemente con le nostre possibilità per valorizzare la crescita dei giovani in questo settore e essere sempre più attrattivi verso quelle che possono essere delle professionalità che possono arrivare dall'esterno. Questo è il lavoro che con questo piano possiamo portare avanti e l'approvazione dello stesso penso che sia ormai improrogabile.

Padovani (FP-PD) - Proprio per chiedere una sospensione per una riunione di maggioranza per visionare queste iniziative pervenute.

Presidente - Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 09:40 alle ore 10:00.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo dopo la pausa, si è prenotato il consigliere Restano, immagino per mozione d'ordine.

Restano (GM) - Semplicemente per chiedere un'ulteriore sospensione.

Presidente - Sospensione accordata.

La seduta è sospesa dalle ore 10:00 alle ore 10:07.

Bertin (Presidente) - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, immagino che riguardi la pausa.

Aggravi (LEGA VDA) - In rappresentanza dei gruppi di opposizione, volevamo soltanto spiegare il perché di questa seconda pausa, abbiamo voluto fare una riflessione rispetto a un passaggio che ha fatto il Presidente che ci sembrava corretto nel rispetto dei ruoli ribadire. Se le forze di opposizione hanno presentato tutti questi ordini del giorno e meno emendamenti, è anche perché - e lo abbiamo anche già detto in Commissione nella discussione di ieri - presentare emendamenti nei confronti di una maggioranza che non vuole ascoltare, non vuole discutere e non vuole approfondire certi temi, e magari lo vedremo anche nel prosieguo dei lavori di questo Consiglio, non ci sembrava utile, per questo abbiamo preferito presentare ordini del giorno.

Chiudo su una questione: non è colpa delle forze di opposizione se questo piano è rimasto in Commissione per un anno, perché forse qualcuno era occupato a passare da Colonnello a Generale, però la responsabilità non va imputata alle forze di opposizione, ma forse a delle crisi che sono durate fin troppo, o a una crisi che è durata fin troppo e che ha portato questo piano a essere vecchio e a essere quello che già si è detto e che anche qualche esponente di maggioranza ha detto. Questo è nel rispetto dei ruoli, perché ieri avevamo cercato di mantenere la critica democratica e soprattutto negli elementi e nei temi, invece ci siamo trovati risposte che forse saranno confermate dal prosieguo dei lavori.

Presidente - Possiamo iniziare con l'analisi degli ordini del giorno, che sono cinquantacinque. Ordine del giorno n. 1 della Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi per illustrare l'ordine del giorno, ne ha facoltà... consigliere Restano? Si va in ordine di presentazione...

(intervento del consigliere Restano, fuori microfono)

...lo facciamo arrivare tramite e-mail è più semplice.

Aggravi (LEGA VDA) - Abbiamo voluto intitolare quest'ordine del giorno: "Azioni in merito ai dispositivi tessili sanitari utilizzati nelle strutture ospedaliere pubbliche o private presenti in Valle d'Aosta" per dare un contributo ulteriore rispetto ad alcune considerazioni che sono fatte nel piano, ma soprattutto che nascono anche da un lavoro che riguarda anche altri ambiti e altre realtà in campo nazionale ma anche a livello europeo. Quest'ordine del giorno vuole concentrare la sua attenzione sui dispositivi in dotazione alle strutture ospedaliere e, in particolare, la prima linea di difesa capace di garantire un'efficace prevenzione della diffusione di agenti patogeni effettivi soprattutto in ambienti particolarmente esposti al rischio clinico: si sta parlando di teli, di camici, di tute per sala operatoria che vengono comunemente raggruppati nella categoria dei dispositivi tessili per sala operatoria insieme a quelli ormai conosciuti da tutti: i dispositivi di protezione individuale. Questi dispositivi sono fondamentali per impedire la trasmissione di agenti infettanti tra pazienti e personale clinico durante interventi chirurgici e non soltanto.

Ci sono due principali tipologie di dispositivi tessili o, meglio, tre: quelli monouso, chiamati appunto anche tessuto non tessuto, i PNP, o quelli riutilizzabili distinguibili a loro volta in dispositivi in cotone, in tessuti tecnici, riutilizzabili o TPR. Secondo gli ultimi rilievi, mentre la produzione di TNT per usi medicali viene sostanzialmente per oltre il 60% dall'Asia, lo abbiamo anche visto quando le linee di rifornimento di questi dispositivi si erano interrotte per effetto della pandemia, la filiera invece dei TTR, quindi tessuti tecnici riutilizzabili, si sviluppa principalmente sul territorio nazionale con la parte prevalente del valore aggiunto, circa l'80%, concentrato nelle attività di servizio prestate dalle industrie di servizi tessili e medicali operanti in prossimità delle strutture destinatarie del prodotto e che mediano tra i produttori di DTSO e gli utilizzatori finali, ed è una considerazione non del tutto banale, considerato anche quello che sta avvenendo o che è avvenuto anche nel mondo durante e a seguito della pandemia. Abbiamo scoperto da un giorno all'altro che delle produzioni strategiche, importanti e fondamentali non erano più nelle disponibilità io direi non soltanto d'Italia ma comunitarie ed europee e siamo rimasti a corto e ci siamo dovuti organizzare come si poteva.

Tra l'altro, c'è anche un'altra considerazione da fare: al di là dell'evento pandemico, ci sono anche delle notevoli problematiche nelle catene logistiche, ricordiamo che è bastata una nave intraversata allo Stretto di Suez per vedere notevoli problematiche, se tutta la produzione di determinati dispositivi, come in questo caso ma non soltanto, avviene in una determinata area geografica del mondo, poi ovviamente l'altra parte che ne è un consumatore importante rischia di essere in difficoltà e non è di poco conto.

Ricordiamo i regolamenti UE che prevedono che i dispositivi e relativi processi di fabbricazione devono essere progettati in modo tale da eliminare o ridurre, per quanto possibile, i rischi di infezione per pazienti, gli utilizzatori e anche le altre persone, sembra una cosa banale ma non lo è assolutamente quando si parla appunto di questi temi.

Le valutazioni di performance necessarie per l'immissione dei dispositivi tessili per sala operatoria nel mercato prevedono appunto la necessaria impermeabilità dei prodotti e hanno comportato l'esclusione dal mercato di dispositivi in cotone che, per loro stessa natura, non possono garantire tale caratteristica.

All'interno dell'ordine del giorno che è molto corposo, abbiamo cercato di riportare alcuni riferimenti anche di studi e sperimentazioni scientifiche in questo senso. Tra l'altro, da segnalarne una che appunto riporta che le performance raggiunte dai dispositivi TTR, opportunamente riprocessati ovviamente in relazione alle missioni e migrazioni di particelle alla resistenza allo strappo, sono risultate maggiori rispetto ai dispositivi in TNT, i quali rilasciano sempre oltre il doppio delle particelle rilasciate e riutilizzabili e si mostrano meno efficaci per quanto riguarda la resistenza all'attrazione. C'è anche tutto un discorso ambientale sulla gestione del TNT rispetto al TTR, il TNT deve essere trattato come rifiuto speciale, il TTR, ovviamente seguendo i giusti processi, può essere invece gestito come un rifiuto semplice.

C'è stata anche una situazione - ritorno sulla parte logistica e produttiva - che ha interessato proprio la recente pandemia e questo ha generato un aumento di consumo, di prezzi, ma soprattutto di episodi di carenza anche cronica in alcuni casi e in alcuni ambiti, soprattutto per quello che riguardava appunto le sale operatorie, ricordando, tra l'altro, che questi dispositivi, soprattutto quelli delle sale operatorie, sono funzionali a proteggere e prevenire il trasferimento microbico durante gli interventi chirurgici e le altre procedure invasive, riducendo la diffusione di agenti infettivi alle o delle ferite chirurgiche dei pazienti, c'è un effetto barriera. Questo lo dico perché ovviamente stiamo parlando non di banali tessuti, ma soprattutto di dispositivi che servono per ridurre, limitare o bloccare un rischio importante e significativo che tocca le strutture sanitarie.

Questo ordine del giorno vorrebbe impegnare il Governo regionale, con il coordinamento dell'Assessorato della sanità, a promuovere, di concerto con l'Azienda USL, un'importante azione di informazione e sensibilizzazione nelle strutture sanitarie pubbliche e private in relazione alle più recenti novità normative comunitarie e nazionali in questo settore, alle positive esperienze già praticate in altre realtà e alle migliori tipologie di dispositivi tessili disponibili sul mercato, con riguardo alla sicurezza, alla compatibilità ambientale, al processo produttivo e all'occupazione locale; ad attivarsi di concerto con le altre autorità di sicurezza pubblica con ogni e opportuna iniziativa al fine di intensificare i controlli di conformità, con particolare attenzione ai dispositivi tessili per sala operatoria in dotazione alle strutture pubbliche e private presenti sul territorio regionale - ricordiamo quello che avvenne durante la pandemia con i controlli, che misero in luce tutta una serie di dispositivi che non erano conformi -; a incentivare in generale l'utilizzo dei dispositivi tessili in TTR in via esclusiva, ove è possibile in via complementare nei casi di accertata maggiore efficacia di una strategia che preveda il ricorso combinato a prodotti diversi e a promuovere, laddove è ancora diffuso l'uso di dispositivi tessili in TNT, l'avvio di sperimentazioni sull'utilizzo dei dispositivi tessili in TTR eventualmente in combinazione con quelli di TNT.

C'è anche un'ulteriore questione su cui volevo soffermarmi e mi collego anche a tutta una serie di valutazioni di discorsi che si sono fatti spesso sullo sviluppo anche di filiere locali di produzione, ricordiamo che la filiera di TTR è una filiera che, al di là, ripeto, della produzione nazionale principalmente si può concentrare a livello comunitario. Il fatto che ci possa essere uno sviluppo di una filiera di questo tipo, determinata anche da un consumo di questi dispositivi a livello locale o di prossimità, io penso che possa essere qualcosa di positivo e di utile eventualmente anche - perché no? - in un possibile sviluppo, e guardo l'Assessore allo sviluppo economico anche locale di attività di questo tipo o attività che possono essere collegate a queste produzioni.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Sicuramente, collega Aggravi, la ringrazio per la dovizia di particolari con la quale ha rappresentato l'ordine del giorno n. 1 che lei ha appena illustrato. È stata anche un'occasione di confronto con l'Azienda USL rispetto al tema, ma, di fatto, l'ordine del giorno non è accoglibile in quanto l'Azienda USL, nella sua attività ordinaria di attuazione alle normative e alle disposizioni di settore, si muove già nel rispetto delle regole di riferimento. Credo però che la sua iniziativa, anche se le chiediamo di ritirarla e ci asterremo, possa essere sicuramente motivo di pungolo per fare delle valutazioni rispetto al tema.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (GM) - L'iniziativa del collega Aggravi è sicuramente motivo di pungolo e mi ha indotto a delle riflessioni, soprattutto per i miei trascorsi lavorativi. Non sono sicuramente riferibili alle sale operatorie, ma si possono riportare all'impegno, alla dedizione e al coinvolgimento che tanti operatori della sanità quotidianamente rivolgono alla propria attività. Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che molte volte accade, soprattutto chi lavora sul territorio, che, in assenza di dotazioni per qualsivoglia motivo da parte dell'Azienda, l'operatore metta mano al portafoglio e si vada a fornire di quanto serve... certamente quando si acquista di propria iniziativa il materiale, non si va a vedere di cosa è composto o meno, ma ci si preoccupa più che altro della propria incolumità o di non sporcarsi, di proteggersi. E qua, caro Assessore, vediamo se la cornice del quadro è ben definita o meno o se si vuole andare nelle azioni, è proprio questo il punto, perché l'informazione, la formazione e la fornitura del materiale è un elemento essenziale per poter svolgere il proprio lavoro come si deve e la risposta, mi permetta, non ci soddisfa molto perché non entra nel merito e non si può neanche pretendere a onor del vero, perché dire: "L'azienda provvede" è come dire: "Abbiamo fatto il quadro e adesso andiamo avanti".

È tutto che non ci dà soddisfazione, e ritorno all'intervento prima del Presidente, è troppo facile rispondere così, Presidente, è troppo facile dire: "Non avete fatto, non avete fatto". Non è così, perché nessuno ha ascoltato gli Ordini professionali, nessuno, cinquanta segnalazioni on-line, che cosa sono? Sono importanti, cosa sono rispetto agli Ordini professionali che si sono alternati qua e ci hanno dato tante suggestioni? Nessuno le ha accolte. Queste sono il frutto di quelle suggestioni, quelle che andremo ad ascoltare adesso, che, con molta probabilità, politicamente avrete deciso di non ascoltare e di andare oltre, perché c'è fretta di approvare un piano che tarda da dieci anni e oltre, ma la malasanità valdostana è andata avanti lo stesso, senza il piano, grazie agli operatori sanitari, a tutte le persone che ci lavorano, avete dato atto anche voi di questo. Per questo motivo ritengo non corretto non ascoltare tutti questi ordini del giorno, per quello che è stato detto prima dalla Giunta, che è un piano partecipato. Ma dove partecipato? Dov'è la partecipazione? Non la vediamo noi la partecipazione, non la tocchiamo, non la tocca nessuno, neanche i cittadini. Noi lo voteremo.

Presidente - La parola alla consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Anche noi voteremo questo ordine del giorno e le valutazioni che facciamo sono soprattutto di ordine ambientale.

Questo materiale, oltre alle caratteristiche che sono state illustrate dal collega Aggravi, le riviste scientifiche ci dicono che è un materiale che può essere riutilizzato dalle settanta alle cento volte e anche quando ha terminato il suo ciclo per quello che riguarda le funzioni più importanti, quindi quelle legate alla repellenza degli agenti patogeni, eccetera, può essere ancora utilizzato per quello che riguarda le camere bianche e altri usi comunque che ne prolungano la vita. Considerato che riteniamo che sia fondamentale andare sempre di più nell'ottica e del riuso dei materiali e della minor produzione di rifiuti, crediamo che questo sia un ordine del giorno che va in quella direzione e debba essere sostenuto. Credo che ci ricordiamo tutti nel periodo della pandemia la quantità enorme di rifiuti che sono stati prodotti attraverso camici, mascherine, eccetera, e che non potevano essere riutilizzati in quel momento, ma non avrebbero potuto esserlo comunque perché non si potevano sottoporre quei materiali ai trattamenti che invece il TTR può sopportare, può ricevere. Voteremo quindi questo ordine del giorno.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Marzi come gruppo, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Naturalmente il tema di riferimento è un tema assolutamente attenzionato dall'Assessorato di riferimento del collega Guichardaz e assolutamente trattato anche nel PSBS. Quindi, per questo motivo, anche rispetto al tema che viene trattato, chiediamo di ritirare l'ordine del giorno e noi naturalmente ci asterremo.

Sono una serie di iniziative, peraltro, che sono state già anche trattate nel corso delle iniziative che nel Consiglio stiamo vivendo nel corso di queste settimane.

Presidente - La parola al consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Sinceramente sono molto dispiaciuto, Assessore, e le dico anche perché. Questo ordine del giorno, che, tra l'altro, è anche molto corposo, nasce da un lavoro che è partito da un convegno promosso a Roma dall'Istituto Friedman con anche esponenti che non erano necessariamente dell'area politica da cui vengo. È stato portato e a livello multipartisan votato in Regione Liguria, in Regione Veneto, in Provincia Autonoma di Trento, è stato anche esaminato al Senato della Repubblica.

Sinceramente io mi sarei aspettato qualche elemento in più rispetto alle sue considerazioni e quindi le dico una cosa: siccome tengo particolarmente al contenuto di quest'ordine del giorno, perché, ripeto, c'è un lavoro dietro che non è che nasce perché adesso dovevamo presentare degli ordini del giorno... questo anche nel rispetto del lavoro che fa l'opposizione e nel rispetto che fanno anche coloro che non hanno le risorse che ha la Giunta o che ha l'intera Amministrazione... io potrei ritirare l'ordine del giorno a una sola condizione: che lei si impegna davanti a tutti a presentare nella V Commissione i dati sull'utilizzo del TNT, del TTR e degli altri dispositivi in cotone che vengono comunque ancora utilizzati e si possa fare un'analisi sui contenuti di questo rispetto a quello che lei ha detto, cioè che l'Azienda già fa questo tipo di attività e si porta già avanti, perché, come direbbe qualcuno, abbiamo dati diversi e sinceramente forse non abbiamo dei dati completi.

Sa cosa però? Questo è un ordine del giorno che non è politico, è un ordine del giorno che apre a tutta una serie di tematiche che sono tecniche dal lato sanitario, tecniche dal lato ambientale, tecniche dal lato economico produttivo mettiamo, perché l'ho voluto anche stressare perché, ripeto, non sono un medico, faccio un altro mestiere, o almeno cerco di farlo, e quindi parlo di quello che so, però qua c'è un lavoro di tante persone e sinceramente c'è anche una propensione, visto che si parla molto di propensione e di vedere il futuro, e visto che non abbiamo oggettivamente... perché se lei mi trova la pagina nel PSBS, così lo dico anch'io, dove si parla di questo... se lei ci porta questi dati, però si prende un obbligo tassativo, e guardo il solerte Presidente della V Commissione che lo so essere filocinese e quindi magari non simpatizzante di questo - volevo attirare la sua attenzione, collega Padovani - se si organizza o si possono avere questi dati, ripeto, che devono essere però esaustivi e completi, io lo ritiro sennò lo porto al voto, ma per un semplice fatto: perché magari questo passaggio può permettere a noi, ma soprattutto a voi di fare un ragionamento su quello che ha detto, perché purtroppo sinceramente io nella sua risposta ho trovato una sbrigativa risposta del tipo: "Lo facciamo già e quindi non lo possiamo accogliere".

Io spero che nel prosieguo del dibattito sugli ordini del giorno non sia questo il leitmotiv, perché sennò ce ne faremo una ragione, questo sicuramente, ma non farà sicuramente il bene di quest'Aula e soprattutto il bene delle tematiche che stiamo discutendo.

Presidente - La parola all'assessore Marzi per un minuto per rispondere alla domanda precisa.

Marzi (SA) - Innanzitutto accolgo positivamente la sua proposta rispetto al ritiro e al passaggio in Commissione per trattare il tema. In secondo luogo - questo lo dico da subito - tutta la trattazione degli ordini del giorno sarà sicuramente di matrice politica, per cui anche quando temi come questo che non sono trattati nell'ordine del giorno non vengono approvati, non vuol dire che non si rispetti il lavoro che avete fatto e non vuol dire assolutamente che in alcuni campi non lo si condivida. Ci saranno altri ordini del giorno nei quali sicuramente ci saranno delle trattazioni in Commissione indipendentemente dal voto che l'ordine del giorno avrà: questo lo dico anche quando parlerò per altri colleghi su temi che lambiscono la sanità, ma che hanno, tipo l'ordine del giorno 2, prettamente riporto ad altre deleghe. Assolutamente pertanto mi prendo l'impegno di trattare il tema nella Commissione di riferimento portando tutti gli attori che si ritengono opportuni e i dati.

Presidente - L'impegno è preso, l'ordine del giorno è ritirato.

Il Consiglio prende atto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 2, sempre della Lega. Ha chiesto la parola la consigliera Foudraz, ne ha facoltà.

Foudraz (LEGA VDA) - Questo ordine del giorno l'ho voluto intitolare: "Prevenzione benessere psicofisico, attuazione campagne divulgative e informative nei giovani". Preso atto dei contenuti del piano regionale per la salute e il benessere sociale in Valle d'Aosta 2022-2025 che era stato presentato il 12 aprile dello scorso anno in V Commissione consiliare, alla luce di quanto è emerso nel corso delle audizioni dei vari portatori di interesse, nonché delle osservazioni da questi espresse in quella sede, nonché trasmesse alla V Commissione consiliare; preso atto che era pervenuto un parere di astensione espresso dal Consiglio permanente degli Enti locali in data 13 maggio 2022, nonché delle relative osservazioni a questo annesse, tenuto conto di quanto emerso a far data dal 12 aprile 2022 nel corso delle sedute del Consiglio Valle, nonché sugli organi di stampa in relazione ai contenuti del piano regionale per la salute e il benessere sociale in Valle d'Aosta; evidenziato come l'impatto della pandemia da Sars Cov-2 abbia messo a dura prova i percorsi di prevenzione già in essere in quanto tutti i Dipartimenti sanitari sono stati interamente occupati a potenziare le strategie di sanità pubblica volte al contenimento del contagio e salvaguardare la salute dei cittadini e degli operatori, come si evince tra le righe del piano stesso; considerato che il piano regionale per la salute e il benessere sociale in Valle d'Aosta alla macroarea 1: "Prevenzione al centro delle politiche per la salute e il benessere sociale" prevede rafforzamenti dei percorsi di prevenzione; considerato inoltre che la prevenzione, oltre all'obiettivo primario di promuovere lo stato di salute e contrastare l'insorgere delle malattie, ha il compito di mettere in atto azioni di prevenzione per il benessere psicofisico della popolazione, toccando aspetti anche non prettamente sanitari ma piuttosto legati a prevenzione di fenomeni sociali incalzanti piuttosto che ambientali, economici o educativi; preso atto del comunicato stampa n. 8/2023 del mese di febbraio ultimo scorso redatto dall'Istituto italiano di sanità superiore e riguardante una fotografia sui comportamenti e le esigenze degli adolescenti italiani dopo la pandemia, l'indagine ricordo ha coinvolto un campione rappresentativo in tutte le Regioni italiane di giovani che avevano un'età di 11-13-15 e 17 anni... quello che è emerso è che un adolescente su due ha dichiarato, dopo la pandemia, un impatto positivo sui propri rapporti familiari, ma per due ragazzi su cinque quello che è scaturito è che la propria salute mentale e la propria vita in generale ne abbia risentito in maniera molto negativa. Dal comunicato appena citato si evince che la sorveglianza degli stili di vita dei nostri ragazzi e ragazze è oggi particolarmente preziosa perché ci aiuta a intercettare i fenomeni nuovi come il cyberbullismo legato all'uso dei social media dai quali dipendono in un modo significativo la loro salute e la loro qualità di vita, ma non solo, anche abitudini alimentari e stili di vita possono migliorare, come, ad esempio, il consumo quotidiano della prima colazione diminuisce con il crescere dell'età, specie tra le ragazze. Solo un terzo dei ragazzi consuma frutta almeno una volta al giorno lontano dalle raccomandazioni con valori migliori tra le ragazze nella fascia di età degli undicenni. Il consumo di verdura almeno una volta al giorno è raggiunto solo da un adolescente su quattro, non parliamo poi delle bibite zuccherate e gassate che purtroppo vengono consumate almeno una volta al giorno. Per quanto concerne l'attività fisica è emerso che meno di un giovane su dieci svolge attività fisica tutti i giorni, siamo decisamente lontani dalla realizzazione delle raccomandazioni dell'OMS, per cui i giovani tra i 5 e i 17 anni dovrebbero svolgere quotidianamente almeno 60 minuti di attività motoria moderata o intensa, svolgere almeno tre volte a settimana attività fisica intensa e contemporaneamente ridurre i livelli di sedentarietà. Solo un adolescente su dieci svolge almeno 60 minuti al giorno di attività motoria moderata o intensa e questa abitudine purtroppo diminuisce con l'aumentare dell'età.

Quasi tutti i giovani si relazionano tra loro purtroppo attraverso i social media, un fenomeno in crescita ma non esente da criticità. Il 17% delle ragazze, quindi una su cinque, e il 10% dei ragazzi ne fanno un uso problematico, con conseguenze negative sul loro benessere fisico e psicologico. Questi sono comportamenti decisamente sedentari, che aumentano purtroppo con l'aumentare dell'età sia nei ragazzi che nelle ragazze, che passano molto del loro tempo sui social network o a guardare DVD in televisione, oppure video su TV o YouTube.

Permangono poi ulteriori comportamenti a rischio, quali l'assunzione di alcool, che è in aumento tra le ragazze, una su cinque tra le quindicenni si è ubriacata almeno due volte nella vita ed è gravissimo a 15 anni. Io da mamma, quando ho letto questa relazione, mi si sono drizzati i capelli. L'abitudine al fumo di sigaretta che vede ancora prevalere le ragazze: il 29% contro il 20% dei ragazzi, sempre nell'età di 15 anni, il consumo di stupefacenti e, ahimè, anche la propensione al gioco d'azzardo. Questo è invece un fenomeno più prettamente maschile.

Si evidenziano anche comportamenti relazionali critici tra ragazzi, come avevo già anticipato, come, ad esempio, il bullismo, che consiste in una serie di comportamenti di prevaricazione e sopraffazione, posti in essere da uno o più soggetti nei confronti di una persona individuata come bersaglio attraverso azioni aggressive e intimidatorie esercitate da un bullo o un gruppo di bulli e ripetute nel tempo e il cyberbullismo, come ho già anticipato, quest'ultimo invece strettamente correlato all'uso o, meglio, io direi, all'abuso dell'utilizzo dei social, che consiste in forme di pressioni, aggressioni, molestie, ricatti, ingiurie, denigrazioni, diffamazioni, furti d'identità, alterazioni, acquisizioni illecite, manipolazione, trattamento illecito di dati personali nei confronti di una o più persone. Tutte queste azioni realizzate per via telematica e con la successiva diffusione online dei contenuti della persona o delle persone prese di mira.

Ritenuto quindi fondamentale promuovere tra i giovani corretti stili di vita, per tutto quello che ho appena esposto, impegno il Governo regionale o l'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali ad attuare in tempi ragionevoli delle campagne divulgative e informative indirizzate al benessere psicofisico dei giovani ricompresi nella fascia di età corrispondente al secondo ciclo delle scuole primarie, delle scuole secondarie di primo e secondo grado, andando a promuovere corretti stili di vita alimentari, utilizzo consapevole dei social media e i rischi legati al loro abuso nell'utilizzo.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Come da lei richiamato, il tema di riferimento è presente nell'area prevenzione del PSBS: l'ordine del giorno rientra nelle attenzioni dell'Assessorato circa la promozione del benessere psico-fisico e dei corretti stili di vita alimentari. Molte delle preoccupazioni che lei richiama sono assolutamente attenzionate e sicuramente era una peculiarità non troppo positiva del territorio valdostano e la pandemia in tal senso non ha assolutamente aiutato soprattutto i nostri ragazzi. Ci sono delle iniziative già previste nel Piano regionale di prevenzione che coinvolge sia l'Azienda USL che le scuole di vario ordine e grado e, considerato che si rivolge agli istituti scolastici, sarà naturalmente coinvolto anche l'Assessorato dell'istruzione. Per questo motivo le chiediamo di ritirare l'ordine del giorno o ci asterremo.

Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.

Restano (GM) - Innanzitutto quest'attività rientra nella prevenzione della salute e non più, come una volta si chiamava... e ci insegna l'Assessore... nella prevenzione primaria, però non è con il cambio di una denominazione che si può attuare quanto chiesto dalla collega.

Mi preme rammentare ai Consiglieri in aula che non è tutta causa del Covid quanto è accaduto, ma già nel 2018 mi sembra che qua ci siamo confrontati, anche attraverso una raccolta firme, per mantenere l'attività del Dipartimento di prevenzione sul territorio, e riguardava proprio la zona dove abitiamo l'Assessore e io: il distretto di Variney, il consultorio di Variney. Perché faccio quest'inciso? Sicuramente, come ha detto l'Assessore, il piano della prevenzione prevede tante iniziative in tal senso, però quanto è emerso proprio per studi epidemiologici in quella zona ci dice che l'attività svolta sino ad oggi non è sufficiente, bisogna incrementare l'attività, soprattutto per quanto riguarda i corretti stili di vita, di cyberbullismo non ho conoscenze pratiche, quindi non è corretto che mi esprima, ma, per quanto riguarda i corretti stili di vita e l'attività fisica, direi che, malgrado la Valle d'Aosta sia più avanti di altre Regioni, i dati statistici lo confermano, però non facciamo sufficiente attività. Noi quindi voteremo questo ordine del giorno, ma con l'auspicio che si trovi applicazione nel più breve tempo possibile e non si aspetti la riapertura delle scuole.

Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.

Baccega (FI) - Credo che quest'ordine del giorno e il suo impegno siano da guardare con maggiore attenzione anziché dire: "O lo ritirate oppure ci asteniamo". I dati sono allarmanti e vi invito a guardarli con attenzione e con maggior consapevolezza rispetto a quello che sta succedendo. Io credo che una maggiore attenzione in questo senso vada posta e dare appunto in tempi ragionevoli delle campagne divulgative e informative su come ci si deve approcciare... e questo lo valuteremo anche in un ordine del giorno che abbiamo presentato noi, dove sanità e istruzione devono andare di pari passo, ritengo che sia un elemento importante e significativo. Noi voteremo con convinzione e con determinazione questo ordine del giorno presentato dalla consigliera Foudraz.

Presidente - La parola alla consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - L'impegno dell'ordine del giorno è sostanzialmente di promuovere delle campagne informative e divulgative nelle scuole, che è corretto, la scuola è il luogo dove si formano i ragazzi. Io credo che bisogna però entrare anche un po' nell'ottica che queste campagne e queste attività debbano essere più a tutto tondo, perché la scuola è un luogo dove davvero tanti obiettivi devono essere perseguiti, portati avanti ed è corretto coinvolgere la scuola nelle attività di educazione alimentare, sanitaria, ambientale, sono attività che comunque a scuola si fanno.

Concordo che sia necessario riprendere delle campagne più incisive, a mio avviso, dovrebbero coinvolgere però anche altre agenzie formative ma anche proprio il mondo sanitario, a partire da un coinvolgimento dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale che devono informare anche loro le famiglie su questi rischi.

Sono d'accordo quindi sulla campagna di questo tipo, ma credo che dovrebbe essere addirittura pensata a più ampio raggio.

Presidente - Consigliere Marguerettaz, a lei la parola.

Marguerettaz (UV) - Solo una precisazione, il fatto che il Governo e la maggioranza prenda atto dell'ordine del giorno e dall'altra dichiari l'astensione non è assolutamente un segno che sottende una poca considerazione del lavoro fatto dalla minoranza e dai Consiglieri che hanno lavorato sugli ordini del giorno, ma, come giustamente è intervenuta la collega Minelli, io credo che questi ordini del giorno siano un punto di partenza per poter fare poi un lavoro in futuro. Lo dico adesso quindi anche per le attività che verranno presentate negli ordini del giorno successivi: non è un modo così cortese per procedere e andare ad approvare il piano della salute, ma una presa in carico delle considerazioni che sono state fatte, ma, come potete ben capire, avete costruito degli ordini del giorno importanti, con dei temi sicuramente di rilievo che meriteranno un'attività successiva. L'astensione quindi non è per non considerare il lavoro che avete fatto ma un impegno, come è stato detto da parte dell'Assessore, che coinvolgerà i Dirigenti dell'Assessorato e l'Azienda sanitaria nel verificare le attività successive.

Presidente - Altri? La parola alla consigliera Foudraz.

Foudraz (LEGA VDA) - Prendo atto della risposta ricevuta e sinceramente, con rammarico, constato per l'ennesima volta comunque che c'è una mancanza di sensibilità di questa maggioranza verso tematiche che riguardano sia la salute che le politiche sociali nei confronti dei nostri giovani. Siete capaci sì a scrivere testi densi di sensibilità e di apertura alle varie problematiche, ma poi in aula compatti rinnegate quanto avete messo nero su bianco astenendovi su quest'ordine del giorno dicendo che è già tutto previsto, che si farà, non si sa bene quando, non si conosce la tempistica. Io ero stata volutamente generica nel scrivere l'impegnativa chiedendo praticamente di andare ad attuare delle campagne divulgative e informative in tempi ragionevoli senza fissare una tempistica precisa, proprio perché speravo di scuotervi un pochino ma così non è stato.

Noi porteremo al voto quest'iniziativa perché, a differenza vostra, per fortuna, siamo sensibili a queste tematiche. Qua in aula siamo quasi tutti genitori e riscontrare in voi comunque questa chiusura o "falsa apertura" spiace veramente.

Presidente - Metto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Ordine del giorno n. 3, sempre della Lega. La parola al consigliere Manfrin per l'illustrazione.

Manfrin (LEGA VDA) - Come penso i colleghi avranno visto, abbiamo voluto titolare questi ordini del giorno per spiegare il contenuto che questi ordini del giorno portano e l'ordine del giorno n. 3 che mi appresto a illustrare ha come titolo: "Rafforzamento dell'azione e della funzione degli assistenti sociali". Durante la discussione del PSBS abbiamo più volte evidenziato la portata e la copertura che il PSBS vuole dare rispetto al settore delle politiche sociali, non possiamo non considerare il ruolo che svolgono proprio all'interno delle politiche sociali le assistenti sociali che sono quelle che intercettano il disagio e accompagnano l'utente verso una soluzione, o almeno così tecnicamente dovrebbero fare.

Lei, Assessore, si ricorderà quando nella giornata di ieri, il sottoscritto, unitamente ad altri colleghi, ha evidenziato come all'interno di questo piano purtroppo non siano state recepite le indicazioni che arrivano dalle professioni e quest'ordine del giorno arriva proprio a seguito dell'audizione con i rappresentanti dell'Ordine delle assistenti sociali, quelle stesse assistenti che lei l'ultima volta ha mandato accompagnati dai genitori o da chi ne fa le veci rispetto appunto alle rappresentanti dell'Assessorato invece di poterle lasciare esprimere liberamente e appunto riporta quello che proprio queste rappresentanti hanno evidenziato. Io ho voluto riassumere quello che è stato detto a beneficio di quest'Aula in maniera che così tutti siano edotti dalla situazione rispetto alle difficoltà che vivono le assistenti sociali sul territorio quotidianamente.

In questi ultimi anni sono emerse parecchie criticità rispetto al servizio, l'Amministrazione regionale non bandisce più concorsi per il servizio sociale e professionale, l'ultimo concorso bandito è stato nel 2007, successivamente è stata trovata la soluzione della Società dei Servizi, società che abbiamo più volte trattato all'interno di quest'aula, con l'andare degli anni il numero di dipendenti regionali è progressivamente diminuito, siamo ormai arrivati a nove a fronte invece di un aumento considerevole di colleghi che dipendono appunto dalla Società dei Servizi. Questa situazione ha creato all'interno del servizio sociale e professionale tutta una serie di difficoltà che si sono in parte aggiunte a difficoltà precedentemente presenti e hanno provocato anche delle ricadute.

Gli aspetti fondamentali sono, da un lato, la criticità che continua ad aumentare rispetto alle sedi di servizio, sia strutturali, sia addirittura di arredi, cioè in questo momento ci sono parecchie sedi sociali - si immagini, Assessore - che non hanno nemmeno una scrivania su cui appoggiare i gomiti e incontrare gli utenti. La zona di Aosta, dicono le assistenti che sono state audite, è forse la più critica con questa problematica, però è trasversalmente presente anche in altre sedi. Capita che si debbano organizzare incontri con la presenza di altre assistenti e ovviamente lei si immagini la scena, io vado dall'assistente sociale per esporre le problematiche che attengono alla mia persona, che sono evidentemente strettamente personali (problematiche di povertà, problematiche sociali, disabilità e quant'altro che limitano la mia vita) e ci sono all'interno di una stanza altre due persone, magari sedute nelle sedie lì intorno, che ascoltano. Certo l'assistente sociale può dire: "Eh va beh ma sono due colleghi", però lei capisce che una persona che deve parlare di suoi problemi personali che si trova di fronte a due estranei... saranno anche due colleghi, ma non è così semplice potersi aprire e raccontare anche delle vicende strettamente personali. Questo primo dato indica come da anni si sta andando avanti per il problema delle sedi per il quale non si trovano soluzioni, perché purtroppo le sedi sono dislocate sia in locali dell'Azienda sanitaria, sia in locali dell'Amministrazione regionale, a volte nei locali degli Enti locali e quindi, a seconda della disponibilità o della non disponibilità, si perdono delle sedi, si perdono delle stanze. Una stanza viene occupata da qualcun altro e quindi c'è una criticità dovuta anche a un mancato coordinamento.

Le assunzioni poste in capo alla Società dei Servizi - ne abbiamo parlato, per esempio, per altre questioni che riguardano gli operatori di sostegno piuttosto che ovviamente gli operatori museali - hanno anche delle altre ricadute negative: ad esempio, le ultime prove di selezione sono andate praticamente deserte, oppure trovano soluzioni per l'80% con assistenti sociali che arrivano da fuori Regione e che dopo un po', appena possono, se ne vanno. Qui si infittisce il problema del turnover, c'è un turnover molto alto e cambiare assistente sociale tre o quattro volte all'anno su certe situazioni particolarmente complesse è molto deleterio.

Il piano regionale prevede l'istituzione di questa nuova struttura che dovrebbe in parte sopperire al problema della Società dei Servizi, questa soluzione però è ancora molto lontana e ovviamente non si realizza in tempi brevi. Ora, qual è il punto? Il punto è che l'utente che ha una criticità si presenta davanti all'assistente sociale, spiega la sua situazione, l'assistente sociale lo sostiene e lo consiglia per qualche mese, dopodiché arriva un'altra assistente, magari che arriva da fuori, che non conosce la realtà valdostana, su cui l'utente deve di nuovo spiegare qual è la sua situazione e dopo 2-3 mesi arriva un'altra assistente a cui di nuovo deve spiegare la stessa situazione e questo evidentemente non può fare il bene delle persone. Le necessità che sono state appunto esposte da rappresentanti delle assistenti sociali sono quelle di ragionare sulla scelta di individuare un concorso, una prova di selezione che sia riservata a chi ha le lauree in servizio sociale, in programmazione dei servizi sociali perché questa parte andrebbe a dare una maggiore importanza all'accoglienza di nuovi assistenti sociali, oltre che un passaggio delle consegne visto che, secondo quanto riferito, vi sono assistenti che si sentono poco accompagnati nel loro percorso di avvicinamento alla professione, perché immaginate un assistente sociale che arriva da fuori, che non conosce la nostra realtà e che appunto deve essere in mezzo a quest'emergenza, preso e buttato a fare servizio magari senza sede, magari in smart working, magari con altri tre colleghi in mezzo alla stanza e poi dopo tre mesi decide di andarsene... sicuramente non è un compito facile.

Vengono inoltre denunciati segnali se non di burnout almeno di sofferenza della professione, molti assistenti chiedono trasferimenti e purtroppo il problema è che li richiedono dall'area minori, che è quella più complessa e che viene abbandonata più facilmente. Se il problema del turnover su altre situazioni di difficoltà e di particolare delicatezza è sicuramente deleterio, immaginiamoci cosa significa avere un turnover sulla situazione dell'area dei minori, che è sicuramente un estremo danno sia per quanto riguarda le famiglie, sia per quanto riguarda i genitori, perché l'accompagnamento alle famiglie che hanno difficoltà genitoriale è complesso e richiede un intervento abbastanza importante, significativo ma soprattutto continuativo, cioè prendere e sospendere, accompagnare e poi togliersi non è facile, soprattutto è deleterio tanto per i genitori quanto per il bambino.

Infine i numeri, quelli che sono stati riassunti... è vero che le famose sigle che abbiamo sentito: i LEA, i LEPS che sono stati previsti dal PNRR nazionale dicono che c'è bisogno di un'assistente sociale ogni 5 mila abitanti. È vero che noi sulla carta siamo indicativamente a un'assistente sociale ogni 4 mila e quindi se uno va a vedere le classifiche e il numero di assistenti per numero di abitante, dice: "Mah, noi siamo una realtà positiva", e qui arriviamo alla famosa distorsione dei dati di cui anche lei ha parlato, assessore Marzi. Il problema è che una parte di quegli assistenti sociali non fa più l'assistente sociale ma svolge altri ruoli. Abbiamo assistenti che svolgono ruoli amministrativi e sono ancora sempre però nell'organico del servizio sociale, quindi una realtà in questo momento in Assessorato che si occupa o di altri aspetti o di aspetti paralleli al servizio o di coordinamento del servizio, ci sono dieci assistenti sociali. Questo significa che voi avete tolto dieci assistenti sociali dal territorio e il territorio rimane con delle grosse lacune, quindi questa percentuale di un assistente ogni 5 mila abitanti è puramente indicativa perché queste persone svolgono compiti amministrativi. Lei si immagini di prendere un medico, toglierlo dal servizio permanente e metterlo a fare compiti amministrativi. Sicuramente gli utenti non ne hanno un beneficio ma sulla carta i medici ci sono.

È necessario quindi rivedere e prendere in mano questo aspetto considerando anche che chi sceglie l'ufficio invece del territorio forse è anche perché incontra delle difficoltà sul territorio: ecco perché quindi con questo ordine del giorno chiediamo, Assessore, che il Governo si impegni a bandire un nuovo concorso per l'assunzione di assistenti sociali in un'ottica di riduzione del turnover del personale in modo da garantire la continuità dell'assistenza e la copertura di tutto il territorio e trovare un numero di sedi e strutture adeguate in cui le assistenti sociali possano operare.

Presidente - Prima risponde il Governo e poi intervengono uno per gruppo. Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Intervengo a proposito di quanto ricordato sull'ordine del giorno n. 1 dal collega Aggravi e poi ripreso dal capogruppo Marguerettaz, sia rispetto alla qualità degli ordini del giorno espressa, sia all'atteggiamento che la maggioranza intende avere indipendentemente dal voto di astensione, lo ribadisco a maggior ragione per questa iniziativa.

Il giorno 29 giugno del 2022 la V Commissione ha audito l'Ordine professionale degli assistenti sociali proprio sul tema del piano che oggi è oggetto di confronto. C'è stato un articolato dibattito soprattutto tra la presidente degli Ordini, la dottoressa (omissis), che ringrazio anche per il suo ultimo passaggio in Commissione, com'è consono fare quando chiamata a esprimere un aiuto, sia naturalmente per il dibattito che c'è stato tra il collega Manfrin, la collega Guichardaz e il presidente della Commissione, collega Restano, su tutta una serie di temi - che naturalmente lambivano il tema assistenti sociali - inerenti anche al piano.

Il suo ordine del giorno è un ordine del giorno che coglie due aspetti diversi ma che fondamentalmente evidenziano un problema generale: il primo è non soltanto la presenza o meno di concorsi da parte regionale o della società con tutte le difficoltà del caso, tra l'altro, rispetto alle differenze tra gli assistenti sociali in capo alla società e gli assistenti sociali in capo alla Regione, che in questo momento, così come nel precedente Governo Lavevaz, sono in capo alla Presidenza e sono oggetto di profonda attenzione.

Prima ancora quindi, secondo me, che il tema dei concorsi rispetto a questo fondamentale ruolo professionale che ad oggi sempre più risulta essere centrale, soprattutto nell'applicazione dei LEPS, è il tema solito di questo genere di professionalità da me trattato anche stamattina in replica sulla difficoltà di trovare anche questo tipo di professione. Siamo perfettamente consapevoli peraltro delle difficoltà che durante l'audizione del 29 giugno del 2022 da parte dell'Ordine degli assistenti sociali vennero rappresentate sia rispetto alle problematiche che quotidianamente queste persone vivono a contatto con una società sempre più in difficoltà. Di conseguenza, se l'utenza di riferimento è sempre più in difficoltà, se il livello di rabbia e di incomprensione sempre più cresce, è normale che le persone che per lavoro devono avere a che fare con questo tipo di utenza a loro volta si trovano a fare da cerniera tra complessità che aumentano. Ne siamo a conoscenza, così come siamo a conoscenza anche delle difficoltà, delle fasi di burnout che tanti di questi colleghi vivono quotidianamente e, quindi, anche della scelta che in alcuni casi si arriva a fare di passare dall'operatività quotidiana direttamente sul campo al fatto di dare una mano nel Dipartimento con funzioni più amministrative. Il tema delle difficoltà che gli assistenti sociali oggi vivono quindi è assolutamente un tema attenzionato.

Altro tema ancora è quello invece rispetto alla grandissima difficoltà che oggi stiamo vivendo come Amministrazione regionale rispetto alle sedi, quindi il fatto che alcuni degli assistenti sociali si trovino addirittura nella condizione di fare "Lavoro agile", ormai da tre mesi. Era già stata occasione di attenzione da parte del collega Barmasse, ma anche attualmente mia nell'ambito del lavoro che pro tempore sto svolgendo come Assessore in quanto, di fatto, mi sto fortemente interessando a questo tema. È un tema però che deve essere vissuto e affrontato in due maniere: una maniera verticale, cioè il tema della mancanza di posti per fare in modo che gli assistenti sociali abbiano fisicamente una scrivania e che sia adeguata ai livelli di privacy richiesti per svolgere il loro lavoro. Questo tema però sul quale stiamo lavorando da una novantina di giorni, direi quasi con cadenza settimanale, e che ci ha visto, tra l'altro, avere delle interlocuzioni sia con l'Ordine che con la Società dei Servizi, che con il Dipartimento, che con tutti quanti i Dipartimenti dell'Amministrazione coinvolti, va inserito invece in un ambito più orizzontale: cioè la difficoltà - ed è stato anche trattato in Consiglio più volte - che l'Amministrazione regionale sta vivendo su tutta una serie di dislocazioni rispetto alle scelte che sono state compiute nel recente passato e che oggi rimandano alla dimissione di alcune sedi e all'adeguatezza o meno di altre, che naturalmente si incontrano anche nell'affrontare questo tipo di problemi.

Abbiamo proposto una serie di soluzioni sia per quanto riguarda le assistenti sociali che in termini di logistica: sono il principale problema del mio Assessorato, per cui io, come Assessore su due Dipartimenti, ho naturalmente una serie di problemi legati alla logistica, la priorità 1, quella che stiamo trattando, senza aver ancora dato una risposta immediata è il tema "Postazioni per le assistenti sociali", per cui alla domanda: "Ne siete a conoscenza", assolutamente sì.

Altro tema è non soltanto quello di dare immediata risposta alle assistenti sociali al loro luogo, ma del tema più complessivo rispetto al fatto che il Dipartimento delle politiche sociali ad oggi orbita su quattro sedi diverse, alcune delle quali, tra l'altro, che necessitano di interventi o comunque sia di valutazioni serie rispetto non tanto a questioni tecniche, ma rispetto alla correttezza o meno di gestire determinati tipi di utenze con alcune difficoltà in alcuni luoghi deputati.

Vista tutta l'attenzione del caso, vista anche l'occasione di confronto che c'è stata sul PSBS durante l'audizione richiamata con gli Ordini per il tema, io spero di aver dato dimostrazione, sia di aver seguito il dibattito, che, tra l'altro, l'ha vista anche particolarmente attento durante l'audizione del 29 giugno scorso, quindi quasi di un anno fa su questo tema, e di averle dato contezza del fatto che ho letto tutto quanto quello che è avvenuto in quei giorni: ho letto le domande che lei ha fatto, le domande che hanno fatto i colleghi, le risposte che sono state date dal Presidente di allora, il collega Restano, le risposte che hanno dato gli operatori di riferimento e aggiungo a questo anche l'attenzione che stiamo cercando di portare avanti su questo tema che ci vede naturalmente esposti e operativi quotidianamente.

Per questo motivo le chiedo di ritirare l'ordine del giorno oppure ci asterremo.

Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.

Marquis (FI) - Intervengo a nome del gruppo per rappresentare la condivisione dell'iniziativa che è stata presentata dai colleghi della Lega, anche perché abbiamo presentato un ordine del giorno che tratta il medesimo argomento, seppure con una sfaccettatura diversa. Direi che il collega Manfrin ha rappresentato in modo esaustivo e chiaro qual è la situazione che vivono le assistenti sociali professionali.

Noi abbiamo, anche nel corso dell'anno passato, presentato delle interpellanze, così come i colleghi della Lega su questo argomento, perché riteniamo che sia un argomento che abbia la necessità di essere affrontato con grande sollecitudine, perché di tutte le audizioni che sono state fatte nel corso dell'esame del piano del benessere e della salute credo che questa sia una delle più emblematiche di quanto sia distante la realtà dalla teoria. Sono state fatte delle affermazioni che sono proprio un grido di dolore di chi vive la difficoltà nel quotidiano, ma quello che fa più male è che è vero che ci sono delle situazioni all'interno di questa casistica di questo tema che richiedono magari degli interventi strutturali che magari ci va un po' di tempo per metterli a terra, ma ci sono anche delle cose molto semplici che possono essere fatte per dare un minimo di soddisfazione a chi esercita questo lavoro e metterlo nella condizione di poter trattare con la dovuta garanzia anche di riservatezza i casi che vengono loro sottoposti. Non credo che sia un problema da piano sanitario quello di immaginare di dare una scrivania o creare un minimo di privacy dentro uno stabile per poter far sì che l'assistente sociale possa parlare riservatamente con il soggetto che si trova di fronte, ma questo è il minimo credo che ci voglia a livello di garanzia da parte della Pubblica Amministrazione per poter esercire quest'attività, così come tutti i problemi che sono stati evidenziati del turnover, sono dei problemi grandissimi, ma tutto deriva dal discorso assunzionale. Esistono assistenti di serie A, di serie B, di serie C a seconda dei contratti ai quali sono sottoposti, ma su questo torneremo nella presentazione dell'ordine del giorno che abbiamo anche noi avanzato sull'argomento.

Pertanto riteniamo che vada data la dovuta attenzione a questo settore perché è un settore a cui ricorre sempre più la comunità valdostana perché è in forte crescita il numero delle persone che vivono situazioni di disagio, per non dire di povertà o di grande criticità, che devono rivolgersi a questi servizi.

Così come ha fatto male anche sentire che delle figure fortemente tecniche, professionalizzate, che hanno una grossa esperienza in questa materia, e sappiamo quanto è difficile reperire del personale qualificato, vengono utilizzate per fini amministrativi. Forse si potrebbe fare un ragionamento anche nel breve periodo per mettere a disposizione queste preziose risorse sul territorio e affidare invece i ruoli amministrativi a chi ha dei requisiti per poterli svolgere, ma per non andare a dissipare delle potenzialità la cui esigenza è fortemente sentita sul territorio.

Pertanto, nonostante la sensibilità che ha voluto dimostrare lei, Assessore, sull'argomento e ha dimostrato di aver letto quello che è emerso dalle audizioni, per quanto ci riguarda, noi crediamo che questa iniziativa vada fortemente sostenuta.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Anche noi abbiamo presentato un ordine del giorno sul tema delle assistenti sociali, anche se con un taglio un po' diverso che andrà a insistere più in particolare sulla questione della scelta di non portare avanti l'ente strumentale, ma abbiamo ascoltato sia l'illustrazione del collega Manfrin, l'intervento del collega Marquis e soprattutto abbiamo ascoltato in audizione i rappresentanti dell'Ordine, che hanno messo in luce tutta una serie di problemi che poi sono stati già evidenziati e su cui non torno, però credo che almeno una parte di quest'impegnativa, e mi riferisco alla seconda parte, avrebbe potuto trovare sicuramente una maggiore attenzione e anche un accoglimento.

Sempre più ci rendiamo conto, se ce ne fosse ancora bisogno, dell'importanza che queste figure rivestono per i cittadini, per la comunità e alcune questioni che sono state evidenziate in maniera molto forte anche in quella audizione: penso, per esempio, al fatto di essere quasi impotenti di fronte alla situazione che non si riesce ad affrontare con le risorse che ci sono, con le disparità che emergono tra le assistenti sociali regionali e quelle della Società dei Servizi e soprattutto la frustrazione del non poter fornire sempre un servizio così come lo si vorrebbe fornire, con una garanzia di privacy, con una tempestività, con la possibilità di arrivare dappertutto nel territorio regionale.

Crediamo quindi che su quest'ordine del giorno, sia sulla questione del concorso, sia soprattutto sulla questione di trovare sistemazioni più adeguate ci potrebbe essere un'attivazione anche attraverso l'accoglimento dell'ordine del giorno, magari con qualche modifica come succede spesso. Ci dispiace che non sia così.

Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.

Restano (GM) - Innanzitutto rispondo al collega Marguerettaz e all'Assessore. Prendiamo atto della cortese risposta, nel senso che prenderete in considerazione quanto noi illustriamo ripetutamente nei nostri ordini del giorno ma, come ha detto l'Assessore, sono delle risposte politiche e alle sollecitazioni politiche che vengono fatte all'interno, in nome e per conto anche della popolazione, vanno date delle risposte politiche, quindi se ci si astiene, è un'astensione, non è sufficiente dire: "Lo faremo poi quando ne avremo voglia", perché se è portato all'ordine del giorno oggi, è perché ritenuto pregnante l'argomento e si ritiene importante che venga affrontato in questa sede in data odierna e venga affrontato in altre sedi entro determinati termini, però queste sono le valutazioni che dovete fare voi.

Innanzitutto grazie Assessore perché lei ci fa comprendere quanto abbia studiato la materia, quanta attenzione abbia posto agli argomenti, si è letto le audizioni che abbiamo fatto. Forse non è stato così per tutte le persone coinvolte nell'argomento che oggi trattiamo, ma quest'ordine del giorno, come altri che seguiranno, ci richiamano al grido d'allarme di una professione sanitaria e la prima cosa che mi viene da chiedere rispetto a quanto evidenziato nell'ordine del giorno... e non le sarà sfuggito, Assessore, che a ogni professione c'era una domanda che veniva sempre posta da parte del Presidente della Commissione: "Quanti Valdostani ci sono attualmente in formazione?", perché, vedete, noi bandiamo i concorsi e non ci sono delle assistenti sociali pronte e rischiamo che i concorsi vadano a vuoto. Ora probabilmente ve ne saranno, non mi ricordo la risposta che ci è stata data in quella sede, però attraverso delle varie interpellanze, Assessore, ci siamo già confrontati sulla necessità di avviare dei corsi di laurea triennale in Valle d'Aosta, sulla necessità di fare un'azione di sensibilizzazione nelle scuole superiori affinché i nostri giovani frequentino questi corsi. Ieri qualcuno ha ricordato che fra un po' avremo più medici che infermieri, avremo più medici di tecnici, sicuramente abbiamo tanti veterinari e pochi tecnici, guardo il collega Rollandin, però il problema è diffuso.

Allora la risposta a quest'ordine del giorno è una risposta politica che ci dice: "Noi ci siamo, siamo pronti, vogliamo lavorare per... abbiamo capito quello che ci avete detto, le sollecitazioni sono state tante, noi le abbiamo seguite con attenzione"; è per questo che vi chiediamo di dare una risposta affermativa all'ordine del giorno.

Adesso mi rivolgo al Presidente, vede, Presidente, piano piano uno rielabora, va a cercare i documenti, guarda, avete posto attenzione, avete risposto a chi di dovere, avete guardato. Il 10 giugno 2023 abbiamo tutti ricevuto una lettera da un Ordine professionale neo costituito, cioè l'Ordine dei fisioterapisti: "Gentile Commissione, siamo a chiedere di essere convocati". Stanno ancora aspettando la risposta, Presidente. Il Presidente della Commissione non ero io, stanno ancora aspettando la risposta, come gli assistenti sociali, come tutti gli altri Ordini. Non è sufficiente rispondere a cinquanta domande di venticinque battute on-line, bisogna esserci sul pezzo!

Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Voglio innanzitutto ringraziare i colleghi che sono intervenuti sul tema che hanno evidenziato il peso e soprattutto la necessità di intervenire sul determinato argomento, che è quello appunto degli assistenti sociali, voglio però anche ringraziare l'Assessore perché effettivamente il fatto che lei abbia avuto la possibilità e la volontà di prendere quello che è stato il resoconto verbale di quello che abbiamo detto e leggerlo è sicuramente sintomo di un'attenzione che lei ha voluto dare.

Io però penso, Assessore - qui non l'ho messo, ma l'ho messo durante la mia esposizione - che se lei avesse letto con attenzione, avrebbe potuto porvi rimedio abbastanza velocemente, io credo che, oltre alle impegnative che noi abbiamo voluto inserire, che sono impegnative, Assessore, io capisco o non capisco... non lo so perché questo non ci è stato detto, mi auguro che non vi sia un ordine di scuderia che vi impone di bocciare tutti gli ordini del giorno, questo sarebbe sicuramente oltremodo indice di scarsa attenzione rispetto a un lavoro che è stato fatto di approfondimento, lavoro che avrebbe dovuto essere fatto a chi presiedeva la Commissione e non è stato fatto, ma il punto è che nelle impegnative mi pare che lei nel suo intervento abbia detto sostanzialmente di concordare con quello che abbiamo esposto, quindi non trovo la difficoltà nell'accogliere alcune delle sollecitazioni che arrivano. Un conto è, Assessore, se lei ci dicesse: "No, quest'impegno va nella direzione opposta rispetto a quella che noi politicamente riteniamo opportuno prendere". A questo punto io alzerei le mani e direi: "Va beh, questa è la vostra visione, noi ne abbiamo una differente e quindi queste non collimano. Noi portiamo al voto il nostro testo e voi giustamente dimostrate la vostra contrarietà". Altro è dire, come lei giustamente ha detto e io glielo riconosco: "Sappiamo che il problema delle sedi e delle strutture è un problema, quindi vogliamo andare e vogliamo intervenire, altro è ancora la parte della copertura dei posti che risultano vacanti". Anche qui mi pare che lei abbia fatto dei passi, poi sicuramente e giustamente ha richiamato anche il ruolo del presidente Testolin sulla parte del personale e sulla Società dei Servizi, sicuramente siamo intervenuti anche su questo, forse il Consiglio scorso, rispetto alla Società dei Servizi e quant'altro, quindi giustamente è richiamato, però sono due impegnative che obiettivamente, se vanno nella direzione nella quale tutti concordiamo si debba andare, trovo difficile non accogliere.

Dall'altra parte, Assessore, credo che lei che è un attento esaminatore e soprattutto un attento auditore almeno in questo caso sicuramente l'abbiamo trovata pronto, avrà anche però preso atto del fatto che c'è una discrepanza fra i dati che ci sono, che sono attualmente forniti rispetto alla copertura degli assistenti sociali sul territorio, quindi tecnicamente dovrebbero essere uno ogni 5 mila abitanti, qui noi ne abbiamo tecnicamente uno ogni 4 mila, ma non le sfuggirà il fatto che vi sono dieci assistenti sociali che invece di essere sul territorio ad ascoltare le persone, a recepire le istanze, a trovare delle soluzioni, a parlare con tutte le parti interessate, in realtà sono negli uffici, fanno un lavoro sicuramente nobile e sicuramente utile e necessario, ma non sono sul territorio. Avere quindi dieci persone che sono negli uffici invece che sul territorio è un problema ed è un problema, secondo me, di rapida risoluzione a cui lei potrebbe porre rimedio e potrebbe porre rimedi piuttosto velocemente, perché credo che sia sufficiente un ordine di servizio per dire: "Sapete che c'è? Da oggi quelli che sono negli uffici vanno sul territorio", credo che la soluzione sia semplice, mantenendone uno o due se si vuole avere un modulo di raccordo o una consulenza rispetto alla parte che attiene agli assistenti sociali. Io quindi, Assessore, credo che, rispetto ad alcune parti delle esposizioni che ho formulato, potrebbe essere data soluzione subito e mi piacerebbe appunto avere anche delle informazioni nel merito.

Rispetto invece alle impegnative, proprio perché lei concorda e proprio perché è anche impossibile non concordare visto che è stato esposto dalla dottoressa (omissis), ed è una criticità che purtroppo tanti assistenti sociali evidenziano... la dottoressa (omissis) evidenziava che non si può parlare proprio di burnout in alcuni casi ma sicuramente di un affaticamento rispetto alla professione sì. Io purtroppo sono a conoscenza di casi concreti di burnout di persone che sono disposte anche a trasferirsi in Svizzera e a fare tutti i giorni Aosta/Svizzera, Svizzera/Aosta per svolgere la propria professione in maniera differente e non per soldi ovviamente, ma banalmente e semplicemente perché qui non riescono più a svolgere il loro lavoro, questo è sicuramente un sintomo di una necessità che sul territorio andrebbe recepita. Per questo io ritengo che sia opportuno votare quest'impegno, anche a testimonianza del fatto che c'è una volontà di andare nella direzione di quanto segnalato, c'è una volontà di recepire quanto è stato segnalato, altrimenti credo e temo che tutti gli approfondimenti che faremo in Commissione probabilmente potranno rimanere lettera morta, perché se noi chiediamo e vogliamo approfondire determinati temi in Commissione e da parte di chi viene audito ci vengono sottoposti dei problemi e a questi problemi poi non consegue invece un impegno, probabilmente a questo punto andare in audizione, andare ad ascoltare quello che succede nelle varie professioni in questo caso piuttosto che in tutte le componenti del nostro territorio e poi non recepirle può essere visto anche male.

Presidente - Ci sono altri interventi? Se non ci sono, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Ordine del giorno n. 4, sempre della Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Ganis per l'illustrazione, ne ha facoltà.

Ganis (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno, che ha come oggetto: "Prevenzione degli incidenti stradali", riprende una serie di iniziative già presentate dal nostro gruppo. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte sotto i 40 anni e rappresentano un serio problema di sanità pubblica, con 220 mila incidenti gravi ogni anno e un bilancio di circa 5 mila morti e più di 310 mila feriti gravi. Si stima che ogni anno circa un milione e mezzo di persone si rivolga al Pronto Soccorso per un incidente stradale e che questi casi causino circa 20 mila casi di invalidità. In Italia la stima dei costi sociali degli incidenti stradali è pari al 2% del PIL ogni anno.

Nella nostra regione, secondo i dati Istat, a fine 2022 gli incidenti stradali sono aumentati di circa il 27% e i feriti del 17%. Inoltre, come gruppo, l'abbiamo già evidenziato in questo Consiglio regionale, la chiusura del tratto ferroviario porterà sicuramente a un aumento del traffico lungo le nostre strade, quindi questo sarà un motivo in più per trovare delle soluzioni nell'immediato.

Tornando all'iniziativa, i fattori causali più fortemente associati agli incidenti stradali - e l'abbiamo più volte ricordato in questo Consiglio - sono da attribuire ai comportamenti dei conducenti, al loro mancato rispetto delle norme e, in particolare, a scorretti stili di vita, come eccesso di velocità, guida distratta e pericolosa, mancato rispetto delle norme delle distanze di sicurezza, assunzione di alcool e sostanze stupefacenti. Inoltre il mancato uso dei dispositivi di sicurezza costituisce un ulteriore e rilevante fattore di rischio direttamente connesso con la gravità dei traumi associati agli incidenti stradali, soprattutto in ambiente urbano.

Nell'intento di promuovere un'azione globale, l'OMS e la Commissione europea hanno promosso programmi per la sicurezza stradale che prevedono una riduzione delle vittime degli incidenti stradali. In Italia questo sforzo è stato tradotto nel piano nazionale per la sicurezza stradale finalizzato a creare le condizioni per una mobilità sicura e sostenibile, riducendo il numero delle vittime e i costi sostenuti dallo Stato.

Oltre al piano nazionale e a numerosi piani regionali, esistono centri e osservatori sulla mobilità per l'educazione stradale rivolta all'utenza, alle scuole e alle famiglie. Essendo la scuola uno dei luoghi privilegiati per azioni di prevenzione e promozione del benessere individuale e collettivo, uno dei suoi compiti deve consistere proprio nel promuovere la salute al suo interno. Educare alla sicurezza stradale è quindi un dovere della società in quanto gli elevati indici di incidenti stradali registrati sulle nostre strade costituiscono un fenomeno a cui non è possibile non prestare la massima attenzione. Per questo motivo occorre una corretta politica di prevenzione degli incidenti stradali che riduca il numero e gravità degli infortuni attraverso interventi mirati e programmati, coordinati; per questa tipologia di incidenti è essenziale informare e formare tutte le parti coinvolte sui pericoli legati a una guida rischiosa, oltre che mantenere le infrastrutture stradali in buone condizioni. Sicuramente le campagne di sensibilizzazione offrono un valido aiuto per educare la popolazione al rispetto della legge e per far conoscere eventuali sanzioni, da sole però non possono risolvere il problema.

In merito a queste considerazioni, si impegna il Governo regionale a promuovere l'istituzione di un tavolo di lavoro a livello regionale in materia di viabilità e sicurezza stradale, con il coinvolgimento di tutti gli enti coinvolti tra cui gli Assessorati interessati, le Forze dell'ordine, i Comuni, nonché le relative associazioni di categoria per trovare soluzioni e strategie condivise; inoltre a promuovere maggiormente all'interno delle scuole, anche in collaborazione con le Forze dell'ordine, metodologie di approccio integrate, nonché strumenti operativi validi nella loro efficacia a favore di studenti, docenti, genitori e altri operatori nella scuola e nella salute volti a favorire la prevenzione del fenomeno degli incidenti stradali.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - La sensibilità rispetto a questo tema ovviamente riguarda in generale tutta quanta l'Amministrazione regionale in quanto sono direttamente coinvolte rispetto alle parti impegnate sia la Presidenza della Regione nell'ambito dei rapporti con gli Enti locali e le Forze dell'ordine, sia l'Assessorato dell'istruzione per il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche... Il tema trattato da quest'ordine del giorno presentato dal collega Ganis è sicuramente presente nel PSBS nell'area 1, quella della prevenzione e, di fatto, è stato siglato un accordo tra l'Assessorato, il CELVA e l'Azienda USL a dicembre del 2022 a cui si daranno poi corso le attività di informazione.

Certo il tema non soltanto è importante per quanto da lei richiamato, ma anche per la storica attenzione che anche da un punto di vista strutturale l'Amministrazione regionale rivolge alla sicurezza delle strade anche da un punto di vista tecnico e infrastrutturale visto che gestiamo direttamente 500 chilometri di strade regionali e 327 ponti all' interno dell'Assessorato dei lavori pubblici con il Dipartimento viabilità.

Vista l'attenzione sul tema e visto che quanto raccolto come spirito dall'ordine del giorno è assolutamente già oggetto non solo di attenzione, ma anche di atti compiuti e in corso di svolgimento, chiediamo di ritirare l'ordine del giorno, altrimenti ci asterremo.

Piccola pausa di riferimento: naturalmente ascolterò le prime repliche, necessito di andare un attimo ai servizi per fare la pipì, per cui vi ascolto mentre cominciate a replicare e poi naturalmente torno.

Presidente - Sospendiamo brevemente.

La seduta è sospesa dalle ore 11:37 alle ore 11:39.

Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere dopo la "pausa tecnica". Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - Io voglio ringraziare il collega Ganis per aver presentato quest'ordine del giorno, che trovo importante e significativo e fa anche parte di un percorso che in qualche modo si è valutato e di interventi che si sono fatti con attività ispettive in passato e che anche in questo Consiglio regionale saranno oggetto di dibattito su un'interpellanza da noi proposta. Credo che l'impegno a promuovere l'istituzione di un tavolo di lavoro o di una cabina di regia sia un impegno che si debba rispettare, sul quale si debba dare forza e corpo.

Io credo che un'attenta riflessione sul numero degli incidenti e soprattutto sul numero degli incidenti che vengono causati anche con una sola persona a bordo, cioè chi guida, vuol dire che in qualche modo anche l'educazione rispetto all'uso dei telefonini in auto debba essere significativa. Poi credo che vada detto - e lo ribadisco ancora una volta e ci torneremo più volte - che sanità, scuola e servizi sociali in questo momento devono andare in parallelo.

I fattori di rischio di tanti incidenti stradali non sono solo in auto ma anche in moto e sono anche legati alla manutenzione delle strade. Chissà che in questo tavolo di lavoro non possa essere presente anche il Comune di Aosta visto lo stato delle strade che ci sono in questa città. Torneremo sicuramente su quest'argomento e sulla base di questo possiamo dire che Forza Italia voterà con determinazione quest'ordine del giorno.

Presidente - Altri? Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Solo brevemente prima di dare la possibilità di replica al presentatore dell'ordine del giorno rispetto al fatto che come ho avuto modo di richiamare, la tematica della prevenzione degli incidenti stradali è stata di fatto trattata e approvata in Giunta con la deliberazione 1654/2021, che, in sintesi, prevede la sensibilizzazione della popolazione generale e, in particolare, dei target di popolazione specifici, che sono appunto i neopatentati e le persone con pregressi o attuali problemi di consumo di alcool e sostanze stupefacenti, e che, naturalmente, si trova a monte dell'accordo, che comunque ho citato, siglato a dicembre del 2022. Questo semplicemente per motivare amministrativamente e politicamente meglio la ragione per la quale chiediamo il ritiro o l'astensione.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Ganis, ne ha facoltà.

Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Ringrazio il collega Baccega per aver evidenziato l'importanza di quest'ordine del giorno. Torno a ribadire che le campagne di sensibilizzazione, partendo dalle scuole, possono sicuramente dare degli ottimi risultati. Ci sono poi anche degli interventi che si sono dimostrati efficaci, che sono quelli appunto, come ha detto lei, Assessore, di progettare delle strade più sicure, integrare dei dispositivi di sicurezza durante la pianificazione dello sviluppo del territorio, ma anche quello di promuovere il trasporto pubblico, quindi incentivarlo maggiormente e magari anche maggiori controlli da parte della Polizia stradale, Carabinieri e Polizia locale. Ricordo inoltre che nelle altre regioni esistono centri e osservatori sulla mobilità per l'educazione stradale nelle scuole e nelle famiglie. Io posso evidenziare che molti ragazzi... tra questi c'è anche mio figlio che non ha mai partecipato ad oggi a nessun progetto di prevenzione stradale, quindi una carenza questa più volte menzionata in questi giorni, quindi la prevenzione è una cosa che viene a mancare.

Presidente - Metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Ordine del giorno n. 5, sempre della Lega. Consigliere Aggravi, a lei la parola.

Aggravi (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno ci permette di tornare su un tema che è stato oggetto, se ricordo bene, di due question time nel corso dell'ultimo Consiglio: uno presentato dal nostro gruppo e uno, se non erro, dal gruppo PCP sui risultati dell'attività di monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza condotto attraverso il nuovo sistema di garanzia da parte del Ministero della salute. Il report è relativo al 2021, infatti nelle premesse abbiamo inserito anche la tabella di riferimento che sintetizza le risultanze del report.

Non avevamo sicuramente avuto occasione di approfondire questa tematica nella gestione dei tempi di un question time, sia da parte di chi l'ha presentato, sia anche da parte dello stesso Assessore, perché i tempi sono quelli che sono, soprattutto su un tema così complesso; un tema, tra l'altro, su cui sicuramente - e voglio prendere positivamente l'intervento che ha fatto poco fa il collega Marguerettaz - la maggioranza e l'Assessorato stanno già lavorando, è già stato preso in carico, anche perché non è una tematica che nasce oggi. In particolare però si dovrebbe cercare di dare un pochettino più di dettaglio e soprattutto un pochettino più di analisi rispetto a un andamento, che ormai ha, se vogliamo chiamarla così, una storicità a partire dal report 2018, perché prima se si va a vedere il sistema di monitoraggio del Ministero, Valle d'Aosta, Trentino, comunque realtà autonome, non erano ricomprese al loro interno.

L'impegnativa chiede appunto all'Assessore alla sanità di presentare all'attenzione della Commissione consiliare entro il termine di novanta giorni, abbiamo voluto anche considerare i tempi balneari, mettiamola così, dall'approvazione del presente ordine del giorno una relazione che permettesse di fare un pochettino di chiarezza su quelli che sono stati gli elementi principali della risposta che l'Assessore ha dato ai question time, in particolare, se vogliamo, a quelle che sono oggi le problematiche che riguardano questo tipo di monitoraggio e possiamo dire anche di analisi per indicatori. Tra l'altro, abbiamo voluto anche riportare le evidenze del piano e cito pagina 212, la parte che riguarda indicatori di monitoraggio che già il piano elenca, in particolare quelle con la finalità di valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi del piano e la raccolta e l'aggiornamento periodico di questi, unitamente a quelli delle deliberazioni operative, permetteranno di monitorare... e la rendicontazione pubblica sull'andamento del piano, ma qua poi ci torneremo con un altro ordine del giorno.

Il primo elemento che noi chiediamo come possibile elemento di analisi all'interno di questa relazione... scusate, colleghi, io capisco che sono argomenti... però se non è d'interesse, si può rientrare anche solo per votare... il primo elemento che chiediamo di poter trovare in questa relazione è quali dati siano trasmessi dalle strutture competenti dell'Assessorato al Ministero della salute ai fini della redazione del report di monitoraggio dei LEA condotto da quest'ultimo su base annuale. Perché chiediamo questo? Perché si è giustamente detto anche che ci sono all'interno di quel sistema di monitoraggio degli indicatori che non sono direttamente collegati alla nostra realtà, che non tengono conto dei nostri numeri, ce ne sono altri che potrebbero essere rappresentati in modo differente, però io volevo portare, e uno lo citiamo, a conoscenza o, meglio, a contributo di questa discussione due passaggi: il primo è che come disse già il collega Manfrin nella replica, se non erro, del question time: "Sì, è vero, ci sono degli indicatori che non sono tarati sulla nostra realtà", quello è già stato oggetto di dibattito sia in replica, sia poi successivamente, anche quello è un indicatore che andrebbe ben valutato, però è anche vero che questi indicatori ci sono e alcuni, ne cito uno su tutti, sono presenti sia sul report 2021 che sul report 2020, in particolare ne cito uno che è il P12Z, cioè la copertura delle principali attività di controllo per la contaminazione degli alimenti, con particolare riferimento alla ricerca di sostanze illecite, di residui di contaminanti, di farmaci, di fitofarmaci e di additivi negli alimenti di origine animale e vegetale. Forse da un anno all'altro potrebbe essere utile... e l'obiettivo di questa relazione che chiediamo è anche di fare un'analisi un po' più puntuale di indicatori che non hanno una costruzione chiamiamola numerica sui grandi numeri e che si ripresentano nei vari report. A fronte di questo chiediamo per l'appunto anche quali indicatori per la loro conformazione possano e presentino nel concreto risultati fuorvianti della nostra realtà rispetto alle altre Regioni. Volevo porre all'attenzione dell'Assessore uno di questi: si è parlato e si è discusso relativamente a un indicatore o gli indicatori che parlano - e lo dico in sintesi e magari in malo modo - di RSA e quindi delle microcomunità C'è un passaggio che io sinceramente non ho compreso e forse è meritevole di attenzione... se non erro, adesso è il D33ZA, effettivamente i risultati non sono soddisfacenti ed è uno di quelli indicati nel report 2021 e nel report 2020, come lo era anche sul report 2018, però magicamente nel report 2019, in realtà, gli indicatori che riguardano il distrettuale residenziale anziani sono a valori normali o valori di scostamento minimo.

Ripeto: segnalo questi due indicatori per cercare di fare un'analisi, per capire che cosa trasmettiamo, quali sono gli indicatori che presentano maggiori problematicità per la nostra realtà e forse potrebbe anche essere l'occasione per segnalarlo o interloquire con il Ministero su questi indicatori e quali siano le motivazioni che hanno determinato la permanenza di alcuni indicatori considerati nel report di monitoraggio del Ministero a livello di criticità rispetto a quello precedente relativo all'anno 2020.

Ho voluto citare il P12 proprio per questo: perché se, da un lato, abbiamo degli indicatori... è vero che già nella loro definizione non sono pienamente attinenti alla nostra realtà ma, guarda caso, su un'annualità l'indicatore dà un segno differente rispetto a quello delle altre tre annualità prese in considerazione, quindi mi chiedo ma quell'anno che dati abbiamo mandato? Perché altrimenti se quell'indicatore non funziona quest'anno, tecnicamente non dovrebbe funzionare mai, perché le microcomunità non le abbiamo inventate oggi; dall'altro lato mi chiedo invece - e cito il P12, uno su tutti - come mai questo indicatore su questi ultimi due anni è valorizzato e i precedenti no.

La volontà di questa relazione, o nota o quant'altro, è quindi che ci sia un documento che permetta di capire e di analizzare quello che mandiamo, perché anche questo è un indicatore per farci capire quali possono essere delle criticità che riguardano il nostro servizio sanitario o di prevenzione come anche nel caso dei controlli. Io penso che un ragionamento sia utile e si debba fare, perché dire: "Gli indicatori non rispecchiano la nostra realtà e quindi è inutile guardarli", però sono pubblicati e vengono trattati sulle pagine anche di media nazionali, quindi non è che faccia proprio un servizio buono. Anche lì prendo spunto di quello che diceva ieri un collega, il percepito non è positivo se sui giornali si scrivono delle cose che non vanno bene, bisognerà anche cercare di difenderci perché giustamente a uno schiaffo magari può anche corrispondere una nostra carezza visti i numeri che abbiamo, però dobbiamo anche difenderci sotto questo punto e forse fare un'analisi un pochettino più puntuale dei numeri che mandiamo e dei numeri che ci sono potrebbe essere utile.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Collega Aggravi, innanzitutto comincio con il ringraziarla per quest'iniziativa e lo faccio non perché poi, come farò, le chiederò di ritirare le iniziative e di astenerci, ma perché, di fatto, mi sono già preso l'appuntamento mentale dopo l'ultimo Consiglio di provare a fare ordine rispetto a tre direttive su questo tipo di argomenti.

Naturalmente il tema, come da lei richiamato, è presente anche nel PSBS e quindi, in termini politico-amministrativi, sicuramente quest'ordine del giorno si rifà a un tema più attuale ma lambisce anche il PSBS.

Per venire però al cuore della questione, la questione si muove su tre binari paralleli, cioè quello che ho cercato di spiegare anche durante la risposta alle iniziative lo scorso Consiglio, ma anche quello che assieme all'Azienda abbiamo provato a fare e colgo semplicemente lo spunto in termini di narrazione dovuta. Il giorno che- se non era un giovedì- è uscita la notizia rispetto a questi indicatori, assieme all'Azienda USL ci eravamo presi giustamente l'iniziativa di spiegare nel merito tutta una serie di passaggi non soltanto per andare a evidenziare che, in realtà, gli indicatori non facessero una fotografia della situazione della sanità regionale, ma anche per spiegare fondamentalmente tre cose. In alcuni casi abbiamo dei problemi organizzativi anche nel gestire i dati e nell'inviarli, per cui colpa nostra. In altri casi questi sono indicatori che sicuramente non riescono a fotografare appieno la particolarità e le peculiarità del nostro sistema e delle nostre dimensioni, colpa di nessuno. Alcune di queste peculiarità e alcune di queste particolarità sono oggetto già di confronto con il centro per fare in modo che, e lei ne ha richiamato uno, si leggano i dati in maniera diversa e quindi si possa rendere evidente che, ad esempio, per le RSA noi in realtà non solo facciamo quello che gli indicatori dovrebbero servire a fotografare, ma magari lo facciamo anche bene come gli altri, se non meglio. C'è quindi un problema? In parte sì e dobbiamo leggere meglio questi dati. C'è un problema a capire le dimensioni e la particolarità valdostana? Sì, e in tal senso stiamo lavorando.

Terzo problema: l'invio dei dati, perché i dati hanno fonti diversificate, in alcuni casi vivono anche di passaggi intermedi tra la Regione Autonoma Valle d'Aosta e AGENAS e questi passaggi intermedi, per tutta una serie di motivi organizzativi, convenzioni e via discorrendo, stanno sicuramente vivendo un momento molto particolare. Il motivo per il quale quindi le garantisco che saranno attivate - è innanzitutto ci stiamo già lavorando: proprio su questo stiamo lavorando e stiamo lavorando per avere fondamentalmente un'azione di screening rispetto a qual è la situazione con problematiche diversificate tra cose che non sono gestite nella maniera corretta, cose che non vengono lette nella maniera corretta e cose che vanno gestite nei passaggi che portano tutti gli indicatori di riferimento a rappresentare una situazione a macchia di leopardo. Una volta fatto il quadro di tutti gli indicatori di riferimento, ci stiamo anche muovendo per aprire delle interlocuzioni, perché proprio lei nell'ultimo Consiglio ebbe a dire che non le sarebbe piaciuto che il prossimo anno ci fossimo trovati nelle condizioni che, di nuovo, su determinate cose non "si funzionava" e non si fosse neanche creata l'interlocuzione.

È mia intenzione non soltanto avere uno stato puntuale dell'arte dei vari perché, perché non c'è un perché unico e, tra l'altro, non tutti i perché hanno poi dopo dei colpevoli: quindi alcune cose vanno semplicemente migliorate, una volta avuto questo screening, creando anche una giusta interlocuzione sia con l'agenzia che con il Ministero.

Fatto questo, io mi prendo assolutamente l'impegno, però me lo consenta, e questo è il motivo per il quale le chiedo di ritirare l'iniziativa e noi ci asteniamo, io sono nelle condizioni sia di proporre dei tempi, sia di proporre il tema e i soggetti da audire, perché è una situazione questa molto variegata e molto frastagliata sia per le fonti da cui vengono recepiti i dati, sia per i dati che vengono presi in considerazione, sia per gli eventuali soggetti che lungo il percorso che i dati compiono sono più o meno coinvolti o non coinvolti nel velocizzare i processi.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Questa iniziativa lodevole del consigliere Aggravi mi permette di sottolineare una cosa e forse, grazie anche alla risposta dell'assessore Marzi, in parte ho avuto la risposta.

Dopo il question time citato dal collega Aggravi, come gruppo, abbiamo chiesto il resoconto degli indicatori. La risposta datami dall'Assessorato della sanità è stata: "Sono disponibili a tutti sul sito, vatteli a vedere". Allora sinceramente quando io chiedo un resoconto di un indicatore, chiedo ben altro, non chiedo di poter andare a vedere un dato che peraltro io ho citato in un question time e quindi conosco bene, ma chiedere il resoconto vuol dire chiedere quello che lei ha appena esplicitato, cioè il dettaglio di ogni indicatore, come è stato calcolato, quale struttura l'ha trasmesso, il significato riferito a ogni performance e il responsabile dell'esito di quell'indicatore. Faccio un esempio su tutti: se noi andiamo a vedere un indicatore che è il D10Z, che è quello rispetto al numero di prestazioni garantite entro i tempi della classe di priorità B in rapporto al totale di prestazioni rispetto alla classe di priorità B, lì troviamo il 100% per la Valle d'Aosta. Sinceramente questo dato mi ha favorevolmente stupito ma non è il ritorno che abbiamo tutti noi rispetto a quel numero di prestazioni, quindi era importante capire dietro a quel 100% quali erano i dati indicati.

Capisco che evidentemente mi è stato detto: "Vatteli a vedere sul sito" perché ci state lavorando adesso e quindi non ci sono, se non ritira, voto quindi convintamente quanto chiesto dal consigliere Aggravi perché è proprio solo con un lavoro minuzioso su ogni indicatore che si può andare a capire veramente quali sono le carenze, oppure quali sono invece i dati che in qualche modo sono difficili da comprendere a livello nazionale rispetto alla realtà regionale, perché sinceramente anche la risposta che ci ha dato oggi non ci convince per nulla.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Colgo nella risposta dell'Assessore l'evidenza di alcune criticità. Innanzitutto bisogna avere delle professionalità specifiche che raccolgono i dati e l'Assessorato alcuni anni fa le aveva, c'era chi raccoglieva i dati, oggi non mi sembra vi sia chi raccoglie ed elabora i dati, dati che vengono trasmessi dall'Azienda. Per certi aspetti formalmente quindi non è corretto che le risposte pervengano dall'Azienda, ma ci deve essere chi in Assessorato li elabora e poi li fornisce a chi è deputato alla trasmissione. Oggi noi non siamo qua a giudicare il personale che ha fatto, non ha fatto nella giusta maniera correttamente o meno il lavoro che doveva forse fare o no, o magari l'ha fatto solo in termini di volontariato, io farei un passo indietro, l'Assessore in parte l'ha anche ammesso, servono le interlocuzioni.

Come ho detto nel mio intervento, questa doveva essere la premessa del piano e servono delle interlocuzioni per spiegare, visto che i dati non rendono conto della reale situazione della Valle d'Aosta perché qualcosa si è modificato perché forse prima erano utili, adesso non lo sono più e dobbiamo capire il perché, ma servono delle interlocuzioni in primo luogo politiche. Questo andava scritto, questo va significato.

Io spero che nell'affermazione dell'Assessore, quando dice: "Dobbiamo aprire delle interlocuzioni" intenda questo, perché oggi non è più sufficiente che il dirigente di turno prenda la valigetta e vada a Roma, come ho già avuto modo di dire una volta in una riunione dei gruppi, non è sufficiente, bisogna alzare il livello e chiarire quelle nuvole che si sono addensate sopra la Valle d'Aosta che non ci permettono di dare un'immagine corretta, almeno da quello che è stato detto, della nostra realtà.

Successivamente bisogna individuare le professionalità che fanno questo lavoro, perché questo manca. Per certi aspetti, Assessore, è un po' destrutturato il suo Assessorato e lì bisognerà concentrarsi.

In secondo luogo non vorrei che capiti, come è capitato per il famoso fattore RT, che alcune interlocuzioni non sono andate a buon fine dal punto di vista della dirigenza e bisogna dare delle linee di indirizzo anche su questo, su come ci si deve interloquire dal punto di vista amministrativo e dove vogliamo arrivare, altrimenti ci ritroveremo tra un anno a discutere della stessa cosa, gli uni da una parte e gli altri dall'altra.

Noi quindi lo votiamo sicuramente quest'impegno, nella speranza che poi dopo alle buone intenzioni seguano i fatti.

Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.

Baccega (FI) - Su quest'ordine del giorno abbiamo già in qualche modo, durante l'intervento di ieri in discussione generale, fatto delle anticipazioni rispetto al ruolo e metodo che ha la Valle d'Aosta nell'essere inserita in questo percorso.

Nel 2019 noi avevamo un adempimento al 62%, quindi eravamo nella media, ma era sottolineato che Regioni e Province autonome non sono sottoposte a verifiche degli adempimenti.

L'anno successivo entrammo di diritto, non so bene per quale motivo, probabilmente il Ministero vestito da sinistrorso ha voluto andare in questa direzione e inevitabilmente abbiamo dovuto sopperire a una problematica che ormai era atavica. O la Valle d'Aosta si mette in testa di inserire sul territorio almeno cinque strutture socio-sanitarie, e in qualche modo il piano lo andrà a prevedere, oppure noi resteremo sempre in fondo alla classifica, questo è un dato di fatto, quindi non è colpa dell'Assessore, di prima, di dopo, ce ne sono quattro Assessori qui così che si sono succeduti in quel percorso e sempre siamo stati a quei livelli lì che non è veritiero.

Ora, è importante, come dice l'ordine del giorno, che si vada a definire, attraverso un confronto, quali dati vengono trasmessi e per quale motivo non sono incrementati tutti i dati di cui abbiamo bisogno per poter realmente avere un livello di attenzione come, per esempio, quello del Friuli Venezia Giulia, anche questa una Regione Autonoma, noi siamo l'unica Regione che è considerata in difetto solo e semplicemente perché le residenze per anziani, che, di fatto, sono e possono essere delle strutture socio-sanitarie, non sono classificate in quel senso e i dati non vengono trasmessi, questo è il percorso.

Credo quindi che l'approfondimento vada fatto, al di là della volontà o meno di ritirarla ma non lo so se sarà quella, mi pare che non sarà ritirata e noi la votiamo con grande convinzione auspicando che ci sia poi un percorso per migliorare questa classifica e si può fare.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Confermo che come l'Assessore sta continuando giustamente a dire invitando i vari presentatori a ritirare le iniziative perché si stanno già prendendo carico o comunque per "N" motivi, almeno per quello che mi riguarda, e non so cosa faranno gli altri colleghi presentatori, noi non le ritiriamo perché ci crediamo e riteniamo che ci debba essere attenzione. Questo è un dato politico prima che tecnico o amministrativo.

Vede, Assessore, ripeto, e l'ha detto anche benissimo il collega Baccega, non è una volontà di caccia alle streghe, non è cercare il colpevole, io mi sono ricordato una cosa mentre lei parlava della qualità dei dati, raccolta dei dati e quant'altro.

Quando ci fu la gestione dell'invio dei dati per la zonizzazione delle Regioni per quello che riguarda la gestione Covid, erano emerse delle problematiche di gestione e di invio del dato, anche problematiche importanti, perché in quel caso - se vogliamo - al di là di un rischio reputazionale come in questo caso, c'era proprio un cambio totale di vita, non soltanto di gestione, ce ne eravamo resi conto e non c'era stata una volontà di caccia alle streghe, anzi, si era anche cercato di capire quali fossero le problematiche e in alcuni casi si era anche cercato di capire quali potessero essere delle soluzioni. Tra l'altro, ieri nella discussione generale, quando parlavo del discorso delle sedi ospedaliere, era uno degli indicatori che forse di più ci ha creato dei grattacapi e sicuramente ha creato grattacapi all'allora e anche attuale Presidente e all'Assessore alla sanità, il collega che adesso è con noi all'opposizione, Baccega, perché era uno di quegli indicatori appunto che facevano cambiare drasticamente la vita non soltanto di chi lavora o viveva nel servizio sanitario ma di tutta la Regione, e non solo della nostra Regione, perché il problema era di tutta Italia.

Devo anche dire che la differenza tra un appunto e un ordine del giorno - e invito l'Assessore a trasformare gli appunti mentali in appunti materiali perché tanti sono gli appunti che deve prendere in questa seduta - è il fatto che l'ordine del giorno cerca di mettere nero su bianco e mettere a terra un appunto: lo dico anche per argomentare l'oggetto di questo ordine del giorno. Noi chiediamo effettivamente una relazione, quindi non tanto una serie di audizioni, può anche non esserci banalmente un'audizione in Commissione, ma rendere a disposizione e all'attenzione della Commissione, proprio per dare corso a quelle che sono anche state delle iniziative o che saranno delle iniziative, con degli elementi reali, quindi i dati che vengono trasmessi, al di là di quello che è pubblicato sul sito, perché sul sito abbiamo i dati aggregati, non abbiamo i dati segmentati diremmo nel mio mondo rispetto alla realtà della Valle d'Aosta... capire quali siano gli indicatori che più hanno delle problematiche, citiamo giustamente sempre quello delle RSA e della gestione degli anziani, però su questo io le voglio di nuovo sottolineare un elemento: il 2019, guarda caso, è diverso dal 2018, dal 2020 e dal 2021, forse questo andrebbe analizzato perché su quattro casi uno è diametralmente diverso, qualcosa si potrebbe anche già partire da lì, ma banalmente per capire che cosa è stato mandato, perché oggettivamente a questo punto è da esaminare perché è una singolarità nella serie. Anche capire appunto le motivazioni invece di quegli indicatori che magari non hanno delle caratteristiche di particolarità o di problematicità sui numeri e sulla realtà della Valle, ma che si ripresentano uguali da un anno all'altro, quindi c'è qualcosa che non va, ci sono dei problemi che si possono riscontrare.

Le dico un'altra cosa oggettivamente, e mi ricollego a quello che lei ha detto all'inizio, ci sono dei problemi sulla gestione dei dati, il collega Restano ha messo in luce quest'aspetto ancora di più. La gestione del dato, che sia in capo all'Assessorato, che sia in capo all'Azienda USL... qualsiasi dato ovviamente deve avere una sua coerenza e un suo sistema di controlli e nel sistema dei controlli più è complicato più dati si devono gestire e più indicatori si devono gestire. Io ho citato pagina 212 del piano, è tra gli indicatori del nuovo sistema di garanzia, nuovi indicatori messi dal piano e altri indicatori, abbiamo un sacco di indicatori.

Forse, ma lo vedremo anche in un altro ordine del giorno successivo, potrebbe essere utile in una prima fase fare un po' di ordine negli indicatori che si gestiscono, perché se abbiamo già un sistema di gestione, conferimento e trasmissione dei dati confuso, complicato o che ha delle sacche di incoerenza, se aggiungiamo indicatori, non facciamo altro che creare una grandissima confusione e non voglio nuovamente citare un personaggio storico le cui citazioni spesso, è vero, io utilizzo nei miei discorsi, perché ben si prestano alla realtà dei fatti, perché forse è stato il Comunista più pragmatico che io abbia avuto modo di studiare, però, detto questo, il problema vero è questo, non aggiungiamo confusione alla confusione, questo glielo do come punto e come ulteriore appunto rispetto al monitoraggio complessivo del piano.

Quest'ordine del giorno, ripeto, non lo ritiro perché politicamente crediamo che sia importantissimo fare luce su quello che oggi è prima di tutto un grande rischio reputazionale, che sicuramente può essere stato gestito con una conferenza stampa o con una comunicazione locale, ma che a livello nazionale e non soltanto è ben presente e ben chiaro in chi si occupa di questo settore.

Presidente - Non vedo altre richieste di intervento, metto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 15

Favorevoli: 15

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

La parola al consigliere Marguerettaz per mozione d'ordine.

Marguerettaz (UV) - Chiedo la convocazione di una Capigruppo per l'organizzazione dei lavori.

Presidente - Sospendiamo i lavori del Consiglio. La Capigruppo è convocata nella sala Commissioni adiacente.

La seduta è sospesa dalle ore 12:20 alle ore 12:40.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori dopo la Capigruppo. Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz per mozione d'ordine, a lei la parola.

Marguerettaz (UV) - Essendo che ho chiesto l'interruzione, credo sia opportuno dare la motivazione.

La discussione che si sta facendo con il piano della salute è sicuramente pregevole, importante e assolutamente i tempi non vanno mortificati, tuttavia, per dare delle certezze e per essere sicuri di poterlo approvare in questa seduta, essendo che abbiamo fatto cinque ordini del giorno sui cinquantaquattro previsti, ho chiesto alla Capigruppo di poter convocare in notturna, quindi prolungare l'attività sia per la giornata di oggi, sia per la giornata di domani. I gruppi di minoranza ovviamente hanno rappresentato dei problemi perché ci sono Consiglieri che hanno preso degli impegni per la serata di oggi, quindi non è stata accolta la possibilità di fare la notturna nella giornata di oggi e quindi, essendoci i tempi, abbiamo chiesto la convocazione della notturna anche nella giornata di domani. È ovviamente inteso che gli ordini del giorno iniziati comunque possono essere approvati, quindi il prolungamento, comunque abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio a ogni buon conto di convocare in notturna anche il Consiglio nella giornata di domani.

Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Solo giustamente per chiarire anche quella che è stata la discussione che si è svolta nella Conferenza dei Capigruppo, abbiamo evidenziato, come gruppi di opposizione, come proprio dai nostri banchi fosse stata depositata una richiesta di Consiglio straordinario da dedicare esclusivamente ai temi del piano per la salute e il benessere sociale proprio perché ritenevamo che la discussione sarebbe stata particolarmente ricca e particolarmente approfondita e quindi questo avrebbe richiesto necessariamente parecchio tempo. Questa richiesta non è stata accolta, o almeno è stata accolta soltanto in parte, e quindi oggi chiaramente abbiamo accumulato inevitabilmente un ritardo perché si aggiungono, oltre alle discussioni dei punti che sono stati presentati, anche i punti del Consiglio ordinario.

Quello che abbiamo rappresentato evidentemente è che, così come da Regolamento, quando si affronta un punto, e il punto è proprio il piano per la salute e il benessere sociale, questo debba essere terminato, quindi se le preoccupazioni della maggioranza sono quelle di non riuscire a portare a compimento e a votazione la discussione del piano, queste preoccupazioni risultano assolutamente fugate.

Per quanto riguarda invece la lettera di convocazione, siamo felici che la maggioranza oggi rilevi la necessità di andare in discussione anche notturna, rileviamo che l'abbiamo chiesto più volte e ci è sempre stato posto il fatto che gli uffici, il personale, problemi, gli incasellamenti... e, in virtù di questo, non era possibile, siamo felici che però, quando vi è la necessità di terminare qualcosa che interessa alla maggioranza, probabilmente anche la tempistica della notturna viene approvata e ci auguriamo che questa sia una pratica che venga poi ripetuta nel tempo. In ogni caso ricordiamo che se ci fosse la necessità, c'è anche la giornata di venerdì, dal momento in cui non c'è neanche scadenza termini, ci sono molteplici possibilità per modificare e per finire i punti quando si vuole, come si vuole. Alla discussione siamo sempre pronti, io credo che però, quando si sottolinea la necessità di ampliare il dibattito, probabilmente si dovrebbe andare nella direzione di accogliere le richieste.

Presidente - La parola al consigliere Restano.

Restano (GM) - Semplicemente per ribadire quanto già detto dal collega Manfrin. È chiaro e a termine di Regolamento che ogni punto che viene iniziato deve essere portato a compimento, quindi sicuramente per la giornata di domani, non so per quale ora, però si voterà il piano della salute e del benessere sociale, quindi la motivazione addotta dal collega Marguerettaz non è fondata, non ha motivo di essere portata avanti quest'istanza perché il piano sarà votato, il punto deve essere terminato, se non prima, in notturna, senza necessità di convocare la notturna di questo Consiglio.

Presidente - La parola alla consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Ricordo, fra l'altro, che, oltre alla richiesta di Consiglio straordinario, come gruppo, avevamo anche evidenziato il fatto che mezza giornata non sarebbe stata sufficiente per discutere nel merito neanche la mozione che avevamo da noi presentata, perché riteniamo che il piano della salute e del benessere sia uno dei documenti più importanti che dovremmo approvare in questa legislatura e, visto tutto il lavoro che è stato fatto dai singoli gruppi, anche dalla maggioranza, soprattutto visto il rilievo che ha questa tematica anche per i Valdostani, ritenevamo più proficuo e utile che fosse un Consiglio straordinario, questo non è stato... come dico avevamo già ben chiaro il fatto che molti di noi avrebbero in qualche modo presentato delle iniziative proprio per andare a specificare meglio quello che è inserito nel piano o le future evoluzioni rispetto a questo piano e le richieste anche della minoranza, che purtroppo fino a questo momento non sono state accolte.

Presidente - Ricordo che l'organizzazione dei lavori di oggi è stata stabilita da una Conferenza dei Capigruppo di quindici giorni fa, se non sbaglio, nella quale abbiamo deciso di aggiungere mezza giornata e con questo penserei di aver colmato le necessità.

Per quanto riguarda le notturne, credo anch'io che in prospettiva bisognerà prenderle seriamente in considerazione e utilizzare anche le notturne. Per quanto riguarda la giornata di domani, anche ai fini organizzativi per i dipendenti e per mettere a conoscenza le strutture della cosa, convocheremo anche in notturna per finire il punto aperto in questione.

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 6, sempre della Lega. La parola al consigliere Manfrin per l'illustrazione.

Manfrin (LEGA VDA) - Prima con un ordine del giorno che si incentrava sulla questione delle assistenti sociali abbiamo trattato appunto il tema di una delle tante professioni che sono state audite da questo Consiglio e che appunto hanno formulato i propri rilievi, però senza che questi poi venissero accolti nel piano. Questo ordine del giorno... o invece parimenti quest'ordine del giorno va a recepire un'altra indicazione che è stata formulata proprio durante gli approfondimenti della V Commissione e riguarda la parte dei fisioterapisti.

Come sapete, fra molti ordini professionali abbiamo avuto il piacere di incontrare anche l'Ordine dei fisioterapisti, che ci ha dato anche un punto di vista un po' diverso rispetto al loro ruolo. Spesso purtroppo questo è un settore dove, come ci hanno rappresentato anche loro, ci si rivolge direttamente ai privati per una questione di tempi, per una questione di... diciamo magari di conoscenze o quant'altro, ma i fisioterapisti che lavorano nella nostra sanità invece fanno un lavoro sicuramente importante e sicuramente se fatto in connessione con le altre professioni, può dare degli ottimi risultati soprattutto in ottica di prevenzione.

Proprio per quanto riguarda la prevenzione primaria, che è una vocazione di tutte le professioni sanitarie, soprattutto per quanto riguarda la parte strettamente di fisioterapia, concerne strettamente quella appunto dei fisioterapisti, in questa parte, all'interno del piano per la salute e il benessere sociale vengono citati soltanto i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta. Sicuramente il fatto che soltanto queste due professioni e non i fisioterapisti vengano citati all'interno del piano rappresenta un grande nocumento per le questioni connesse alla prevenzione relativa a questa disciplina e credo al tempo stesso che sia stato chiarissimo il richiamo fatto proprio dai rappresentanti dell'Ordine dei fisioterapisti, oltreché sulla carenza di organico di queste due figure, ovvero medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, che probabilmente nel futuro sarà ancora più preoccupante il problema di lavoro, di interazione che i fisioterapisti hanno con queste due figure e che invece sarebbe auspicabile, anzi, necessariamente sostenibile, cioè un'interoperabilità fra queste tre figure che dovrebbero lavorare a stretto contatto.

Per quanto riguarda la promozione della salute, l'invecchiamento attivo, che sono compresi nel piano per la salute e il benessere sociale, è necessario creare le basi per la collaborazione per far fronte a questo bisogno di salute che è ripreso anche nei piani nazionali della prevenzione e nel piano della cronicità. Qui è stato fatto effettivamente un esempio, cioè sostanzialmente per le persone che magari hanno alcuni tipi di patologie: pensiamo alle persone che hanno delle patologie cardiache piuttosto che delle persone che appunto si avvicinano a un'età che porta con sé inevitabilmente delle patologie legate proprio alla parte fisica o anche banalmente - adesso faccio un esempio su tutti e sono sicuro che il collega Distort sarà assolutamente d'accordo - una delle tante terapie che vengono utilizzate per curare le persone che hanno la fibromialgia è proprio quella della parte di attivazione sportiva che in alcuni casi ha mostrato dei benefici. Ecco, in tutte queste tipologie di trattamento c'è un problema perché si arriva a lamentare dai fisioterapisti l'infortunio, quindi lo strappo, la contusione, la contrattura e quant'altro, ma si opera in ottica di prevenzione, cioè perché, per esempio, anche banalmente non c'è un consulto fra i medici di base e i fisioterapisti per capire, per esempio, quali sono gli stili di vita o le attività da consigliare a determinate categorie di persone per permettere di prevenire l'insorgere di alcune patologie o per cercare di curare al meglio alcune patologie? Utilizzare quindi delle strategie che possano tutelare al meglio chi ha queste patologie.

Durante le audizioni si è convenuto che potrebbe andare bene il modello del counseling che viene prescritto dal medico di base o dal pediatra di libera scelta purché ci siano degli spazi e dei tempi dedicati a queste professioni per poterlo fare: ad esempio, il modello del fisioterapista di comunità che in alcune regioni è stato attuato è un modello che noi abbiamo già presente sul nostro territorio, perché i fisioterapisti fanno servizi sia ambulatoriali che domiciliari, però purtroppo, per come è strutturato al momento il servizio, non c'è assolutamente la possibilità di fare nulla per quanto riguarda la prevenzione primaria nonostante vi siano professionisti che hanno delle specializzazioni apposite proprio sulla prevenzione primaria e che sono in servizio presso la nostra sanità. Ecco perché con quest'ordine del giorno, che abbiamo voluto intitolare: "Inclusione della fisioterapia fra le attività di prevenzione, implementazione e miglioramento dei servizi delle strutture connesse" impegniamo, qualora venisse approvato l'ordine del giorno, il Governo regionale a inserire nell'attività di prevenzione primaria anche la categoria dei fisioterapisti, a prevedere nelle case di comunità anche la presenza di spazi da dedicare ai fisioterapisti e a prevedere dei corsi di formazione specifici per chi si occupa di prevenzione primaria.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Per quanto riguarda il tema riportato con l'ordine del giorno, ad oggi sono assolutamente in fase di definizione i livelli di servizio delle case di comunità e quali saranno le attività di prevenzione primaria che verranno ivi inserite: quindi tutti e due i livelli, sia i livelli di prevenzione primaria, sia concretamente i servizi da inserire all'interno delle case di comunità. In aggiunta, tra l'altro, AGENAS sta predisponendo dei requisiti minimi di servizio di cui si terrà assolutamente conto nella definizione di quanto riportato.

Mi collego anche brevissimamente al fatto che la sensibilità riportata dal collega Manfrin è stata assolutamente recepita anche dall'Assessorato che ha avuto modo di incontrare il neo Ordine dei fisioterapisti, di condividere con loro le tematiche riportate da quest'ordine del giorno e di agevolare e consigliare anche dei contatti diretti con l'Azienda USL. Sposo anche, e poi in un minuto finisco, anche l'assoluta sensibilità e necessità di condividere con lei la difficoltà a recepire anche questo tipo di professionalità in Valle d'Aosta e sul mercato del lavoro nazionale. Per questo motivo le chiedo di ritirare l'ordine del giorno, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Ritorniamo a parlare delle professioni sanitarie che abbiamo audito. Come ha detto il collega Manfrin, quando ho fatto riferimento alla lettera del maggio scorso, era rivolta ai componenti della Commissione e non a lei, Assessore, ma ero a conoscenza che si sarebbero incontrati con lei. Dico che la Commissione del Piemonte li ha ricevuti già da tempo ed è ora che anche la nostra Commissione si dia una mossa per ascoltarle, ma proprio su questa lettera parlano del loro ruolo riferito alla prevenzione. Sull'attività di AGENAS abbiamo avuto modo di leggere che non sempre siamo allineati con quanto sostiene quest'agenzia, quindi la considerazione che posso fare può darsi che a volte non ci si trovi in sintonia, ma sarebbe il caso a volte, se possibile, di anticipare e far vedere quanto la Valle d'Aosta è in grado di essere virtuosa in tal senso, perché se vogliamo far valere le nostre prerogative ed essere il modello ad esempio per gli altri, essere un caso di studio, è proprio forse il caso che si dia il buon esempio.

Presidente - Altri? Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet)

L'ordine del giorno non è approvato.

Con quest'ordine del giorno, interrompiamo i lavori del Consiglio di questa mattina che riprenderanno alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 13:00.