Oggetto del Consiglio n. 2601 del 21 giugno 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2601/XVI - Continuazione della trattazione congiunta dell'approvazione, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, della l.r. 5/2000, del piano regionale per la salute e il benessere sociale 2022-2025 e della mozione: "Impegno dell'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali a superare le varie criticità legate al piano regionale per la salute e il benessere sociale 2022/2025". (Reiezione di quindici ordini del giorno)
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 34 Consiglieri riprendiamo l'analisi degli ordini del giorno. Siamo all'ordine del giorno n. 7, sempre della Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - Questo ordine del giorno, che ha come oggetto: "Quale futuro per il volontariato valdostano", vuole mettere in evidenza il grande senso di altruismo verso la comunità di tutte quelle persone che svolgono un'attività di volontariato, qualunque essa sia l'associazione che rappresenta. Il volontario è una persona che per sua libera scelta svolge attività in favore del bene comune e della comunità per il tramite di un ente del terzo settore, mettendo a disposizione il proprio tempo, le proprie capacità per promuovere risposte ai bisogni delle persone e delle comunità beneficiarie delle sue azioni in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, neanche indiretti.
Vorrei fare un breve inciso sulla disciplina che regola il volontariato. Il codice del terzo settore riconosce la rilevanza del volontariato e ne definisce alcuni aspetti come obbligo dell'assenza assoluta di forme di compenso, incompatibilità con ogni forma di rapporto lavorativo e diritto a usufruire di forme di flessibilità di orario e di lavoro. Inoltre il codice del terzo settore prevede alcune disposizioni specifiche per il volontariato all'interno degli enti, come la possibilità di rimborso di spese documentate, autocertificate, il riconoscimento della prevalenza nell'attività di volontariato in associazioni e poi vi sono anche alcune forme di volontariato che esulano, almeno parzialmente, dalla formazione del codice del terzo settore.
Molti Comuni per determinate attività come la tutela dell'ambiente, degli animali o del patrimonio culturale si avvalgono dell'opera di volontari. Tali attività sono regolate da specifici regolamenti emanati dalle rispettive Amministrazioni.
Altre forme di volontariato sono invece sottoposte a una disciplina propria, nello specifico si tratta del servizio civile universale, i volontari impiegati all'estero, il volontariato del Corpo nazionale alpino e i vigili del fuoco volontari.
Evidenziata quindi la disciplina sul volontariato, vorrei sottolineare che le associazioni di volontariato svolgono un ruolo fondamentale nel tessuto sociale e comunitario, nei diversi ambiti in cui operano, colmano alcune carenze strutturali delle nostre società, intervengono per portare conforto e aiuto concreto a chi ne ha più bisogno, dalla povertà all'ambiente, dai diritti alle persone alla tutela degli animali. I volontari dedicano tempo e risorse, come ho detto, per il bene della collettività.
Esistono numerose associazioni di volontariato, dalle più note e importanti, attive a livello nazionale e internazionale, dalle più piccole, ma altrettanto significative che operano sui territori locali.
Sottolineata l'importanza del mondo del volontariato per le molteplici ragioni, è altrettanto importante definire a questo punto una legge quadro regionale, tenendo conto a livello nazionale che esiste un decreto ministeriale, il n. 72 del 31 marzo 2021, che regolamenta il rapporto tra Pubbliche Amministrazioni ed Enti del terzo settore. Se da una parte quindi occorre una normativa regionale, dall'altra occorre saper valorizzare al meglio tutto il mondo del volontariato, riconoscendone il contributo, i risultati e le azioni svolte dai volontari su tutto il nostro territorio.
Vista l'importanza del mondo del volontariato, che, come ricorda il piano per la salute e il benessere sociale in Valle d'Aosta, pagina 129, deve diventare di nuovo essenziale non tanto per supplire alla mancanza dei servizi pubblici quanto nell'arricchire l'offerta fornendo risposte che creino specifica qualità grazie all'inserimento nel tessuto sociale e alla quotidianità dei rapporti, in base a queste considerazioni, si impegna il Presidente della V Commissione permanente a organizzare entro la fine del corrente anno un'audizione dell'Assessore competente, nonché delle relative strutture dell'Assessorato coinvolte sugli obiettivi indicati nel piano a pagina 129 riguardanti la revisione della normativa regionale di settore e la definizione di linee guida regionali sulla coprogrammazione e sulla coprogettazione.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - A brevissimo sarà presentato al Consiglio regionale un disegno di legge per la revisione della normativa del terzo settore ai sensi del decreto legislativo 117/2017 e quindi le relative linee guida verranno redatte successivamente a tale approvazione. Tutto ciò è naturalmente presente nel Piano della salute oggetto di colloquio in questo pomeriggio, tra l'altro, mi sento di dire, con assoluta attenzione rispetto al tema che ha rappresentato il collega Ganis. Sicuramente tutta la macroarea 4 in particolar modo, trattando naturalmente in senso lato il tema del terzo settore, senza distinzioni di sorta tra quello che in modo semplice viene rappresentato come mondo del volontariato visto che oggi il terzo settore è visto in maniera molto normata e anche più ampia, è sicuramente e fortemente rappresentato non soltanto nelle declarata che il piano esplicita, ma sicuramente poi anche in tutti gli atti che ne sono susseguiti.
Abbiamo avuto modo ieri di rappresentare durante la relazione iniziale che sono oltre una decina le deliberazioni di Giunta regionale che dall'aprile del 2022 ad oggi, l'ultima quella di lunedì, non soltanto collaborano direttamente con il mondo del terzo settore ma sicuramente rendono evidente la diretta collaborazione con il mondo del volontariato rispetto all'assoluta necessità prevista dalla legge, e, tra l'altro, proprio dal decreto legislativo 117/1997, per poter affrontare ormai certi temi. È chiaro che in particolar modo a livello comunitario i rapporti continuativi con il mondo del volontariato, vedasi, ad esempio, la firma delle convenzioni nel marzo del 2023 per tutto il mondo dell'emergenza-urgenza e del soccorso, risulta essere una delle maniere di agire più consone e più corrette per portare avanti tanti temi che hanno attinenza con la salute e con il mondo delle politiche sociali. Per questo motivo le chiedo di ritirare l'ordine del giorno oppure ci asterremo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Noi andremo avanti vista l'importanza del mondo del volontariato e, dato che lo avete anche evidenziato negli obiettivi del PSBS, noi porteremo al voto quest'ordine del giorno.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (GM) - Sicuramente il mondo del volontariato, come detto dall'Assessore e da chi ha illustrato l'ordine del giorno, è un mondo importante per la nostra società e che in questo momento, in particolar modo nei momenti di emergenza, ha saputo dare il meglio di sé stesso ed è stato determinante per la sanità pubblica in generale, per la sanità valdostana. Ritengo però doveroso e opportuno che vengano date delle regole: 1) per il benessere lavorativo dei volontari, definiamolo così, 2) perché una società organizzata, al passo con i tempi, non può basare le attività istituzionali quasi esclusivamente sul volontariato.
Ben vengano quindi le convenzioni che sono state stipulate nel marzo scorso, siamo tutti contenti ed entusiasti, però probabilmente anche a causa della scarsità di vocazione nelle professioni sanitarie, bisogna dare delle regole diverse, bisogna cercare di riportare nel giusto alveo le cose, quindi i volontari devono fare i volontari e non sentirsi obbligati a fornire delle prestazioni, perché a lungo andare questo modo di comportarsi porta al logorìo e quindi non è più produttivo.
Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - Anche noi condividiamo l'ordine del giorno che è stato presentato dai colleghi della Lega perché riteniamo che il volontariato abbia una grande importanza nella rete di protezione sociale; sicuramente abbiamo avuto modo di toccare con mano, soprattutto in questi ultimi anni che abbiamo vissuto in situazioni di emergenza, quanto il volontariato è prezioso, soprattutto in una realtà come la Valle d'Aosta che rappresenta un modello diffuso di abitazione sul territorio, quindi non sempre la Pubblica Amministrazione riesce a garantire i servizi a livello capillare.
Il volontariato, come dicevo prima, è una preziosa risorsa ed è bene che vengano definite e aggiornate le linee guida comportamentali anche a livello legislativo per definire bene qual è il ruolo all'interno delle politiche sociali e qual è l'ausilio e l'aiuto che possono dare a sostegno della comunità sul territorio, una comunità che invecchia sempre di più e quindi una comunità che ha bisogno anche della mutua assistenza tra la popolazione. Pertanto riteniamo che sia fondamentale valorizzare quest'istituto e quindi siamo favorevoli al fatto che si voglia organizzare nella Commissione competente, un momento di analisi e di discussione su quest'argomento.
Presidente - Se non vi sono altre richieste, metterei in votazione l'ordine del giorno. Non vedo richieste, mettiamolo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo al seguente ordine del giorno n. 8, sempre della Lega. Chi si prenota per illustrare l'ordine del giorno n. 8? Ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.
Lucianaz (LEGA VDA) - Prendo parola anch'io in questo Consiglio con l'ordine del giorno: "Il corpo è mio". In Europa meno della metà degli Stati ha optato per l'obbligatorietà di alcune vaccinazioni, tra cui Italia e Grecia, che prevedono l'obbligatorietà per difterite, tetano, polio ed epatite B, la Francia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, oltre alle quattro citate, anche pertosse, morbillo, rosolia, parotite, TBC, e in Lettonia anche Hiv, pneumococco e varicella, dedotto pertanto che nella grande maggioranza degli Stati europei vi è totale libertà di scelta vaccinale, ricordiamo la Spagna, il Portogallo, Cipro, Islanda, Irlanda, Svezia, Estonia, Norvegia, Gran Bretagna, Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Austria e Svizzera, nello Stato italiano, caratterizzato da un minor dibattito sulle radici liberali dello Stato rispetto ai Paesi anglosassoni, sono diventate obbligatorie le vaccinazioni contro la difterite nel 1939, la poliomielite nel 1966, il tetano nel 1968, l'epatite B nel 1991, mentre l'obbligo di vaccinare contro il vaiolo tutti i nuovi nati è stato sospeso nel 1977 e abolito nel 1981.
Gli effetti indesiderati dei vaccini possono essere molti, anche se hanno superato tutti i test di sicurezza finalizzati all'immissione in commercio, si annoverano fra le varie reazioni avverse anafilassi, anemia emolitica autoimmune, atassia, convulsioni febbrili e non febbrili, demielinizzazione, encefalopatia, encefalite, intussuscezione, ipotonia, iporesponsività, vasculite, malattia viscerotropica, neurite brachiale, neurite ottica, paralisi di Bell, fallimento vaccinale, trombocitopenia e molte altre ancora impronunciabili, la segnalazione di sospetta reazione avversa da vaccino, che sia grave o non grave, nota o non nota, è un diritto di ogni cittadino e un dovere per ciascun medico. Si tratta infatti di dati fondamentali per la farmacovigilanza che consentono di valutare nel tempo l'impatto delle vaccinazioni su tutta la popolazione. È notizia di oggi che AIFA ha ancora i dati fermi a maggio 2022 sul vaccino anti Covid. È una scelta responsabile al passo con i tempi che ci vede impegnati nella consapevolezza di scelte tendenti al benessere individuale, alla sostenibilità ambientale e al rifiuto di pratiche che prescindono dalla massima assoluta informazione sul contenuto dei vaccini. Quest'approfondimento ci porta a fare diverse riflessioni etiche e valutazioni scientifiche su ciò che viene iniettato agli adulti e specialmente ai bambini, i vaccini contengono sostanze che si coltivano su materiale biologico di origine bovina e suina, linee cellulari umane, ricavati da feti abortiti, e animali ricavate da cani, polli, scimmie e insetti.
Nella composizione dei farmaci vaccini si trovano infatti adiuvanti, conservanti e contaminanti che possono dar luogo a reazioni di ipersensibilità e allergie e scatenare anche reazioni autoimmuni ai quali si aggiungono contaminanti biologici, fra i quali DNA umano fetale e DNA animale, che provengono - si ribadisce - dai tessuti biologici di coltura dei vaccini. Possono inoltre contenere sostanze tossiche come formaldeide, polisorbato, il fenosiettanolo. Possono contenere ancora alluminio e altri metalli pesanti come in taluni casi il mercurio, borato di sodio, pesticida, ma anche diversi allergeni come antibiotici, lieviti, proteine dell'uovo, lattice, lattosio, eccetera.
Quando un farmaco viene autorizzato, è preso in considerazione singolarmente, i parametri e i criteri utilizzati per determinare la soglia oltre la quale un componente diventa tossico sono determinati dal fatto che il farmaco sia assunto da solo, ma l'attuale legislazione italiana prevede, al contrario, un serratissimo calendario vaccinale con somministrazioni concomitanti di modo che i farmaci e i loro componenti si sommano; al fine di non esporre la popolazione pediatrica inutili rischi di reazioni avverse anche gravissime, sarebbe fondamentale avere prova che per i calendari vaccinali, appositamente predisposti, la somma di tali componenti rispetti soglie stabilite dagli standard internazionali, sia per le somministrazioni multiple, tenendo conto anche dei componenti sottosoglia che non compaiono nel foglietto illustrativo, sia per il singolo vaccino.
Constatata l'indicazione del 2005 del percorso recepito nel piano nazionale vaccini 2005-2008, predisposta dal Ministero della salute con il supporto delle Regioni, nel qual contesto si è potuto sviluppare il progetto di legge della Regione Veneto di concerto con gli uffici del Ministero della salute... a tal proposito è utile ricordare che il Veneto pare l'unica Regione italiana che dal 1993 ha attivato un sistema integrato di sorveglianza denominato "Il canale verde", questo è il motivo per cui le segnalazioni provenienti da questa Regione sono le più alte in Italia e di tutte le altre Regioni sono sottostimate.
La legge regionale della Regione Veneto, n. 7 del 23 marzo 2007, ha sancito sul territorio regionale la sospensione per tutti i nuovi nati a partire dal 1° gennaio 2008 dell'obbligo vaccinale per i vaccini attualmente obbligatori in Italia, quindi contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B; scelta questa che non ha comportato negli anni nessuna situazione particolare di rischio sanitario. Il Veneto è infatti la prima e unica Regione italiana in cui le vaccinazioni obbligatorie sono state sospese. Ad oggi risulta che nessun'altra Regione italiana abbia seguito questo iter legislativo.
Al fine di valutare gli effetti derivanti dall'applicazione della legge, nella Regione Veneto è stato istituito, presso la struttura della Giunta regionale, un Comitato tecnico-scientifico competente in materia di prevenzione, composto da autorevoli esperti, con la presenza del Direttore generale della prevenzione sanitaria del Ministero, è stata rafforzata l'attività di sorveglianza relativa alla percentuale di nati che vengono sottoposti alle vaccinazioni, il monitoraggio avviene semestralmente.
Osservato che i dati semestrali relativi ai nati nei primi tre anni dall'entrata in vigore della legge regionale evidenziano che le percentuali di bambini che si sono sottoposti alla vaccinazione esavalente si mantiene in prossimità della soglia a livello italiano prevista dal piano dei vaccini, inoltre i livelli di vaccinazione si attestano oltre il 94% per il tetano, per la difterite, la pertosse, la poliomielite, l'epatite B e le malattie invasive da Haemophilus influenzae tipo B... i dissidenti definitivi, cioè i genitori che hanno espresso in modo esplicito la loro volontà di non vaccinare il figlio, restano su una percentuale dell'1,2%, i rifiuti temporanei all'1%.
Ricordo le molteplici procedure che riguardano l'indicazione delle azioni da seguire per l'offerta attiva delle vaccinazioni, la procedura per la registrazione dell'anamnesi vaccinale, la corretta gestione del rifiuto delle vaccinazioni, la procedura per la somministrazione e la registrazione delle vaccinazioni, l'anagrafe regionale informatizzata, la definizione dei ruoli degli operatori sanitari incaricati nelle somministrazioni e nella registrazione delle vaccinazioni, l'indicazione delle modalità di registrazione dell'avvenuta vaccinazione.
Si sostiene che la filosofia di fondo che caratterizza il percorso e il superamento dell'obbligo vaccinale attiene per l'attività di prevenzione alla logica preferenza dell'informazione e della persuasione piuttosto che l'imposizione legale in quanto lo scopo principe dell'intento è quello di ridurre al minimo i rischi derivanti dalle attività vaccinali e massimizzarne gli effetti attraverso la conoscenza delle condizioni che controindicano la vaccinazione o che suggeriscono il differimento, ovvero che ne richiedono cautelativamente la somministrazione in un ambiente protetto. L'imposizione dell'obbligo vaccinale per l'accesso alle scuole pubbliche, Legge Lorenzin, crea di fatto una forte disparità e ingiustizia sociale in quanto adempiere agli obblighi vaccinali è infatti requisito d'accesso alle scuole d'infanzia. I bambini più grandi delle fasce di età 6-12 possono invece accedere alla scuola e agli esami se inadempienti. È di tutta evidenza che, oltre la problematica applicazione, siamo di fronte a dimostrazione palese che l'obbligo vaccinale è una norma che non produce i risultati previsti e che viene ripetutamente disattesa proprio nel mondo della scuola. A questo proposito è bene ricordare che il 31 marzo scorso è stata depositata alla Camera la petizione che prevede appunto la soppressione del comma 3 dell'articolo 3 della Legge Lorenzin appunto sull'obbligo per l'accesso alle scuole.
È pericoloso l'inasprimento del livello di scontro con i genitori che si oppongono ai vaccini mediante l'applicazione di leggi che prevedono l'affievolimento della patria potestà e la vaccinazione forzata che incontrovertibilmente è controproducente in quanto foriera di ulteriori discorsi e posizionamenti. Ribadito che la salute è un diritto del singolo cittadino e non è un diritto della società, è vero che la sanità può richiedere anche la pratica in alcune particolari circostanze la condizione... però le applicazioni non devono essere di nocumento alla persona, questo lo dice una sentenza della Corte costituzionale degli anni Novanta, che sostiene che anche le vaccinazioni ordinarie devono garantire un beneficio e una protezione alla salute, affermato anche dalla sentenza 5/2018.
Appreso infine della bozza del nuovo piano di protezione vaccinale 2023-2025 diramata il 20 marzo scorso e inviata dal Ministero della salute alle Regioni e ora in discussione in Conferenza Stato-Regioni in vista dell'approvazione finale, questo documento ricco di parere del Comitato per la bioetica... tra l'altro, nel documento si consiglia il monitoraggio continuo dell'omessa vaccinazione per dimenticanza o per ragioni mediche, biologiche, religiose e psicologiche, allo scopo di identificare coloro che necessitano di essere incoraggiati verso un percorso vaccinale ed evidenziare eventuali insufficienze nella copertura vaccinale specialmente con riguardo ai bambini.
Tutto ciò premesso, si impegna il Governo e l'Assessorato competente per le dettagliate ragioni su esposte a intraprendere ogni azione necessaria per applicare la sospensione dell'obbligo vaccinale, lasciando completa libertà di scelta ai genitori del bimbo e secondariamente a manifestare un fermo dissenso nei confronti dei nuovi obblighi restrittivi previsti dall'attuale bozza del nuovo piano di protezione vaccinale 2023-2025 inviata dal Ministero e ora in discussione in Conferenza Stato-Regioni.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Collega Lucianaz, mi permetta semplicemente di rappresentare che esiste un adagio che dice che si dovrebbe permettere di suonare il violino solo a chi è già bravo, per cui io di fatto non mi cimento assolutamente, mi permetto in maniera molto fredda di chiederle il ritiro dell'iniziativa oppure noi ci asterremo, perché di fatto il Piano nazionale vaccinale è già stato recepito attraverso un piano regionale che contiene naturalmente le vaccinazioni raccomandate obbligatorie che prevede il raggiungimento di livelli di copertura assolutamente ottimale. Tutte le vaccinazioni sono state incluse nei LEA della prevenzione collettiva e quindi sono necessariamente presenti e lambite nel PSBS.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.
Lucianaz (LEGA VDA) - La sua è una risposta scontata, Assessore, non poteva essere diversamente, alla faccia dello spirito autonomista di questa maggioranza appiattita su tutte le tematiche italiane. Mi spiace veramente, lo confermate una volta di più, comunque voi siete i primi della classe, infatti vediamo come stiamo andando.
Non c'è questa volontà, non c'è neppure la volontà di discuterne e di parlarne, faremo delle iniziative in questa direzione, continuate pure su questa strada, seguite l'Agenda 2030, poveri noi!
Presidente - Metto in votazione, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 10
Favorevoli: 10
Astenuti: 23 (Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò,
Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Restano, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9, sempre della Lega. Illustra l'ordine del giorno il consigliere Manfrin a cui passo la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Come l'allora assessore Barmasse ricorderà, avevamo introdotto in quest'aula il clima del hikikomori che l'aveva costretto ad andarsi a informare sul tema per fornire una risposta all'interrogazione. L'hikikomori è un termine giapponese che significa stare in disparte e viene utilizzato per indicare chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi a volte e questa è una cosa gravissima ovviamente, anche per anni. Queste persone si rinchiudono nella propria abitazione, evitano qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, comunicando ovviamente soltanto con i mezzi di comunicazione smart, così si chiamano, ma come vedremo anche con un ordine giorno del collega Distort, forse non sono così smart, rubano la vita, e talvolta addirittura rifiutandosi di comunicare con i familiari.
Gli hikikomori sono soprattutto giovani - e questo è un altro dato che ci dovrebbe far riflettere - tra i 14 e i 30 anni, maschi nel 70-90% dei casi, anche se il numero delle ragazze isolate potrebbe essere sottostimato nei sondaggi che sono stati effettuati fino a questo momento. Le indagini ufficiali che sono state finora condotte dal Governo giapponese - dove ovviamente viene identificato per la prima volta questo fenomeno, gli viene dato un nome e viene anche studiato - hanno identificato oltre un milione di casi, con una grandissima incidenza anche nella fascia di popolazione over 40. Questo perché, nonostante i soggetti hikikomori si palesino principalmente durante l'adolescenza, la condizione tende a diventare cronica, rischiando di perdurare anche tutta la vita. In Italia, soprattutto a seguito della pandemia che ha estremizzato il problema, l'attenzione nei confronti del fenomeno sta aumentando e nel nostro Paese - non ci sono ancora dei dati ufficiali - ma la stima è di circa 100 mila casi, quindi immaginate 100 mila ragazzi fra i 14 e i 30 anni che purtroppo arrivano a patire questa criticità. Alla base di questa condizione c'è un disagio adattivo sociale, i giovani che sperimentano una forte ansia sociale, faticano a relazionarsi con i coetanei e ad adattarsi alla società, sono spesso ragazzi molto intelligenti, con un elevato quoziente intellettivo, ma di carattere molto introverso e introspettivo, sensibili e inibiti socialmente, convinti di stare meglio da soli lontani da tutti. Questa condizione influisce e molto negativamente sulle condizioni di salute, perché dall'isolamento prolungato si innescano tutta una serie di problematiche che coinvolgono la salute a 360 gradi. Oltre ad aumentare il rischio dello sviluppo di uno stato depressivo, la condizione di hikikomori ha impatto negativo su alimentazione e attività fisica evidentemente, perché quando ci si rinchiude nella propria stanza, si evita anche di fare questo tipo di attività, quindi si trascura completamente sia la parte dell'alimentazione, con un'alimentazione sregolata, sia la parte di attività fisica e influisce anche sulla cura della propria persona. Generalmente questi ragazzi o le persone che sviluppano questi comportamenti vivono di notte e dormono di giorno, invertendo completamente il ritmo di sonno-veglia. Per gli hikikomori il rischio di sviluppare una tendenza autodistruttiva è purtroppo elevato; autolesionismo e abuso di sostanze sono diffusi, con la finalità di farsi del male. I soggetti hikikomori infatti odiano la propria vita condannata a un circolo vizioso. Inizialmente non escono più a causa dell'ansia sociale ma successivamente si insinua l'ansia del tempo perso, quindi si salta una fetta della propria vita e poi dopo si entra in una spirale nella quale ci si lamenta, si ricorda il pezzo di vita che si è perso e quindi subentra l'ansia di questo pezzo di vita che si è perso. Questa è accompagnata dalla sensazione di non poter fare più nulla per rimediare per la propria vita ormai compromessa. Inoltre, perdendo contatto con la realtà, aumenta il rischio di sperimentare disturbi dissociativi e ossessivo-compulsivi.
Credo non esista nessun disturbo che non possa essere creato ed esasperato da un isolamento così prolungato, da uno stress così costante, da una visione così pessimistica e cinica del proprio futuro e da disturbi depressivi ansiosi così come quelli che vengono sviluppati appunto dai soggetti che mostrano l'hikikomori.
Come abbiamo evidenziato - lo dicevo prima - con diverse iniziative in questo Consiglio, questo è un fenomeno poco conosciuto ma i dati che abbiamo ottenuto sono sicuramente preoccupanti, infatti dalla risposta che l'Assessore ci aveva fornito si registrano in Valle circa 57 casi potenziali. Dobbiamo anche intenderci, nei 57 casi sono compresi ovviamente soltanto i ragazzi giovani che sono in età scolare, perché, quando un ragazzo sviluppa un comportamento di questo tipo, smette di andare a scuola e la scuola avverte la famiglia e quindi in questo caso si può rilevare un disagio, si può provare a intervenire, si capisce se ci trova quella persona, però cosa succede? Che non si riesce a trovare, non si riesce a individuare, non si riesce a intervenire sulle persone che sono al di fuori dell'obbligo scolastico, perché evidentemente non c'è la possibilità di contattare la famiglia e quindi di rilevare questo tipo di disagio e quindi è molto più difficile, però dicevamo fra quelli che invece rientrano in questa fascia di età tra i 12 e i 18 anni vi sono, come giustamente aveva ricordato l'assessore Barmasse, 57 casi potenziali, non tutti riconducibili alla fattispecie dell'hikikomori ma o all'hikikomori o a comportamenti che sono similari e magari potenzialmente altre tipologie di questa patologia che possono aver colpito degli altri minori che non sono stati intercettati. È difficile proprio perché, come dicevo prima, l'hikikomori effettivamente impedisce di uscire dalla propria stanza e quindi effettivamente la prima rete di difesa è la scuola, che vede mancare il minore dalle lezioni e quindi segnala la questione alla famiglia ed evidentemente anche ai servizi, però avere un percorso che possa affrontare al meglio questa patologia, soprattutto a fronte dell'impennata di casi riteniamo che sia assolutamente il minimo.
In questo piano - lo abbiamo guardato in lungo e in largo - non abbiamo rilevato alcun riferimento a questo fenomeno, un fenomeno importante su cui porre l'accento e magari su cui andare a fare degli approfondimenti per capire effettivamente quale percentuale dei ragazzi è stata colpita, quali sono i percorsi e soprattutto quale efficacia hanno avuto i percorsi adottati su questi giovani. Di certo non è un percorso semplice, perché coinvolge sicuramente la parte pubblica, coinvolge la famiglia, coinvolge la scuola, coinvolge i servizi sociali, coinvolge diversi attori, però c'è bisogno che vi sia un percorso definito proprio per prendere in carico e per evitare che ci siano persone che sviluppano questo tipo di disturbo e che facciano del male a sé stessi e ovviamente anche alle famiglie di riferimento.
Con quest'ordine del giorno quindi chiediamo, Assessore, che il Governo regionale preveda interventi specifici di sensibilizzazione nei confronti della tematica dell'hikikomori per la prevenzione del fenomeno, nonché percorsi formativi per il personale sanitario che si occupa del disagio psicologico nei pazienti minorenni proprio per andare a intercettare questa tipologia.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Di fatto, come per l'ordine del giorno precedente del collega Lucianaz, anche questo evidenzia una tematica, togliendo gli aspetti di natura politica, quindi la visione del caso, rendono evidente un lavoro... io ricordo le iniziative che il collega Manfrin rappresentava su questa vera e propria patologia, che, di fatto, ha visto anche nell'agosto del 2022 una deliberazione di Giunta regionale - la 898/2022 - , prevedere una trattativa di riferimento su questa patologia, che, di fatto, viene trattata in maniera congiunta su tutta una serie di tavoli di lavoro trasversali tra tutti gli Assessorati coinvolti. In particolar modo, durante i periodi che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni, a maggior ragione dopo il momento pandemico, questo tipo di patologie sono diventate ancora più evidenti soprattutto tra i ragazzi giovani, perché si è venuta a creare una vera e propria interruzione che ha lasciato tantissimi ragazzi e poi, come da lei richiamato, probabilmente anche tutta una serie di persone che hanno superato, pur restando assolutamente giovani, la fase scolastica in una situazione di sospensione, quindi di assoluta solitudine con tutto quello che poi ciò comporta che nel suo ordine del giorno lei ha assolutamente rappresentato. Naturalmente il piano non interviene direttamente su questo genere di patologie con questo livello di dettaglio, ma sicuramente la delibera che ho citato poc'anzi che si collega a tutto quanto nel piano viene trattato e si sta declinando fanno sì che io le chieda di ritirare l'ordine del giorno oppure ci asterremo.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (GM) - Convengo con quanto in parte detto dall'Assessore, sicuramente un piano non può entrare così nel dettaglio per arrivare fino a questo tipo di patologia dello stare in disparte, bisogna però riconoscere che in Valle d'Aosta probabilmente, non nell'età indicata dal collega Manfrin tra i 14 e 30 anni, possiamo individuare dei casi di stare in disparte anche in età molto più avanzata.
Detto questo, prendendo atto della richiesta di astensione e pensando che probabilmente il trend proseguirà, vi sono dei casi, ad esempio, sulla proposta di un ordine del giorno che ho presentato che riguarda lo sport di cittadinanza... e sembrerebbe essere un buon antidoto rispetto all'hikikomori, che sia efficace è stato scientificamente provato, allora se voi risponderete con un'astensione o addirittura con una bocciatura verso questo ordine del giorno, sembrerebbero proprio delle prese di posizioni non politiche, non nel merito, ma quasi personali.
Non capisco quest'atteggiamento, Assessore, quindi bisognerebbe sì valutare caso per caso, magari in alcuni, come ha risposto lei, non andare nel dettaglio, ma non può essere sempre un no, perché l'astensione è un no. Possiamo parlare di deontologia politica? Non è deontologicamente corretto, non può stare al Governo chi sa solo dire: "No", quelli del "No" sono altri, lo diceva il collega Marguerettaz, poi fateci una riflessione.
Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.
Minelli (PCP) - Abbiamo ascoltato l'esposizione del collega Manfrin su quest'argomento, un argomento che è sicuramente delicato e preoccupante e anche i numeri che sono stati forniti qualche tempo fa sulla situazione della nostra Regione non sono tranquillizzanti.
Il rischio elevato, al di là della condizione di chi si trova appunto nel fenomeno dell'hikikomori, è quello di sviluppare una tendenza autodistruttiva, che si manifesta poi con atti di autolesionismo e quel rinchiudersi in casa, che inizialmente è a causa di un'ansia sociale, si trasforma poi facilmente in un'ansia del tempo perso, accompagnata dalla sensazione che non ci sia più nulla da fare per la propria vita, che viene percepita come ormai compromessa. Da qui il passo verso i disturbi dissociativi e ossessivo-compulsivi è sicuramente breve, con un rapido scivolamento nella depressione. Ecco, in una Regione che purtroppo ha un tasso di suicidi altissimo - e che negli ultimi tempi sta aumentando anche fra i giovanissimi - prendere in considerazione tutti quelli che possono essere fenomeni che portano a un disagio sempre più grave, e addirittura alla scelta di porre fine alla propria vita, deve essere preso in considerazione. Prevedere una specifica formazione per chi si occupa di psicoterapia e di psichiatria è fondamentale; quindi anche, secondo noi, sarebbe opportuno prevedere questi interventi di sensibilizzazione nei confronti della tematica per una vera prevenzione, perché poi, quando il fenomeno è più ampio e più importante, diventa sicuramente difficile affrontarlo.
Leggevo tempo fa che addirittura, secondo uno studio giapponese, ci sono dei biomarcatori che non certificano la condizione di hikikomori, ma che in qualche modo fanno da campanello d'allarme, quindi addirittura ci sono delle situazioni in cui vengono fatte anche delle analisi cliniche. Ora, senza andare a scomodare addirittura questo intervento, visti i problemi che abbiamo anche a fare esami di routine, però un'opera di sensibilizzazione un po' strutturata ci sembrerebbe opportuna.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Intervengo brevemente semplicemente per dovere di cronaca, perché ho citato la delibera di Giunta 898 ed è invece la 989, sempre dell'agosto del 2022. Lo dico anche per rispondere al collega Restano perché io capisco, però nel momento in cui abbiamo citato un atto specifico con sette punti di impegnativa su questo tema, noi non abbiamo semplicemente dato una risposta di facciata a un tema così delicato, ma abbiamo chiaramente evidenziato che è stato prodotto dal collega Barmasse un atto anche su questo tema che ha dieci mesi.
Riconosciamo pertanto l'impegno profuso e anche il lavoro svolto nel presentare l'ordine del giorno ma abbiamo chiaramente voluto esplicitare che il precedente Governo regionale, quindi, di conseguenza, tutti quanti noi, di fatto, abbiamo già fatto e continueremo a mantenere alta l'attenzione sul tema.
Presidente - Altri? Se non vi sono altre richieste di intervento, metto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo ora al seguente ordine del giorno n. 10. Ha chiesto la parola il consigliere Planaz, ne ha facoltà.
Planaz (LEGA VDA) - L'obiettivo di questo ordine del giorno è il potenziamento dei servizi diurni estivi per ragazzi con disabilità. Ricorderemo tutti un fatto della scorsa estate di una lettera con cui l'anno scorso la mamma di un bambino affetto da autismo lamentava il fatto che il Comune di Aosta non aveva organizzato i centri estivi in città come fatto sino agli anni precedenti. Una decisione che mise in seria difficoltà sia i minori cosiddetti "normodotati" e soprattutto i bambini con disabilità. Trovare un centro estivo disposto ad accoglierli durante l'estate infatti non è così semplice, tanto più che l'anno scorso i genitori hanno dovuto accollarsi la spesa dell'operatore di sostegno che seguisse i loro figli rimborsata in minima parte e in base al reddito dalla Regione e purtroppo ci sono molti casi in tutta la regione di queste difficoltà poi di avere un'assistente di sostegno per i ragazzi che hanno queste difficoltà. I centri estivi pubblici sono importanti per la collettività e soprattutto per i bambini con disabilità. La scelta del Comune di Aosta dell'anno scorso di erogare alle famiglie il voucher per frequentare i centri estivi privati, organizzati sul territorio dai diversi enti, è stata sicuramente più semplice, per il Comune logicamente si scarica magari un pacco di burocrazia che però deve essere accollato dalle famiglie, ma ha escluso di fatto dalla frequenza di molti bambini e ragazzi con disabilità che necessitano di assistenza educativa personalizzata. Questo perché gli enti privati che organizzano i centri estivi, che siano associazioni, società o cooperative, non riescono a farsi carico degli educatori aggiuntivi e hanno un costo per ogni settimana dai 600 agli 800 euro e anche la soluzione del bonus della Regione per la disabilità è stata rilevata inefficace. La famiglia deve trovare, organizzare, pagare il servizio e questa trafila non è scontata, non tutti i centri estivi sono favorevoli all'inclusione e non tutte le famiglie hanno le capacità organizzative per fare il manager dei propri figli e cercare un luogo inclusivo, trovare anche l'educatore e soprattutto poter anticipare la spesa.
Nel piano che stiamo analizzando, parlando di disabilità, si afferma che è necessario garantire i servizi concreti di sollievo, e mi sembra il minimo, per le famiglie e al loro carico prevedendo interventi che mettono al centro la persona con disabilità e il loro progetto di vita.
Con quest'ordine del giorno chiediamo al Governo dunque di prevedere il potenziamento dei servizi diurni estivi per ragazzi con disabilità, io qui ho messo la fascia da 0-18, che forse magari per i primi anni forse non è così necessaria, che sono fondamentali per la socializzazione, l'inclusione e il coinvolgimento anche degli operatori di sostegno della Società dei Servizi che diano la propria disponibilità poiché, come sappiamo, gli operatori di sostegno assunti dalla Società dei Servizi S.p.A. durante il periodo estivo vedono sospeso il loro contratto fino alla ripresa dell'anno scolastico a settembre e possono quindi essere disposti a lavorare a fianco dei ragazzi con disabilità, magari riuscendo anche a mantenere la continuità dell'assistenza.
Io andando ad approfondire il piano su queste macroaree ho appunto evidenziato che c'è l'assistenza ai minori, giovani, adulti e anziani, però forse non era precisata questa fase e ho pensato di andare a presentare questo ordine del giorno per far sì di garantire un servizio soprattutto per questa fascia d'età di queste persone che portano con loro questa disabilità e anche per i familiari che gli devono stare accanto e accompagnare questi ragazzi nel periodo estivo quando gli istituti sono chiusi per la pausa estiva.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - L'argomento è, di fatto, già oggetto del Tavolo interistituzionale sulla disabilità che proporrà delle soluzioni possibili in accordo con tutti i soggetti interessati ed è naturalmente un tema trattato all'interno del PSBS, che, tra l'altro, ci ha visto già operare in tal senso.
Tra l'altro sul tema, il 10 è quello che lei richiama nell'ordine giorno, cioè il fatto che esistano delle figure che operano normalmente nel mondo della scuola e che potrebbero essere convertite a questo tipo di tema, che in termine logico pare avere un assoluto senso, ma che, da un punto di vista operativo, non è possibile perché queste sono figure in capo all'Istruzione che lavorano per la Società dei Servizi e che vedono il 30 giugno il loro rapporto di lavoro andare assolutamente in sospensione.
Se dobbiamo fare un'analisi il tema è assolutamente attenzionato ed esistono dei tavoli interistituzionali che stanno cercando di risolvere questo problema. Quanto da lei rappresentato nell'ordine del giorno, pur essendo assolutamente espressione di una sensibilità che condividiamo e alla quale stiamo cercando di dare una risposta, non può essere trattato amministrativamente nella maniera da lei rappresentata perché, di fatto, sono due figure professionali con due ambiti di riferimento completamente diversi l'uno rispetto all'altro.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Due parole da parte del nostro gruppo a sostegno dell'iniziativa che è stata presentata dal collega Planaz e dagli altri colleghi della Lega, riteniamo che con quest'iniziativa si dimostri la sensibilità verso dei ragazzi che hanno maggiore difficoltà rispetto agli altri che devono essere maggiormente attenzionati, ma attenzionati non con le parole, Assessore, perché la sensibilità non si dimostra attraverso lo spendere buone parole ma attraverso i fatti. Quest'impegnativa prevede il potenziamento di servizi diurni per i ragazzi per far fronte alle difficoltà estive, sia per dare un'opportunità ai ragazzi ma anche per alleviare le difficoltà alle famiglie.
A fianco di quest'iniziativa viene citato anche il discorso nelle premesse dell'assistente personale perché sono gli educatori che aiutano le famiglie per sostenere questo difficile carico e impegno durante tutto l'arco dell'anno per porre attenzione ai ragazzi ma, vede, lei dice: "È tutto attenzionato", l'attenzione l'avevamo messa noi presentando il progetto di legge 79 nel mese di ottobre, quando abbiamo chiesto di finanziare l'assistente personale a favore delle persone con disabilità. In quella circostanza è stato detto che non c'era copertura finanziaria, salvo poi fare 230 milioni di avanzo di amministrazione disponibile. È stata tutta una questione di volontà, in quella circostanza è stato detto: fra 15-20 giorni affrontiamo il problema nei termini più generali e sarà risolto. Oggi siamo alle porte del mese di luglio, in piena stagione estiva, non è stato risolto niente, bastava un "sì" nell'approvare quella proposta di legge che abbiamo presentato e tante famiglie e tanti ragazzi avrebbero avuto un'estate migliore rispetto a quella che dovranno affrontare. Vede quindi non ci sono tanti PSBS da affrontare, dei discorsi di prospettiva, è una questione di buona volontà e di attenzione, ma l'attenzione, come le dicevo, nella pratica, non nella teoria, perché possiamo riempirci di belle parole, di attenzioni, ma poi sono i fatti quelli che contano e su questo settore si sta dimostrando che fatti ce ne sono pochi.
Come le dico, credo che la politica doveva mettersi una mano sulla coscienza per non aver voluto approvare quel progetto di legge che era semplicissimo: istituiva la figura dell'assistente personale anche ai disabili con problemi di psichicità, quindi era sufficiente approvare quell'iniziativa e oggi sarebbe risolto il problema. Non so quindi come lei intende attenzionare la questione e quando vorrà affrontarla, ma le dico di porre attenzione nella concretezza a questi problemi, perché diversamente continueremo a stare qui dentro a riempirci l'aula di belle parole ma di fatti pochi.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Ringrazio il consigliere Planaz per aver voluto portare un tema che abbiamo affrontato più volte all'interno di questo Consiglio e abbiamo affrontato anche rispetto alla questione della stabilizzazione degli educatori di sostegno. Il Consigliere lo ha detto, lo abbiamo chiesto più volte e soprattutto rispetto agli educatori di sostegno, c'era stata una rassicurazione che si stava andando in quel senso, che si stava procedendo per la loro stabilizzazione e anche per l'impegno di queste persone all'interno del periodo estivo. Adesso mi sembra di aver capito invece che c'è un brusco stop rispetto a questo che mi sembrava un impegno preso naturalmente dagli altri Assessori che hanno la competenza in merito.
Ringrazio quindi il consigliere Planaz, torneremo sull'argomento con un'interpellanza nel prossimo Consiglio per capire se quanto ci è stato detto fino ad oggi evidentemente non lo chiamo un "Libro dei sogni", ma è solo un'ipotesi che continuerà ad andare avanti e a non trovare concretizzazione, sicuramente non per quest'estate ma nemmeno per la prossima se andiamo avanti così.
Presidente - La parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Mi piace fare un po' di storia, lo scorso anno, indicativamente in questo periodo, presentammo un'iniziativa proprio su questo tema relativamente al diritto negato dei ragazzi con disabilità di poter fruire di centri estivi dedicati. Le motivazioni che sottendevano al divieto da parte dei ragazzi con disabilità di poter partecipare ai centri estivi, partiamo, per esempio, come ha fatto il collega Planaz giustamente dal Comune di Aosta, erano nell'ordine due:
1) Il Comune di Aosta non organizza centri estivi, di già qua capiamo qual è l'attenzione verso il territorio da parte del Comune di Aosta, dall'altra parte, in questa seconda estate è passato dal non organizzare centri estivi, cioè mandando la gente a Pinarella di Cervia, al promuovere i centri estivi delle cooperative rosse, perché questo viene fatto, quindi siamo dal mandare i bambini a Pinarella al "Venite non da noi ma alle cooperative rosse che fanno un bel servizio ai vostri bambini", quindi questo è stato il passaggio.
In mezzo a questo ci sta la seconda questione, cioè che oltre a non avere un centro estivo sul territorio, non c'era nemmeno l'operatore di sostegno che doveva seguire i casi di disabilità che dovevano far riferimento al centro estivo e già nella scorsa estate noi avevamo fatto una proposta e avevamo detto: ma di fronte ai tanti operatori di sostegno assunti dalla Società dei Servizi, che vedono, come giustamente ha detto l'Assessore, terminare il loro contratto il 30 giugno, ma caspiterina, non si potrebbe chiedere, non obbligare ma chiedere, perché a qualcuno va bene così, gli va bene lavorare fino al 30 di giugno, altri invece vorrebbero poter lavorare anche dopo il 30 di giugno e quindi sarebbero disponibili a lavorare. Abbiamo detto: ma perché non fate una proposta, non chiedete la disponibilità e poi mettete a disposizione i dipendenti e la Società dei Servizi per i centri estivi che sono organizzati? La risposta fu: "Ah, sì, beh, quest'anno non ci riusciamo, ma lo facciamo per il prossimo". Siamo arrivati al prossimo e siamo nella stessa identica situazione. Allora c'è un problema fondamentale, che quando ci dite: "Eh no questo ma il prossimo", lei ci ha di nuovo detto: "Non questo ma il prossimo".
Io temo, Assessore, che saremo ancora qua a discutere anche nel 2024, io le ricordo però che intanto più genitori si sono lamentati direttamente con il Garante delle persone con disabilità e i loro caregiver sulla questione della mancanza di questo servizio, che diverse persone si sono lamentate direttamente con le Istituzioni e la risposta di alcune Istituzioni di cui non farò il nome, per carità di patria: "Beh, potevi evitare di fare tutto "sto can can sui giornali e di contattare la gente perché così almeno ci aggiustavamo la cosa tra di noi", non "troviamo una soluzione, vediamo cosa si può fare...", eccetera. No, "Evita di fare can can sui giornali". Se questo è il livello della risposta che viene dato ai genitori che chiedono delle soluzioni, obiettivamente mi sembra un po' carente. A maggior ragione quindi riteniamo che questo ordine del giorno sia assolutamente necessario, riteniamo che esso vada a coprire due necessità: da una parte, quelle delle famiglie che hanno ragazzi con disabilità, che vorrebbero frequentare i centri estivi e che sarebbero sicuramente positivi per la socializzazione, oltre che con moltissimi altri benefici e, dall'altra parte, andremo anche a permettere a chi vuole lavorare e fai i salti mortali ogni anno dopo il 30 di giugno per cercare di trovare un'occupazione durante l'estate, perché qualcuno può permetterselo, ma per due mesi la gente senza stipendio non può vivere, qua e qualche altro, avremmo risolto dicevo due problemi. Non si vuole recepire? Si dice che si sta già lavorando? Si dice che c'è anche un altro Assessorato che non è propriamente nelle funzioni dell'Assessorato della sanità.
Assessore, però guardi, le faccio un esempio che può anche venire contro i miei interessi, ma il collega Ganis le ha sollevato una mancanza, per esempio, rispetto all'educazione stradale, l'educazione stradale e la prevenzione degli incidenti non è solo competenza dell'Assessorato della sanità, c'è anche una cointeressenza dell'Assessorato dell'istruzione, non mi pare che lei abbia detto che non è la competenza sua. Allora mi pare che lei utilizzi questa questione della competenza quando le conviene. Il punto quindi è questo: l'ordine del giorno è valido, l'ordine del giorno interviene e dà delle soluzioni, non lo volete accogliere? Mi dispiace molto, mi dispiace per la formuletta che ripetete ogni ordine il giorno, però è un'evidente mancanza di interesse soprattutto verso chi è più debole e avrebbe più bisogno di una mano.
Presidente - Metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 11, sempre della Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Avevo già annunciato nel corso del mio intervento in discussione generale l'oggetto di questo ordine del giorno.
Nel giugno 2022, appena all'inizio del percorso delle audizioni che erano state avviate a seguito della presentazione del piano regionale della salute e del benessere sociale in Commissione, avevamo presentato come gruppo una mozione che aveva un obiettivo, una finalità, ovvero quella di definire in maniera più chiara, più puntuale e più concreta, quindi di identificare quelle che potevano essere o che erano le priorità di intervento, articolate per obiettivi, misure e relative tempistiche di attuazione nei primi cento giorni dell'adozione definitiva del piano.
Nella replica che l'allora assessore Barmasse fece, al di là della questione dei cento giorni... che era più di natura simbolica se vogliamo, ma che comunque rappresentava una duplice necessità: intanto di avere un piano chiaro e una pianificazione chiara di quelle che sarebbero state le priorità da gestire e da mettere in fase rispetto a un piano con una programmazione se vogliamo dire più ampia e una serie di obiettivi molto più ampi e, dall'altro lato, anche capire effettivamente quelle che sarebbero state poi le tempistiche di attuazione e direi io anche le risorse e soprattutto avere anche una chiara visione di quelle che, banalizzo rispetto anche a quello che ho detto durante il mio intervento, sarebbero state poi di fatto le delibere che avrebbero attuato il piano. In quella sede la mozione fu votata, tra l'altro, all'unanimità dopo che con l'Assessore si era arrivati a una mediazione che portò la mozione a essere emendata e a prevedere che sarebbe stato predisposto, dopo l'approvazione del piano della salute e del benessere sociale da parte del Consiglio una bozza di piano operativo annuale, quello che già in parte è stato anche citato nei vari interventi fatti in aula, relativa all'anno 2023 da presentare in V Commissione in tempo utile per l'inserimento nel DEFR comprendente il cronoprogramma delle azioni e le relative risorse ove necessarie.
La storia poi è andata come sappiamo e oggi ripresentiamo e riproponiamo all'attenzione dell'Aula che cosa? Prendendo atto, e in parte lo abbiamo anche detto, che le cinque macroaree hanno tutta una serie di obiettivi: diciotto per la macroarea 1, ventidue per la macroarea 2, quindici per la macroarea 3, diciannove per la macroarea 4, venti per la macroarea 5, chiediamo appunto che si possa comunque definire un ulteriore livello di programmazione più basso, ma più operativo con un'altra tempistica e un altro orizzonte considerato che per l'appunto, a fronte di tutti questi obiettivi, non troviamo tempistiche e definizione di messa a terra e di attuazione.
Vorremmo impegnare e chiediamo all'Assessore alla salute, in coordinamento con la Direzione strategica dell'USL - rispetto all'altra versione l'abbiamo inserito perché di fatto poi il principale ente che deve mettere a terra tutti questi obiettivi è ovviamente l'USL -, di predisporre un programma operativo di intervento articolato per azioni, priorità, relative tempistiche di realizzazione da porre in essere nei dodici mesi successivi all'adozione definitiva del piano, con l'obiettivo di dare una pronta risposta alle principali problematiche che stanno colpendo il nostro sistema sanitario regionale. Se vogliamo, più che un piano dovuto, diremmo un piano delle emergenze, o comunque quelle che sono le priorità o che oggi sono le priorità anche a fronte di tutta una serie di cose che lo avete già detto, l'ha detto lei stesso, Assessore, sono già in corso o sono già state fatte. Tra l'altro, potrebbe anche essere l'occasione per fare il punto su quegli obiettivi, perché magari qualche obiettivo è già stato raggiunto e presentare all'esame della Commissione competente una prima bozza di tale programma entro trenta giorni dall'adozione definitiva del già richiamato piano.
Sui trenta giorni, guardi, io non sono affezionato sulle tempistiche, tanto lo so che non le va bene neanche sessanta, novanta, centoventi, perché tanto lei ha già l'appunto mentale di quello che deve fare, tanto ormai l'abbiamo capito, ma noi andiamo avanti. Perché le dico questo e ne approfitto? Qualcuno ha detto che questo piano è come un piano regolatore, un piano regolatore è un piano che regola e definisce le logiche di gestione di un territorio. Questo è un piano che dà tutta una serie di obiettivi e in parte dà anche il perimetro, direbbe qualcuno, molto largo, però nel quale si intende agire.
Io non so come dirla ma io ci provo ancora e non dirò che ho fiducia nella controparte, però almeno andare a identificare e avere chiare quali sono le azioni e le tempistiche che si intendono dare a determinati obiettivi, a determinate misure, soprattutto magari quelle principali, io penso che possa essere una buona cosa e possa essere anche un buon primo passo rispetto a un'approvazione che, al di là di come la si pensi, è sicuramente tardiva perché siamo arrivati oggi a discutere del piano.
Mi rimetto quindi alla volontà dell'Assessore e vedremo se anche in questa fase ci si asterrà dal voler dare chiarezza a un elemento che comunque non è di poco conto.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Mi scuso se su quest'ordine del giorno andrò oltre i tempi minimi che sto cercando di tenere, anche per rispetto dell'Aula e di chi ha lavorato. Un ordine del giorno di questo genere di fatto si rifà sia con quanto abbiamo rappresentato ieri mattina, ieri pomeriggio quando abbiamo dato avvio alla discussione e al confronto sul piano, sia nella mattinata di oggi quando abbiamo cercato di fare una sintesi e si ricollega naturalmente a tutta una serie di momenti politici amministrativi che ci hanno visto trattare la programmazione sanitaria, spessissimo partendo dal basso, quindi dal singolo problema che si veniva a rappresentare e naturalmente spesso è capitato anche nel dibattito consiliare che si sia fatto notare prima al collega Barmasse più che al sottoscritto, poi negli ultimi tre mesi anche al sottoscritto - ovviamente al collega Barmasse di più semplicemente perché ha avuto la fortuna di gestire l'Assessorato per quasi due anni e mezzo e quindi le occasioni erano plurime - che, di fatto, veniva dato per smarcato il piano anche se il piano non era ancora stato approvato.
Ora, la sua è un'iniziativa prettamente politica, è un ordine del giorno assolutamente politico, che però nell'essere così politico e nel prevedere una declinazione, tratta temi che, di fatto, come lei ha richiamato, il piano lo declina eccome; va a prendere tutti gli obiettivi di riferimento che sono divisi nel Piano della salute e del benessere sociale 2022-2025 trattando ogni singola macroarea, per cui va a rendere evidente che alla fine di ogni singola macroarea ci sono degli obiettivi di riferimento, lei lo chiama giustamente piano operativo di intervento e lo sottolinea anche, collega Aggravi, perché lei è un fine dicitore, anche a lei piace en arkhè én ho lògos, casualmente mutuando il concetto di piano operativo annuale, che, di fatto, esiste nella normativa amministrativa di riferimento e se facendo quasi... non cogliere che, come richiamato giustamente nel dibattito di ieri dal collega Sammaritani, ciò si rifà anche al DEFR ultimo, quello che l'anno scorso con qualche difficoltà abbiamo cercato di rendere più puntuale, ma perché l'abbiamo cercato di rendere più puntuale? Proprio perché di fatto doveva essere sostituito dai POA e dal Piano NOC, come sempre capita in Italia tra le rappresentanze di esistere dei Ministeri, sono rimasti tutti e due gli organi di riferimento.
Nell'argomentare chiedendole il ritiro di quest'iniziativa, altrimenti ci asterremo, nel caso specifico non è come sull'iniziativa precedente, cioè io capisco che il collega Manfrin faccia politica anche rispetto all'iniziativa che ha proposto il collega Planaz, però non l'ho deciso io che i centri estivi siano degli strumenti e di fatto delle applicazioni in termini di centro ludico-sportivi e non questioni che hanno a che fare con il LEPS e con le deleghe delle politiche sociali, così come di fatto tuttora sono possibili - questo lo dico anche per rispondere al collega Marquis - i voucher di conciliazione, che, guarda caso, sono andati a intervenire proprio su questo buco tra le due strutture, oltre al fatto che giustamente richiamava la normativa di riferimento della fine dell'anno scorso, ma si è dimenticato di dire che in questo momento è in discussione la riforma della 23, è in discussione in Commissione, collega Marquis, e quindi, di conseguenza, si sta operando in maniera puntuale.
Se si cerca di operare in maniera puntuale su tutta quanta la declinazione del piano, in una qualche maniera si sta anche cercando, una volta che questo verrà applicato, di muoversi conseguentemente rispetto alle priorità che sono inserite all'interno del piano stesso, lei giustamente ha strizzato l'occhio al fatto che qualcuno degli obiettivi di fatto si è già concretizzato; sì, infatti io questa mattina non ho detto che il piano è attuato, ho detto che il piano è attuale. Nell'essere attuale prende in considerazione l'arco temporale, mi limito all' aprile del 2022, e a tendere per i prossimi sei o sette anni, anche se poi magari anche questo supererà i dieci, cosa che non auspico. Quello che posso sicuramente dirle però è che, una volta che questo piano sarà approvato dal Consiglio, la declinazione prevista e quindi l'operatività di riferimento che il piano avrà con gli strumenti che ad oggi sono concepiti sicuramente darà ancor più una priorità a quella che oggi è una mera elencazione di obiettivi legata per macroaree. Le faccio un esempio per tutti: all'interno della macroarea dei servizi sociali sono evidenziate le applicazioni dei LEPS, ma sono una ventina i LEPS che nel corso degli ultimi due anni e mezzo sono stati con atti inanellati e hanno un percorso logico amministrativo, cioè, per arrivare alla deliberazione di lunedì sui punti unici di accesso, prima si è dovuto obbligatoriamente normare, e i colleghi che stavano già lavorando su questo tema lo sanno, tutte quante le politiche, che è un altro LEPS di sostegno alla povertà, e quelle per le persone non autosufficienti. Esistono dei percorsi amministrativi che sono inseriti nel piano, ma che hanno anche delle logiche di natura cronologica.
Quando lei giustamente dice: "Troviamo un momento di confronto per capire che priorità hanno, che numeri hanno in termini cronologici gli obiettivi che sono inseriti all'interno del piano", io ritengo che questo sia assolutamente opportuno, ma sa meglio di me che ci saranno dei momenti politici a breve nei quali tratteremo proprio questo genere di declinazioni, perché il POA è comunque susseguente al DEFR e nel DEFR si cercherà di fare dei ragionamenti molto puntuali, perché l'ultimo DEFR smarcato dall'anno scorso tende a essere più puntuale sugli obiettivi di un Governo. Nel caso specifico lei lambisce assolutamente, per cui il tema di riferimento è talmente incardinato all'interno di quello che oggi è già il piano, quello dell'ordine del giorno che lei presenta, che nel caso specifico è sicuramente la volta che più politicamente in queste prime undici volte le dico ritiri l'iniziativa oppure ci asterremo.
Presidente - Qualcuno interviene? La parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Vede, Assessore, lei ha sicuramente più certezze delle mie, però commento questa sua presa di posizione, più che risposta all'ordine del giorno, se questo ordine del giorno è soltanto e meramente politico, e ci può anche stare perché facciamo politica, poi con lei è sempre un piacere parlare di politica, io faccio una considerazione: dire che l'astensione o il non accoglimento, ancorché anche parziale, di alcuni ordini del giorno della minoranza è un fatto politico, e non vuol dire che non si prenda spunto, non si consideri la bontà e non si consideri la segnalazione del tema che viene trattato a ogni singolo ordine del giorno o emendamento, quindi è un fatto meramente politico dire: "Ci asteniamo", se è un fatto veramente politico quello che ha portato a dire di no a un confronto che si poteva avere anche a seguito non soltanto dei singoli ordini del giorno, ma anche dell'evoluzione che c'è stata nella vita, possiamo dire della bozza del piano e se si è detto che questo piano effettivamente è già in parte, in corso di messa a terra, alcuni obiettivi magari sono già stati raggiunti, che non c'era la necessità impellente di aggiornare dei dati o, meglio, ne sono stati aggiornati soltanto altri perché alla fine non cambia, perché è un piano di obiettivo, perché un piano che ci dà una visione verso il futuro e quant'altro, mi viene da dire: ma allora la semplice approvazione di questo piano oggi non è meramente un fatto politico, non è meramente un'azione politica che questa maggioranza fa e mette da parte purtroppo tutto quello che invece riguarda le parti tecniche?
Perché oggettivamente, vede, Assessore, io capisco benissimo nel gioco delle parti, "gioco" in senso anglosassone del termine, che ognuno di noi deve difendere una propria posizione, è vero che gli ordini del giorno sono tanti, è vero che alcune tematiche andrebbero snocciolate in modo diverso, quindi sono anche contento che su alcune di queste lei si è preso l'impegno di poi trattarle in Commissione, però io mi chiedo alla fine se al di là di lei, singolarmente lei come soggetto protagonista di questo Consiglio per ovvi motivi, qualcun altro della maggioranza alcuni di questi temi magari li sta valutando, li sta snocciolando, li sta approfondendo, anche magari chi è in V Commissione, perché altrimenti anche la mera approvazione di questo piano, al di là dei buoni contenuti e al di là degli elementi tecnici, è un semplice fatto di natura politica e io spero che questo non sia tale.
Quest'ordine del giorno ha sì una finalità politica ma anche una finalità più amministrativa, che dice una cosa chiara: che noi oggi non abbiamo chiarezza delle priorità di cui il nostro servizio sanitario ha bisogno, perché comunque questo l'hanno detto tutti, sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, l'ha detto anche lei, ci sono delle priorità da portare avanti, quindi io mi auguro in senso positivo, e lo prendo positivamente, che l'auspicio e le sue certezze che ci saranno nel momento in cui questo piano verrà approvato, quindi quella che poi sarà la declinazione operativa, ci possa dare delle risposte visto che politicamente vi asterrete e mi auguro anche che queste risposte diano delle tempistiche certe, delle risorse certe e delle azioni certe, con dei responsabili certi che devono portarle avanti e che ci sia un monitoraggio certo, ma ne parleremo poi al prossimo ordine del giorno.
Presidente - La parola al consigliere Restano.
Restano (GM) - Collega Aggravi, cercherò di dare io una risposta ai suoi dubbi, l'atto è sicuramente un atto politico, però ci sono alcune incongruenze, perché da quando è stato approvato in Giunta ad oggi, è cambiata la maggioranza, è cambiato il decisore politico, l'Assessore, ed è cambiato il Presidente; se almeno dal punto di vista formale si fosse avuta la sensibilità di riapprovare l'atto prima di portarlo in Consiglio, questo Governo se ne sarebbe assunto la paternità.
Dal momento che non è stato fatto in un certo qual modo, è stato validato un atto e una decisione assunta da chi c'era in precedenza, salvo poi in parte un pochino smetterla, e oggi finalmente a botte di ordini del giorno, confrontandoci solamente con il decisore politico, abbiamo modo di avere dei chiarimenti, sarebbe stato bello averli in altra sede forse o doveroso dopo il passaggio politico formale dell'atto, ma forse, colleghi, questo non è un atto politico, non è stato considerato così, perché se quest'atto fosse stato voluto e richiesto dalla politica, si sarebbe fatta la buona politica che porta alla buona amministrazione. Se l'atto invece è subito da chi fa solo la pratica amministrativa, si corre il rischio di avere un atto sovradimensionato con tante cose scritte senza obiettivi e senza possibilità di controllo, perché io che sono un funzionario pubblico e qualcosa ho scritto nel tempo ovviamente e naturalmente sono portato a eliminare certi tipi di controlli. Oggi quindi voteremo sì politicamente dicendo che è un atto politico che ci darà tante cose, ma in realtà ve lo dimostra oggi il confronto che di politico non c'è niente perché non ci sono argomenti, nessuno è in grado di confrontarsi, è un atto purtroppo devo dire a malincuore subito. Non c'è visione, cioè c'è una visione e chi l'ha scritto è gente che è competente, ma non è la visione dei politici, non sappiamo dove andiamo a vedere dalle interlocuzioni che abbiamo perché qua c'è il silenzio, c'è il mutismo, non da parte del Governo ma da parte di chi dovrebbe sostenerlo, poi il Governo fa la sua parte, quindi non possiamo pretendere più di tanto, dobbiamo accontentarci. Nel tempo, magari anche andando avanti con il dibattito, riusciremo ad avere dall'Assessore le dovute e le cercate risposte, però si chiariranno dei passaggi, non ci si potrà più nascondere dietro a "non abbiamo sentito, non abbiamo letto, non abbiamo fatto" perché faremo emergere di volta in volta le cose e, per quanto mi riguarda, a botte di iniziative piano piano, Consiglio dopo Consiglio, porterò le mie proposte per cercare di migliorare l'atto, per cercare di eliminare le cose che non si ritengono opportune ma che non sono dette da me e mi sono sbagliato, sono le proposte della cittadinanza ma soprattutto degli operatori della sanità che oggi ho scoperto che nei venticinque forse che citava il collega Cretier ieri c'erano dei sanitari che ci ascoltavano, mi hanno scritto e mi hanno chiamato, sono andato a trovarli e si sono anche detti un pochino stupiti.
Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.
Baccega (FI) - Per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia a quest'ordine del giorno, un ordine del giorno che richiama molte delle cose che abbiamo detto ieri nel dibattito generale dove un grande piano di salute e benessere sociale della Regione Valle d'Aosta, che arriva a metà del suo percorso, dove alcune cose si dice sono state fatte, alcune le conosciamo, altre no... sarebbe stato opportuno avere un quadro preciso delle cose fatte, le macroaree non hanno un'indicazione precisa di quante risorse servono per fare tutto quel corposo percorso, eccetera. Diciamo quindi che è un atto sicuramente politico quest'ordine del giorno che va nella direzione di sottolineare ancora una volta quanta troppa fretta si è voluta avere, troppa fretta che è stata determinata non certo dalla volontà dell'opposizione, l'opposizione è attraverso questi ordini del giorno che mette in campo tutta una serie di proposte, una serie di suggestioni che sono atte a migliorare questo piano di salute e benessere sociale e lo vedremo ancora in altre iniziative che si andranno a succedere. Voi avete fatto una scelta, avete fatto la scelta politica di dire: "Risponde l'Assessore, che è il buon pungiball della giornata, per il resto c'è silenzio totale".
Per quanto ci riguarda, la scelta di dire a tutto: "O lo ritiro o ci asteniamo" mi sembra davvero una scelta, dal vostro punto di vista politico... non ho un termine preciso, però poco poco piacevole, non soddisfacente e credo che anche dal punto di vista giornalistico questo debba essere rilevato in qualche modo, perché non è pensabile che su tutte queste iniziative di proposizione che vanno nella direzione di dare delle risposte alla cittadinanza voi abbiate fatto una scelta univoca dicendo: "Okay, cancelliamo tutto". D'altronde nella vostra riunione che è durata, se non sbaglio, dodici minuti, non poteva essere esaminato ordine del giorno per ordine del giorno, era chiaro che l'atteggiamento sarebbe stato questo, le abbiamo giù vissute queste cose. Noi quindi voteremo con convinzione quest'ordine del giorno fortemente politico che richiama molti degli interventi che abbiamo fatto ieri e molte sottolineature che abbiamo fatto ieri nei nostri interventi.
Presidente - Altri? Se non vi sono altri, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno in questione non è approvato.
Ordine del giorno n. 12, sempre della Lega. Consigliere Manfrin, per illustrare l'ordine del giorno, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Sicuramente il collega assessore Marzi ricorderà che durante la trattazione in discussione generale del piano ho fatto un esplicito riferimento all'ERP e nello specifico ho evidenziato che nel piano è completamente assente la parte di ERP nonostante sia una parte importante delle politiche sociali. Per fare questo, mi sono affidato a quello che ha dichiarato in primis il rappresentante degli assegnatari che abbiamo audito in V Commissione. In V Commissione il rappresentante degli assegnatari, tal (omissis), che io non avevo mai avuto piacere di conoscere, ci ha detto che, per quanto riguardava il piano delle politiche abitative, si aspettava delle domande da noi perché aveva ricevuto la convocazione a ciel sereno e quindi che la discussione del tema, del PSBS... nella Commissione delle politiche abitative non se n'era mai parlato. Questo riprende quello che abbiamo detto più volte, ovvero che le parti, gli stakeholder e i portatori di interesse che potevano dare il proprio contributo, che potevano dire la propria opinione, non sono stati coinvolti.
Riprendo alcune dichiarazioni, ovviamente parafrasandole, del rappresentante degli assegnatari della Commissione politiche abitative e cosa si dice sulle politiche abitative e sul piano generale? Si parla di disagio sociale ma di politiche abitative nel vero senso della parola non si trovano grandi cose, tranne qualche punto in vari punti all'interno di vari articoli, però non c'era di più. Questo non mi è sembrato un intervento con una precisione eccezionale. Ci ha detto anche che non ho trovato grandi spunti per poter parlare espressamente di politiche abitative ma sostanzialmente ci ha detto: "Se volete, fatemi delle domande perché io sennò non so cosa dire". Questa credo che sia la riprova definitiva del fatto che di ERP nel piano non se ne parla.
Ora, partendo da questo presupposto che si è migliorato tutto un pezzo piuttosto consistente di questioni afferenti al disagio sociale, che sono appunto quelle che riguardano l'ERP, partiamo da questo punto per parlare di che cosa? Per parlare di una misura che abbiamo caldeggiato e caldeggiamo da diverso tempo, ovvero da quando la delibera sulla morosità incolpevole è stata pubblicata, perché nella mia ingenuità, dal 2018 e prima ancora nel Consiglio comunale di Aosta, vaneggiavo di una cosa nella mia follia, cioè mi immaginavo che la morosità incolpevole fosse tale, definita dalla legge 3/2013, perché appunto individuasse le persone che incolpevolmente diventavano morose, quindi definizione proprio da dizionario: "Morosità devo dei soldi, incolpevole ma senza colpe", perché apro il mio portafoglietto e dentro non ci sono soldi, oppure vado nel conto in banca e c'è zero o meno zero, quindi non disponendo io di soldini per poter pagare l'affitto, divento moroso ma non è colpa mia perché non ce li ho.
Partendo da questa definizione che mi sembrava basilare, arriviamo però a prendere atto del fatto che la delibera che definisce i criteri della morosità incolpevole non insiste sulla morosità incolpevole o, meglio, insiste su una piccolissima percentuale di morosità incolpevole, cioè su chi ha una morosità sopraggiunta, cioè un'incolpevolezza sopraggiunta, cioè l'attuale delibera di Giunta che tutela le persone che incorrono nella fattispecie morosità incolpevole tutela soltanto coloro i quali si trovano ad avere delle cause sopraggiunte, cioè guadagnavo 100 euro al mese, a un certo punto vengo licenziato e non li guadagno più, oppure guadagnavo 100 euro al mese ma sono in cassa integrazione e quindi ne guadagno 60, oppure ancora guadagno 100 euro al mese, ma a un certo punto un mio familiare si è ammalato e spendo 40 euro al mese per curarlo, tutte fattispecie che possono accadere ma che sono sopraggiunte. Non si considera però il sopraggiungere di un'altra questione e quale? Il fatto che mi arriva una bolletta che è una mazzata dietro gli orecchi.
L'abbiamo quindi vissuto quest'estate, ci sono persone che guadagnano fra i 300 e i 450 euro al mese e mi arriva una bolletta in un mese che mi fa fuori 500 o 600 euro composta in questa maniera: 50 euro solo per l'affitto e 450 solo per le bollette o per le spese. Questa persona che nello specifico - facciamo un'ipotesi - è disabile e quindi incassa quello, non ha possibilità di lavorare perché non trova lavoro, ha un'entrata fissa che non può modificare ed è in una situazione di necessità, si vede arrivare questo conto dietro le orecchie e dice: "Ma la Regione mi tutelerà, perché io quello percepisco, non ho altro, sto a casa, ho magari anche un alloggio che non è nemmeno adatto alle mie condizioni fisiche e quindi mi verranno incontro". No, la delibera di Giunta sulla morosità incolpevole non va incontro a queste persone, anzi, ne causa lo sfratto, sfratto che, come abbiamo avuto modo di discutere più volte in questo Consiglio, Assessore, lei non ha avuto la voglia, il tempo, la volontà, la possibilità, di poter bloccare. Ecco perché riteniamo che, essendo un piano che si occupa di politiche sociali ed essendo un piano che non parla di ERP ma essendo la natura stessa dell'ERP radicata all'interno della parte delle politiche sociali, ed essendo il problema della morosità incolpevole un problema che ha colpito centinaia di famiglie e che rischia di crearne altrettante ma senza dimora, forse perché così quando saranno senza dimora potranno usufruire dei servizi appositi per i senza dimora che avete deliberato...
Con questo ordine del giorno, Assessore, le chiediamo degli interventi specifici che intervengano nella prevenzione degli sfratti negli alloggi di ERP al di fuori di quelli definiti sulla morosità incolpevole, tenendo conto della condizione di fragilità degli assegnatari, perché lei capirà bene, Assessore, io le ho fatto un riferimento preciso e penso che lei lo abbia letto. La persona di cui le ho mandato vita, morte e miracoli è un caso scuola ed è lo stesso caso scuola che può accadere - ne parleremo più avanti - a un genitore separato che incassa "X", che deve però cedere buona parte del suo stipendio all'altro genitore, ma l'ISEE segna sempre che percepisce "X", quindi ha un ISEE alto. Avendo un ISEE alto e non avendo avuto riduzioni, risulta che non ha diritto di avere la morosità incolpevole e la copertura... nel caso che le ho segnalato è una persona che ha una proprietà che ha ereditato di cui non riesce a liberarsi e che gli pesa sull'ISEE, non rientrando in quei parametri dell'ISEE non può far ricorso a niente ma questa persona ha guadagnato 700 euro in un anno e se li è messi in tasca. Come può questa persona pagare credo che assommino a circa 5 mila euro di arretrati, non vorrei sbagliare, se guadagna 700 euro in un anno? Già fa fatica a mangiare. Come si può prendere questa persona e sbatterla fuori di casa dicendo: "Non paghi", "Io non ho i soldi", "Te non paghi, vai fuori di casa, va bene così, hai 20 mila euro di ISEE", "Ma è una casa che non posso vendere, gravata da un'ipoteca", "Non importa, vai fuori di casa". La risposta che è arrivata è ovviamente che non si può fare niente, con questa misura se venisse prevista - e ci auguriamo che venga accolto questo ordine del giorno - si potrebbe prevenire questa situazione, evitare di creare delle persone che purtroppo vivono la questione degli sfratti e che appunto li penalizza e dall'altra parte destineremmo davvero il settore dell'ERP non soltanto con una mera finalità abitativa, ma con un carattere sociale che si rivolge a famiglie in stato di necessità.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Solo brevemente collega Manfrin, perché lei è una persona troppo intelligente e troppo preparata per non sapere che il motivo per il quale le chiederemo di ritirare l'iniziativa e di astenerci è legato fondamentalmente al fatto che il Piano della salute e del benessere sociale è un piano di integrazione socio-sanitaria e che il Piano delle politiche abitative, lei lo sa perché lo abbiamo trattato anche in un'iniziativa, ha un piano a sé stante e che, tra l'altro, risulta essere scaduto da anni perché era in attesa che si rifacesse la 3, quindi stiamo parlando, se non sbaglio, del 2017, poi la 3 non ha mai visto la partenza della sua riforma se non negli ultimi mesi, perché è stato istituito un tavolo che ha già fatto una riunione e quindi non essendo ripartita la riforma della 3 che è del 2013, non è partita la riforma del Piano delle politiche abitative, quindi di conseguenza in questa strana dinamica di "Cane che si morde la coda" di fatto stiamo cercando adesso di porre rimedio partendo da una riforma della 3 secondo tutta una serie di dettami che poi porterà anche alla riforma del Piano delle politiche abitative.
Il tema di quest'ordine del giorno pertanto è un tema politicamente assolutamente rilevante, da un punto di vista sociale e amministrativo idem come sopra, lei, tra l'altro, porta perennemente all'attenzione del Consiglio, e quindi anche della comunità valdostana, questi tipi di temi nella maniera dovuta, però nel caso specifico, per restare anche sul tema rispetto a perché vi astenete, perché non vi astenete, c'è sempre dignità nei vostri ordini del giorno e quindi lo ha a maggior ragione anche questo anche quando, di fatto, non hanno diretta pertinenza al Piano della salute che stiamo dibattendo.
Mantenendo assolutamente attenzione al tema e anche alle modalità diverse con la quale lei lo propone, pertanto le chiediamo di ritirare l'iniziativa oppure ci asterremo.
Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.
Baccega (FI) - Questo è un tema che nei due anni e mezzo e più che sono trascorsi nella vostra maggioranza abbiamo sollecitato, sia il collega Manfrin che il sottoscritto, ma forse anche altri colleghi, più volte dicendo che le storture erano evidenti, ma le storture stanno portando a situazioni di degrado pazzesco, perché se una signora, chiamiamola la signora Gina, ha avuto un incremento di pensione portato da 550 a 555 euro al mese e non può accedere alla morosità incolpevole perché ha avuto un incremento di reddito e l'ARER fa il suo percorso, fa lo sfratto e la mette in mezzo a una strada, questo è un caso sociale clamoroso ed evidente, ma di questi casi ce ne sono troppo, diversi.
Io non lo so se le nostre sollecitazioni hanno fatto sì che ci fosse in qualche modo un approfondimento da parte vostra rispetto a questo tema clamoroso, guardo anche i vostri colleghi di maggioranza; capisco gli autonomisti che hanno una visione forse indispettita su questa delega, in passato a volte è stato così, ma guardo gli amici del PD. Avete l'Assessore alla casa al Comune di Aosta e stanno buttando fuori la gente, ma mettetela come priorità di questa maggioranza, almeno quello fatelo, invece no, silenti. Non ce l'ho personalmente con voi, ce l'ho con il quadro, voi siete il riferimento, siete sempre stati il riferimento di quella categoria di persone che erano gli ex operai Cogne, ora sono in pensione, ora sono rimaste da sole le signore, magari è mancato il marito e viceversa, ma possibile che non vi rendete conto di che cosa sta succedendo? E poi avete il coraggio di andare al Quartiere Cogne a fare le visite. Io davvero ve lo chiedo per favore, siete in maggioranza, dite alla vostra maggioranza: "Forse è meglio che ci sediamo al tavolo e ci occupiamo di questo problema". Una famiglia, il marito è in Ospedale da un mese e mezzo, ha pagato 3.500 euro dei 7 mila che doveva pagare perché è indietro e la buttano fuori comunque. Non possiamo andare avanti così, non si può, ma sono tanti i casi di questo tipo, ve lo assicuro. Legge 3 da riformare, alla buonora si è riunito il tavolo una volta e quanto aspettano? Quanto aspettano? Perché non ci avete coinvolti in quel tavolo di lavoro? Avremmo dato un grosso contributo, invece si farà una modifica alla legge 3, arriverà qua, andremo in Commissione, sicuramente ci saranno delle magagne da mettere a posto. Forse aveva buon senso chiamare Manfrin o qualcun altro in quella Commissione, che vi avrebbe dato certamente delle suggestioni interessanti da portare avanti.
Io quindi sicuramente voterò quest'ordine del giorno perché davvero sono preoccupato, e ho fatto l'Assessore tanti anni in quel settore, sia al Comune di Aosta che in Regione, purtroppo la gente continua a venire da noi, viene da me, viene da Manfrin e non so più cosa dire. "Stanno modificando la legge, probabilmente modificheranno anche la delibera della morosità incolpevole" ma intanto le procedure vanno avanti. Almeno mettete uno stop per fare una riflessione, la gente finisce in mezzo alla strada nei prossimi mesi e c'è già gente che dorme in macchina, ma leggete queste relazioni sociali, ma leggetele caspita!
Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Desidero ringraziare davvero il collega Baccega per aver testimoniato quella che purtroppo è una situazione di necessità che tante persone stanno denunciando e vado oltre. Riconosco che per me è duro dirlo dopo tutto quello che abbiamo affrontato e che c'è stato, ma probabilmente se ci fosse ancora l'assessore Baccega questa situazione non si sarebbe creata, e questo è tutto dire, ma banalmente perché c'era un'attenzione verso quel settore. Vede, assessore Marzi, lei giustamente riporta la questione al piano politiche abitative e lei ha perfettamente ragione, però quest'ordine del giorno contiene anche una piccola provocazione. Lei probabilmente non lo ricorderà, o se lo ricorda, fingerà di non ricordarlo, che noi le avevamo sottoposto un'impegnativa che chiedeva di coinvolgere proprio il piano delle politiche abitative e lei ce l'ha bocciata, dicendo che il piano delle politiche abitative è inutile, quindi, di fronte al fatto che lei ci definisce che il piano delle politiche abitative è inutile, allora si ritiene opportuno agire oltre il piano politiche abitative.
Al di là della provocazione politica, lei però ha detto una cosa: "Questo piano non si occupa dell'ERP". No, Assessore, questo piano si occupa della parte del welfare integrativo e generativo e, come lei potrà leggere, per esempio, a pagina 150: "Delle azioni programmatiche prioritarie di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale" oppure "Alla valutazione multidimensionale progetto personalizzato attivazione dei sostegni" a pagina 152, o ancora "Il pronto intervento sociale" a pagina 153, o ancora "I servizi per la povertà e la marginalità estrema" a pagina 155.
Ora, se lei legge tutti questi interventi e in tutti questi interventi lei ritiene che non si debba prevedere nulla per chi ha un alloggio di ERP che viene concesso - lei, Assessore, perlomeno questo lo sa - a situazioni di assoluto disagio, poi c'è una questione che sappiamo benissimo, cioè c'è un reddito di ingresso e non c'è un reddito di uscita, ma al netto di questo le persone che entrano hanno un disagio fortissimo, quindi si parla di persone che entrano in una logica di disagio, se a queste persone viene concesso l'alloggio e per queste persone non vengono previsti dei sostegni nel caso in cui dovessero andare incontro a condizione che le porta a non pagare più l'affitto, lei non può dirmi che non se ne deve parlare nel piano, che facciamo? Diciamo: allora per quello che è senza dimora abbiamo questa serie di questioni, per quello che affronta situazioni di disabilità, abbiamo questo, per quello che affronta condizioni di non autosufficienza, abbiamo questo, per gli anziani abbiamo quest'altro e per chi sta per essere asfaltato? Ah no, per lui niente, no, lui non lo trattiamo, ne parliamo poi, se va bene, nel piano politiche abitative.
Non funziona così, Assessore, è una condizione di fragilità di cui voi non vi fate carico. Questo è un buco obiettivamente che c'è di cui non parlate e, come le ho dimostrato, non ci sono le modalità per replicare, non le avete create, non esistono ad oggi, nonostante il pronto intervento sociale che avete fatto e presentato in pompa magna, una persona che ha bisogno oggi deve avere il diritto di dire: "Lo sapete che c'è? Oggi devo pagare l'affitto, oggi mi scade sennò mi sbattono fuori, cosa possiamo fare?". "Verifichiamo subito, la tua situazione è questa, non puoi pagare perché non hai i soldi, hai una condizione di fragilità, interveniamo noi". Questo non si fa.
Con quest'ordine del giorno invece si potrebbe realizzare, lei ritiene di non volerlo accogliere, Assessore, mi dispiace, mi dispiace per lei, però credo io, i colleghi e chi sosterrà quest'ordine del giorno, glielo farò avere la prossima volta, così come tutte le altre iniziative che abbiamo fatto, dicendo: "Sapete che c'è? Caro Giovanni, caro Antonio, cara Carmela e cara Debora, siete stati buttati fuori di casa? Vi minacciano di farlo? Noi la soluzione l'abbiamo proposta, la risposta qual è stata? Va beh, ma il piano politiche abitative...", "come se fosse Antani"... Va bene, Assessore, faccia quello che vuole, noi le soluzioni ve le abbiamo date, volete continuare così? Questa sarà una cosa che porterà detrimento a voi e soprattutto alle famiglie che rischiano di andare in mezzo a una strada.
Presidente - Metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 13, sempre della Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno che ha come oggetto: "Lavoro e reddito di cittadinanza" riprende un'iniziativa del nostro gruppo presentata il 5 aprile del 2023 avente come oggetto: "Interventi volti a favorire l'incontro di domanda e offerta lavorativa presso i centri per l'impiego", con particolare riferimento ai percettori di reddito di cittadinanza. Un tema delicato quello che riguarda i percettori del reddito di cittadinanza, ricordo che è un sostegno economico rivolto alle famiglie in difficoltà con reddito inferiore alla soglia di povertà, associato a un percorso di reinserimento lavorativo o di inclusione sociale. È proprio su questo punto che verte l'ordine del giorno, perché se da una parte il reddito di cittadinanza ha ridato dignità a molte famiglie, allo stesso tempo è giusto che chi lo percepisce, ed è ovviamente nelle condizioni fisiche di poterlo fare, dedichi una parte del suo tempo, come lo prevede il decreto, in lavori utili alla comunità. Ecco che i famosi progetti un tempo utili alla comunità ai quali i percettori del reddito di cittadinanza dovrebbero partecipare hanno avuto un esito negativo a causa delle difficoltà riscontrate dai Comuni nell'attivazione dei PUC. Se da una parte abbiamo le categorie fragili sulle quali indirizzare al meglio una misura di sostegno, è altrettanto importante inserire nel mondo del lavoro gli occupabili visto che nella nostra regione su 432 domande - faccio riferimento ai dati che ho, quindi quelli relativi al 13 marzo 2023 - 97 beneficiari sono tenuti a un percorso di inserimento lavorativo, perché se da una parte il reddito di cittadinanza deve sostenere i cittadini in difficoltà, è altrettanto giusto - e lo ricordo ancora - che gli occupabili trovino giusta collocazione nel mondo del lavoro. Per questi motivi la legge di bilancio 2023 ha modificato in senso restrittivo il reddito di cittadinanza come ampiamente pronunciato dalla maggioranza nei mesi scorsi. Si prevede che per il 2023 per i percettori che possono lavorare il sostegno sia riconosciuto per un massimo di 7 mesi e devono essere inseriti in un periodo di sei mesi in corsi di formazione e di riqualificazione professionale. In caso di mancata frequenza al programma assegnato, il nucleo del beneficiario del reddito decade dal diritto della prestazione. Inoltre le Regioni sono tenute, lo ricordo, a trasmettere all'ANPA gli elenchi dei soggetti che non rispettano l'obbligo di frequenza. Per i beneficiari compresi nella fascia di età tra i 18 e i 29 anni che non hanno adempiuto all'obbligo scolastico l'erogazione del reddito è subordinata all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello. I percettori del reddito di cittadinanza residenti nel comune debbono essere impiegati in progetti utili alla collettività e il contributo economico cessa se il percettore non accetta la prima offerta di lavoro. Visto che nel piano per la salute 2020-2025 si intende rafforzare i servizi per l'attuazione del reddito di cittadinanza e dei servizi per il reinserimento sociale e lavorativo, pagina 152, si impegna l'Assessore competente a organizzare una seduta del Consiglio politiche del lavoro congiuntamente alla IV Commissione consiliare per analizzare lo stato degli inserimenti nel lavoro del lavoro dei percettori del reddito di cittadinanza.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Con riferimento al Piano della salute e del benessere sociale, il compito dell'Assessorato della sanità e politiche sociali è naturalmente quello di supportare i percettori del reddito di cittadinanza nei percorsi di reinserimento sociale e stiamo ovviamente effettuando, in collaborazione con il Dipartimento del lavoro, il reinserimento invece di natura occupazionale e lavorativa. La convocazione del Consiglio delle politiche del lavoro è in capo al Dipartimento delle politiche del lavoro stesso, del collega Bertschy per gli atti di competenza. Naturalmente questo tipo di iniziative sono lambite all'interno del piano della salute e del benessere sociale come da lei richiamato, il collega Bertschy, che da sempre è assolutamente collaborativo e proattivo su questi temi, è nelle condizioni, pur chiedendole il ritiro, altrimenti l'astensione della maggioranza, per trattare il tema in più occasioni anche rispetto al piano.
Presidente - La parola al consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Se da una parte quindi il reddito MIA ha come finalità quella di sostenere i cittadini in difficoltà, è importante che gli occupabili partecipino al reinserimento lavorativo. Visto che in data 13 marzo erano 97, organizzare una seduta del Consiglio politiche del lavoro potrebbe facilitare questo tipo di inserimento e favorire l'incontro di domanda e offerta lavorativa. Noi quindi torneremo presto sul tema con altre iniziative e porteremo al voto questo ordine del giorno.
Presidente - Posso mettere in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo quindi all'ordine del giorno seguente, il n. 14, sempre della Lega. Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (LEGA VDA) - Come avevo preannunciato nell'altro ordine del giorno, quello che l'Assessore ha battezzato come più politico, c'è anche un ordine del giorno che riguarda il monitoraggio e il raggiungimento degli obiettivi definiti nel piano regionale per la salute e il benessere sociale. Ora, io spero che anche questo non venga battezzato come politico e cerco di dare degli elementi in più, in realtà quest'ordine del giorno possiamo collegarlo al nostro n. 5, cioè quello in cui si era cercato di dare la possibilità di fare un ragionamento più approfondito sull'attività di monitoraggio dei LEA fatta dal nuovo sistema di garanzia del Ministero della salute, in particolare sul report 2021, e su tutta una serie di indicatori che in parte abbiamo avuto l'occasione di citare nel corso della trattazione di quell'ordine del giorno.
Quest'ordine del giorno vorrebbe impegnare l'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali a presentare nella Commissione consiliare competente, entro trenta giorni dall'adozione definitiva del piano regionale, le modalità di raccolta e aggiornamento periodico degli indicatori di monitoraggio, nonché le modalità e relative tempistiche di rendicontazione e comunicazione dell'andamento del già citato piano. Prendo spunto da due paragrafi, due sezioni dello stesso piano: il primo è quello intitolato "Governance e attuazione del piano regionale della salute e benessere sociale". Al suo interno e nel primo punto, perché poi ritornano le cose, si dice per l'appunto che il piano è il principale documento di programmazione pluriennale e di azione politica nel corso della legislatura. Si dice anche che il piano solitamente è riferito a un periodo minimo pari a un triennio, 2022-2025 giustamente, poiché, tra l'altro, è l'arco temporale della legge di bilancio, destinato a finanziare le azioni interne al piano e, siccome questo è un documento a elevata vocazione politica, già in molte Regioni è stato svincolato dalle leggi di bilancio per trasformarlo in documento politico programmatorio di intenti quinquennale o persino decennale e, se vogliamo, quello del 2013 quasi lo è stato senza volerlo, individuando le macroaree strategiche spesso trasversali a più ambiti in modo da adeguarne nel corso del periodo di validità le azioni che da queste derivano e ciò anche a fronte di monitoraggio costante della modificata sostenibilità finanziaria e operativa conseguente.
Spesso le attività di monitoraggio sono viste un po' con la penna rossa per dare i voti, in realtà l'attività di monitoraggio è proprio questa, cioè quella che dovrebbe, nel corso del monitoraggio, eventualmente controbilanciare, revisionare, rettificare e correggere alcune previsioni del piano, ma di qualsiasi piano, che ovviamente non hanno dato la performance che ci si aspettava. Infatti si parla, tra l'altro, sempre all'interno della volontà di governance di questo piano, di renderlo più flessibile e performante rispetto alle capacità di adattamento della risposta istituzionale ai bisogni emergenti e alle situazioni emergenziali. Il rischio è di aver sganciato il piano dalle leggi di bilancio, quindi da degli atti più ingessati - mettiamola così -, più complicati e più complessi anche nella procedura di valutazione, di approvazione e anche di modifica, è stata quella che sicuramente ha reso questi strumenti programmatori più duttili però nello stesso momento rischia anche di renderli un pochettino più eterei.
La sezione invece di valutazione del piano regionale, che poi è quella direttamente collegata all'ordine del giorno, dice che con questo scopo, quindi con lo scopo di valutare il piano, sarà predisposta dalle strutture competenti dell'Assessorato, al termine della vigenza del piano ed entro sei mesi dall'annualità successiva, quindi il giugno 2026, una verifica del raggiungimento degli obiettivi attraverso l'analisi dei valori degli indicatori individuali in fase di programmazione. Poi si dice una cosa interessante su cui vorrei puntualizzare e sottolineare all'Assessore, annualmente nel POA, quello di cui abbiamo parlato prima, sono individuati gli indicatori di maggior dettaglio correlati specificatamente alle azioni avviate nelle annualità, indicatori del Ministero, indicatori di piano, indicatori di performance che già l'azienda ha, tutta una serie di indicatori. Questa frase mi lascia un po' perplesso, è ovvio che è una frase all'interno di un piano che appunto descrive l'azione politica, però anche il fatto che annualmente vengano definiti degli indicatori di maggior dettaglio relativi alle azioni avviate nell'annualità mi lasci dire, Assessore, che potrebbe anche succedere che mi trovo un indicatore legato solo a un anno e non a un confronto, quindi o ne abbiamo troppi di confronto, o rischiamo di non averne.
In più si dice che con la deliberazione della Giunta regionale sarà inoltre approvata la costituzione di un tavolo di monitoraggio, l'ennesimo tavolo, e soprattutto poi la chiosa finale di questa sezione, che mi lascia ancora più perplesso, ma sono sicuro che avrò risposte anche se è un'astensione: "Sulla base degli elementi di monitoraggio e di valutazione sopra descritti, l'Assessore competente relaziona alla Giunta regionale e alla Commissione consiliare competente trascorsi 24 mesi dalla data di approvazione del piano e al termine del periodo di vigenza". A fronte di questo noi chiediamo per l'appunto se è possibile - anche se il podestà è diventato "Pungiball", mi permetta una battuta - conoscere le modalità con le quali si intendono raccogliere e aggiornare gli indicatori di monitoraggio, non chiedo di definirli perché c'è scritto appunto che lo si farà nel POA e mi auguro che possano essere confrontabili un anno dall'altro, perché comunque gli obiettivi, ancorché da raggiungere, sono poi anche da mantenersi, perché non c'è soltanto il raggiungimento, nonché le modalità e le relative tempistiche di rendicontazione e comunicazione dell'andamento del piano, anche perché c'è una parte, tra l'altro, che ho trovato interessante e che in parte ho già dato ma la voglio sottolineare in chiusura di presentazione, che è il fatto che, oltre al monitoraggio, si parla di una rendicontazione pubblica dell'andamento del piano, che sono sempre elementi utili per le revisioni e integrazioni future. La rendicontazione pubblica dovrebbe anche essere elemento di comprensione e di conoscenza di come si intende farlo, quindi gli elementi che mettiamo sul tavolo sono legati non soltanto alla valutazione a sé stante del piano e delle azioni, ma anche utile a capire se questo piano sta andando nella corretta direzione o, meglio, se le misure che intende perseguire si stiano attuando. L'obiettivo è quello di cercare di capire di più rispetto a quello che ho appena letto e, se possibile, anche avere degli elementi di dettaglio perché oggettivamente 24 mesi, giugno 2026, l'annualità anche degli indicatori - mi permetta se lo ridico -, però vedo grande confusione sotto il cielo.
Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.
Marzi (SA) - Come già evidenziato, ogni macroarea presenta obiettivi specifici che trovate descritti alla fine di ciascuna macroarea stessa e che sono stati già oggetto dell'ordine del giorno precedente che verranno declinati appunto nel piano operativo annuale (POA) in obiettivi più dettagliati e collegati alle singole azioni annuali e coerenti, tra l'altro, con gli indirizzi del DEFR.
Le modalità di monitoraggio del piano sono previste in dettaglio a pagina 209 del piano stesso, come da lei, tra l'altro, evidenziato e per tale finalità è prevista la costituzione di un tavolo dedicato di monitoraggio e valutazione del piano stesso che annualmente valuterà lo stato di avanzamento delle azioni inserite nel POA e degli indicatori di riferimento. Tale organismo sarà costituito da rappresentanti di Regione, Azienda, Enti locali, Terzo settore, Organizzazioni sindacali e da altri soggetti che si riterrà utile coinvolgere in quanto attori significativi del sistema sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale regionale, in base naturalmente ai vari temi oggetto di monitoraggio, rispetto sia agli obiettivi che a quelli che diventano poi dopo gli obiettivi del POA stesso.
In relazione a quanto lei richiamato, cioè sul fatto che approvando il piano di riferimento ad oggi, rispetto a quella che poi sarà la declinazione amministrativa del DEFR e del POA, con le revisioni di riferimento e i controlli di riferimento - che, come ha visto, non temono la matita rossa ma sono addirittura istituzionalmente previsti - sono fondamentalmente collegati a che cosa? Anche a tutto il confronto che c'è stato nelle varie riunioni della V Commissione, che, tra l'altro, spesso sono state oggetto di domande da parte sua rispetto ai dati di contesto.
Una delle risposte che c'è stata è: ci sono dei dati di contesto prima del piano, questi dati di contesto nel frattempo devono essere aggiornati o avrebbero dovuto essere aggiornati, abbiamo tentato di aggiornarli, come, tra l'altro, in maniera un po' ironica richiamata rispetto alla mia premessa, però è naturale che quello che è stato richiamato è il fatto che questo è un piano programmatorio su un arco temporale medio o medio/lungo. Sicuramente i piani della salute partono per avere una lunghezza che va al di là del triennio, di solito possono anche essere valutati rispetto a una consiliatura, spesso superano anche le consiliature. Un piano di riferimento come questo, che arriva di fatto nel 2023, sicuramente supererà le consiliature e avrà dei criteri di attuazione e, di conseguenza, dei momenti di monitoraggio che vanno al di là dell'attuale Governo e al di là dell'attuale maggioranza e minoranza. Questo è assolutamente normale. Io mi sento anche di dire una cosa: sarebbe per certi versi molto positivo pensare già su un arco temporale quinquennale di variare o aggiornare un piano della salute. Non è successo, un motivo ci sarà stato? Lei giustamente ha richiamato il fatto che questo piano ha avuto una declinazione decennale. Quello che stiamo approvando oggi probabilmente lo avrà simile al decennio, sarebbe auspicabile che questo arco temporale sia leggermente accorciato.
Nella declinazione degli obiettivi che sono istituzionalmente previsti ci sono naturalmente tutti i controlli sia politici che amministrativi che sia il DEFR che il POA hanno rispetto agli obiettivi che il piano ha declinato nel momento in cui ad aprile 2022 è stato, di fatto, approvato dalla Giunta e, essendo diventato un organismo vivo e attuale, ha continuato a declinare con le priorità in alcuni casi amministrative, in altri casi politiche e dato un obiettivo di riferimento.
Per arrivare a determinate scelte politiche è stato necessario fare tutta una serie di azioni intermedie che hanno portato a dei punti di atterraggio ben individuati. Io pertanto credo che, rispetto a quest'atto di programmazione, proprio perché è un atto di programmazione e perché è così chiaro nell'esplicitazione dei suoi obiettivi e negli strumenti che dovranno declinare questi obiettivi l'ultimo dei problemi sarà il monitoraggio: magari sarà l'attuazione di alcune delle azioni indicate come obiettivi, ma il monitoraggio delle azioni individuate come obiettivo non credo che sarà il principale problema.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (GM) - Per limiti personali non ho capito, perché se oggi noi approviamo in questa sede il piano è perché è di competenza del Consiglio. Il Consiglio deve poter monitorare il piano, la Giunta ha in questo caso la competenza di mettere a terra il piano, quindi le competenze essenzialmente amministrative ed effettuerà i controlli amministrativi. Il Consiglio lo approva in nome e per conto della popolazione che ha il diritto e il dovere, attraverso anche i Consiglieri che sono stati eletti, di poter verificare l'andamento del piano. Il sottrarre al piano, e quindi al Consiglio, le competenze per poterlo monitorare, la possibilità di monitorarlo, non è corretto, è quello che andiamo dicendo da oramai una giornata e mezzo. Se lei, come ha fatto, ha affermato, e ci credo, che il piano avrà una durata superiore al 2022-2025 per tutta una serie di validi motivi, siete ancora in tempo, modificate il titolo del piano. Almeno quello ce lo dovete, ma non dovete a noi, lo dovete la popolazione, perché sembra una presa in giro, è una presa in giro. Parimenti vanno modificate a questo punto le schede di monitoraggio, non devono essere solo di competenza della Giunta ma devono essere di competenza sul piano del Consiglio, non perché sono inserite nel DEFR, perché il DEFR lo gestisce comunque la Giunta, lo scrive la Giunta, e non è questa la filosofia che porta all'elaborazione del piano della salute e del benessere sociale, almeno da come la intendo io, è uno strumento diverso. Questa è la mia intenzione ed è per questo che voteremo quest'ordine del giorno.
Presidente - Altri? Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (LEGA VDA) - Guardi, Assessore, mi era venuta in mente una battuta ma gliela faccio poi a livello personale, invece penso di aver compreso una cosa: che sono stati definiti tutti i vari obiettivi di piano ma sulla parte di monitoraggio, di schede di monitoraggio, come diceva il collega Restano, comunque per quello che riguarda gli indicatori, forse in realtà non c'è nulla, perché oggettivamente dopo tutto questo tempo una cosa che pensavo fosse non solo banale, ma scontata è che, fatto il piano, definiti gli obiettivi, sia già chiaro quali debbano essere gli indicatori e soprattutto le annualità di riferimento e quelli che sono appunto i limiti all'interno dei quali ci si aspetta che gli indicatori si muovano per le ovvie considerazioni, perché, al di là della natura politica e di azione politica, programmatoria o quello che si vuole, io mi immagino che nella costruzione di un piano tutti gli elementi ci siano, quindi non solo gli elementi di obiettivo e di prospettiva, ma anche gli elementi di controllo, perché lei ci dice: "A pagina 209 ci sono". La pagina 209, di fatto, io l'ho letta prima, mancavano alcuni passaggi ma l'ho letta e non è che ci sono, si indicano e, come le ho detto, si indicano anche qua degli obiettivi, perché, da un lato, si dice che una valutazione complessiva verrà fatta a giugno 2026, quindi al termine della programmazione sul complesso ci sarà una valutazione, poi si dice che verranno definiti annualmente gli indicatori di maggior dettaglio correlati però specificatamente alle azioni avviate nelle annualità. Qui sono curioso poi di vedere quello che arriverà, perché oggettivamente se ho un indicatore, devo definire un dominio, direbbe il collega Lavevaz, all'interno del quale si devono muovere.
Poi troviamo anche il tavolo dove sinceramente mi viene da dire una cosa: la Regione, l'Azienda USL, gli Enti locali, le organizzazioni sindacali, il terzo settore, a questo punto anche le associazioni dei consumatori, perché alla fine gli utenti del servizio sanitario sono dei consumatori, nel senso che io tutti questi tavoli o cabine di regia... già la cabina di regia porta male come definizione in Regione Autonoma Valle d'Aosta ma, al di là di questo, l'ennesimo tavolo. Anche al tavolo che cosa verrà portato? Tutto l'insieme degli elementi? E la trasparenza pubblica che cosa verrà fornita? Mi aspetto anche lì che ci siano magari delle schede di dettaglio, perché il cittadino che vuole capire a che punto è o il Consigliere che vuole capire a che punto è l'attuazione del piano abbia un'idea di quello che gli verrà proposto.
Poi in ultimo la questione dei 24 mesi, oggettivamente quel passaggio finale mi resta molto, molto vago e soprattutto non capisco che attinenza possa avere rispetto agli indicatori di valenza annuale relativi al POA. Non lo so, se questo è un percorso di valutazione e di monitoraggio definito, chiaro e pronto, sinceramente, ripeto, grande è la confusione sotto il cielo.
Presidente - Altri? Non vedo altre richieste, posso mettere in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno n. 14 non è approvato. Passiamo all'ordine del giorno n. 15, sempre della Lega. Si è prenotato il consigliere Manfrin a cui passo la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno che abbiamo voluto intitolare: "Sostegno alle nascite e ai neogenitori" riprende un'iniziativa che abbiamo presentato qui in Consiglio che è l'iniziativa di un emendamento che abbiamo chiamato "Naître Valdôtain", quindi un emendamento che è stato presentato al bilancio mi pare e che presentava chiaramente un sostegno per quanto riguarda le famiglie valdostane. Dobbiamo prioritariamente parlare chiaramente delle condizioni della natalità e soprattutto della nostra società. Come sappiamo, nel nostro Paese la denatalità e l'invecchiamento della popolazione stanno facendo sentire purtroppo la loro morsa, infatti avrete penso preso visione dai dati che l'Istat ha rilevato, ovvero di fronte a una mortalità che purtroppo è ancora elevata, la natalità ha toccato valori al minimo storico, contando meno di sette neonati e più di dodici decessi per ogni mille abitanti e se calano le nascite in tutto il paese, la nostra Regione non fa eccezione, anzi, fa registrare un record negativo. La percentuale, secondo il rapporto Istat, è elevatissima, meno 42,6% nel complesso e meno 48,4% per il primo figlio. È la Regione in cui ci sono meno nuovi nati rispetto al resto d'Italia, mentre la Provincia Autonoma di Bolzano è l'unica in cui le nascite dei primi figli aumentano anche se soltanto dello 0,7%. Questi dati negativi sono in continuo con gli otto anni precedenti, in virtù dei quali la Valle d'Aosta ha perso per strada quasi 5 mila residenti e ricordo ai tempi le dichiarazioni dell'allora presidente Lavevaz, che diceva: "È un aspetto preoccupante, assistiamo a un calo delle nascite che non è compensato dall'aumento dell'immigrazione", mentre commentava la nota socio-economica 2021/2022 dell'Osservatorio economico e sociale. Voglio ricordare le parole del capo dell'Osservatorio Dario Ceccarelli, che aggiunse: "È in effetti un punto molto delicato, in linea generale le questioni demografiche sono tenute sullo sfondo ma hanno degli impatti molto rilevanti trasversali su tutta la società e sull'economia e per Ceccarelli il calo dei residenti corrisponde a un calo della popolazione in età lavorativa. Dal 2014 al 2022 i Valdostani, come abbiamo detto, sono calati di 4.900 unità, del 3,8%. Nel 2021 la popolazione è ancora diminuita passando dai 124.089 residenti al 1° gennaio 2021 ai 123.337 del 31 dicembre. Tra le cause di questo calo vi sono, e qui è inevitabile, i mancati sostegni alle famiglie, oltre che le cause strutturali come la difficoltà - e quindi la metterei anche sulla parte di sostegno alle famiglie - di accesso al mercato delle abitazioni, la bassa crescita economica ma anche dei possibili fattori culturali. L'ipotesi è che la popolazione valdostana al 2050 possa ridursi a 100 mila residenti rispetto ai 123.000 odierni, come appunto in quell'occasione ha sancito l'Osservatorio regionale, ma la situazione non è incoraggiante, ha detto il dottor Ceccarelli con la piramide dell'età che si capovolge. Se nel 1952 era una piramide, oggi la struttura si rovescia, crescendo la popolazione anziana e riducendosi alla punta della piramide la popolazione giovanile. Ne consegue quindi anche inevitabilmente anche qui un calo della popolazione scolastica; secondo lo scenario intermedio, nel 2036 potremmo perdere circa 3.500 dei 17.500 studenti di oggi, ovviamente dall'infanzia alle scuole superiori.
Altra questione è anche qui l'età lavorativa e l'assottigliamento della popolazione in età lavorativa, che nel 2050, nell'ipotesi più pessimistica, potrebbe avere un crollo mostruoso, arrivando, pensate, a 53 mila persone. Quello che è interessante però, sempre secondo il dottor Ceccarelli, è che la crisi demografica in Valle ha subito un'accelerazione dopo la crisi causata dal fallimento di Lehman Brothers del 2008, prima si sono visti gli effetti finanziari, poi economici e poi sulla società, con un progressivo peggioramento dal 2012 in avanti. Ne consegue quindi che proprio le cause economiche, fra le altre, sono alla base del calo di natalità: ecco perché noi ai tempi abbiamo presentato e sostenuto un emendamento che cercava proprio di creare ex novo una misura di aiuto alle famiglie per ogni nato ed è proprio questa che con questo ordine del giorno oggi chiediamo di poter rendere concreta, visto che c'è un capitolo dedicato anche alla parte di promozione della natalità, ma non ci sono misure specifiche sul tema come avevamo pensato noi. Con quest'ordine del giorno quindi chiediamo al Governo regionale di prevedere l'istituzione di un contributo una tantum per ogni nuovo nato al fine di sostenere le famiglie valdostane e di incrementare le nascite nella nostra regione.
Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.
Marzi (SA) - Collega Manfrin, io la ringrazio per l'onestà intellettuale con la quale ha richiamato il fatto che questo tipo di iniziativa è stato più volte portato in Consiglio, però proprio per questo motivo è anche il caso di ricordare che, nel caso specifico, questo tipo di temi non era oggetto della trattativa del Piano della salute e del benessere sociale che hanno naturalmente attinenza molto ampia rispetto al tema. Poi io capisco che adesso voi andrete a prendere le pagine di riferimento, ma quelli sono i LEPS, collega Manfrin, io capisco quindi i livelli essenziali delle politiche sociali che si trasformano in atti ben individuati. Inoltre come filosofia di riferimento all'interno di un piano di questo genere sicuramente lo dimostrano il numero delle iniziative: si può trattare qualsiasi tipo di tema, ma nel caso specifico gli interventi economici che lei giustamente richiama con l'ordine del giorno n. 15 non hanno diretta pertinenza con il Piano della salute e del benessere sociale. Esistono di fatto già misure nazionali a sostegno delle famiglie e della natalità, quali l'assegno unico universale, il bonus INPS Nidi e altre misure regionali di varia natura, quali i voucher per le tate familiari. Si tratta quindi di una scelta politica che dovrà essere valutata nell'ambito del sistema degli aiuti già esistenti. La maggioranza in tal senso lo sta assolutamente facendo e anche la maggioranza Testolin, con l'arrivo di alcuni colleghi, è stata ulteriormente sollecitata rispetto al passato a fare questo genere di valutazioni, che rimangono, da un punto di vista politico, assolutamente centrali, ma che lambiscono il Piano della salute e del benessere sociale.
Presidente - La parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Mi corre l'obbligo di ricordare, come aveva già previsto anche l'assessore Marzi intervenendo poc'anzi, che vi è un intero capitolo dedicato, a pagina 147, alle politiche per la famiglia e la natalità. Sicuramente lei potrà dire che ogni singola iniziativa che portiamo o è già stata prevista o non è prevista dal piano, perché il piano non deve entrare, però, Assessore, queste sono spiegazioni deboli. Io comprendo e ho anche simpatia per la sua condizione di oggi, che probabilmente, visti gli orari anche di domani, la vede sotto il fuoco di fila degli ordini del giorno, ma giustamente lei ricorderà anche durante la prima seduta di questo Consiglio, le dissi che lei con un gruppo di un Consigliere era riuscito a prendere un Assessorato che assommava a una percentuale di circa il 33%, un terzo del bilancio è nelle sue disponibilità e quindi così da grandi Assessorati derivano grandi responsabilità e oggi ne abbiamo la prova, però queste sono delle giustificazioni particolarmente deboli. Se lei mi spiega e mi dice che con questa cosa qui, con la parte prevista nel piano non si può prevedere, noi con gli emendamenti lo avevamo previsto, anzi, se fossero stati recepiti, la misura a favore della natalità sarebbe stata ovviamente recepita e avrebbe prodotto i suoi effetti; non si è voluto fare, poi si fa un capitolo specificamente dedicato alle famiglie e alla natalità e non si mette però nessuna misura di sostegno, neanche ipotetica, neanche teorica, neanche scrivendo: "La faremo", come avete fatto su tante altre cose che poi non hanno e ai neogenitori, io, Assessore, credo che siate veramente in difficoltà. Ovviamente noi sosterremo quest'ordine del giorno.
Presidente - La parola al consigliere Baccega.
Baccega (FI) - Giustamente per annunciare il nostro voto favorevole a quest'ordine del giorno anticipando che anche noi abbiamo presentato un ordine del giorno che discuteremo e che ha più o meno la stessa filosofia. Esiste un capitolo nel piano che si chiama: "Politiche della famiglia e natalità" e pensavamo che potesse essere ragionevole mettere a disposizione e rilanciare, avere un po' di coraggio e dire: sulla questione natalità la Valle d'Aosta fa un balzo in avanti rispetto alle misure che conosciamo, le statali esistenti, ma che non sono sufficienti perché sappiamo benissimo che in Valle d'Aosta bisogna dare di più, la richiesta è più alta e, da questo punto di vista, noi si pensava che si potesse andare in quella direzione. La nostra la presenteremo quando è il nostro turno, convintamente comunque votiamo questa presentata dai colleghi della Lega.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, a lei la parola.
Guichardaz E. (PCP) - A differenza dei colleghi di Forza Italia, invece noi non voteremo quest'ordine del giorno, come non avevamo votato Naître Valdôtain, che se non mi ricordo male, era stato presentato da Lega e Pour l'Autonomie proprio in discussione del bilancio, perché non riteniamo che sia una questione economica da corrispondere alla nascita il problema della denatalità, ma che vi sia invece un problema di servizi, di tempi di conciliazione, di lavoro, di tante altre cose, che dovrebbero essere messe proprio per incentivare quelle nascite, che spesso non vi sono proprio per invece altre condizioni che non sono quelle di un semplice assegno economico.
Sotto questo punto di vista, mi dispiace che l'Assessore non abbia evidenziato che proprio il piano, come dicevo ieri in discussione generale, cerca di superare la logica assistenzialista e poi dopo dice: "No, ma siamo d'accordo a che si diano dei soldi ma tanto li dà già lo Stato". Allora o pensiamo di oltrepassare la logica assistenzialista e quindi cerchiamo di incentivare i servizi, oppure non è che ci limitiamo a dire: "No, non lo facciamo perché lo fa già lo Stato". Sotto questo punto di vista, quindi credo che molto probabilmente la risposta poteva essere un'altra, magari anche rispetto a quello che aveva detto il vicepresidente Bertschy in discussione di una nostra interpellanza nello scorso Consiglio proprio sulla questione della conciliazione, poteva essere molto probabilmente più utile a questa discussione rispetto al modo che si ha un po' di trattare qualsiasi ordine del giorno e di dire: "Va beh, o lo ritirate, o ci asteniamo", ma poi ci sembra che nel merito si cerchi anche di evitare un dibattito politico. Noi quindi, come non avevamo votato Naître Valdôtain, non voteremo questo ordine del giorno.
Presidente - Ci sono altri interventi? Non vedo richieste di intervento, metto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 13
Favorevoli: 13
Astenuti: 22 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Restano, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Sospendiamo un momento i lavori del Consiglio. Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa dalle ore 17:49 alle ore 18:15.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori, siamo all'ordine del giorno n. 16, sempre della Lega. Consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Chiedo soltanto conferma che questo sia l'ordine del giorno quello a sostegno della bi-genitorialità... allora li abbiamo mischiati, chiedo scusa... scusate, ma nella riorganizzazione degli ordini del giorno ho fatto un po' di confusione.
Come abbiamo già evidenziato diverse volte all'interno di quest'aula, abbiamo voluto evidenziare una carenza sostanziale dell'attuale sistema di tutela delle persone che sono oggetto di violenza.
Come l'Assessore saprà, non soltanto noi abbiamo già evidenziato più volte all'interno di quest'aula il tema della violenza, della sua prevenzione e della tutela delle persone che ne rimangono vittima, ma su un'approfondita discussione che c'è stata sul piano per la prevenzione della violenza di genere, abbiamo presentato addirittura un emendamento sul piano proprio per andare incontro ad alcune necessità che sono state espresse. A partire da quel piano avevamo parlato dei dati che erano stati diffusi da uno studio, studio che riassumeva in sé tutta una serie di problematiche che erano venute fuori proprio sulla questione della violenza e nello specifico sulla questione della violenza sugli uomini, avevamo evidenziato che c'erano dei dati che erano assolutamente preoccupanti, perché i dati che erano stati diffusi sui questionari erogati, soprattutto sui questionari compilati da chi lavora nella Pubblica Amministrazione si erano evidenziate una serie di violenze, tra cui molestie sessuali a danno degli uomini a un livello assolutamente preoccupante.
Proprio riportando quelli che erano i pericoli, quelli che erano i dati e quelle che erano le denunce che erano state raccolte con quello studio, abbiamo poi ripreso quanto era stato inserito all'interno del piano per la prevenzione della violenza di genere e proprio all'interno di quel documento, nei lavori preparatori, ma riportando l'approvazione di quel documento, era stato evidenziato che c'era un rilevante aumento delle violenze che venivano perpetrate ai danni degli uomini che però non avevano punti di riferimento e non sapevano a chi rivolgersi. Proprio per questo vi era la necessità di intervenire, però nel piano per la prevenzione di violenza di genere non veniva poi messa in piedi alcuna azione conseguente a questo problema. Con l'emendamento che avevamo fatto avevamo chiesto di intervenire; ricordo che presentammo anche un'iniziativa perché ci fu risposto che era la cosiddetta "Consigliera di parità" che si doveva occupare di queste questioni, il soggetto in questione interrogato, e che fornì una risposta a quest'Aula per bocca dell'assessore Bertschy, disse che non se ne poteva occupare e quindi eravamo punto e a capo. Che cosa accade? Accade che in questa regione, giustamente, c'è un centro antiviolenza ed è un centro antiviolenza al quale si possono rivolgere le donne e non si possono però rivolgere gli uomini. Questo ci deriva da un'esperienza diretta, cioè da un uomo che oggetto di violenza da parte della moglie che - lo abbiamo ricordato e lo ricordiamo un'altra volta - ha tentato di soffocarlo, ha tentato di accoltellarlo, gli ha preso il cane, l'ha buttato giù dal balcone e poi ha dato la colpa al figlio di un anno e mezzo e altre amenità che non vi ricordo, ha chiesto aiuto al Centro antiviolenza e l'aiuto gli è stato negato, anzi, gli è stato anche detto: "Senta, se ne vada anche via perché lei qua dentro spaventa le donne che vogliono arrivare qui". Obiettivamente è una risposta abbastanza imbarazzante, ho chiesto conto direttamente alle persone del Centro antiviolenza, che non hanno avuto alcun imbarazzo nel dire: "Ah, sì sì, assolutamente, anzi io"... non mi ricordo bene la frase, c'era anche la collega Guichardaz: "Io per principio non accetto neanche di difendere gli uomini in Tribunale perché è giusto così", robe che sarebbero da trattare con un impegno più approfondito e più importante in altra sede, ma a prescindere.
Di fronte a questa situazione cosa succede? Mentre addirittura nel piano per la prevenzione e violenza di genere, che, come abbiamo evidenziato, era assolutamente squilibrato verso un genere nonostante si parlasse del genere in generale, e in quel piano si evidenziava una necessità da parte degli uomini che erano oggetto di violenza, dall'altra parte i dati di quel sondaggio che volevano evidenziare come le donne fossero assolutamente vittime di violenza... si evidenzia invece dall'altra parte un dato contrario, cioè un dato parallelo, ovvero che esiste tutto un settore di violenza che viene perpetrata ai danni degli uomini che però risulta sommerso, a fronte di questo, un uomo che oggi diventa oggetto di violenza non ha un punto di riferimento. Ecco perché quindi con questo ordine del giorno, Assessore - ordine del giorno che sono certo lei accoglierà -, noi le chiediamo di impegnarsi a creare un servizio di supporto per gli uomini vittima di violenza. Io la ringrazio preventivamente se accetterà questo ordine del giorno in maniera che così finalmente avremo un punto di riferimento che potremo dare alle persone che ne avranno bisogno.
Presidente - Assessore Marzi, a lei la parola.
Marzi (SA) - Gli uomini vittime di violenza sono attenzionati dai servizi territoriali, che, quando necessario, attivano i professionisti operanti nell'area sociale e psicologica competente nei vari territori. Il supporto agli uomini vittime di violenza viene quindi garantito nell'ambito dei servizi già esistenti sul territorio. Nello specifico coloro che subiscono violenze fisiche o psicologiche possono rivolgersi ai servizi sociali territoriali e ai servizi sanitari. In questi casi il percorso di presa in carico prevede la condivisione tra le professioni sociali e sanitarie di un progetto di sostegno mediante colloqui con vari professionisti competenti, assistenti sociali, psicoterapeuti, specialisti della salute mentale. Il progetto ha quindi l'obiettivo di rinforzare la consapevolezza delle vittime di violenza al fine di affrancarle dalla relazione nociva di sottomissione che vivono, oltre che di sostenere percorsi di autonomizzazione anche economica. Questi percorsi sono naturalmente previsti indipendentemente dal piano che stiamo trattando e dal Piano regionale di contrasto alla violenza di genere.
Presidente - Vi invito a prenotarvi, mettetevi d'accordo su chi interviene prima, decidete, sennò se non interviene nessuno, si passa al voto. Nessuno si è prenotato, passiamo alla votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 14
Contrari: 2
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo ora all'ordine del giorno seguente, il n. 17, sempre della Lega: "Sostegno ai genitori separati" è il titolo. Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Parliamo adesso di una questione che attiene al sostegno ai genitori e alla bigenitorialità. Come quest'Aula ricorderà e come ricorderà il presidente Testolin rispetto alla questione relativa all'intitolazione di una stele di fronte al Tribunale della Repubblica di Aosta, abbiamo voluto mettere alla prova anche qui su questo tema, cioè sulla promozione della bigenitorialità, il piano per la salute e il benessere sociale, ma non abbiamo trovato purtroppo alcun riferimento alla situazione in cui si trovano i genitori separati di cui abbiamo parlato nello scorso Consiglio. Abbiamo presentato in quell'occasione e in quella sede i problemi relativi ai genitori separati; molto spesso infatti il Giudice stabilisce, come sappiamo, un genitore collocatario con cui il figlio trascorre gran parte delle sue giornate e contestualmente fissa i tempi di frequentazione dell'altro genitore: fine settimana, vacanze, festività secondo il principio dell'alternanza. Qui si creano due figure: il genitore separato forte, ovvero quello che è collocatario, e il genitore separato debole, quello che non è collocatario. Inutile dire in questo caso che tendenzialmente il genitore collocatario è sempre la madre e il genitore più debole, la figura più debole, è sostanzialmente quasi sempre il padre. I genitori separati deboli sono costretti a lasciare la casa familiare, magari con un mutuo in corso che devono pagare, e versare un assegno di mantenimento all'altro coniuge laddove non abbia un reddito sufficiente e ovviamente anche ai figli: il cosiddetto "mantenimento". Allo stesso tempo dovranno pagare l'affitto della nuova abitazione e si trovano in questa maniera in una situazione di svantaggio economico che inevitabilmente causa un impoverimento di cui il giudice non tiene conto nella definizione dei provvedimenti. Spesso seguendo la prassi, si verifica una vera e propria discriminazione di genere in questo caso in cui a uno dei genitori sono negati i diritti e opportunità che invece sono concessi all'altro.
La legge sull'affidamento condiviso lascia purtroppo troppi margini di discrezionalità e ad oggi troppe volte non si ha una linea diretta da seguire o delle tabelle che delineano i mantenimenti in base al reddito considerando che ogni Tribunale e ogni giudice purtroppo va in libera applicazione di questi provvedimenti, anche se i casi sono molto simili, quindi si capisce che non ci sono dei criteri ben stabiliti e si arrivano a ledere - e queste non sono parole del sottoscritto ma sono parole della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato più volte l'Italia, l'ultima volta nel 2019, rispetto alla questione della bigenitorialità - quelli che sono i diritti umani quali ridurre un genitore sotto la soglia di vivibilità, ledendo in questo modo la loro figura anche a livello emotivo psicologico. Se un genitore non sta bene economicamente e non riesce a mantenersi, ovviamente non trasmette qualcosa di positivo al bambino quando stanno insieme. In Italia i genitori separati sono 4 milioni e di questi 800 mila versano in condizioni di povertà, costretti ad accedere a servizi di assistenza e spesso anche di carità. Solo un esempio di questo stato è l'allarme che è stato lanciato dalle mense e dai dormitori dei poveri, dove pensate addirittura il 25% degli ospiti è rappresentato dai padri separati. Diventa difficile realizzare la genitorialità condivisa quando uno dei genitori non ha casa ed è costretto magari a vivere in auto, per strada o, peggio, in un dormitorio. Diventa difficile realizzare la genitorialità condivisa per il genitore debole e le conseguenze della separazione non sono solo di ordine economico, si può notare infatti come non si trova riscontro nei dati; la genitorialità condivisa descritta dalla legge 54/2006. In Italia i figli di genitori separati trascorrono il loro tempo nel 8,1% dei casi con solo un genitore e solo nel 18,9% dei casi con entrambi i genitori. Spesso, nonostante vengono fissati i cosiddetti "tempi di frequentazione", questi accordi non vengono rispettati. Capita che il genitore non collocatario faccia fatica a vedere i propri figli, perché l'altro genitore ostacola la relazione. È possibile di parlare di una vera e propria forma di mobbing genitoriale caratterizzata da alcuni atteggiamenti ricorrenti: il sabotaggio delle frequentazioni, ad esempio, l'isolamento dalle decisioni importanti, le accuse, le minacce. Nei casi più gravi il figlio minore può essere coinvolto in questo meccanismo, si può quindi parlare di un'alienazione parentale che si verifica tutte le volte in cui un genitore è ostacolante e costruisce una reazione patologica con il bambino, mettendo in atto vere e proprie manipolazioni e portando a provare nei confronti dell'altro genitore odio e disprezzo ingiustificati.
In sostanza, la situazione generale è quella di una grave disparità di genere, dove ci si trova coinvolti in procedimenti di usanze e burocrazia con provvedimenti dettati dalla prassi. Ad alcuni genitori sono negati in partenza dal sistema i pari diritti e le opportunità concesse ad altri sia in termini di tempo con i figli che economiche. Addirittura davanti a situazioni più critiche ad alcuni genitori non viene data la possibilità di non essere considerati colpevoli a priori di accuse, spesso create artificiosamente per le quali, una volta scoperta l'infondatezza, nessuna pena o nessuna sanzione viene comminata a chi le ha rivolte. Nei famosi dati che spesso vengono citati: "Ci sono le denunce, per questo o per quello", spesso lo abbiamo visto anche nella discussione del piano per la prevenzione della violenza di genere non si tiene conto di qual è poi l'esito delle denunce, perché, a fronte di un grosso numero di denunce, poi le condanne sono molto poche. Situazioni queste che a volte portano anche il genitore a togliersi la vita per la vergogna, per il rimorso di non poter vivere la genitorialità come desidererebbero e anche per l'impossibilità di far fronte a tutte le spese. Una situazione questa a cui non si fa alcun cenno nel piano della salute che siamo oggi discutendo e che sta diventando invece una vera e propria emergenza sociale: ecco perché con quest'ordine del giorno chiediamo al Governo regionale di prevedere una misura specifica di sostegno per quei genitori separati che, a causa della perdita del lavoro o della cifra troppo alta degli assegni di mantenimento, non riescono a far fronte alle spese e per questo cadono in situazione di povertà; inoltre chiediamo una misura di assistenza psicologica per quei genitori separati che soffrono perché non possono vedere i propri figli.
Presidente - La parola all'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Nel piano sono previsti gli interventi in favore di quei nuclei familiari in condizioni di fragilità, quali, ad esempio, l'assistenza domiciliare educativa, la mediazione familiare, l'individuazione precoce delle fragilità territoriali. I genitori separati in condizioni di fragilità economica a causa della perdita di reddito, così come tutti gli altri nuclei familiari in condizioni di difficoltà, possono accedere ai benefici di cui agli articoli 13 e 14 della legge regionale 23/2010, che, tra l'altro, è in corso di aggiornamento e già in V Commissione e che prevede, tra l'altro, contributi economici in condizioni reddituali al di sotto del minimo vitale e contributi per far fronte alle spese straordinarie. Il supporto psicologico inoltre viene garantito nell'ambito del servizio sanitario regionale erogato in favore delle persone adulte che ne facciano richiesta. Il tema della bigenitorialità infatti è fortemente sentito dai servizi già messi oggi in essere dai servizi sociali regionali che promuovono la valorizzazione di entrambe le figure genitoriali nello sviluppo socio-evolutivo dei minori. La fragilità dei nuclei familiari viene supportata con interventi educativi e di servizi di mediazione familiare e nelle situazioni più complesse che prevedono l'intervento dell'Autorità giudiziaria, eventualmente limitativo della potestà genitoriale, i servizi sociali devono, tra l'altro, tenere conto di quanto disposto dall'Autorità giudiziaria al fine di tutelare il minore. Per tutto ciò detto, chiediamo di ritirare l'iniziativa o ci asterremo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Ancora una volta viene da dire che chi è passato in via de Tillier di questi casi ne ha visti non pochi, quindi almeno chi riceveva il pubblico, chi sentiva le persone... perché poi ci sono anche quegli Assessori che non ne vogliono sentir parlare e allora decidono di delegare a terzi. Quello che voglio dire è che noi voteremo sicuramente quest'ordine del giorno e va a richiamare qualcosa che abbiamo detto qualche ora fa legato alle assistenti sociali, è vero che i giudici danno delle sentenze e le sentenze non sono appellabili, ma poi le relazioni sociali hanno bisogno di essere lette, di essere approfondite, di essere valutate, ma se le assistenti sociali non ci sono o sono in segreteria a fare altro, credo che questi problemi vanno ad alimentarsi sempre di più. Assessore, quindi questa è una sollecitazione di carattere generale che facciamo ma il tema è quello e lo riscontrerà anche lei sicuramente.
Presidente - Ci sono altri interventi? Altrimenti mettiamo in votazione. Mettiamo in votazione, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Il seguente è il n. 18, sempre della Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Di mobilità sanitaria spesso si è parlato in sede di bilancio, nella scorsa legislatura ne abbiamo parlato anche in un altro contesto. Nel corso delle audizioni, non solo quelle legate al piano regionale per la salute e il benessere sociale, si è avuto modo anche di cercare di comprendere meglio il tema. All'interno del piano, e in particolare nella macroarea 3, c'è una sezione intitolata: "Il governo della mobilità sanitaria", perché se la nostra attenzione spesso è considerata e considera la realtà interna, quindi l'utenza interna della Regione, spesso dobbiamo anche considerare il movimento sia della nostra utenza, sia dell'utenza che dall'esterno può venire presso le nostre strutture. In particolare all'interno del piano e all'interno di questa sezione c'è un passaggio che ho trovato particolarmente interessante e utile relativo poi all'impegnativa di questo ordine del giorno, che non è un'impegnativa politica, è un'impegnativa tecnica.
Il piano dispone che sul tema della mobilità sanitaria si attivino attività dedicate di monitoraggio, analisi e valutazione, e anche qui vedremo poi gli indicatori, in collaborazione con l'Azienda USL, diretta produttrice di tali prestazioni, non solo per ridurre quanto più possibile la quota di debito dovuta a prestazioni a bassa e media complessità che rientrano nella capacità produttiva dell'Ospedale regionale, ma anche per destinare parte di quella spesa a progetti di investimento e sviluppo regionale che incidano anche sull'attrattività delle prestazioni offerte e quindi sulla mobilità attiva che costituisce voce di credito per la Regione. Noi oggi abbiamo una mobilità storica che si sta rateizzando e abbiamo una mobilità sanitaria dinamica o comunque presente sulle varie annualità che viene caricata e scaricata in bilancio, c'è, tra l'altro, tutto un passaggio all'interno anche del piano che spiega appunto qual è stata poi la riforma contabile del famoso 118 che ha fatto passare nel bilancio regionale anche le due voci di mobilità. All'interno di questo passaggio si dà una valenza anche strategica del monitoraggio della mobilità, cioè si vuole cercare di valutare e analizzare la mobilità sanitaria per "liberare" risorse da poter utilizzare in altra maniera, in particolare lo si dice a progetti di investimento e sviluppo regionale.
Tra l'altro ieri, quando si parlava dei distretti, facevo il passaggio dei distretti... anche lì c'è infatti un passaggio sul distretto 2 e si dice che la volontà comunque di valorizzare la presenza di strutture all'interno di quel distretto è anche volta a evitare la fuga verso il vicino Piemonte, quindi giocarla in termini di attrattività e quindi di mobilità attiva e non di fuga.
Sempre all'interno della macroarea 3 c'è appunto un obiettivo: quello di predisporre un sistema di valutazione e di governo della mobilità sanitaria ospedaliera finalizzato sia alla programmazione degli investimenti sulla produttività, sia alla predisposizione degli accordi di confine da stipularsi con le Regioni limitrofe che poi sappiamo - mi corregga, Assessore, se sbaglio - che, al di là del Piemonte, che, volenti o no, è la Regione italiana con la quale si confina, è considerata anche limitrofa un po' la Lombardia e soprattutto alcune strutture, perché nel piano questo si dice, quindi c'è un obiettivo specifico, ma c'è un obiettivo più alto: quello di governare un dato importante, che è quello della mobilità sanitaria, che all'interno dei numeri di contesto - e di questo avevamo già avuto modo di discuterne nel novembre 2021 quando fu presentata la prima bozza più o meno informalmente dall'Assessore in Commissione - era la possibilità di segmentare questo dato, per capire effettivamente, al di là del quantum di risorse che andavano in mobilità passiva e quante venivano in mobilità attiva, di che cosa si stesse parlando, perché all'interno di quelle cifre ci sono ovviamente tutta una serie di prestazioni che permetterebbero valutazioni che sono al di là della mera considerazione di liberare delle risorse da poter utilizzare ad altro tipo di finalità; permetterebbe anche di capire dove si è più deboli e dove si è più attrattivi, bisogna anche vedere il lato positivo della cosa.
Vorremmo impegnare quindi l'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali a presentare all'attenzione della Commissione consiliare, entro il termine di novanta giorni dall'adozione definitiva del piano, una nota tecnica illustrante le modalità di attuazione del già richiamato obiettivo; entro l'approvazione definitiva da parte della Giunta regionale del bilancio preventivo dell'Azienda USL, un'analisi dettagliata dell'andamento della mobilità sanitaria attiva e passiva che consideri, tra l'altro, le singole tipologie di interventi e prestazioni oggetto dell'una e dell'altra con riferimento almeno agli ultimi cinque anni. Questa è una serie storica, d'emblée, poi si vedrà quello che ci verrà detto e spero che almeno su questo tema ci sia un'attenzione un pochettino meno politica.
Perché dico questo e perché abbiamo considerato il bilancio preventivo dell'Azienda USL? Perché oggettivamente, al di là dei numeri di contesto, perché non troviamo all'interno del piano dei numeri di contesto di dettaglio su questo tema e, al di là dell'obiettivo, si vorrebbe cercare di mettere insieme il bilancio preventivo dell'Azienda USL, il futuro bilancio regionale, che deve poi iscrivere le cifre di attiva e passiva e soprattutto comprendere e dare anche il tempo e dare un po' più ampio respiro per dare contezza e permettere di gestire un dato comunque complicato per comprendere effettivamente dove e su che cosa e su quali prestazioni si genera la mobilità passiva dei Valdostani e la mobilità attiva verso la Valle d'Aosta.
Penso che questo sia un dato che comunque può essere più che utile da valutare e forse potrebbe anche essere un dato che, ripeto, di natura gestionale ma anche operativa, perché lo dite voi stessi nel piano, che potrebbe essere considerato tra quelli oggetto poi di monitoraggio e di valutazione non tanto appunto, come si diceva prima, per fare una classifica, ma per capire effettivamente dove si è forti, dove si è deboli o dove il momento determina certe forze e debolezze, posto il fatto che la sanità passiva possa essere vista come una debolezza.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - La mobilità sanitaria, come da lei ricamato nella macroarea di riferimento, cioè la 3, è un argomento fortemente attenzionato dall'Assessorato della sanità, anche perché nell'incastro tra mobilità attiva e mobilità passiva c'è sicuramente un dato rilevante anche a livello di bilancio. Risulta infatti assolutamente importante per un sistema sanitario efficiente gestire questi flussi di pazienti sia in termini di mobilità passiva che attiva attraverso strumenti di monitoraggio. In effetti lei ha ampiamente richiamato che gli accordi di confine con le Regioni limitrofe, per ragionare e valutare gli scambi di pazienti che possono risultare positivi in termini di sicurezza e di opportunità, risultano essere sicuramente uno dei criteri di riferimento per trattare in maniera pragmatica il tema. Si sta di fatto procedendo in tal senso, in collaborazione con AGENAS, per analizzare la mobilità passiva evitabile e i possibili interventi contenitivi. Non più tardi di domani è previsto un primo incontro per un sistema di monitoraggio che stanno predisponendo a uso di tutte le Regioni e di fatto questa dashboard consultabile, questa piattaforma dinamica, pescherebbe direttamente dai flussi - scusi il termine improprio, mi sono innervosito anch'io - NSIS, che sono i flussi che mandiamo al Ministero della salute di varia natura, dagli SDO alla specialistica, eccetera, di fatto viene tecnicamente definito il nuovo sistema informativo sanitario. Oltre a essere un tema inserito nel piano a proposito del fatto che il piano è vivo e attuale, di fatto le riunioni di riferimento con il braccio operativo del Ministero che è AGENAS per mettere in disponibilità sia lo stato dei dati sia la loro consultabilità è assolutamente azione quotidiana.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Credo che il collega Aggravi abbia sollevato un tema importante: quello della mobilità passiva, che spesso abbiamo considerato quando affrontiamo il bilancio ed è stato considerato anche nella piattaforma partecipata proprio anche dal rappresentante di ANAAO che già allora sollevava il problema della mobilità passiva sottolineando come il fatto che aumentano i Valdostani che si rivolgono per cure fuori Regione, quindi con un aumento della mobilità passiva che sappiamo essere più di oltre 20 milioni, dimostra in qualche modo un malfunzionamento di quanto sta avvenendo e anche rispetto a questi dati, per capire anche quali sono le motivazioni di questa mobilità passiva, perché se è vero che la mobilità sanitaria è un diritto per garantire i PDTA - perché gli acronimi ho capito che all'interno della sanità sono oggetto comune -, quindi per quello che riguarda i Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali, quindi per patologia anche a bassa incidenza, la mobilità passiva invece per altre ragioni sicuramente, come dicevo, è sintomo di malfunzionamento.
possiamo però neanche non tener conto del fatto, e spesso lei ce lo ha ricordato, che, rispetto al numero dei Valdostani, noi ci troviamo poi anche ad accogliere turisti soprattutto nelle stagioni invernali ed estive, che sicuramente pesano in maniera forte sul nostro presidio ospedaliero e che vanno in qualche modo sicuramente a rendere difficile anche la cura spesso dei Valdostani che in quel periodo possono avere una domanda di salute. Se ci sono dei turisti, naturalmente anche gli interventi programmati sappiamo che vanno in qualche modo spostati e in questo periodo lo abbiamo visto molte volte. Sotto questo punto di vista, quindi l'attenzione posta dal collega Aggravi sulla mobilità sanitaria, credo sia un tema importante centrale che andrebbe affrontato veramente in maniera più organica, proprio come proposto nel suo ordine del giorno.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Prendo la parola solo per evidenziare un aspetto che è stato giustamente, secondo me, riportato sul piano e riguarda la mobilità attiva dove si dice che: "Non tutta la mobilità attiva si configura come guadagno in quanto per alcune tipologie di ricovero il costo di produzione di un Ospedale delle nostre dimensioni non potrebbe essere totalmente coperto dal rimborso della tariffa stabilita a livello nazionale". Bisogna quindi fare una valutazione in termini di guadagno, però in questi casi è opportuno fare una valutazione in termini di investimento di utilità e di qualità del servizio che viene prestato, perché è giusto ricordare che i medici e gli operatori della sanità lavorano, migliorano la propria professionalità e, conseguentemente, anche il servizio che rendono alla popolazione valdostana in primis.
Presidente - Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (LEGA VDA) - Ringrazio il collega Restano per aver fatto una considerazione che mi ero appuntato ed è correttissima, la sanità attiva non è detto che poi sia... perché non è un guadagno totale, abbiamo dei costi per sostenerla, quindi giustamente l'analisi deve essere triplice, non duplice, non deve soltanto considerare quello che abbiamo speso, quello che abbiamo guadagnato, ma anche quello che abbiamo speso sul guadagno, perché giustamente bisogna capire questo.
Faccio una mera considerazione rispetto a quello che ho sentito dall'Assessore, quindi noi oggi abbiamo definito un obiettivo e un presupposto all'obiettivo senza conoscere i dati della nostra mobilità. Per carità, io guardo sulla base di quello che è stato detto e faccio una considerazione sulla base di quanto a nostra disposizione. Il discorso era questo, lo so Assessore, ho capito, pensi che c'è anche chi ha scoperto che non era stata pagata nella cosiddetta "camera di compensazione" tra le Regioni e lo Stato una bella quota di sanità di mobilità passiva e quindi si è dovuti andare a rateizzare e quelle sono scoperte che ogni tanto si fanno, soprattutto poi quando si scopre che anche i Ministeri tra di loro non si parlano perché c'è stato anche questo. Guardiamo quindi anche un po' qual è il vero problema, però non voglio andare troppo indietro perché sennò giustamente, come ricorda l'assessore Bertschy, dobbiamo andare molto, molto indietro perché il problema è stato che si è accumulato nel tempo, perché lo Stato paga per conto delle Regioni, poi una mattina ti dice: "Guarda che però giustamente mi manca", come si direbbe da qualche parte. Il problema però è questo, su quello che ho sentito, non me ne voglia l'Assessore, però io mi aspettavo, al di là di dire: "No, ci asteniamo perché politicamente abbiamo fatto questa scelta"... però cerchiamo poi di capire quali sono i dati.
Ora, io mi auguro, e sicuramente questo è un punto su cui si tornerà, che questa dashboard e soprattutto il supporto di AGENAS possa essere utile e possa essere anche utile a incrociare i dati di tutte le Regioni e soprattutto le varie compensazioni per capire questo, perché mi dico altrimenti che qui abbiamo fissato un obiettivo e abbiamo fatto delle considerazioni sul nulla, perché ci siamo detti: "Dobbiamo valutare e monitorare l'andamento della mobilità per fare delle altre scelte" e poi ci si sente dire: "Adesso con AGENAS avviamo i controlli e le attività per fare un monitoraggio", perché brutalmente almeno la quota attiva la dobbiamo conoscere per forza, la segmentazione, perché altrimenti abbiamo un problema che non è legato alla mobilità sanitaria ma abbiamo un problema di controllo di gestione dei dati che noi gestiamo. È vero che ieri o oggi, non mi ricordo neanche più, abbiamo anche detto che effettivamente ci sono delle problematiche legate alle trasmissioni dei dati, però a un certo punto allora qui è meglio che ci si metta mano.
Detto questo, mi spiace che anche quest'ordine del giorno venga trattato così, la tematica comunque è una tematica che almeno nel piano ritroviamo, in bilancio ritroveremo e comunque ne parleremo, però la segmentazione io penso che sia necessaria, soprattutto perché sennò è inutile fare delle considerazioni gestionali comunque importanti, comunque lodevoli e comunque condivisibili senza ovviamente però governare e gestire i dati, al di là, ripeto, degli indicatori. Una quota di questa mobilità la dovremmo conoscere come dovremmo conoscere la quota di costo sulla mobilità attiva, perché altrimenti - ripeto - il problema non è conoscenza di un dato che non abbiamo, è un problema che non sappiamo gestire un dato che abbiamo.
Presidente - Ci sono altri? Se non vi sono altri interventi, metto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno n. 18 non è approvato.
Passiamo al seguente ordine del giorno n. 19, sempre della Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Distort per illustrare l'ordine del giorno, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Mi riferisco chiaramente ai contenuti del piano socio-sanitario, in particolare in merito alla macroarea 1, al punto relativo al contrasto alle dipendenze patologiche e vorrei quindi portare all'attenzione del Consiglio su di un problema ampiamente e capillarmente diffuso per il quale l'opinione pubblica non ha ancora realizzato l'entità, né i rischi. Si tratta della nomofobia, preciso, "n" davanti, nomofobia, si tratta di una dipendenza particolare, una particolare patologia conosciuta come nomofobia, termine coniato nel 2008 e acronimo che identifica le parole: no mobile phone fobia, cioè la fobia o la paura patologica di rimanere senza il proprio telefono cellulare, senza l'accesso a Internet. In sintesi è conseguenza di un rapporto quasi maniacale con il proprio smartphone e con i servizi a esso applicati, in particolar modo i social network.
Secondo le indagini rese pubbliche, e non è detto che sia esattamente la rappresentazione dei dati, questi sono i dati pubblici, rivelano che sei ragazzi su dieci tra i 18 e i 29 anni non si separano dal proprio smartphone nemmeno quando vanno a dormire e oltre la metà degli utenti di telefonia mobile tendono a manifestare stati d'ansia quando rimangono a corto di batteria, di credito, senza copertura di rete e quindi non possono essere costantemente connessi e in contatto con gli altri attraverso il telefono cellulare. Nonostante i sintomi siano molto simili a quelli di un normale stato d'ansia, diversi studi indicano che la nomofobia sia da considerare una dipendenza patologica, piuttosto che un semplice disturbo d'ansia, e già nel 2014 accreditati ricercatori avevano proposto di inserire la nomofobia nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, oltre a manifestare e a evidenziare il problema, un problema molto forte, ancora più grande, più ampio e più subdolo di vulnerabilità verso la manipolazione. Una diretta conseguenza di quest'evidenza clinica è la recente inaugurazione al Policlinico universitario Gemelli di Roma di un reparto denominato "CePID" (Centro Psichiatrico Integrato di ricerca, prevenzione e cura delle Dipendenze), specializzato nella cura appunto delle dipendenze tra le quali spicca la nomofobia come fenomeno in crescita anche negli adulti. Ai disturbi da dipendenza si sommano danni neurologici e cerebrali, soprattutto per i giovanissimi. Non rubo sicuramente il mestiere a chi in aula ha competenze mediche ben superiori alle mie, però i danni all'ipotalamo sono stati individuati come effetti di danno cerebrale insieme a squilibri chimici a livello cerebrale, squilibri nelle abilità visive, motorie e senso motorio, squilibri nei ritmi sonno-veglia, quindi con un disturbo, una riduzione della secrezione di melatonina, dipendenza dalla matrice azzurra della luce degli schermi, sostituzione della conoscenza mnemonica con una conoscenza consultativa. Alla dipendenza patologica poi si affianca un ulteriore problema particolarmente subdolo e qua, secondo me, la discussione diventa interessante anche per noi, proprio in particolare per noi soggetti politici: la gestione dell'"Io" attraverso i social media. I social media sono, come dicono i termini, strumenti sociali, medium noi lo elemosiniamo dall'inglese, che, a sua volta, però l'ha preso dal latino. Il ruolo strumentale del medium, il termine latino, Facebook, Instagram, Twitter fa sì che questo strumento diventa, nella maggior parte dei casi, il mezzo di espressione di un "Io" malato sia di sottostima che di narcisismo o di autopropaganda, al punto che studi di settore individuano nel modello umano iper social un duplice soggetto: da una parte, un "Io" debole che cerca conferme attraverso i like degli altri per sentirsi accettato e realizzato; dall'altro lato invece c'è l'estremo opposto, è un "Io" gonfiato che ha talmente tante aspettative su sé stesso e volontà di esprimere una iper propria visibilità al punto di gonfiare la propria immagine utilizzando questa iper presenza sui social. Questo è un altro fatto ancora più subdolo che, tra l'altro, richiede l'attenzione, perché in ogni caso un "Io" che sia malato di senso di onnipotenza come di senso di inferiorità è un "Io" malato, è un "Io" che non riesce a essere persona completa. A questo punto, anche di fronte a questa bolla del "Io" che si genera, è chiaro che l'apparire sostituisce l'essere ed è così totalmente dimenticata la frase di Manzoni: "Gli anni e gli amici mi diranno chi sono".
Certo che a questo punto della trattazione verrebbe da dire: "Evidentemente Distort non ha tanto in simpatia gli smartphone e i social media". Vi confido che effettivamente è anche così, io sono un soggetto immune dalla nomofobia, mi presto alla scienza per essere studiato, però l'obiettivo di questa trattazione non è assolutamente una lontananza, una sorta di idiosincrasia nei confronti degli smartphone e dei social media, assolutamente no. Il problema nasce dal ruolo che il soggetto affida allo smartphone e ai social media e la soluzione è la costruzione di un "Io" dotato di contenuti, di virtù, come fase preventiva. O esiste la fase correttiva, dove questo "Io" ormai è già un po' degenerato, allora c'è bisogno di intervenire con ancora una sorta di strumenti, un percorso puramente correttivo e poi si arriva la fase terapeutica. Il fatto è questo: un problema, per quanto appaia un problema non così grave, non così rilevante, ma proprio per questo, questa è proprio la situazione prodromica che fa sì che un problema si cronicizzi, si annidi, si instauri, si insedi, entri, penetri, fino al punto da diventare veramente un problema che genera danno e per il quale poi l'estirpazione o la soluzione del problema presuppone l'impiego di risorse e di energie decisamente più ampia.
È per tutte queste premesse che abbiamo ritenuto di dare maggiore efficacia agli obiettivi del piano socio-sanitario, lo sintetizzo così, non uso l'acronimo, relativo al contrasto delle dipendenze patologiche e cercando di puntare l'attenzione su questo. Tra l'altro, lascio a voi che avete in mano il Governo della Regione pensare a quali strategie. Nel momento in cui siamo in fase preventiva, possono essere strategie estremamente semplici, anche solo un percorso di sensibilizzazione probabilmente a partire dalle scuole, quindi entra nel piano sanitario di competenza dell'assessore Marzi, però in realtà è un messaggio rivolto all'Assessore, forse più rivolto all'Assessore alla pubblica istruzione, ma voi siete Giunta e il termine "Giunta" deriva dal latino conjunta, cioè unita, e quindi dovete esprimere il senso di squadra e chi fa cosa lo deciderete voi. L'obiettivo di quest'ordine del giorno è avviare entro novanta giorni un'azione strategica che individui le modalità operative necessarie per condurre una corretta attività di monitoraggio, di sensibilizzazione, di prevenzione, di contrasto e di cura della dipendenza conosciuta come nomofobia.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Carissimo collega Distort, mi permetta, lei riesce a essere un raggio di sole e di cultura in una nebbia totale nella quale ovviamente solo i miei neuroni fanno finta di navigare, però, venendo al tentativo, io ringrazio anche un aspetto della sua parte finale della sua chiosa, cioè quando lei dice: finalement, parresia, lei dice: "Guardate, io faccio quest'iniziativa, stiamo facendo politica, sono perfettamente consapevole che lambisce il piano, ma io voglio dare in un'occasione nella quale si parla di Piano della salute e del benessere sociale un segnale anche rispetto a questo tema". Proviamo quindi a connotare due verbi e due parole che, di fatto, porteranno allo stesso atterraggio, cioè la richiesta di ritirare l'iniziativa con l'astensione da parte della maggioranza.
L'uso intensivo dei dispositivi digitali che sono stati per molti giovani e adolescenti, ma non solo, durante la pandemia l'unico strumento attraverso il quale si realizzava la loro socialità, ha incrementato in maniera geometrica la condizione psicologica citata nelle premesse, cioè la nomofobia, di vera e propria dipendenza da dispositivi digitali.
Nell'ampio progetto su bullismo e cyberbullismo realizzato nelle istituzioni scolastiche che hanno aderito, il servizio per le dipendenze patologiche SERD all'Azienda USL in collaborazione con le Forze dell'ordine ha affrontato il tema della nomofobia coinvolgendo in modo specifico anche le famiglie degli studenti alla presenza di uno psicoterapeuta per consentire la presa di coscienza del problema da parte dei nuclei genitoriali. Fornire infatti strumenti di prevenzione per insegnare ai ragazzi ad avere un rapporto sano con il proprio dispositivo, limitando il tempo d'uso ed evidenziando le conseguenze patologiche a lungo termine innescate dalla dipendenza è, di fatto, uno dei principi fondamentali almeno di presa d'atto di questa patologia e del fatto che questa cosa esiste. Altre azioni efficaci come declinato nella macroarea 1 del piano in discussione oggi sono inoltre comprese nell'ambito del piano GAP, cioè il Gioco d'Azzardo Patologico, per cui sono previsti finanziamenti annui specifici. Non ha di fatto il GAP sezioni specifiche dedicate alla nomofobia, ma una serie di azioni per tirare fuori i giovani di casa e far loro attività, anche per il tramite di attività in ambito scolastico.
Aggiungo poi di fatto che questo tipo di accortezze ad oggi - anche se spesso risulta essere come richiamato, tra l'altro, da tutta una serie di iniziative che sono state portate oggi in Consiglio che, ripeto, da un punto di vista politico hanno assoluta pertinenza di essere trattate per la delicatezza e per il tema... - sono di fatto oggi, secondo me, fondamentali per un aspetto. Spessissimo queste patologie vengono vissute quasi solo ed esclusivamente - vedasi alcuni dei temi portati dal suo gruppo nella giornata di oggi - da chi di fatto li vive. In termini di opinione pubblica tutti quanti noi spesso scherziamo su questo genere di roba, ma è umano e deontologico il cambio di passo da un punto di vista comunitario che noi stiamo vivendo nell'assoluta solitudine. Questo naturalmente incontra in prima istanza i giovani ma poi dopo, in realtà, si sta trasferendo anche agli adulti. Sono tantissimi gli adulti, forse me compreso, che oggi hanno principalmente rapporti con il proprio smartphone e con tutto quello che di silicio è fatto prima di passare alla SARCS.
Presidente - Qualcuno interviene? Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Grazie assessore Marzi. Lei ha iniziato con un complimento e nobiltà e comunque educazione vuole che io restituisca il favore. Sicuramente apprezzo la sua trasparenza, la sua sincerità e riconosco il fatto che riesca in maniera diversa a dire sempre la stessa cosa nella sua risposta a tutte le nostre iniziative e, siccome, oltre le nostre, ce ne sono altre, in tutto siamo a cinquantacinque, quindi lei per cinquantacinque volte dovrà trovare delle formule diverse per dire sempre la stessa cosa, quindi le faccio i miei complimenti.
Detto questo, mi conforta sapere che sono già state avviate delle iniziative in merito, io però parlo anche di attività di monitoraggio perché non si tratta soltanto di mettere in atto delle iniziative, ma si tratta poi di avere gli strumenti valutativi e conoscitivi per valutarne l'efficacia, chiaramente facendo anche semplicemente delle prove. Per esempio, siccome normalmente sono più soggetti e sono più vulnerabili le nuove generazioni, fare una sorta di incursione a scuola come a suo tempo succedeva che arrivava il professore e diceva: "Bene, oggi facciamo un compitino", quindi arrivava così improvvisamente questa prova estemporanea, però l'ipotesi potrebbe essere quella di dire: "Bene, adesso fate una cosa: sono le ore 08:00 del mattino, mettete i cellulari lì, non li vedete più e facciamo la prova di farvi rientrare in possesso dei cellulari il giorno dopo, provare 24 ore di digiuno". Non dico di andare in questa direzione perché so che in questo momento ci sono tutta una serie di adolescenti che mi stanno odiando, però dico semplicemente che esistono delle modalità di prova, di monitoraggio per capire se le misure che sono state messe in atto sono sufficienti.
La grande tradizione cristiana ha parlato per secoli di digiuno, non finalizzato a sé stesso, ma finalizzato alla capacità di avere controllo di sé stesso, perché questo era il passaggio successivo, il passaggio che permette la crescita e la libertà ed è esattamente quello che noi pensiamo anche a livello politico, di ipotizzare che per le persone che sono più fragili di fronte a questo problema - e sono tantissime proprio per l'insidiosità di questo problema, per quanto è subdolo, per quanto entra nella quotidianità e nell'innocua quotidianità delle persone - si possano mettere in atto delle misure che permettano a una comunità, a una società di avere la consapevolezza, la libertà e la capacità di poter gestire il proprio rapporto con una tecnologia che deve essere a servizio dell'uomo e non ovviamente il contrario. Conoscere significa comprendere i limiti e i pericoli di una certa cosa, ma anche saperne individuare l'utilità e un'utilità condotta sul profilo della virtù, non sul profilo del profitto, quindi un'utilità che serve a costruire coscienza di sé e coscienza sociale. Questa è la nostra visione e con questa visione noi vogliamo contagiarvi e così come lei ha detto, assessore Marzi, noi prenderemo in considerazione tutti i vostri stimoli. Un altro stimolo proveniente dal un nostro gruppo è questo e noi auspichiamo veramente che sia preso in considerazione e sia sviscerato come deve essere fatto.
Presidente - Consigliere Distort, finisca la frase.
Distort (LEGA VDA) - Solo per ribadire che la sua richiesta di ritirare l'iniziativa noi non la condividiamo, la portiamo al voto, non certo per una volontà muscolare di contrapposizione perché sappiamo già che abbiamo perso, però perdiamo dignitosamente.
Presidente - Metto pertanto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Il seguente è l'ordine del giorno n. 20, sempre tra quelli presentati dalla Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Nel novembre 2021 si discusse in V Commissione un impegno che fu preso in una risoluzione di Consiglio che era denominata: "Impegno per la riduzione delle liste d'attesa per le visite specialistiche e per la predisposizione di un piano per la riapertura degli ambulatori chiusi". Fu un'audizione dove, tra l'altro, furono presentati, io qui ho il documento con i semafori che era di pronta consultazione che all'epoca confrontava i tempi di attesa tra l'ottobre 2020 e l'ottobre 2021 di tutta una serie di prestazioni. All'interno del piano, nella macroarea 2, c'è una sezione appunto dedicata ai governi dei tempi di attesa e in realtà all'interno di tutto il piano in più occasioni laddove appunto si parla delle prestazioni il fattore tempo viene giustamente considerato. Facciamo riferimento nelle premesse di quest'ordine del giorno anche a una serie di notizie che sono apparse sui media relativamente all'attivazione delle cosiddette "liste di galleggiamento" in via sperimentale, con particolare riferimento alle liste di attesa di Neurologia e Gastroenterologia. Questo passaggio glielo faccio più come segnalazione, ma è collegato al punto e le faccio una segnalazione perché, in realtà, io ho ricevuto una serie di segnalazioni sia sul lato della Neurologia, sia sul lato della Gastroenterologia, di queste liste di galleggiamento nulla è pervenuto, poi se vorrà, potremo anche approfondire più dal punto di vista tecnico ma questo lo dico al di là dell'ordine del giorno, glielo dico come segnalazione, perché se si dice appunto che contattando il CUP per prenotare una visita non c'è la possibilità immediata dell'agenda di prenotazione, l'operatore - viene detto anche dalla comunicazione fatta dalla USL - inserirà i dati dell'utente nella lista di galleggiamento corrispondente al codice di priorità. Io ho avuto segnalazioni che invece questo servizio e questo passaggio non è stato sottoposto all'attenzione di chi ha chiamato e devo dire che ne ho ricevute più di una, quindi questa gliela faccio come ulteriore segnalazione.
Tra l'altro, Assessore, quest'ordine del giorno la riguarda in via tangente perché in realtà l'impegno è in capo al Presidente della V Commissione che io spero prima o poi, al di là delle sue fughe e delle sue assenze, possa proferire parola anche per rispondere a una richiesta di impegno, così potrà dare anche l'occasione al povero Assessore di respirare, non so se ci sono i presupposti per pensare che l'Assessore è vittima di violenza, ma su questo il collega Manfrin è molto più esperto di me, l'ordine del giorno impegna il Presidente della V Commissione a organizzare un'audizione dedicata alla tematica del governo delle liste d'attesa e in generale dello stato delle prenotazioni per visite o esami strumentali entro la fine del mese di settembre con il coinvolgimento delle strutture responsabili dell'Assessorato e dell'Azienda USL: questo sia per permettere di fare il punto rispetto a un'attività che già è stata condotta in Commissione, ma soprattutto su una tematica che va a incidere pesantemente su quel percepito di cui si è parlato ieri.
Non demordo, Assessore, guardi, piuttosto sono l'ultimo Giapponese sull'isola di Guam, ma piuttosto, guardi... io non demordo e quindi io spero che almeno su questo tema si voglia fare chiarezza. Su questo guardo in particolare il Presidente della V Commissione. È ovvio che se il Presidente della V Commissione nulla dirà, comunque non è che poi non agiremo di conseguenza, però, detto questo, io mi auguro che almeno su questo tema l'impegno si possa prendere.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Collega Aggravi, nel ringraziarla per un richiamo a Hiroo Onoda, di fatto provo a dare delle risposte sul tema di riferimento per quanto riguarda il piano e anche per quanto da lei lambito e richiamato però a un'attenzione di riferimento, perché il Piano della salute e del benessere affronta naturalmente in diversi punti il tema delle liste di attesa. L'Azienda USL sta di fatto predisponendo l'aggiornamento del Piano Operativo delle Liste di Attesa, cioè il POLA - a proposito degli acronimi richiamati poc'anzi e che stanno a me, non avete idea quanto, sulle scatole - per l'anno 2023 ai sensi delle norme nazionali. Queste ultime sono state recentemente meglio esplicitate attraverso una circolare del Ministero della salute, il 30 maggio, quindi davvero molto di recente, per gli aspetti relativi in particolare ai criteri di estrazione delle prestazioni oggetto di monitoraggio e per gli aspetti inerenti le risorse utilizzabili applicando le deroghe relative all'utilizzo di strumenti straordinari - l'LPA maggiorata, il ricorso al privato accreditato, gli specialisti ambulatoriali convenzionati tra gli altri - per facilitare appunto l'abbattimento delle liste di attesa stesse.
Tale piano, non appena trasmesso dall'Azienda USL alla Regione - e ciò dovrebbe accadere entro la fine dell'estate - sarà oggetto di un'approvazione da parte della Giunta regionale. L'Azienda USL della Valle d'Aosta ha di fatto attivato, a partire dal 5 giugno, delle liste di galleggiamento per alcune specialità e naturalmente il sistema della lista di galleggiamento - questo lo dico anche perché giustamente rispetto ad un tema di questo genere noi possiamo soltanto essere oggetto di ludibrio pubblico, nel senso che il tema delle liste d'attesa è talmente vecchio ed è andato talmente tanto ad aggravarsi nel corso degli anni che tutte le volte che qualsiasi persona pubblicamente, a maggior ragione se fa il politico, cita il termine "liste di attesa" o "liste di galleggiamento" l'unica cosa alla quale si espone è quella di essere presa per i fondelli.
Concretamente però il sistema delle liste di galleggiamento, perché è utile essere chiari in tal senso, funziona in questa maniera: se un utente contatta il CUP per prenotare una prima visita o esame strumentale e non vi sono disponibilità immediate nell'agenda di prenotazione, l'operatore del CUP inserirà i dati dell'utente nella lista di galleggiamento corrispondente al codice di priorità. Successivamente, quando vi saranno disponibilità - e mi viene anche da dire quando e se vi saranno disponibilità - l'utente sarà ricontattato per fissare l'appuntamento. Verrà fatto quindi ogni sforzo possibile per erogare le prestazioni nella regione attraverso agende supplementari nelle PA e prestazioni supplementari nelle strutture private; in caso non si trovi la disponibilità, le prestazioni potranno svolgersi fuori dal territorio valdostano presso un centro privato. Pertanto che cosa sono le liste di galleggiamento? Le liste di galleggiamento sono una presa in carico del problema che non risolve il problema ma sposta l'onere della prova da quei poveri sfortunati che sono i cittadini, noi compresi, naturalmente ultimi della fila, all'azienda, che, di fatto, nel momento in cui non arriva a dare una risposta ha l'onere di essere parte attiva nel telefonare e nel provare a darti una risposta. Le liste di galleggiamento pertanto non sono una maniera per far galleggiare non vi dico cosa... ma sono una maniera per far chiaramente capire che c'è una difficoltà e si cerca di mettersi addosso il problema.
Naturalmente, in maniera assolutamente inappropriata, per atterrare rispetto all'ordine del giorno n. 20, le chiedo di ritirarlo altrimenti ci asterremo.
Presidente - Nel frattempo si è prenotato il consigliere Baccega a cui passo la parola.
Baccega (FI) - Come avrete notato, non abbiamo avuto un confronto come opposizione per decidere: "Su questo tema ci pensi tu e su questo tema ci pensa quell'altro gruppo o quell'altro ancora", abbiamo cercato nei nostri ambiti di evidenziare quelle che potevano essere le problematiche. Noi abbiamo anche detto nel nostro intervento ieri che qualche passo avanti si è fatto, si sono trovati i medici di medicina generale sul territorio, le liste di attesa per gli interventi chirurgici hanno avuto una sensibile riduzione ma non basta, quindi anche noi abbiamo un'iniziativa che richiamerà questo passaggio, lei ci ha parlato, Assessore, delle liste di galleggiamento e vediamo dove ci porteranno.
Gli sforzi che sono stati fatti... non so, quello di Sallanches mi sembra uno sforzo improbo perché se poi chiude il traforo, rischiamo di non poter utilizzare quegli accordi. Poi non si capisce bene cosa si farà con le agende chiuse, fino a quando saranno chiuse, ci sarà una liberalizzazione e un'apertura delle agende che adesso sono chiuse e che entreranno nell'ambito delle liste di galleggiamento? Questo, in realtà, non lo sappiamo ma torno a dire quello che le dissi nel momento del suo insediamento: ci sono troppi operatori sanitari, medici e non so se anche infermieri, ma soprattutto medici che sono impegnati in una serie di operazioni che possono fare altre persone, ovvero coloro che si occupano degli aspetti più burocratici, i medici facciano i medici e altri facciano le operazioni di carattere amministrativo, sono operazioni che in qualche modo mettono in difficoltà. Qualora siano tutti in campo, mettiamo i medici tutti in campo a fare il loro lavoro, probabilmente qualche lista d'attesa in meno potremmo averla. Comunque apprezziamo lo sforzo e vediamo se riusciamo ad avere contezza. La richiesta di confrontarsi su questo è proprio perché, come dice lei, come apriamo bocca in qualsiasi contesto o ambito e parliamo di sanità, il tema è: "Ah, io sono a un anno, mi hanno chiamato a un anno". Non si può andare avanti così, dobbiamo reagire. Se abbiamo contezza tutti quanti e riusciamo tutti quanti a rispondere nello stesso modo, probabilmente diamo un servizio migliore alla collettività.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Per sostenere quest'ordine del giorno, che è quanto mai opportuno; l'impegno che hanno proposto i colleghi della Lega è a organizzare un'audizione sulla tematica del governo delle liste d'attesa.
Poco fa l'Assessore ha ricordato che in vari punti del piano per la salute e il benessere sociale si affronta il tema delle liste d'attesa, ma appunto è frammentario questo modo di affrontare le cose e le informazioni di cui si dispone sono poche. Noi abbiamo presentato, per questo Consiglio non si discuterà per questioni di tempo, un'interrogazione proprio relativa a quelle che, nel momento in cui è stato depositato il testo, ancora non sapevamo essere le liste di galleggiamento; l'abbiamo depositata il 9 di giugno, perché ci era stato segnalato da alcuni utenti che telefonando al CUP venivano date loro delle risposte, non si era fatto riferimento al termine "liste di galleggiamento" ma a una sorta di parcheggio di elenco in cui si veniva inseriti, però senza avere delle informazioni soprattutto circa i tempi della risposta. Io interverrò poi più dettagliatamente su questo quando sarà il momento, faccio notare comunque che le liste di galleggiamento sono una realtà che oggi viene adottata da noi, ma esistono già da più di un anno in alcune Regioni, il Veneto per esempio, e non hanno dato assolutamente i risultati sperati, si è trattato semplicemente di un dilazionamento della risposta e non poi della prenotazione in quei casi, perché, come ha detto lei, Assessore, bisogna poi vedere se e quando si possono effettuare. Mi sembra quindi uno strumento che crea ancora più confusione di quello che già c'è.
Per questo, e anche condividendo quanto è stato detto dal collega Baccega, avere delle informazioni in più possibile precise serve a tutti, quindi l'impegno era quello di ragguagliarci in qualche maniera in modo da poter anche dare delle informazioni corrette a chi ci contatta, come contatterà anche molti altri colleghi.
Abbiamo capito che la decisione è stata quella di non approvare nessun ordine del giorno, mi pare anche una scelta un po' miope perché ci sono una serie di questioni che obiettivamente erano anche semplicemente di buon senso, le richieste erano di buon senso; altre possono essere più politiche, qualcuno può vederle come più strumentali, inadeguate, poco vicine al piano, però molte di quelle che sono state presentate avevano un altro spirito, che, purtroppo, non è stato raccolto, ma questo in qualche modo l'abbiamo già visto anche su altre questioni e contraddice quello che avete detto quando avete presentato il nuovo programma della nuova maggioranza.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano.
Restano (GM) - Nel leggere il piano, come ricordato da parecchi colleghi, sovente ci si imbatte nella parola "Multisettorialità, intersettorialità" e, riferendosi al paziente, si chiede che sia proattivo.
Assessore, in questo caso le chiedo di essere proattivo, per una volta ci dica che quando sarà approvato il POA, lei chiederà di venire in Commissione, perché se andiamo avanti così, noi lo chiediamo al Presidente della Commissione, 4 a 3 boccia tutto e non si fa niente. Quindi lo dica lei: "Verrò in Commissione", per cortesia, perché altrimenti le informazioni che ci raggiungono, riferite soprattutto alle liste di galleggiamento e alle chiamate successive da parte di quei poveracci (convengo con lei) che devono chiamare gli utenti, aprono spazio alla fantasia perché, come ha detto bene la collega Minelli, di telefonate le abbiamo ricevute tutti ma quello che ci dicono per telefono sono cose che mi rifiuto per certi aspetti di credere perché le cose narrate vanno proprio all'estremo.
Allora abbiamo, per cortesia, la necessità di sentire dalla viva voce di chi dirige l'Azienda e dalla sua voce come stanno le cose e avere anche un aggiornamento su quelle liste che tempo addietro era stato chiesto con un periodo temporale un pochino più ristretto di (incomprensibile) Vi sono altri interventi? Non vedo altre richieste, metto pertanto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Il seguente è il n. 21, sempre della Lega. Si è prenotato il consigliere Ganis, a cui passo la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Ci riproviamo. Quest'ordine del giorno che ha come oggetto: "Azioni di prevenzione agli incidenti domestici" vuole evidenziare in questo Consiglio questa problematica. Gli incidenti domestici rappresentano un problema di grande interesse per la sanità pubblica, disabilità, sofferenza, calo della produttività, sono infatti alcuni degli aspetti legati a questo tema, causa importante di mortalità nella maggior parte dei Paesi, gli incidenti domestici secondo l'OMS non risparmiano nessuna fascia di età e sono la prima causa di morte per i bambini. Da non sottovalutare poi l'aspetto sociale legato all'impatto psicologico che questo tipo di infortuni ha sulla popolazione che considera la casa il luogo sicuro per eccellenza. Ma che cos'è un incidente domestico? Secondo la definizione data dall'Istituto nazionale di statistica, l'infortunio di tipo domestico è un incidente che presenta determinate caratteristiche, comporta la compromissione temporanea o definitiva delle condizioni di salute di una persona a causa di lesioni di vario tipo, si verifica indipendentemente dalla volontà umana e si verifica in un'abitazione.
Secondo l'indagine multiscopo sulle famiglie aspetti della vita quotidiana dell'Istat nel 2019 in Italia solo l'1% degli intervistati di tutte le età ha dichiarato di aver subito incidenti in ambito domestico negli ultimi tre mesi, con un aumento della frequenza di incidenti al crescere dell'età e soprattutto fra le donne. Ricordo che è un problema che coinvolge anche i bambini, come dimostrato dall'indagine realizzata in undici Regioni italiane nell'ambito del sistema di sorveglianza 0-2 anni, dove su un campione di circa 30 mila mamme il 6% ha dichiarato di essersi rivolta a un medico o al Pronto Soccorso per un incidente domestico del proprio figlio, cadute, ferite, ustioni. La percentuale aumenta al 20% sopra l'anno di età. Nonostante causino un numero di decessi, di ricoveri e di accessi al Pronto Soccorso più elevato rispetto agli incidenti stradali, la consapevolezza del rischio di infortunio domestico è purtroppo molto bassa.
Secondo quanto rilevato dalla sorveglianza della popolazione adulta, Passi, il 3,3% degli adulti tra i 18 e i 69 anni ha dichiarato di aver avuto un infortunio domestico per il quale è stato necessario il ricorso al medico di famiglia, al Pronto Soccorso o all'Ospedale. Tale percentuale risulta un po' più elevata rispetto alla media nazionale in Friuli Venezia Giulia. La loro frequenza è fortemente sottostimata perché solo in casi più gravi, che necessitano di cure in ambito ospedaliero, vengono registrati. Fra le persone cadute solo una su quattro si è rivolta al Pronto Soccorso, analogamente a quanto rilevato a livello nazionale dal sistema Siniaca, che è il Sistema Informativo Nazionale sugli Incidenti in Ambiente di Civile Abitazione, il 90% di tutti gli accessi al Pronto Soccorso per incidente domestico è dovuto a tre cause: cadute 46%, urto e colpo 30%, taglio 14%, circa metà di tutti i ricoveri per frattura riguarda il femore e oltre i tre quarti di tutte le cadute con frattura di femore si sono verificate a domicilio. L'attenzione degli operatori al problema delle cadute in casa è ancora molto scarsa. Sempre dai dati di Passi, solo un intervistato su otto ha ricevuto consigli da un sanitario su come evitare di cadere. L'analisi dei dati sembra suggerire che i consigli vengono erogati per lo più in seguito a un evento.
L'attenzione posta alla formazione della sicurezza abitativa e la sensibilizzazione sul problema degli infortuni sono necessarie per contribuire a migliorare la qualità di vita. Importante è la prevenzione, così come le malattie anche gli incidenti possono essere prevenuti. Diverse sono le iniziative di prevenzione a livello istituzionale, le più efficaci sembrano essere quelle che considerano approcci multipli, campagne di informazione, educazione presso anziani, bambini, genitori, formazione di operatori sanitari volta all'acquisizione di competenze per la rilevazione della sicurezza degli ambienti domestici, fornitura a basso costo di dispositivi di sicurezza. La prevenzione è presente anche dal punto di vista strettamente giuridico, a livello internazionale, con il programma europeo di azione per la prevenzione delle lesioni personali e a livello nazionale con il piano nazionale e con la legge 343 del 3 dicembre del 1999 dove le Regioni devono attivare un sistema informativo sui dati relativi a questo tipo di infortuni.
Oltre alla prevenzione come strumento di monitoraggio dei progetti regionali previsti dal piano nazionale di prevenzione, c'è poi il sistema di sorveglianza Passi che riguarda il problema degli incidenti domestici e ha i seguenti obiettivi: valutazione della consapevolezza del rischio in ambito domestico, stima della quota di popolazione che ha ricevuto consigli sulla prevenzione degli incidenti, stima della quota di popolazione che ha cambiato i propri comportamenti. Se la prevenzione quindi è importante, è alquanto importante adottare una strategia mirata che coinvolga tutti i servizi sanitari di interesse per il contrasto del fenomeno, attraverso una serie di azioni finalizzate a sensibilizzare la popolazione su rischi connessi agli incidenti domestici promuovendo la sicurezza con particolare attenzione per i neo genitori e le categorie a rischio come bambini, donne e anziani e di promuovere attraverso delle campagne di sensibilizzazione corretti stili di vita.
Come ho evidenziato, l'impatto sociale del fenomeno degli incidenti è di grande importanza non solo a livello sanitario, ma anche dal punto di vista economico, tant'è che le conseguenze in termini di salute sono rappresentate da traumi di diversa entità con costi sociali e sanitari rilevanti.
In base a queste considerazioni, si impegna il Governo regionale e l'Assessore competente a promuovere iniziative e campagne di sensibilizzazione e sui rischi connessi agli incidenti domestici, con particolare riferimento al tema della sicurezza, nonché a favore delle categorie a maggior rischio tra cui neo genitori, bambini, donne e anziani anche attraverso azioni di prevenzione, così come anche con la definizione di apposite linee guide di prevenzione.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - - Come citato nella macroarea 1 del piano della salute e del benessere sociale, con la deliberazione di Giunta 1654/2021 che ha adottato il Piano regionale della prevenzione, PRP, sono declinati, oltre gli organismi preposti alla sua attuazione, gli obiettivi specifici, tra questi compaiono in particolare gli incidenti stradali e quelli domestici. I primi rappresentano ancora la causa di morte più frequente tra i giovani.
Il Piano della prevenzione declina le linee strategiche di intervento che sono lo sviluppo di programmi per l'approvazione di corretti stili di vita con particolare riguardo all'attività fisica e al corretto utilizzo dei farmaci nell'anziano; lo sviluppo di programmi per accrescere le competenze genitoriali connesse alla prevenzione degli incidenti domestici in età infantile; l'attivazione di percorsi di formazione sulla sicurezza domestica rivolta al collaboratore familiare, agli insegnanti, agli operatori sanitari, socio-sanitari, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta; l'implementazione di percorsi di interoperabilità fra i servizi coinvolti; l'informazione e comunicazione sul rischio di incidente stradale correlato a comportamenti a rischio e la promozione e realizzazione di interventi di difesa e di integrazione nelle politiche di altri settori, cioè l'ambiente, i trasporti, l'edilizia, l'urbanistica, l'agricoltura, l'energia e l'istruzione attraverso l'elaborazione di programmi di attività intra e interistituzionale di progetti multi, interdisciplinari e intersettoriali. Tutto ciò per la definizione e la condivisione di percorsi e procedure integrate basate sull'approccio alla salute unica "One Health" di cui spesso abbiamo parlato grazie alle iniziative del collega Restano in aula. Tutto ciò è già previsto nel Piano regionale di prevenzione 2021-2025, con azioni già in corso relative a questa problematica. In tal senso è già stato siglato un accordo di riferimento con ARER, CELVA e sono previste attività nelle scuole. Tutto ciò, tra l'altro, è previsto anche nel PSBS.
Per questo motivo, visto che i samurai non atterrano, siamo a chiedervi di ritirare l'iniziativa o ci asterremo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Ci sono delle Regioni, come la Lombardia, che ha attivato delle linee guida, io qui ho ventisei pagine, magari gliele faccio avere così magari ha la possibilità di confrontarlo con quello che ha detto lei.
Io nel piano PSBS ho cercato attentamente la parola "incidente domestico" e l'ho trovata tre volte, due volte a pagina 229, così magari poi lo guardiamo insieme se vuole, e una volta sola a pagina 15. Tra l'altro, non si fa riferimento alla prevenzione, niente sulle campagne di sensibilizzazione e nulla sui rischi connessi, figuriamoci sulla sicurezza e sulle strategie. Ricordo che la legge 343 del 13 dicembre del 1999 stabilisce che le Regioni devono attivare un sistema informativo sui dati relativi a questo tipo di infortuni. Una domanda mi sorge spontanea: ma esiste questo piano informativo?
Noi abbiamo portato in Consiglio questa problematica da non sottovalutare, perché, come abbiamo evidenziato, rappresentano un grande interesse per la sanità pubblica. Prevenire è meglio che curare, questo era il pensiero di un medico sociale del Seicento e non il vostro.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (GM) - Tanto per occupare quest'ultimo spazio, ricordo, Assessore, che negli anni 2010 c'erano degli interessanti progetti per raccolta dati: "Passi" e "Passi d'argento", mi sembra che l'abbia citato... c'era "Passi" e "Passi d'argento" over 65 mi sembra di ricordare. Sarebbe interessante poter riprendere queste ricerche per poter poi fare un'analisi dell'attività in famiglia e anche all'esterno, soprattutto dei "Passi d'argento" di cui probabilmente parleremo domani.
Presidente - Altri interventi? Non vedo altre richieste. Metto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Sono le ore 19:54, chiudiamo qui i lavori per oggi e riprendiamo domani mattina. I lavori del Consiglio sono per oggi terminati.
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La seduta termina alle ore 19:54.