Oggetto del Consiglio n. 2395 del 21 aprile 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2395/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno a trasmettere ai Consiglieri regionali un rapporto tecnico sul tema del "disagio abitativo" ai fini dell'aggiornamento della legge regionale 3/2013 e a definire adeguate politiche per contenere tale disagio". (Reiezione di una risoluzione)
Bertin (Presidente) - Punto n. 96. Illustra la mozione il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Inizierei dal rappresentare la genesi del perché quest'iniziativa è stata presentata. È perché, in particolare nell'ultimo anno, sono state presentate parecchie iniziative ispettive da parte dell'opposizione, da parte del nostro gruppo, con il collega Baccega che si è sempre occupato di questa materia. Sono state tutte delle iniziative ispettive che ci hanno consentito di comprendere che c'è qualcosa che non funziona. Ma sono tutte iniziative che avevano una cosa in comune, che l'opposizione può presentare delle tematiche da sottoporre a livello ispettivo nella misura cui è a conoscenza di alcuni problemi; dei problemi che portano chiaramente delle visioni su degli aspetti della materia.
È la prima volta che vogliamo parlare in modo complessivo di disagio abitativo, in modo organico, perché riteniamo che questa sia una carenza non dovuta a un demerito dell'opposizione, ma un po' al fatto che il Consiglio regionale non ha mai avuto a disposizione dei rapporti sull'argomento, dei documenti che rappresentassero in modo compiuto la situazione nel suo complesso.
Prima di iniziare il percorso che ha portato a presentare quest'iniziativa, a seguito di tutte le iniziative ispettive che abbiamo presentato, ho iniziato a provare a documentarmi su cosa fanno gli altri. Devo dire che Internet e la rete sono di grande aiuto, rispetto al passato: una volta avremmo abbandonato subito il campo, perché bisognava andare in biblioteca e non era semplice avere delle documentazioni. Invece, digitando su Google le parole "disagio abitativo", si possono trovare tanti documenti. Cito due documenti che sono interessanti, perché li voglio mettere a patrimonio comune per chi vorrà fare poi degli approfondimenti.
Uno è il report di Nomisma per Federcasa che, voglio evidenziare, è l'associazione cui aderiscono quasi tutti gli enti italiani che gestiscono l'edilizia residenziale pubblica. Questo report parla di dimensioni e caratteristiche sociodemografiche delle famiglie in disagio economico da locazione, tratta della domanda espressa dalle famiglie in disagio economico da locazione, la domanda di disagio soddisfatta dall'ERP, e dà tutta una serie di elementi che a me sono stati molto utili per presentare quest'iniziativa.
Passo al documento successivo, sempre di Federcasa: un libro, "Management dei servizi abitativi pubblici", predisposto dalla Bocconi che ha fatto un'analisi su dieci enti italiani, che hanno un grande significato a livello qualitativo e numerico nel rappresentare la gestione dell'edilizia residenziale pubblica. In questo libro sono state analizzate cinque aree: gli assetti istituzionali, le politiche abitative regionali, i profili di utenza, i profili del patrimonio e sono stati messi in raffronto per capire quali potrebbero essere le innovazioni che possano essere portate alla gestione di una materia complessa, ma che sicuramente richiede un approccio diverso rispetto a quello che ha avuto nel passato.
Terminata la fase di interesse generale, sono andato a vedere cosa fanno le altre Regioni, perché è il minimo che si possa fare se si vuole approfondire un argomento. Sempre digitando su Google, l'Emilia Romagna è da tempo che produce dei report sul fabbisogno abitativo della sua regione e di tutte le province, dove viene caratterizzata la situazione sociodemografica con dei dati; come dicevo prima, i dati sono fondamentali. E l'Emilia Romagna ha fatto anche un report sugli sfratti. Degli sfratti ne abbiamo parlato ieri: la prima volta che ho visto dei dati della Valle d'Aosta è sul report dell'Emilia Romagna. Ho capito che ci potevano essere degli elementi che potevano essere utili anche a noi: non solo analizzano i loro dati, ma fanno anche dei ragionamenti sui dati complessivi di tutte le altre regioni, e questo credo che sia un approccio assolutamente di rilievo.
Al di là di cosa realizzano le altre Regioni, cosa fanno le altre Regioni nei confronti dei consiglieri regionali? La Toscana produce un report, che si chiama "Studi per il Consiglio regionale, le politiche regionali di contrasto al disagio abitativo, analisi valutativa". Ci sono tutti gli indicatori qualitativi e dimensionali del fenomeno del disagio abitativo. Il Piemonte fa la stessa cosa. Ho guardato la Lombardia, la quale fa politiche per la famiglia e mette insieme anche la parte del disagio abitativo. Quindi, questo è un plico di documentazione per far capire cosa fanno gli altri.
Ho provato a digitare "disagio abitativo Valle d'Aosta": non ho trovato dei documenti, ho trovato iniziative ispettive; provate voi a vedere. Si parla solo di iniziative ispettive, perché l'unico momento in cui è trattato l'argomento, è attraverso le iniziative che presenta l'opposizione in Consiglio regionale.
Alla fine di questo percorso ho detto: allora bisogna vedere cosa facciamo noi. Ho fatto una richiesta di 116, mi sono state fornite pagine e pagine di numeri; evidentemente i numeri sono una bella cosa, a me piacciono perché bisogna leggerli, ma bisogna anche interpretarli. I numeri sono la base e la massima sintesi dell'espressione dei pensieri, perché lì non si sbaglia, il numero dice la verità, l'analisi dei numeri può stimolare poi quelle che sono le considerazioni che si fanno a livello politico.
A questo riguardo, ho pensato di prendere quei dati che mi sono stati forniti e aggregarli, perché non avendo nessun significato di lettura così come erano messi. Ho compilato delle tabelle che non commento e che, se volete, verranno messe a disposizione del Consiglio, anche questo come patrimonio comune, che sono sicuramente un esempio già concreto di rappresentazione di una realtà su cui bisogna mettere mano. È una rappresentazione plastica questa, perché ognuno poi potrà fare le sue interpretazioni, per carità, sotto il profilo politico, ma mi sono fermato qui perché questo che c'è è sufficiente per evidenziare che c'è un problema e il problema va gestito. La conoscenza della materia dà la possibilità di fare poi dei ragionamenti, e questo è il percorso che ha portato alla presentazione di quest'iniziativa. Siamo partiti dall'acquisire la conoscenza per arrivare a fare delle considerazioni.
Adesso faccio qualche considerazione di carattere politico e di carattere generale, sulla base di quello che ho riferito poc'anzi. Mi sono chiesto: ma il consigliere regionale valdostano, per poter fare il legislatore nel migliore dei modi e legiferare per soddisfare i bisogni della sua comunità, è messo nelle condizioni in cui è il consigliere toscano, piemontese, dell'Emilia Romagna nell'affrontare questa tematica? La risposta che mi sono dato è: no, non lo è, perché noi non abbiamo questi tipi di rapporti. Il rapporto è la base fondamentale per avere un quadro conoscitivo completo. Ma se non abbiamo un quadro conoscitivo completo, purtroppo ne risente la definizione dei provvedimenti legislativi che noi andiamo a discutere.
Questo per dire cosa? Che serve che tutti insieme facciamo un salto di qualità. Si tratta, secondo me, di dimostrare tutti insieme un grado di maturità che deve portare a non più dire: l'anno scorso c'eri tu, due anni fa c'era lui, quattro anni fa c'era l'altro che se ne occupava. Il problema non è questo, perché se ci perdiamo nella caccia ai responsabili di una cosa che non funziona o di una cosa alla quale c'è da mettere mano per migliorarla, non si ottiene niente a livello di risultato.
Credo che l'unica cosa sia prendere atto che c'è un problema, che va gestito con il contributo di tutti, ma deve partire prima dalla conoscenza piena di una situazione, perché nel 1955 Einaudi diceva: "Bisogna conoscere, discutere e poi deliberare". Spesso e volentieri si delibera senza conoscere e qualche volta pure senza discutere. Se il procedimento funziona in questi termini, è difficile poi ottenere dei risultati soddisfacenti rispetto a quelle che sono le esigenze di una comunità.
Sui temi, io non entro nel merito, però una cosa è emersa in modo molto chiaro: già solo il fatto che non ci sia la previsione della morosità incolpevole nel mercato libero, è un problema clamoroso che solo la Valle d'Aosta ha approcciato in questo modo, con questa modalità fino a oggi; ma parliamo dal 2012, non da ieri. La Toscana, la prima sperimentazione sulla morosità incolpevole l'ha fatta nel 2012 ma, come dicevo, non è il problema di ripercorrere il tempo, è di dire: adesso cerchiamo di trovare una soluzione a queste situazioni. La morosità incolpevole determina dei drammi sociali nel mercato libero soprattutto, perché succede che se non si trovano più alloggi in giro, c'è un problema, perché poi ci sono gli sfratti, ci sono i mancati pagamenti, e quindi in un sistema articolato in questa maniera non ci sono alloggi a disposizione delle fasce più deboli di popolazione, di quelle che hanno una maggiore criticità.
Pertanto, è bene che prima, o di pari passo, di avanzare con la definizione di tutte le innovazioni, proprio perché è fondamentale conoscere, si acquisisca un rapporto che definisca qualitativamente e quantitativamente il tema del disagio abitativo, secondo quelli che sono gli indicatori che utilizzano in genere tutte le altre Regioni, in modo tale da offrire la necessaria informazione e consapevolezza ai consiglieri nell'affrontare l'aggiornamento della legge, in modo che ognuno possa offrire il suo contributo con la massima consapevolezza possibile, affinché si possa affrontare e risolvere i problemi che ha la comunità. E, in seconda battuta, a definire adeguate politiche per contenere e fronteggiare il disagio abitativo e che queste siano approntate nel rispetto dell'articolo 3 della Costituzione, ovvero del principio di pari dignità sociale per tutti i nuclei familiari che versano nella medesima condizione ISEE, perché come vedrete dalle tabelle che ho predisposto, c'è una netta discrepanza oggi su persone che hanno la stessa capacità, reddito patrimoniale, e questo non è corretto, perché ci riferiamo a delle persone che sono tutte fragili, che vivono nella stessa situazione di fragilità. Ieri il collega Baccega, quando ha parlato di povertà, ha evidenziato i dati di come aumenta il numero delle persone che si rivolgono alla Caritas, come aumenta il numero dei pasti: queste sono le ragioni, perché la politica non è in grado di dare, per quanto possibile, delle soluzioni che siano tarate sulle esigenze di un territorio.
Presidente - Su questa mozione, è pervenuta anche una risoluzione da parte della Lega, Forza Italia e Restano. Tra l'altro c'è anche un nuovo testo di mozione, un emendamento alla mozione precedente. Per facilitare la discussione, illustriamo adesso la risoluzione e il nuovo testo e poi facciamo la discussione? Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Molto brevemente, così risparmiamo tempo e giustamente facciamo una discussione unica anche sulla base delle indicazioni che ci siamo dati. Questa risoluzione prende spunto dalla mozione che è stata presentata e per la quale ringraziamo i colleghi, perché il tema del rifacimento della legge n. 3 del 2013 è stato al centro del dibattito di questo Consiglio. Io ne ho parlato fin da quando ero addirittura in Consiglio comunale di Aosta, ma da quando siamo qui penso che anche il collega Baccega ne abbia scritto parlare infinite volte, e che ci siano dei problemi e delle cose da correggere, sicuramente è evidente, sotto gli occhi di tutti, e l'ha riconosciuto addirittura anche il Comune di Aosta.
La notizia dell'apertura di un tavolo di confronto con i soggetti interessati per la revisione, è sicuramente positiva. Poi bisognerà vedere dove andrà a traguardare e quali saranno gli obiettivi che questo tavolo si pone, perché se gli obiettivi saranno peggiorativi, sicuramente non sarà una buona notizia, ma penso e spero che potremo lavorarci tutti insieme, perché il disagio abitativo e il problema della povertà non sono certo di una parte politica, ma sono patrimonio comune, e le soluzioni che abbiamo messo sul tavolo non hanno colore politico, ma hanno l'obiettivo di intervenire su questo disagio.
Con questa risoluzione abbiamo voluto evidenziare innanzitutto due cose. Nella legge regionale, la n. 3 del 2013, sono previsti due organi: la consulta regionale della casa e l'osservatorio per la casa. Ho fatto anch'io una ricerca come ha fatto il collega Marquis, ma non risulta che questi organi si siano riuniti dal 2014 in poi, non ho trovato notizie di riunioni. Il problema è che questi organi sono assolutamente indispensabili per raccogliere anche un punto di vista informato rispetto ai limiti e alle criticità che si vogliono affrontare, proprio anche in un'ottica di revisione della legge. Ma c'è di più, perché ovviamente, all'interno della legge regionale, è previsto un piano triennale delle politiche abitative, che dovrebbe essere approvato dal Consiglio regionale entro il 30 settembre dell'anno che precede il triennio di riferimento. Io ho cercato lungamente, ma non ho trovato questo tipo di riferimenti e sono convinto e persuaso che invece un piano, così come è nell'obbligo della legge n. 3 del 2013, e un confronto, sia con la consulta, sia con l'osservatorio, sia assolutamente indispensabile e ci aiuterebbe a centrare e capire in maniera concreta quelle che sono le necessità, anche da parte degli utilizzatori e dei cosiddetti portatori di interesse.
Ecco perché con questa risoluzione, che è collegata alla mozione in discussione, chiediamo di dare piena applicazione alle disposizioni della legge regionale n. 3 del 2013, presentando al Consiglio regionale la proposta di piano triennale delle politiche abitative per la Valle d'Aosta, con i contenuti che abbiamo richiamato nel testo della risoluzione, in tempo utile per l'analisi del piano da parte delle Commissioni consiliari competenti e l'approvazione dello stesso da parte dell'assemblea nei termini di legge. Oltre a questo abbiamo chiesto anche di discutere nelle Commissioni consiliari competenti il piano di revisione della legge n. 3 del 2013, perché per ora abbiamo potuto leggere soltanto dei comunicati stampa, ma un coinvolgimento delle Commissioni consiliari competenti non l'abbiamo visto, e quindi una discussione nelle sedi opportune, per raccogliere anche le indicazioni che arrivano e che possono essere migliorative rispetto alla legge, crediamo che sia assolutamente un passaggio obbligato, che va fatto e che ci permetterà di migliorare in maniera positiva questa normativa.
Presidente - Ricordo che è già arrivato alla Presidenza un testo modificato della mozione al punto 96, sottoscritto dal consigliere Marquis e dai capigruppo di maggioranza. La discussione generale è aperta, chi vuole intervenire si prenoti. Non vedo richieste di intervento. La discussione generale è chiusa. Per il Governo l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Partiamo da un campo più ampio che è quello del disagio abitativo che viene in una qualche maniera richiamato dalla mozione 96 e che, di fatto, è stato anche oggetto di interventi nel corso delle interrogazioni di ieri, cioè sia la 29 che 35 rispetto ai dati di riferimento. Dando una visione complessiva del disagio abitativo a 360 gradi, quindi il disagio abitativo inserito sia nel mercato privato che nel mercato che interviene pubblicamente proprio a supporto del disagio abitativo, cercheremo di circoscrivere gli ambiti di riferimento e andare anche a individuare il perché si sia emendata, in seno a un percorso avviato di riforma della legge regionale n. 3 del 2013, la mozione 96, e, invece, ci sarà un'astensione sulla risoluzione collegata.
Il disagio abitativo è un fenomeno molto complesso e sfaccettato che necessita di essere analizzato e compreso a fondo per poter dare risposte e trovare soluzioni adeguate; su questo si sta lavorando. Il tavolo di lavoro per la revisione della legge regionale n. 3 del 2013 si è riunito per la prima volta il 13 aprile scorso ed è un tavolo di lavoro individuato con un atto, una delibera di Giunta regionale. Quindi anche i partecipanti al tavolo di lavoro stesso sono soggetti individuati da un atto votato dal Governo.
Dal primo confronto sono emersi come prioritari i temi legati agli aspetti della necessità di abitazione, al sostegno della locazione e alla morosità incolpevole. È inoltre stata condivisa la necessità di affrontare il tema casa con un approccio multidisciplinare, in un'ottica più ampia che comprenda anche interventi di tipo sociale. È infatti condivisa la consapevolezza che i cambiamenti determinati dall'emergenza sanitaria hanno ormai assunto un carattere permanente. Si rende quindi necessario anche individuare una forma di aiuto per chi è in grado di uscire dallo stato di emergenza, in modo da poter accedere al mercato privato.
Sul tema dell'abitare inteso in senso ampio - e questo è importante collocarlo a proposito di una visione più generale che va oltre il discorso pubblico-privato, la legge regionale n. 3 del 2013, l'edilizia residenziale pubblica, l'emergenza abitativa, il sostegno alla locazione - il dipartimento politiche sociali ha promosso, nell'ambito del piano di zona, la costituzione, in collaborazione con gli enti del terzo settore, di un tavolo interistituzionale. I lavori del tavolo sono iniziati nell'autunno del 2022 con l'obiettivo di effettuare una programmazione partecipata sul tema dell'housing, anche a valere sui fondi statali dedicati alla povertà. Dai lavori del tavolo stanno emergendo spunti di riflessioni interessanti in un'ottica di prevenzione della morosità, come ad esempio il servizio di accompagnamento socioeducativo all'abitare, che comprende la gestione del budget familiare e della casa. Spesso infatti i soggetti, e lo sa chi ha avuto per tanti anni a che fare con queste persone che si ritrovano ad avere dei problemi anche sul mondo della casa, hanno tutta una serie di difficoltà a gestire i propri attivi a 360 gradi, per quanto questi attivi, proprio perché spesso risicati, creano una serie di problemi non secondari. Oppure sull'esperienza di altri territori, come le agenzie sociali per la casa, che offrono strumenti di sostegno nella ricerca di alloggio a canone accessibile nel mercato privato, o ancora soluzioni che forniscano ai locatori una garanzia sul pagamento del canone.
Nell'ambito del citato tavolo, i cui lavori si concluderanno nel prossimo mese di giugno, si sta effettuando un lavoro di mappatura delle risorse esistenti, delle criticità emerse, dei nuovi bisogni emergenti sul territorio, anche a seguito della pandemia e della crisi economico-sociale di questi ultimi anni. Il gruppo interistituzionale in questo percorso è affiancato, tra l'altro, nella logica anche della mozione di cui sopra, da un consulente di Labis, cioè il Laboratorio di innovazione sociale, soggetto nato dall'esperienza dei soci fondatori delle società e delle socie fondatrici che hanno operato nell'area delle politiche sociali della Fondazione Compagnia di San Paolo, con pluriennale esperienza nella ricerca e nella progettazione di soluzioni innovative anche in tema di housing. Al termine dei lavori del tavolo, verrà prodotto un report sul lavoro svolto che sarà tenuto in considerazione anche nell'ambito dei lavori già avviati di revisione della legge regionale n. 3 del 2013.
Stante questo lavoro, che è partito naturalmente nell'autunno scorso e che riguarda tutto il mondo della povertà in seno appunto a quanto richiamato ieri anche a seguito di alcune iniziative che sono nate dal collega Baccega sul discorso della non autosufficienza, noi dobbiamo tener conto che c'è un percorso avviato all'interno di quella che è l'individuazione dei LEPS, e quindi dei livelli essenziali per le politiche sociali che in una qualche maniera si stanno muovendo in parallelo su tutta una serie di temi. Il tema della povertà e il tema della non autosufficienza la fanno in questo momento da principali protagonisti. Nel mondo della povertà ovviamente il disagio socio-abitativo esiste e quindi, di conseguenza, si sta lavorando in tal senso.
Si sta lavorando in tal senso perché sicuramente è assolutamente necessario. A parte gli strumenti di cui oggi siamo dotati, li ho citati poc'anzi, bisogna dire che nel passato la Regione autonoma Valle d'Aosta, sia in termini di investimenti sul mondo dell'edilizia residenziale pubblica sia in termini di investimenti e in termini di servizi resi, quindi di contributi effettuati, nel mondo dell'edilizia residenziale pubblica, dell'emergenza abitativa e del mondo privato, ha fatto tanto e tanto ha speso e l'ha fatto in maniera ottimale. Sicuramente ai tempi il mondo, compresa la Valle d'Aosta, era diverso e quindi di conseguenza gli strumenti del passato hanno dato allora dei risultati più che soddisfacenti, ma oggi quello del disagio socio-abitativo è un mondo reso più ampio e va analizzato a 360 gradi.
Analizzare a 360 gradi risulta essere fondamentale ed è anche per quello che abbiamo colto lo spunto dell'iniziativa del collega Marquis, perché fino a prova contraria siamo dotati di occhi e orecchie e tutta una serie di azioni ispettive che sono state poste in essere dal collega, e che mi sono trovato sugli uffici in parte dal recente passato, in parte hanno continuato ad arrivare, più quelli del collega Baccega, più quelli del collega Manfrin, di fatto raccolgono tutta una serie di dati che rendono evidente che è necessario studiare degli approcci diversi e che sicuramente questo va fatto non soltanto con soggetti diversi come quelli citati all'interno del tavolo interistituzionale di cui sopra, ma anche rifacendosi ad altri soggetti di riferimento che analizzano anche questo tipo di esigenza a 360 gradi. Questo perché siamo in un momento, per tutto quello che riguarda il mondo del sociale, che sta - l'ho detto ieri, l'ho detto nel Consiglio regionale scorso e lo ripeto adesso - coprogrammando e coprogettando chiamando tutti quanti i soggetti sul territorio a dare delle risposte.
Per fare ciò, è necessario avere dei dati. Faccio un esempio concreto, spesso è stato trattato: il tema della morosità incolpevole che sicuramente, con la 974, ha visto rivolgere un proprio sguardo agli assegnatari di edilizia residenziale pubblica. Spesso abbiamo avuto occasione di confrontarci con il collega Manfrin nel corso di questi Consigli, lo faremo ancora, rispetto al fatto che lo strumento della morosità incolpevole, che deriva da un'iniziativa governativa del 2016 e che in Valle d'Aosta con la 974 ha visto rivolgere per il momento il proprio sguardo solo agli assegnatari di edilizia residenziale pubblica, non può venire incontro a situazioni di povertà che sono già conclamate o che si andranno a conclamare per il prossimo futuro. Anche l'interpretazione che è stata data, con la delibera di riferimento di cui sopra, nel gestire la morosità incolpevole è un'individuazione addirittura più allargata di quello che la normativa nazionale di riferimento prevedeva e, nonostante questo, ci si trova nella condizione che tutta una serie di soggetti che si trovano in difficoltà non possono trovare una risposta intervenendo sulla 974, perché essa interpreta in maniera puntuale quella che è la normativa nazionale di riferimento. Allora forse sono altri gli strumenti sui quali bisogna intervenire. Se però è vero che la morosità incolpevole, individuata dalla 974, va a prendere come riferimento gli assegnatari di edilizia residenziale pubblica, non possiamo assolutamente non prendere in considerazione che i dati che tutti quanti i colleghi di minoranza e di maggioranza hanno portato con i loro atti ispettivi evidenziano delle difficoltà anche nel mondo privato.
Quindi, il motivo per il quale noi andiamo a proporre l'emendamento della mozione di cui sopra, in una qualche maniera dà atto al lavoro di tutti e cerca non di dire che qualcosa non è stato fatto bene, ma cerca di dire che probabilmente dobbiamo usare due occhi e non soltanto uno. Questo lo dico per correttezza, dobbiamo farlo per andare a individuare una normativa di riferimento su questo tema multidisciplinare, multiambito, che cerchi di individuare delle soluzioni più adeguate ai tempi, partendo da dati più certi. E mi fermo qua, perché poi nel momento in cui andremo a individuare questo strumento, o andremo a comporre una nuova legge, poi ci si ricala nel mondo degli atti e delle coperture finanziarie, sui quali tutti quanti assieme dovremo fare delle valutazioni, ma questo sarà in divenire.
Per quanto invece riguarda la risoluzione, essa è da cogliere in spirito assolutamente positivo; lo dico ai colleghi che l'hanno presentata. Ci sono però due aspetti: il primo amministrativo... anzi, mettiamoli assieme. L'ultimo piano triennale è stato approvato nel 2017. Da allora, per tanti motivi che non stiamo a citare, non è stato più rinnovato il piano triennale previsto dalla legge 3. Diventa particolarmente ridondante il fatto che l'unico momento nel quale viene richiesto nuovamente di aggiornarlo è quando, con un atto di Giunta, non con una declarata, si è avviato il percorso di riforma della legge 3. Tra le altre cose, stiamo anche individuando il fatto che in una qualche maniera cerchiamo in tutte le maniere di raccogliere dei dati in senso lato, e non soltanto per riformare la legge 3 nel mondo dell'edilizia residenziale pubblica e dell'emergenza abitativa, ma anche per rivolgersi a un'altra struttura, che è quella del sostegno alla locazione.
Per questo motivo, visto che la mozione di riferimento è molto lunga e che è stata distribuita a tutti, chiedo se devo rileggere tutto quanto l'atto, oppure lo do per letto, perché altrimenti vi porto via tanto tempo.
Presidente - Consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Ho ascoltato l'intervento del collega Marquis e poi ho ascoltato l'intervento del collega Marzi. Nel frattempo, prima che il collega Marzi giustamente chiedesse se era il caso di leggere la proposta emendativa firmata dal primo proponente e dai capigruppo di maggioranza, se non erro e se riconosco le firme, mi sono soffermato sul primo punto di questa proposta emendativa, con una curiosità e un dubbio rispetto anche a quello che ho sentito dire dall'Assessore. Quindi volevo metterlo a fattor comune, per capire se qualcuno mi poteva dare una risposta, tenuto conto che spesso, a livello di risoluzioni, di mozioni o di ordini del giorno, il Governo di solito, non parlo di questo, parlo in generale, è particolarmente attento ad alcuni passaggi che riguardano l'impegnativa, e mi spiego.
Al punto primo di quella che ho citato, io leggo di "Mettere a disposizione nei tempi adeguati al rinnovo della legge regionale n. 3 del 2013 un rapporto tecnico da affidare alle esperienze e competenze di un soggetto terzo adeguato, che rappresenti qualitativamente e quantitativamente il tema del disagio abitativo secondo gli indicatori (...). Un aggiornamento che dà seguito al nuovo approccio (...)". Io sinceramente ho due dubbi su questo aspetto: quale sarà la modalità d'individuazione del soggetto terzo e soprattutto in questi termini quale sarà la valutazione di adeguatezza che verrà fatta. E in ultimo: è un impegno di spesa? Bisogna dare un incarico di consulenza a un soggetto terzo? Perché il collega Marzi, oltre a rappresentare gli elementi di economia domestica, non so come chiamarli, mi ha incuriosito su tutta una serie di soggetti che ha citato. Però io sinceramente mi dico: ma se si va a votare questa proposta emendativa, si apre a una gara per assegnare una consulenza a un soggetto terzo, e mi chiedo quali sarebbero i profili di adeguatezza. È una domanda che penso non mi sia fatto soltanto io, considerata la tipologia dell'impegnativa che, spesso e volentieri, è anche causa di astensione, mettiamola così, da parte dei Governi che à tour de rôle si presentano, perché sono impegnativi. In questo caso io volevo capire effettivamente di che cosa si parlasse in tal senso.
Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.
Baccega (FI) - Direi che è assolutamente pertinente il quesito che ha posto il collega Aggravi e se l'Assessore vuol già dare una risposta, io parlerei successivamente, altrimenti proseguo in alcune brevi riflessioni. Mi dica lei, Assessore.
Presidente - Assessore Marzi ne ha facoltà.
Marzi (SA) - In realtà avrete avuto sicuramente modo di verificare la precedente impegnativa che, di fatto, parlava di un rapporto tecnico. Si è andati fondamentalmente a individuare che il rapporto tecnico dovrà essere naturalmente messo in mano a chi, in una qualche maniera, è in grado di dare un valore aggiunto. Le mozioni sono degli atti di indirizzo, quindi essendo tali, nel momento in cui vengono votate, danno disponibilità alla gestione di comportarsi in piena efficienza e legittimità, per cui nel momento in cui questo atto dovesse diventare un atto votato, e quindi una deliberazione, sicuramente la parte gestionale, e quindi la parte tecnica, farà le valutazioni del caso nella maniera più adeguata, andando anche a recepire quelle che sono le coperture finanziarie di cui sopra.
Siete abbastanza bravi, mi sembra, a fare delle mozioni, e spesso è uno dei motivi per i quali le cose possono essere fatte piuttosto che no. Nella versione iniziale la mozione richiamava esclusivamente un documento: è anche il caso di specificare che il documento deve avere tutta una serie di connotazioni ed essere completo. Sono d'accordo, infatti io sto semplicemente specificando il fatto che politicamente stiamo prendendo in esame e specificando quella che, di fatto, potrebbe diventare un'opportunità che altrimenti risulterebbe essere monca, tanto per essere chiari, perché se avessimo in casa questo tipo di disponibilità, non avremmo necessità di andare a cercare dei rapporti tecnici all'esterno.
Presidente - Consigliere Baccega ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Due riflessioni rispetto al documento che Forza Italia, per effetto del collega Marquis, ha portato all'attenzione del Consiglio regionale. Dopo quasi due anni - giustamente lo ha ricordato l'assessore Marzi - in cui tutta l'opposizione, la Lega e tutti noi abbiamo più volte sollecitato una serie di interventi, adesso è un tema che sta esplodendo. Se ne sono accorti un po' dappertutto, se ne sono accorti al Comune di Aosta, se n'è accorta la sinistra, tutti hanno capito che ci sono dei problemi seri. Fin dall'inizio avevamo detto che la legge 3 va riformata, una legge che è nata all'epoca e laddove all'epoca dava delle risposte importanti, dava delle risposte che erano pertinenti a quello che era il percorso di quel momento, dello stato sociale di questa regione. C'erano le risposte per l'emergenza abitativa, c'erano le risposte per chi locava un alloggio nel mercato privato, c'erano le case popolari che annualmente davano risposte: 100, 120, 150 alloggi nuovi o ristrutturati a nuovo che venivano assegnati alla graduatoria. Poi ad un certo punto il percorso si è interrotto, c'è stato il Covid, ci sono state una serie di problematiche. Non vogliamo dare responsabilità a nessuno: ci fa piacere che da questo momento riparta un percorso e questo percorso va sicuramente definito.
Rispetto al disagio abitativo, rispetto alla povertà, rispetto all'esigenza di andare incontro a persone che hanno delle difficoltà, avevamo già all'epoca messo in campo il tema dell'housing sociale, un tema che aveva visto anche imprenditori privati a disposizione, mettendo risorse pur di andare nella direzione di dare risposte a questo percorso. A un certo punto l'housing sociale è sparito anche dalle programmazioni triennali e dal DEFR e anche lì ci eravamo interrogati per quale motivo non si era andati avanti in quella direzione, che è la direzione giusta, dove le altre Regioni danno risposte importanti e significative, dove c'è un agglomerato di persone in difficoltà e non in difficoltà che convivono in modo sereno ed equilibrato. Quindi direi che anche dal punto di vista della partnership pubblico-privato si possono dare delle risposte importanti.
Diciamo che nasce un nuovo organismo, nasce nuovamente un nuovo soggetto, un tavolo interistituzionale che viene costituito nell'ambito del piano di zona. Spero che non la facciano troppo lunga, perché il piano di zona ha già una sua corposità, il piano di zona è già un qualcosa di assolutamente impegnativo, infilarci anche l'edilizia residenziale pubblica...! Proviamoci, l'importante è che si facciano dei passi avanti e che si vada nella direzione giusta, perché c'è stata una pausa troppo lunga.
I dati che il collega Marquis ha messo a disposizione nella sua fase di studio, sono importanti e credo che saremo tutti impegnati nei prossimi mesi a far sì che questa mozione possa avere un suo percorso definitivo, possa avere una sua risoluzione completa per dare delle risposte ai cittadini. Noi sicuramente, avendola presentata, la voteremo, ma voteremo anche la risoluzione che abbiamo firmato insieme ai colleghi della Lega.
Presidente - Per dichiarazione di voto il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Sì, Presidente, anche per dare corso e seguito alla domanda che ho posto, perché mi sembra corretto prendere atto della risposta che ha dato il collega Marzi. Sto facendo dichiarazione di voto specificatamente nella proposta emendativa che citavo in precedenza, quindi quella che dispone di mettere a disposizione un rapporto tecnico da affidare alle esperienze e competenze di un soggetto terzo adeguato, che rappresenti qualitativamente e quantitativamente il tema del disagio abitativo.
Sinceramente a noi spiace, ma se così è la previsione, su questa proposta, e le chiederei di specificare bene che cosa si sta votando, visto che ce n'è più di una messa in votazione, noi su questa ci asterremo. Ci spiace ma sinceramente una delega in bianco, messa in questi termini, sentendo parlare tra l'altro spesso di coprogettazione e di COCOCO e quant'altro, ci mette in difficoltà visto che è stata sottoposta all'attenzione dell'aula e ne abbiamo preso atto. Concordavamo sulla prima versione. Sono andato a vedere: è vero, Assessore, si parla di un rapporto tecnico e lei dice che un rapporto tecnico qualcuno lo deve fare; a me viene da dire: "Caspita, ma il collega Marquis ha fatto un dossier" che, è vero, non è un rapporto tecnico, si chiama dossier ma ci ha lavorato. Adesso, senza nulla togliere al collega Marquis, ma che le strutture dell'Assessorato o delle emanazioni sue non siano a modo di fare un rapporto tecnico, questo - mi permetta - mi mette dei dubbi, perché delle due l'una: o l'adeguatezza abbiamo già capito come verrà definita, magari in coprogettazione, oppure - mi perdoni la battuta - c'è dell'altro che noi non andiamo a comprendere. Siccome non è stata concertata ma c'è stata posta in attenzione - non me ne voglia il collega Marquis - ma noi su questa proposta ci asterremo.
Presidente - Altri per dichiarazioni di voto? Preciso che voteremo prima la mozione modificata nel nuovo testo e successivamente la risoluzione. Consigliera Erika Guichardaz ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Dal dibattito di oggi, ma da quelli che abbiamo fatto più volte in questo Consiglio regionale, emerge in maniera evidente che su un problema che conosciamo tutti da molto tempo, non solo i dati non vi siano, ma si dice "nei tempi adeguati", non mettendo neanche un tempo a quei tempi adeguati. Secondo me, i tempi adeguati sono già passati da tempo: questo vorrei dirle, Assessore! L'impegnativa precedente comunque metteva un termine, perché la mia preoccupazione e la nostra preoccupazione è che quando si dice "tempi adeguati", vuol dire continuare a rimandare il problema.
Ribadisco, è un problema che tutti noi conosciamo, ormai da tempo; credo che l'assessore Barmasse prima ne sentisse parlare praticamente a ogni Consiglio due o tre volte e adesso si continua. Come diceva bene il consigliere Aggravi, dal dossier che abbiamo potuto vedere del collega Marquis alcuni dati importanti emergono e sarebbe stato interessante capire anche dall'Assessore se i dati che emergevano da quel dossier erano dati veritieri, se concordava con alcune delle conclusioni poste dal collega Marquis, e non ci parlasse invece un po' di aria fritta e dicesse: "Pensiamo a qualcosa nel prossimo futuro".
Secondo me, bisognava pensarci già molto tempo fa e dare applicazione alla legge, come è stato detto chiaramente dal consigliere Manfrin. Erano previsti degli strumenti in quella legge, bisognava dar corso a quegli strumenti.
Sinceramente rimaniamo piuttosto esterrefatte dall'impegnativa proposta e accettata, perché riteniamo che sia un po' un rimandare; continuiamo a rimandare un problema che sappiamo essere diventato una bomba sociale e non di poco conto. Quindi, valuteremo adesso, nel senso che valuteremo per l'una e per l'altra; sicuramente la risoluzione ci vedeva più convinte. Adesso valuteremo anche rispetto alla modifica della mozione.
Presidente - Consigliere Marquis per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Credo che le modifiche che sono state apportate al punto deliberativo non significhino un'alterazione di quella che era la proposta presentata in origine. "A mettere a disposizione entro novanta giorni" si diceva nel rapporto tecnico, adesso si dice "A mettere a disposizione nei tempi adeguati al rinnovo della legge" significa prima del rinnovo legge un rapporto tecnico da affidare alle esperienze. Quando parlavo di rapporto tecnico, lo davo per sottointeso che doveva essere un rapporto come quello che hanno fatto le altre Regioni, che non l'hanno fatto internamente, l'hanno affidato a chi fa questo di mestiere, con le competenze di un soggetto adeguato. Questo non credo che alla fine cambi il significato, se non attraverso una puntualizzazione che non ci dice più che c'è un limite imperativo di novanta giorni.
Per quanto mi riguarda come proponente e come rappresentante di Forza Italia, riteniamo che l'obiettivo della mozione sia quello di fare un passo avanti e di dare una svolta nell'approccio di un argomento. Evidentemente abbiamo condiviso la proposta emendativa e il nostro obiettivo è che si possa lavorare nel più breve tempo possibile con i dati alla mano, e lavorare anche all'interno di quest'aula con la consapevolezza necessaria e la responsabilità che bisogna avere quando si affrontano delle tematiche che hanno una forte ricaduta sociale.
Al di là del convinto voto favorevole che daremo, solleciterei anche l'Assessore a mantenere fede all'impegno che viene preso oggi in quest'aula, perché ce veramente la necessità di acquisire questo rapporto tecnico, come è stato evidenziato da tutti. È vero che c'è chi dice che la sommatoria dei dati parziali fa il totale, ma la sommatoria dei dati non evidenzia una strategia. Quindi abbiamo bisogno degli elementi necessari per affrontare in modo strategico questo tema.
Presidente - Ci sono altre dichiarazioni di voto? Non vedo altre prenotazioni. Passerei pertanto alla votazione della mozione nel nuovo testo. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 22
Favorevoli: 22
Astenuti: 12 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Minelli, Perron, Planaz)
La mozione è approvata.
Passiamo ora alla votazione della risoluzione. Consigliere Manfrin, per dichiarazione di voto.
Manfrin (LEGA VDA) - Non ho sinceramente compreso le motivazioni per le quali si ritiene di non dar corso alla risoluzione, ma visto che il collega Marzi ha posto particolare attenzione, giustamente, sulla parte impegnativa, sia essa mozione, sia essa risoluzione, io rileggerei a quest'aula la parte impegnativa che si vuole bocciare: "A dare piena applicazione alle disposizioni della legge regionale 3/2013".
Noi rileviamo che la legge regionale n. 3 del 2013 non è pienamente applicata, che ci sono degli organi che non vengono convocati, che c'è un piano triennale che deve essere fatto, chiediamo di dare piena applicazione alla legge, a una legge vigente. Mi è già, peraltro, capitato anche in occasione della consulta regionale di dire che non si poteva sospendere gli effetti di una legge, perché la legge va applicata in tutte le sue parti, e così la consulta è stata convocata. Qui mi pare la stessa cosa. Se abbiamo una consulta sulla casa, un osservatorio, se dobbiamo fare un piano triennale, perché non farlo? Se è un impegno, davvero vogliamo disattendere quest'impegno e davvero non vogliamo coinvolgere le Commissioni competenti in un piano di revisione della legge n. 3 del 2013? Prendetevi pure la responsabilità di non votare questa risoluzione.
Presidente - Ci sono altre dichiarazioni sulla risoluzione? Mettiamo in votazione la risoluzione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
La risoluzione non è approvata.
Sono le ore 12:56... Consigliere Baccega, per cosa?
Baccega (FI) - Semplicemente per ringraziare il Consiglio che ci dà l'opportunità nel pomeriggio di incontrare i nostri Ministri e per aver affrontato i temi che avevamo posto all'attenzione in questo momento. Grazie molte.
Presidente - Come stavo dicendo, il Consiglio, con questo punto all'ordine del giorno, si interrompe e riprenderà alle ore 15:00.
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La seduta termina alle ore 12:56.