Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2189 del 23 marzo 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2189/XVI - Approvazione di mozione: "Sostegno alla petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico e difesa delle filiere agro-zootecniche valdostane in Conferenza Stato-Regioni e nei rapporti con il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste".

Bertin (Presidente) - Punto n. 14. Illustra il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Quest'iniziativa nasce a fronte di un rischio, che è un rischio a livello dell'Unione europea di commercio di prodotti alimentari prodotti in maniera sintetica e la sostituzione di quelli tradizionali con questi, in ossequio a quelle politiche green ed eco-compatibili che tanto piacciono a una certa politica che io definirei nazi-ecologista, avrei elencato e stavo elencando lo stop delle produzioni delle auto a motore endotermico, che è uno dei temi che vanno esattamente in questo solco, la Direttiva Casa, che porterà inevitabilmente a una svalutazione dei nostri immobili, ma anche giustamente - ne parlavamo un secondo fa con il collega Sammaritani - anche l'introduzione, per esempio, della parte degli insetti nel menù di tutta l'Europa direi che rientra esattamente in questa direzione e in quest'ottica che noi rifuggiamo.

Oggi però voglio rubare per un attimo il ruolo al collega Distort iniziando il mio intervento con una citazione: "l'umanità sta imparando a sostituire alcune delle attività naturali che sono state più importanti nel corso della storia con altre sintetiche progettate da noi". Così scrive Christopher Preston nell'introduzione del suo libro intitolato: "L'era sintetica, evoluzione artificiale, resurrezione di specie estinte, riprogettazione del mondo", un libro, pubblicato pochi anni fa, che preconizza un futuro in cui l'uomo cessa di essere la specie più intelligente del pianeta per divenire di fatto il demiurgo. Perché si inizia e voglio iniziare il mio intervento con questa citazione? Perché questo è un tema di grandi dibattiti negli ultimi mesi: la questione del cibo sintetico, un cibo che per l'appunto sostituirebbe attività naturali che sono state fondamentali nel corso della storia dell'uomo, l'agricoltura, la pesca e l'allevamento, con altre sintetiche progettate dall'uomo in laboratorio. In un futuro non troppo lontano potremo addentare un hamburger coltivato in vitro, bere del latte ottenuto in provetta, mettere in forno del pesce ottenuto in laboratorio o addirittura cuocere uova sintetiche al tegamino. A fare un elenco di questo tipo sembra di stare guardando una puntata di Star Trek Next Generation, dove il cibo sull'astronave, la più famosa della televisione ovviamente, viene creato sinteticamente con quella macchina che si definisce "Replicatore". Quello che però a un primo sguardo può sembrare un tema uscito in un film di fantascienza, di fatto, sta diventando realtà, infatti le infrastrutture biotecnologiche con cui dare vita alla produzione di cibo sintetico non solo già esistono, è infatti del 2013 purtroppo il primo hamburger artificiale, ma in alcuni mercati sono già autorizzati a operare. Il caso più eclatante è quello degli Stati Uniti d'America, dove la Food and Drug Administration ha recentemente dato il via libera al consumo di carne sintetica in tutto il territorio a stelle e strisce. Inoltre già a inizio del 2023 potrebbero essere introdotte a livello europeo le prime richieste di autorizzazione all'immissione in commercio di cibi sintetici che coinvolgono l'EFSA e la Commissione UE, e i numeri del fenomeno parlano da soli. Uno studio di McKinsey indica che, entro il 2040, la carne coltivata potrebbe rappresentare il 20 percento del mercato globale della carne. Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio è iniziata con la finta carne della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing, che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggiore sostenibilità rispetto alle attività tradizionali di allevamento e pesca.

Ma cosa si intende, ad esempio, con l'espressione "cibo sintetico"? Pensiamo, ad esempio, alla carne sintetica, sotto questa categoria rientrano quegli agglomerati cellulari che riproducono le fibre muscolare animali, ma, come ho detto prima, anche pesce, uova e anche latticini, attraverso processi biotecnologici in laboratorio. Si tratta quindi di un concetto o, meglio, di un prodotto ben diverso rispetto ai cosiddetti "surrogati" a base di soia e proteine vegetali, detti anche "carne finta", che sono da tempo in commercio e studiati per chi abbraccia un'alimentazione vegana o soffre di intolleranze alimentari. Ve ne parlo con cognizione di causa perché adesso si è alimentato un mercato che va incontro anche a chi, per esempio, non può alimentarsi con glutine o lattosio, come il sottoscritto, una volta gli alimenti e anche le carni contenevano questi elementi, adesso vengono prodotte anche delle versioni che fortunatamente sono edibili anche per chi ha questo tipo di intolleranze.

La produzione di cibo sintetico poi, a differenza di quanto sbandierato da certa propaganda, è un processo che è tutt'altro che ecologico poiché ad alta intensità energetica. Secondo diversi studi, infatti l'impatto ambientale potrebbe essere più elevato di quello generato dagli allevamenti o dalle produzioni agricole. Nel caso specifico, il metano emesso dagli allevamenti rimane nell'atmosfera circa dodici anni, mentre l'anidride carbonica legata alla produzione di carne sintetica persiste e si accumula per millenni. Non dimentichiamo poi che la produzione di carne sintetica comporta consumi di acqua non inferiori a quelli della carne naturale e il processo di lavorazione biotecnologica produce residui che possono avere un potenziale altamente inquinante.

Inoltre si impone un problema anche dal punto di vista della salute, non sappiamo infatti come potrebbe reagire il nostro organismo sottoposto per lungo tempo all'assunzione di cibo sintetico replicato in laboratorio, senza quelle interazioni complesse tra componenti macro e micro-nutrienti che rendono spesso assimilabili e sfruttabili dal punto di vista nutrizionale i cibi che vengono dalla natura.

Infine il cibo sintetico può mettere seriamente in discussione il futuro della cultura alimentare valdostana e nazionale, delle campagne e dei pascoli, dell'intera filiera del cibo Made in Italy. Il timore è che questa produzione possa presto inondare il mercato europeo nazionale, favorendo le multinazionali e i colossi hi-tech, che solo nel 2021 hanno investito 1,4 miliardi di dollari nel segmento della carne artificiale, con un trend del + 23.000 percento rispetto al 2016. Un'invasione che, se guardiamo la nostra piccola realtà, costituirebbe un enorme danno per il settore agro-alimentare valdostano, che costituisce un fiore all'occhiello per la nostra Regione tanto da annoverare, come sappiamo, diversi marchi DOP e IGP di origine animale e vegetale.

Per cercare di fare una sintesi di quanto espresso sinora, possiamo dunque dire che il cibo sintetico limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo, favorisce gli interessi di pochi operatori monopolizzando l'offerta di cibo nel mondo, spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura, non aiuta la salute, poiché non vi è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, l'esperienza maturata è ancora troppo breve e non consente di avere alcuna certezza, non aiuta a perseguire gli obiettivi di giustizia sociale che guidano l'Europa in quanto prodotto su brevetti e tecnologie con alti costi di ingresso e sviluppo nelle mani di pochi grandi investitori multinazionali, può avere impatti socio-economici molto pericolosi in quanto figlio di una fascia in azione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite.

Su questo tema giustamente si sono mobilitate sin da subito diverse associazioni, tra cui in primis Coldiretti. Coldiretti ha infatti dato il via a una raccolta firme su tutto il territorio nazionale, che ha già superato le 250 mila sottoscrizioni, per fermare questa pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell'intera filiera del cibo Made in Italy. L'obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l'uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia: dalla carne prodotta in laboratorio al latte senza mucche, fino al pesce senza mari, laghi e fiumi, prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi hi-tech come abbiamo detto prima. Questa è la raccolta firme a cui molti Consigli regionali e comunali di altre Regioni italiane hanno già aderito, anche qui in Valle d'Aosta abbiamo ricevuto via mail diverse deliberazioni di Consiglio che hanno voluto aderire a questa raccolta firme. Una battaglia, quella contro il cibo sintetico, su cui si è pronunciato anche il Governo nazionale quando, nel corso dell'ultima Assemblea di Confagricoltura e venendo incontro alla petizione di Coldiretti, il Presidente del Consiglio ha ribadito la linea dura del Governo nei confronti del cibo sintetico e non a caso il Ministero dell'agricoltura è stato ribattezzato Ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare. "Le bugie sul cibo in provetta confermano che c'è una precisa strategia delle multinazionali che con abile operazione di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione" ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare: "siamo pronti a dare battaglia, poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare".

Fatte queste doverose premesse, e ricordate anche le parole importanti della Coldiretti, chiediamo al Governo regionale, per tramite di questa mozione, "di sostenere la petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico e tutte le iniziative di sensibilizzazione al riguardo sostenute dal mondo agricolo valdostano, finalizzate a richiamare l'attenzione sui rischi della diffusione del cibo da laboratorio". Chiediamo inoltre "di difendere, in sede di Conferenza Stato-Regioni e nei rapporti con il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, le filiere agro-zootecniche valdostane minacciate dalla diffusione del cibo da laboratorio" e infine "di trasmettere copia della presente mozione al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste".

Presidente - Apro la discussione generale. Si è prenotato il consigliere Perron.

Perron (LEGA VDA) - La petizione di Coldiretti presenta degli elementi già in parte illustrati dal consigliere Manfrin decisamente interessanti. La difesa del Made in Italy infatti oggi va di pari passo con la difesa a livello europeo da derive assurde, da una parte, ci sono quelle iper-ambientaliste, ne abbiamo già parlato, e, dall'altra, quelle iper-salutiste, qui torniamo al discorso del nutri-score, del health warning, ad esempio, sulla questione del vino, e come questa sul cibo sintetico, che poi in realtà ambientaliste e salutiste non so quanto possano essere, perché i cibi sintetici saranno sempre un'incognita, e sono spinte da protagonisti del settore hi-tech. C'è proprio sul sito della Coldiretti, andate a guardare, sempre scritto dalla parte nostra ma i dati sono quelli, le persone sono quelle, nel settore hi-tech c'è il solito Bill Gates, fondatore di Microsoft, il co-fondatore di Google, il co-fondatore di PayPal, il fondatore di Netscape, eccetera. Stiamo parlando di una potenza finanziaria ed economica enorme, l'esempio più lampante è sempre sulla pagina Coldiretti, se andate a vedere, citano l'aumento degli investimenti nel settore: + 6.000 percento in cinque anni. E come funziona il meccanismo? È chiaro che potentati economici di quel livello hanno un potere di fare lobby immenso oggi, tra l'altro, non solo lobby, perché qualcuno si ricorderà che sono passati più di 30 anni, ma anche speculazioni. La più famosa, proprio l'Italia vide la speculazione, quella del 1992, l'Italia aveva già i suoi problemi, per carità, ma la speculazione di George Soros, che mise in crisi la lira e la sterlina britannica, erano i tempi dello SME, con il famoso prelievo forzoso sui conti il 10 luglio del 1992. Già lì, già trent'anni fa, potentati economici erano in grado di mettere in crisi degli Stati nazionali: l'Italia e l'Inghilterra. Immaginatevi cosa possono fare oggi con giri d'affari aumentati.

Allo stesso tempo invece - e qui il caso più lampante è quello degli USA - ci sono dei potentati economici che sono legati alla produzione su vasta scala di carne e allevamenti, quelli intensivi, decisamente impattanti sull'ambiente e francamente, lo dico per parere personale, orrendi per il trattamento riservato agli animali. In Valle, invece, abbiamo una grande tradizione di allevamento, non devo certo ricordarlo io; non abbiamo allevamenti di quel tipo, ma abbiamo eccellenze che permettono di mantenere vivo e curato il nostro territorio. Abbiamo quindi un modello di sviluppo che è virtuoso, che può essere un esempio per molti, ce lo troviamo già qua in casa con la passione degli allevatori, che può essere un connubio tra il vecchio tipo di allevamento e l'innovazione, ma che mantiene sempre un equilibrio con l'ambiente, quindi lontano dagli allevamenti intensivi e lontano dalle carni sintetiche: ecco perché ogni azione credo che tuteli il nostro mondo va presa in seria considerazione, quindi voterò convintamente questa mozione.

Poi aggiungo un ultimo elemento, un po' più sibillino forse, ma quella che viviamo oggi è l'età della tecnica, non è che è stata scoperta adesso, ci sono pensatori che ragionano su questi temi da almeno 200 anni, ma oggi il nostro sviluppo tecnologico rischia di cambiare completamente l'essere umano. Non tutto quello che è possibile fare è grazie alla scienza deve per forza essere applicato. Su questo ci vorrebbe una serie riflessione. Dove sono i limiti? Non è proprio la politica che deve porre dei limiti su certi temi? Cibi sintetici, oggi ne parliamo qua a livello nazionale in questi giorni, maternità surrogata ad esempio, intelligenza artificiale, chiedete ai vostri figli se voi non la conoscete, chiedete cos'è ChatGPT ad esempio, controllo capillare degli individui, ormai siamo sempre più tracciabili, ascoltate alcune notizie a livello nazionale, vengono fuori sempre più casi di persone che parlano vicino al cellulare spento, ovviamente, non in chiamata... o meglio acceso, non connesso direttamente, la persona non sta chiamando ma parla e qualche ora dopo gli arrivano dei messaggi pubblicitari sul telefono, vuol dire che questi captano H24 quello che diciamo, compreso quello che sto facendo io adesso, oppure il credito sociale sul modello cinese, che tanto piace a una certa Sinistra, speriamo che non governi mai, oppure nuove frontiere della medicina, qui abbiamo anche un medico. Ho visto l'altro giorno un video, non del complottista Jimmy, il benzinaio (con tutto rispetto) ma nuove frontiere della medicina prevedono nano componenti magnetiche inserite nel corpo umano, si chiama "Theranostics", ho visto un video di Cingolani che parla di questo, per la medicina certo ma potenzialmente in grado di controllare da remoto un essere umano, possono bruciare le cellule.

Quindi, e con questo chiudo, io comincio seriamente a pensare che quello che si chiama il transumanesimo, cioè l'ideologia che vede nell'essere umano futuro l'unione tra sintetico, tra artificiale e biologico, oggi sconosciuto ai più, possa essere paragonato al liberalismo del XVII secolo o socialismo del XIX, cioè quelle ideologie che all'epoca erano minoritarie, poi si sono rivelate il destino dei secoli successivi. A quel punto non avremo più il problema della carne sintetica, perché sintetici saranno probabilmente gli esseri umani e quindi saremo collegati alle macchine. Mi auguro di sbagliare, che almeno resti agli atti, gli storici del futuro se scartabelleranno quello che veniva detto nei Consigli regionali, troveranno anche questo e diranno se avevo ragione oppure no, se saranno interessati.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Abbiamo letto con attenzione la mozione che hanno presentato i colleghi della Lega, noi siamo contrari al cibo sintetico e a quanto ne deriva, al fatto che ci sia in corso una promozione dello stesso, una promozione a vari livelli che viene fatta in particolare dalle grandi aziende che dalla promozione del cibo sintetico, dalla produzione e dalla vendita dello stesso realizzerebbero grandi profitti.

Le premesse che sono state evidenziate dai colleghi, praticamente tutte, quasi tutte, sono premesse che riteniamo corrette, infatti portano a comprendere che siamo di fronte a una dinamica, quella legata alla produzione del cibo sintetico, che è di omogeneizzazione, una dinamica che è di tipo capitalista, tutto il contrario di quello che è invece un pensiero ecologista. Per questo ci ha sorpresi negativamente una parte del secondo punto. Dopo "appurato che il cibo sintetico..."sono segnate tutta una serie di caratteristiche, ma l'ultima è quella che ci lascia perplessi, perché si dice: "può avere impatti socio-economici molto pericolosi - e fin qui siamo d'accordissimo - in quanto figlio di una fascinazione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite". Ora, non ci risulta che nessuna organizzazione ecologica abbia sponsorizzato il cibo sintetico, semmai - come dicevo - lo fanno i produttori e quelle grandi multinazionali che sono state citate che tutto sono tranne che legate al pensiero ecologista. Quello che noi chiederemmo ai colleghi è di eliminare quella parte, di mantenere tutto il resto, perché siamo assolutamente convinti che occorrano delle azioni che vadano a contrastare questa pratica e non so quanto potrebbe in questo momento anche essere presente nella nostra regione, ma effettivamente una preoccupazione per il futuro c'è e deve essere evidenziata. Accanto a questo ci sembrerebbe utile anche inserire nella mozione un comma che ha una direzione non diversa ma se vogliamo complementare: quella in qualche modo di condannare gli allevamenti intensivi, che sono altrettanto da condannare, considerato che noi abbiamo invece una tradizione che è totalmente diversa.

Se c'è la disponibilità a emendare, almeno togliendo quella parte del secondo comma delle premesse, quindi voteremo la mozione, altrimenti ci asterremo, e ce ne dispiace, perché comunque noi riteniamo che l'impegnativa, e anche tutto il discorso che è stato fatto, per quello che riguarda le altre premesse, sia condivisibile.

Presidente - Consigliere Jordan ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Jordan (AV-VdA Unie) - Crediamo anche noi che il cibo sintetico rappresenti in qualche modo un mezzo pericoloso per distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando in modo significativo la distinzione culturale nell'alimentazione umana e proponendo un'unica dieta in qualche modo omologata.

Il tema dei cibi sintetici e della carne creata in laboratorio crea opinioni contrastanti. I promotori sostengono che la carne sintetica sia una risposta all'aumento di quantità di carne che sarà necessaria in futuro, l'aumento della popolazione porterà - secondo loro - sempre più a una scarsità di risorse, ma la fake meat, secondo i sostenitori, potrebbe rappresentare una svolta nella riduzione dei gas serra e i prodotti degli allevamenti intensivi.

Crediamo che la strada da seguire - e la nostra Regione ne è un esempio - invece sia l'investimento in allevamenti sostenibili, così come dobbiamo essere attenti - ed è stato citato dai colleghi - al latte senza mucche, ai pesci senza mare, eccetera. Bene ha fatto la Coldiretti a schierarsi contro e a sollecitare l'interesse pubblico e molti di noi questo interesse l'hanno manifestato il giorno dell'inaugurazione del mercato aperto ad Aosta, dove è iniziata la raccolta firme.

Così come è interessante l'opinione di Slow Food in merito, che sostiene: "secondo chi sta sperimentando la carne sintetica per l'immissione sul mercato, innanzitutto americano - ma poi Singapore sta seguendo e così altri - è il cibo del futuro, lo sarebbe per il suo valore etico, visto che - come dicevo prima - eviterebbe la macellazione di animali, ma anche a livello ambientale perché consentirebbe di fare a meno degli allevamenti". Etica e ambiente accompagnano questa narrazione in qualche modo distorta e si cerca di condizionare in modo distorto e negativo l'opinione pubblica, ma attenzione perché, com'è già stato detto, a guardare bene sembra più l'affare del futuro, un bel po' di gruppi finanziari stanno lavorando dietro questo tema. "Il rischio evidente - cito ancora Slow Food - è che il cibo, diventato una commodity, una merce di scambio sui grandi mercati internazionali come tante altre, diventi oggetto di una deriva tecnologica che lo priva di qualunque significato e legame con il territorio e con le comunità che ci vivono, con i loro saperi e tradizioni". Altri elementi di attenzione che devono essere ben compresi è che la produzione di carne sintetica richiede componenti inorganici e organici e ancora la crescita innescata da lieviti, che in qualche modo sono stati modificati geneticamente, che sono alla base della crescita ormonale. Ancora i bioreattori che sono utilizzati per questa sperimentazione e per la produzione necessitano - e che sono necessari per sviluppare tessuti e mezzi di cultura per la crescita di questa carne sintetica - di grandi quantità di energia, quindi le potenziali emissioni non sono del tutto indifferenti.

Il problema, rispetto a queste indicazioni tecniche e tecnologiche, non è quello, il problema è la risposta a numerose domande: che ne sarà degli animali d'allevamento? Possiamo farne a meno? Può fare a meno l'agricoltura degli animali d'allevamento? Le diverse forme di allevamento non hanno lo stesso impatto, il marketing che potrebbe derivare a favore della carne sintetica potrebbe colpire non solo l'allevamento industrializzato e intensivo, che crediamo che in qualche modo vada fortemente regolamentato, ma anche colpire gli allevamenti sostenibili, virtuosi, come i nostri, come quelli dei nostri territori, che già in qualche modo sono penalizzati sul mercato. Scegliere carni alternative potrebbe avere come conseguenza l'ulteriore chiusura di molti allevamenti sostenibili, la cui presenza è funzionale all'equilibrio dei territori, di tutti i territori, facciamo riferimento alla nostra regione ma in realtà questo ragionamento può essere esteso in ogni parte del mondo. Oltre alla perdita di razze, animali locali, di saperi tradizionali, alla manualità legata all'allevamento e alla lavorazione della carne e dei suoi derivati, così fortemente legati alla nostra cultura, al nostro Made in Italy. Le conseguenze ambientali sul paesaggio, sul patrimonio culturale e gastronomico sarebbero notevoli e quindi dobbiamo essere attenti, opporci a queste derive che in modo subdolo stanno cercando di condizionare la società a livello mondiale.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.

Cretier (FP-PD) - Credo che la mozione presentata sul cibo sintetico abbia un senso se difende le nostre produzioni di qualità descritte nel "considerato" e per il sostegno all'iniziativa della Coldiretti, che si è fatta promotrice della petizione, anche se sono convinto che anche tutte le altre associazioni di produttori e organizzazioni agricole non menzionate la pensino allo stesso modo, convinte che bisogna porre l'attenzione sul tema a difesa delle produzioni locali che già rispettano disciplinari di produzione, protocolli e compilano tanti registri sia in campo animale che vegetale. Bene che si scelgano i canali istituzionali per difendere le nostre aziende, ma non credo che le filiere agro-zootecniche siano minacciate, almeno in questo momento, dal cibo sintetico.

Un parere personale: sicuramente per il futuro il rischio sussiste. Certo che bisogna fare attenzione alle normative, alle iniziative legislative, a tutti i livelli, è possibile verificare l'iter soprattutto se si è presenti nelle varie istituzioni locali, di governo e a livello europeo. Spesso mancano i controlli mirati, dobbiamo puntare sulla qualità e sulla sicurezza alimentare e alla prevenzione in modo di difendere prodotti se non a chilometro zero, almeno di prossimità. Questo sarebbe un grande beneficio per creare economia circolare pura, sostenibilità e abbattimento di costi, sostegno alle aziende che fanno filiera corta. Poi ci sono le mode, le scoperte della nouvelle cuisine, le curiosità, le novità, le richieste del mercato, le importazioni, gli accordi commerciali, gli scambi commerciali e poi cadono le frontiere commerciali, ma questa è un'altra storia.

Bene la condivisione e il raccordo dell'iniziativa.

Sulla questione "intensivi" mi esprimo in questo senso: riteniamo che la grande differenza sia tra con terra o senza terra, perché dal mondo agricolo si passa al mondo industriale, quindi per gli addetti il carico aziendale, e con questo si escludono dal rischio tutte le nostre aziende, quindi siamo favorevoli all'iniziativa.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - Condividendo gran parte di quello che è stato evidenziato per quest'intervento, chiederei eventualmente agli Assessori competenti di prevedere una riunione specifica su questo tema che permetta di garantire, soprattutto nella nostra regione ma in generale, che i rischi che sono stati annunciati non diventino realtà.

Naturalmente la produzione a livello locale credo che oggi sia un punto di riferimento importante per l'insieme delle nostre caratteristiche come Regione e penso che sia importante mantenere questo tipo di rapporto e soprattutto garantire che quanto avviene nella nostra regione mantenga le caratteristiche che tutti vogliono. Chiederei quindi agli Assessori competenti di poter avere un riferimento specifico che garantisca quello che succede in Valle e dia la possibilità di essere, da un punto di vista generale, garantiti in merito a quello che viene introdotto nelle mense della nostra regione. Per questo noi voteremo quanto previsto e riteniamo che sarebbe urgente poter inserirsi su questo tema in modo tale che la gente sia cosciente delle difficoltà che noi abbiamo ad avere la garanzia di quello che giornalmente mangiamo.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Carrel, ne ha facoltà.

Carrel (PA) - Grazie colleghi che avete presentato quest'importante iniziativa e grazie a coloro che sono intervenuti in questo dibattito, che credo sia un dibattito che porterà a diverse discussioni nei prossimi anni e necessiterà da parte di tutti i cittadini una presa di posizione, che sia favorevole o contraria. Come cittadini appunto saremo chiamati in qualche modo a schierarci.

Ci viene raccontato che il futuro non può che passare attraverso quella strada e che l'agricoltura tradizionale, in particolar modo l'allevamento zootecnico, non potrà più essere sostenibile. Credo che questo per la Valle d'Aosta, e per le piccole realtà della Valle d'Aosta, sia un grande problema su cui dobbiamo essere vigili e dobbiamo in qualche modo intervenire.

Come già ricordato da chi mi ha preceduto, stiamo assistendo a investimenti miliardari da parte di multinazionali su carne sintetica, chiamata anche clean meat, ossia carne pulita, come a significare che quella tradizionale non lo sia. Nel 2019 una start up israeliana ha investito ingenti capitali in Danimarca per la realizzazione di una fabbrica di latte prodotto interamente in laboratorio che sostituirà 50 mila capi di mucche. Oltre a carne e latte, sono già stati creati artificiosamente anche uova, pesci e mieli, ma credo che questo sia più che un elenco di dati di quanto sta accadendo a livello mondiale, un'occasione per ribadire la solidarietà alla Coldiretti e a tutti coloro che si schierano a difesa del cibo, dell'allevamento e dell'agricoltura in generale. Ecco dunque che approviamo questa mozione e approviamo l'azione svolta da Coldiretti a partire dal 2022 con una raccolta di firme importante su tutto il territorio nazionale per fermare questa pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell'intera filiera del cibo Made in Italy e, permettetemi di dire, anche del cibo Made in Valle d'Aosta. L'obiettivo di Coldiretti, che condivido pienamente, è quello di promuovere una legge che vieti la produzione, l'uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia costituito da prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali.

A livello di Governo italiano - e qui mi rivolgo soprattutto ai proponenti, al proponente consigliere Manfrin - il cambio di dicitura del Ministero è significativo e credo che l'aggiunta del termine "sovranità alimentare" debba essere visto positivamente. Il termine che non viene dal sovranismo politico, è un termine coniato nel 1996 da Via Campesina, un'organizzazione internazionale non governativa composta da piccole, medie imprese di oltre 80 Paesi, impegnata per la sostenibilità dell'agricoltura e la lotta allo sfruttamento dei territori e delle persone da parte delle multinazionali. Sin da allora quindi vi era l'idea e l'intenzione di difendere l'agricoltura, i nostri allevamenti e le nostre produzioni. Questo modello nuovo di gestione delle risorse naturali deve avere come priorità la soddisfazione delle esigenze alimentari e il rispetto dell'ambiente e dei lavoratori, non la massimizzazione del profitto. Lo era negli anni precedenti, lo è oggi e ancora di più lo sarà in futuro visti gli investimenti importanti che si stanno scaturendo da importanti multinazionali.

Puntiamo inoltre, tutti assieme, a ridurre la distanza fra i fornitori e i consumatori, perché è questa la chiave che ci permetterà di avvicinare realmente la gente e i consumatori all'agricoltura e soprattutto alla nostra piccola agricoltura di montagna. Quando parliamo di produzioni locali e tradizionali, non possiamo non pensare agli sforzi che, come Assessorato, stiamo facendo e abbiamo fatto per difendere il nostro sistema di allevamento estensivo e rispettoso dell'ambiente e delle nostre produzioni di qualità. Appoggio quindi pienamente la mozione proposta come Assessore all'agricoltura ma ancora prima come cittadino e come consumatore. L'identità culturale di ogni popolo passa anche attraverso la propria tradizione alimentare e trovo molto pericolosa questa promozione del cibo sintetico, come ha ricordato bene anche la collega Minelli, che vuole portare in un'unica dieta omologata, cancellando la distintività culturale, spesso millenaria, dell'alimentazione umana che caratterizza ogni popolo.

Credo che questo sia un atto che, come Consiglio regionale, dovremmo in qualche modo cercare di votare all'unanimità e per questo motivo come Assessore propongo ai proponenti di accogliere, se possibile, la prima richiesta della collega Minelli di togliere l'ultimo punto delle premesse, ma richiedo soprattutto di aggiungere un quarto punto negli impegni che vada a citare quanto leggo: "trasmettere copia della presente mozione ai Parlamentari valdostani". Dico questo perché quello che Coldiretti chiedeva era l'approvazione di una legge che vieti la produzione del cibo sintetico a livello nazionale, quindi è opportuno che anche i nostri Parlamentari siano al corrente, che soprattutto siano poi promotori e sappiano in qualche modo che il Consiglio regionale dà e sta dando quell'indirizzo e quindi possono tenerlo in considerazione nelle opportune sedi e dunque appoggiare questa nostra linea che oggi mi auguro potremo votare tutti assieme, tutti e trentacinque, per lanciare un bel messaggio di unità, soprattutto di unità e di vicinanza all'agricoltura in Valle d'Aosta anche a livello nazionale, ma soprattutto in Valle d'Aosta, l'agricoltura di montagna.

Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio ovviamente tutti i colleghi che sono intervenuti in questo dibattito.

Io credo che principalmente nel riconoscere che il messaggio è stato recepito e che questo Consiglio è sensibile rispetto a questa problematica, probabilmente nella parte delle premesse si sia compiuto un errore, cioè nel leggere la frase come una critica verso un modo di pensare. Non è un attacco verso chi ha un'inclinazione ecologica lo scrivere nelle premesse che "il cibo sintetico può avere impatti socio-economici molto pericolosi in quanto figlio di una fascinazione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite". "Fascinazione", come potete immaginare e come viene definito anche dal vocabolario, è una magica e irresistibile attrazione, non significa che chi ha un'attenzione verso l'ambiente sia a favore della carne sintetica.

Quello che vuole dire questa premessa è che il rischio degli investimenti di marketing delle grandi multinazionali portino tutto un mondo, com'è già accaduto, ad esempio, con il mondo dei motori endotermici, a definire la carne sintetica come effettivamente ecologicamente sostenibile. Questa quindi riteniamo che sia una premessa fondamentale, perché noi già lo vediamo - e ringrazio il collega Perron per aver voluto preconizzare un futuro che ci auguriamo non possa mai vedere la luce -, il pericolo vero è che domani alcuni organi di informazione ci spieghino che se, per esempio, come è avvenuto in Olanda - e credo che sia sotto gli occhi di tutti - il Governo ci dice che bisogna abbattere le emissioni di azoto, bisogna ridurre del 50 percento gli allevamenti o i capi all'interno degli allevamenti, questo diventi legge, questo diventi un dogma, perché? Perché lo ha detto lo Stato, perché lo Stato dice che se noi eliminiamo il 50 percento dei capi esistenti all'interno di uno Stato che sono lì da migliaia di anni, non come quel tipo di allevamento... e si decide tutto a un tratto che bisogna abbattere il 50 percento dei capi perché le emissioni di azoto sono eccessive e quindi tra le emissioni magari di una fabbrica e le emissioni di un allevamento di bovini si decide di uccidere metà degli animali dell'allevamento. Si rischia che questo sia un dogma inoppugnabile, perché? Perché è stato detto, perché si dice che è meglio così, perché una mucca emette dell'azoto. Questo è il vero pericolo e questa è la premessa contenuta all'interno di questa frase. Il pericolo è che ci spieghino che produrre carne sintetica è meglio perché così si andranno ad abbattere le emissioni di azoto, perché così si andrà a ridurre il consumo di acqua, perché così si andrà a ridurre il consumo e il dispendio di energia, quando poi in realtà non è vero, ed è purtroppo la stessa cosa che sta accadendo tragicamente, per esempio, nel mondo dell'endotermico. Viene spiegato che bisogna cancellare la produzione di auto endotermiche nel 2035, che per adesso per fortuna è stata stoppata, perché? Perché le auto elettriche sono meglio, senza spiegare quali sono i costi di estrazione delle terre rare, né qual è la scarsità delle terre rare da estrarre, né si spiega che l'alimentazione che si dovrà dare a queste automobili sarà sicuramente più impattante rispetto al resto e senza, tra l'altro, neanche evidenziare quale sarà l'infimo abbattimento rispetto a una cosa di questo tipo, se verrà adottato.

Da qui a farlo diventare dogma... quindi rischiamo davvero che da un certo punto in poi arrivi il giornale specializzato e ci dica: "no, ma guardate che questa è la scelta green, è più ecologicamente compatibile". No, dobbiamo rifuggire questa narrazione, il che non significa che non bisogna essere attenti ai problemi del pianeta, assolutamente no, ma riteniamo a maggior ragione che proprio questo tipo di produzione sia più attenta ai bisogni del pianeta rispetto a quella che invece si vorrebbe introdurre. Lo abbiamo detto nelle premesse di quest'iniziativa: il dispendio di acqua, il dispendio di energia e l'impronta CO2, che è diventata ormai anche questa una cosa da richiamare a ogni piè sospinto, sono sicuramente sfavorevoli alla carne sintetica rispetto a quella tradizionale: ecco perché riteniamo che questa premessa vada lasciata.

Sulla proposta di integrazione dell'Assessore condividiamo, ovviamente anche impegnare i nostri Parlamentari riteniamo sia assolutamente una necessità importante per questo Consiglio e far vedere che la Valle d'Aosta è assolutamente al fianco del Governo, della Coldiretti, degli allevatori e di tutta la filiera rispetto a questa battaglia crediamo sia assolutamente fondamentale. Accogliamo quindi l'emendamento proposto dall'assessore Carrel.

Mi permetto anche però di aggiungere una cosa rispetto a quanto ha detto il collega Cretier del quale ho apprezzato l'intervento, però ha detto una cosa che ritengo sia un po' miope, non è una critica, ma cerco di spiegarle. Dire che oggi non c'è un problema, quindi non vediamo un problema per il momento e quindi magari si può anche lasciar correre è un rischio. Sono rischi che abbiamo corso e faccio un esempio banale: l'aggiornamento del piano pandemico. Il piano pandemico della Regione autonoma Valle d'Aosta risale al 2016 e noi abbiamo affrontato la pandemia con quello. Se noi nel 2019 avessimo detto: "aggiorniamo il piano pandemico" e qualcuno ci avesse risposto: "va beh, ma non è un problema del momento", probabilmente avrebbe avuto ragione, ma avrebbe fatto una scelta con gli occhi del poi molto facile sicuramente miope, perché da lì a poco tempo avremmo affrontato quello che ben sappiamo. Prendere quindi oggi in carico un problema di cui vediamo soltanto il suo inizio e prendere dei provvedimenti in tempo è la scelta migliore per evitare di farci trovare impreparati. Non è quindi una critica, ma una differenza di visioni, spero di poter aver spiegato anche al collega come riteniamo di voler intervenire.

Rispetto alle modifiche proposte, ha dimenticato anche la questione relativa agli allevamenti intensivi che abbiamo anche affrontato con i colleghi, soprattutto con il collega Planaz, che è sicuramente molto più esperto di me nel merito, e che, secondo noi, merita un approfondimento specifico e separato rispetto a quello della carne sintetica.

Saremmo quindi per accogliere l'emendamento proposto dall'Assessore e mantenere la parte delle premesse e la parte impegnativa rispetto alla proposta, ma ci auguriamo anche noi che possa trovare accoglimento questa nostra iniziativa con la spiegazione che abbiamo fornito, perché quest'iniziativa non va a dire che non è giusto sostenere l'ecologismo, non è giusto avere attenzione verso il nostro pianeta e verso ovviamente il futuro dell'ambiente, ma va semplicemente a evidenziare che bisogna rifuggire la comunicazione... magari l'investimento in comunicazione che le grandi multinazionali che sono interessate a che questo progetto prenda piede producono per convincerci a fare un certo tipo di consumo. Banalmente... spero che poi avremo modo di approfondire anche questo tema ma sapete che esiste una fondamentale differenza tra le abitudini di quella che in gergo alberghiero si chiama "piccola colazione" che viene fatta in Europa e la "piccola colazione" che viene fatta negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti vi è un abbondante consumo, come sapete, nella classica colazione americana di uova e bacon. Questa colazione di uova e bacon nessuno si domanda perché, perché lì si mangia questo tipo di prodotto e invece qui si mangia una colazione di diverso tipo. Quella colazione così abbondante nasce da un investimento pubblicitario che venne fatto nei primi del Novecento e che vide uno psicologo che fece uno studio approfondito e sostanzialmente produsse un'analisi secondo la quale l'inizio della giornata... cioè si sottopose a una serie di medici una domanda dicendo: "ma, secondo voi, medici, è meglio iniziare la giornata con una colazione scarsa o con una colazione abbondante?" e la risposta della stragrande maggioranza dei medici fu: "no, con una colazione abbondante" e da lì un investimento di produttori di bacon chiaramente introdusse la pubblicità che disse: "bene, la colazione più abbondante e più proteica con un maggior apporto è quella fatta con il bacon" e da lì arriva l'abitudine alimentare a consumare questo tipo di prodotto. Oggi è un'abitudine, ieri era marketing. Rifuggiamo questo marketing e invece puntiamo sulla nostra filiera, sulla nostra qualità e sul Made in VdA come giustamente ha ricordato l'Assessore.

Presidente - Consigliere Planaz, a lei la parola.

Planaz (LEGA VDA) - Anch'io ringrazio tutti quelli che sono intervenuti a riguardo di quest'argomento e ringrazio il collega Manfrin che ha avuto l'impulso di presentare un'iniziativa di questo tipo, ma dobbiamo fare attenzione a non sbagliare noi già l'approccio che andiamo a portare anche di fronte a tutta la comunità. Oggi noi stiamo parlando di difendere il prodotto Made in Italy, ma anche tutte le produzioni europee di carne e dall'altra parte stiamo parlando di un prodotto che oggi qua ho sentito definire da molti dei miei colleghi come carne.

Da una parte abbiamo la carne originale, che è stata prodotta e viene prodotta da allevamenti intensivi estensivi... e qui anche a seguito del sollecito dell'Assessore, io vorrei che uscisse una votazione univoca su questo argomento in modo da dare un segnale importante a tutto l'intero mondo, anche nei confronti di Coldiretti che porta avanti questa battaglia e correggo i dati del collega Manfrin, mi scusi, ma erano già 350 mila firme a dicembre, e meno male, e speriamo che oggi siano molte di più. Questo è un segno che quest'argomento è molto sentito da molte persone, non solo dai produttori, ma anche da chi oggi deve rispettare tutte le regolamentazioni per quanto riguarda la produzione di alimenti. In una situazione di questo tipo ci troviamo con una concorrenza sleale di un prodotto che oggi, purtroppo, in qualche modo viene definito carne, ma non sappiamo se è veramente carne e quali sono poi gli effetti collaterali che possono avere sulla popolazione anche solo per la salute. La popolazione mondiale cresce esponenzialmente tutti i giorni, ci troveremo di fronte a cambiamenti climatici, all'aumento della popolazione e quant'altro e a volte, come ha ben illustrato il collega Manfrin, è facile dire: "ma sì, usiamo questa tipologia di prodotto che non inquiniamo, abbiamo così sufficiente alimentazione per tutta la popolazione". Io vorrei anche ricordare un piccolo fatto: oggi anche l'agricoltura italiana non riesce a produrre tutto quello che potrebbe produrre perché non riesce ancora a soddisfare i costi di produzione che ci sono per produrre un prodotto genuino e tradizionale, su questo bisogna fare attenzione.

Io allora accolgo anche la richiesta del collega Rollandin e anche di tutti quelli che sono intervenuti di continuare a vigilare e mantenere questo discorso attivo, portarlo avanti, portarlo in tutte le sedi. Coldiretti si limita a vietare la vendita e il consumo di questi prodotti all'interno del territorio nazionale perché è il territorio che gli compete ma noi dobbiamo fare attenzione per tutto quello che ci compete anche a livello europeo di fare in modo che questo non accada sia nella commercializzazione ma anche nella produzione e anche di investire, perché sono state investite delle risorse di tutta la popolazione europea e, di conseguenza, anche italiana e valdostana, per andare a fare degli studi e dare maggior forza a questo progetto. Noi dobbiamo fare molta attenzione che questo non accada almeno con risorse nostre.

Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.

Baccega (FI) - Due brevi riflessioni dopo aver ascoltato con grande attenzione il dibattito che si è sviluppato rispetto a questa mozione. Noi siamo sicuramente al fianco dell'iniziativa della Coldiretti, siamo fortemente convinti che il Made in Italy, ma soprattutto il Made in Valle d'Aosta vada salvaguardato e vada perseguito.

Ripudiamo certamente quella roba che si chiama carne sintetica anche perché non è assolutamente ecologicamente sostenibile, quindi sicuramente voteremo con convinzione questa mozione.

Una breve riflessione conclusiva: c'è un po' una tendenza a dirottare certi atteggiamenti... parlo delle mense, di cui magari parleremo nell'arco del prossimo Consiglio, quindi catalogare certi prodotti, perché bisogna indirizzare verso un pensiero, verso una filosofia che francamente ci preoccupa parecchio. Le ultime suggestioni in questa Regione riguardano le aiuole edibili di cui certamente andremo a parlare ma francamente credo che, e non voglio andare fuori tema, anche su queste cose sia giusto quello che ha sostenuto e ha proposto il collega Rollandin, è meglio che su queste filosofie, su questi percorsi ci si possa ritrovare un attimo a fare una riflessione attenta per salvaguardare i nostri prodotti e del Made in Italy, e del Made in Valle d'Aosta.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Volevo intervenire ancora innanzitutto per ringraziare l'assessore Carrel, che mi sembra aver colto lo spirito dell'intervento che ho fatto precedentemente e per aver sottolineato come sarebbe importante che una mozione di questo tipo, per la sua valenza, potesse essere votata all'unanimità. Io concordo con lei in linea di principio.

Ho poi ascoltato le spiegazioni del collega Manfrin che ci dice che abbiamo colto in senso negativo, con un'accezione negativa il termine "fascinazione ecologica"; però, collega Manfrin, lei deve leggere la sua frase nella sua interezza e la frase recita proprio: "può avere impatti socio-economici molto pericolosi in quanto figlio di una fascinazione ecologica", il problema nasce proprio da lì. Poi lei ha voluto chiarire e spiegare l'importanza di quel punto e ha fatto tutto un discorso che proprio per i suoi contenuti, se doveva essere rivolto a farci cambiare idea, non ha sortito il suo effetto, anzi, perché lei ha insistito nel ritenere che c'è tutta un'ideologia che in qualche modo si vorrà far passare e che porta con sé anche la parte legata al cibo sintetico. Io rilevo una cosa: molto, molto spesso in quest'aula noi siamo accusate di essere ideologiche... ecco, io oggi qui ho proprio sentito un elogio di un'ideologia. Mi dispiace, perché questo non ci permette di votare questa mozione, proprio anche per le cose che lei ha successivamente spiegato.

Ritengo proprio che l'impianto stesso della mozione sia contraddittorio, l'ha detto bene il collega Baccega nel suo ultimo intervento, ha detto: "il cibo sintetico non è ecologicamente sostenibile" e io sono perfettamente d'accordo con lui. Come le dicevo, non ci sono associazioni ecologiche, associazioni ecologiche vere e proprie riconosciute che sostengono il cibo sintetico; continuo a pensare che la mozione è una mozione interessante, che pone degli impegni, compreso quello che ha chiesto di aggiungere l'Assessore, che è condivisibile. A malincuore noi non possiamo votare questa mozione ma, a differenza di quello che ho detto precedentemente, non ci asterremo ma non parteciperemo al voto, ciò che ha un effetto, ai fini dell'esito della mozione e anche dell'indirizzo della mozione che dovrà arrivare a chi di competenza, diverso, proprio perché io di ideologismo in questo senso non voglio essere accusata, quello che noi pensiamo è tutto il contrario rispetto a quello che lei ha detto.

Presidente - La parola al consigliere Cretier.

Cretier (FP-PD) - Brevemente per rispondere al collega Manfrin. Comincio a essere un po' preoccupato sull'apprezzamento dell'intervento in senso ironico chiaramente da parte mia.

Volevo dire semplicemente che ha espresso la mia miopia ma il gruppo sostiene convintamente questa mozione, quindi era un parere personale semplicemente... pur ponendo in discussione anche l'effetto di procedere immediatamente.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, metto in votazione la mozione con l'emendamento come illustrato in precedenza. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 31

La mozione è approvata all'unanimità.

Con questa votazione interrompiamo temporaneamente il Consiglio per arieggiare i locali. Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 11:13 alle ore 11:30.