Oggetto del Consiglio n. 2031 del 17 novembre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 2031/XVI - Approvazione di risoluzione: "Presa di distanza dalle affermazioni rese in Aula da un Consigliere in ordine al Covid-19".
Bertin (Presidente) - Alla presenza di trenta consiglieri, possiamo dare avvio ai lavori del Consiglio regionale e riprendere l'analisi dell'ordine del giorno. Siamo al punto n. 18 dell'ordine del giorno. Per illustrare la risoluzione, si è prenotato il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Lo scorso Consiglio, rispettando le possibilità legittime di ogni singolo eletto di esplicitare dei pensieri, è stato un momento, devo dire a nome della maggioranza, anche un po' difficile nell'ascoltare certe affermazioni. Ci sono quei momenti in cui diventa doveroso e necessario quanto meno prendere le distanze da certe affermazioni. Prendere le distanze vuol dire non metterla in caciara, non farne una questione di natura personale, non ci interessa quel terreno, un terreno dove oltretutto siamo stati sempre molto distanti, tant'è vero che assolutamente non ripeterò nessun tipo di affermazione che è stata fatta in quest'aula.
Questo Consiglio - per quanto ci riguarda naturalmente, questa è una scelta legittima - si unisce al coro di sconcerto del mondo sanitario, della società civile, di tutti i nostri amministratori locali e di tutti coloro i quali hanno sofferto comunque per il Covid. Io sono un architetto di montagna, non sono un sanitario, non sono un medico, quindi non la voglio mettere su una questione tecnica, perché non essendo un sanitario non ho quella competenza per poter dirimere tutta una serie di elementi.
Questa risoluzione è una vicinanza e una presa di distanza dalla negazione, che in questo Consiglio non esiste forse se non per probabilmente poche individualità personali, che nulla hanno a che fare con l'istituzione che rappresentiamo in quest'assise.
Consigliere Lucianaz, di certo non abbiamo bisogno di trascrizioni di quanto dice lei; non ne abbiamo bisogno di trascrizioni, il suo pensiero è molto chiaro. Ripeto, non ci interessa di entrare nelle questioni di natura personale, ma le sue trascrizioni sono molto, molto chiare, ed è un pensiero che qui non fa molto onore, forse neanche a lei, forse neanche a chi come lei non lo rappresenta o non la pensa nella stessa maniera, ma siamo contenti di essere lontani da quei pensieri. Direi che quello che è stato espresso è un pensiero lontano, come dicevo prima, anni luce dal nostro. Cerchiamo di attenerci ai fatti e soprattutto ai numeri che parlano molto chiaro. Pensiamo che non sia con le leggende metropolitane, per quanto suggestive possano essere, che si affrontano i problemi reali, soprattutto quando questi attengono alla salute e alla sofferenza delle persone. Poi, in politica le parole hanno un significato e un peso importante, perché sovente hanno anche delle conseguenze - ma penso non solo in politica, penso in generale - e non siano ininfluenti, quindi utilizziamole in modo corretto, a meno che lo scopo non sia proprio quello di creare scompiglio, ma allora quella non la definirei politica ma pura provocazione.
Cosa proponiamo al Consiglio regionale? Proporremmo questo: ci dissociamo fermamente da queste affermazioni e ribadiamo la tragicità degli eventi e il grande senso civico della gran parte dei valdostani responsabilmente vaccinati per contrastare la diffusione del virus, ricordando la grande mobilitazione della sanità, della protezione civile, del mondo del volontariato per contrastare la pandemia che ha causato morte e dolore nella nostra comunità.
Faccio ancora un ulteriore passaggio. Come in tutte tragedie, nelle varie istituzioni, che siano comunali, regionali, statali o europee, tutti hanno cercato di contemperare queste criticità mettendo in campo delle azioni per accompagnare, da una parte la questione dell'elemento più umano di chi ha perso i propri cari, dall'altra comunque le fragilità di una società, di chi ha magari perso il posto di lavoro, di chi ha avuto delle grosse difficoltà, di chi non è riuscito a pagare i debiti che stava piano piano pagando. Io penso che questo Consiglio regionale, praticamente quasi all'unanimità negli ultimi 24 mesi, tranne forse l'ultimo disegno di legge, abbia accompagnato, oltretutto cercando di fare veramente degli sforzi per tutti e soprattutto cercando anche di accompagnare quelle che erano le fragilità sul nostro territorio. Questo è un elemento in più che, se vogliamo, esula anche dalla presa di posizione e dalla volontà di dissociarsi, di prendere anche un po' le distanze da certe affermazioni che sono state fatte in quest'aula, legittimamente messe in evidenza dal collega, ma che non ci possono trovare d'accordo.
Ho avuto l'onere e l'onore, con tutta serenità, di rappresentare e illustrare la nostra presa di posizione. È una presa di posizione veramente molto istituzionale ma che, nello stesso tempo, tiene conto anche di un percorso che è stato fatto. È di queste ore e di questi giorni, anche a livello nazionale: vediamo che vengono messi in discussione tutta una serie di percorsi di natura scientifica e non solo, che fanno anche un po' paura, io lo dico senza mettere dei freni a quello che sto dicendo; sembra quasi che quello che è successo in questi 25-30 mesi sia stata una farsa, e fa un po' specie, quando a livello generale mi sembra che, ahimè, purtroppo non sia così.
Questo è un po' l'intervento nell'illustrare la nostra risoluzione in maniera pacata, in una maniera io penso anche corretta ma, nello stesso tempo, cercando di essere fermi su quello che è il principale pilastro che noi immaginiamo. Il fatto principale è che comunque ci dissociamo da quello che abbiamo udito qualche settimana fa in questo Consiglio e anche ieri mattina: non la pensiamo in questa maniera.
Presidente - Seguiamo l'ordine: intervenire il Governo e poi uno per gruppo. Per il Governo il Presidente della Regione.
Je crois que, en tout état de cause, il est à souligner comme les déclarations du collègue Lucianaz lors de son serment ont permis de porter à l'attention de la presse nationale notre Conseil régional. Dans un moment où la discussion sur la presse nationale était penchée sur les échanges des cadeaux, de vodka et de Lambrusco, entre Berlusconi et Putin, je crois qu'on pouvait nous l'éviter. Des déclarations qui ont été lues comme une provocation, qui n'ont sûrement pas mis sous la meilleure des lumières cette Assemblée, et je dirais même la Vallée d'Aoste.
Je suis convaincu que dans la vie, on peut discuter dans les rapports entre personnes, on peut porter des positions différentes, on peut critiquer et on peut même se moquer de ce qui nous avons devant : ça dépend évidemment d'une sensibilité, de l'éducation. On peut se confronter presque surtout, sur les habitudes, sur les préférences politiques, mais pas surtout, et je parle de sensibilité humaine, je ne parle pas de sensibilité politique, qui est tout autre chose. Je parle vraiment de sensibilité humaine et je crois que le collègue Chatrian l'a rappelé tout à l'heure : vous avez hier démontré, quand même largement prouvé la qualité de votre sensibilité humaine, lors des communications du président du Conseil. Je crois que ça a été un autre passage qui a été honteux. A été honteux du point de vue humain personnel, mais honteux aussi pour ce que cette salle représente.
Je crois que comme nous, les personnes communes qui font politique sont souvent maîtres dans les détournements de la vérité à son propre usage pour soutenir une position ou l'autre, ça fait un peu partie du débat politique. Mais, comme le collègue Chatrian a rappelé tout à l'heure, les paroles en politique, surtout portées par des personnes qui ont des responsabilités, ont tout de même et en tout état de cause, je crois, un poids différent.
Il y a des aspects de la vie qui, comme je disais avant ne peuvent pas être l'objet de ce type de dialectique politique. Je pense, par exemple, à la peur. La peur de tous ceux qui se sont vus mourir seuls sur un lit d'hôpital sans ses proches. La peur de tous les professionnels de santé : en particulier, dans la première phase de la Covid ils ne rentraient pas chez eux pour la peur de d'infecter les proches. La peur encore des proches, la peur de voir infecter les professionnels qu'ils avaient en famille. Je crois que si nous ne voulons pas encore aujourd'hui remercier tous ces professionnels de la santé et tous ces personnes qui ont été citées, mais pas seulement le professionnel de santé, de protection civile, des collectivités locales, au moins nous devrons seulement un peu de respect.
L'autre aspect qui ne peut pas être mis en cause dans nos considérations, de façon quelquefois un peu stérile où instrumentale, c'est la vie elle-même. Je pense à la vie des plus de 550 Valdôtains qui ont été victimes de cette maladie, ou encore les 180.000 victimes qu'on a eu en Italie. Je crois vraiment que ces personnes, ces personnes qui souvent sont mortes seules, méritent le silence. Oui, le silence : seulement le silence. Peut-être une prière, si quelqu'un croit en Dieu. Mais sûrement pas ce verbiage qu'on a eu, utile seulement à faire parler de soi.
Presidente - La parola al consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.
Sammaritani (LEGA VDA) - Devo dire che ho apprezzato l'intervento del collega Chatrian, molto meno quello del Presidente, comunque spiegherò adesso le nostre argomentazioni.
Del merito di queste dichiarazioni del collega Lucianaz, secondo me non dovremmo neanche occuparcene in realtà, ma non certo per sminuire una tragedia che tutti noi evidentemente riconosciamo. Tutti riconosciamo il dolore per chi non c'è più, tutti abbiamo avuto parenti, amici, semplici conoscenti morti: è fuori di dubbio! È fuori di dubbio che il personale sanitario tutto si sia sacrificato, abbia lavorato oltre i limiti, abbia messo a rischio la sua salute. Però dire che la gestione della pandemia è stata una pagliacciata - al netto della traduzione, chiamiamola farsa, quello che volete, perché c'è stato anche questo problema di traduzione che forse a volte fa perdere certe sfumature - comunque dire questo non è altro che una forte critica e non certo una dichiarazione shock, come hanno strumentalmente titolato alcuni giornali, siti, eccetera, con il solito morboso interesse per comportamenti che si discostano dal conformismo imperante, per subito stigmatizzare, per immediatamente condannare una parte politica avversa.
Eppure esattamente questo stesso Consiglio a suo tempo è stato critico, fortemente critico contro la gestione della pandemia, tanto che ha approvato una legge per rivendicare una gestione diversa della pandemia, delle chiusure, delle limitazioni alla libertà di movimento. Ricordate le misure governative del tutto inadeguate alla nostra realtà sociale e dimensionale? Il sistema e il centralismo subito ha reagito, ha cassato quella legge dichiarandola incostituzionale, in modo addirittura direi offensivo, perché poi in sostanza nella motivazione ci hanno detto che il nostro Presidente e noi qui tutti non abbiamo la sufficiente responsabilità per tutelare opportunamente la salute dei nostri cittadini. Io credo che nessuno invece abbia questa convinzione. A livello centrale invece sì che sanno cosa fare, anche se fanno le stesse regole per una città come Roma e un paesino come Rhêmes-Notre-Dame.
Non parliamo poi delle criticità sanitarie che nessun può mettere in dubbio, che sono state la prova che le politiche dei tagli della spesa sanitaria negli anni precedenti erano fortemente sbagliate e mettevano in pericolo la vita delle persone, come poi in effetti è avvenuto e sta ancora avvenendo. Non parliamo nemmeno della narrazione sui vaccini, sulla scarsa sperimentazione sui loro effetti; si badi, lo dico da vaccinato. Vaccinato non perché non avessi dubbi sulla scarsa sperimentazione o sul fatto che un vaccinato non possa contagiare gli altri, ma solo perché ero spinto da uno spirito di osservanza delle regole, anche quando ci sono dubbi sulla loro correttezza.
Ma il tema qui è tutt'altro. Non cadiamo nella solita logica conformista o, se preferite, strategia comunicativa di perdere di vista il principio per appuntare l'attenzione sul particolare; molti di voi conosceranno l'adagio: il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito. Qui si parla di opinioni e sul diritto di esprimerle. Allora in questi casi è sui principi che dobbiamo puntare la nostra attenzione, sui principi che vengono in gioco. La Costituzione della Repubblica italiana ci dice all'articolo 21 che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con le parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Lo Statuto regionale della Valle d'Aosta all'articolo 24 dice che i consiglieri regionali non possono essere perseguiti per le opinioni espresse o i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Ma soprattutto, la Carta europea dei diritti fondamentali, all'articolo 11, Libertà di espressione e informazione, dice che "Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera."
Siamo qui di fronte proprio al problema della libertà di manifestazione del pensiero, che non è solo una libertà negativa, quindi di non essere ostacolati alla formazione delle proprie opinioni e dell'espressione del proprio pensiero, ma anche positiva in quanto pensiero attivo, veicolato verso altri soggetti in un contesto di complessità sociale in modo dinamico, attraverso i diversi mezzi di diffusione che il potere politico non deve ostacolare o, sotto un particolare profilo, deve addirittura concorrere ad assicurare.
L'oggetto della tutela è la manifestazione del pensiero, quindi, che viene riconosciuta a tutti come diritto. È appena il caso di sottolineare che la libertà di pensiero, quindi la libertà di opinione su fatti e persone, come pure la libertà di adesione a un'ideologia politica, un particolare modo di concepire i rapporti umani e sociali, è alla base di una concezione liberale della società, ma qui siamo ancora in un campo ancora un po' diverso, parliamo del diritto di critica. Con la tutela del diritto di critica, l'ordinamento garantisce quell'aspetto della libertà di pensiero che è funzionale alla dialettica democratica. L'assicurazione di tale diritto va ben al di là della mera tutela dell'opinione: la libertà di opinione permette di esprimere la propria idea su una questione, il diritto di critica invece comporta una contrapposizione polemica diretta a censurare opinioni e comportamenti altrui. Quindi, la libertà di manifestazione del pensiero implica il diritto di esternare opinioni come quello di tacere, naturalmente, che qualche volta sarebbe prezioso, e soprattutto quello di manifestare opinioni di dissenso e di opposizione a quelle dominanti. É considerata giustamente una delle caratteristiche della concezione liberale della democrazia.
Adesso vorrei citare un passaggio di un trattato di diritto costituzionale sul pluralismo ideologico, è un trattato della CEDAM del 2017, quindi anche aggiornato. Si dice: "La libertà di criticare è insita nel pluralismo ideologico che è legato a tale concezione ed è il presupposto evidente della possibilità di confronto dialettico tra distinti modi di concepire i rapporti sociali. Questa libertà - questo è un passaggio importante - che nessuno a parole rinnega, è duramente contrastata dalla tradizionale tendenza al conformismo, che caratterizza i rapporti sociali e politici e subisce continue minacce dalla tendenza alla uniformazione delle coscienze e discende dal controllo dei più importanti mezzi di informazione". Quindi il tema è tutt'altro che banale, qui stiamo discutendo di una delle massime espressioni della libertà dell'uomo. Nel caso di specie stiamo parlando proprio del diritto di esprimere la propria opinione, della libertà di esercitare il diritto di criticare da parte di un rappresentante del popolo e quindi mai da censurare.
Ma veniamo al dettaglio della risoluzione. Cosa dice questa risoluzione? Qualche consigliere, i firmatari evidentemente, si dissocia dalle affermazioni del consigliere Lucianaz e si vorrebbe votare questa dissociazione; poi il collega Chatrian ha parlato, meglio forse, di prendere le distanze. Il resto è, perdonatemi, ribadire argomenti scontati, perché dire della sofferenza, dell'impegno dei sanitari, ne ho parlato in premessa, è chiaro che tutti condividiamo questi principi, ci mancherebbe, quindi responsabilità di chi si è vaccinato, impegno della sanità, della protezione civile e del volontariato. Mi sembra davvero che non sia il caso di fare delle risoluzioni per questo, sennò potremmo farne cento ogni giorno e ogni volta che ci riuniamo.
Resta quindi la dissociazione, ma dissociarsi cosa significa letteralmente? Dissociarsi vuol dire separarsi da qualcuno con cui si è assieme, manifestare un pensiero diverso da quello che sembrava essere un pensiero comune e non lo è. Credo che non ci sia bisogno di dissociarsi da una persona che non è nostro socio. Che significato ha dissociarsi da una dichiarazione che è stata fatta a titolo personale da un consigliere eletto da un certo numero di cittadini i quali sicuramente, peraltro, soprattutto con questa legge elettorale, hanno votato per lui e non per noi? Non per voi, non per noi, non per me. Direi che non ci si può assolutamente dissociare da qualcuno che sta parlando a titolo personale e che non fa parte del gruppo che dichiara di dissociarsi; questo è un discorso tecnico, ma mi pare incontestabile, è un fatto concettuale.
Il consigliere Lucianaz ha espresso una sua opinione, ha fatto una forte critica alle modalità di gestione della pandemia, alla narrazione mainstream sull'efficacia dei vaccini, eccetera. Poteva farlo, aveva il pieno diritto di farlo e lo ha fatto. Non mi stupiscono le prese di posizione di vari soggetti, organizzazioni pubbliche e non pubbliche, molti ormai si sentono in dovere, soprattutto da quando ci sono i social, di fare queste cose, di prendere le distanze, di stigmatizzare, di censurare. Il loro e il vostro diritto è soltanto quello di dissentire, esattamente lo stesso identico diritto esercitato dal consigliere Lucianaz, esercitato magari con espressioni forti ma pienamente legittimo, anzi, doveroso direi: ha espresso la sua critica contro il sistema, ha detto quello che pensa, non è banale per un politico. Altri, e non pochi, hanno scritto che finalmente qualcuno ha fatto sentire una voce diversa dalla narrazione prevalente. Lo dico perché io stesso, come altri miei colleghi, abbiamo ricevuto riscontri in questo senso. Qualcuno, con una voce contro, ha detto: "Hai fatto bene a dirlo, stai manifestando il nostro pensiero".
Allora, qui in questa sede qual è il significato di quest'iniziativa? Non la pensate come il consigliere Lucianaz? Ditelo, affermatelo, fate dell'ironia o addirittura della satira, dissentite, è vostro pieno diritto, fatelo anche oggi, qui adesso ne avete l'opportunità, discutiamo questa risoluzione. Ve ne siete procurati l'occasione, ma per favore non fate un torto a questa sala, non fate un torto a quest'organo consiliare, soprattutto non fate un torto al diritto di opinione, al diritto di critica, ai diritti fondamentali della persona, votando una risoluzione di questo genere. Perché non possiamo esprimere un indirizzo in questo senso, non possiamo dare l'indirizzo della visione all'esterno, e per questo dissento fortemente da quello che ha detto il Presidente, come se la Valle d'Aosta, attraverso questo, fosse un qualcosa di meno: questa sede consiliare è esattamente un qualcosa di più nel momento in cui consente a qualcuno di dire anche le cose scomode. Che peccato, bisogna anche dirle a volte, bisogna uscire dal politicamente corretto, qualche volta bisogna andare in quella direzione, non facciamo un torto a questa sala e al diritto di critica. Lasciamola cadere questa risoluzione, è meglio per tutti.
Presidente - Consigliere Padovani ne ha facoltà.
Padovani (FP-PD) - Devo dire che l'arringa difensiva del consigliere Sammaritani non mi ha convinto per niente. Da un certo punto di vista denota un certo fil rouge che dal Governo nazionale arriva fino in quest'aula, che porta in quest'aula affermazioni antiscientifiche, che si sono purtroppo sentite anche da esponenti del Governo e che sono pericolosissime in un periodo come questo. Io ricordo che la pandemia non è ancora finita, e ringrazio che non ci siete stati voi a governare mentre eravamo nel pieno della pandemia, perché io non so che cosa sarebbe potuto succedere.
Devo dire anche che il consigliere Sammaritani ha provato a portarci fuori strada e non ci ha spiegato se condivide o meno le parole del suo collega di partito, dico gruppo anche se il collega si è detto autonomo nel gruppo, come me.
Invece non posso che unirmi al collega Chatrian e al collega Lavevaz, perché io ritengo che le parole dette in quest'aula dal collega Lucianaz siano offensive rispetto alle migliaia di famiglie che hanno visto un morto tra i loro parenti, tra i loro amici. Penso che siano offensive rispetto a quelle centinaia di migliaia di lavoratori e di lavoratrici della sanità che fino ancora a questi giorni si stanno... - mi verrebbe da usare una parola che in quest'aula non si può usare - stanno facendo un grandissimo lavoro, diciamola così, per tenere in piedi la sanità pubblica e per gestire al meglio questo periodo così difficile per la sanità. Sono offensive rispetto a quelle centinaia di migliaia di volontari che hanno lavorato e continuano a lavorare per gestire questo periodo, sono offensive rispetto a tutte quelle persone che sono finite in terapia intensiva e che hanno visto la morte nei loro occhi e che per fortuna sono riuscite a uscirne e a raccontarlo. Sono offensive rispetto a quelle bare che abbiamo visto nelle immagini che credo nessuno di noi potrà mai dimenticare.
Io questa risoluzione la aspettavo ieri. La aspettavo ieri perché il collega Lucianaz ieri si è macchiato di un'altra azione offensiva. Ieri il collega Lucianaz si è permesso di criticare il Presidente del Consiglio, non per il suo lavoro ma rispetto alla sua disabilità. Questo è abilismo!
Voce fuori microfono
Collega Manfrin, lei accenda il microfono e parli. Al momento posso parlare io.
Questo è abilismo ed è offensivo rispetto a tutte quelle persone con disabilità che hanno delle difficoltà nella parola!
Interruzione fuori microfono
Accendi il microfono, fenomeno!
Presidente - Consiglieri...
Padovani (FP-PD) - Presidente, posso continuare?
Presidente - Vi richiamo a un comportamento adeguato.
Padovani (FP-PD) - Criticare il lavoro di una persona utilizzando una difficoltà derivante da una disabilità è abilismo ed è una discriminazione vergognosa! Di abilismo qui in quest'aula non ce ne deve essere e non ce ne dovrà mai più essere ed è stato vergognoso che anche solo una volta ci sia stato.
Interruzione fuori microfono
Presidente - Consigliere Padovani concluda.
Padovani (FP-PD) - Anche per questo, io non posso che unirmi alle parole del collega Chatrian e del presidente Lavevaz. Qualcuno probabilmente si chiederà perché l'unico membro della maggioranza che non ha firmato la risoluzione, oggi sta parlando ed è anche parecchio arrabbiato. Il membro della maggioranza che non ha firmato la risoluzione, non l'ha fatto perché era a casa con il Covid.
Presidente - Per un richiamo all'argomento, il consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Vorrei semplicemente richiamare la sua attenzione sul rispetto del Regolamento, visto che lei l'ha correttamente fatto in questi giorni impedendoci di porre e di esprimere all'aula la nostra posizione su alcuni determinati argomenti nel merito delle comunicazioni. Lei, come sa, quando si presenta un'iniziativa, ci si deve attenere al testo di quell'iniziativa, cosa che evidentemente si stava correttamente facendo, come fatto durante i diversi interventi, ma a un certo punto c'è qualche collega che, siccome ha piacere di poter dire quello che ritiene più opportuno all'interno di quest'aula, evidentemente ha approfittato di quest'occasione. Però io le chiederei, Presidente, di far rispettare il Regolamento per tutti, compreso anche i suoi colleghi, quelli che condividono la maggioranza con lei, altrimenti mi pare che vi sia uno squilibrio. Lei dovrebbe essere il Presidente di tutti, la prego di poterlo fare.
Presidente - Rimanere al tema è certamente un aspetto che il Regolamento contiene. Vi è una certa interpretazione piuttosto ampia, lo sappiamo che è sempre stata fatta così, abbiamo visto anche ieri pomeriggio nella discussione di due ore nella quale si è divagato rispetto allo stretto argomento della risoluzione-mozione che è stata discussa ieri. Nel limite si deve rimanere nell'argomento come si fa generalmente, come abbiamo visto ieri pomeriggio e come abbiamo visto anche oggi. Ovviamente, non può essere un intervento fatto esclusivamente a latere rispetto all'argomento della risoluzione o della mozione che sia. Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Inizio con il dire che una cosa che io non ho capito bene, nel momento in cui è stata presentata la risoluzione, è come mai non sono state riportate le affermazioni, le dichiarazioni del collega Lucianaz in francese, che è la lingua che lui ha utilizzato, perché effettivamente alcune espressioni permetterebbero di meglio comprendere, credo, una parte del suo discorso. Al di là di questo, rilevo però che certe affermazioni che sono state fatte, quindi non quelle che potevano dare adito a interpretazione diversa, ma quelle più chiare, io le ritengo pesanti, estremamente pesanti, e sicuramente irrispettose nei confronti di tutta una serie di soggetti che effettivamente durante il periodo della pandemia hanno sofferto, o hanno visto morire delle persone...e poi penso a tutto il personale sanitario, al personale che ha operato nel campo del volontariato per affrontare quel momento difficile. Ma la considerazione che voglio fare è un po' più ampia.
All'inizio del periodo della pandemia c'era questo ritornello per cui si diceva: "Andrà tutto bene". E la seconda cosa che ho sentito spesso nell'opinione pubblica, sui giornali, nelle riflessioni che si facevano a più livello, è stata: "Tutto questo comunque ci insegnerà qualcosa, ci lascerà qualcosa, ci permetterà forse di essere migliori". Io credo che non sia andata davvero così, ma che sia successo l'esatto contrario, e penso che ognuno di noi possa avere delle opinioni personali che, come ha ricordato il collega Sammaritani, sono legittime, e ho condiviso alcuni passaggi del suo discorso, non tutti. Però sono delle opinioni personali e, nel momento in cui queste stesse opinioni vengono espresse da persone che ricoprono un ruolo istituzionale a vario livello - perché comunque c'è una differenza tra chi ricopre il ruolo di assessore all'istruzione o assessore alla sanità e fa certe esternazioni e le altre persone - una maggiore sensibilità rispetto a quello che è l'intero contesto, a mio avviso, ci vorrebbe, sarebbe assolutamente necessaria. Perché un conto è pensare alcune cose, avere appunto le proprie opinioni, fare le proprie considerazioni, ma quando le si esprime anche un po' - vorrei sottolinearlo - con la forza che aveva avuto in quel momento il collega Lucianaz, provocano se non altro del disagio. A me in quel momento hanno provocato un forte disagio, perché ho subito pensato che vicino a chi pensa come il collega Lucianaz ha voluto esplicitare possono esserci tante persone, tant'è vero che c'è stato anche chi ha sostenuto pubblicamente quella posizione, ma ci sono anche tutti gli altri. E devo dire che qui non si sta facendo un discorso che è relativo a un fatto generico, stiamo parlando di un periodo che ha lasciato e che lascerà dei segni che, a mio avviso, si perpetreranno per molto tempo in tutti, sia in chi la pensa in un modo, sia in chi la pensa nell'altro.
Forse la scelta, la cura, la cautela nell'utilizzare certe espressioni, dovrebbe essere presa più in considerazione, e non mi riferisco soltanto, con quest'ultima affermazione, alla questione della risoluzione e alle dichiarazioni sui vaccini, sulla pandemia e su quello che può essere stato tutto quel periodo. Mi riferisco anche ad altre esternazioni che il collega Lucianaz ha fatto sia nella passata legislatura - mi permetta di ricordarlo, collega Lucianaz, perché già lì c'era stato uno scivolone - e poi nella gravità delle cose che sono state dette ieri. Perché nel momento in cui si attacca una persona per la sua conduzione dell'aula, allora possiamo trovarci d'accordo, io contesto al Presidente di non aver condotto bene i lavori in tante situazioni, ma non vado di certo a puntare l'attenzione su quella che è una situazione oggettivamente non dipendente dal Presidente, e lì io devo dirle, collega Lucianaz, che ieri il mio disagio è stato molto più forte ancora.
Presidente - Si è prenotato il consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (AV-VdA Unie) - Il est bien évident que garantir la liberté d'expression signifie pouvoir intervenir librement : il est et il doit être ainsi, et bien l'ont dit le collègue Chatrian et les autres collègues. Cela n'empêche pas le fait que l'intervention du conseiller Lucianaz est quand même à commenter. J'ai bien entendu et bien compris son intervention, comme d'ailleurs je comprends très bien notre président Bertin lors de ces interventions, il suffit d'être un peu attentif.
Je crois que sur ce thème, celui de la pandémie Covid, il faut bien peser les mots, en partant dans des preuves qui sont indiscutables, des données objectives et ensuite élaborer une propre pensée, qui peut être bien sûr différente les uns entre les autres. Je pense quand même qu'il est offensif d'appeler la pandémie, une farce, surtout après des millions de décès ont été enregistrées, tant dans le monde comme en Vallée d'Aoste : plus de 500 décès, il a rappelé le président Lavevaz. Indiscutables dans notre région les admissions en soins intensifs, indiscutables les admissions dans les hôpitaux, dans les maisons de repos et, si c'était le cas, dans les maisons des malades, avec la garantie des soins sanitaires à domicile. Des situations qui nous ont touchés très proches et j'imagine même pour ceux qui sont présents dans cette salle. Je trouve donc offensif, dans ce contexte institutionnel, de manquer de respect à tous ceux qui ont été impliqués dans la pandémie. Vous l'avez déjà dit, l'a dit le collègue Sammaritani, je fais référence au personnel de la santé, aux forces de l'ordre, aux bénévoles et aux collectivités locales. Je considère qu'il est illogique et non rationnel de contester, au mépris de la souffrance, l'objectivité d'une terrible tragédie.
Le conseiller Lucianaz peut librement ne pas croire à l'efficacité du vaccin. Peu m'importe s'il a été vacciné ou non. Mais il ne doit pas utiliser le Conseil pour faire passer et amplifier des messages en niant les évidences, en définissant le Covid une farce et une pagliacciata.
Nous ne sommes pas dans une salle de tribunal. Il est évident que le collègue Sammaritani, que je respecte pour son faire modéré, il est en difficulté à défendre le conseiller Lucianaz. Il a mis l'accent sur la gestion du Covid et pas sur le Covid même et avec aucun moyen il a défendu, il a soutenu les paroles du collègue Lucianaz. Il ne faut pas banaliser ces affirmations, même si je comprends qu'il faut maintenir l'unité du groupe. Maintenant que la pandémie réduit ses effets, nous avons le devoir de ne pas oublier, de nous rappeler que ce qui s'est passé et surtout comment la pandémie a été gérée et restreinte, en nous faisant, grâce à la science, grâce à la médecine et au comportement correct et responsable des citoyens, revenir, j'espère, à la normalité.
Presidente - Consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Credo che quello che abbiamo vissuto a marzo 2020, già arrivato a fine febbraio, il Covid 19 nella nostra regione, abbia segnato un po' tutti, perché io nel ruolo di Assessore alla sanità e facente parte di una Giunta a cinque, con una maggioranza che ogni tanto ci tirava dei cazzotti in testa, evidentemente abbiamo dovuto faticare il doppio; guardo l'amico Testolin. Quello che abbiamo avuto modo di vedere e di valutare in quel tremendo periodo nelle famiglie, nel personale sanitario, nelle micro, è stato parecchio complicato da gestire. In più avevamo le forti criticità che ci arrivavano da una gestione centrale, dove fin dall'inizio non avevamo i dispositivi di sicurezza per i sanitari e andavamo alla ricerca in tutta Italia, anche in Europa, dei dispositivi, mascherine, grembiuli e quant'altro.
Aver vissuto quelle drammatiche ore è stato davvero difficile e complicato. Devo dire che rispetto a questa risoluzione, evidentemente ci sono degli elementi che sono sicuramente a sostegno di una tesi, che è la tesi proprio di quello che abbiamo vissuto, tutti i momenti fino a che la pandemia non ha assunto ruoli diversi. Io credo che ancora adesso il dibattito sulla pandemia sia ancora aperto, su comportamenti da tenere piuttosto che altri. Avremo modo ancora di lavorare su questo tema e di verificare che non tutto è perfetto, non tutto è stato perfetto, ma è stata durissima vedere amici che non c'erano più.
Io credo che il collega Sammaritani abbia sicuramente centrato il tema e lo ha centrato nel senso di dire che non possiamo fare un torto a questo Consiglio: apprezzo molto. Ho molto apprezzato quest'affermazione, perché le dichiarazioni assolutamente personali, sicuramente forti del collega, sono opinioni esternate in modo duro che noi non condividiamo, ma proprio perché non bisogna fare un torto a questo Consiglio, e questa è anche una dichiarazione di voto, non merita un voto. Per quanto ci riguarda i due consiglieri di Forza Italia non parteciperanno al voto, perché riteniamo che siano sufficienti le dichiarazioni di non condivisione di queste affermazioni che sono state fatte.
Presidente - Consigliere Testolin ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Ho aspettato all'ultimo per intervenire a nome del mio gruppo, perché volevo sentire anche chi ha partecipato con me e con gli altri rappresentanti dell'allora Giunta regionale al periodo pandemico iniziale, e anche le impressioni del collega Baccega mi sarebbero state d'aiuto per esprimere quello che anch'io ho provato in questo percorso. Sono parzialmente soddisfatto da quello che ha detto il collega Baccega, nel senso che in questi momenti, in questi casi, è giusto ascoltare, è giusto dare la possibilità di espressione a tutti, ma probabilmente poi una scelta bisogna farla, o ci si mette da una parte o ci si mette dall'altra, per dare una lettura chiara delle parole altrui.
Ho anche avuto modo in questi giorni di parlare con il collega Lucianaz, prima che facesse l'intervento in aula, e capisco da un punto di vista umano la frustrazione che un percorso di questo genere può portare in ognuno di noi, perché ha fatto parte anche questo di un percorso di conoscenza e di crescita all'interno di questa pandemia. Ci sono tante persone che hanno sofferto, che hanno subito delle situazioni pesanti da un punto di vista lavorativo, da un punto di vista personale, che hanno trovato delle difficoltà economiche, psicologiche e quant'altro. Però credo che all'interno di quest'aula e per governare una regione, per proporsi a governare una regione, bisogna anche avere un certo tipo di equilibrio nell'affrontare queste situazioni. Certe esternazioni troppo estremiste possono in qualche modo non portare così bene alla gestione complessiva di una regione, o di un comune, o di una semplice famiglia, perché poi quando ci si trova a dover lavorare per tutta una collettività, le uniche iniziative che puoi mettere in atto, sono quelle che potresti mettere in atto a favore della tua famiglia, a favore dei tuoi figli, a favore delle persone a cui vuoi bene, e quello è stato l'atteggiamento che penso abbia caratterizzato chi in quei momenti ha lavorato.
Detto questo, che sono delle considerazioni del tutto personali e poco politiche, concludo anche nell'affermare che forse c'è anche una sorta di mancanza di rispetto, effettivamente come è stato sottolineato da molti di quelli che sono intervenuti, verso chi in quei momenti si è prodigato in prima persona nell'affrontare questo tipo di pandemia, assolutamente inedita a livello mondiale, e lo ha fatto come tutta la passione e l'altruismo che questi momenti necessitano. Però mi faccio una domanda un po' più politica, che è questa: sicuramente da un punto di vista professionale l'intervento del collega Sammaritani è stato da professore, nel senso che ha cercato di difendere, con una difesa d'ufficio, la posizione di un suo collega - questo gli rende merito, l'ha fatto con il suo consueto garbo e la consueta professionalità - però ha dimenticato di esprimere quella che poteva essere un partage, una condivisione da parte del gruppo della Lega delle parole espresse dal collega Lucianaz. Sarebbe interessante capirlo, ma per fare un ragionamento molto semplice, perché a questo punto bisognerebbe capire se ci fosse stata un'altra gestione, se si fosse voluti andare verso un qualcosa di diverso, magari non verso i vaccini perché non erano sufficientemente testati, allora io mi chiedo in questa scelta politica che poteva essere alternativa a quella che c'è stata, quale sarebbe stato il risultato per la comunità valdostana, così come per l'intera comunità italiana e mondiale? Sarebbero state meno le problematiche da affrontare o sarebbero state più devastanti da un punto di vista dei morti, che già sono stati un numero altissimo e mai visto per una pandemia di questo genere? Oppure ci saremmo trovati in situazioni magari migliori da un punto di vista socioeconomico?
È questo l'interrogativo che mi pongo, perché all'interno di una discussione, ci sta che ognuno possa esprimere le sue idee, ma poi le idee danno gambe a delle azioni, a delle iniziative, a delle scelte che poi danno dei risultati. Questo rimane un interrogativo interessante, magari in una prossima discussione su questo tipo di pensiero potremmo raccogliere quelle che sono le basi fondanti di un movimento che in questo caso ha difeso uno dei suoi uomini, ma l'ha fatto in maniera molto delicata e ragionieristica, per certi versi, senza entrare nel merito di quelle che sono state le opinioni espresse, senza soprattutto allinearsi con questo e dissociarsi dalle stesse.
Presidente - Consigliere Padovani per mozione d'ordine, ne ha facoltà.
Padovani (FP-PD) - Per chiedere una breve sospensione per una riunione dei gruppi di maggioranza.
Presidente - Sospensione concessa.
La seduta è sospesa dalle ore 15:57 alle ore 16:10.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo. Si è prenotato il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Intervento sull'argomento perché mi ritengo parte in causa in quanto professionista della sanità ma soprattutto della prevenzione della salute, per formazione e per professione. È già accaduto che intervenissi su questa questione, su questo argomento, facendo determinate affermazioni, vale a dire che sono un convinto sostenitore dell'importanza della vaccinazione e del ruolo che ha avuto nella lotta contro il Covid. Non per questo non rispetto le opinioni altrui e quindi non mi permetto, nella veste di consigliere ma anche di professionista della sanità quale mi ritengo, di esprimere critiche personali nei confronti di chi ha opinioni diverse dalla mia. Come è stato detto da altri colleghi, anche nel rispetto dei tanti morti che abbiamo dovuto sopportare come comunità, nel rispetto delle tante persone appartenenti alle professioni sanitarie che si sono adoperate per la salute altrui e, permettetemi, nel rispetto di amici, di un amico medico e altri amici professionisti della sanità che hanno dato la vita per cercare di aiutare il prossimo, adoperandosi nella propria missione, perché di questo dobbiamo parlare, e nel rispetto di chi ancora oggi lavora per questa questione.
Devo dire, apprezzando i toni della discussione, che il collega Sammaritani ha svolto un buon lavoro in difesa dell'operato del collega Lucianaz e ha dimostrato una grande abilità anche nel deviare un pochino la discussione su un tema che è un po' diverso da quello che la risoluzione voleva affrontare. Non mi permetto di condannare le dichiarazioni del collega Lucianaz, ma pongo un interrogativo a tutti quanti, perché a tutti quanti noi è capitato di esagerare nelle proprie affermazioni in quest'aula, magari per l'enfasi del momento, per l'argomento che si tratta, magari perché è il discorso iniziale, l'insediamento del collega; noi però dobbiamo chiederci laddove finisce la critica e dove inizia l'offesa, l'insulto, permettetemi. È questo il quesito che ci dobbiamo porre, ma il confine tra critica, offesa, insulto, sta nel percepito, come ho già avuto modo di dire, quindi a volte dobbiamo porci nelle vesti di chi sta ad ascoltarci.
Questo è quello che mi permetto di dire, senza condannare nessuno, ma solamente con l'auspicio che ognuno di noi, io per primo, quando interverremo in futuro, che si tenga anche conto di chi vive la realtà da un altro punto di vista.
Presidente - Vi sono altre richieste di intervento? Assessore Marzi per il gruppo Stella Alpina, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Mi scuso a priori per il fatto che annoierò. Ci sono dei momenti nei quali si fa questo mestiere, quindi bisogna parlare, e a volte, siccome ci si occupa di cose complesse, non complicate, si rischia anche di essere noiosi, però va fatto.
Il collega Sammaritani, che ringrazio tantissimo per l'attenzione che ha richiesto nella volontà di esprimere una difesa, ha di fatto assurto la difesa a livelli di diritto naturale. Essendo quello il livello, di fatto è un diritto naturale anche la dignità. E la dignità non è soltanto merito, la dignità è anche assioma, cioè esiste a priori, e siccome esiste a priori, chi ricopre un ruolo istituzionale, quando si parla per sé, si parla anche per gli altri.
So che questi passaggi apparentemente potremmo definirli da onanismo linguistico, ma in realtà non sono tali. In realtà, siccome la parola ha un significato, se qui tutti quanti noi abbiamo lo stesso livello istituzionale, e cioè abbiamo smesso di rappresentare noi stessi per rappresentare una comunità, quando qualcuno di noi parla deve fare attenzione perché sta parlando anche per tutti quanti gli altri. Quindi, di conseguenza, su alcune questioni, come la dignità, l'educazione, il buon senso, bisogna fare attenzione a difendere sé stessi, a difendere l'aula, perché quando si dicono certe cose, di fatto le si sta dicendo per tutti quanti noi.
Per cui, secondo me, non è corretto - faccio un esempio - rivolgersi al Presidente del Consiglio, che rappresenta in tal senso il massimo livello istituzionale di quest'aula, facendo notare in maniera quasi cortese che magari sulle cose complesse non è il caso parli lui perché non lo si capirebbe bene, così come a mio modesto avviso non è il caso di esprimere delle opinioni che possono portare il livello di analisi e di pubblicizzazione di quanto dichiarato in quest'aula al punto che di fatto quel giorno, in tutt'Italia, l'unica cosa che si è pensata, detta e scritta di quest'aula, dove tutti siamo uguali per i principi che ho appena espresso, sia stata una propria opinione che, per quanto ha diritto di esistere, dev'essere propria. Non cito Clint Eastwood in tal senso, però fondamentalmente è un po' come la proprietà delle parti anatomiche, ognuno ha le proprie di opinioni. Ma quando queste opinioni vengono espresse in un'aula come questa e di fatto vengono richiamate a tutto quanto il Consiglio, bisogna fare molta attenzione, perché in prima battuta, nell'esprimere questo genere di opinioni, di fatto ci si assurge anche il ruolo di esprimerle anche per il vicino, e quindi siccome io rispetto il collega Lucianaz, gradirei che anche lui in quest'aula rispettasse me, non solo le mie opinioni. Quando esprime un'opinione che, di fatto, diventa quello che si dice quel giorno di quest'aula e il livello che quest'aula quindi assume, bisogna prima verificare se in una qualche maniera non si sta dicendo cose che, a mio modesto avviso, restano e devono restare a livello di opinione.
Altro aspetto non secondario, il fatto che, in una qualche maniera, noi siamo in un posto molto particolare. Tanti di noi è la prima volta che frequentano quest'aula e nel giro di breve tempo imparano, verificano, vivono sulla loro pelle che cosa? La differenza tra il dentro e il fuori, la differenza tra la piazza, il bar e quest'aula, dove esistono delle regole, dove non si può parlare a caso. In questo momento io, ad esempio, mi sono spostato dallo scranno del Governo e sono venuto a parlare qui come semplice consigliere perché nel rispetto istituzionale, quando sono arrivato mi hanno spiegato che non era il caso che un consigliere esprimesse un'opinione facendolo dall'aula del Governo. È una forma di rispetto ed educazione istituzionale.
Qualcuno che ci guarda e che, magari, non ha troppa abitudine a frequentare innanzitutto le associazioni, i posti nei quali si contemperano gli interessi, si scambiano opinioni, si cercano delle mediazioni, può credere che tutto quanto questo sia secondario. Invece è uno strano percorso che porta a rispettare se stessi e rispostare anche il posto nel quale si è perché questo posto è un posto nel quale noi non rappresentiamo solo noi stessi.
Questo che cosa vuol dire? Vuol dire anche che nel momento in cui trattiamo temi così delicati e così divisivi, il primo pensiero che dobbiamo mettere in pratica quando decidiamo di trattarli, a mio modesto avviso, è quello di cercare di allontanarci il più possibile dall'agone, dalla rabbia, dalla paura e da tutto quanto quello che in una qualche maniera determinati argomenti portano con sé. Durante la giornata di oggi, anche rispetto a certi temi, alcuni colleghi da tutte le parti, perché in tal senso, quando parliamo di politica, non esistono parti, hanno stigmatizzato il concetto di non puntare sulla rabbia. Ci sono alcuni temi, come ad esempio tutto quello che è stato il periodo del Covid, vissuto tra l'altro in quest'aula, perché qui ci sono delle persone, tante persone, compreso il collega Lucianaz, che ha vissuto uno strano incastro cosmico per il quale questa assise si è privata della sua possibilità di amministrare a pochissimi giorni dalla partenza del lockdown. E avrete visto la commozione e la partecipazione di tutti quanti coloro, anche io povero sfigato dopo solo sessanta giorni di dover vivere in quest'aula un momento delicatissimo: vi ricorderete tutti la presenza e l'assenza della legge 4, della legge 5, il totale casino della 8 in pieno lockdown, con tutto quello che stava attorno a noi e con un Governo risicato che, privato della possibilità della straordinaria amministrazione, era costretto all'ordinaria.
Tutto quanto questo in una qualche maniera va assolutamente stigmatizzato. Quando si entra in questo posto, bisogna sempre ricordarsi, sia perché non si parla solo per sé ma si parla anche per gli altri, sia perché in una qualche maniera dobbiamo toglierci alcuni modi di fare perché sono dei modi di fare che in questo momento stanno rovinando il mondo, prima di tutto l'utilizzo della paura. Io non voglio entrare nel merito delle esperienze personali di quel periodo drammatico che ognuno di noi ha vissuto, perché quello attiene alla sfera privata, non voglio neanche dire quali sono i sentimenti che mi hanno attanagliato nel sentire trattare quel tema in quella maniera, per esperienze dirette personali, perché l'ho detto prima e lo ripeto, ognuno ha le proprie. Quello che però tutti quanti noi che facciamo questo mestiere dobbiamo assolutamente stigmatizzare è il fatto che, tra quello che è successo nel 2020 e quello che poi è successo successivamente, noi abbiamo avuto un momento di rottura da un punto di vista storico, politico, sociale ed economico che stiamo tutt'ora vivendo e che quindi, prima di tutto, come sempre capita nei momenti di assoluta difficoltà (da un punto di vista sociologico, è ampiamente studiato), ognuno di noi sta vivendo un momento di paura nel quale sta cercando un equilibrio. Il nostro cervello, per quanto possa essere colto ed evoluto, è rimasto ancora a quel momento di passaggio, da un punto di vista evolutivo, nel quale la buona parte di esso è di natura animale, per cui quando ha una sensazione di mancanza di equilibrio, di difficoltà, si chiude in sé stesso e punta alla sopravvivenza. Quindi, giocare sulla paura e trattare temi che hanno a che fare con la paura, è sempre facile.
A cosa quindi bisogna assurgere, a cosa bisogna cercare di tendere? A innalzare il livello di dignità. Quando si rappresentano anche gli altri, è fondamentale cercare il più possibile di parlare alla testa delle persone e di spiegare cose anche difficili, compreso il fatto che può capitare di andare in un posto nel quale non si può esprimere liberamente la propria opinione, rispetto a temi che in una qualche maniera invece fuori da qui possono essere affrontati, se legittimi, assolutamente in piena libertà. Per cui, a mio modesto avviso, e so di avervi tediato, annoiato e quant'altro, l'oggetto del contendere è legato a due aspetti fondamentali: nessuno di noi può portare il tenore di discussione su certi temi a quel livello; secondo aspetto non inferiore, su determinati temi il buon senso vorrebbe che si scegliesse la via indicata dalla Presidenza rispetto al silenzio, perché la morte e il lutto questo portano con sé.
Presidente - Per fatto personale consigliere Lucianaz. Circoscriva il fatto personale.
Lucianaz (LEGA VDA) - Mi pare evidente: non sono stato nominato? Avete sospeso l'assemblea, ho diritto di replica?
Presidente - Deve circoscriverla al fatto personale.
Lucianaz (LEGA VDA) - Ne ho sentite di ogni, scusate! Cercherò di non offendere le coscienze di nessuno.
A differenza di chi non vuole che si parli, io invece qui sono per parlare. Ho avuto anch'io mio padre tra le 555 vittime del Covid, o almeno credo che sia stato conteggiato come morto di Covid, perché era risultato positivo al tampone quando l'hanno ricoverato e poi ce lo stavano riportando a casa perché gli esami andavano bene, ma ha avuto un arresto cardiaco in ambulanza; quindi credo che sia uno dei morti di Covid. Ho avuto anch'io il Covid, sono stato curato perfettamente da un medico dell'USCA, che è venuto subito a casa e mi ha dato le medicine che i virologi accusavano i NoVax di prescrivere eparina, antinfiammatori, e io sono stato curato, quindi ringrazio tutta l'équipe medica che mi ha curato, ringrazio tutto il personale anch'io...
Presidente - Consigliere la invito a rimanere sul fatto personale e a non divagare.
Lucianaz (LEGA VDA) - Ho fatto la premessa, visto che qua si sottolineano le sensibilità: sono il primo ad essere sensibile. Nella mia dichiarazione non ho offeso nessuno, ho solo detto che "La grande mascarade de l'affaire Covid est en train de terminer". Voi diciotto firmatari, diciassette più uno, mi traducete "La grande pagliacciata del Covid sta finendo". Io ho fatto un'apposizione, ho parlato di "affaire Covid", non ho parlato di Covid, e su tutta questa mascherata qui, su questo affare, voi avete montato un caso enorme.
Qui nessuno sta negando il Covid, io non sono un negazionista e nessuno si è mai permesso di negare il Covid. Io ho parlato di affare Covid, ho parlato di 4 miliardi e mezzo di dosi acquistate dalla Comunità europea su 450 milioni di abitanti, ho parlato di 71 miliardi di euro: di queste cose ho parlato io, nessuno ne ha preso atto, nessuno l'ha preso in considerazione.
Ho continuato a parlare di come non sia stato gestito bene il Covid. Nessuno nega lo sforzo dei volontari e ancora attuale dei sanitari. La grande carenza iniziale è stata la medicina del territorio, i pazienti lasciati in casa, soli e abbandonati e i ricoverati quando erano quasi in fin di vita, questa è la grande pagliacciata che io ho condannato...
Presidente - Consigliere...
Lucianaz (LEGA VDA) - Termino.
Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 22
Votanti: 20
Favorevoli: 20
Astenuti: 2 (Carrel e Rollandin)
Il Consiglio approva.